→Agape|9|
Vai, fottimi pure. Girda il mio nome quando credi che io sia in svantaggio. Ma la mattina dopo ti soffocherò con la mia bellezza e con la stoffa del guanciale.
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Inizio.
Era la festa di Halloween di Rantaro. Persino Shuichi era stato invitato, per quanto Amami non volesse neanche vederlo in faccia. Invitare tutta la scuola tranne che uno studente non sarebbe stato molto conveniente per la sua immagine però, quindi, tramite qualche amico e non di persona, gli fece recapitate l'invito.
Delle feste in costume, Kokichi, aveva sempre trovato divertente guardare gli altri e cercare di descriverli in modo più accurato possibile. Quando la vide arrivare, pronto per far partire il loro piano, quasi si sentì in colpa per ciò che stavano per fare, tanto che era bella. I capelli biondi e lunghi fino alle spalle erano cotonati e spettinati, sporchi -tinti- di quello che doveva sembrare fango; indosso aveva un vestito lungo e bianco, stracciato in alcuni posti e sporco di quello stesso colore verdastro in alcuni punti; il viso era truccato per far sembrare che avesse pianto tutte le lacrime che poteva, che avesse gridato fino a sgretolare il rossetto rosso che aveva accuratamente rovinato. Una sposa lasciata sull'altare, o cadavere, si disse.
Ma era troppo tardi per tirarsi indietro adesso.
La guardò camminare verso una cara amica di Kokichi d'infanzia, Maki, che, molto probabilmente faceva coppia con lei: era vestita con uno smoking nero e i capelli legati in una coda bassa. La salutò dandole dei baci sulle guance e si mise a parlare mentre l'altra, con una faccia inespressiva, la guardava ed annuiva. Sembravano star parlando di qualcuno, di come fosse ridicolo quella sera e di come umiliarlo di fronte a tutti. Kokichi automaticamente si guardò come era vestito; se stavano parlando di lui, non c'erano dubbi che l'avrebbero preso in giro da quando era stato sorteggiato per vestirsi in coppia con Miu Iruma. Indossava questo vestito da donna da reginetta di bellezza nero e una fascia che riportava su scritto "Miss.Transilvana", una corona in testa e sui polsi, col trucco, dei tagli profondi. In più aveva dei canini da vampiro, tacchi e rossetto nero; si sentiva ridicolo ma sembrava una donna, quindi per ora, nessuno l'aveva ancora umiliato poiché non riconosciuto. La sua "compagna" invece indossava un vestito da vampiro -maschio- di una o due taglie più piccolo. Le era stato vietato categoricamente di vestirsi in modo troppo osé, o meglio, svestirsi, quindi aveva deciso di optare per un "crossplay", in caso qualcuno fosse in quel tipo di cose a quella festa. Aveva salutato Kokichi, facendogli un sorrisetto malizioso nel vederlo vestito così e poi ridacchiare. Non era una persona cattiva o altro, non lo voleva prendere in giro, stava solo al gioco. Kokichi la trovava divertente, una persona...in gamba? Ma questo non c'entra nulla ora. Ma riprendendo il discorso di prima, nessuno, per come era conciato, l'aveva ancora riconosciuto, quindi, a passo lento, cercò di avvicinarsi a Kaede. In quel momento, in quel preciso momento, vide girare entrambe le ragazze che, con un sorriso malizioso, guardavano un ragazzo entrare in sala seguito da una ragazza un po' più bassina. Lei, capelli rossi e occhi vispi, indossava un fantasioso vestito da clown a palloncino, tutte balze e sui toni del rosso e del nero, pieno di pom-pom; Una simpatica spilla nei capelli che sembrava un cappellino da party sullo stesso tono dei vestiti, era adornata da veli e merletti che, a causa delle luci, ombreggiavano il viso truccato di bianco e nero con, al naso, il simbolico pallino rosso da clown. Si muoveva ondeggiando i fianchi e sorrideva maliziosa ma superiore a tutti coloro che osavano guardarla. Dietro di lei un ragazzo, molto più alto, vestiva con una camicia nera con dei bottoni pom-pom rossi, delle bretelle a quadretti e dei pantaloni con una fantasia diversa per ogni gamba -una a quadri e una a strisce sulle stesse tonalità della camicia e delle bretelle- e un cappellino da compleanno in testa -oh, inoltre aveva sempre il solito naso da pagliaccio in faccia-. Si puliva il naso verso con un fazzoletto da quello che sembrava sangue e, se si prestava abbastanza attenzione, si poteva vedere la stessa sostanza sulle scarpe di Himiko. La ragazzina, che durante l'infanzia aveva giocato spesso con Kokichi, gli sorrise amichevolmente e lo salutò con la mano, girandosi a chiamare il ragazzo troppo lento per i suoi gusti. Saihara sorrise a Ouma, cercando di non farsi notare molto e seguì poi Himiko. Quel saluto, però, attirò l'attenzione delle due ragazze alle quali si stava avvicinando, quindi fu costretto a camminare nella direzione opposta disinteressato.
L'unico di cui non aveva ancora visto il costume era Rantaro, ma non gli importava, il suo obbiettivo era un altro. Ma come se avesse bestemmiato, proprio in quel momento una figura incappucciata si avvicinò a lui. Kokichi sentì un brivido percorrergli la spina dorsale, inquietato da chiunque ci fosse dietro a quella maschera e, si fermò, portandosi le braccia d'avanti in segno di difesa, o meglio supplica, come faceva inizialmente con Saihara.
Amami rise appena, prendendogli prima le mani e poi lanciandogliele per calarsi il cappuccio. Poi gli sorrise e si avvicinò, passandogli una mano sulla linea del corsetto.
«Non credevo sapessi mi piacessero questo tipo di cose...»
Kokichi fece un passo all'indietro e arrossì notevolmente, più per il disagio che per altro. Sospirò, lui era lì per distrarre Rantaro mentre Shuichi faceva il lavoro sporco, quindi doveva almeno farlo bene.
Nelle ultime settimane, oltre al problema Rantaro, era sorto il problema Kaede che, con l'aiuto di Kaito, aveva quasi ucciso Kokichi. La biondina, a quanto pare, si annoiava in modo non indifferente; aveva iniziato a prendere di mira pure Saihara e questo, automaticamente affliggeva l'incolumità di Kokichi a cui prima bastava rimanere con il ragazzo per essere salvo. Shuichi più di una volta era stato picchiato fino a sanguinare per difenderlo e più di una volta Kokichi aveva dovuto obbedirgli e scappare solo per essere trovato in seguito da Kaede. Non lo aveva mai ferito gravemente, essendo abbastanza debole, quindi nessuno dei due mai decise di prendere vere e propri provvedimenti, almeno fino a quel momento. Una sera, Shuichi dovette rimanere a casa e non andare a scuola a causa di una visita medica e quindi, Akamatsu, ne approfittò per seguire Kokichi con Kaito e, nel tentativo di fargliela pagare solo per il fatto di non essersi fatto malmenare negli scorsi giorni, la bionda cacciò un coltellino tascabile leggermente, e dico "leggermente", dalla lama più lunga del consentito; Kokichi riuscì a correre fino ad un negozio e, per sua fortuna, incontrò lì lo zio di Saihara che amichevolmente gli chiese se stava andando da suo nipote e se volesse andare con lui dato che aveva quasi finito di fare la spesa. Arrivato a casa, raccontò a Shuichi dell'accaduto -in verità Saihara, dopo averlo visto arrivare a casa sua senza motivo, lo guardò inizialmente confuso e poi preoccupato. Dovette tirarglielo dalle labbra a forza, quasi obbligandolo- e quest'ultimo non ci vide più dalla rabbia. Kaede, di motivo per essere così scortese, non ne aveva alcuno. Si credeva solamente superiore, la migliore, nulla di più, l'infastidiva vedere le persone così piene di speranza seppur non avessero nessun motivo per sperare. Era solo cattiva. Sembrerà davvero qualcosa di stupido, un motivo troppo stupido per commettere un omicidio, ma era il loro motivo, o meglio, quello che Saihara spacciava per motivo; lui lo faceva per Ouma. Kokichi si avvicinò a Rantaro, lo guardò morto negli occhi e gli prese una mano, facendosi stringere per i fianchi. Era da quando decise di diventare di Saihara che continuava quella farsa; passava la notte dal ragazzo che amava e la mattina da quel pazzo di Amami che, anche avendo capito tutto, finché poteva poggiare le mani sul corpo del più piccolo e sussurrargli quanto lo amava era felice. Si baciarono a lungo, quella sera, ma solo Kokichi e pochi, sperando nessuno, capirà cosa significa baciare una persona persona che non si ama. Ve lo dirò, nella pura e veritiera speranza che nessuno sappia cosa il cuore senta in quel momento. Kokichi, nel baciare Rantaro, sentiva il vuoto di un costretto, la stessa sensazione di chi deve consegnare un compito in bianco, già sapendo del brutto voto. Ma come quando alla consegna comunque si sogna in una sufficienza per chissà quale mano divina, così dopo ogni bacio, prima di quello nuovo, ci si chiede se in verità non sia colpa nostra e se il prossimo ci farà sentir le stelle. Ma non succede mai.
Shuichi invece le stelle le sentiva, aveva l'adrenalina in corpo, stava per dimostrare nel modo più evidente il suo amore a Kokichi Ouma, stava per fargli capire che per lui avrebbe fatto di tutti, stava per uccidere qualcuno per lui. Oh esiste sensazione più bella? Esiste sensazione più bella di chi sta per compiere un qualsiasi gesto per amore? Saihara non credeva proprio, era tutto rosso sulle guance e le sue pupille erano dilatate.
Era rinchiuso nel bagno ed aspettava Kaede che, all'ottavo bicchiere di quella strana roba rossa che aveva preparato Rantaro, stava per vomitare non solo tutto ciò che aveva ingerito, ma anche tutte le sue interiora. E così fu. Lui era nascosto dietro la tenda del bagno e lei, dopo essere corsa da sola verso il wc, iniziò a liberarsi, alzandosi da quello solo dopo una decina di minuti nel tentativo di evitare un mancamento. Non appena riuscì ad alzarsi, più pallida di quanto il suo make-up non la facesse già apparire, si diresse verso il lavandino e si sciacquò la faccia, cercando poi nei cassetti dei trucchi delle sorelle di Amami. Era il momento per Shuichi di agire. Si mosse appena e Kaede, notando il riflesso nello specchio, si girò di scatto, terrorizzata all'idea di esser spiata.
«Chi diamine sei?! Pervertito esci fuori!»
Disse, mantenendosi al lavabo e chiudendo per sbaglio il tappo di scarico; si iniziò quindi a riempire questo d'acqua, ancora più semplice, pensò il ragazzo.
Shuichi saltò dalla vasca e si avvicinò a lei velocemente, prendendola per i capelli e spingendole il viso sott'acqua. Non poteva gridare, né muoversi poiché tutto il peso di Saihara era spinto contro il suo esile corpo già debole. Sapete cosa si prova a soffocare? Si inizia col credere che andrà tutto bene, che si verrà lasciati e si ritornerà a galla presto, che si tratti tutto di uno scherzo, ma poi i polmoni iniziano a fare male, come se si stessero accartocciando. Il corpo si muove da sé, cercando disperatamente un modo per prendere aria, ma non ci si riesce, iniziando a sentire uno strano rumore che invade la testa e si unisce alla confusione e al panico già presenti. Fa male, tanto male. Ma alla fine si muore.
Il corpo di Kaede si rilasciò completamente sul lavandino, spinto in avanti da Shuichi che, prendendo un nastro rosso rubato a Maki poco prima, per sicurezza lo legò al rubinetto, come se di fosse incastrata per sbaglio -aveva pensato che avrebbero dato o la colpa all'alcol o a Maki-. Controllò il polso di Kaede e sorrise soddisfatto, poi uscì dal bagno dopo averle lavato delicatamente il polso per rimuovere le possibili tracce, tranquillo, cercando Kokichi. Nessuno lo vide, o meglio, tutti quelli che lo videro erano ubriachi.
Vide Ouma sulle gambe di Amami che, seduti in un angolo della stanza, continuavano a baciarsi, a volte più dolcemente, a volte più profondamente. Infastidito tornò dal suo alibi, o meglio da Himiko. E, credete a chi ve lo dice, ci volle un bel po' prima che qualcuno scoprisse il corpo di Kaede. Grida, panico, Rantaro ubriaco che cerca di prendere in mano la situazione e cerca di spiegare alla polizia attraverso il telefono cosa stesse succedendo.
Shuichi raggiunse Kokichi che era rimasto da solo su ordine di Rantaro -non voleva che vedesse il corpo morto della ragazza- e l'abbracciò dolcemente, baciandogli la fronte. Kokichi, un po' per l'alcol assunto un po' per altro, si lasciò scappare la situazione da mano e lo tirò verso di se per baciarlo alla francese, chiudendo gli occhi completamente perso. Miu, confusa, li guardava, seduta sulle gambe di Keebo che, mentre lei cercava di sedurre dicendosi spaventata per la presenza di un assassino alla festa, cercava di dirle una cosa importante sulla morte della ragazza.
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