𝙳𝚒𝚊𝚐𝚘𝚗 𝙰𝚕𝚕𝚎𝚢
Andromeda vide il fratello venir avvolto da le fiamme verdi del camino, scomparendo nel nulla.
-Che ha detto?- chiese la signora Weasley al marito, Arthur Weasley.
-Diagon Ally- dal tono dello Weasley di poteva notare il fatto che fosse scocciato dall'errore del Potter.
-Ah...- sospirò Andromeda, capendo che in quel momento il fratello era da tutt'altra parte.
La signora Weasley si girò verso Andromeda, porgendole il vaso con dentro la metropolvere.
-Almeno te dillo bene, per favore- disse, mentre Andromeda entrava nel camino.
Chiuse subito gli occhi entrata, avendo paura che io fuoco le facesse male.
-Diagon Alley!- e con questo, Andromeda fece scivolare la polvere dalle mani, mentre un leggero calore la avvolgeva e sentendo i piedi staccarsi dal terreno.
Sentì subito la sensazione di vomito venirle, mentre io calore diminuiva e senti e toccò di nuovo terra.
Prima che iniziasse veramente a vomitare, sentì qualcuno prenderla da dietro.
-Aspetta ti aiuto- disse la voce di Ron, mentre si alzava lentamente.
-Grazie Ron...- sussurrò leggermente la corvina.
-Dove siamo?- Chiese Andromeda, appena si riprese guardandosi in torno.
-In un negozio credo- disse uno dei gemelli.
Comparì anche Ginny dietro di loro, e venne seguita da i suoi genitori.
La signora Weasley si diresse subito da Andromeda.
-Come stai cara?- le chiese, sorreggendola un attimo.
-Bene...- sospirò, riuscendo finalmente ad alzarsi.
-Allora forza ragazzi, andiamo a cercare Harry-
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Era passata circa mezz'ora che la famiglia Weasley e Andromeda cercavo Harry.
"Non abbiamo ancora comprato niente" pensò Andromeda, che cominciava a stancarsi della ricerca il fratello.
Ma i suoi pensieri vennero interrotti da Ron, e un suo strillo nelle orecchie.
-Harry!- esclamò Ron.
-Andromeda! Ron!- esclamò Harry, correndo vero i due.
-Eccoti!- esclamò Andromeda, quasi ridendo, mentre si gettava ad abbracciare il fratello. -Ti cerchiamo da mezz'ora!-
Si cominciarono a dirigere alla Gringrott.
Amava fare tutto il giro della Gringott in quella strana carrozza, era come andare sulle montagne russe per lei.
Ne aveva parlato molto Dudley, quelle centinaia di volte che gli zii lo portavano e loro erano costretti ad andare dalla vicina.
Si guardava intorno, mentre i Weasley prelevavano i loro soldi.
-Perchè prendete così poco?- chiese Andromeda, sussurando a Ginny, accanto a lei.
Notò subito che si irrigidì.
-Noi... Beh...- la pelle della rossa divenne quasi come nella dei capelli.
-Non è che siamo tanto ricchi- sussurrò in fine, incrociando le braccia.
Andromeda divenne rossa quasi quanto lei, mentre l'imbarazzo l'assaliva. Si pentì immediatamente di aver fatto quella domanda.
-Scusa...- le sussurrò soltanto.
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-Dici che è questo il libro?-
Ginny porse un libro ad Andromeda, che invece era intenta a sfogliare ogni sorta di libro che si trovava sotto mani.
-Si, è quello- Andromeda annuì, alzandosi leggermente sulla punta dei piedi per prendere la propia copia del libro di Trasfigurazione.
Rivolse lo sguardo ad Harry. I flash lo circondavano, mentre diventata rosso ogni secondo che passava.
-Quanto pensi che ci metterà Harry, con quel Gilderoy qualcosa?- chiese, facendo cenno con la testa ai due, incrociando le braccia.
Un fratello e lo scrittore, oltre ad essere circondati dai flash e fotografi, erano circondati da innumerevoli fan, e, con sorpresa di Andromeda, pure la Signora Weasley.
-Quel Potter...- un sussurro da sopra la sua testa fece alzare lo sguardo alla corvina.
Un ragazzo appoggiato alla ringhiera aveva parlato.
Aveva i capelli platino tirati all'indietro, e poteva chiaramente notare l'odio nei confronti Harry da parte di quel ragazzino.
Andromeda arricciò il naso.
-Hey!- esclamò, attirando l'attenzione del biondo.
-Che hai contro mio fratello?- aveva una leggera acidità nel tono della voce, indietreggiando leggermente dalla libreria per osservare bene il ragazzo.
Quando il biondo abbassò lo sguardo su di lei, noto l'espressione accigliata, mentre alzava un sopracciglio.
-E.. tu saresti?-
Ginny le prese il braccio, tirandola leggermente in dietro.
-Andromeda- bisbigliò, strattonandola leggermente. -Basta.-
Ma Andromeda non la ascoltò.
-Sono una Potter anche io- rispose invece, alzando il petto, in un tentato degno di sfida.
Gli occhi del biondo di aprirono leggermente, e la sua smorfia si trasformò in un sorriso storto.
-Quindi... Saresti la sorella?- sorrise di più, sporgendosi di più dalla ringhiera.
Andromeda annuì, incrociando le braccia al petto.
-Esatto- sorrise, un sorriso orgoglioso.
-È tu?- chiese di rimando, alzando un sopracciglio. -Chi saresti?-
Il biondo sorrise di più, avvicinandosi alle scale e scendendo, tenendo lo sguardo fisso sulle due ragazzine.
-Malfoy- disse, ricambio con un sorriso di orgoglio. -Draco Malfoy-.
Questa volta Andromeda sbiancò.
"No dai" pensava tra se e se, allontanandosi leggermente dal biondo, e Ginny seguiva il suo esempio. "Non può essere quel Malfoy".
Ma era lui, non c'erano dubbi.
Lo spocchioso e arrogante che aveva descritto suo fratello.
Si schiarì leggermente la gola, sentendo la mano di Ginny stingersi un altra volta intorno al suo braccio.
-Lo spocchioso e arrogante, se non sbaglio- riuscì a dire, quando Malfoy era ormai sceso dalle scale.
Malfoy alzò un sopracciglio, mentre il ghigno nelle due labbra si allargava.
-Io?- sorrise, facendo un passo verso le due. -Se vuoi descrivere qualcuno con quei aggettivi, allora stai descrivendo tuo fratello-.
Andromeda soffocò una risata, ricevendo un occhiataccia dal biondo.
-Se lo consideri spocchioso e arrogante per le attenzioni che riceve- disse, facendo un passo avanti, sentendo come Ginny cercava di tirarla indietro con il braccio. -E che non vuole, allora ha ragione lui.-
Il ghigno di Malfoy torno in una smorfia, mentre alzava gli occhi al cielo.
-Identica a tuo fratello- sbuffò, guardandola dall'alto al basso.
-Si vede che nel gene Potter, ci sia come fattore di crederei Merlino in persona-
Questa volta su Andromeda ad alzare gli occhi al cielo.
-L'unico a credersi Merlino qui, Malfoy, sei te.-
-Andromeda...- Ginny la strattonò di più, cercando un altra volta di tirarla indietro.
La corvina si girò verso di lei.
Aveva il disagio dipinto il faccia, guardando quasi terrorizzata Malfoy.
Dovevano tirarsi fuori da quella situazione.
-Andromeda- Malfoy ripeté, facendo girare Andromeda di nuovo verso di lui. -Lo stesso nome di quella sporca traditrice di mia zia-
Andromeda strette i pugni, avvisandosi più a Ginny.
-Si è spostata con un Sanguemarcio, lo sai?- sogghignò, facendo un altro passo verso le due.
"Come se avesse importanza" pensò Andromeda, poggiando la propia mano su quella di Ginny che teneva saldamente al suo braccio, stringendola.
La porta del negozio si aprì, e un'altra voce parlò.
-Draco- un uomo arrivò alle spalle del Malfoy, poggiandogli una mano sulla spalla. -Che succede?-
Draco sbiancò, indietreggiando leggermente alla presa sulla sua spalla.
-Niente, papà- rispose, guardando basso, leggermente arrossato sulle guance.
Le due ragazzine indietreggiarono un altra volta, prima di scontrarsi contro qualcuno.
-Attente ragazze!- la risata calda del Signor Weasley era dietro di loro, prendendole per le spalle e facendole girare. -Avete fatto?- chiese, indugiando un attimo lo sguardo sulle due, prima di rivolgerlo alle persone alle loro spalle.
Si accigliò, ma non ci fece tanto caso.
-Dobbiamo andare a comprare le divise e le bacchette, quindi è meglio che ci sbrighiamo, che ne dite?- il tono di voce questa volta era più basso, alzando ogni tanto gli occhi verso i due Malfoy, ancora dietro di loro.
-E il mio gatto- Andromeda sorride, cercando di alleggerire leggermente la situazione.
Il Signor Weasley sorrise, annuendo.
-E il tuo gatto-
La situazione sembrava smorzata, ma tutti si irrigidirono, quando il Signor Malfoy parlò.
-Salve, Arthur-.
Il Signor Weasley chiuse gli occhi un attimo, ovviamente infastidito anche solo dalla presenza dell'uomo.
-Lucius- sorrise cordialmente, drizzandosi sulla schiena e tenendole le mani sulle spalle delle due.
Gli occhi gelidi del Malfoy passano prima su Arthur, poi si Andromeda e, infine, su Ginny.
-Vedo che se venuta a...- prese un libro dal calderone di Ginny, aprendolo e osservando il suo interno. -Fare svendite-
Fece una smorfia, buttando il libro dentro il calderone di Ginny.
Lo sguardo del Signor Weasley volò dal calderone, dal libro che aveva appena ributtato dentro, al Signor Malfoy.
Tutto accade in pochi secondi.
Il Signor Weasley si scagliò sul Signor Malfoy prendendogli il colletto, nel contempo urtando Andromeda.
Sbatte la testa a terra, e un immagine si creò nella sua testa, quasi come uno di quei flash che circondavano il fratello.
Un diario.
-Arthur!- sentì esclmare dalla Signora Weasley, che si era avvicinata a lei.
Non vedeva niente. Non capiva se era lei che teneva gli occhi chiusi, o a tutti gli effetti non vedeva niente.
Le ci volle qualche momento prima di riuscir a vedere, ma, appena lo fece, notò come l'attenzione di tutti era rivolta a loro.
-Tutto bene, cara?- sentì dire questa volta, mentre la Signora Weasley le teneva la testa.
Dei passi si avvicinarono a lei, e vide o capelli corvini del fratello, mentre si sedeva vicino alla Signora Weasley, e vicino a lei.
-Andromeda- Harry le prese la mano, le toccò la fronte. -Sta bene, vero?-
La corvina guardò il fratello, annuendo leggermente.
Il Signore Weasley si staccò dal Signor Malfoy, avvicinandosi alla moglie insieme a Ginny.
-Andromeda...- la aiutò ad alzarsi, prendendola da sotto le ascelle. -Mi.. mi dispiace, non era mia intenzione-
Andromeda annuì, poggiandosi distrattamente alla libreria dietro di lei, massaggiandosi la tempia.
-Se vuoi...- la Signora Weasley la prese per le spalle, alzandola dalla scrivania e portandola all'uscita. -Possiamo prendere le tue cose e le paga tuo fratello, mentre tu vai a prendere una boccata d'aria, no?- chiese, abbassandosi leggermente per arrivare alla sua altezza.
Vide un po' di preoccupazione nei suoi occhi, una preoccupazione materna.
Annuì, sorridendo lievemente.
-La ringrazio, Signora Weasley-
La donna ricambiò il sorriso.
-Puoi chiamarmi Molly, cara-.
Andromeda sorrise ancora di più, annuendo.
-La ringrazio ancora-.
Appena uscita, di appoggiò alla vetrina, continuando a massaggiarsi la tempia.
"Cosa era quella cosa?" pensò, cercando di ricordare bene l'immagine di quel diario.
Non voleva pensarci troppo, più ci pensava più gli faceva male la testa.
Iniziò a camminare, a guardarsi intorno e a guardare le varie vetrine.
Lo sguardo vago per le vetrine, fino a fermarsi.
Le serviva la divisa.
Cercò distrattamente tra le vetrine, ma una di queste la fece fermate.
"Negozio Animali".
"Il gatto!" fu il suo primo pensiero, frugando freneticamente nelle tasche.
Contò le monete, tenendo lo sguardo finno sulla vetrina. Appena finito sorrise.
Sarebbe passata dopo. Ora le serviva la divisa.
Lo sguardo ricominciò a vagare, fino a che non si posò al negozio dove erano andati l'anno scorso lei, Harry e Hagrid.
Entrò, guardandosi intorno lentamente.
Una signora alla cassa alzò lo sguardo, rivolgendo un sorriso.
-Salve- si levò dal bancone, avvicinandosi a lei mentre si sistemava un metro al collo. -Come posso aiutarla, signorina?-
-Ehm...- Andromeda era troppo distratta a guardarsi intorno, per aver effettivamente ascoltato. -Sono del primo anno, mi servirebbe una divisa- rispose infine, torturandosi le mani.
-Certo!- il sorriso della signora si allargò, circondando le spalle con un braccio e portandola nel negozio, sistemandola davanti ad uno specchio.
Andromeda continuava a guardarsi intorno, quasi meravigliata dalla miriade di vestito e toghe che il mondo magico aveva da offrire.
La signora andò a prendere la stoffa, mentre Andromeda indugiava sul suo riflesso.
Gli occhi verdi erano già esausti dalla giornata. Non era abituata a uscire così spesso, vista la vita condotta con i Dusley. Le trecce corvine erano gonfie, non contando il fatto che erano anche disordinate, come i capelli di suo fratello.
La donna tornò, stoffa nera e puntine pronte all'uso.
-Se ti pungo puoi anche dirlo, ok?- chiese, mentre iniziava a misurare la vita di Andromeda, e appuntando la misura con la bacchetta in aria.
Le misure volavano in aria, e ad ogni movimento della sarta queste le seguiva, mentre dati e misure si continuavano ad aggiungere ogni volta che la donna prendeva in mano la sua bacchetta e faceva un leggero movimento.
"Guarda il riflesso." aveva dovuto ripetere qualche volta la donna, visto che Andromeda continuava a voltarsi per osservare gli appunti volanti.
Alla fine si rassegnò, continuando a fissarli nel riflesso del vetro, rimanendo comunque con uno sguardo imbambolato.
"Potrò fare cose del genere?" si chiese, mentre la donna aggiunse l'ultima misura agli appunti volanti.
-Va bene- sorrise alla fine la signora, sistemandosi di nuovo il metro al collo. -Puoi attendere alla cassa, cara-
Andromeda fece come le era stato detto.
Si mise alla cassa, ma lo sguardo continuava a vagare, mentre la meraviglia le inondava il volto.
Poteva pure vedere la donna lavorare alla sua divisa, i pezzi di stoffa che volavano da una parte all'altra, gli aghi che volavano in aria e li cucivano. Qualche volta la donna si fermava, notando di aver fatto qualche errore, e sistemare subito.
Era così meravigliata e distratta che non notò la porta aprirsi, ma si accorse dello sguardo sulla sua schiena.
Guardò uno degli specchi davanti a lei, e, con sua nota di dispiacere, notò le due chioma bionde, anzi, tre.
"Malfoy..."
Si poggiò al bancone, tenendo le spalle alla famiglia, qualche volta dandogli un'occhiata al riflesso dello specchio.
-19 galeoni!- la donna andò alla cassa, un sorriso grezzo sul volto, di puro entusiasmo del nuovo lavoro finito.
Andromeda sorrise, prendendo subito i soldi dalla tasca.
-La ringrazio- sorrise, prendendola busta e dando una leggera sbirciata all'interno. Sorrise alla sua vista, notando poi come la sarta si rilassò al suo sorriso.
Ma un leggero colpo di tosse fermò la situazione, ormai leggera, che si era creata.
-Oh!- la donna di irrigidì subito, mentre il suo sguardo si posava su ogni membro della famiglia Malfoy. -Signori Malfoy, che piacere avervi qui-.
Andromeda vide come la Signora Malfoy mimò qualcosa con la bocca, alzando gli occhi al cielo.
-Ehm...- la corvina tornò a rivolgersi alla sarta, tornando con il suo timido sorriso. -La ringrazio tanto. Buona giornata- chinò leggermente la testa, mentre la donna, con una sorriso smagliante, ricambiò il saluto.
-Ce ne hai messo di tempo...- bisbigliò Malfoy, quando le passo accanto.
Alzò solo gli occhi al cielo, stringendo di più il manico della busta nelle mani, spingendo con decisione l'ingresso del negozio, riprendendo un po' d'aria.
"Quanto sarò stata là dentro?" si chiese, cercando di nuovo lo sguardo il negozio di animali.
"Forse una mezz'oretta".
Si avviò di nuovo verso il negozio, mentre la sua testa vagava, alla ricerca di qualche nome.
Alla vetrina, miriadi di animali si fermarono a guardarla.
Qualche gufo allungava il collo, mente qualche topo faceva la stessa cosa, in un tentativo di annusare Andromeda.
All'interno, l'odore non era aun granché, ma di dovette abituare in fretta.
-Salve!- sorrise subito, appena notò l'anziana alla cassa, intenta in un uncinetto.
-Oh! Salve!- l'anziana si alzò subito dalla sedia, sistemandosi velocemente una crocchia alla testa con un ferro trovato sul bancone, e lasciando che gli altri due di prima volassero in aria, continuando quelli che sembrava un maglione.
Notò la leggera gobba, mentre di avvicinava a lei.
Gli occhi erano leggermente chiari, quasi acquatici, che la osservavano, nonostante il colore così poco presente, in una maniera quasi profonda.
-Come posso aiutarti, cara?- agitò le braccia, facendo scontrate tra loro le miriade di bracciali addosso le rugose braccia.
Non era abituata alla visione di anziani così.
Andromeda si guardò intorno, guardando i vari animali intorno a lei.
Alcuni, come topi o serpenti, erano dentro delle grosse teche, dentro il muro.
Altri animali invece, come i gufi, avevano le gabbie appese al soffitto, un soffito molto più altro rispetto a quello che vedeva dall'esterno. I gufi erano liberi di volare, con quanto spazio necessario.
Ma la sua attenzione, ovviamente, si rivolse ai gatti.
-Vorrei vedere i gatti, se non le dispiace-
L'anziana rise. Una risata di guasto, annuendo.
-Ma certo cara!- esclamò, allargando le braccia. -Guardati intorno e scegli pure!-
Erano, a dir la verità, completamente libero di muoversi nel negozio. Avevano delle gabie, si, ma capì velocemente che ci dormivano soltanto.
Si poggiò a terra, lasciando che qualche gatto le strusciasse addosso, che si lasciassero accarezzare.
Ma, uno in particolare attirò la sua attenzione.
Era un gatto persiano, dal pelo rosso leggermente disordinato, che era andato a sedersi sulle sue gambe.
Rimase qualche secondo a fissarla, quasi incantata.
-Come...- la indicò, mentre, esitante, iniziò ad accarezzargli il pelo con l'altra mano.
-Oh!- rise di nuovo la signora. -La vecchia Grattastinchi!-
-Sarà qui da...- contò con le dita, prima di rispondere. -11 anni pieni pieni!-
L'anziana continuò a ridere tra se e se, mentre Andromeda si alzava con Grattastinchi in braccio, dirigendosi verso la cassa.
-13 galeoni, cara- sorrise la donna. Un sorriso con qualche dente mancante, o nero, ma era caldo, accogliente.
Andromeda annuì, cercando velocemente nella tasca e porgendole all'anziana, che, in cambio, gli porse una gabbia, con qualche cibo dentro.
-Un omaggio della casa- sorrise, facendole l'occhiolino.
Andromeda annuì, nascondendo una leggera risata.
Appena uscita, e dopo essere riuscita a mettere Grattastinchi nella gabbia, si diresse verso la sua ultima metà: Olivander.
Sentiva il sudore nella mano, stringendo di più la gabbia di Grattastinchi e la busta della divisa, arrivata all'entrata della bottega.
La strada le sembrò molto più l'unga rispetto all'anno prima, quando con Hagrid era andata a prendere Edvige per Harry.
Appena arrivata, esitò.
Guardò un attimo dentro, assicurandosi che non ci fosse anima viva, prima di prendere il pomello con la mano libera.
Strinse gli occhi, prendendo un ultimo grande respiro.
Entrò, chiudendosi subito la porta alle spalle.
Era silenzio. Troppo silenzioso per i suoi gusti.
Era circondata di bacchette magiche in quel momento, ancora nelle scatole, nell'attesa che trovino qualcuno che considerino degno di loro.
Si guardò intorno, posando la gabbietta di Grattastinchi a terra e girando un po' su se stessa.
I pensieri fluivano, su quanta storia ci potessero essere in quel posto.
-Salve, signorina Potter-
Il rumore improvviso di una scala scorrevole là fa' saltare sul posto, guardando lo sguardo verso il bancone.
Un uomo, forse sulla ottantina, o addirittura la novantina, scendeva dalla scala scorrevole, con un leggero sorriso impresso nelle labbra.
-Oh! Salve!- Andromeda si sistemò i vestiti, avvicinandosi di più ad Olivander.
I due rimasero un attimo a guardarsi.
Vedeva come gli occhi di Olivander la stessero scandagliando, cercando probabilmente di capire quale tra le miriadi di bacchette fosse quella più adatta a lei.
-Come...- iniziò di nuovo Andromeda, mentre le guance si coloravano leggermente di rosso. -Come fa' a sapere che sono una Potter?-
Olivander sorride immediatamente.
-Sei una fotocopia di tua madre- rispose con una velocità. -Ma hai il colore dei capelli di tuo padre, questo è certo-. Sorrise ancora di più, notando come i capelli di Andromeda fossero tali e quali a quelli di suo padre e suo fratello, solo più lunghi: capelli neri e ribelli, in questi caso tenuti insieme solo dalle due tracce.
Andromeda spalancò gli occhi, le guance ancora più rosse di prima.
"Si ricorda così bene dei miei?" arrossì di più, prendendosi una treccia tra le mani.
In tutto ciò, Olivander aveva già iniziato a guardare tra i vari scaffali, con le dita flebili che passavano da un dorso all'altro delle scatole.
-Allora...- le sue dita di erano fermate su una scatola rossa.
La tirò fuori, aprendo con attenzione la scatola e levando il velo trasparente da sopra la bacchetta.
-Questa.- la porse ad Andromeda, attendendo che la prendesse. -Legni di Abete, corda di Cuore di Drago, 9 pollici-.
Esitante, e leggermente tremante, Andromeda la prese.
Guardò per un momento Olivander, che fece cenno con la testa.
Doveva muoverla, farci qualcosa insomma.
Prese un respiro profondo, chiudendo gli occhi.
Agitò la mano.
Il rumore di una finestra in frantumi.
Si morse la lingua, stringendo di più gli occhi mentre dava velocemente la bacchetta ad Olivander.
-Non è questa-
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-Ok!-
Gli porse l'ennesima bacchetta.
Non sapeva da quanto stessero andando avanti, ma poteva dire con tranquillità di esserne arcistufa.
-Legni di Acacia, crine di unicorno, 12 pollici-
Andromeda la prese, stringendola come mai prima d'ora.
"Giuro, se non funziona..." fu l'unica cosa che riusciva a pensare, mentre agitava la bacchetta.
N
on ebbe nemmeno il tempo di pensare, mentre le luci nella bottega tremavano.
Sentì il fiato che le si mozzava.
Una sensazione di leggerezza le pervase il corpo, quasi come se qualcosa in lei stesse uscendo da esso.
Rimane a fissare il vuoto per qualche secondo, che a lei sembrò un eternità, per poi posare di nuovo gli occhi sulla bacchetta.
Era di un legno scuro, la punta arrotondata, mentre l'impugnatura aveva un cerchio con i lati tagliati.
Rimase a guardarla, mentre Olivander parlò.
-Credo, mia cara, che abbiamo trovato quella giusta- un sorriso si allargò sulle labbra di Olivander, mentre Andromeda continuava a guardare, quasi incantata, la bacchetta.
Olivader tese una mano, mentre Andromeda là porgeva, quasi tentennante, per fargliela confezionare.
Volle vedere ogni passaggio, non muovendosi nemmeno da un centimetro dal bancone, mentre Olivander la riponeva nella scatola e la iniziava ad incantare.
-Sino 7 galeoni, signorina Potter- le aveva detto mentre continuava il suo lavoro.
Andromeda li tirò fuori dalle tasche distrattamente, poggiando le monete sul tavolo senza staccare gli occhi dal lavoro.
Quando Olivander gli porse la confezione, la guardò, quasi esitante pure in quel momento.
-Signorina Potter- Olivander la svegliò dal suo stato di trans, facendole rivolgere il suo sguardo a lui.
-Oh- arrossì leggermente, prendendo la confezione in mano, e facendola cadere nella tasca del giacchetto.
-La ringrazio- sorrise, tornando di nuovo da Grattastinchi e sollevando la gabbietta.
-Di niente, cara- disse Olivander, mentre la corvina si chiuse la porta alle spalle.
Rimase bloccata per qualche secondo, respirando ed espirando.
Chiuse gli occhi, cercando di sentire il vento sulla sua pelle.
"È fatta."
Se prima poteva anche solo pensare di essere una strega, ormai era sicura.
Non fece molto caso all'incantesimo Reparo, che Olivander stava facendo alla sua bottega.
Era più concentrata sui respiri, al vento addosso a lei.
Ma un urlò la distrae.
-Andromeda!-
Harry. E non sembrava affatto tranquillo.
-Dove.- di stava avvicinando a lei, ed era chiaramente furioso. -Diavolo. Sei. Stata.-
Andromeda rimase di nuovo immobile davanti al fratello, che aveva incrociato la braccia.
Non osava muovere un muscolo.
-Andromeda?-
Scosse la testa, riportata alla realtà un altra volta.
Ginny era accanto ad Harry, e tutta la famiglia Weasley era dietro di loro.
-Dovremmo andare a casa-
La Signora Weasley le circondò le spalle con un braccio, mentre il Signor Weasley prendeva la gabbietta di Grattastinchi.
-Gli farà ancora male la testa per la caduta- aveva sussurrato la Signora Weasley al marito, in modo di rimprovero, cosa che lo aveva fatto arrossire leggermente.
Ginny le era accanto, mentre cercava di abbassarsi per vedere meglio il gatto.
-Come si chiama?- le chiese, con un leggero sorriso che le formava le labbra.
-Grattastichi- Andromeda rise leggermente, guardando Ginny arricciare il naso, divertita.
-Nome strano, ma originale- rise, facendo la linguaccia al gatto, che di risposta si girò semplicemente, ignorando la rossa.
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𝙻𝚊𝚝𝚘 𝙻𝚞𝚗𝚊𝚝𝚒𝚌☽︎
Salve guys :))
Allora.
Facendo la revisione ho tipi allungato di 736337 parole, ma sono dettagli (ora sono terrorizzata di quanto verranno lunghe le revisione degli altri, ma shhh).
Ora vi saluto, e spero vi sia piaciuto :)
𝙱𝚢𝚎 𝙻𝚞𝚗𝚊𝚝𝚒𝚌𝚊☾︎
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