1.2




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𝐂𝐡𝐚𝐩𝐢𝐭𝐞𝐫 𝐭𝐰𝐨

CRYSTAL

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QUANDO IL GIORNO DOPO, Crystal entrò nella Sala Grande per fare colazione assieme a Chaz, trovò Lunille Wright nell'intento di sventolare la mano nella loro direzione.
Li stava guardando sorridendo, facendo risplendere i capelli irregolari ai riflessi del sole.
Crystal spalancò gli occhi sorpresa: ma dove caspita si era cacciata il giorno prima?
Chaz accanto a lei era della stessa opinione. «Sei adesso la prendo...» disse, ma lasciò la frase in sospeso.
La raggiunsero confusi.

«Ehilà, ragazzi... come state?» chiese Lunille allegramente facendoli accomodare.
«Oh, noi bene, ma tu tra pochi secondi no» Crys la guardò spiazzata. «Dove ti eri cacciata deficiente?! Pensavamo che fossi caduta dal treno o chissà cosa».

Lunille alzò gli occhi al cielo. «Suvvia, Crys, non fare la drammatica. In ogni caso ho saputo che ieri non hai fatto una bella fine, sul treno».
Chaz le tirò una gomitata, come per dirle te l'avevo detto. Avevano passato la serata precedente a parlare nella Sala Comune di Grifondoro, e Chaz continuava a ripeterle che nel giro di una notte tutta Hogwarts avrebbe saputo del suo piccolo incidente.

Crystal arrossì.
«Sì, ma non ci hai ancora spiegato come mai non c'eri».
«Forse perché sono arrivata oggi?» rispose ironica.

«Ma va? Pensavamo che ti fossi semplicemente nascosta dietro ad una tenda del treno per più di sei ore, solo per il piacere di far prendere un infarto a Malfoy» disse Chaz versandosi i cereali nel latte.
«Devo dire che ci ho pensato, in realtà» ammise seria Lunille degustando i propri biscotti. «Ma tu non mi hai ancora spiegato come diamine sei svenuta, Crys!»

Crystal sbuffò assorta... non ci aveva ancora pensato in realtà. «Non lo so» disse guardandosi le mani «cioè, un Dissennatore mi ha parlato. Quindi, wow... ma non ho capito come mai io e Potter siamo cascati come due patate cotte».

«Ti ha parlato?» Chaz la guardò come se fosse pazza. «Ma i Dissennatori non parlano, vero Lu?»
Lunille annuì.
«Sì, be', io so quello che ho visto, Cooper. Quel Dissennatore si è girato verso di me dopo aver risucchiato tutta l'intelligenza di Potter e mi ha chiamato col suo cognome» spiegò nervosa «quindi non venire a fare il saputello con me se ieri di sei presentato dopo tre mesi di assenza con l'odore di merda addosso!»

«Stai calma, Crys, non ti ho mica ammazzato il gatto...»
Crystal lo guardò con aria truce. «E tu sta' zitto, merdoso».
«Ti ha chiamato col suo cognome, nel senso che ti ha chiamato "Potter"?»
La riccia annuì, e Lunille imprecò.
«Non avrebbe potuto chiamarti "cogliona"? Almeno avrebbe avuto senso...»

«Fai schifo, Lu. E in ogni caso secondo me mi ha scambiato per una Potter. Magari una sua parente lontana o per sua madre» .
«Impossibile» ribatté Chaz. «Potter non ha parenti maghi in vita, e poi sua madre non ti assomiglia affatto».

Lunille alzò un sopracciglio. «Perché, tu sai come è fatta sua madre?»
«Certo che sì! E so per certo che non assomiglia affatto a questo sgorbio umano».

«CHAZ!»
Crystal gli mollò un pugnetto sul braccio.
Lunille sospirò.

«In ogni caso, qualunque sia la motivazione non mi importa. Sembra troppo complicato e io odio le cose complicate».
Chaz annuì, e Crystal si ritrovò a sospirare.
Magari se lo era davvero immaginata. Cioè, non era raro che si immaginasse le cose, ma questa sarebbe stata l'apice delle sue follie.

«Quindi? Perché ieri non c'eri?» Chaz cambiò argomento scosso. Nemmeno lui amava le cose complicate.
Lunille alzò le spalle in un gesto vago.
«Mah, niente di che, mio papà mia portato a fare una visita al Ministero nel tentativo di farmi il lavaggio del cervello e giù di lì».

I genitori di Lunille, Alyssa e Jonathan Wright avevano combattuto durante la Prima Guerra dei Maghi schierati dalla parte di Lord Voldemort.
Crystal se lo ricordava molto bene, perché lo stesso giorno in cui i Wright vennero deportati ad Azkaban (per poi essere rilasciati), suo padre morì.
Non era un argomento che affrontavano felicemente, e se potevano, restavano zitte.
Ed era per questo che la maggior parte dei Grifondoro evitava Lunille per i corridoi. Crystal provò nuovamente compassione per lei.

«Scommetto che ha detto: "Mia cara Luna Camille Wright, sappi che un giorno questo posto ti apparterrà, ed è per questo motivo che non puoi per nessuna ragione permetterti di frequentare quella gentaglia degli Anders e dei Cooper"».
Lunille scosse la testa. «No, ha detto anche che se non la smetto di regalare sciarpe ai nostri elfi domestici mi butta via le mie paia di sneakers».

Chaz fece un verso inorridito.
«Ti conviene smettere, allora» disse in tono sbrigativo guardando l'orario. «Abbiamo Divinazione. Ci conviene muoverci, o il nostro Occhio Interiore ce lo infilerà su per il culo».



La professoressa Trelawney era uno degli esseri più strani che Crystal avesse mai visto.
Bruttina e senza alcun senso per lo stile, era agghiacciante: girava inquietantemente tra i tavolini rotondi della stanzetta, osservando tutti dalle spesse lenti rotonde, avvolgendosi nel confortante scialle color prugna.

Crystal si accomodò titubante assieme a Chaz e a Lunille. Poco lontano da loro si sedette il Trio della Sfiga, o meglio, solo due dei loro componenti.
Crystal aggrottò la fronte, cercando di non badare troppo all'assenza della Granger.

«Sedete, ragazzi miei, sedete» disse la Trelawney quando l'ultimo gruppetto di ragazzi si accomodò. «Benvenuti a Divinazione. Io sono la professoressa Trelawney. Può darsi che non mi abbiate mai visto. Ritengo che scendere troppo spesso nella confusione della scuola offuschi il mio Occhio Interiore».

Chaz tossì nel tentativo di coprire le risate di Lunille e Crystal non poté che darle ragione: l'unica cosa interna che aveva erano gli organi.
La Trelawney si accomodò con grazia sulla poltrona davanti al caminetto, e Crys si stupì di come un essere umano (quale che fosse) potesse resistere ad una tale intensità di calore.

«Che mucchio di sciocchezze!»
Crys si voltò di scatto, rischiando di prendersi un infarto. La voce acuta di Hermione le riempì le orecchie, ma nessuno a parte lei parve accorgersene.
La guardò spaesata, e la riccia le restituì lo sguardo.
Era letteralmente apparsa dal nulla, la porta della classe era chiusa, e prima non c'era.

Ron, accanto a lei, parve finalmente accorgersene.
«Cosa? E tu da dove sbuchi?»

«Io?» Hermione fece roteare gli occhi a disagio, evitando di guardarlo in faccia. «Ma se sono sempre stata qui».

Errato. Crystal avrebbe voluto ribattere, ma si costrinse a non dare troppo nell'occhio.

Riprese ad ascoltare la Trelawney turbata, o almeno ci provò dato che neanche cinque minuti dopo si ritrovò a fantasticare su personaggi immaginari e Titani.

«Allora avete deciso di studiare Divinazione, la più difficile di tutte le arti magiche. Devo però dirvi subito che se non avete la Vista, poterò insegnarvi assai poco. I libri possono farvi progredire solo fino ad un certo punto in questo campo...»

Lunille e Crystal si scambiarono un sorriso complice, lanciando uno sgardo a Chaz, completamente disperato alla prospettiva di quella materia interamente basata sul pratico. Era sempre stato una schiappa in quel genere di cose.

«Molte streghe e molti maghi, per quanto talento possano avere nell'ottenere grandi botti e puzze o nello sparire all'improvviso, non sono tuttavia in grado di penetrare i misteri velati del futuro» riprese la professoressa Trelawney, con gli enormi occhi scintillanti che si spostavano da un volto all'altro. «E' un dono concesso a pochi. Tu, ragazzo» disse improvvisamente rivolta a Neville, che quasi cadde dallo sgabello, «sta bene tua nonna?»

«Credo di sì» rispose Neville con voce tremante.

«Non ne sarei così sicuro se fossi in te, caro». Neville deglutì. La professoressa riprese tranquillamente.

«Quest'anno ci occuperemo dei metodi base della Divinazione. Il primo trimestre sarà dedicato alla lettura delle foglie da tè. Nel prossimo trimestre passeremo alla lettura della mano. Comunque, mia cara» disse rivolgendosi a Parvati Patil, «guardati da un uomo dai capelli rossi».

Parvati scoccò uno sguardo stupito a Ron, che era dietro di lei, e allontanò la sedia.

«Nell'ultimo trimestre» proseguì la Trelawney, e Crystal si trattenne a stento di esprimere ad alta voce i suoi pensieri: sempre se ci arriviamo...

«...passeremo alla sfera di cristallo, se avremo finito con i presagi del fuoco, naturalmente. Purtroppo, a febbraio avremo la classe decimata da un brutta epidemia di influenza. Io stessa perderò la voce. E attorno a Pasqua, uno di noi ci lascerà per sempre».

Chaz squittì tappandosi la bocca con la mano e Ron Weasley si voltò verso di loro ridendo.
La Trelawney non notò nulla, e riprese a parlare tranquilla. «Tu, cara» disse a Lavanda Brown «ti dispiace passarmi la teiera d'argento, quella grande?»

Lavanda, sollevata, si alzò e obbedì, posandola sulla cattedra della professoressa.

«Grazie, cara. Ah, fra l'altro, quella cosa che temi... succederà venerdì sedici ottobre».
Lavanda si risedette a posto tremante, e sul volto di Lunille si accese un sorriso di soddisfazione: lei e Lavanda avevano avuto dei piccoli... incidenti gli anni passati.

«Ora voglio che formiate delle coppie...»

Crystal smise di ascoltare, perché Chaz le tirò un calcio sotto la sedia. «Pss, Crys! Ragazzo sexy a ore due! Ti sta guardando, non farti notare».

Crys si voltò di scatto, facendo rovesciare le candele accando a lei, e trascinando con se metà tovaglia. Ma non ci fece caso, perchè il ragazzo di cui Chaz stava parlando non era niente meno che Potter.

«Porc- ehm, Chaz, dammi una mano a raccogliere... ORA!»

L'amico si chinò accanto a lei brontolando. «Ti avevo detto di non farti notare...»

«Sì, be'... sicuro che stesse guardando me?»
Chaz alzò gli occhi al cielo paonazzo: «Certo che sta guardando te, scema!»

E non solo: tutta la classe aveva occhi solo per loro due e orecchie per i loro commenti. La Trelawney si accucciò accanto a loro osservandoli da dietro le lenti, borbottando qualcosa di incomprensibile.
Accanto a loro, Harry arrossì violentemente, e Hermione strinse le labbra pallida.

La lezione riprese: dopo un'altra mezzora passata a presentare la materia, la Trelawney annunciò loro che avrebbero fatto una prova con la lettura delle foglie da tè. In coppia, ci si sarebbe dovuto scambiare le proprie tazze per leggerle.
E visto che al loro tavolo erano in tre, Crystal annunciò loro che la sua tazza se la sarebbe letta da sola.

Pessima idea. Davvero pessima.

Dopo dieci minuti buoni spesi nel tentativo di vedere qualcosa oltre ai molli pezzi appiccicati al fondo, decise di chiedere aiuto a Lunille.

«Dovrebbe essere... una luna, credo. Cioè, assomiglia anche ad un girasole, ma vedi un po' te».

Più che una luna, in realtà, assomigliava ad una pallina, ma poco importava. Aprì il libro a pagina 103 e lesse:
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LUNA ROSSA: può alludere a diversi significati, come ad esempio il compiere del proprio destino, oppure nella maggior parte dei casi indica l'arrivo dell'apocalisse.
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«Quindi? Cosa dice?»
Crystal richiuse il libro di scatto, pallida in volto.

«Credo che sia un girasole, in realtà... ehm... sì, è un girasole».

Lunille alzò un sopracciglio, senza nemmeno distogliere lo sguardo dal libro di testo.
«Qui dice che il girasole indica la vita. Be', molto utile direi. La prossima volta che vorremo sapere se sei viva, ci basterà coglierne uno».

Chaz osservò attentamente la tazza davanti a lui. «Lunille, guarda! Sbaglio o quelli sono dei soldi?»

«Soldi? Davvero?»
Crystal si sporse a vedere meglio.

«Ah, no... scusa, non sono soldi. Credo piuttosto che sia una scatola...»

«Come se a te i soldi servissero, Wright» la canzonò Dean Thomas dietro di lei, ma prima che Chaz potesse fermarla, Lunille lo aveva già buttato giù dalla sedia.

Crystal riprese a scrutare la propria tazzina pensierosa: ora, accanto alla luna, era apparso un altro simbolo, più grande e grosso, molto simile ad un...

Un grido percosse la stanza, facendo voltare tutti verso la professoressa. Avevagli occhi chiusi e lo sguardo turbato. Accanto a lei, Harry e Ron si guardavano confusi.

«Caro ragazzo... caro povero ragazzo... no, è meglio non dire niente... no, non chiedermi...»

«Che c'è professoressa?» chiese Dean Thomas all'improvviso.

«Mio caro,» disse «è il Gramo».

«Il cosa?» chiese Harry.

Hermione, lì accanto, alzò gli occhi al cielo.

«Il grano? Proprio il grano?» intervenne Seamus.

«Il Gramo, non il grano, idiota!» sbottò Crystal, e il ragazzo la guardò male.

«E' presagio di morte» spiegò Ron pallido. «Fin dall'antichità è indicato con la forma di un cane».

Crystal guardò di nuovo la tazza: la forma che prima aveva visto, ora era sparita, sostituita invece da una pallina molliccia sul fondo. Lo stomaco le si chiuse, con la consapevolezza di aver visto quello che la professoressa Trelawney temeva di più: un grosso cane nero sul fondo della tazza.



Appena la lezione della Trelawney terminò, Crystal si diresse da sola presso la lezione di Cura delle Creature Magiche. Quello era uno dei pochi corsi a cui Lunille e Chaz non erano iscritti.
Stava camminando a passo spedito, quando Harry Potter la affiancò sorridendo smagliante. I capelli erano arruffati più del solito, e aveva il fiatone.

«Ciao, Crystal! Ehm, posso chiamarti Crystal, vero?»
Gli fece cenno di sì, e lui continuò.

«Sai, per ieri... ecco, mi chiedevo se stessi bene. Cioè, un Dissennatore nel nostro vagone è un colpo basso, e poi...»

«Arriva al punto» gli disse sorpassando una coppia di Tassorosso.

«Sì, certo! Allora, ecco, sì, volevo chiederti se potessi dirmi cosa hai sentito ieri, sotto gli effetti del dissennator- AHIA!»

Crystal si bloccò di colpo, e lui le finì addosso.
«Perché lo vuoi sapere?» gli chiese ad un tratto fredda.

Harry sospirò. «Senti, lo so che metà scuola mi crede pazzo, ma ho davvero bisogno di sapere cosa ci è successo in quel dannato vagone del treno,e per saperlo, ho bisogno che tu mi dica cosa hai sentito».

«Io non ho sentito niente. E per la cronaca, anche l'altra metà di Hogwarts ti crede pazzo».

Harry grugnì di disappunto. «Sappiamo bene entrambi che non è così. Per la storia del Dissennatore, ovviamente».

«Va bene: mettiamo che io abbia sentito qualcosa. Cosa faresti poi? Lo dirai a Silente?»

Harry scosse la testa serio. «No, certo che no. Lo direi ad un insegnate, ovvio».
Crystal sbuffò roteando gli occhi.

«In ogni caso non ho visto niente. Ciao».
Fece per andarsene, ma Harry la bloccò per il polso.

«Non lo dirò a nessuno, se non vuoi. Ma ho davvero bisogno che tu mi dica cosa hai sentito».

Crystal sospirò, guardando l'orologio: la lezione sarebbe incominciata a momenti.

«Vuoi sapere cosa ho sentito?» chiese, e Harry annuì serio. «Perfetto. Muoviamoci che si fa tardi».

Lo prese per la divisa e lo trascinò nella radura, dove ormai Hagrid aveva già iniziato la lezione. Marciarono fino a raggiungere il resto del Trio, e quando Hermione li vide assieme, fece schizzare in aria le sopracciglia, ma non disse nulla. Lo stesso fece Ron.

«Faremo lezione con i Serpeverde» le sussurrò Harry, e Crystal si sentì sprofondare.
«Merda! Cinque secondi di pace sono troppi?» borbottò in risposta, e accanto a lei, Hermione accennò un sorriso.

«Forza, avanti, muovetevi!» disse Hagrid mentre i ragazzi si avvicinavano. «Oggi ho una cosa specialissima per voi! Una gran lezione! Ci siete tutti? Bene, allora seguite me!»

Per un terribile istante, Crystal temette che Hagrid li stesse per condurre nella Foresta, dove al primo anno, assieme a Chaz e Lunille aveva vissuto momenti tanto brutti da poterle bastare tutta la vita. Invece, con suo sollievo, si limitò a costeggiare gli alberi esterni e cinque minuti più tardi si arrestarono accanto a un recinto. Dentro non c'era niente.

«Tutti attorno alla staccionata, qui!» gridò Hagrid. «Ecco... mettetevi così che vedete bene... adesso per prima cosa aprite i libri...»

Crystal obbedì: tirò fuori il suo libro, ancora perfettamente imballato in una busta di plastica.
Si guardò attorno disorientata, notando che tutti gli altri, il Trio compreso, avevano legato il libro con una cinghia.
Si sentì improvvisamente stupida.

«Come?» disse la voce fredda e strascicata di Draco Malfoy.

«Eh?» disse Hagrid.

Già. Eh? Come cavolo avrebbero dovuto aprire un libro? Con una pinza?

Dietro di lei, Ron Weasley, notò (stranamente) il suo disappunto.

«Hai avuto problemi con il libro?» le chiese cauto. Crys scosse la testa, porgendogli il libro.
Ron trasse un respiro tremante e lo afferrò. Il rosso contò fino a tre, e lo spalancò.
Crystal si sarebbe aspettata di tutto, ma mai quello che vide: il suo povero Libro dei Mostri, era completamente marcio e per quanto si sforzasse di negarlo, il libro stava tossendo.

Hermione afferrò il libro prima che Ron lo facesse cadere in preda al disgusto.
«Miseriaccia, Crys! Quel robo è in putrefazione!»

Crystal era così sconvolta, che nemmeno notò il nomignolo con cui l'aveva chiamata, ma a quanto pare Hermione sì.

«Crys... ehm... ti è morto il libro...»

«COSA?! I libri non muoiono, o sbaglio?»

«A quanto pare sbagli» borbottò Hermione, anche se pure lei non ci stava capendo niente.

«Dovete accarezzarli» Hagrid, ignaro di tutto, continuò a a spiegare a Malfoy come aprire il libro. Ne prese uno, e prima che il libro incominciasse a morderlo, gli fece scorrere il gigantesco indice lungo il dorso e il libro rabbrividì, poi si aprì e rimase immobile nella sua mano.

«Oh, che sciocchi!» sibilò Malfoy. «Dovevamo accarezzarli! Perché non l'abbiamo capito subito?»

«Be'... sono divertenti, no?» disse Hagrid a Crystal in tono incerto.

«Oh, terribilmente divertenti!» esclamò Malfoy. «Davvero spiritoso, assegnarci un libro che cerca di mangiarti le mani!»

«Taci, Malfoy» disse Harry piano. Hagrid sembrava abbattuto e nonostante Crystal sapesse che Draco avesse ragione, desiderava che la prima lezione di Hagrid fosse un successo.

«Va bene» riprese Hagrid un po' smarrito «allora... avete tutti il libro... e... e... adesso vi servono delle Creature Magiche. Sì. Io vado e le prendo. Voi state qui...»
Si allontanò da loro e si addentrò nella foresta.

«Mio Dio, questo posto è caduto davvero in basso» disse Malfoy ad alta voce. «Quell'idiota che fa l'insegnante. A mio padre prenderà un colpo quando glielo dirò...»

«Taci, Malfoy» sibilò Crystal minacciosa.

«Attenta, Anders c'è un Dissennatore dietro di te...»

«Oooooh!» strillò Lavanda Brown, indicando il lato opposto del recinto.

Almeno una dozzina di creature, le più bizzarre che Crys avesse mai visto, trotterellavano verso di loro. Avevano i corpi, le zampe posteriori e le code da cavallo, le zampe anteriori, le ali e la testa di aquile giganti, becchi feroci color dell'acciaio e grandi occhi di un arancione squillante. Gli artigli davanti erano lunghi più di quindici centimetri e avevano l'aria letale.
Ciascuna delle bestie portava uno spesso collare di cuoio attorno al collo, fissato a una lunga catena, e tutte le estremità delle catene erano strette attorno alla manona di Hagrid, che entrò correndo nel recinto, dietro le creature.

«Farmi qui, adesso!» ruggì, agitando le catene e spingendo le creature vero lo steccato dove i ragazzi erano in attesa. Tutti fecero un passo indietro mentre Hagrid li raggiungeva e li legava alla staccionata.

«Ippogrifi!» ruggì allegramente Hagrid agitando una mano. «Belli, eh?»

Crystal capì che cosa intendeva dire Hagrid. Una volta superato il primo moto di spavento alla vista di una cosa metà uccello e metà cavallo, incominciò ad apprezzare i mantelli lucenti degli Ippogrifi, che si riflettevano al sole.

«Allora» disse Hagrid sfregandosi le mani e sorridendo, «se volete venire un po' più vicini...»
Nessuno sembrava desideroso di farlo, ma Crystal e il Trio, si avvicinarono cautamente alla staccionata.

Ricordati di farlo per Hagrid... il povero grande Hagrid...

«Ora, la prima cosa da sapere è che gli Ippogrifi sono orgogliosi» disse Hagrid. «Facili da offendere, ecco come sono. Ma insultarne uno, può essere l'ultima cosa che fate».

Dopo una breve spiegazione sul carattere degli Ippogrifi, Hagrid sorrise felice: «Bene, chi va per primo?»

I ragazzi per tutta risposta si ritrassero ancora di più. Crystal si rannicchiò tra Harry e Hermione, incrociando le dita.
«Se devo morire oggi, fa che non sia per un uccello troppo cresciuto...»

Hermione trattenne il fiato. «Hagrid sa quello che fa, Crystal... cioè, quasi sempre. Però dovrebbe essere sicuro».
Crys le sorrise rossa in volto.

«Nessuno?» disse Hagrid con uno sguardo supplichevole.
«Io» esclamò Harry.

Crystal lo spinse in avanti, dandogli qualche pacca di incoraggiamento.
«Bravo, Harry!» ruggì Hagrid. «Vediamo come te la cavi con Fierobecco!»

Slegò una delle catene, allontanò l'Ippogrifo grigio dai suoi compagni e gli sfilò il collare di cuoio. Accanto a lei, Ron trattenne il respiro, e gli occhi di Malfoy si strinsero malvagi.

«Piano, ora, Harry» disse Hagrid a bassa voce. «Hai stabilito un contatto visivo, adesso cerca di non chiudere gli occhi... gli Ippogrifi non si fidano di te se strizzi troppo gli occhi...»

Fierobecco aveva voltato la testa, e lo fissava con un'altera pupilla arancione.

«Così» disse Hagrid. «Così, Harry... ora fai l'inchino...»
Si inchinò in fretta e alzò gli occhi.
L'Ippogrifo continuava a guardarlo, altezzoso. Non si mosse.

Sul volto scuro di Hagrid si accese una nota di panico.
«Ah. Va bene... adesso torna indietro, Harry, piano...»

Ma in quel momento con grande sorpresa di Crystal, Fierobecco piegò le ginocchia, e si inchinò.

«Ben fatto, Harry!» esclamò Hagrid estasiato. «Va bene, adesso puoi toccarlo! Accarezzagli il becco, avanti!»
Crystal vide Harry irrigidirsi, ma nonostante ciò, gli accarezzò il becco alcune volte e l'Ippogrifo chiuse pigramente gli occhi, soddisfatto. La classe applaudì, tutti tranne Malfoy, Crabbe e Goyle, che sembravano profondamente irritati.

«Va bene così, Harry» disse Hagrid. «Ora ti lascia salire in groppa, guarda».

Appena Harry gli fu salito in groppa, Fierobecco si alzò in volo senza preavviso, facendolo svolazzare per tutto il recinto.
Quando finalmente atterrarono, la classe iniziò a festeggiare, fatte eccezione però, di Crabbe, Goyle e Draco.

«Bravo, Harry!» ruggì Hagrid. «Ok, c'è qualcun'altro che vuole provare?»

Incoraggiata dal successo di Harry, Crystal si decise a provare: assieme ad Hermione fece qualche tentativo con un Ippogifo castano, mentre Harry le osservava da lontano.

«E' piuttosto difficile» ammise accanto a lei la riccia. «Non capisco perché siano così altezzosi!»

Crystal si voltò a guardarla: «C'è davvero qualcosa di cui non sei capace?»
Hermione sbuffò.

«Un sacco di cose, fidati. Tipo ad esempio Divinazione; è inutile anche solo provarci, non ho nessun' Occhio Interiore».

«E menomale, direi» commentò Crys, facendola sorridere. «Non so te, ma sarebbe alquanto strano».

«In effetti...»

«Ah, ehm... Hermione, posso farti una domanda?»

«Dipende da quale vuoi porgermi».

«Ehm... dov'eri nell'ora prima di Divinazione?»

Hermione alzò un sopracviglio scettica, allontanandosi dall'Ippogrifo.
«Ero con Ron e Harry».

«Sai cosa intendo dire».
«E tu sai cosa intendo fare».

«Cioè cercare di deviare argomento dicendo cose ovvie per confondermi?»

«Forse».

Le ragazze si guardarono negli occhi a mo' di sfida, ma Hermione interruppe il contatto visivo a disagio.
Crystal sospirò arresa, capendo che la riccia non avrebbe fiatato.

«Non importa» le disse Crystal «tanto troverò un modo per farti vuotare il sacco».

Hermione fece per ribattere, ma in quel momento un urlo acuto la bloccò. Entrambe si voltarono a guardare nella direzione: Malfoy giaceva rannicchiato sull'erba, col sangue che sgorgava a fiotti inzuppandogli i vestiti.

«Muoio!» strillò Malfoy, mentre la classe segiuva la scena terrorizzata. «Muoio, guardate! Mi ha ucciso!»

«Non muori!» disse Hagrid pallidissimo. «Se qualcuno mi aiuta... bisogna portarlo via da qua...»
Crystal assieme ad Hermione, corse ad aprire il cancello mentre Hagrid sollevava Malfoy senza sforzo, col sangue che colava macchiando l'erba.
Molto scossa, la classe di Cura delle Creature Magiche li seguì a poco distanza.

I Serpeverde erano infuriati con Hagrid.
«Dovrebbero licenziarlo subito!» esclamò Pansy Parkinson, in lacrime.
Salirono la scalinata di pietra ed entrarono nella Sala d'Ingresso deserta.
Harry, Ron, Hermione e Crystal salirono verso la Torre di Grifondoro.

«Credete che se la caverà?» chiese Hermione, nervosa.

«Mi stupirei del contrario» commentò Crystal.

Ron annuì d'accordo. «E' un vero peccato che sia successo alla prima lezione di Hagrid, però, vero?» disse Ron, preoccupato.

«Già. Speriamo solo che non lo licenzino».
«Sarà meglio».

Ci fu un attimo di silenzio, nel quale Crystal tentò di andarsene, ma Harry la bloccò subito.
«Cosa hai sentito sul treno?» chiese a bruciapelo.

Crystal sospirò.
Ron li guardò confuso. «Cosa?»

«Se lo vuoi davvero sapere... in pratica il Dissennatore, dopo averti spappolato la faccia, mi ha parlato».

Harry aprì leggermente la bocca. «Ti ha parlato?»

«In pratica sì».

«E cosa ti ha detto?» intervenne Hermione preoccupata.

«Mi ha chiamata Potter».

Harry feve un passo indietro confuso. «Ti ha... ti ha chiamato Potter?»
Crystal annuì.

«Ok... senti, ne riparliamo domani. Io devo... devo pensare...»

Crystal cercò di richiamarlo: «Harry... potrebbe non significare niente...»

Harry però si era già voltato.
«Già. Potrebbe

Detto questo, lui e Ron sparirono dietro al ritratto della signora grassa.
Lei e Hermione rimasro in silenzio un attimo.

«Be'... a domani, allora» la salutò Hermione.

«Hermione, aspetta. Secondo te, tutto questo, ha senso?»

Hermione ci pensò su: «Secondo me sì. Tutto ha una spiegazione, anche se non sempre è quella che ci aspettiamo».

Crystal ridacchiò. «Farò finta di aver capito... buonanotte Hermione».

«Buonanotte, Crys».

Bentornat* ragazz*!
Come potete vedere, dopo quasi tre mesi di assenza, sono finalmente tornata ad occuparmi della Crymione❤️💅
Allora partiamo dall'inizio: qui Crys e Chaz rivedono Lunille dopo molto tempo (un po come noi). Mi è piaciuto molto scrivere le battute tra lei e
Chaz🥺... cosa ne pensate?
Vi piacciono come personaggi? Poi viene la parte più difficile da scrivere: la lezione di Divinazione. Non so perché, ma tutto ciò mi ha messo
in leggero imbarazzo,
facendo apparire Crystal
come "inadatta" alla situazione. Qui lei ed Hermione non si sono praticamente rivolte parola, però, in compenso ho potuto scrivere di Chaz e vi giuro
io AMO CHAZ COOPER!!
Credo sia uno dei miei personaggi preferiti🌹🌹
Poi, finalmente, Crystal e Harry possono parlare degli avvenimenti della sera prima. Ho in mente molte cose al momento...
Un altro momento che ho amato scrivere è di certo il dialogo - seppur breve - tra Hermione e Crys, interrotto poi da Draco e il suo braccio
sfasciato. Ed infine, arriva la rivelazione su cosa ha realmente sentito Crystal dal
Dissennatore, per poi concludersi con
lo scambio della buonanotte.
Quindi? Cosa ne pensate?
Se trovate errori grammaticali o temporali riferitemelo✨✨

Un bacio,

KIT🌹

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