11. «Vuoi una nocciolina?»
Quel silenzio che lo circondava sembrava potesse cullarlo. Sapeva di essere disteso, sapeva di essersi svegliato ma manteneva le palpebre chiuse così da godere di quella tranquillità solo per un altro po'. Si ripeteva questo mentalmente anche se d'altra parte riconosceva che quella bolla di isolamento gliel'avesse garantita una sola persona: Seokjin. Non era per niente pronto ad affrontarlo. Ma avrebbe dovuto prendersi le sue responsabilità, fronteggiare il problema con la consapevolezza che non gli sarebbe successo niente di male e con la certezza che quell'uomo avesse recuperato i suoi poteri ed i suoi ricordi.
Ed allora i suoi occhi si spalancarono pian piano. Misero a fuoco il soffitto e poi scesero fino al volto di Seokjin che lo rassicurò con un timido sorriso. Era rimasto il solito di sempre ma se avesse voluto vomitare sul suo ex tutto l'odio che sentiva, Jungkook l'avrebbe lasciato fare perché avrebbe avuto semplicemente tutto il diritto di farlo. Ma indovinate quale furono le prime parole di Seokjin? «Come ti senti?»
E Jungkook si sentì una piccola cacca distesa su quel divano, maleodorante e solamente funzionale all'essere pestata. Aveva quasi il desiderio masochista di voler essere trattato male, non se lo meritava tutto quel riguardo nei suoi confronti «Potrebbe andar meglio» stropicciò i propri occhi e a stento si tirò su «Che ore sono?»
«Quasi le dieci e mezza» Seokjin si fece appena da parte per permettere alle gambe di Jungkook di scendere dal divano e portarlo a sedersi. Ma quando all'improvviso lo vide scattare per alzarsi «Devo andare, dannazione» lui si premonì di afferrarlo quasi con prepotenza, dovuta dalla preoccupazione per il suo stato di salute. Il giorno prima era svenuto in preda ad un'alta febbre, non si era risvegliato per più di dodici ore e adesso pretendeva di andare in giro come se niente fosse?
«No, non andrai da nessuna parte, il tuo corpo è troppo sofferente»
«Seok, devo lavorare» Incise Jungkook, serio nello sguardo e duro nella voce.
«Chiama tuo padre e digli che stai male» propose l'altro che al momento poco si curava di questioni irrisolte, ma da persona che teneva a Jungkook e in qualità di suo medico preferì provvedere ad altro.
«Non è fattibile» mormorò Jungkook perché suo padre in realtà poco vi entrava in quella situazione, non doveva lavorare nel villaggio, piuttosto vi era un compito molto più grande a cui assolvere. Seokjin ci mise poco a capire, aveva parlato tutta la notte con i ragazzi «Dovete prendere la pietra, giusto?»
Ed allora Jungkook ebbe la sua conferma: Seokjin aveva recuperato i suoi ricordi, era stato risvegliato «Presuppongo tu abbia seguito il mio consiglio. Dove sono tutti?»
«Hanno detto che avevano da fare»
«Perché diavolo non mi hanno svegliato? Lo sanno che servo io per attuare il piano» imprecò il ragazzo, alzandosi ma venendo bloccato dall'altro che lo teneva per mano.
«Hanno preferito non farlo»
«Devo comunque andare, non posso lasciarli soli anche in questo»
Di loro due avrebbero parlato poi, con calma.
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Jungkook si mise allora fin da subito a lavoro perché vi era una differenza tra la sua storia con Taehyung e la vendetta nei confronti di Lalabel. La seconda sembrava più facile da costruire ed attuare. Animato da uno spirito non troppo positivo, si rimboccò le maniche, portò il suo solito gruppo di turisti nella meta per eccezione e ripeté come una poesia imparata a memoria le solite informazioni «Per costruire la piramide di Cheope sono stati utilizzati 2.300.000 blocchi di pietra, pesanti tra le 2 e le 70 tonnellate. Quando era ancora rivestita di calcare bianco, poteva essere vista persino dalla luna ed è l'unica a possedere dei "condotti d'aria"» parlava mentre si incamminavano all'interno di quelle strette vie, rivolgendo per lo più le spalle ai turisti e facendo sì che la sua voce potesse compensare con la mancanza visiva. Perché vi era un problema: tossiva e tossiva sangue, il ché non avrebbe aiutato molto, bisognava tenerlo nascosto e accartocciare l'intoppo in quel fazzoletto che stringeva nella mano sinistra. Seokjin aveva ragione sulle sue condizioni di salute Lo seguiva da lontano, da infondo al gruppo, insieme agli altri e lo monitorava. Ma per Jungkook non era permesso mollare.
«Andremo fino alla tomba del faraone?» Taehyung lo affiancò senza preavviso e Jungkook si sentì sobbalzare. Scansò il più velocemente possibile la mano incriminata.
«Certo, ormai sono aperti praticamente tutti i cunicoli presenti. Anche se gira voce che ve ne siano degli altri ancora nascosti»
«Oh, wow, sono veramente curioso» asserì Taehyung, macchina fotografica alla mano e pronto per scattare nuove foto. Jungkook lanciò un'occhiata agli scatti che l'altro stava rivedendo e rimase di stucco nel notare che fossero tutte in bianco e nero. Non aveva perso l'abitudine...ed un misero sorriso di malinconia lo inondò.
«Non ti aspettare chissà che cosa. Praticamente tutti i tesori sono stati saccheggiati, l'interno della Piramide è completamente vuoto, ad eccezione del sarcofago gratinato del grande faraone Khufu, ma anch'esso vuoto»
«Però vi è un'eccezione, giusto?» domandò retorico Taehyung perché già conosceva quella risposta e Jungkook assottigliò gli occhi «Come fai a saperlo?»
«La mia ragazza è una grande appassionata e me ne ha parlato» spiegò Taehyung e Jungkook annuì, dovevano star ancora più attenti «Sì, è vero, sul sarcofago del faraone è rimasta una sola pietra prezios-» un colpo di tosse lo bloccò dal parlare e si voltò di scatto, gli diede le spalle e macchiò di rosso ancor più quella carta stropicciata.
«Tutto bene?» chiese preoccupato Taehyung che lasciò penzolante la macchina fotografica dal collo per poter posare delicatamente una mano sulla schiena di Jungkook che abbozzò un sorriso e scrollò le spalle.
«Raffreddore passeggero»
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«Al momento è impossibile anche solo pensare di avvicinarsi» mormorò Namjoon. Si erano riuniti nella stanza del faraone. Le persone osservavano, fotografavano, godevano di quella vista mentre loro confabulavano e tenevano sott'occhio Lalabel.
«Aspettate lo sfollamento della folla, fate le cose con calma, come abbiamo programmato» disse Jimin, quello che aveva costruito il piano al dettaglio. Jungkook si sarebbe occupato dei turisti, Jimin avrebbe distratto le guardie, Seokjin, che si era preso un bel permesso dal lavoro perché guai a lasciare Jungkook da solo nel suo stato, avrebbe interferito con le telecamere per qualche secondo mentre Namjoon recuperava la vera pietra, Yoongi l'avrebbe sostituirla con la finta. Tutto il resto spettava a Lalabel.
«E se Lalabel la prendesse prima di noi?» chiese intimorito Seokjin ma Yoongi lo rassicurò «Non può, come non possiamo noi in questo momento, ci sono troppe persone presenti. Tornerà sicuramente dopo, si occuperà delle guardie e ruberà la pietra»
«Datemi qualche secondo per staccare il laser protettivo» affermò Jungkook ma Namjoon gli fece capire che non fosse necessario «Non ce n'è bisogno, Yoongi ha preparato un incantesimo eludente che userà Seokjin» Gli occhi dei due si incontrarono e Yoongi che aveva meditato sul fatto che forse il giorno precedente avrebbe fatto meglio a non utilizzarle certe parole, avrebbe voluto scusarsi «Kook, possiamo parla-» ma trovò un muro.
«Non è il momento, forse dopo» Jungkook si rimise a capo della sua ciurma di villeggianti e gli altri si misero all'opera.
«Jimin, preparati a distrarre le guardie. Nam, un tocco e fuga. Prendi e allontanati» istruì Yoongi, con il volto indurito da quel rifiuto.
«Signori, il giro è concluso, permettetemi di accompagnarvi fuori dalla piramide. All'esterno troverete diverse bancarelle dove potrete acquistare un ricordo, successivamente vi aspetto come sempre sull'autobus di ritorno» spiegò Jungkook strascinandosi la folla dietro.
Jimin si avvicinò con passo felino alle guardie. Due uomini di bella stazza, rigidi nella loro postura e incuriositi da quel ragazzo invadente «Buongiorno!»
«Salve» lo osservarono sospettosi, non capendo che intenzioni avesse. Jimin intanto tirò su un meraviglioso sorriso ammaliante.
«Volevo chiedervi, come ci si sente a fare il vostro lavoro?» e l'imprecazione di Yoongi non passò inosservata, indispettito dalla pessima tecnica di distrazione di Jimin.
«Prego?» sollevarono quasi in contemporanea un sopracciglio infastiditi quei due dai gonfi pettorali. Jimin tornò allora a schiarirsi la voce.
«Voglio dire, penso che sia un ruolo importante e di grande valore, il sorvegliare uno dei tesori classificati come patrimonio dell'umanità» sembrò riuscire a tirar su nuovamente la situazione, di fatti notò le curve delle spalle dei due rilassarsi, tornare verso il basso.
«Sì, beh, è motivo di orgoglio»
«Ne ero sicuro» sbatté le palpebre con veemenza Jimin «Se può permettermi un'altra domand-»
«Dai, Jimin, lascia stare i signori al loro lavoro. Scusate, è un ragazzo molto curioso» fu Namjoon a parlare, afferrando Jimin dalle spalle e tirandolo verso di sé per fargli segno di aver finito. Potevano andare via.
«Fa niente, è stato un piacere» li congedarono le guardie e Jimin sventolò una mano, allontandosi «Anche per noi!»
«Fatto?» chiese non appena si girarono di spalle.
«Certamente» confermò Namjoon.
«E adesso?» chiese Jimin.
«È il turno Lalabel» spiegò «Non è una sprovveduta. Una volta preso il falso che abbiamo messo noi, lei lo sostituirà con l'ennesimo falso, in modo che nessuno possa accorgersi del furto. Ciò che lascerà, si riporterà a casa»
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Pelle calda, capelli umidi strofinati da un asciugamano ed un secondo legato in vita. Taehyung uscì dal bagno, fresco di doccia. La giornata era stata piuttosto intensa «Cosa fai?»
«Leggo» rispose Lalabel comoda sul letto, con la schiena riversa contro la testiera e le gambe comodamente scivolate sulle coperte.
Non fu un caso che gli occhi di Taehyung si allargano dallo stupore nel notare accanto alla sua ragazza una pietra che aveva conosciuto proprio quel giorno «Quella non è-»
«La pietra dell'immortalità. Ovviamente è un souvenir, una riproduzione» sorrise in modo forzato e sbrigativo la ragazza, aveva raggiunto il suo scopo ma sentiva che qualcosa non funzionasse poi così bene. Ed allora si era messa a lavoro, con i suoi libri tra le mani per cercare spiegazioni. Le energie che percepiva erano diverse da quelle che sarebbero dovute essere.
Taehyung annuì, riprese a fare ciò che aveva interrotto, ovvero vestirsi «Certo...non ti prepari per stasera?» cambiò argomento, Jungkook gli aveva detto che in vista della fine della loro vacanza, il villaggio era solito organizzare delle serate molto carine.
«Preferisco restare a casa, sono molto stanca»
Taehyung ci pensò su. In parte avrebbe voluto tanto vedere Jungkook, era poi curioso della festa, ma se Lalabel aveva quelle intenzioni, Taehyung avrebbe cambiato i suoi piani senza problemi «Allora, resterò con te»
«No, tranquillo vai. Goditi a fondo questa vacanza, non rovinarlo per i miei mal di testa» ma a lei, di averlo attorno, proprio non andava. Era meglio levarselo di mezzo i piedi.
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Quel falò che Taehyung intensamente fissava si rifletteva con i suoi colori rossastri all'interno dei suoi occhi. Lo riscaldava con prepotenza, gli faceva sentire forse troppo caldo ma era accogliente. Pensò a Lalabel, al fatto che forse a lei sarebbe piaciuto vederlo o forse no, si contraddisse il secondo dopo riflettendo e ragionando sul fatto che la sua ragazza non avesse mai avuto gusti simili a quelli suoi.
Al di là di ciò, sarebbe stato carino passare quella serata insieme. Avrebbe avuto un gusto romantico.
«Non ne trovi il senso neanche tu, vero?»
Taehyung venne liberato dall'incantesimo dei suoi pensieri da una voce che era sicuro di aver già sentito. Si voltò alla sua sinistra e vide un ragazzo più basso di lui, dai capelli neri, fissare il fuoco al suo stesso modo «Perché accendere un falò quando fa già così tanto caldo?» scosse appena la testa, pensieroso «Vengo qui da tanti anni ma ancora non ho trovato una risposta»
«Vieni qui in vacanza spesso?» chiese Taehyung. Gli sembrò il caso di essere gentile e colloquiale, così da fare conversazione.
«No, sono solo un amico di Jungkook che si infiltra spesso per vedere il suo amico» rispose, guardando finalmente l'altro negli occhi.
«Beh, allora piacere, Taehyung» gli porse una mano. La stretta venne ricambiata felicemente.
«Yoongi»
«Hai già visto dov'è Jungkook?» gli chiese Taehyung curioso, non lo aveva ancora trovato, incosciente però del fatto che quel povero ragazzo fosse chiuso a casa sua cercando di calmare o almeno affievolire quella pena che lo affliggeva.
«Sì, sarà in giro, alle volte si occupa anche dell'animazione serale» spiegò Yoongi che dal canto suo doveva ancora chiarire con Jungkook e risolvere quella discussione che si stava protraendo anche troppo per i suoi gusti.
«Suo padre lo fa lavorare tanto»
«E lui è un ragazzo che si impegna. Tu sei qui da solo?» indagare, ecco il primo punto da assolvere in quel piano.
«La mia ragazza ha voluto restare in camera, ha detto di essere stanca»
«Ci sta. Vuoi una nocciolina? Penso di averne comprate troppe prima» secondo punto del piano, il più importante.
«Io...» Taehyung si sentì in imbarazzo. Accettare del mangiare da chi non conosceva? No, non avrebbe dovuto farlo.
«Insisto, finirà che le avrò mangiate tutte e poi mi sentirò male. Ti prego, dammi una mano, anche solo una» ma Yoongi gli fece piuttosto pena in quella messinscena che stava tirando su. In fondo non gli sarebbe costato niente prenderne una. Guardò il sacchetto e cavolo, erano veramente tante.
«E va bene, ne accetterò volentieri una»
«Grandioso» sorrise a tutto tondo Yoongi mentre Taehyung infilava la mano nella sua busta e senza saperlo, prendere la risoluzione a buona parte dei problemi. Ma prima che potesse mangiarla, aggiunse «Vuoi sapere una leggenda? Si dice che se dopo aver mangiato una nocciolina, si soffi sul fuoco, in esso si vedranno specchiati tutti i nostri ricordi andati perduti» passavano i secoli ma il trucchetto era sempre lo stesso.
«Sul serio?» l'attenzione di Taehyung venne catturata violentemente. Aveva insistito su quell'argomento per giorni con Jungkook e adesso sembrava così facile la risoluzione. Ma era una leggenda. Sì, una leggenda, giusto. Perché dare retta a delle dicerie?
«Scusami. Pronto?» Yoongi fece finta che lo stessero chiamando al cellulare. Fece finta di rispondere, di ascoltare diligentemente, di storcere il naso in segno che qualcosa non andasse e poi «Arrivo subito. Mi dispiace, devo andare» riattaccò e si rivolse a Taehyung al quale non rimase che dirgli «Fa niente, vai pure. È stato bello far la tua conoscenza»
«Ricambio. E non scordare di provare» intervenne Yoongi riferendosi alla nocciolina che Taehyung stringeva ancora tra il pollice e l'indice.
«Io non-» non l' avrebbe fatto. Lo stava per dire, eppure si bloccò, per poter magari fare un ultima domanda in merito a quel che gli raccontò Yoongi ma quando rialzò il volto, non lo trovò più «dov'è andato? È stato...veloce» sparito in meno di un secondo. Sospirò, migliorò la sua postura, ed alternò lo sguardo tra fuoco e nocciolina «Non vorrai crederci veramente?» si domandò, sbuffando una risata. Poi tornò serio «Però se provassi, in fondo basterebbe soffiare»
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Era trascorsa più di un ora. Taehyung era rimasto lì, fermo, immobile. La mente così piena di pensieri che sembrava non potesse contenerne più neanche mezzo. Yoongi ripassò a tempo debito, volendo capire se il suo metodo di persuasione avesse dato i suoi frutti. Sapeva che Jungkook si sarebbe in parte arrabbiato ma puntava sul fatto che magari la felicità del rivedere il vero Taehyung potesse mitigare le sue azioni di risposta. Yoongi lo trovò lì, seduto a terra, sull'erba fresca del giardino con a pochi metri da sé cenere e quei pochi tizzoni ardenti rimasti «Sei ancora qui? Il fuoco ormai è praticamente spento-»
«Yoongi» la voce seria di Taehyung lo richiamò. Ricordava tutto. L'incantesimo aveva funzionato. Era così palese «È tutto così dannatamente confuso» mormorò Taehyung mentre Yoongi si inginocchiò sl suo fianco. Gli pose una mano sulla spalla per dargli supporto e per richiamarlo a sé.
«Lo so, è una bella dose di ricordi» lo avrebbe aiutato in seguito ad aprire e leggere i suoi registri akashici ed alleviare la confusione per avere un'idea più chiara di tutto.
«Che fanno male» sentenziò Taehyung, volsepoi il capo verso l'altro «Jungkook-» chiese tacitamente e Yoongi scosse la testa «Lui non sa niente, ti ho risvegliato senza il suo consenso»
«Non voleva...» la delusione nella sua voce sembrò tanta.
«Non voleva risvegliarti per non farti soffrire. Non vuole più lottare» disse Yoongi per metterlo al corrente della situazione seppure con poche e veloci frasi.
«Cosa? Che stupido. Domani è il penultimo giorno» avrebbero dovuto risvegliarlo prima, era tardi, decisamente tardi. La vacanza stava finendo.
«Lo so, devi convincerlo in due giorni» affrontare la maledizione e provare a spezzarla una volta per tutte. Era quello ciò che dovevano fare e non bisognava rimandare più. Una soluzione c'era, esisteva, per forza.
«Ci proverò»
«Devi riuscirci» lo corresse Yoongi, per poi accoglierlo con un sorriso «Bentornato, Tae»
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Angolo della parlantina:
Ma buona domenica! Come state?
Ecco qui il nuovo capitolo, sono passate un paio di settimane se non erro, ma non trovavo un pomeriggio di tranquillità per mettermi a scrivere 😭
Tutto sommato possiamo dire che siamo arrivati ad un primo punto di svolta. Yoongi lo aveva preannunciato. Lo ha fatto. Ha risvegliato Taehyung, gli ha ridonato i ricordi anche senza avere il consenso di Jungkook. Secondo voi ha fatto bene o male?
Io direi che era necessario, se non ci fosse stata la sua, seppur avventata, decisione, non ci saremmo più mossi.
Il chiarimento di Jungkook con Yoongi e con Seokjin avverrà a tempo debito.
Quindiiiii i nostri Taekook belli e coscienti stanno tornando! Chissà cosa accadrà quando si vedranno👀
Speriamo di sentirci presto!
ILY_Ely 💜
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