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Midoriya Izuku ha sempre seguito il suo amico d'infanzia Kacchan ovunque andasse e qualsiasi cosa facesse. Era una costante sfida a stare al suo passo o, come gli piaceva più pensare, migliorarsi insieme. Rincorreva quella schiena come se riuscire a sfiorarla fosse la sua unica ragione di vita, distante solo pochi centimetri quanto irraggiungibile.

Bakugō Katsuki ha sempre saputo della specie di ossessione di Deku nei suoi confronti, e provato un segreto conforto in questo. Lo rassicurava sapere che sarebbe sempre stato lì, dietro di lui quando si sarebbe voltato. Si sentiva quasi protetto da quella presenza certa, come in una promessa silenziosa tutta loro.

Ma le promesse spesso vengono infrante e Katsuki lo deve capire sulla propria pelle. Prima si sente sorpassato da Deku che migliora e migliora, adesso è lui ad affannarsi a stare al suo passo; poi all'improvviso una guerra e Deku scompare. Nel nulla, chissà dove, con una stupida lettera d'addio.

Katsuki lo cerca dietro di sé come da bambini, davanti lontano da lui, corre a perdifiato nella tempesta dei suoi rimorsi e cose che gli avrebbe voluto dire gridando il suo nome. Ma Deku non c'è più, ovunque si giri. Quella presenza, quel pilastro fondamentale nella sua vita per quanto non lo voglia ammettere, non c'è più. E tutto, dentro lui, comincia a crollare.

Forse, si è solo illuso che il loro fosse un legame speciale. Di quelli che vanno avanti e indietro su percorsi a volte alternati e a volte paralleli, rincorrendosi mossi dal vento implacabile dei giorni di pioggia e aspettandosi sempre nel momento sbagliato. Di quelli in cui cambia tutto ma non cambia niente, perché sono condannati a rincorrersi, sfiorarsi appena, rimanere incastrati così in eterno.

Forse, invece, Katsuki non ha ancora capito che la forza del loro legame tormentato ed inspiegabile è proprio in questo. Loro sono sempre stati e sempre staranno così: sospesi in aria come due altalene.