𝐈𝐈𝐈. ━━ venti d'inverno
𝟎𝟎𝟑. « 𝖁𝐄𝐍𝐓𝐈 𝐃'𝕴𝐍𝐕𝐄𝐑𝐍𝐎 »
❪ 𝚁𝙾𝙻𝙴𝙿𝙻𝙰𝚈 ❫ ━━ ❛ game of thrones ❜
venti d'inverno - 𝖙𝖊𝖗𝖟𝖔 𝖈𝖆𝖕𝖎𝖙𝖔𝖑𝖔
𝑨𝑫𝑹𝑰𝑨𝑵𝑨 𝑭𝑹𝑨𝑵𝑪𝑬𝑺𝑪𝑨 𝑲𝑬𝑹𝒀
❝ 𝒑𝒐𝒓𝒕𝒂𝒕𝒆 𝒅𝒂𝒊 𝒗𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒅'𝒊𝒏𝒗𝒆𝒓𝒏𝒐, 𝒓𝒐𝒗𝒊𝒏𝒂 𝒆 𝒔𝒄𝒊𝒂𝒈𝒖𝒓𝒂 𝒂𝒗𝒓𝒆𝒃𝒃𝒆𝒓𝒐 𝒇𝒂𝒕𝒕𝒐 𝒔𝒄𝒊𝒐𝒈𝒍𝒊𝒆𝒓𝒆 𝒄𝒐𝒎𝒆 𝒏𝒆𝒗𝒆 𝒂𝒍 𝒔𝒐𝒍𝒆 𝒍𝒂 𝒄𝒊𝒗𝒊𝒍𝒕𝒂' 𝒅𝒊 𝓦𝒆𝒔𝒕𝒆𝒓𝒐𝒔 ❞
ERA GIUNTO IL TEMPO delle partenze, in cui poco importava quali bei ricordi s'erano creati nella bella e corrotta Approdo del Re: nessuna memoria era abbastanza forte da poter trattenere i lord e le lady desiderosi di tornare nelle loro sicure ed accoglienti case.
Che si trovassero a Nord, nell'Alto Piano, o nelle Terre dell'Ovest, qualsiasi entusiasmo per la notizia del matrimonio del re s'era spento. Non veniva più inneggiata nelle strade la gloria di casa Baratheon e la bellezza della regina Lannister, nota col dispregiativo la Corona del Leone, ma la monotona quotidianità era tornata nelle giornate di tutti. Eppur, impossibile era negare che un cambiamento radicale nelle vite d'ognuno era avvenuto: nelle strade d'Approdo del Re, la nuova fede prosperava tra miseria e povertà promettendo l'arrivo dei tempi felici, che sarebbero iniziati con l'arrivo d'Azhorai, ed iniziava lentamente a conquistare non più solo la popolazione di Fondo delle Pulci, ma il suo messaggio di speranza iniziava a deliziare le orecchie dei comuni cittadini; e nella Fortezza Rossa il clima di tensione non accennava a voler lasciare quelle mura, dato che si attendeva con impazienza l'arrivo di buone nuove dalle spie di Essos, questione che distolse l'attenzione della Corona dal problema della fede emergente.
Ma stavolta, cambiamo scenario: era ormai qualche tempo che le grandi casate di Westeros avevano abbandonato le mura della Capitale, stanchi d'attendere con le mani in mano notizie che non sarebbero mai state comunicate per la loro segretezza. Martell, Arryn.. Erano tutti tornati alle loro case lontane, in cerca di riposo, ma v'era chi era sulla strada per il Nord per motivi diversi dalla disperata ricerca della pace: a volte al cuore più affranto, il riso e lo svago può fungere da cura, e prender parte ad un'altro matrimonio insolito poteva essere solamente d'aiuto per le importanti personalità come Benjen e Jeyne Stark, Bryana e Prentys Tully, e per finire Garlan ed Alyssa Tyrell, sebbene al capocasata dei Tyrell interessava parlare d'affari. Si sa, un matrimonio ha sempre un suo lato politico, ed in quel caso (grazie all'unione tra Bolton e Greyjoy) gli affari tra l'Altopiano ed il Nord ne sarebbero stati toccati, perciò era necessaria anche la presenza dei Manderly. Ma affari e matrimonio non furono le uniche cause della partenza degli Stark: da quando partirono per Capitale (era giàpassato qualche mese), non giunsero nuove notizie dal Nord. Era come se vi fosse un inquietante silenzio proveniente da quelle vaste terre. Un silenzio insolito, sinistro, paragonabile al silenzio di un morto. Oscuri erano i pensieri che tormentavano la mente di Benjen Stark, il quale ogni giorno ed ad ogni meta che veniva fatta in quel viaggio di ritorno, attendeva con impazienza di vedere volare nella loro direzione un corvo, proveniente da nord.
« Ben, cosa ti turba ? »
Osò la voce di Jeyne Stark, la quale stava cavalcando al fianco del marito, desiderosa di prendere una boccata d'aria fresca e non di rimanere nella sua carrozza.
Si poteva notare una chiara gioia dipinta sul suo delicato volto, il quale lentamente stava iniziando a riprendere la precedente bellezza, rinvigorendo le guance scarne e donando un colorito più roseo e sano alla morbida pelle.
I rossi capelli vennero legati in una semplice acconciatura, niente che aveva a che vedere con lo sfarzo dei capelli delle donne del Sud, ma ben più comodi e pur sempre eleganti.
Nonostante la preoccupazione che assillava il cuore della coppia Stark, la gioia di Jeyne riusciva a soffocare il timore di ciò che avrebbe trovato a Grande Inverno: stava per tornare nella sua casa, non v'era pensiero più rinquorante di questo.
Tant'è che la stessa Jeyne era incapace di capire affondo i timori del marito: stavano per tornare a casa, ed ottimista com'era diventata Jeyne.. Per lei, presto sarebbero tornati tutti alla normalità.
Era una reazione al dolore questa gioia improvvisa ed un modo per reprimere il timore, ma ciò poteva capirlo solo il marito, il quale conosceva direi abbastanza bene sua moglie. Invece, per gli altri, Jeyne semplicemente ricordava una bambina il giorno del suo compleanno.
« Non abbiamo ricevuto notizie per tanto tempo da Grande Inverno.. Non vorrei fosse successo qualcosa Jeyne, una ribellione che abbia affamato il castello o un'invasione. Non penso che la notizia del matrimonio sia stata gradita a molti lord del Nord »
Disse l'uomo, ipotizzando le ipotesi più plausibili ed assurde, senza tuttavia avvicinarsi minimamente alla verità. V'erano vari indizi, tra cui la neve fin troppo alta ed il freddo troppo pungente, che procurò un antipatico raffreddore a lady Alyssa Tyrell, ma come poteva la mente umana solo immaginare la terribile verità? Ma le parole dette non scalfirono minimamente la gioia della lady, il cui entusiasmo aumentava di minuto in minuto, conscia di star lentamente diminuendo la distanza tra lei e la sua casa.
Il viso stanco di Benjen, turbato dai suoi timori e sfinito per il viaggio, trovò una lieve luce nell'ombra vedendo il chiaro sorriso della moglie, candido e piacevole, nonché di conforto e dall'entusiasmo contagioso.
Dopotutto, era questione di pochi metri, e già avrebbero potuto vedere da lontano la fortezza di Grande Inverno: imponente e maestosa, dalla accogliente e calda aria familiare (solo per gli Stark, chissà quale orrore avrebbe dipinto il viso dei Tyrell nel vedere quella scarna dimora).
Non v'era visione che entrambi desideravano di più.
« Gli Stark sono rispettati da ogni lord del Nord, nessuno di loro sarebbe capace di giocarsi il proprio onore attaccando Benejen Stark alle spalle, distruggendo la sua casa ed affamando lo stesso popolo. I lord del Nord sono diversi da quelli del Sud nel bene e nel male, difficilmente verremmo pugnalati dai nostri vassalli per motivi così futili mentre siamo ad un matrimonio reale »
Le parole della donna funsero da conforto, ma niente fu più confortante della visione che gli si era parata dinanzi lo sguardo: Grande Inverno, intatta, ed ornata da qualche strato di neve.
Sorrise così come si sorride ad un vecchio e caro amico che non vedi da tanto, e si lasciò scappare una curva divertita nel vedere la moglie scendere da cavallo, e correre come una bambina in direzione del lontano castello, permettendo alla nevicata che era appena giunta di accarezzare la nivea pelle, ed ai fiocchi danzanti di decorare la sua rossa chioma, che come nero su bianco risaltava nel divino panorama. Si fermò, guardando la sua dimora per qualche piacevole momento, congiungendo sul ventre le delicate mani.
Fu un breve istante, un momento che la lady desiderava godersi: inspirò profondamente la pungente e fresca aria di casa, e sorrise al contatto della neve con la sua figura.
Niente la turbava, l'inquietante silenzio del Nord o il fatto che tutta quella neve indicava l'imminente fine dell'estate. Era un sogno stupendo, che sarebbe finito col peggiore dei risvegli.
Una delicata brezza stava dolcemente accarezzando il viso ambrato di Lewyn Sand, il cui cuore addolorato per la perdita d'un fratello e d'un amico lo spinse contro ogni giusta logica ad Essos, meta designata insieme a lord Gwyn Velaryon. I due compagni d'avventura viaggiavano sotto l'ombra di Cerelle Baratheon, Maestra dei Sussurri, la quale finanziò la loro partenza e in segreto tutelava la loro impresa: l'ardente desiderio di Lewyn e la voglia di mettersi in gioco di Gwyn li portarono ad osare una missione a dir poco suicida, con il lontano obbiettivo di riportare alle proprie case gli eredi rapiti, o almeno gli amici perduti.
Subdola, Cerelle s'approfittò di questo impulso irrazionale, con lo scopo di riotterene il rispetto ormai quasi perduto, pestato ed infangato dai piedi di molti, e tra questi in evidenzia spiccava il nome di Gawen di Isola Bella, o dovremmo dire di Castamere?
I pensieri del giovane Sand non riservavano un posto alla curiosità che poteva portarlo a chiedere i veri motivi dietro la scelta di Cerelle, il perché effettivo sul perché avesse scelto di farli partire di nascosto, o meglio.. Non far sapere a nessuno che erano partiti per salvare gli eredi, e non per un viaggio d'affari di Gwyn Velaryon. Ma cosa poteva interessargli dopotutto a Lewyn? Giorno e notte i suoi pensieri erano rivolti all'immagine lontana d'Artys e Kiran, due figure di cui aveva tanti ricordi, con cui aveva condiviso tanti momenti, momenti che non sapeva se avrebbe passato nuovamente in loro compagnia.
Di quella esperienza certo ne avrebbe fatto tesoro: ogni secondo era prezioso.
E così, egli si godeva quei secondi, quei momenti, in cui baciato dalla luce del tramonto sentiva la brezza marina ed il sale accarezzare la sua pelle, mentre si sporgeva alla prua della nave, nella speranza di scorgere le coste di Essos.
Ormai erano in viaggio da molto tempo, ma Lewyn era cosciente del fatto che presto avrebbero attraccato a terra, ed era altrettanto cosciente del fatto che il ritrovamento dei suoi cari avrebbe impiegato un po' di tempo, così come gli aveva fatto intuire Cerelle.
Ma il primo passo lungo il tortuoso cammino di una estenuante ricerca, sarebbe stato fatto una volta dopo aver messo piede in terra straniera.
« Ancora qui, Lewyn ? Temo che domani potremmo vedere un po' di terra » disse una voce familiare, risvegliando il fanciullo dai suoi pensieri e dalla contemplazione del meraviglioso tramonto sull'orizzonte.
Gwyn affiancò il ragazzo, incrociando le mani addietro la schiena, socchiudendo appena i chiari occhi alla vista del Sole: gli occhi azzurri sono soggetti a più fastidio da parte di una luce potente rispetto agli occhi scuri. Il vento animava i capelli d'entrambi, ma Lewyn voler tener fisso lo sguardo sull'orizzonte, a differenza di Gwyn che invano tentava di sistemarsi la lunga chioma ora scombinata, che gli donava un'aria buffa. « Scommetterei la mia lancia che entro il tramonto riusciremo a vedere le coste di Essos »
Dichiarò il giovane, con divertita aria di sfida, mentre l'altro alzando le sopracciglia sorpreso e sogghignando parlò nuovamente « Sfida accettata ».
In quell'istante, Lewyn si voltò corrucciando le sopracciglia, divenendo quasi serio in viso: non aveva altre armi a portata di mano, cedere la sua lancia sarebbe stata una mossa svantaggiosa.
« "Scommetterei", non "scommetto". Tengo troppo alla mia arma per lasciarla al caso » specificò, permettendo ad un lieve sorrisetto di impedire a qualsiasi tensione di nascere. E tornò con lo sguardo sull'orizzonte, proferendo nuovamente parola: « Voglio essere il primo a vedere Essos ed il primo a pestare il suo terreno »
Dichiarò con determinazione, ma permettendo al suo tono di prendere una vena lievemente stanca: era già una settimana che diceva che era prossima la terra, ed era una settimana che cadeva sempre nello stesso errore. Ed era da una settimana che Gwyn gli diceva che sbagliava.
Ma quella volta la ragione sarebbe stata di Lewyn: appena Gwyn stava aprendo bocca per prendere fiato, gli occhi di Lewyn s'illiuminarono e poco dopo una voce spezzò la tranquillità che s'era creata sul ponte dopo mesi di viaggio. Terra! Fu l'urlo che echeggiò, pronunciato dalle labbra dell'uomo di vedetta.
Un sorriso a trentadue denti illuminò il volto di Lewyn, mentre con la luce nello sguardo contemplava la costa di Essos farsi sempre più vicina.
Gwyn invece si limitò a spalancare lievemente lo sguardo e a lasciar morire le parole nella sua gola, concedendo questa soddisfazione a Lewyn. Mise una mano sulla spalla del ragazzo, per poi parlare nuovamente « Ora la hai vista. Ti conviene riposarti e dormire appena giungerà la notte: sarà una giornata impegnativa quella di domani »
E così dicendo, egli uscì di scena, lasciando il giovane Sand a contemplare l'orizzonte ed a perdersi nuovamente tra i suoi pensieri, sino a quando non giunse ad abbracciarlo il manto della notte ed a illuminarlo la luce della Luna.
Finalmente, tornò nella sua cabina, ma gli venne difficile chiuder gli occhi in prossimità dell'arrivo ad Essos dell'indomani: una tremenda ansia stava corrodendo il suo essere dall'interno. Nella sua mente vagarono tanti pensieri, dalla scomodità del suo giaciglio a quanto sarebbe stato comodo un letto a Casa Martell, ed al motivo per cui si sottrasse a tutte quelle comodità. E la sua lontananza dal continente occidentale gli avrebbe impedito di sapere la notizie che a distanza di qualche mese sarebbero state sulle bocche di tutti: dall'altra parte del mare erano prossime le celebrazioni per la gravidanza della regina Lannister. Sua maestà Myrielle Eilir Lannister si sarebbe dichiarata gravida! Quando le feste sarebbero iniziate, già Lewyn sarebbe approdato ad Essos e avrebbe scoperto la scioccante verità sull'identità dei rapitori, e molto probabilmente la gioia collettiva sarebbe stata macchiata dalla scioccante rivelazione che sarebbe stata fatta alla corte: i Targaryen erano vivi, era questione di mesi.. Ed un venticello avrebbe portato questa cattiva nuova all'orecchio dell'Ombra del Re, e successivamente a quello di sua maestà Lance Baratheon. Ma i Targaryen lo sapevano, tutto faceva semplicemente parte del loro piano, e ben presto.. Si sarebbero rivelati agli occhi di Westeros, in tutta la loro potenza. Era questione di poco tempo ormai, un'attesa certamente molto più corta di quei strazianti 17 anni.
Ma l'ombra del drago rosso a tre teste non sarebbe stata l'unica a gravare sul continente occidentale, l'unica capace di far tremare la popolazione che lo abitava.. Ma venti annunciatori d'un rigido Inverno velocemente scendevano verso Sud, portando un lungo e rigido Inverno che con sé annunciava la più distruttiva e tremenda delle bufere: la Notte Eterna, che vedeva come protagonisti i temuti mostri di ghiaccio, gli Estranei.
Si dice che il tempo sia nemico dell'uomo, ladro di bei momenti e dolci istanti, e certamente.. L'opinione degli Stark non sarebbe stata diversa.
Dal poco tempo, che lesto scorreva come sabbia in una clessidra, stavano per venir portate via fin troppe cose.
Come dono nato dalla misericordia degli dei, erano stati concessi a loro pochi giorni per gioire dell'accogliente benvenuto che le alte mura in pietra di Grande Inverno avevano da offrire.
Solo la gran Fortezza del Nord parve salutare i viaggiatori ora giunti alle sue porte, perché nessun festoso grido e nessuna cerimonia avrebbe accolto l'arrivo degli ospiti ed il rientro dei padroni. Un silenzio carico d'ansia e tensione dominava la grande dimora, appena spezzato da qualche voce echeggiante che ordinava di aprire il cancello.
« Gli Stark! »
Si udì echeggiare, un urlo maschile privo di gioia nel suo tono, lapidario e scoraggiante come ben pochi.
Jeyne voltò lo sguardo verso quello di Benjen, mostrando agli occhi del marito un timore ed una fredda paura, almeno quanto il gelo che la stava avvolgendo.
Che le preoccupazioni di Benjen fossero vere? Che quel matrimonio avesse portato così tanto discontento? Stentava a crederlo, ma sentì il cuore spezzarsi nel vedere la gioia della moglie abbandonare ora i suoi vuoti occhi, ed il sorriso abbandonare il suo viso. Il lor cuore batteva all'impazzata mentre vedevano il portone aprirsi, ignari della preoccupante vista che quelle grandi ante stavano celando.
Durante la terribile attesa, lo sguardo di Jeyne vagò per l'area circostante, in cerca di qualcosa con cui distrarsi dai lugubri pensieri, ma ciò che il suo celeste sguardo vide fu solo raccapricciante: un fosso scavato lungo il perimetro di Grande Inverno, ove tronchi d'albero tagliati per risultare appuntiti, ne costeggiavano i bordi. Tramite un ponte improvvisato e che (attraverso un particolare sistema d'ingranaggi) era destinato a cedere (quando il nemico sarebbe stato su di esso), gli Stark con Tully e Tyrell al loro seguito sarebbero entrati dentro la Fortezza, oltrepassando il fosso.
La donna inghiottì amaro, mentre osservava le porte aprirsi e rivelare pericolose costruzioni, che sembravano adatte ad una battaglia.
Si poteva udire il rumore del ferro venir battuto tra l'incudie ed il martello, ed un lieve trambusto nel vedere gli uomini degli Stark armarsi e far pratica nel cortile.
Ognuno vantava sul proprio viso d'una espressione lugubre e tetra, aliena allo sguardo scioccato e confuso di Jeyne Stark, la quale aveva sgranato gli occhi. Una battaglia si stava avvicinando, ed il nemico aveva il volto oscurato da dubbi ed incertezze, avvolto in una nebbia che ne rendeva irriconoscibile l'estraneo viso.
Poco le importava delle domande che stavano iniziando a porsi i suoi altri compagni di viaggio, impanicato il suo sguardo vagò per il cortile avvertendo a pelle la tensione che schiacciava il suo essere. Era come se la sua gioia fosse divenuta cenere nella sua bocca dinanzi a quella visione di guerra, potè sentire le mani tremare e lo sguardo incredulo tendere i muscoli visivi come se fossero state corde d'un arco che si prepara a scoccare.
Strinse la presa sulle redini del cavallo, il quale avvertì il suo nervosismo ed iniziò piano piano ad agitarsi, costringendo Jeyne a prevenire un eventuale disastro scendendo dal cavallo.
Lo sguardo ora venne diretto verso la sua destra, ove al suo fianco v'era prima il marito, ma ora la sua visione si stava allontanando, lasciandola sola e sconsolata nel mezzo d'una crisi di nervi. Provò a sussurrare il nome dell'amato, chiamarlo pur sapendo che non l'avrebbe sentita, mentre lo vedeva smontare da cavallo ed allontanarsi con un suo consigliere.
Il suo passo era pesante, segno d'una chiara tensione nel suo essere, che portò i suoi muscoli ad irrigidirsi quasi come se dovessero entrare in difensiva. Potè sentire lo sguardo della moglie addosso, ma non poteva occuparsi ora delle crisi di Jeyne date dal suo fragile ed instabile equilibrio: gli avevano chiesto udienza lontano da orecchio indiscrete, ed egli ardeva del desiderio di sapere cosa fosse in arrivo.
Presto giunsero alle cripte di Grande Inverno, li ove il silenzio regnava sovrano e le orecchie dei morti non potevano essere un pericolo per chi non parla. L'uomo era un fedele alfiere di casa Stark e fidato consigliere di Lord Benjen Stark, colui che venne incaricato di controllare il castello nel periodo d'assenza della famiglia. L'espressione timorata dell'uomo difficoltava a reggere lo sguardo duro e severo del suo lord, forse per la gravità delle informazioni che doveva dire o forse per la rabbia ed il timore che Benjen stava provando, nel rimanere allo scuro dei recenti inverni. « Parla ! »
Tuonò lord Stark, portando la sua voce ad echeggiare per le cripte di Grande Inverno, un timbro forte e duro, che malcelava il timore nel sentire le parole dell'altro.
« Lord Stark, andrò dritto al punto, dato il poco tempo che abbiamo: un esercito marcia verso di noi, viene da Nord della Barriera » iniziò l'uomo, trovando il coraggio per guardare il lord negli occhi. Egli sgranò lo sguardo, stranito e confuso, ma ora mutando il suo timore in rabbia, mentre serrava la mascella per la rabbia che in lui stava scorrendo.
« Bruti ! Questa volta si sono spinti fin troppo oltre le terre del Dono.. Dimmi Eddard, perché nessun corvo ha portato un messaggio da nord, avvisandomi di questa minaccia,
mh ? » chiese egli, stringendo i pugni per dirigere la tensione verso un unico punto, nella vana speranza di calmarsi. Sospirò, riuscendo in parte a scaricare la tensione, ma il suo sguardo esigeva altre risposte, date in poco tempo.
« Lord Stark, nessuno è sopravvissuto al passaggio dell'esercito. Quando noi ne abbiamo scoperto l'esistenza, fu tre giorni fa, ed allora non abbiamo potuto fermarci un sol momento. Furono le parole di qualche sopravvissuto ad avvisarci: eran malconci, in fin di vita, e parlavano di questo enorme esercito di natura malefica, che ad ogni battaglia.. Aumenta il numero dei suoi soldati »
Un orrendo terrore inclinò il tono dell'uomo sull'ultima frase, mentre il suo sguardo si fece afflitto e lapidario: coloro che abitavano nelle terre che precedevano la fortezza di Grande Inverno, erano morti.
Si erano uniti alle fila del grande esercito.
« E voi credete al delirio di qualche morente ? Sono solo bruti, e questa è una delle loro tante rivolte per gli Antichi Dei ! »
Esclamò esasperato, portando una mano a massaggiargli la tempia che iniziava a duolergli.
« Con tutto rispetto Lord Stark, abbiamo mandato corvi e messaggeri ai lord del Nord .. Nessuno dei due è mai tornato, e gli uomini che tornano raccontano di deliri su morti che camminano ed antiche leggende. Perdono il senno » confessò.
Lo sguardo di Benjen si fece afflitto, scioccato, e quasi ebbe bisogno delle pareti che lo circondavano per reggersi. Metà della sua popolazione era morta, lasciando un silenzio sinistro a colmare il loro vuoto.
Brancolava nell'ombra, potevano i Bruti esser capaci di tanto orrore? O altri governavano l'esercito proveniente da Nord? Sono solo leggende, si ripeteva in un sussurro, debole e flaccido. Il Nord non dimentica certo, gli Estranei a Nord dell'incollatura non erano solo leggende, erano veramente esistiti e ciò ben si sapeva, ma chi potrebbe mai credere all'imminente arrivo di un esercito di morti? Quale pazzo sarebbe disposto a dare ragione a colui che annunciava il ritorno della Lunga Notte?
« Sono solo bruti, non hanno affrontato un vero esercito nel loro cammino, moriranno contro quello che radunerò » continuò, quasi per convincere sé stesso di questa verità.
Il consigliere accennò un sorriso, lieve e di conforto, per poi nuovamente proferire parola.
« I vessilli si raduneranno sotto la vostra guida, i corvi sono già partiti e le truppe di rinforzo sono prossime all'arrivo » dichiarò l'uomo.
Lord Stark sospirò, stanco ed afflitto, tremando quasi al pensiero di dover a momenti avvisare dei recenti eventi la moglie, ed i suoi ospiti.
Doveva anche vedere dove nascondere la sua famiglia e gli ospiti, per garantire loro una fuga in sicurezza al momento della battaglia.
Ma con difficoltà si sarebbe occupato di loro in quei giorni che precedevano l'arrivo dell'esercito, doveva almeno parlare con i sopravvissuti a quell'assalto. Eppure, mandare via la sua famiglia e gli ospiti avrebbe dato un pessimo messaggio, specie perché necessitava dell'appoggio dei lord per questa battaglia: chi avrebbe guidato le truppe dei Bolton se i futuri coniugi se la sarebbero data a gambe? Sapeva già che i Tully, almeno Bryana, sarebbe rimasta per dare supporto alla figlia. Era dei Tyrell che si preoccupava: dovevano parlare d'affari, ma dove poteva farli scappare? Un viaggio in quel momento per tornare nell'Alto Piano sarebbe stato rischioso: potevano venir travolti dall'esercito in arrivo, se le difese di Grande Inverno non sarebbero state in grado di fermarlo.
Perciò, pensò alle Isole di Ferro: i Bruti non avranno navi per attaccare le flotte di ferro e vincere, una volta rifugiati su quelle isole sarebbero stati in caso scortati ad Approdo del Re.
Questi erano i pensieri che dominavano la sua mente mentre s'allontanava dall'uomo, avvicinandosi sempre di più al momento in cui avrebbe dovuto parlare alla moglie ed ai suoi ospiti.
Ma la voce del suo consigliere lo portò a voltarsi, e rimandare di qualche istante quel momento: « Benjen, quei sopravvissuti hanno espresso un solo ed unico desiderio: quando moriranno, desiderano che il loro cadavere venga bruciato »
Confessò l'uomo, come se si fosse tolto un pesante peso dallo stomaco nel farlo. Il suo sguardo incontrò quello del suo Lord, visibilmente preoccupato. « Sono solo Bruti »
Disse nuovamente, nella vana speranza di convincersi che non si trattava d'un problema di grande rilevanza. Il cuore di tutti quei residenti al castello batteva all'impazzata, in quella che sembrava la calma prima della tempesta. Quanti di essi si sarebbero fermati all'arrivo dell'inverno?
❪ 𝘢𝘥𝘳𝘪'𝘴 𝘴𝘱𝘢𝘤𝘦 ☕ ❫
Vi do tutto il diritto di uccidermi per la cagata di capitolo che vi ho presentato! Tralasciando gli errori grammaticali ed il fatto che ho scritto solo 3870 parole, sono sicura di aver trattato malissimo l'importante evento della role, o meglio.. Uno dei più importanti eventi della roleplay: l'arrivo degli Estranei. Allora, inizio col dire che il come li ho voluti inserire nella role non è stato fatto casualmente: non avendo il Jon Snow di turno, mi sono dovuta arrangiare ed ho pensato a come sarebbe stato se non ci fosse stato il nostro bastardo. Senza nessuno che si impegnasse a salvare i Bruti, questi sono diventati parte dell'esercito del Re della Notte, il quale in assenza del drago di Dany è riuscito letteralmente a scavalcare le mura ed aprire la porta. Questa idea la ho raffinata vedendo la puntata dell'assalto alla Barriera da parte degli uomini di Mance: e se al posto di quei giganti e Bruti, ci fossero stati dei morti? I morti non conoscono né lo sforzo fisico né la paura, sarebbero riusciti a scavalcare la barriera come un'enorme orda in poco tempo (dato che sono molto veloci) ed i giganti avrebbero distrutto le porte della Barriera. Quindi si: questa è l'immagine che ho avuto, un'orda di non-morti che travolge la Barriera e chi la abita, nonché tutto ciò e chiunque incontrano. Inoltre, dovete considerare anche il fatto che nessuno si aspettava di venir travolto dai non-morti, gli altri Lord del Nord hanno pensato (come Benjen Stark) subito ai Bruti. Quindi non abbiamo vetro di drago e i non-morti ci coglieranno impreparati, al primo scontro (che sarà epico da ruolare, secondo me). Perciò, ora andate a rivedervi la 8×02 perché mi voglio ispirare a quella puntata per questo capitolo. E sebben in questo capitolo la questione più importante sia quella degli Estranei, non ho certo trascurato voi roler che ruolare ad Essos e Westeros. Ora passerò a chiarirvi le varie situazioni della nostra role.
━━ ROLE ON GRANDE INVERNO
eh si, sto andando a frammentare ancora di più il role on, in stile Game of Thrones in cui abbiamo un filone narrativo che da vita ad altri cento diversi filoni narrativi, che alla fine di tutto ritornano ad essere uno.
Vi invito a godervi queste ruolate, perché miei cari il prossimo capitolo sarà terribile. Ho detto ci saranno non troppe morti, ma non ho detto niente sui vari traumi e sulle varie ferite.
Io sarò una tra le prime a desiderare di ruolare il più possibile la mia amata Jeyne, perché per lei ho in mente cose molto sad quindi non azzardatevi a far morire questo role on, ve ne prego. Inoltre, siate attivi anche qui e ruolate i vostri oc, perché questi sono gli ultimi attimi felici.
Sarà possibile parlare coi sopravvissuti (ruolati dalla sottoscritta) sino a quando non moriranno, ed inoltre sarà possibile discutere della questione tra i vari oc e dare consigli di strategie militari.
Ma solo una cosa: NON fate che il vostro oc si metta a dire "sono gli Estranei", perché vi lincio. Ci sta che tramite approfondite conversazioni con questi sopravvissuti deliranti e vari studi in biblioteca.. Il vostro oc abbia il sospetto che si tratti di Estranei, ma ci deve essere del ragionamento dietro, e con molta difficoltà la gente lo crederebbe.
Gli Estranei da molti sono ritenuti solo leggende, e altri pensano siano semplicemente morti.
E per finire, Lord Stark deciderà se raccontare a tutti la vera e pura verità o semplicemente una parte (la role inizia dal momento in cui Benjen esce dalle cripte). La role a Grande Inverno si svolge in un periodo di tempo diverso da quello del role on di Essos e Westeros.
━━ ROLE ON ESSOS
neanche qui potete dire di non avere niente da fare: vi ho mandato Lewyn Sand e Gywin Velaryon (ringraziamo Felpato004 e MDCproduction per la loro disponibilità 💕) ad Essos per un motivo, fare fuggire alcuni degli eredi e riportarli a Westeros. La role inizierà con Lewyn e Gwyn che hanno già scoperto dell'esistenza dei Targaryen e che hanno ricevuto istruzioni da Cerelle (ruolare in due tutto il modo per scoprire dell'esistenza dei Targaryen e ruolare le istruzioni di Cerelle sarebbe molto noioso), perciò la role inizia che già entrambi si sono infiltrati nella piramide di Meereen, ed avranno cariche come domestici per poter stare a stretto contatto con gli eredi.
Già si ha un piano di fuga che comunicherò a Felpy, e in questo capitolo ruolerete la fuga dei vostri oc, orgazzinata da Lewyn e Gwyn, basata sulle istruzioni di Cerelle.
La role ad Essos si svolge in un periodo di tempo diverso da quello del role on di Grande Inverno e Westeros.
━━ ROLE ON WESTEROS
neanche qui vi ho lasciati con le mani in mano: avremo le celebrazioni per la gravidanza di Myrielle!
Un'altra festa, ma questa non finirà troppo bene e in questa occasione nasceranno dei bei casini molto interessanti. Tutti gli oc che non stanno a Grande Inverno o ad Essos partecipano a questa festa, che si svolge tempo dopo la situazione a Grande Inverno e prima della situazione ad Essos. Non sarà come il matrimonio, ho un bel po' di cose in mente per rovinare questa festa, ma che attualmente sono solo tutte sorprese. Ci stiamo avvicinando alla fine del primo atto, e la situazione si complica in bel po' (dato che Myrielle ha già la pancia, è passato qualche mese dal matrimonio, mesi in cui i vostri oc sono rimasti a casa, quindi non si vedono da tempo).
Se avete domande, ponetecele nel "adri, fra & kery's", invece riguardo i roler che non consegnano e non ruolano, ben presto arriverà loro un messaggio in cui chiederò spiegazioni.
Tutti gli oc che non sono stati consegnati, ora sono miei, e se vorrete ruolarli dovrete scrivermi in privato e convincermi a darvi un'altra possibilità. Questo capitolo dovrebbe durare meno del precedente, ma visto che sta per iniziarmi la scuola.. Non so quando avrò tempo per scriverlo.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top