6. «Dimentica, Taehyung»

«Io te lo dico» partì così quella giornata, con una predica di Yoongi per Jungkook. Si erano ritrovati in quello che ormai da anni avevano ribattezzato come il loro "covo segreto". Dava l'impressione di qualcosa di losco o almeno...volevano dare quell'impressione. Poi nella realtà non era niente di importante, solo un garage nella periferia della città di Giza che avevano risistemato, creando un luogo accogliente in cui potessero passare del tempo insieme tra magia e chiacchiere.

Jungkook si lasciò andare sul divano, già mentalmente devastato da quel discorso che sarebbe arrivato «Quando inizi così non è mai niente di buono» commentò girando gli occhi al cielo. Yoongi non si trattenne affatto, chiuse di botto il libro che aveva letto fino a quel momento e si ripeté addirittura «Io te lo dico, Seokjin è preoccupato. Molto preoccupato» anche da loro erano arrivate le ultime notizie sulla salute di Jungkook e per quanto riuscivano a vedere la situazione in maniera molto più simile a quella dell'amico dato che anche loro conoscevano le origini di quella malattia, d'altra parte non potevano sminuire quel che stava attraversando Seokjin.

«Yoon, dimmi tu come posso porre rimedio a ciò» disse esasperato Jungkook. Yoongi alzò entrambe le sopracciglia, come per sottolineare l'ovvio e Jungkook capì al volo e scosse le mani in aria per indicargli di star zitto «Okay, sì, non farlo, tanto mi diresti sempre la stessa cosa»

«Ascolta» incominciò Yoongi, ripose il libro e andò verso la sua poltrona di fiducia «non vuoi spezzare la maledizione, però puoi provare a curarti, potrebbe funzionare» asserì serio. Non riponeva poi tanta fiducia in ciò, ma mai dire mai.

«Lo sai anche tu che non funzionerebbe» lo stroncò fin da subito Namjoon, correndo questa volta in soccorso di Jungkook. Yoongi gli lanciò un'occhiataccia di rimprovero «Nam, e dai, non darmi contro anche tu»

«Non ti sto dando contro, è solo un dato di fatto» sottolineò l'altro, curandosi bene di purificare i propri tarocchi con il fumo dell'incenso acceso. Doveva farlo obbligatoriamente ogni giorno, o le energie canalizzate precedentemente avrebbero rovinato le successive letture.

Yoongi sospirò sconsolato «La magia può agire sulla medicina, ma la medicina non può agire sulla magia. Lo so, però lui» disse riferendosi a Seokjin «si sta tenendo tutto dentro e poi chiama me»

Jungkook sentendo quelle parole, alzò un sopracciglio sorpreso «Perché ti chiama?»

«Per dirmi di controllarti» spiegò Yoongi e Namjoon commentò poco dopo con la sua bocca della verità «Cosa alquanto inutile dato che ti tiene già d'occhio costantemente»

Jungkook si irrigidì, fissò Yoongi e teatralmente si portò una mano davanti la bocca come se fosse scioccato «Sento la mia privacy violata»

Namjoon ridacchiò appena, sussultando il secondo dopo quando si accorse che uno dei tarocchi si stesse annerendo per la troppa vicinanza alla punta incandescente dell'incenso. Yoongi invece scosse la testa dandogli dello stupido per poi cambiare in parte discorso «In questi giorni vedo spesso Taehyung in giro da solo»

«Perché stai parlando improvvisamente di lui?» gli chiese Jungkook, tirandosi su a sedere più composto, come se fosse stato punto dall'argomento.

«Perché so che vuoi parlare di lui, ti sto solo aiutando» sospirò Yoongi, si sporse in avanti, poggiò gli avambracci sulle proprie cosce ed osservò Jungkook in attesa che parlasse. Namjoon decise di aiutarlo ad iniziare a parlare, si vedeva quanto l'altro fosse incerto da dove partire e su che cosa avesse dovuto dire «Come ti senti?»

«Non penso di star bene» buttò fuori Jungkook, mordicchiando nervoso il suo interno guancia.

«Perché ti mancano pochi mesi di vita o perché sai che l'amore della tua vita è fidanzato con la più grande stronza di tutti i secoli?»

A quella domanda Jungkook boccheggiò senza parole e si rivolse -questa volta veramente sconvolto e non per finta- verso Namjoon, mentre indicava Yoongi «Tu pensi che lo faccia apposta ad essere indelicato o è solo un suo modo di essere?» ribatté a sua volta e Namjoon che nel mentre andò da lui per sedersi comodamente al suo fianco, alzò le spalle non sapendo che dirgli.

«E dai, girarci attorno non serve a niente» sottolineò Yoongi.

Ed okay, Jungkook annuì, ammettendolo. Tanto lo sapevano già tutti «Mi fa male la situazione...perché non dovrebbe?» si mise un po' in posizione di difesa mentalmente ma Yoongi non aveva minimamente intenzione di contrastarlo, anzi gli diede ragione «No, è logico»

Ed il sentirsi supportato almeno in ciò, lo fece aprire un po' di più. Forse gli serviva solo la scusante, l'input che lo spingesse a farlo. Ne aveva veramente bisogno «Lo ripeto da anni ormai, volevo tenere Taehyung lontano da me, ma per quanto io mi impegni, non riesco. Ogni volta lo incontro e lui incomincia a dirmi che gli sono familiare, a chiedermi se ci siamo già conosciuti ed io sto impazzendo» si portò entrambe le mani sul volto, esasperato, emettendo un muto grido.

«E allora fagli recuperare la memoria» ovvio che gli suggerì quello Yoongi per l'ennesima volta. Jungkook subito si avvolse le braccia attorno il petto, intrecciandole, come un bambino impuntato sempre sulle stesse cose «Non posso»

«Ma perché sei così stupido» esclamò infervorato Yoongi, ci riprovava ogni volta a riproporgli l'argomento eppure erano tutti buchi nell'acqua. Namjoon sventolò una mano in aria, facendo segno a Yoongi di lasciar perdere, aggiungendo un «Perché è innamorato»

«Lui è felice ed io lo rispetterò» non si sprecò dall'aggiungere Jungkook, riferendosi ovviamente a Taehyung. Ma Yoongi sgranò gli occhi, non credendo a quelle parole, assurdo che riuscisse a definire Taehyung felice. Che gran cavolata.

«Certo, felice con quell'arpia. Ma ti senti quando parli?» girò gli occhi al cielo con la voglia di tirare una testata contro il muro. Poi arrabbiato decise di non starsene zitto, prese un profondo respiro, si inumidì le labbra e gli disse sfrontato «Sai cosa? Tu stai scappando dalle tue responsabilità perché hai paura. Ecco, l'ho detto»

Jungkook rimase lì a bocca aperta, sentendosi oltraggiato e attaccato. Che diamine! Se veramente credeva ciò, che si tenesse la sua preziosa opinione «È vero! Verissimo. Quindi lasciami continuare a scappare» gli rispose ad alta voce.

«Ma guarda tu che faccia tosta» mormorò Yoongi mentre Namjoon decise di intromettersi e prendere parola prima che quei due potessero continuare quel teatrino «Comunque sono d'accordo, l'ho notato spesso anche io, Taehyung è per la maggior parte del tempo solo ed anche con la testa tra le nuvole...inciampa sempre»

Jungkook finalmente si voltò verso di lui, cambiando totalmente espressione e confuso chiese maggiori informazioni «In che senso, inciampa sempre?» di fatti si ricordò come anche lui la prima volta che rincontrò Taehyung, fu proprio quando lui inciampò nelle sue stesse ciabatte sbadatamente.

Namjoon ci pensò su, non andò a sottolineare nuovamente ciò che aveva detto precedentemente piuttosto cercò di dare una spiegazione «È come se...» ma Yoongi che aveva notato la stessa identica cosa, finì quella frase per lui, chiudendo il pensiero «Come se fosse sotto l'effetto di un qualche incantesimo»

«Così non mi fate star tranquillo» asserì Jungkook mentre valutava quella possibilità che forse aveva in parte dato per scontata, fin troppo. Yoongi che però, al contrario, era già ben convinto e sicuro di cosa stesse accadendo, glielo ribadì chiaro e tondo «Non devi star tranquillo, e te lo dico io cosa sta succedendo. Lalabel sta manipolando a suo piacimento la mente di Taehyung e ci metto una mano sul fuoco»

Jungkook si stupì, non è che volesse difendere Lalabel, cavolo, non l'avrebbe mai fatto ma era come se non ne potesse avere sul serio la certezza «Ma io ho parlato con lui, ed è normale, come sempre e poi-»

Prima che potesse continuare, Yoongi lo sovrastò con la propria di voce «Non mi tirare fuori la scusa delle energie che non percepisci perché sai benissimo che si possono nascondere in molti modi e ormai l'abbiamo ben capito»

A quel punto, stufo di parlarne, Jungkook si alzò in piedi, sistemò la propria maglietta accartocciata «Per oggi direi che la seduta dallo psicologo può bastare» commentò sarcastico.

«Ed ecco che scappa di nuovo» sussurrò Yoongi incredulo ma Jungkook subito lo riprese «Voglio solo uscire fuori a respirare e poi devo andare a lavorare»

Ma Yoongi avrebbe avuto l'ultima parola, perché sapeva di aver ragione e si sarebbe scontrato con quel muro del suo amico fino a convincerlo «Jungkook, sono serio adesso. Se non deciderai tu di aiutare Taehyung, lo faremo noi, perché okay, siete voi quelli innamorati, ma lui è mio amico...è nostro amico» specificò «Non lo lasceremo in queste condizioni»

Jungkook non restò indifferente alle parole di Yoongi ed i suoi amici lo seppero bene, per quanto poi lui se ne andò dal loro posto sicuro per tornare al villaggio. Era arrabbiato, infastidito, sì soprattutto quello. Da una parte si sentiva impotente, dall'altra avrebbe potuto far qualcosa per Taehyung ma non sapeva se fosse veramente necessario. Aiutarlo avrebbe voluto dire riscuoterlo da una falsa vita, in balia di una donna malvagia ma ciò avrebbe comportato il soffrire ancora una volta per la vicina morte di Jungkook. Probabilmente fu un pensiero sbagliato ma Jungkook per un attimo pensò che fosse meglio una bella bugia che la triste verità. Eppure nel caso le supposizioni di Yoongi si fossero rivelate vere, sarebbe veramente riuscito a resistere dal rimanersene con le mani in mano?

Dava ragione a Yoongi, su tutti i fronti. Jungkook era perfettamente cosciente di star scappando dalla situazione, di continuare a provare a spezzare la maledizione. Però avrebbero dovuto anche capirlo: era stanco, stufo ed esaurito. E l'essersi allontanato persino dalla magia era segno evidente di ciò.

Causa ed effetto.

Sembrava che l'esistenza di Jungkook si basasse solamente su quella legge. Aprire quel dannato libro di Abramelin, gli aveva donato dei poteri. Bellissimo, perfetto, di cosa lamentarsi? Delle fottutissime voci nella sua testa che non riusciva a tenere più a bada. Non voler usare i poteri, voleva dire lasciar campo libero ai demoni che lo perseguitavano. Ma usare i suoi poteri, era un probabile modo per creare un altro guaio in più da dover gestire.

Ogni santa cosa non aveva mai il finale giusto, da lui desiderato. Si sentiva intrappolato, in un loop infinito, in cui gli altri credevano che lui avesse tutto il potere dell'universo mentre in realtà era ridotto all'osso. La magia del caos lo portava ad essere quello. Non voleva, non accettava di possedere della magia oscura. Per lui era come dire di essere come Lalabel, gestire le stesse energie negative e no, non si sarebbe mai abbassato a quel livello.

E così come ben sapeva, con quella dannata legge che lo perseguitava, si ritrovò davanti -alle porte del villaggio, a pochi metri di distanza- Taehyung. Un Taehyung dallo sguardo confuso, contratto in un'espressione addolorata «Tae-» stette per chiamarlo, preoccupato dalla sua corporatura rigida, impalata. Però poi i suoi occhi seguirono la traiettoria dell'altro, e finirono esattamente sulla scena che Taehyung stava osservando scioccato «Ma che diamine» imprecò Jungkook quando l'immagine che gli apparve fu di una ragazza- che riconobbe immediatamente come Lalabel, in atteggiamenti intimi con un uomo sconosciuto.

Causa ed effetto.
Eccoli che tornavano.

Causa? Yoongi che insinuava in lui un dubbio, quello secondo il quale Taehyung fosse soggiogato mentalmente, manipolato da Lalabel. Effetto? Il fatto che le energie fossero convogliate nello spiattellare sotto gli occhi di Jungkook ancor più la verità, facendogli capire che il suo amico non fosse andato per niente lontano dalla realtà.

Quando notò Taehyung scattare, arrivare davanti la sua ragazza, fu tentato di andar lì, riprenderlo, portarlo via «Dannazione» ma poi si bloccò, la sua coscienza lo fermò. Voleva capire, scoprire, vedere chiaro in quella situazione. Era un segno che l'universo gli stava mandando e non avrebbe dovuto rovinarlo con la sua stupida impulsività.

«Perché? Perché lo stai facendo?» sentì dire da Taehyung. L'uomo coinvolto si ricompose immediatamente, mentre Lalabel gli sorrise beffarda, facendo lentamente scivolare il vestito lungo le gambe e scendendo dal muretto su cui era seduta.

«Oh. Mi chiedo come tu faccia a scoprirmi ogni volta» asserì tranquillamente come se niente fosse. Taehyung continuò ad osservarla scioccato, passando gli occhi sul suo corpo, dalla testa ai piedi e poi osservando quell'uomo che continuava a chiedere a Lalabel chi fosse colui che era apparso all'improvviso «Ma di che stai parlando» mormorò Taehyung. Ogni volta? Era successo anche altre volte? Perché non se ne ricordava?

E quelle furono esattamente gli stessi pensieri che ebbe Jungkook, che osservava quella scena surreale sempre più incredulo «Cosa?»

«Ci rivediamo più tardi?» chiese all'improvviso l'uomo e Lalabel gli sorrise tranquillamente, lo baciò sulle labbra, gli sorrise ed annuì, sussurrandogli qualcosa all'orecchio. Taehyung esasperato si portò le mani tra i capelli. Aveva gli occhi sgranati, la bocca schiusa, avrebbe voluto solo andar via, quella vacanza era appena stata rovinata interamente «Lo baci proprio qui? Davanti a me?? Dio, non posso crederci»

«Dimentica, Taehyung» affermò però Lalabel, gli andò di fronte, calma, serena. Come se quella fosse una solita prassi.

Taehyung scosse la testa. Che richiesta insensata, pensò. Non avrebbe mai potuto dimenticarsi di un atto simile. Era stato appena tradito «Come potrei, tu-» ma le parole gli morirono in gola quando Lalabel alzò una mano in aria, la passò davanti il suo volto, sussurrando parole che Jungkook non riuscì a percepire. L'unica cosa che da laggiù riuscì a leggere sul labiale della ragazza fu un altro «Dimentica»

Taehyung da che era arrabbiato, infervorato, ferito...tramutò in una pura espressione confusa e spaesata. Sbatté un paio di volte le palpebre, si guardò attorno per poi riportare lo sguardo su Lalabel «Amore» la richiamò.

Lei recuperò la borsetta lasciata precedentemente sul muretto ed annuì «Dimmi»

«Che facciamo qui?» chiese Taehyung, constatando di essersi dimenticato di come fosse finito lì. L'ultima cosa che ricordava era che stava camminando tranquillamente per le vie del villaggio, poi niente, vuoto totale. Lalabel lo affiancò, lo prese per mano intrecciando le loro dite e gli sorrise falsa «Abbiamo detto di voler andare a mangiare qualcosa» gli spiegò e Taehyung -come se non volesse creare preoccupazione in lei per quel vuoto di memoria- fece finta che fosse tutto apposto «Oh, giusto»

Ed invece no, niente era come sembrava. Lalabel era ancora una stronza di prima categoria che aveva rubato la libertà di Taehyung ed anche la sua lucidità mentale. Chissà quante volte lo aveva già fatto e Jungkook inorridì di fronte quella consapevolezza «Yoongi aveva ragione»

Angolo della parlantina:

Eh sì, caro Jungkook. Yoongi ha sempre ragione.

Possiamo definirlo una sorta di capitolo di passaggio, ma fino ad un certo punto. Vengono spiegate un po' di cose e vi lancio anche dei punti di riflessione.
Yoongi per esempio è molto intenzionato ad agire al posto di Jungkook per salvare Taehyung, quindi chissà cosa combinerà il signorino 🫣

Nel frattempo Jungkook spiega anche un po' il perché sia così contrario all'usare la magia. Lo ridico velocemente per chi non lo avesse capito. Il fatto è che la magia del caos è un tipo magia nera, cosa che nella sua mente lo accomuna con Lalabel e gli brucia altamente il sentirsi anche solo minimamente accostato a quella figura. Di contro abbiamo il fatto che non usando la maia del Caos tutte le voci tornato a farsi sentire nella sua testa. Energie, entità, demoni che solo con la magia può tenere a bada.

Infine Taehyung che è stavo ovviamente soggiogato da una Lalabel che non lo ama affatto. Lo tratta esattamente come un burattino, può far della vita del ragazzo tutto ciò che vuole. 

La domanda allora è: dopo essersi accertato di ciò, Jungkook si deciderà a darsi una svegliata e a salvare Taehyung? Ed inoltre, se Lalabel non ama Taehyung, perché stanno insieme? Qual è il suo vero scopo?

Ci sentiamo settimana prossima!

ILY_Ely ♥

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