Capitolo 5

- Quando mi avevi detto che casa vostra si trovava a Seoul... non mi sarei mai immaginata che mi sarei trovata davanti a...questo... - la donna guardò incredula l'edificio instabile in cui abitava Eunji facendo una smorfia, subito dopo aver visto anche il tipo di persone che giravano per quel quartiere.

- N... signora Kim, per favore! - commentò incredulo Tae-hyung spintonando appena la nonna di lato che scosse le spalle innocentemente.

- Ah... ha ragione signora Kim, ma dato che mia madre è morta in giovane età e mio padre ci ha abbandonato subito dopo, è stata nostra sorella che si è presa cura di noi. Nessuno voleva darci fiducia, ma quando ci hanno affittato questo posto, per lei è stato come oro colato. Se aveste visto la sua faccia quando ci ha portato qui...- sorrise tristemente al ricordo - io e mio fratello ci siamo rimboccati le maniche presto, ci stavamo tirando su... ma quando si è ammalata, è andato tutto storto...- concluse sospirando mentre alzava il viso verso l'ultimo piano.

La donna si schiarì la voce imbarazzata, era rimasta impressionata dalla sua triste storia ma non lo avrebbe mai ammesso - Bè direi che è giunto il momento di andare dai tuoi fratelli... -


Al sorriso spontaneo di Eunji, il ragazzo la fissò un po' più del dovuto.

Ogni volta che credeva di averla capita, ecco che sfoderava altre parti di sé. Era la prima volta che si trovava così in difficoltà nel comprendere una persona. Conoscendola in quei giorni non poteva che apprezzarne la sua grande forza di volontà e coraggio anche dopo tutto ciò che aveva passato. Stava iniziando ad ammirarla sinceramente.


Salirono le scale ripide e decadenti del palazzo fino ad arrivare davanti ad una porta con una piccola targa su cui era incisa un'unica parola "Park".

Dopo aver suonato il campanello, un giovane ragazzo dai capelli biondi come il grano aprì la porta.

Tae-hyung osservò curioso i suoi lineamenti quasi fanciulleschi fare contrasto con i suoi occhi scuri e profondi. Rivedeva Eunji in lui, sicuramente erano parenti, la somiglianza era indiscutibile. Alla loro vista però corrucciò la bocca carnosa in una fessura ed anche senza il suo solito spirito d'osservazione non gli ci volle molto a capire quanto fosse sorpreso e contrariato nel vederli lì.


- Cia...-

- Park Eunji!- Tuonò il ragazzo vedendola di fronte a sé - Sparire per giorni in questo modo senza dare notizie?! Ti sembra il caso?!- continuò alzando di volta in volta la voce.

- Jimin... - provò a riparlare la corvina ma venne nuovamente interrotta.

- Non dire Jimin!! Hai idea di quanto mi sia preoccupato! - l'abbracciò di getto stringendola forte a sé - Non farlo più te ne prego! Nostra sorella sta già così male, non farmi stare in ansia anche per te... per favore... - finendo la frase Eunji sentì il suo tono incrinarsi sempre di più, facendole stringere il cuore.

Lo abbracciò a sua volta nascondendo il viso contro il suo petto. Voleva sinceramente bene a suo fratello e non aveva intenzione di farlo stare in pena per lei, ma non aveva intenzione di rimanere con le mani in mano e lasciare al destino le sorti della sorella.

- Scusa...- disse staccandosi a malincuore, ritrovando i suoi occhi lucidi.

Annuendo il ragazzo si voltò curioso verso le altre persone che erano rimasti in silenzio fino a quel momento.


- Signor Park! Lieta di conoscerla, io sono la dottoressa Kim e lui è il mio tirocinante, siamo qui perché vorremmo visitare sua sorella se non le dispiace!- la signora Kim prese iniziativa sfoggiando un sorriso a trentadue denti che spaventò quasi il nipote nel guardarla.

La ragazza annuì di getto dandole man forte - S... si esatto! Sono qui per visitare Min-jee, facciamoli entrare... prego prego! - entrò per prima nell'appartamento facendo strada davanti ad un incredulo Jimin.

- Sei andata via per tutto questo tempo perché hai cercato una dottoressa? - chiese curioso a sua sorella ancora titubante per la bugia appena detta.

Tae-hyung vedendola in difficoltà usò il suo charme per attirare l'attenzione - Siamo molto richiesti, la dottoressa Kim è davvero famosa nel suo campo...siamo rimasti inteneriti dalla richiesta di aiuto di Eunji, ed eccoci qui!- gli strinse la mano sfoderando il suo sorriso più seducente facendo imbarazzare il biondo.

- M... mia sorella è da questa parte... - farfugliò Jimin con le guance arrossate e rimasto abbagliato dal giovane si avviò confuso indicando la direzione da seguire.


- Dovrei fare questo effetto a chiunque solitamente scricciolo, prendi appunti! - sussurrò il riccio abbassandosi all'altezza della ragazza con un grande sorriso di chi la sapeva lunga.

Anche se non lo diceva, sotto sotto era ancora infastidito dalla sua resistenza nel lasciarsi abbindolare come facevano solitamente tutti gli altri.

Ghignando Eunji di tutta risposta gli schiacciò il piede - Ed io mi chiamo sempre Eunji sbruffone! Prendi appunti! - gli fece una pernacchia prima di raggiungere il fratello ridendo soddisfatta.

Tae-hyung si toccò il piede dolorante vedendola correre via divertita, il fatto che gli tenesse testa lo faceva sorridere.

Quella situazione era insolitamente piacevole, doveva riconoscerlo.


Appena entrarono nella stanza la signora Kim guardò preoccupata il nipote.

- Si sente lontano un miglio la presenza pressante della magia nera derivata dal maleficio... fa attenzione... non far entrare i ragazzi! - bisbigliò prima di avvicinarsi alla giovane sdraiata sul letto.

Tae-hyung dopo aver annuito e chiuso la porta dietro di sé, si concentrò su Min-jee.

Nel vederla si stupì di quanto anche lei somigliasse al fratello Jimin, ancor più di Eunji stessa. Aveva lo stesso viso genuino e puro e se non fosse stato per la malattia che la stava consumando, sicuramente sarebbe stata una bellissima ragazza dai capelli biondi e dalla pelle bianca.

Gli si strinse il cuore nel vederla così sofferente e smunta.

Sarebbero davvero riusciti a fare qualcosa?


- Tesoro? Min-jee... mi senti?- sussurrò dolcemente la donna sedendosi accanto a lei.

Aprendo gli occhi confusa, la fissò per qualche minuto in silenzio.

- Ciao sono la dottoressa Kim, come stai? Riesci a parlare? - con dolcezza continuò a farle domande sperando di ottenere qualche risposta per poterla aiutare.

- ... N... non sto bene... - mormorò spaventata - Mi osserva sempre... mi parla... falla smettere...- due lacrime le rigarono il viso chiudendo velocemente gli occhi e tappandosi le orecchie con le mani.

- Cosa? Cosa vedi Min-jee? Dimmi di più! Non avere paura!- le afferrò le mani tremanti cercando di rassicurarla.

- Lei... è sempre lì!! Io... non voglio... basta!! Bastaaa!!!- urlò all'improvviso sempre più terrorizzata attirando l'attenzione dei fratelli arrivati di corsa nella stanza.

- Min-jee! Non piangere... Min-jee!!- Jimin abbracciò la sorella piangendo con lei, mentre Eunji in piedi accanto al letto scosse il capo ad ogni urlo o pianto sentisse.

- Vi prego!! Sta soffrendo!! Fate qualcosa... maledizione!!- inveì contro Tae-hyung picchiando i pugni contro il suo petto distrutta.

Il riccio strinse gli occhi nel vederla soffrire in quel modo, la chiuse senza pensarci in un abbraccio silenzioso accarezzandole i capelli, stava male per loro.

La situazione era più grave di quello che avesse mai pensato.

- Portali via da qui... - disse apatica la donna, cercando di stabilizzare Min-jee ancora sofferente accanto a sé.

Ubbidendo afferrò per il braccio Jimin e tenendo stretta Eunji uscirono chiudendo la porta dietro di loro.


Il biondo cercando di calmarsi si spostò in sala, sperando di non sentire più quelle urla che gli attanagliavano la testa da mesi ormai.

Eunji invece si staccò dalla morsa del ragazzo per guardarlo negli occhi - Sii sincero! Cosa le sta succedendo?!-

- Vuoi davvero la verità? - chiese serio.

- Si! Senza giri di parole!-

- Un potente maleficio aleggia su di lei, tua sorella sta per morire! - come richiesto riassunse in poche parole qualsiasi inutile discorso per indorare la pillola.

- Cosa?! Non può essere... non può morire! Maleficio?! - confusa lo afferrò per la maglia strattonandolo - Ma di che stai parlando?! Non esistono queste cose!-

Lui le afferrò le mani scuotendola a sua volta - Dopo aver visto un vampiro e la mia magia credi seriamente che non esista tutto ciò? Davvero pensi che nella tua famiglia stia capitando questo per una coincidenza?! Eunji pensa!-


I suoi occhi sinceri le fecero mancare un battito.

Eunji si lasciò cadere su una sedia sconvolta per quella verità sbattuta in faccia, prese a torturarsi i capelli intrecciandoli tra le dita, lo faceva sempre di riflesso incondizionato quando era troppo nervosa.

Non poteva credere a ciò che aveva sentito, ma più ci pensava e più capiva che le sue parole avevano un senso. Nella sua famiglia effettivamente erano successe fin troppe cose strane da poter dire che erano solo frutto di una qualche casualità.

Ma avrebbe mai potuto credere ad una simile realtà?

Il riccio sospirò affranto nel vederla così disorientata e si sedette accanto a lei.

- Ascoltami attentamente... - le voltò delicatamente il viso obbligandola a guardarlo negli occhi - E' una fortuna che ci sia la nonna in questo momento! E' un'esperta guaritrice, potrebbe aiutarla a farla star meglio ok? Con calma cercheremo di capire come comportarci! Troveremo un modo per salvarla vedrai! -

Voleva darle una speranza, anche se non aveva davvero idea di come poterla aiutare, ma l'unica cosa che sperava era di non vedere più quegli occhi così solitamente lucenti, spenti e privi di vita. Non sarebbe riuscito a sopportarlo.


Dopo più di un'ora, la nonna uscì dalla stanza raggiungendoli.

Li ritrovò seduti nella piccola sala, immobili a guardare il vuoto aspettando notizie.

- Per il momento Min-jee sta meglio... - annunciò seria attirando l'attenzione su di sé- Ma per far questo ho dovuto metterla in coma farmacologico... -

Jimin si alzò sconvolto dalla sedia - Cosa? Senza il nostro consenso? Ma... -

- Volevi vederla impazzire più rapidamente? Facendo questo le sto dando tempo...- alzò la voce facendo zittire di colpo il biondo - Io ed il mio tirocinante cercheremo una cura per la ragazza e poi torneremo qui!-

Eunji toccò il braccio di Jimin guardandolo con speranza che affranto si risedette sulla sedia, sconfitto dalla decisione presa.


La donna guardò Eunji tristemente, in qualche modo si rivedeva in lei e le si strinse il cuore vedere quello che stava sopportando in silenzio.

Avevano passato entrambe una vita difficile, eppure per sostenere l'intera famiglia si obbligavano ad essere forti, ricacciando indietro le proprie emozioni.

Lei stessa aveva perso il figlio, la nuora ed un nipote in una singola notte.

Per Tae-hyung, lei sarebbe stata la sua roccia, la sua guida; se lo era ripromesso quando lo aveva preso con sé.

Quindi capiva benissimo cosa stesse passando, provò un grande rispetto per lei e in quel frangente prese la decisione di abbracciare la sua causa.

- Per questa notte rimarremmo qui, devo tenerla sotto osservazione se non vi dispiace... - ritornò nella camera di Min-jee senza aspettare alcuna risposta.

-

Iseul si svegliò all'improvviso per colpa di un forte rumore sentito in lontananza, ancora in stato confusionale girò il capo verso la finestra e capì vedendo la luna alta nel cielo che era già notte fonda.

Rimase immobile nel letto, prima di saltare a conclusioni voleva assicurarsi di aver sentito realmente qualcosa e non la conseguenza di un sogno molto vivido.

Ma sentendo un altro rumore identico a quello precedente, si convinse ad alzarsi, non se lo stava solo immaginando.

Timorosa uscì dalla propria stanza e dopo aver attraversato in silenzio lo studio del padre, s'incamminò nel cortile interno, mettendosi i suoi calzari.

Ad ogni passo, i rumori si facevano sempre più forti e nitidi. Era sempre più vicina alla sorgente, lo sentiva.

Dopo aver superato un piccolo muretto in pietra, vide di spalle un ragazzo vestito da hwarang.

Sicuramente apparteneva alla scorta del turno di notte, il padre le aveva spiegato che la loro famiglia era tra le più ricche ed antiche della città e dato che poteva essere rapinato in qualsiasi momento aveva richiesto altre guardie per la loro sicurezza.

Incuriosita si avvicinò e notò il guerriero tenere stretta a sé una giovane ragazza.

Imbarazzata si coprì il viso con le mani.

Stava assistendo ad un incontro clandestino tra innamorati, uno dei tanti che aveva letto nei suoi adorati romanzi d'amore.

Paonazza si nascose con l'idea di lasciarli alla loro intimità, ma prima di farlo si lasciò vincere dalla curiosità, voleva solo per un attimo assistere a come potesse essere dal vivo un vero amore proibito.

Un hwarang ed una domestica che si incontravano di notte senza farsi notare era un evento che non le sarebbe mai ricapitato.

Si vergognò per quel suo interesse, ma infondo non faceva niente di male.

Dopo aver aspettato qualche minuto in silenzio, finalmente riuscì a vedere il ragazzo in viso.

Si sorprese nel riconoscere lo stesso giovane incontrato nel suo prezioso rifugio, Jung-kook.

Una domanda nacque spontanea nella sua testa.

Per quale motivo si trovava nella sua tenuta?

Lo osservò curiosa e capì subito che qualcosa non andava, era totalmente diverso da come se lo ricordava.

Notò i suoi occhi stranamente color rosso brillare nel buio e guardandolo più attentamente vide qualcosa di ancor più raccapricciante; una scia di sangue gli stava colando dalla bocca.

Si bloccò terrorizzata.

Non capendo cosa stesse succedendo o al pericolo che avrebbe corso, d'istinto afferrò una pietra e gliela lanciò addosso, ma facendo questo attirò inevitabilmente l'attenzione su di sé.

Il corvino dopo averla fissata per qualche secondo, lasciò di colpo il corpo esanime della giovane, che aveva appena aggredito, per avventarsi velocemente sulla povera Iseul.

Impreparata non fece in tempo a scappare e vedendoselo arrivare in velocità, spaventata si coprì come poteva con le braccia, ma quell'inutile gesto non bastò per fermare il ragazzo che oramai torreggiava già su di lei.

Jung-kook senza pietà le afferrò rudemente un braccio e lo morse con vigore, si aggrappò a lei disperato, come se il sangue appena bevuto fosse stato solo un piccolo assaggio ed ora era arrivata la portata principale.

Iseul atterrita cercò invano di urlare ma per quanto si sforzasse non riusciva ad emettere alcun suono.

Sentendosi prosciugare in fretta pensò che la sua vita sarebbe finita prima del previsto e calde lacrime scesero copiose dal suo viso.

Perché doveva morire così? Cosa aveva fatto di male?


- Lasciami... ti prego...- implorò al giovane con sofferenza.

Si sentiva sempre più debole, le energie le stavano iniziando a mancare e la vista a calare sempre di più.

Non aveva alcuna speranza ormai.

- Jung...kook...-

Proprio in quell'attimo sentendo il proprio nome sussurrato, il corvino la guardò negli occhi, si staccò improvvisamente da lei e la lasciò andare.

Iseul intontita fece un passo indietro, si strinse il braccio sanguinante con l'altra mano e con una forza che non credeva di possedere, fuggì.

Corse sperando di raggiungere al più presto la propria casa e nel farlo si girò un'unica volta, solamente per accertarsi che non la stesse seguendo.

Ma l'unica cosa che vide era il corvino sporco di sangue, quasi incredulo guardarsi prima le mani e poi nella sua direzione.

In quell'istante intravide di nuovo i suoi begli occhi color antracite come il giorno in cui l'aveva conosciuto.

- Iseul... - percepì appena il suo nome mormorato nella notte - Mi dispiace...-

-

Eunji si svegliò nuovamente in un bagno di sudore e si toccò la testa confusa.

Continuava a sognare episodi di Iseul e Jung-kook da quando aveva trovato il diario e non ne capiva il motivo.

Aveva notato inoltre che non era mai riuscita a vedere la ragazza in volto, era come se vedesse le cose ad un passo dietro di lei.

Ricercò con lo sguardo il libro, ogni volta che leggeva qualcosa si immedesimava a tal punto da farglielo vivere intensamente nel suo subconscio, tanto da arrivare a percepirli direttamente sulla sua pelle.

Si rese conto che il diario non era dove lo aveva lasciato.

La sua scrivania usata in gioventù era immacolata e del prezioso oggetto nemmeno l'ombra.

Fece per alzarsi, ma il rumore inconfondibile del girare le pagine la fece desistere.


Voltò lentamente il viso verso i piedi del letto e di fronte a sé, nel buio della notte, vide il giovane vampiro ancora vestito con lo stesso hanbok, sfogliare il diario.

Era proprio colui che ormai torturava ogni sua notte.

Rimasero dei minuti immobili.

Eunji a fissare lui, Jung-kook a sfogliare il libro disinteressato.


- Quel diario... è mio... - mormorò incerta ad un certo punto.

- Non penso proprio! E' stato con me per diversi secoli, mi appartiene!- rispose deciso Jung-kook senza alzare nemmeno lo sguardo.

- Non è così! Dammelo!- s'intestardì decisa allungando la mano.

Solo in quel momento il corvino incrociò i suoi occhi, accennò un sorriso scuotendo il capo e poi chiudendo il libro si alzò.

Fece per andarsene, ma lei veloce lo afferrò per la manica del durumagi, bloccando l'incredulo Jung-kook.

- Seriamente?! Non hai paura? Hai capito cosa sono?- domandò sempre più perplesso dal suo strano atteggiamento.

- ... Si... so cosa sei... - tentennò per un attimo, ma con rinnovata sicurezza strinse con vigore la stoffa - Ma non ho paura! So che non mi farai niente! Ne sono certa! - lo guardò dritto negli occhi, cosa che lo fece infuriare.


In un attimo la spinse nuovamente sul letto salendo sopra di lei.

Le bloccò le braccia sopra la testa con una mano mentre con l'altra le sfiorò il corpo con una delicatezza disarmante.

Eunji sorpresa rimase immobile non sapendo come reagire, con il fiato corto si sentì completamente in sua balia, percepiva ogni singola sensazione derivata dal suo tocco.

La sua pelle fredda al tatto in contrasto con il fiato caldo e provocante addosso.

Sentiva il suo corpo marmoreo premere sopra di lei e la percezione dei suoi capelli soffici solleticarle il viso.

Le alitò sul collo nudo e lentamente le percorse con la lingua bollente tutta la lunghezza della carotide, facendole uscire un gemito strozzato.

Risentì la sua voce, ora roca e lasciva all'orecchio - Neanche adesso hai paura? Potrei strapparti questa deliziosa vena in qualsiasi momento... sento il tuo cuore battere così velocemente, sta pompando sempre più sangue...delizioso! - sfoderò i denti facendoglieli sentire sul collo.


Eunji con tutto il suo sforzo girò il volto e riuscì a ritrovare i suoi occhi, ora languidi accanto a lei - P... perché ho come l'impressione... che tu voglia farmi paura per forza? Cosa non vuoi che scopra Jung-kook? -

Sentendo quelle parole sgranò gli occhi stupito, rimanendo ancora per qualche secondo sopra di lei a contemplare le sue parole, poi con velocità si spostò dal suo corpo caldo alla finestra aperta.


- Sta fuori da questa storia se vuoi vivere... - sparì come era arrivato dopo quella semplice frase, lasciando Eunji sconvolta ed accaldata sdraiata sul letto.

Sentiva ancora il suo respiro caldo sul collo ed il cuore a mille.




Ciao a tutti!!!

E' successo davvero di tutto >.<

Abbiamo visto i fratelli Park, assistito ad un'altra visione importante del passato e... un incontro ravvicinato tra Eunji ed Jung-kook O.O

Ve lo aspettavate?

Fatemi sapere cosa ne pensate... sono curiosa ahah ^.^

Vi aspetto al prossimo aggiornamento!!

Un grosso bacio Ekylove ;*

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