Pazzi da Legare.

Ninfadora sussultò non appena sentì lo scricchiolio delle scale di mogano sotto i suoi piedi. Ricordava che, quando era piccolina e la notte non riusciva a dormire, si alzava dal letto, infilava le pantafole a forma di coniglietti e si dirigeva verso il salotto. Peccato che, le scale che collegavano la camera da letto della piccola Tonks e la sala pranzo, scricchiolassero sempre. Di conseguenza, veniva sempre beccata da suo padre, che aveva il sonno molto leggero, perciò, tutti i suoi piani andavano in fumo, letteralmente parlando. Aveva sempre detto al padre che doveva fare qualcosa per quelle dannate scale ma Ted Tonks posticipava sempre. Alla fine Tonks era giunta alla conclusione che il padre non le avrebbe mai aggiustate, né ora né mai.
Perciò, quando sentì quelle scale di mogano scricchiolare le riaffiorarono i ricordi del padre, che le ripeteva che non poteva gironzare a notte fonda come se nulla fosse.

Scacciò via i ricordi e tornò verso la sua meta, non aveva alcuna voglia di perdere altro tempo. Sbuffò appena, scostando i capelli che, quel giorno, aveva deciso di trasformare in un bel rosa cicca, dal volto dai lineamenti delicati. Maledì ancora una volta, la sua estrema goffaggine, grazie alla quale, anche involontariamente, finiva nei guai rompendo qualcosa, come quella sera.

Gazza l'aspettava nel suo ufficio in quanto, tornando da un allenamento di Quidditch, ella aveva fatto accidentalmente cadere tutti i trofei che il custode aveva da poco finito di lucidare. Ma lei non l'aveva mica fatto apposta! Ma mentirebbe se dicesse di essersi pentita, aveva sempre provato un certo moto di antipatia verso quel vecchio scorbutico troppo affezionato alla sua gatta e che covava un certo odio per tutti i ragazzi dai diciotto anni in giù. Cercava sempre pretesti per punirli, insomma, Tonks gli aveva addirittura chiesto scusa e ciò le era costato tanta forza di volontà e un bel pugno nell'orgoglio.
Ma lei non ci poteva fare niente, se le stavi antipatico dovevi metterti l'anima in pace e non darci troppo peso perché il giudizio della ragazza non sarebbe cambiato!

Arrivò finalmente davanti all'ufficio dell'insopportabile custode, avrebbe dovuto mettere a posto tutte le sue scartoffie mentre Gazza avrebbe ispezionato il castello in cerca di giovani ragazzi che infrangevano il coprifuoco insieme alla sua  inquietante gatta, Mrs Purr.

La Metamorfomagus bussò alla porta in attesa di una risposta che non arrivò. Bussò ancora una volta, magari Gazza si era addormentato e Tonks non ci teneva a svegliarlo e scatenare la sua ira su di lei. Aprì lentamente la porta e fu sorpresa di vedere la stanza vuota. O meglio. La stanza era piena di oggetti ma Gazza non era lì dentro e nemmeno la sua stupida gatta. Tonks sbuffò, non solo aveva rinunciato a preziose ore di sonno per andare a quella stupida punizione, adesso avrebbe anche dovuto aspettare che quello stupido custode arrivasse all'orario che più preferiva?! Nossignore!

Si accorse, solo dopo aver sclerato mentalmente numrose volte, di un biglietto appoggiatto sulla scrivania.
-Oh- disse solamente la strega mentre, ridacchiando, afferrava il biglietto. Con una calligrafia al dir poco orribile, Gazza la informava che non ci sarebbe stato ma, che avrebbe dovuto trascrivere su carta tutte le punizioni scritte su pergamena che il custode le aveva lasciato su uno scaffale. L'ufficio era molto piccolo e pieno di muffa, per cui non fu difficile per Tonks trovate le schede. Vi erano scritte molte, ma davvero molte, punizioni state inflitte a degli studenti che avevano studiato ad Hogwarts prima di lei. Erano circa cento fogli.
Se il custode non era ancora uscito fuori di testa, vuol dire che ci mancava davvero poco! Insomma, quale persona sana di mente dava come punizione ad uno studente di riscrivere tutte le cento punizioni state inflitte negli anni, solo perché l'inchiostro era sbiadito?!

Ma porco Salazar, Ninfadora avrebbe preferito dover lucidare tutte le armature del castello, che non erano poche, anziché scrivere. Riusciva già a sentire il dolore che avrebbe provato alla mano non appena avrebbe finito il suo lavoro. Con un sonoro sbuffo, cercò una piuma con cui scrivere e una boccetta d'inchiostro che, fortunatamente, il custode le aveva lasciato sulla scrivania. Si sedette con ben poca grazia sulla sedia in legno davanti alla scrivania e prese il primo foglio di pergamena sgualcito. Il lavoro era molto noioso, in venti minuti Tonks aveva riscritto solo cinque punizioni ed erano tutte abbastanza noiose! In confronto ai guai che combinava la strega, gli studenti degli anni precedenti erano degli agnellini. Continuò a scrivere punizioni abbastanza noiose fino al decimo foglio.

I signori Potter James e Black Sirius, della casa di Grifondoro, hanno dipinto di rosa la Sala Comune dei Serpeverde. Punizione:
Pulirla da capo a piedi senza l'uso della magia, nel mentre gli studenti di Serpeverde alloggeranno nella Sala Comune dei Grifondoro.

Ninfadora si fece sfuggire una leggera risata, immaginò un sacco di ragazzi e ragazze con la divisa dei Serpeverde rosa... ROSA. Poi però si concentrò sui nomi dei due studenti artefici dello scherzo, Potter... Questo nome le era familiare... ma certo, Harry Potter! Chi non lo conosceva? Il ragazzino che alla tenera età di un anno aveva sconfitto il più grande mago del mondo, secondo solo a Silente. E se quel James Potter fosse stato il padre del famoso Harry Potter? E Sirius Black? Black era il cognome di sua madre Andromeda, ma un Black... Grifondoro? Per quello che ricordava, tutti i Black erano Serpeverde. Tonks decise di non darvi molto peso e di continuare la sua punizione, altrimenti non avrebbe mai concluso un fico secco! Al solo pensiero di dover stare lì almeno altre due ore sbuffò. Riscrisse velocemente la punizione su una pergamena e ne prese un' altra pronta a ricopiarla.

I signori Potter James, Black Sirius, Lupin Remus e Minus Peter della casa di Grifondoro hanno portato la gatta del custode della scuola, sul tetto della torre d'Astronomia pur sapendo che il custode aveva ammonito tutti gli studenti di non toccare la sua gatta. Punizione: lucidare tutti i trofei.

Ancora loro? Si chiese Ninfadora mentre attingeva la piuma nell'inchiostro. Scosse la testa divertita, perché non ci aveva pensato lei a fare una cosa del genere? Era semplicemente geniale! Riflettè sui cognomi degli altri due ragazzi. Non aveva mai sentito qualcuno fare di cognome Lupin ma Minus... Quel cognome lo aveva già sentito da qualche parte, magari era un Auror? O forse un amico di sua madre di cui le aveva parlato? Eppure ogni ipotesi che formulava non la convinceva più di tanto. Riscrisse anche questa punizione e decise di lasciar perdere anche stavolta. Se avrebbe continuato di questo passo avrebbe finito direttamente la mattina dopo. Prese un'altra pergamena e per poco non diede un calcio alla scrivania.
-Porco Salazar, ancora? - imprecò la ragazza leggendo i nomi dei colpevoli dell'ennesimo scherzo.

I Signori Potter James, Black Sirius, Minus Peter e Lupin Remus hanno infranto il coprifuoco, in più, sono stati trovati nella sezione proibita della biblioteca. Punizione, aiutare il guardacaccia della scuola ad allevare i suoi Schiopodi Sparacoda.

Ninfadora pensò che quei ragazzi fossero un po' tonti, insomma, farsi beccare dai Caposcuola era davvero umiliante! La ragazza però dovette ricredersi dopo un po'. Quei quattro ragazzi avevano creato degli scherzi davvero magnifici! La maggior parte delle punizioni erano state inflitte a Potter e Black. In altre però si aggiungevano anche McKinnon Marlene e Paciok Frank. Tutti quei cognomi le suonavano familiari, quasi tutti, eppure la sua memoria in quel momento non voleva saperne di collaborare. Le pergamene ormai iniziavano tutte così: I Signori Potter James, Black Sirius, Lupin Remus....
Hanno rubato i vestiti alle ragazze di Grifondoro, hanno messo dei peperoncini nel Succo di Zucca dei Serpeverde, hanno pietrificato la gatta del custode, hanno pietrificato il custode... Insomma, quei ragazzi ne avevano combinate di tutti i colori, ed erano tutti scherzi magnifici e punizioni altrettanto brutte. Secondo Tonks era stato più il tempo che quei quattro avevano passato in punizione che quello trascorso in Sala Comune.
Ormai la Metamorfomagus aveva le lacrime agli occhi per il troppo ridere, quei ragazzi erano i sui idoli indiscussi. Erano dei fottuti geni dei male! Averli ancora ad Hogwarts sarebbe stato fantastico! Chissà in quanti scherzi avrebbe potuto aiutarli!

Ormai era mezzanotte e Gazza aveva detto alla Tassorosso di tornare al suo dormitorio e completare il lavoro la sera dopo. Quella notte Ninfadora non riuscì a dormire, restò per tutto il tempo a pensare a quei cognomi così familiari quando le venne un colpo di genio. Sua madre era la figlia di mezzo di tre sorelle, sua madre si chiamava Druella Rosier in Black e suo marito Cygnus Black era il fratello di Walburga Blackla madre di Regulus Black e... il famigerato assassino Sirius Black! Quindi quel ragazzo combina guai era un amico di James Potter, il padre del famoso Harry Potter. Tonks si sforzò di ricordare perché Sirius Black fosse stato scortato ad Azkaban, la prigione dei maghi. Ricordò che Sirius aveva tradito la famiglia Potter facendo ammazzare da Voldemort in persona Potter e la moglie ma Harry sopravvisse, inoltre Black aveva ucciso dodici babbani e un uomo di nome... Peter Minus! L'altro ragazzo delle punizioni! Possibile che un'amicizia possa distruggersi per colpa di una sola persona? Un'amicizia che andava avanti da Hogwarts?

E l'altro ragazzo? Remus Lupin? Magari era un amico di James, Black e Peter? Sì, adesso tutto quadrava. James e Sirius erano migliori amici e tutti insieme i quattro ragazzi formavano un gruppo di cui Tonks non ricordava il nome. Ninfadora riuscì finalmente a cadere tra le braccia di Morfeo solo verso le cinque del mattino con un piano ben strutturato in mente, voleva capire tutto per bene! La mattina dopo la ragazza si svegliò stranamente presto, prese un foglio di pergamena e iniziò a disegnare una mappa. Scrisse i nomi dei quattro ragazzi che avevano attirato la sua attenzione la sera prima, cerchiò il nome di Sirius Black e lo collegò ad un paragrafo dove aveva scritto a chi fosse figlio, chi era il suo migliore amico e perché fosse ad Azkaban. Cerchiò il nome di James Potter e scrisse che era il padre di Harry Potter. Gli altri due nomi invece non li cerchiò perché non sapeva nulla su di loro. Scrisse solo sopra al nome di James e Peter morto. Andò a lezione normalmente e poi la sera si diresse verso l'ufficio del custode.

Stavolta Gazza era dentro il suo ufficio e Tonks ne approfittò per mettere in atto il suo piano.
-Signor Gazza, lei per caso conosceva dei ragazzi chiamati: James Potter, Sirius Black, Peter Minus e Remus Lupin? - chiese la ragazza iniziando a ricopiare una punizione, tanto per cambiare, di quei quattro.
Gazza grugnì.
-Certo, erano quattro canaglie! Avrei tanto voluto appenderli al muro con le mie catene ma Silente non me lo ha mai permesso. Si divertivano a combinare guai! Ohh se fossi stato io il preside li avrei espulsi subito! Si vedeva dalla faccia che erano dei futuri criminali! Non per niente Sirius Black è in prigione! - spiegò Gazza in tono burbero come se solo il ricordo di quei ragazzi lo facesse imbestialire.

-E per caso questi quattro ragazzi si facevamo chiamare in qualche modo?- chiese ancora Ninfadora.
-Certo! Quei quattro vandali si facevano chiamare da tutti gli studenti i Malandrini! Argh! Io li avrei chiamati teppisti! Oh, ma se fossi stato io il preside li avrei espulsi il primo giorno! - ringhiò Gazza. Tonks ringraziò il cielo che il custode non fosse il preside della scuola, altrimenti lei sarebbe già stata cacciata da un pezzo!

La ragazza annuì felice di avere delle nuove tracce su cui continuare ad investigare. Si sentiva come una piccola detective, Sherlok Holmes poteva solo accompagnare! Attinse la piuma nell'inchiostro e iniziò a riscrivere una delle tante punizioni di questi famosi Malandrini. Ninfadora si sorprese quando constatò che quei quattro non erano stati espulsi! Se fosse stata lei a combinare tutti quei guai, sarebbe già a casa a pulire il pavimento con la madre. "Che raccomandati" pensò la Metamorfomagus non nascondendo però un sorriso divertito. Addirittura, tra le tante pergamene sgualicite, vi era una punizione tra James Potter e Lily Evans, i genitori di Harry!

Il signor James Potter e la Signorina Lily Evans della casa dei Grifondoro, hanno tenuto una litigata a dir poco infantile durante l'ora di pozioni. Punizione: rimettere in ordine tutti i libri della biblioteca, COLLABORANDO.

Tonks ipotizzò due possibili spiegazioni per cui due futuri sposi, avrebbero dovuto litigare, uno era che la ragazza, Lily Evans, odiava James Potter e viceversa e poi si erano innamorati. Immaginò un ragazzo e una ragazza, lanciarsi fialette di pozioni e insultarsi a vicenda. La seconda opzione era che i due, già fidanzati, avessero semplicemente avuto una discussione. A Tonks però, piaceva di più la prima ipotesi. Una vera storia d'amore inizia con l'odiarsi! "Da quando so così tanta roba sull'amore?" si chiese la strega mentre riscriveva la punizione.
-Io esco, cerchi di non fare esplodere il mio ufficio signorina Tonks, io la tengo d'occhio! - l'ammonì il custode prima di uscire dal suo ufficio per la sua camminata notturna in cerca di studenti da spaventare.

Tonks alzò gli occhi al cielo, la mano le faceva un male cane e aveva ancora almeno venti punizioni da riscrivere! Se solo avesse potuto usare la magia avrebbe già finito da un pezzo, ma la Sprout aveva esplicitamente detto che non poteva usufruire della bacchetta magica per la sua punizione. "Forza Tonks! Ce la puoi fare!" si ripeteva la strega mentre si massaggiava la mano dolorante. Finalmente, dopo un'ora e tante imprecazioni, le punizioni erano finite, il callo dello scrittore era molto evidente sull'anulare destro della mano ma ce l'aveva fatta! Aveva messo apposto tutte le scartoffie e aveva già messo la mano sulla maniglia della porta, ma poi si fermò. Corse verso la scrivania di Gazza e, presa da un moto di coraggio, iniziò a rovistare tra i cassetti in cerca di qualcosa di interessante. Se il custode l'avesse trovata, per la Metamorfomagus sarebbero stati cavoli amari, ma la curiosità era troppa.

Boccette d'inchiostro, piume, strumenti per scherzi, che Ninfadora pensò saggiamente di rubare e tante altre cianfrusaglie che non attiravano particolarmente l'attenzione della ragazza. Stava quasi per chiudere il cassetto per cercare nell'altro, quando vide un foglio di pergamena sgualcito. Perché mai Gazza avrebbe dovuto confiscare ad uno studente un semplice foglio di pergamena? Si chiese la ragazza tirandolo fuori dal cassetto. I bordi del foglio di pergamena erano sgualciti ed era abbastanza stropicciato come se, i proprietari di questo foglio, lo usassero spesso. Tonks, confusa, esaminò ogni millemetro di quel foglio in cerca di qualcosa di strano o perlomeno di interessante, ma nulla, era un semplicissimo foglio di pergamena. La strega però, che non era soddisfatta, decise di effettuare un piano malefico per poter scoprire i segreti che nascondeva quel vecchio foglio.

Salì di nuovo le scale scricchiolanti, attenta a non fare troppo rumore e, una volta uscita dall'ufficio, si diresse a passo svelto verso il dormitorio dei Tassorosso. Dovette nascondersi più di una volta dietro delle armature, per non farsi vedere da Gazza o dalla sua gatta, ma alla fine riuscì ad arrivare nel suo dormitorio sana e salva. Prese la sua bacchetta, che aveva lasciato sopra le coperte arancioni e nere del suo letto a baldacchino. Le sue compagne di stanza, erano tutte profondamente addormentate, per cui dovette fare molta attenzione a non commettere movimenti bruschi, cosa abbastanza difficile per una ragazza goffa come lei. Ma Tosca sta volta era stata dalla sua parte, riuscì ad uscire dalla Sala Comune senza fare troppo rumore e senza svegliare nessuna delle sue compagne di stanza.

Mentre tornava a passo svelto verso l'ufficio del custode però, urtò il piede contro una delle armature del castello. Essa cadde a terra con un fragoroso rumore metallico e presto, sentì la voce del custode sbraitare e i miagolii di Mrs Purr. Tonks imprecò contro tutti i Santi Cristiani che conosceva e iniziò a correre verso l'ufficio a grandi falcate. Sentiva la voce di Gazza urlare cose come "Se ti scopro piccolo teppista, ti appendo al muro con le mie catene!" oppure "Se ti becco, questa sarà la tua ultima notte qui al castello!" e tante altre minacce. Anche sta volta però, la fortuna fu dalla parte della giovane Metamorfomagus che arrivò sana e salva alla sua meta.

Si assicurò che Gazza non stesse entrando nel suo ufficio e riprese la pergamena che aveva appoggiato precedentemente sulla scrivania. Impugnò la sua bacchetta con decisione e la agitò formulando la frase.
-Svelami i tuoi segreti -. All'inizio, il foglio rimase come prima, tanto che Ninfadora pensò davvero che fosse solo un inutilissimo pezzo di pergamena molto vecchio, ma poi, iniziarono a comparire delle scritte in inchiostro assai curiose. Ninfadora sgranò gli occhi e, sorpresa, guardò strabiliata le frasi che si stavano formando sul foglio.
-Messier Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso, porgono i loro migliori omaggi alla signorina Ninfadora Tonks e la pregano di tenere i suoi orribili capelli rosa fuori dagli affari altrui - lesse la ragazza indignata dalla parte finale della frase.
-Come vi permettete! - esclamò la strega sbattendo un piede a terra dalla rabbia. Aveva sempre odiato la gente che criticava i suoi capelli colorati.

Le frase presto si cancellò da sola, lasciandone spazio ad un'altra.
-Messier Lunastorta chiede umilmente perdono alla signorina Tonks e la prega di scusarsi con i suoi immaturi amici. Messier Codaliscia chiede scusa. Messier Felpato non si pente di ciò che ha detto e continua a credere che dei capelli più decorosi siano meglio. Messier Ramoso è d'accordo con messier Felpato, dei capelli rossi e oro sarebbero molto meglio secondo lui -. Ninfadora alzò gli occhi al cielo leggendo quelle stupide frasi. Nonostante non conoscesse né Lunastorta, né Codaliscia, né Felpato e né Ramoso, aveva già capito che i primi due erano persone educate e gli altri due degli idioti.
-Accetto le scuse di Lunastorta e Codaliscia e informo i signori Felpato e Ramoso che sono due grandi idioti! - constatò la streghetta, con tono piccato.

Come già successo, le frasi scomparirono lasciando posto ad altre.
-Messier Lunastorta è d'accordo con l'affermazione della signorina Tonks e prova una grande stima nei suoi confronti. Messier Codaliscia è d'accordo con messier Lunastorta. Messier Felpato si sente a dir poco oltraggiato dal commento della ragazza. Messier Ramoso si sente ferito nell'orgoglio- Ninfadora non riuscì a soffocare una risata leggendo quelle frasi così stupide ma allo stesso tempo simpatiche. Non riusciva a spiegarsi come un pezzo di pergamena potesse essere così figo, chiunque lo avesse creato era un genio, non c'era altra spiegazione.
-Non sono per niente pentita di ciò che ho detto e inoltre, ho una domanda da porvi. Chi siete? Insomma, solo dei geni possono creare un foglio di pergamena così magico! - esclamò la ragazza gesticolando per enfatizzare il concetto.

La risposta arrivò molto presto.
-Messier Lunastorta ringrazia per i complimenti la signorina Tonks. Messier Codaliscia è onorato di ricevere tali complimenti. Messier Felpato è contento che qualcuno riconosca la sua spiccata intelligenza.
Messier Ramoso ricorda a Felpato che l'idea non è stata soltanto sua ma di tutti e quattro -. A Ninfadora, quei quattro ragazzi, sembravano quattro fratelli che litigavano per qualunque cosa. Questi ultimi però, non avevano risposto alla sua domanda, stava per riformularla quando le scritte scomparvero lasciando posto alla risposta.

-Messier Lunastorta la informa che sta parlando con dei maghi che hanno frequentato Hogwarts nel 1971 ed hanno concluso gli studi nel 1978. Messier Codaliscia aggiunge che noi eravamo, e siamo tutt'ora, molto celebri per i nostri scherzi. Messier Felpato ci tiene a precisare che siamo tutti e quattro di una bellezza regale. Messier Ramoso concorda con tutti e tre e aggiunge che, il sottoscritto, era capitano e cercatore della squadra di Quidditch di Grifondoro, in quanto tutti e quattro, siamo di quella casa-

Tonks lesse velocemente il tutto, sentiva gli ingranaggi della sua testa muoversi velocemente in cerca di una risposta, essere più chiari no eh? Non potevano semplicemente dire il loro nome e cognome? A quanto pare no, dovevano fare come Silente che diceva frasi apparentemente senza alcun senso. Quattro ragazzi Grifondoro, uno di loro è un cercatore, sono celebri per i loro scherzi e per la loro bellezza, erano dell'anno 1971-1978, erano per forza...
-I Malandrini! - esclamò con un sorriso a trentadue denti la ragazza.

Stava parlando con i suoi, da poco, idoli! Ramoso doveva essere James Potter, aveva letto il nome del ragazzo sulla spilla da cercatore. Gli altri erano Sirius Black, Remus Lupin e Peter Minus, ma chi era chi? Usavano dei nomi in codice ed era difficile capire chi fosse uno e chi l'altro. Era nel suo turbinio di pensieri quando, uno molto macabro, le attraversò la mente come un lampo. Stava parlando con due ragazzi defunti, Minus e Potter e con un carcerato, Sirius Black.

-Messier Lunastorta è felice di annunciare che lei ha ragione. Messier Codaliscia è d'accordo con Lunastorta. Messier Felpato deve ammettere che la ragazza è dotata di un grande intelletto. Messier Ramoso ammette che la signorina Tonks è intelligente quasi quanto Lily Evans-. Tonks, felice di aver indovinato l'identità dei quattro ragazzi, aveva così tante domande da porgli ma se ne uscì con un:
-Siete i miei idoli-
-Messier Lunastorta è onorato di ricevere tali complimenti. Messier Codaliscia è commosso. Messier Felpato pensa che sia ovvio che quattro ragazzi come noi siano i suoi idoli signorina Tonks. Messier Ramoso sostiene che i Malandrini siano troppo fantastici per non essere gli idoli di qualcuno. Inoltre un giorno lei, dovrà ricordare a tutti delle imprese dei Malandrini, magari urlandolo dalla finestra -. La metamorfomagus, fece appena in tempo a leggere le frasi che erano appena comparse, che sentì un rumore di passi provenire dalle scale. Presa dal panico, piegò in fretta e furia il pezzo di pergamena e lo ripose nel cassetto. Successivamente nascose la sua bacchetta sotto al mantello e si alzò in piedi. Gazza entrò nell'ufficio sbattendo la porta e la strega lo informò che aveva concluso la sua punizione.

-E allora cosa aspetti ad andartene? Muoviti! - sbraitò il custode lasciandosi cadere sulla sedia del suo ufficio. La ragazza avrebbe voluto rispondergli per le rime, ma alla fine annuì soltanto e si avviò verso i sotterranei diretta verso il suo dormitorio. Aveva la testa così affollata dai pensieri che non si accorse nemmeno di essere arrivata davanti alla sua Sala Comune e di dover recitare la parola d'ordine. Si lasciò cadere sul letto e, presto, cadde tra le braccia di Morfeo.

Anno 1993.
Erano passati parecchi anni dalla piccola avventura di Ninfadora con i Malandrini. La ragazza aveva finito gli studi alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts ed era diventata una fiera Auror. Nella testa della ragazza, però, erano sempre rimasti impressi, i ricordi di quei simpatici e buffi ragazzi. Ogni tanto aveva fatto altre ricerche su di loro, soprattutto sul pluriomicida Sirius Black. Per questo, quella mattina, si era quasi strozzata col suo giornaliero caffè latte. La mattina era cominciata bene, era Domenica e quindi Ninfadora non doveva andare al Ministero per lavorare e aveva già previsto una fantastica giornata passata a poltrire. Purtroppo però, la Gazzetta del Profeta, il più celebre giornale dei maghi, aveva dato una brutta, ansi, catastrofica notizia, Sirius Black era fuggito da Azkaban.

Come è possibile? Si chiedeva continuamente la neo-Auror. Azkaban era la prigione dei maghi più sicura di tutti i tempi, mai nessuno era riuscito a fuggire da lì. Il Ministro della Magia, Cornelius Caramell, continuava a tranquillizzare la popolazione magica, dicendo che non c'era nulla da temere, che avrebbero riacciuffato Black in un batter d'occhio, ma Tonks, sapeva che sarebbe stato un tantino più difficile...

Le successive settimane le passò a lavorare come una forsennata, con i suoi colleghi, doveva setacciare ogni angolo delle città, ma dell'evaso, non c'era neanche traccia. Ninfadora sapeva perché Caramell fosse così tanto preoccupato, nonostante facesse di tutto per non farlo notare era molto evidente, il vero problema era Harry Potter. Non sapevano come avrebbe reagito il ragazzino quando avrebbe saputo che l'assassino che aveva aiutato Voldemort ad uccidere i suoi genitori, era di nuovo in circolazione e che, soprattutto, quel mostro era anche il suo padrino.

Tutte quelle informazioni, le erano state fornite da Malocchio Moody, molti dicevano che era impazzito, forse era anche vero, ma Tonks provava una grande stima nei suoi confronti. Inoltre, tutti sapevano che Harry Potter, aveva una certa passione per i guai, ma con Sirius Black, non c'era assolutamente nulla da scherzare, Harry non avrebbe dovuto assolutamente impicciarsi in quel fatto.

I mesi passavano velocemente, ma di Black, ancora niente, dove si stesse nascondendo lo sapeva solo Tosca. Caramell e gli Auror, compresa la nostra protagonista, erano molto frustrati, stavano lavorando come dei matti senza alcun risultato. Quel giorno però, successe qualcosa di a dir poco strabiliatante. Era sera, le dieci per la precisione, quando Sirius Black era stato avvistato ad Hogwarts e, il Ministero, se l'era fatto sfuggire. Ninfadora era così arrabbiata! Ce l'avevano in pugno, sarebbe stato sottoposto al bacio del Dissennatore ma era riuscito a fuggire. Tonks sperava con tutta se stessa che Harry Potter stesse bene e così tutti quanti lì ad Hogwarts.

Anno 1994
Se la notizia che Sirius Black era riuscito a scappare (ancora) aveva letteralmente sconvolto Tonks, questa l'aveva mandata in tilt. Il pluriomicida Sirius Black, accusato di essere un alleato di Voldemort, di averlo aiutato a trovare la famiglia Potter, di aver ucciso dodici Babbani e Peter Minus, era innocente, fottutamente innocente. Quando la strega lo venne a sapere, era convinta che Silente e tutti gli Auror fossero impazziti, usciti completamente fuori di zucca ma si dovette ricredere. Black, con il viso scavato, gli occhi grigi e infossati e i capelli e la barba incolti, aveva appena testimoniato la sua innocenza con il Veritaserum. Non c'erano altre alternative, Sirius Black era innocente, Tonks quasi si dispiacque ad aver pensato quelle brutte cose sul suo conto. Era stata tutta colpa di Peter Minus, era lui il custode segreto e aveva inscenato la sua morte, la ragazze dovette ammettere che quel piano però, era assolutamente perfetto.

Col passare dei giorni, Ninfadora si affezionò sempre di più a quell'uomo, non sapeva nemmeno lei perché, fatto sta che ogni giorno che andava alla sede dell'ordine, Grimmould Place numero 12, Sirius le parlava dei Malandrini e lei di ciò che succedeva all'esterno in quanto l'uomo era segregato in casa perché altrimenti il Ministero lo avrebbe potuto vedere e sbattere nuovamente in prigione. Tonks si era affezionata molto a quell'uomo che aveva vissuto un passato difficile, infondo era anche un parente di Ninfadora essendo il cugino di sua madre Andromeda.

Quando Sirius parlava dei suoi amici Malandrini, gli luccicavano gli occhi, soprattutto quando parlava di James Potter, il suo migliore amico. Il ragazzo che l'aveva fatto sentire accettato, che gli aveva dato una famiglia senza chiedere nulla in cambio, una storia assai commovente se ci pensate. Poi, ogni volta che il giovane Harry Potter vedeva il suo padrino, Ninfadora quasi si commoveva a vedere con quanta cura l'uomo si prendesse cura del suo figlioccio, quasi fosse un figlio per lui.
Quando poi l'ordine della Fenice si fu riunito di nuovo, la strega capì che i problemi stavano per iniziare, non solo per Sirius Black la cui taglia diventava sempre più alta, ma anche per Harry, tutti gli studenti di Hogwarts e anche per lo stesso Ordine. Battaglie da ogni dove e il Ministero che non voleva credere che Voldemort fosse risorto, o meglio, fosse tornato nel pieno delle sue forze.

Caramell aveva paura di quello che sarebbe potuto succedere e in effetti anche Tonks un po' ne aveva. Erano tempi bui per il mondo della magia e anche per quello Babbano. Ponti che crollavano senza alcun motivo, attacchi ai Babbani o figli di questi ultimi sempre più frequenti. La Tassorosso aveva paura per suo padre che, essendo un Natobabbano, sarebbe stato una preda molto facile per i Mangiamorte. Ma non poteva mostrarsi debole, essendo un membro dell'ordine doveva rassicurare e salvare la gente, non avere paura! Come già detto in precedenza, le battaglie erano sempre più frequenti, per questo non la sorprese più di tanto sapere che, quel pomeriggio, infuriava una battaglia al Ministero. Arrivati all'ordine però, quando tutte le circostanze le furono spiegate beh... iniziò a preoccuparsi. Harry e i suoi amici erano al Ministero e, per quello che aveva detto Kreacher, il ragazzo aveva avuto una visione di Sirius che veniva torturato da Voldemort in persona.
-Vengo anche io - aveva detto Black in un tono così convinto che nessuno ebbe la forza di obbiettare, pessima idea...

La Metamorfomagus non faceva altro che chiedersi che cosa fosse successo se non avesse permesso all'uomo di andare in battaglia. "Sarebbe ancora vivo" le aveva suggerito una vocina terribilmente fastidiosa nella sue mente . Sirius Black era morto, era passato sotto quel sottile velo senza far più ritorno. Mi piacerebbe dire che la ragazza non abbia sofferto, ma non è stato così. La Metamorfomagus era scappata, con le lacrime agli occhi, soffocando grida di rabbia e frustrazione. Aveva provato a sfogare la sua rabbia dando un pugno al muro di Grimmould Place numero dodici, posto in cui si era rifugiata, ma quel vuoto al petto c'era ancora. Era come se, avesse dato un pugno ad un specchio ed esso si fosse rotto, ma le schegge di vetro non le avevano ferito solo il corpo ma erano penetrate nel cuore. Sapeva anche che, stavolta, non sarebbe bastato abbozzare un sorriso per fingere che andasse tutto bene, come quando faceva a scuola perché i bambini la prendovano in giro. Non sarebbe bastato dire "va tutto bene" mentre dentro di lei urlava disperata. Non sarebbe bastato mostrare quello che tutti definivano "un bellissimo sorriso", perché quel sorriso era stato ferito così tanto da non riuscire a farsi notare.

La ragazza sapeva tutto questo mentre guardava con gli occhi offuscati dalle lacrime l'arrazzo della famiglia Black. Si sentiva così egoista, non aveva pensato ad Harry che, probabilmente era distrutto, non aveva pensato a Remus che aveva perso, di nuovo, il suo migliore amico, eppure il dolore di averlo perso aveva occupato la sua mente scacciando via tutti gli altri pensieri. Certo, le sarebbe passato prima o poi, ma Sirius Black se ne era andato per sempre. Non seppe perché, ma in quel preciso istante, le balzò alla mente la frase che James Potter le aveva detto sulla Mappa del Malandrino: "Inoltre un giorno lei, dovrà ricordare a tutti delle imprese dei Malandrini, magari urlandolo dalla finestra". La Metamorfomagus così fece, si avvicinò alla prima finestra che le capitò a tiro e gridò con tutto il fiato che aveva nei polmoni.
-Ricordatevi sempre dei Malandrini! Quei quattro pazzi da legare! -

Anno 1998
L'ironia del destino vuole che lei sia  ancora qui a pensare a lui, nella sua mente flash ripetuti, attimi vissuti con lui. È passato tanto tempo, ma tutto è talmente nitido, chiaro e limpido che le sembra ieri. 
Ricorda quando, prima di cadere nel velo, lui, Sirius Black, guardò Harry come a chiedergli scusa di non essere stato un padrino perfetto, poi guardò lei. Quel suo sguardo poi lo interpretò come un addio, senza chiedere perché da lui si allontanò. Ma ignorava che non fosse mai finita. Era a pezzi, ma un sorriso in superficie nascondeva il segno di ogni cicatrice. Lei non aveva paura di morire. Della guerra, di quella si che aveva paura, ma della morte no, aveva al suo fianco un Malandrino, Remus Lupin, il suo fantastico marito. Intrecciò le dita con le sue, non aveva paura di morire, non con lui al suo fianco.
-Ti amo- sussurrò mentre vedeva i Mangiamorte lanciare milioni di incatentesimi contro la barriera attorno al castello di Hogwarts.
-Ti amo tanto anche io Tonks - disse in risposta Remus con gli occhi che luccicavano. Ninfadora guardò verso le stelle e scorse Sirio, la costellazione da cui prendeva il nome Sirius Black.
-So che ci stai guardando, ti voglio bene Sir, forse ci rivedremo molto presto - sussurrò con le lacrime agli occhi, mentre Remus guardava la costellazione anche lui con occhi lucidi. L'unica cosa che le sarebbe dispiaciuta era che, se fosse morta, non avrebbe potuto raccontare al suo bellissimo figlio Ted, le storie di quei pazzi da legare, più comunemente chiamati Malandrini.

The end.

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