Capitolo 1.

2022.

Corea del Sud, Gyeongju.


Scavalcare il cancello d'acciaio non era stato semplice, ma per Eunji, non c'era niente che potesse vietarle di fare qualcosa, se aveva un difetto sicuramente la prima cosa che le veniva in mente da dire era la testardaggine e sinceramente ne andava fiera.

Non accettava un no come risposta, da nessuno, figurarsi un inutile cartello con su scritto a penna "vietato entrare".

Silenziosamente nella notte si addentrò nel giardino, poi furtivamente si nascose dietro un grande albero di pesco ed infine dopo pochi passi si ritrovò difronte alla porta semi distrutta dell'abitazione.

Quando iniziava ad innervosirsi come suo vizio, torturava i suoi lunghi capelli scuri intrecciandoli tra le dita, per impedire che fossero d'intralcio, li raccolse in una crocchia disordinata e si morse il labbro impaziente.

Era arrivata fino a quel punto, non si tornava più indietro.

Tolse con un gesto i vari nastri gialli che la polizia aveva messo per impedire il passaggio e dopo un grande respiro, con decisione spinse la porta di lato per entrare all'interno.

Quell'enorme casa era rimasta in quel modo dall'epoca Joseon. Decadente nel tempo, ancora con le stesse travi di un marrone scuro bruciacchiate e un atmosfera da film horror.


Eunji si addentrò all'interno, accendendo la torcia del telefono, sperando di non inciampare da nessuna parte, non ricordava in quel momento se avesse fatto il richiamo dell'antitetanica o meno, ma era meglio prevenire e fare attenzione che ritrovarsi a fare anche un incursione all'ospedale.

Con cautela attraversò l'ingresso, uscendo nel cortile all'interno della dimora.


Ricordava nei vari libri in cui aveva studiato che nell'epoca Joseon, costruivano le hanok, le tipiche case coreane, in cui seguivano fedelmente il feng shui, sistemando le varie stanze ed il cortile in base all'armonia e all'ordine per far entrare energia positiva all'interno della propria casa.

Osservò il cortile completamente lasciato a sé stesso, le erbacce nate qua e là regnavano sovrane per l'intero spazio, cosa che la rattristò, sicuramente sistemato a dovere, sarebbe stato un giardino molto bello.

Continuò a camminare entrando nell'ala ovest, stava cercando qualcosa di preciso e non aveva tempo di perdersi ad ammirare tutto.

Ad ogni passo lo scricchiolare delle travi era sempre più acuto, cosa che non la rassicurò molto, sembrava che si stessero per rompere da un momento all'altro. Si appoggiò alla parete ed iniziò a costeggiarla avanzando di lato, non si fidava per niente a proseguire tranquilla in mezzo alla stanza.

Più si addentrava e più il buio si faceva intenso, l'aria viziata iniziava a darle fastidio, ma cercò di concentrarsi, il suo obiettivo era decisamente più importante.


Un rumore sordo la fece fermare di colpo, rivolse la torcia dietro di sé cercando di capire da dove provenisse, ma non vide niente di strano, sicuramente la suggestione le stava facendo brutti scherzi.

Riprese a camminare ma un altro rumore di passi pesanti iniziarono a seguirla.

Deglutendo cercò di far finta di nulla, chi poteva seguirla per quella casa dimenticata da tutti?


Lentamente mise la mano in tasca, afferrando il suo preziosissimo spray al peperoncino, che aveva comperato così nel caso ne avesse avuto bisogno, ringraziò sé stessa per aver avuto quell'accorgimento e si preparò mentalmente ad un possibile piano di fuga.

Era da diversi giorni, da quando era arrivata in quella città che sentiva di essere osservata e seguita e la cosa iniziava ad infastidirla, probabilmente aveva attirato l'attenzione di qualche pazzoide che vedendola da sola aveva pensato fosse una facile preda.

Non che non avesse paura, ma sinceramente non aveva nemmeno tempo di provarla, il suo scopo aveva la priorità su tutto il resto, anche se avesse dovuto combattere contro il mostro più temibile di tutti i tempi, lei lo avrebbe affrontato a testa alta.


Si guardò intorno appena entrò in un'altra stanza, sicuramente appartenuta ad una giovane signorina dell'epoca, era dotata di una toletta da bagno e di una scrivania per dipingere con un candelabro sopra con degli intarsi d'argento come decorazione, poi tutto il resto purtroppo o era andato distrutto o bruciato, non si poteva capire con certezza cos'altro ci fosse.

Notò anche una finestra chiusa con delle travi spesse di legno, rifletté in fretta a come poter agire. Se fosse riuscita ad arrivare fino a quel punto avrebbe potuto provare ad aprirla o per lo meno raggiungere quella che sembrava essere stata una lanterna da pavimento li accanto, tirarla contro il misterioso inseguitore e tentare la fuga.

Decisa optò per la seconda scelta, quella più congeniale secondo lei, con uno scatto raggiunse la lanterna, l'afferrò con una mano mentre con l'altra tirò fuori lo spray puntandolo dietro di sé.


- Chi sei?! Che vuoi da me?!- urlò con durezza, sperando di spaventarlo a sua volta.

Il vuoto della stanza la lasciò perplessa, rimase in posa per diversi secondi, fino a che dall'angolo spuntò un topolino squittendo terrorizzato con la coda tra le gambe.

In imbarazzo si schiarì la voce posando la lanterna nuovamente a terra, in effetti aveva dormito poco la sera prima e come aveva già capito tutta quell'atmosfera la stava suggestionando più del dovuto.

Si sistemò i capelli ribelli sfuggiti dalla crocchia fatta poco prima, si allacciò la felpa nera fino al mento e riprese il cammino.

Controllò meglio la scrivania al centro della stanza. Per essere resistita parzialmente a quell'incendio terribile, doveva essere stata fatta di un legno pregiato, toccò la superficie a tratti liscio e ruvido, cercando di capire cosa fosse realmente successo quel giorno e sperò vivamente di riuscire a trovare qualcosa, qualsiasi cosa che potesse aiutarla.


- Perché sei venuta qui? -

Una voce profonda la fece rinsavire da tutti i pensieri che l'avevano imbambolata davanti al mobile antico.

Tirò fuori lo spray senza pensarci e puntò la luce della torcia verso la persona misteriosa. Allora qualcuno l'aveva sul serio seguita fin lì.

- Chi sei? Cosa... - le parole le morirono in gola.


Colui che aveva davanti non aveva la parvenza di essere un vecchio pazzo maniaco come aveva immaginato, ma anzi era un ragazzo all'incirca della sua età, più alto di lei, con folti capelli neri e ribelli quanto i suoi, occhi profondi e vispi, viso perlaceo e perfetto dalla bocca rosea. Vestito con una semplice maglia abbondante a maniche corte bianca ed un pantalone beige che delineavano le sue gambe lunghe.

Il suo sguardo era fisso su di lei e in quel frangente si perse in quegli occhi magnetici color ardesia.

L'ultima persona che si sarebbe aspettata di vedere di certo era un bel ragazzo come lui in quella casa abbandonata.


- Perché sei venuta qui?- Rincalzò il giovane chiedendo apatico, ma con una lieve curiosità nella voce.

Eunji scosse per un attimo la testa, la sua presenza l'aveva destabilizzata per un attimo, ma davvero non aveva tempo da perdere nemmeno con quel tipo strambo.

Ritrovando lucidità ripuntò lo spray che aveva abbassato inconsciamente nel vederlo.

- Fatti miei! Chi sei? - Richiese cercando di captare ogni suo piccolo gesto, qualsiasi mossa strana avesse fatto, lei avrebbe reagito di conseguenza.

Il moro continuò a scrutarla senza mutare la sua espressione, cosa che la fece innervosire.


- Sei sordo?! Rispondi chi diamine sei?! Sei tu che mi segui da giorni? Cosa vuoi da me?!-

Dopo aver fatto un sospiro lo vide muoversi verso di lei, ma sicura rinforzò la presa della bomboletta che aveva salda tra le mani.

- Stai attento a quello che fai! Non ho paura di usarlo! Rispondi!- ribadì con fermezza Eunji inchiodando i suoi occhi nei suoi senza il minimo cenno di paura.

Il giovane si fermò alzando le braccia, accennando appena un sorriso divertito.

- Calma calma scricciolo... non voglio farti del male! -

- Stai continuando a non... aspetta... come mi hai chiamata scusa?- la sua espressione di stupore fece ridere il ragazzo, scompigliandosi i ricci ribelli che erano ricaduti sugli occhi.

- Ahah... Scusa non so come chiamarti e non mi aspettavo di vedere un pulcino armato di tutto punto convinto sul serio di far paura a qualcuno ahah -

Nel vederlo di fronte a sé completamente immerso dalle risate, rimase sbigottita, non sapeva davvero come comportarsi con quello strano soggetto.


- Sono Kim Tae-hyung, piacere di conoscerti, e tu? - sfoggiò uno strano sorriso quadrato, mai visto in vita sua. Se fosse stato in un altro contesto, ne sarebbe rimasta incantata, la sua bellezza sicuramente era fuori dall'ordinario.

- Seriamente?- mormorò con disappunto la ragazza.

Confuso da quella risposta riparlò - Bè solitamente le conoscenze iniziano da un nome e io ti ho risposto alla domanda, ora tocca a te -

- ... Va bene... - abbassò il braccio perplessa provando a dargli un minimo di corda - Anche se non ti riguarda, mi chiamo Park Eunji. Ora tocca a me giusto? Mi stai seguendo da un po'...perché?-

Tae-hyung incrociò le braccia al petto e guardandola maliziosamente rispose con apparente sincerità - Perché mi piaci, volevo conoscerti, semplice -

La ragazza lo fissò per qualche secondo interdetta - Quindi segui tutte le ragazze che ti piacciono... anche di notte? -

Lui si avvicinò lentamente arrivando a pochi passi da lei - ... Solo se si mettono a scavalcare un cancello ed entrano in una casa abbandonata ed apparentemente maledetta... si mi è capitato giusto una volta! - sorrise in modo seducente - Ma dato che mi hai fatto due domande di fila, ora spetta a me farle. Dimmi perché sei qui? Sai la leggenda che gira su questo posto? - Concluse il discorso facendole quelle domande in tono estremamente serio, facendo irrigidire sul posto Eunji che si allontanò di colpo uscendo dalla stanza.


- Ed io ti ripeto che sono fatti miei! Senti, non mi interessa cosa tu faccia qui ok? Sinceramente ho da fare che pensare di giocare con te! Quindi se anche tu vuoi stare qui per me non è un problema! Io continuerò ad esplorare il lato ovest, tu va pure ad est, così non ci intralciamo l'un l'altra! -

Senza aspettare una risposta riprese a camminare cautamente entrando in una nuova stanza. Sentendo dei passi dietro di lei, si girò scocciata puntando nuovamente la torcia verso quel ragazzo singolare.


- Cosa?! - inveì esasperata guardandolo torva.

- Stavo riflettendo... da quando sei qui...- la superò addentrandosi in quella che sembrava essere un piccolo tempio dedicato agli antenati - ... sei sempre andata in questa direzione, se non ricordo male, all'epoca Joseon le donne solitamente stavano nell'ala ovest nelle proprie case, quindi secondo me... stai cercando informazioni riguardo ad una delle donne di questa famiglia... non è così? -

Eunji sbuffò non degnandolo di una risposta, cercando anzi di aprire un piccolo cassetto di un mobile che stava in piedi per miracolo nel lato della stanza. Tae-hyung per nulla demotivato, proseguì fermandosi a contemplare una statuetta di un Budda fatto in pietra.

- La conosci la leggenda di questo posto Eunji? -

Ripropose la stessa domanda fatta poco prima e vedendo la ragazza che continuava palesemente ad ignorarlo, si decise a continuare anche senza la sua risposta.

- Qui viveva una delle famiglie più antiche di tutta la Corea. Avevano una certa fama all'epoca, se non sbaglio, era composta solamente dal padre di famiglia e tre figli. Un maschio e due femmine, ti risulta? - girò di poco viso nella sua direzione, ma era evidente di quanto si fosse intestardita nel voler aprire quel cassetto incastrato dal tempo, sorrise appena nel vederla così presa.


- La madre era morta di una malattia sconosciuta e a quanto pare anche la figlia di mezzo aveva gli stessi sintomi, infatti si dice che il padre prese la decisione di rinchiuderla nella sua stanza... fino a quel giorno, di cui nessuno sa spiegarsi ancora adesso cosa successe davvero...- prese una pausa prendendo il piccolo Budda, rigirandolo tra le mani - ... appiccò l'incendio, uccise tutta la sua famiglia e si suicidò. Come si chiamava mi sfugge il nome... -

Fermandosi Eunji lo guardò incerta - ... Iseul...- mormorò con voce tenue, ottenendo la sua attenzione.

- Si brava, Iseul! Dopo l'incendio, nessuno riuscì ad entrare in questa casa. A quanto pare quei pochi che si sono addentrati, sono sopravvissuti per miracolo per chissà quale motivo e d'allora hanno sigillato tutto ed etichettato come maledetta. Lo sapevi? -


Vedendola persa nei pensieri, si avvicinò a lei chinandosi alla sua altezza e con un gesto secco aprì il cassetto che tanto l'aveva fatta penare.

- ... Perché sei qui Eunji?- Questa volta sentì la domanda in un sussurro percependo il suo respiro caldo sul collo, creandole un brivido intenso.

- ... Sto cercando delle risposte... e le troverò! - Si allontanò bruscamente, palesemente a disagio senza guardarlo negli occhi.


Tae-hyung rimase sorpreso dal suo atteggiamento, solitamente gli bastava veramente poco per far parlare qualcuno, il suo modo di fare riusciva ad incantare chiunque, eppure lei stava facendo resistenza. Si stava sentendo quasi infastidito.


- Risposte? - domandò il ragazzo seguendola con lo sguardo - Iseul era paz...-

- Iseul non era pazza! - ringhiò Eunji inaspettatamente contro di lui rimasto freddo sul posto.

- Bè... hai una considerazione alquanto strana nel definire il termine "pazza" allora, chi uccide la propria famiglia e da fuoco alla propria casa, non so proprio quale parola sia la più azzeccata. Illuminami! - rispose ironicamente cercando di comprendere le sue vere intenzioni.

- So quel che dico! Lei non era pazza e sono qui per capire cosa realmente è successo quel maledetto giorno!- rispose di getto, finalmente per la prima volta esternò quel pensiero che aveva tenuto per sé da troppo tempo.

Eunji si trovava lì per quello, aveva bisogno di risposte. Doveva ottenerle prima che fosse stato troppo tardi, in cuor suo sapeva che avrebbe dovuto sbrigarsi.


Tae-hyung illuminato da una fioca luce lunare, che passava attraverso le travi di legno, non riusciva a smettere di fissarla. Non sapeva davvero il motivo, ma voleva sapere di più su quella ragazza curiosa, dagli atteggiamenti sempre più senza senso.

Prima di poter dire o chiedere altro, vide la sua espressione cambiare improvvisamente diventando quasi sofferente.

- Senti... non mi interessa chi tu sia o cosa voglia da me... ma davvero! Sono qui per un motivo serio e non ho tempo di giocare con te a fare domande! Quindi se vuoi stare qui o seguirmi, non mi importa! Io devo andare! - si girò incamminandosi verso un'altra porta, senza notare però quanto fossero instabili le travi sotto di lei, che fermandosi sopra di esse crollarono sotto il suo peso, cadendo nel vuoto.


Eunji scosse la testa confusa, cercò di mettersi seduta, ma una sensazione strana al braccio la fece allarmare, infatti si era ferita e stava perdendo notevolmente sangue, ma fortunatamente non aveva niente di rotto.

- Eunji!! Eunjii!! Stai bene? - la voce ovattata al piano di sopra le fece alzare la testa. Guardando notò che era scesa almeno di due piani, il che le sembrò strano, perché le hanok erano costruite sullo stesso piano solitamente, quindi il posto in cui si trovava era da considerarsi una stanza segreta scavata nel sottosuolo.

- Eunjiii!!- risentì la voce del ragazzo sempre più preoccupata e con uno sforzo cercò di urlare a sua volta - Sto bene!! C'è un'altra stanza qui!!-

Cercò di alzarsi a fatica togliendosi di dosso alcune travi e scorci di legno distrutte e si guardò intorno.

Sembrava una stanza normale come quelle che aveva visto fino a quel momento, eppure era posizionata così in profondità rispetto a tutte le altre.

Era alquanto anomalo.

L'interno era piuttosto spoglio, un altare, una scrivania con diversi testi antichi e un letto in legno. Ma sembrava tutto in ordine, il fuoco non era arrivato sino a lì.


Inoltrandosi notò una libreria che per come era stata messa le sembrava piuttosto insolita, dava l'idea che non fosse il suo posto originario. Convinta del suo pensiero, cercò di rimetterla al proprio posto, ma toccandola, mosse un meccanismo che aprì una porta nascosta nel muro adiacente a lei.

Sorpresa si avvicinò ad essa e dopo averla aperta totalmente, guardò all'interno e non potè non notare cosa spiccasse in quel piccolo spazio.


Una bara.




Ciao a tutti!!!

Per prima cosa abbiamo conosciuto la nostra protagonista, la super testarda Eunji (ne combinerà di ogni... aiuto ahah) e seconda cosa è arrivato anche Tae-hyung!!

Cosa ne pensate di lui? Perché l'ha inseguita in quella casa maledetta?

Come avrete notato il nome di Iseul è saltato di nuovo fuori, come mai Eunji sta cercando informazioni su ciò che successe all'epoca?

Se volete scoprirlo... vi aspetto al prossimo aggiornamento!!

Ps: Vi volevo avvisare che per il momento pubblicherò di venerdì, quindi un solo giorno a settimana, così mi do il tempo necessario per finirlo. Dopo di che aggiornerò due volte a settimana! Spero vi sia piaciuto :)

Un grosso bacio Ekylove ;*

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