1. 1
•
•
•
𝐂𝐡𝐚𝐩𝐢𝐭𝐞𝐫 𝐨𝐧𝐞
_______
𝐂𝐑𝐘𝐒𝐓𝐀𝐋
____________
IL TRENO fischiava impaziente, mentre il familiare rumore di passi e urla le rimbombavano nelle orecchie.
Crystal strinse più forte la presa al proprio carrello, mentre accanto a lei, suo zio Aaron si guardava attorno con un sorriso smagliante, fischiettando una canzone allegra tra le labbra.
«Non è magico questo posto?» chiese incantato indicando cautamente col pollice l'Espresso per Hogwarts.
Aaron Anders era un ometto di circa mezza età, basso e snello, dalla carnagione scura. Portava un paio di lenti spesse, che gli offuscavano gli occhi marroni. Se ne stava in piedi con le mani dietro la schiena, tenendo d'occhio Kyle e Clara, che erano poco lontani da loro.
Un altro fischio le rimbombò nelle orecchie.
«Magico, certo...» rispose Crystal con aria afflitta. Si sentiva esausta, aveva passato quasi tutta la notte a ripulire e a riordinare i suoi vestiti, che a causa di Tony si erano macchiati di giallo, verde, arancione e blu.
Kyle e Clara dovevano iniziare rispettivamente il quinto ed il quarto anno, e in un certo senso, Crystal li invidiava. Erano più grandi, e avevano molti meno limiti in confronto a lei, senza contare poi che avrebbero potuto seguire le lezioni di astronomia.
Perché non poteva essere giusto di un anno più grande?
Aaron le rivolse un'occhiata interrogativa. «Non sei felice di iniziare il terzo anno?»
Crystal si strinse le spalle, ignorando bellamente i miagolii provenienti dalla gabbietta dentro al carrello.
Aveva preso Luna al suo secondo anno, ed era piccola e cicciottella, con un lungo pelo nero, lucido e ordinato.
«Certo che lo sono» rispose piatta. «E' solo che non voglio rivedere gli altri Grifondoro, tutto qui».
Aaron scosse il capo grave, facendo oscillare i boccoli neri che gli coprivano le spalle.
«Sei senza speranze» disse sospirando. «Sei peggio della prozia Helen alla sua età. Non dirmi che svilupperai anche te l'ossessione per le unghie dei piedi...»
«Feticista» Crystal rabbrividì.
«Come hai detto che si chiamano i tuoi amici?» Aaron le chiese poi pensieroso. «Sally e Catty?»
«Lunille e Chaz»
Un altro fischio rimbombò nella stazione. «Quanto manca alla partenza?» chiese rassegnata.
«Dieci minuti... ecco, quello che volevo dirti è che, devi farti degli amici, Crys. Sembri davvero una vecchia zitella. E per quelli della tua età non è un complimento...»
«ZIO!» Crystal inorridì. «Non puoi paragonarmi alla prozia Helen e a una zitella in meno di tre minuti!»
Lo zio agitò una mano in aria, come per scacciare quei pensieri. «Non ti sto paragonando a loro, dico solo che ti comporti come tali».
Crystal alzò un sopracciglio scettica, senza però ribadire. Tutto intorno a loro era nel caos più assoluto: c'erano bambini che piangevano, ragazzi che gridavano e adulti che salutavano o spingevano i carrelli dei figli.
Un attimo di solitudine le pizzicò la gola.
Il treno fischiò ancora.
«Vai, che tra qualche minuto parte...» disse sospirando Aaron.
Crystal mise in moto il carrello, iniziando a spingerlo. Aaron le bloccò il polso.
«Ehm... stai, stai attenta, okay? No feste strane, no giochi pericolosi e no idee suicida» spiegò agitato. «E soprattutto...»
«Non darò la caccia a Sirius Black» finì per lui la nipote. «Lo so, me lo ha già ripetuto Kyle».
«Brava ragazza» rispose dandole una sonora pacca sulla spalla. «Ricordati di tenerli d'occhio. Soprattutto Clara».
Crystal alzò gli occhi al cielo con le gote rosse, per poi avviarsi verso il treno, che ormai stava iniziando a muoversi. Fece appena in tempo a caricare i bagagli e ad afferrare la maniglia dei gradini, che percepì sotto di lei il roco movimento delle rotaie.
Aaron la salutò con un cenno di capo, per poi sorriderle apertamente, prima di scomparire tra le altre persone.
Crystal sorrise, per poi issarsi sull' Hogwarts Express.
Non ci volle molto per pentirsi di essere salita troppo tardi. Girò per almeno cinque minuti buoni tra i vagoni, rendendosi conto che fossero tutti occupati.
«E ovviamente chi farà il viaggio di undici ore in piedi? Brava, Crys!» si disse ironica stringendo a sé la gabbia di Luna.
Tutto intorno a lei era un continuo chiacchiericcio, e alcuni ragazzi del primo anno la stavano squadrando perplessi. Anche loro, come lei, erano rimasti senza posto.
«Be', dato che passeremo molte ore insieme, che ne dite di dirmi i vostri nomi?» tentò di conversare. I ragazzi si allontanarono spaventati, senza rispondere.
«Ma che diamine... non vi mangio mica!» gli urlò dietro, ma tutto ciò che ottenne furono delle occhiatacce da dei Corvonero accanto a lei.
Crys sbuffò arresa, riprendendo la ricerca dei posti.
Alla fine, dopo altri cinque minuti, si ritrovò seduta sulla gabbia del proprio gatto, con accanto un uomo che le russava nelle orecchie. Era nell'ultimo scompartimento del treno, e dovette ammettere che lì le voci si erano calmate. Lo scompartimento e i sedili erano pieni di briciole, probabilmente perché in precedenza occupato da altri ragazzi. Aveva deciso che anche se quel posto faceva schifo, le conveniva restare, in caso fosse entrato qualcun' altro e avesse deciso di rubarglielo.
L'uomo che le sedeva -sdraiava- davanti aveva la bocca aperta e la gambe spalancate.
Sembrava un barbone, eppure, sulla sua valigetta posizionata sulle retine, c'era ricamato il nome 'Professor R. J. Lupin', quindi doveva essere qualcuno di importante, pensò. Mica si sceglievano così a caso gli insegnati (Allock a parte).
Fuori dallo scompartimento poteva sentire però delle grida ben distinte, tanto che neanche cinque secondi dopo, si ritrovò a fronteggiare con tre ragazzi dello stesso anno.
Crys si ritrovò a imprecare in tutte le lingue che conosceva. Non che provasse antipatia per il famoso Harry Potter e la sua banda, ma c'era qualcosa in lui che la spaventava, ma che allo stesso tempo la incuriosiva.
E poi la Granger le faceva paura.
Il Trio della Sfiga le lanciò giusto un paio di occhiate di sfuggita, dedicando maggiormente la propria attenzione al professore.
Harry Potter le sorrise titubante, facendo scorrere le dita fra gli insipidi capelli corvini, mettendo così in luce la saetta sulla fronte.
Crystal rabbrividì.
«Possiamo sederci? Cioè, non aspetti nessuno, Crystal?» le chiese Ron Weasly impacciato facendo già un passo avanti.
Crystal scosse il capo due volte (ignorando il fatto che il rosso conoscesse il suo nome), e i tre si accomodarono.
Hermione le si sedette accanto, cercando di sorridere il più possibile.
«E questo chi sarebbe?» chiese Ron chiudendo dietro di se la porta scorrevole e abbassando la tendina.
Hermione accanto tossì tesa: sembrava non volesse far brutta figura.
'Come se non la stesse già facendo nel sedersi accanto a me', pensò Crystal amareggiata. Ma decise di scacciare via quel brutto pensiero.
«E' il professor R.J. Lupin» rispose piatta Hermione.
Ron alzò un sopracciglio.
«Come fai a saperlo?»
«C'è scritto sulla valigia» rispose Hermione, indicando la reticella sopra lo sconosciuto, dove era comodamente poggiata.
Crystal avrebbe voluto sprofondare... non si sentiva per niente a suo agio, lì.
«Chissà che cosa insegna» disse Ron osservando il pallido profilo del professor Lupin.
«E' ovvio» sussurrò Hermione. «c'è solo una materia a cui manca un professore, no?»
«Difesa contro le Ari Oscure» disse Crystal improvvisamente rossa in volto. Perché non c'era arrivata prima lei?
Poi, notando che i tre si erano girati a guardarla, sorrise sbattendo le palpebre. «Quel posto porta iella» borbottò sospirando.
«Be', spero che sia all'altezza» disse Ron dubbioso. «Ha l'aria di uno che basta una fattura per sistemarlo, no? Comunque...» e si voltò verso Harry, «che cosa dovevi dirci?»
Harry si voltò verso Crystal impaziente. «Sì, certo, ma...»
«Non mi interessando le vostre suicide idee complottiste, Potter» ribattè lei un pelo offesa. «Soprattutto se si tratta di Sirius Black».
Hermione sbiancò portandosi le mani alla bocca.
«Oh, Harry, non andare in cerca di guai...» disse la riccia.
«Non vado in cerca di guai» disse seccato. «Di solito sono i guai che trovano me».
E detto questo lanciò un' occhiata obliqua a Crys, per poi iniziare a sussurrare chissà che cosa.
Ma prima Crystal potesse anche solo afferrare una parola della loro conversazione, questa venne interrotta da un debole fischio tintinnante... si guardò attorno spaesata.
«Viene dal tuo baule, Harry» disse Ron alzandosi a raggiungere il bagaglio dell'amico. Un momento dopo, Crystal vide tra le mani del rosso un Spioscopio. L'oggetto vorticava sul palmo della mano di Ron, scintillando.
«Quello è uno Spioscopio?» si ritrovò a dire Crys incredula, avvicinandosi per vederlo meglio.
«Sì... ma da due soldi» rispose Ron. «E' praticamente impazzito da quando l'ho spedito a Harry».
«Stavi per caso facendo qualcosa di scorretto?» chiese Hermione pungente.
Ron divenne rosso.
«Rimettilo nel baule» disse Harry «altrimenti lo sveglieremo».
Fece un cenno al professor Lupin, e Ron obbedì infilandolo in un paio di vecchi calzini, nella speranza di soffocare il rumore. Dopo di ché, i tre ritornarono a parlottare a bassa voce.
L'Hogwarts Express puntava dritto a nord e il paesaggio fuori dal finestrino diventava sempre più cupo e selvaggio mentre le nuvole in cielo s' infittivano. Oltre la porta dello scompartimento i ragazzi si rincorrevano avanti e indietro. Crystal aveva fatto uscire dalla gabbia Luna, che ora si era sistemata su l'unico sedile vuoto, col muso schiacciato rivolto verso Ron.
All' una esatta la grassa strega del carello del vibo si presentò sulla soglia.
Crystal ordinò un vassoio di Calderotti, mentre Hermione cercava di svegliare il professore.
«Ma dorme?» chiese Ron piano, addentando una caramella offertagli da Harry. «Voglio dire, non è morto, vero?»
«No, no, respira» sussurrò Crystal guardando intensamente il professore. «Forse non è un tipo di gran compagnia...»
A metà del pomeriggio, proprio mentre la pioggia cominciava a cadere confondendo i profili delle colline che scorrevano oltre il finestrino, risuonarono dei passi nel corridoio, e sulla soglia comparvero altre tre persone: Draco Malfoy, Vincent Crabbe e Gregory Goyle.
Malfoy era pallido, e stava sfoggiando un sorriso beffardo, mentre Crabbe e Goyle guardavano Harry con uno sguardo per niente rassicurante. Come se lo volessero abbrustolire all'istante.
«Bene bene, ma guarda chi c'è» disse Malfoy con tono mellifluo. «Potterino e Lenticchia».
Crabbe e Goyle ridacchiarono come due troll.
«Ho sentito dire che finalmente tuo padre ha messo le mani su un po' di soldi, Weasley» riprese «tua madre ci è rimasta secca dalla meraviglia?»
Ron si alzò così di fretta da far svegliare Luna. Il professor Lupin grugnì nel sonno.
«E quella, Potter? Un' altra orfanella?» intervenne con un sorriso sghembo indicando Crystal. «Non pensavo che gli sfigati si fossero moltiplicati».
Crys arricciò il naso infastidita, cercando di tenere a bada la rabbia.
«Da come ti trattano i tuoi, Malfoy» disse velenosa «non mi sembra che tu non sia orfano tanto quanto noi».
Il viso pallido di Malfoy di trasformò in una smorfia.
«Chiudi il becco, Anders, vai a lamentarti con mammina».
Il professor Lupin russò forte, e fu in quel momento che i tre parvero accorgersene.
«E quello chi è?» chiese Crabbe.
«Un nuovo insegnate» disse Harry, che si era alzato a trattenere Crys. «Che cosa stavi dicendo, Malfoy?»
Gli occhi pallidi di Malfoy divennero due fessure: non era certo così stupido da attaccare di briga sotto gli occhi di un insegnante.
«Andiamo» disse in tono risentito, e il terzetto sparì.
Hermione guardò esitante gli occhi azzurri di Crystal. Aveva le pupille dilatate e la mascella serrata.
«Stai bene, Crystal?» chiese preoccupata mettendole una mano sulla spalla.
La bionda annuì, e a malincuore, Hermione ritrasse la mano.
Per il resto del viaggio, lo scompartimento restò silenzioso. Il treno sferragliava, la pioggia tamburellava, il vento ululava, ma il professor Lupin continuò a dormire.
«Dovremmo esserci ormai» disse Ron sporgendosi per guardare, oltre il professor Lupin, il finestrino ormai completamente nero.
In quel momento il treno prese a rallentare.
«Magnifico» disse Crys «ho una fame da lupi. Voglio andare al banchetto e...»
«Non è possibile che ci siamo già» la interruppe Hermione guardando l'orologio.
«E allora perché ci fermiamo?»
Il treno perdeva velocità. Mentre il rumore degli stantuffi cessava, il vento e la pioggia ululavano ancora più forte oltre i vetri.
Harry, che era il più vicino alla porta, si alzò e dette un' occhiata in corridoio. In tutto il vagone spuntarono teste curiose dagli scompartimenti.
Il treno si arrestò con uno scossone e una serie di tonfi lontani annunciò loro che i bagagli erano caduti dalle reticelle. Poi, senza alcun preavviso, tutte le luci si spensero e cadde la più completa oscurità.
«Che cosa succede?» la voce di Ron risuonò alle spalle di Crys.
«Ahia!» strillò Hermione. «Ron, quello era il mio piede!»
«Credete che ci sia un guasto?»
«Non so...»
Si udì un rumore stridente, e Crystal vide la scura sagoma di Ron che puliva un pezzetto di finestrino e cercava di guardare fuori.
«C'è qualcosa che si muove laggiù» disse Ron «credo che qualcuno stia salendo...»
La porta dello scompartimento si aprì all'improvviso e qualcuno inciampò nelle gambe di Hermione.
«Scusa... sapete che cosa succede? Ahia... scusate...»
«Neville!» esclamò Crystal afferrandolo per la manica.
«Ciao, Neville» lo salutò Harry.
«Crys, sei tu? Che cosa succede?»
«Non lo so... siediti...»
Ci fu un sibilio acuto e un gemito di dolore. Neville aveva cercato di sedersi su Luna.
«Vado dal macchinista a chiedere cosa succede» annunciò Hermione. Crystal la sentì passare, e udì la porta aprirsi di nuovo, poi un tonfo e due strilli.
«Chi è là?»
«Chi sei tu?»
«Ginny?»
«Hermione?»
«Che cosa fai?»
«Cercavo Ron...»
«Entra e siediti...»
«Ahia!» gemette Neville, ormai rannicchiato accanto a Crystal.
«SILENZIO!» disse all'improvviso una voce roca. A quanto pare il professor Lupin si era finalmente svegliato.
Il professore teneva in mano una manciata di fiammelle. Gli illuminavano il viso grigio e stanco, ma gli occhi erano attenti e guardinghi.
«Restate dove siete» disse con la stessa voce roca, e si alzò lentamente tenendo davanti a sé la manciata di fiammelle.
Ma la porta si aprì piano piano prima che Lupin potesse raggiungerla.
In piedi sulla soglia, illuminata dalle fiammelle danzanti nella mano di Lupin, c'era una figura ammantata che torreggiava fino al soffitto. Aveva il volto completamente coperto dal cappuccio.
Poi la cosa, qualche fosse, trasse un lungo, lento sospiro, come se cercasse di respirare qualcosa di più dell'aria.
Un freddo intenso calò su di loro. Crystal sentì il respiro mozzarsi nel petto. Il freddo penetrò fin sotto la pelle, insinuandosi fin dentro al cuore...
Crystal vide gli occhi di Harry rovesciarsi. Cercò di urlare, ma la voce non venne... accanto a lei, Hermione le strinse la mano.
Annegava nel gelo. La creatura si voltò verso di lei, facendo fluttuare le viscide mani gialle e rugose, simili ad una cosa morta rimasta per troppo tempo dentro all'acqua...
«Potter».
Crystal sbatté le palpebre. La creatura la guardava ancora.
«Potter».
Stavolta lo disse sibilando, quasi avesse le corde vocali tagliate.
«Potter» ripeté, e Crystal venne accolta da una fitta nebbia biancastra, che le vorticava attorno, quasi cercasse di non farla scappare...
«Crystal, stai bene?»
La voce calda di Hermione la fece risvegliare improvvisamente. Si trovava stesa stesa a terra con gli occhi spalancati, a osservare il soffitto.
Sbatté le palpebre perplessa, mettendosi a sedere. Si sentiva stranamente bene, muscoli tesi a parte.
«Crystal, ci sei?» Neville la guardò preoccupato. «Sei caduta dal sedile e sei rimasta paralizzata per cinque minuti...»
CINQUE MINUTI?, pensò Crys nel panico. Cosa diamine...
«Crystal, stai bene, vero?» la voce del professor Lupin le entrò nelle orecchie, facendola votare di colpo.
Le stava tendendo una mano, sembrava avere gli occhi luccicanti.
Crystal l'afferrò rialzandosi traballante. Le sue ginocchia parevano gelatina.
Davanti a lei, Ron cercava di rianimare Harry schiaffeggiandolo.
«Harry! Harry! Ti senti bene?»
Harry spalancò gli occhi di colpo.
«C-che cosa?» si guardò attorno spaesato.
Ron e Hermione lo aiutarono a mettersi seduto.
«Stai bene?» gli chiese Ron.
Harry annuì distrattamente. «Che cosa è successo? Dov'è quella... quella cosa? Chi è stato ad urlare?»
Ottimo, pensò Crys battendosi una mano in faccia. Ci manca solo che Potter si fumi completamente il cervello!
«Nessuno ha urlato» intervenne Crystal seria.
Harry la guardò con la bocca aperta. «E non fare il pesce lesso, Potter. Se ci stai prendendo in giro...»
«Ma io ho sentito urlare...»
Un colpo secco li fece sobbalzare tutti quanti. Il professor Lupin stava spezzando un'enorme tavoletta di cioccolato.
«Tieni» disse a Harry, e gliene tese un pezzetto piuttosto grosso. «Mangia. Ti farà bene».
«Che cos'era quella cosa?»
«Un Dissennatore» disse Lupin, distribuendo il cioccolato agli altri. Crystal lo prese ma non lo mangiò. «Uno dei Dissennatori di Azkaban».
Tutti lo guardarono. Il professor Lupin appallottolò la carta del cioccolato e se la mise in tasca.
«Mangiate» ripetè. «Vi farà bene. Devo andare a parlare col macchinista, scusate...»
Oltrepassò Hermione e scomparve in corridoio.
«Sei sicura di star bene, Crystal?» disse Hermione, guardandola preoccupata.
Lei le sorrise annuendo: le faceva strano che Hermione Granger si stesse preoccupando per lei tanto quanto per il celebre Harry Potter.
«Non capisco... che cosa è successo?» chiese Harry.
«Be', quella cosa... il Dissennatore... era lì in piedi che si guardava intorno... cioé, credo, non l'ho visto in faccia, e tu... tu...»
«Credevo che ti prendesse un colpo» disse Ron ancora spaventato. «Sei diventato tutto rigido e hai incominciato a muoverti strano...»
«E il professor Lupin ė andato verso il Dissennatore, ha tirato fuori la bacchetta» disse Hermione, «e poi ha detto: 'Nessuno di noi tiene nascosto Sirius Black sotto al mantello. Va via'. Ma il Dissennatore non si è mosso, così Lupin ha mormorato qualcosa e dalla bacchetta è uscita una cosa d'argento rivolta verso quell'essere, e poi è voltata via...»
«E' stato orribile» disse Neville. «Hai sentito che freddo quando è entrato?»
«Io mi sentivo strano» disse Ron stringendosi nelle spalle. «Come se non potessi mai più essere felice...»
«Ma nessuno di voi... è caduto dal sedile?» chiese Harry imbarazzato.
«Se gli attacchi epilettici contano» intervenne Ron «allora anche la Anders non stava al top del top».
Harry la guardò implorante: «Hai sentito urlare, vero? Era una donna».
Crystal ripensò alle parole rivoltagli dal Dissennacoso.
Perché le aveva detto 'Potter'?
«No, Potter... io non ho sentito nessuno urlare» ed era vero. Non aveva udito alcun grido.
Le gote di Harry diventarono di un rosa acceso.
Ma perché loro erano crollati così e gli altri no?
Il professor Lupin era tornato. Entrando si guardò attorno e disse con un sorrisetto: «Non ho messo il veleno in quel cioccolato, sapete...»
Crystal lo ignorò bellamente, mettendo il dolce nella gabbia di Luna, che si leccò i baffi.
«Saremo a Hogwarts fra dieci minuti» disse il professor Lupin. «State bene?»
«Sì» rispose Harry, e Crystal lo seguì a ruota con un accenno di capo.
Non parlarono per il resto del viaggio. Finalmente il treno si fermò alle stazione di Hogsmeade, e la discesa fu un gran caos: gufi che volavano, gatti che miagolavano e dall'altra parte della banchina poté intercettare Hagrid.
«Quelli del primo anno da questa parte!» gridò con un sorrisone enorme.
Crystal lo salutò e lui ricambiò strizzandole un occhio. Seguì la folla fino a un sentiero fangoso, dove almeno cento carrozze attendevano il resto degli studenti, ciascuna trainata da un cavallo invisibile.
Harry, Ron e Hermione salirono su una accanto a lei, e Ron si sporse a parlarle.
«Vuoi venire con noi, Crystal? Dopo tutto un po' di compagnia non ti farebbe male...»
Crys spalancò gli occhi sorpresa.
«Ehm... no grazie,Weasley...»
Hermione la guardò infastidita: «Abbiamo dei nomi, sai. Chiamaci con quelli».
Crystal sbuffò imbarazzata.
«Ripeto: sono a posto così, Granger. Weasley, Potter...» e detto questo s'incamminò verso il castello di fretta, cercando di mascherare il rossore.
«Miseriaccia! Quella ragazza è l'antipatia in persona» disse Ron imbronciato.
Harry annuì sospirando, mentre Hermione rimase a guardarla in lontananza.
Sinceramente non sapeva proprio cosa pensare di lei; sapeva solo che Crystal Anders fosse un grosso, grosso imprevisto.
•
•
•
«Ciao, Crysty! Passate belle vacanze?»
Crystal non la degnò nemmeno di uno sguardo.
Mabel Brooks, una ragazza del quarto anno che stava in stanza con lei, la rincorse su per le gradinate del castello, facendo oscillare le scombinate trecce nere. Le rivolse un sorriso entusiasta.
«Io sono andata in india assieme ai miei genitori... tu lo sapevi che le cimici sono-»
Crystal si voltò di scatto. «Mabel, non so se ci sei arrivata, ma la tua storia non mi interessa un'accidente» cercò di mantenere un tono di voce normale.
Mabel non ci fece caso: «Hai visto Lunille? Ho intenzione di raccontarle della mia vacanza...»
Magari, pensò rassegnata. Non vedeva Lunille e Chaz da tutta l'estate, ormai.
«Entriamo?» chiese la corvina.
«No, io entro, tu fai quello che vuoi».
Mabel le riservò un'occhiataccia, per poi dirigersi verso le altre carrozze che stavano arrivando.
Crystal entrò finalmente ad Hogwarts, rivolgendosi verso la Sala Grande, dove Silente li aspettava sempre per il discorso di inizio anno.
Quando arrivò, la Sala era quasi del tutto piena, i professori erano già accomodati ai loro posto. Si sedette non troppo distante dal Trio della Sfiga.
Lo smistamento era già iniziato, quando dalla porta della sala entrò di fretta un ragazzino alto e secco.
Chaz Cooper le sedette accanto tutto sudato... e puzzolente.
Crystal non sapeva cosa dire, un ciao le sembrava troppo banale.
«Ma ti sei lavato, Chaz? Puzzi come una capra...»
Chaz le rivolse un occhiata obliqua. «Ciao, eh. Oh, scusami se non apprezzi il mio odore, Crys, ma sai, quando si cade dalla carrozza per finire in un mucchio di letame non si ha il tempo di pensare "oh cazzarola, Crystal non ama questa fragranza di merda secca!"»
Disse il tutto senza prendere fiato, e Crystal lo guardò ammirata.
«Sei caduto da una carrozza? E come hai fatto scusa?»
Chaz era pronto a ribattere, quando la voce di Silente lo costrinse a tacere.
«Benvenuti ad un altro anno ad Hogwarts! Ora vorrei dire giusto due parole prima che il nostro ottimo banchetto ci intontisca» sorrise smagliante sotto gli spessi occhiali a mezzaluna. «Per prima cosa vorrei dare il benvenuto al professor R.J. Lupin che ha gentilmente accettato il posto come insegnante di Difesa contro le Arti Oscure. Buona fortuna professore!» un applauso complessivo si fece spazio tra gli studenti di Corvonero, Tassorosso e Grifondoro.
«Il nostro insegnate di Cura delle Creature Magiche» continuò Silente «ha deciso di andare in pensione, per trascorre più tempo con gli arti che gli restano. Fortunatamente, sono lieto di annunciare che il suo posto sarà preso dal nostro Rubeus Hagrid!»
Questa volta gli applausi arrivarono soprattutto dal tavolo dei Grifoni. Hagrid si alzò timido e commosso, a ricevere gli applausi. Crystal si mise a battere forte le mani, ed inconsciamente lanciò uno sguardo al Trio, che però non la notò.
Hagrid si sedette sorridendo.
«Infine passiamo a cose più inquietanti» Silente riprese a parlare con tono pratico, distante. «su richiesta del Ministro della Magia, Hogwarts, almeno fino a nuovo avviso, ospiterà i Dissennatori di Azkaban fino al momento della cattura di Sirius Black».
Crystal si ghiacciò sul posto, e Chaz parve accorgersene.
«Stai bene?» le chiese confuso.
Crystal scosse il capo.
«I Dissennatori saranno di guardia ad ogni accesso della scuola. Ora, purché rassicurata che la loro presenza non disturberà le nostre quotidiane attività, un avvertimento: i Dissennatori sono creature malvagie, non faranno distinzione tra colui a cui danno la caccia e a chi si metterà sul loro cammino. Per tanto devo avvisare tutti di non dar loro alcun motivo di farvi del male. Non é nella natura di un Dissennatore, il perdonare, ma sapete, la felicità si può trovare anche negli attimi più bui, se solo uno si ricorda di accendere la luce».
Crystal rabbrividì, sentendosi osservata: intorno a lei, alcuni ragazzi la stavano guardando intensamente, bisbigliando qualcosa tra loro. Anche Hermione Granger la stava guardando.
Non voleva che i Dissennatori venissero ospitati ad Hogwarts, proprio come non voleva che in giro si sapesse che fosse crollata sull' Espresso.
Crystal spostò lo sguardo sulla tavola piena di cibo con un crampo allo stomaco... improvvisamente le era passata la fame.
Chaz continuò a chiederle se stesse bene, ma non lo stava ascoltando: quell'anno aveva la brutta sensazione che sarebbe cambiato qualcosa di grosso, molto grosso.
Ciao ragazz*!
Come state? Meno di una settimana per la fine della scuola😍
Madonna, non vedo l'ora delle vacanze
estive... in ogni caso, cosa ne pensate di questo primo capitolo? Hahaha sono arrivata ad un nuovo record: 4103 parole, non mi sembra vero.🙃 Devo ammettere di non essere molto soddisfatta della presentazione, soprattutto perché non rispecchia a pieno il carattere della nostra Crys, ma andando avanti (credetemi se ve lo dico io) ci sarà da ridere. E' una vena sarcastica capace di esplodere anche nei momenti meno opportuni ahaha, basti pensare che cosa ho organizzato di farle dire...
Ci sentiamo settimana prossima con il secondo capitolo❤️❤️
vostra,
Kit🌹
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top