Lotta

L'aria leggera riempiva l'atmosfera di un pomeriggio fresco d'estate, o forse era primavera? Non si sà, quello che sapevo era che la mia mente viaggiava mentre vedevo quella bocca sorridere e ridere come un bambino nel giorno più bello della sua vita. Tutti intorno a me lo guardavano, lo giudicavano, senza sapere cosa celava quel sorriso di liberazione, un sorriso pieno di quella sofferenza ormai lontana. Un sorriso fragile che poteva spegnersi facilmente al solo raggio di ombra che entrava nella sua mente, tutta la sua allegria e fantasia si trasformava in un tornado di emozioni; ora triste, ora arrabbiato, ora confuso, ora spaventato.
I suoi occhi splendevano, la luce era tornata nella sua vita? Non si sà, la vita è inaspettata, siamo come un tappeto sporco; sembra di essere pulito, ma appena lo sollevi ti rendi conto dell'orrore che cela sotto di esso.
<<Come fai a stargli vicino!?>> Mi chiedevano in tanti. <<Ma che cosa sta facendo!? Questa non è una cosa normale>> e continuavano <<Non capisco cosa ci hai visto in quella persona>> e ancora, e ancora domande su domande, perché quelle persone sapevano che sotto quel tappeto c'era un passato orrendo, tortuoso, raccapricciante, ma loro non sapevano cosa IO ho visto in quelle lacrime di sofferenza, non sapevano che quel viso nascondeva altre belle cose oltre all' orrendo passato.
Mi girai e guardai tutte queste figure, ora vere, ora immaginarie frutto delle paranoie e delle insicurezze, e sorrisi clemente, un sorriso calmo dal profondo del cuore, e risposi <<Non ha importanza, non m'interessa, è bello così com'è, io amo tutto ciò che è>>
Queste figure però non capivano,la loro incredulità e canonicità della normalità impediva loro di capire una mente così complessa, così articolata come una ragnatela delicata. In realtà non era così tanto complessa, era solo una mente confusa che non capisce ciò che la circonda, la vita è stata troppo dura con questa persona, e questa prova e riprova a migliorare da sola, ci prova e casca in abbissi molto più profondi di quanto voi possiate immaginare.
Ma adesso non ha paura, non ha paura con me, i suoi occhi spaventati si calmano con il tempo quando i nostri sguardi si incrociano, le sue mani smettono di tremare quando le accarezzo con dolcezza, le sue lacrime rallentano la loro caduta con il passare del tempo.
Ha ancora molta paura, tanta paura, ma almeno sà che ci sono io, probabilmente non se ne rende conto del gioiello al suo fianco e quanto anche esso splenda come l'acqua limpida, e si scorda della sua essenza e della mia presenza, pensa costantemente di rimanere rinchiuso nella sua cella immaginaria e prova a tirarsi fuori senza nessuno per troppo orgoglio. È triste sapere come ancora continui ad essere indipendente da me, che provi a fare le cose da solo senza che si accorga che c'è sempre la mia mano tesa, ma fa' niente, io sono sempre qui in attesa che si ricordi che ci sono.
<<Non avere paura, tieni la mano a ****, appoggiati a lui>> gli dissero una volta quando sentiva il suo respiro mancare e il corpo crollare, quelle parole formarono due fiumi lungo il suo soave viso, i suoi occhi spenti si accesero e il petto cominciò a riempirsi di emozioni. Fu lì che si ricordò che io ci sono, e che non deve più camminare da solo, è per questo che sono qui al suo fianco; amo ciò che è, e sono giunto nel momento giusto per sostenerlo in mezzo ad una tempesta buia e feroce che ancora combatte con sé stesso. Sono grato di essere al suo fianco, e sono grato che ogni tanto si ricordi di me, e si ricordi che ormai siamo una cosa sola.

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