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Non sono mai stato un ragazzo in grado di prendere decisioni concretamente incisive nella mia vita, tutto quello che sono riuscito a realizzare nell'arco di tempo che ha interessato l'università ed il lavoro, è stato impegnarmi in una relazione che non aveva e mai avrebbe avuto le fondamenta per essere duratura. Io e quell'uomo ci scannavamo a vicenda, accidenti che litigate che finivamo per fare, eravamo come il cane ed il gatto, il giorno e la notte. Ho perso il conto di quanti piatti ci siamo scagliati addosso, e quante lacrime ho versato sul cuscino, troppo orgoglioso per chiedere scusa ma allo stesso tempo con il continuo terrore di poterlo perdere.
Forse non eravamo fatti l'uno per l'altra, o come si dice? La persona giusta al momento sbagliato... oppure era il contrario? Ad ogni modo, eravamo due teste calde, ma con un amore immenso, non ho vergogna ad ammettere quanto io abbia amato quell'uomo, l'ho amato a tal punto da consumarmi, e se qualcuno verrà mai a chiedermi chi me lo avesse fatto fare di ricomprare ogni settimana dei set di piatti nuovi, io risponderò sempre sia stata una mia scelta, e che lo rifarei altre mille volte. Non ero incatenato in una relazione tossica, non fraintendete, anzi, forse esagero nel dirlo, ma sono certo non riuscirò mai a trovare niente di così sincero come quella tortuosa storia d'amore.

Ci urlavamo addosso fino a finire la voce, fino a farmi dolere la gola, e solo allora ci prendevamo un istante per osservarci, i fiati corti ed una voglia d'assaporarsi fuori dal comune. Ci ferivamo a vicenda solo per poterci prendere cura delle ferite dell'altro, perché se c'era una cosa in cui eravamo bravi era prendersi cura dell'altro, non importava cosa ci saremmo inflitti a vicenda, noi ci saremmo stati indipendentemente da tutto, ci saremmo sì, urlati addosso fino allo sfinimento, ma poi avremmo finito per scioglierci l'uno nelle braccia dell'altro.

Come ci siamo arrivati a tutto questo Levi? Come siamo finiti a distruggerci a tal punto da non riuscire a rimarginare le ferite? Ci siamo fatti del male, un male così profondo d'avvicinarci ancora di più, lo ricordo come se fosse stato ieri, entrambi stremati l'uno dall'altro abbiamo finito per attirarci come calamite. Non siamo mai stati convenzionali, tutto ciò che riguardava la normalità è sempre stata evitata come fosse stata peste, lo sapevamo bene, avevamo un'indole autodistruttiva, più ci facevamo male e più avevamo il desiderio di possederci. Te lo ricordi vero? Io penso di sì, quanto sesso abbiamo fatto dopo ogni litigata... ogni urlo lanciato verso l'altro nel corso della discussione, si trasformava poi in un orgasmo a letto. Ci siamo amati fino alle ossa, perché io la vedevo la sincerità nelle tue parole, nei tuoi occhi di ghiaccio e nei tuoi gesti.
Mai siamo arrivati a farci del male fisico, Levi in sette anni di relazione mai osò anche lontanamente sfiorarmi con l'intento aggressivo di farmi del male, perché sapevo quanto significassi per lui, no... io e Levi non eravamo quel tipo di coppia, eravamo molto più complicati.

La nostra era una storia intensa, perché l'intenso ci piaceva, vivere assaporando tutte le emozioni appieno era la nostra religione, avevamo bisogno di sentirci vivi: urlando, frantumando piatti, piangendo e scopando come fosse stato l'ultimo giorno della nostra vita. Ci ripetevamo di non avere tempo solo per poter affrontare ogni minuto con l'emozione di essere l'ultimo, e quante volte abbiamo riso sulle labbra dell'altro fino a farci dolere il ventre. Conosco il tuo modo di sorridere a memoria, prima stiri le labbra arricciandole sul lato per poi scoprire i denti in un arco perfetto e combaciante con il mio. Avevamo bisogno di avventure, dovevamo vivere necessariamente sull'orlo, il futuro non ci spaventava, il passato non ci toccava ed il presente non ci scoraggiava purché affrontato assieme. Tutto quello che abbiamo passato lo abbiamo vissuto appieno, perché sapevamo bene che se non fosse per l'ultimo minuto, non si sarebbe mai fatto nulla.

Quante corse sotto la pioggia abbiamo affrontato, non con la paura di bagnarci, ma con il timore di un giorno rimanerne indifferente dinnanzi, ci siamo gustati fino all'ultimo respiro, a volte mi sembra d'avere ancora il tuo profumo addosso, quello che non avresti cambiato mai per nulla al mondo perché ti ricordava la nostra prima volta, e come biasimarti?
Abbiamo fatto l'amore per la prima volta in macchina, la stessa che usasti per venire sotto casa mia a confessare i tuoi sentimenti.
Sono stati anni intensi i nostri, più che intensi, sono stati indimenticabili, ci siamo perdonati l'imperdonabile ed abbiamo continuato ad amarci come il primo giorno, ed allora come siamo arrivati a questo? È forse stato quando dalla rabbia e frustrazione abbiamo distrutto tutto l'appartamento? Oppure quando uscendo mi beccasti fra le braccia di un amico con tutto il conseguente fraintendimento? No, io conosco la nostra relazione, e tutto quello che ci avrebbe amplificato le emozioni sarebbe stato anche la fiamma alimentatrice del nostro amore, perché non eravamo convenzionali, non lo siamo mai stati, eravamo diversi dagli altri, ci distruggevamo a vicenda per sentirci vivi e porca troia quanto amavo le tue labbra ancora tremanti dal nervoso posarmisi addosso con un desiderio tale d'annullare tutte le sensazioni negative...
Ci saltavamo addosso con la consapevolezza non saremmo riusciti a starci distante nemmeno dopo esserci pugnalati.

Ed allora com'è successo?

Forse è stato nel momento in cui i nostri caratteri iniziarono ad affievolirsi? Temo sia stato proprio quello. Niente ci avrebbe distaccati, nulla sarebbe stato in grado di renderci indifferenti all'altro, nulla eccetto la normalità. Siamo arrivati a non urlarci più addosso, niente più piatti frantumati sul muro, niente più scopate impulsive, niente nella nostra relazione aveva più quell'intensità tale da farci sentire vivi, e quella consapevolezza è finita per spegnerci. Non che io abbia finito d'amarti, no... quello non sarei stato in grado di farlo nemmeno se avessi voluto, ti amo esattamente come il primo giorno... e l'ultimo, perché a noi piaceva vivere così.

Ti sto pensando persino ora Levi, reggo a stento un calice di vino bianco e la gente tutta attorno sta impazzendo, sono circondato da tutto quello che potrebbe rendere viva una persona, sì, una persona qualunque ma non me, perché ciò che mi rendeva vivo eri e sarai sempre tu.
Hanno iniziato il conto alla rovescia, non ti mette ansia? Si ha la consapevolezza di star assistendo alla fine. Dovrebbe spaventare, giusto? Io però questa sensazione non riesco a provarla, perché con te è sempre stato il primo e l'ultimo di ogni cosa.

Tre... due...

Forse è stato un bene distaccarci, ci distruggevamo assieme, eravamo come un'arma a doppio taglio, sempre pronti a consumarci, i nostri comportamenti distruttivi non portavano altro che confusione e malessere.

Uno...

Eppure, ora che ci penso a me non frega proprio niente. Voglio una vita intensa assieme a te, voglio viverti appieno. Non sono mai stato tanto vicino alla fine di qualcosa come questo ultimo giorno dell'anno... ho paura di non poterti più guardare dalla distanza di un soffio, e questo timore mi sta rendendo vivo come mai nulla prima d'ora. Voglio ardere assieme a te Levi.

Buona anno nuovo!

Ti amo,
Per sempre tuo, Eren.
                            

01/01/22

Tu
Messaggio vocale inviato - 3:20
00:00

Levi                           
Nuovo messaggio non letto -                     
Dimmi dove sei, ovunque tu sia, sto arrivando. Senza di te non vado da
nessuna parte.                             00:08             
                                   

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