9. «Vieni con me»
«Facciamo mente locale» asserì Namjoon, braccia conserte e sguardo pensante. Circondato da Yoongi e Jungkook che annuirono a quelle parole «Esatto»
«Lalabel ha detto: Egitto» affermò come prima cosa, poi rifletté ed aggiunse «Fatto, ci siamo»
«Giza» continuò e sì, si trovavano anche nella città giusta.
«Idem, ci siamo»
«Piramide di Cheope» storse per un attimo il naso, scosse appena la testa e poi cedette «Più difficile ma in qualche modo potremmo farcela» in fondo Jungkook passava lì molte delle sue giornate a causa del suo lavoro. Quindi mancava solo un'ultima cosa...
«Lapis ex coelis»
«Impossibile» sentenziò Yoongi, non che volesse assumere il ruolo di persona negativa del gruppo, ma sul serio, era abbastanza difficile intrufolarsi lì dentro e prendere quella pietra senza farsi scoprire.
«Yoon...» lo rimproverò sottilmente Namjoon e l'altro d'istinto scrollò le spalle, indicando che non fosse colpa sua ma una semplice conseguenza di quella pazza idea.
«Senti, anche ammettendo il fatto di riuscire ad arrivare da lei prima di Lalabel, poi? Che facciamo? La buttiamo amorevolmente nel Nilo questa pietra?» imitò il gesto buffamente, Jungkook represse una risatina affondando nel mentre una mano tra il pelo di Maggie, Namjoon al contrario lo fissò con ovvietà «Beh...»
Destò ovviamente lo sconcerto di Yoongi, che strabuzzò gli occhi e per poco la mascella non toccò terra «Aspetta, cosa? Era questa la tua idea??»
«Non precisamente buttarla nel Nilo» lo rassicurò Namjoon, non aveva tutto chiaro al momento, ma una soluzione l'avrebbe certamente trovata «ma disfarcene in qualche modo. Nessuno più deve ritrovarla»
«Darebbero un allarme nazionale, se non mondiale» sottolineò Yoongi, a quel punto, sì che non avrebbero più mantenuto un basso profilo. E cosa più importante Lalabel avrebbe saputo subito chi fossero i colpevoli e loro non l'avrebbero passata liscia.
«È di questo che ti stai preoccupando? La sostituiamo con un falso» lo rassicurò Namjoon cosa che Yoongi ritenne quasi fattibile ma nella sua mente si presentò il problema principale «Anche volendo, come pensi di prenderla?»
Ed anche Jungkook fu preoccupato per ciò, annuendo vigorosamente diede ragione all'altro «Esatto, e tieni in mente che tra qualche giorno dovrò portarli proprio lì» intendendo la felice coppia innamorata a cui spettava una bella gita nella piramide.
«Verrò con te, farò finta di essere un turista qualunque» propose Namjoon, gli sembrava una buona idea, ma Jungkook lo demolì subito «Sarà pieno di guardie, è una pazzia»
Namjoon ci pensò su e poi cambiò tattica «E se andassi quando non ci sono visite? Mi sembra che non ci sia nessuno di notte»
E a rispondergli allora fu Yoongi «Certo, questo perché le porte di ferro sono chiuse»
«Questo è un problema» sospirò Namjoon, schioccando la lingua sul palato «Servirebbe qualcuno di esperto nel mestiere»
«Qualcuno di esperto?» ripeté Jungkook, trascinando il proprio palmo su e giù dalla testa di Maggie «Uno ne conosciamo» ed in effetti era vero.
Yoongi colse subito quel riferimento e quasi illuminandosi chiese «Jimin?»
«Eh, sì»
Namjoon scattò a sedere più dritto che mai, sicuro di vedere la luce in fondo al tunnel «Okay, è un esperto nel non farsi notare, nell'essere silenzioso, nel rubare...»
«Appunto, fa a caso nostro» sottolineò Jungkook ma il modo in cui riempì i suoi polmoni di aria per poi buttarla fuori pesantemente non presagì niente di buono «Ma non penso che sia disposto a rischiare tanto»
«Lo farebbe solo se sapesse» gli fece notare Yoongi ed impercettibilmente gli occhi di Jungkook si sgranarono, il movimento della sua mano si fermò e quasi con curiosità Maggie, si svegliò dal pisolino per osservare il suo padrone «Vorresti risvegliarlo?» gli chiese quasi per conferma, non sapeva che dire, non erano quelli i piani originali «Avevamo detto che avremmo circoscritto il problema a meno persone possibili»
«Lo so, ma non possiamo farcela senza di lui» asserì Yoongi e Namjoon lo supportò «Dovremmo andare a cercarlo» poi aggiunse «Lo possiamo fare questa sera»
Jungkook non seppe se quella fosse la decisione più giusta, ma d'altra parte non ne vedeva altre vie d'uscita «Datemi il tempo di portare Maggie a casa» e poi avrebbero attuato il piano.
☯
Lalabel aveva saputo rimediar sempre a momenti del genere, conscia che Taehyung non sarebbe rimasto a suo posto di fronte la scena di un tradimento. Piuttosto avrebbe fatto irruzione nel luogo del delitto, avrebbe cercato, tra la disperazione, l'incredulità ed il dolore, di far valere la propria voce e Lalabel con immensa tranquillità avrebbe spazzato via quell'ennesimo ricordo, così che tutto tornasse alla normalità.
Eppure quel giorno i pianeti si allinearono e quando l'irruenza furiosa di Taehyung stette per portarlo a far sì che quello spiraglio, da cui osservava la sua donna esser posseduta da un altro uomo, potesse trasformarsi in una porta totalmente spalancata a indicare la sua presenza, gli abbai di un cane lo distrassero.
Le sue dita si fermarono per aria, prima che potesse afferrare la maniglia della porta. Percepiva le lacrime scorrere sul proprio volto ma contemporaneamente una strana forza chiamarlo a voltarsi. Mentre quei versi sembravano avvicinarsi inesorabilmente e crescere, oscurando i gemiti della sua ragazza, la sua mente venne come catturata dal bisogno di retrocedere.
Lo chiamava, sembrava come se quel cane lo stesse cercando. Ed i suoi piedi si mossero, percorsero qualche metro, uscì dal vialetto della casa. Le piante esotiche coprivano la vista sulla strada principale ed allora Taehyung si passò distrattamente il dorso della mano sotto gli occhi lucidi di pianto e tristezza, piazzandosi nel mezzo del passaggio e rimanendo sospeso in un limbo di confusione.
Se solo non si fosse trovato in quella situazione avrebbe riso di fronte codesta scena.
Jungkook tirato e trascinato nel vano tentativo di tener a bada Maggie che avanzava dritta verso Taehyung che imbambolato se ne stava fermo come una statua di cera a sciogliersi sotto il sole cocente.
«No, Maggie! Aspetta, non te ne andare!» gridò Jungkook quando il guinzaglio scivolò via in tutta la sua lunghezza dalle sue mani, lasciandogli un cumulo d'aria a riempire quel vuoto. Sgranò gli occhi, aumentò il passo, infine si ritrovò a correre dietro un essere mille volte più veloce di lui. Stoppandosi all'improvviso quando Maggie il suo traguardo lo raggiunse e fu proprio...«Taehyung»
Esattamente un metro a dividere i due ragazzi. Quei cento centimetri entro cui scodinzolava Maggie, con il muso rivolto verso l'alto e con gli occhioni grandi ad osservare quel ragazzo che ben ricordava di aver travolto tra le vie di Mora portandolo a cadere rovinosamente a terra.
Taehyung strizzò gli occhi, residui di lacrime lasciarono il loro nido di nascita e tentò di far finta di niente chiedendo con voce spezzata «È tua?»
Jungkook era rimasto a fissarlo, non capendo cosa non andasse e volendolo sapere fortemente «Sì, ma...che hai?»
E Taehyung sembrò quasi scoppiare. Non lo sapeva, ma cancellare la memoria non voleva significare lo spazzare via qualsiasi sentimento, anzi, briciola dopo briciola, goccia dopo goccia quelle si accumulavano, ed allora Taehyung non capì il perché ma ebbe il bisogno di parlare e si sentì al sicuro nel farlo con Jungkook «Non capisco. Sono venuto qui per passare una vacanza tranquilla con la mia ragazza. Quella stessa ragazza che pensavo mi amasse» esclamò con voce incrinata, mordendosi a morte le labbra e le mani strette in dei pugni.
Jungkook capì all'istante di cosa si trattasse. Non parlò però, lasciò che l'altro potesse sfogarsi e si premurò solo di far un passo avanti, per influenzarlo con le sue energie positive, cercando di donargli sollievo. Maggie si mise da parte «Non capisco, Jungkook. Pensi che io non sia abbastanza?» Taehyung si batté una mano sul petto e l'altro scosse la testa leggermente «Perché tradirmi? Non pensavo di essere un così pessimo fidanzato»
Jungkook per un attimo volle prenderlo a schiaffi e poi tirarsene anche qualcuno da solo. Come avrebbe potuto spiegargli che in realtà Taehyung fosse perfetto? Che non avesse niente di sbagliato, assolutamente zero. Ma come avrebbe potuto farlo senza raccontargli tutta la verità?
In fondo, erano dei semplici sconosciuti apparentemente.
E fu come se all'improvviso la stessa realizzazione la ebbe anche Taehyung che si riscosse, passandosi una mano sul volto e tentando di sorridere con imbarazzo «Oddio, scusa, non avrei dovuto chiederti una cosa del genere. Non ci conosciamo nemmeno. Mi sento uno stupido totale»
Jungkook non sapeva che fare, ma di certo ogni cosa sarebbe stata meglio anziché restar zitto «Non lo sei, non prenderti la colpa per una cosa del genere. È lei quella in torto» sempre lo era stata e sempre lo sarebbe stata.
«Ma io- cioè lei è lì, adesso, che-» Taehyung non seppe come spiegarlo, con la voce intervallata da chiusure delle corde vocali e la mente che non collaborava nel realizzare un pensiero intero.
Così Jungkook vide solo una soluzione. Per un attimo non avrebbe pensato a niente. Afferrò la mano di Taehyung, lo guardò negli occhi e gli disse «Vieni con me»
«Con te?» ripeté Taehyung quasi per averne conferma, alternando lo sguardo dalle loro mani, al volto di Jungkook che annuiva rassicurante «Sì, vieni, andiamo a casa mia. Incominciamo dal bere un bicchiere d'acqua»
☯
«Tieni, bevi piano. È tanto fredda»
Jungkook si sedette nella sedia accanto a Taehyung, aspettando che quest'ultimo potesse calmarsi almeno un po' e lasciare una diversa espressione sul suo volto anziché di quella afflitta «Grazie»
Jungkook osservava Taehyung con una strana sfrontatezza, come se non si stesse preoccupando di essere colto in flagrante. Sentiva come se dovesse approfittare di quel momento, di quella vicinanza, sentire il suo profumo e regalarsi un attimo di serenità per quei due secondi. E Taehyung manteneva la testa china, con però l'angolo dell'occhio attento osservatore. Le unghie a battere contro il vetro del bicchiere, tintinnando nervose dal voler dire qualcosa ma senza sapere da dove iniziare.
«Io-» dissero all'unisono, incastrando i loro sguardi e rimanendo sorpresi allo stesso modo, e felici nel sapere che l'altro avesse qualcosa da esprimere. Jungkook sorrise leggero, puntando un gomito sul tavolo, lasciando il braccio penzolone da esso e l'altra mano a scorrere nervosa sulla sua gamba «Oh, vai pure»
«No, no, prima tu» ribatté Taehyung, senza lasciare la presa dal bicchiere, come se fosse l'unico modo per restare con i piedi a terra, un contatto freddo che potesse richiamarlo all'ordine. L'acqua tendeva però a scaldarsi sotto l'influsso delle sue mani e della temperatura esterna, così come i loro animi che esalavano quasi una certa soddisfazione nell'essere insieme in quel frangente.
Jungkook ridiede vita alle sue labbra secche, tentò di far la stessa cosa con la sua gola ma non vi riuscì, lo sguardo di Taehyung, adorato, sotto le sue lunghe ciglia, che lo guardava con aspettativa e sollecitazione non riusciva a contrastarlo e gli rubava i pensieri «Ecco...non so bene come si consoli una persona in momenti come questi»
«Non voglio essere compassionato» asserì Taehyung, perfettamente conscio che, trovandosi in una situazione al quanto particolare e penosa, con un tradimento in atto, potesse provocare pena e compassione nelle persone. Ma non in Jungkook. Non in lui, che piuttosto provava rabbia verso se stesso.
«Non ti sto guardando in quel modo» gli rispose infatti, non avrebbe mai potuto. E Taehyung sentì il proprio respiro tremare, strinse più forte quel vetro cilindrico e percepì i suoi palmi bagnarsi con la condensa esterna. Ma non poteva lasciarlo andare, non quando sapeva che l'effetto che Jungkook gli provocava fosse piuttosto strano. Non lo conosceva, era vero, eppure in quel momento, lì con lui, poteva affermare di sentirsi rinascere e quello di Lalabel sembrava non essere più un problema. Piuttosto polvere da poter spazzare con un semplice panno.
Gli fece un po' male quel pensiero, non avrebbe dovuto rivolgersi in quel modo a quella che era ancora e a tutti gli effetti la sua ragazza. Un po' più di riguardo, si disse mentalmente, non compiere baggianate, sei nel giusto, non passare nel torto. Ma l'attrazione che lo portò a volgere il capo verso Jungkook fu troppo forte e dovette necessariamente guardarlo negli occhi «Ed allora in quale?»
Amore.
Amore, rispetto, impazienza e voglia di farlo star bene.
Avrebbe voluto rispondergli così Jungkook, ma dovette mordersi fortemente la lingua per evitare di far casino «Non farmi questa domanda»
«È perché non dovrei sentire la risposta?» chiese Taehyung, quasi intuendo nel profondo che vi fosse una strana verità non detta e mal celata.
Jungkook sbuffò amaramente uno sconvolgimento interiore ed un forte dissidio che premeva per rivoluzionare le carte in tavola «Perché non posso darti una risposta»
«E se fosse un segno?» domandò Taehyung, che in quei giorni precedenti parve capire quanto Jungkook fosse sensibile a questo argomento «Qualcosa per farmi aprire gli occhi sul mondo» rifletté.
Jungkook storse un angolo della bocca, quasi rasentando un certo spavento per l'argomento «Alle volte è meglio non farlo. La verità fa paura»
E Taehyung, quella volta, fu sinceramente stupito dalla risposta inaspettata da parte del corvino. E fu quasi come una spinta che lo portò a staccarsi finalmente dal bicchiere per volgersi completamente verso l'altro. Le sue gambe andarono a scontrarsi con quelle di Jungkook, sembrò un rimprovero «Pensavo fossi diverso. Non ti facevo così...»
«Ipocrita» concluse per lui Jungkook, afferrando lo strofinaccio sul tavolo e poi facendo segno a Taehyung di porgergli una mano.
«Non volevo dire quello» sussurrò il ragazzo, quasi sentendosi in colpa per aver espresso quel pensiero, mentre l'altro trascinava la stoffa sul suo palmo bagnato, asciugandolo ed osservando silenziosamente le sue linee della mano che tanto conosceva.
«Ma l'hai pensato e lo accetto. Ne sono cosciente» ammise tristemente «Ho paura, scappo, non voglio guardare in faccia la realtà. Non so più come si faccia a cogliere i segnali dell'universo»
«Forse hai semplicemente perso l'abitudine» ipotizzò Taehyung e Jungkook seppe che l'altro avesse perfettamente ragione. La magia andava praticata costantemente, allenata, studiata. Lui l'aveva lasciata andare ormai da qualche anno. Non aveva dimenticato, ma le sue energie avevano preso a decrescere. Decrescere, sì, ma non così tanto da rappresentare una tragedia. Purtroppo Jungkook quei segnali li vedeva eccome, il problema era un altro «O forse, cammino con i paraocchi volontariamente» appunto, il non coglierli quei segnali.
Taehyung allora invertì la presa e fu lui a bloccare i movimenti di Jungkook, afferrando la sua mano con sicurezza «Allora, inizia da me» gli disse, incoraggiandolo «Dimmi qualcosa che non vorresti dirmi»
Era quasi ironica la situazione, anzi, Jungkook la trovava piuttosto esilarante solo al pensare alla mole abnorme di informazioni che avrebbe dovuto dare a Taehyung a proposito del loro passato e di loro due e che invece non voleva cedergli «Tipo un segreto?»
«Anche, sì, perché no» e mentre Taehyung sembrò riprendersi e dalla sua mente sfumare quasi completamente il ricordo della sua fidanzata, Jungkook sembrò mediamente oscurarsi. E se avesse provato? Tipo ad accennare qualcosa e provar a vedere la reazione dell'altro.
Così annuì, prendendo un respiro profondo. Serietà da parte sua che non venne ben recepita dall'altro «E se ti dicessi che ci conosciamo?»
«Da quanto?» chiese divertito Taehyung, come a volergli tener su il gioco. Pensava che in parte lo stesse prendendo in giro, in fondo fino a qualche giorno prima era stato lo stesso Taehyung ad aver insistito con quella storia. E per un solo secondo sembrò quasi convincersi alla vista degli occhi sinceri di Jungkook e senza un velo di beffa a coprirli «Da tantissimo tempo. Ormai sono secoli» sussurrò Jungkook con il cuore tremante di dolore, aggiungendo poi «Da più di mille anni»
Lo aveva detto. Lo aveva confessato. Sentiva come se un peso si fosse alleggerito dal suo petto, ma giusto per una frazione di secondo, dato che l'istante successivo si ritrovò il sorriso di Taehyung, rallegrato adesso, almeno una cosa buona l'aveva combinata. La testa appena scossa del ragazzo che non volle credere a quella verità «Mhh, adesso passiamo a qualcosa di reale?»
Ed in parte Jungkook si sentì sprofondare, aveva fatto uno sforzo gigantesco che non era stato minimamente ripagato. Ma in fondo come poteva prendersela con Taehyung? Avrebbe dovuto sapere da principio quanto stupida fosse stata quell'idea. Forse doveva provare con altro. Qualcosa di più semplice «Mi piaci»
«Questo suona più veritiero» ammise Taehyung che non poté nascondere un certo interesse anche dalla sua parte e non fu sconvolgente sentire una cosa del genere, anzi, era favolosamente aggradante «E cos'altro?»
Jungkook volle quasi ridere dalla disperazione. Ma cos'altro avrebbe dovuto dirgli? Cavolo non lo sapeva, cosciente che quelle parole lo avessero investito, comportandogli un'immediata chiusura della gola, stringendola dolorosamente, pungendolo maledettamente forte. Ammettere certi sentimenti, di fronte l'impossibilità della loro realizzazione, era dannatamente ingiusto. E pensò anche di poter star meglio dopo ciò ma no, il magone cresceva, il suo petto veniva scosso e gli occhi riempiti di lacrime. Così, con le labbra forzate ad aprirsi e con davanti gli occhi il volto di Taehyung che diventata via via sempre più confuso dalle sue guance bagnate, affermò «Vorrei baciarti»
«E perché me lo stai dicendo mentre piangi?»
Taehyung lasciò andare le sue mani, piuttosto gli afferrò il volto, travolto dalla pioggia. Non capiva, che diavolo stava succedendo? Era lui a dover piangere in quel momento, non Jungkook. Pensò allora di aver detto qualcosa di sbagliato, qualcosa che lo avesse infastidito. Ma prima che potesse aggiungere altro fu Jungkook a parlare con la disperazione impressa nel volto «Perché non è così che deve andare. Sto sbagliando tutto, dovevo tenerti lontano, dimenticarti, pensare alla tua felicità, non farti soffrire ed invece sono il solito egoista»
Le sopracciglia corrugate di Taehyung espressero tutta la sua confusione «Aspetta, Jungkook, non ti sto più seguendo»
«Perdonami per quello che sto per fare» pianse Jungkook, pianse così tanto quando posò la sua fronte contro quella di Taehyung.
«Cosa dovrest-»
«Cancella i sentimenti» incominciò a dire, cercando di scandire il più possibile le parole. Si sentiva così dannatamente uguale a Lalabel. Ma sembrava quella l'unica via d'uscita a quel disastro. Gli aveva detto troppo, il gioco iniziale, era diventato un pericolo troppo grande. Doveva concludere tutto lì. E cancellare la memoria di Taehyung «cancella i ricordi, il tempo è per lo spazio, lo spazio per l'ordine, tutto ciò che era ora non lo è più»
Si staccò da lui e cercò di ricomporsi il più possibile prima che gli occhi persi nel vuoto di Taehyung, riacquisissero vita «Jungkook» venne richiamato ed immediatamente, con così tanta falsità, sorrise chiedendogli «Stai bene adesso?»
«Mi è successo qualcosa?» domandò Taehyung, non ricordandosi neppure come vi fosse arrivato in casa dell'altro. Lanciò un'occhiata al tavolo. Vide un bicchiere mezzo vuoto, uno strofinaccio aggrovigliato, Maggie a dormire sul divano.
«Il caldo fuori ti ha dato dei giramenti di testa, così ti ho offerto dell'acqua» spiegò alla sbrigativa Jungkook. Tentava di nascondere il volto. Si alzò per dissimulare, dirigendosi verso l'ingresso.
«Oh, grazie. Mi dispiace averti recato disturbo» si scusò Taehyung, seguendolo a ruota e portandosi una mano a grattare una guancia, imbarazzato, nell'essere così in balia di quel caos «Tu, invece? È tutto okay?» ribatté di rimando. Non era certo cieco, aveva notato il volto stravolto dell'altro.
Jungkook annuì freneticamente, mantenendo lo sguardo basso ed aprendo la porta per l'altro «Certo, certo»
«Allora, vado. Ci vediamo in giro. Grazie ancora» aggiunse Taehyung, lanciandogli un'ultima occhiata stranita. Sarebbe restato lì volentieri, ad interrogarlo, a chiedergli cosa non andasse ma la porta gli venne chiusa in faccia. Forse con un po' troppa forza, tanto che Taehyung si ritrovò a sussultare, stringendosi nelle spalle.
E nel mentre Jungkook si accasciò contro la porta, con la faccia contorta dal dolore, una mano a stringere la maglietta all'altezza del cuore «Non dovresti ringraziarmi. Dovresti odiarmi» asserì con quel suo pianto irrefrenabile a scuoterlo «Dovresti odiarmi così tanto perché sono uguale a lei»
☯
Angolo della parlantina:
DISASTRO. JUNGKOOK HAI FATTO UN DISASTRO.
Come va fiorellini? 🥰 Spero sia tutto a posto e che vi abbia fatto piacere questo aggiornamento di Reflection.
Mi mancano questi Taekook, mi manca la storia e rileggere questo capitolo per correggerlo mi ha fatto star bene. Mi ero predisposta di tornare solo una volta che avessi avuto la storia completa, ma mi sono resa conto di quanto sia infattibile far questa cosa nel minor tempo possibile, ci vorrebbero mesi prima di concluderla. Così ho deciso che da adesso tenterò di pubblicare ogni settimana un nuovo capitolo, ma non me ne vogliate se non riuscirò a rispettare l'appuntamento, ma state certi che appena l'avrò pronto, sarà subito vostro!
Tornando a noi, ripetiamolo tutti insieme: DISASTRO. JUNGKOOK HAI FATTO UN DISASTRO.
Ma vi pare quanto possa essere tonto certi minuti questo ragazzo? Cioè, era lì la sua opportunità di dire tutto a Tae ed invece COSA FAI? GLI CANCELLI LA MEMORIA? E la cosa paradossale è che facendogli dimenticare tutto, ha anche aiutato Lalabel involontariamente 🤦♀️
Anygay, Jimin entrerà presto tra le file del nostro esercito ehehehe. Così all'appello mancherà solo Hoseok, chissà che fine ha fatto🤭
Ci sentiamo presto, aggiornamento per venerdì prossimo assicurato!
ILY_Ely ♥
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