3♥
Taehyung strappò le piccole foglioline verdi, lasciandole cadere nel secchio di fianco «E adesso una succulenta fragola» che posizionò sulla montagnetta di panna. Si allontanò di un passo per osservare meglio quella sua creazione. Sorrise contento, nel vedere quanto fosse venuto bene quel dolcino «Perfetto, speriamo gli possa piacere» si asciugò le mani sul grembiule per ripulirle dalla farina.
Aveva combinato effettivamente un disastro, il bancone della cucina era in condizioni indecenti ma ne era valsa la pena. Tutto per vedere suo marito più sereno e se fosse servito, si sarebbe scervellato ogni singolo giorno per realizzarne uno nuovo ogni volta «È meglio apparecchiare, sì decisamente» arrivò a quella conclusione quando vide l'ora tarda sull'orologio appeso al muro. Namjoon sarebbe arrivato da un momento all'altro e si sarebbe solo arrabbiato se non avesse trovato tutto al solito posto e soprattutto un pasto caldo ad aspettarlo.
Fortunatamente aveva già cucinato, così dovette solo sistemare e rendere il tutto più presentabile «Sono a casa» fece giusto in tempo ad appoggiare l'ultima posata e poi corse all'ingresso per prendere la giacca dalle spalle del marito ed appenderla nell'appendiabiti. L'avrebbe recuperata qualche minuto dopo per conservarla in modo consono «Tutto bene oggi?» domanda di routine.
«Sì piccolo» si abbassò lievemente a lasciargli un bacio a stampo sulle labbra e poi si incamminò verso la cucina, gli brontolava la pancia ed aveva fame «hai preparato da mangiare?» si sedette versandosi subito dopo un bel bicchiere di vino rosso e incominciando a scolarselo fin da subito. Taehyung non gli disse niente, anzi fece finta di non vedere, l'argomento alcool era diventato off-limits, come tanti altri in realtà «Ovvio, una bella bistecca con contorno di verdure» si girò con il piatto tra le mani ed un sorriso stampato in volto «Bene» fu l'unico commento scarno che ottenne in risposta, ma vi era abituato, andava bene anche così.
Ma non si perse di morale anzi, andò verso il frigo, dal quale estrasse la sua adorata creazione. Ne andava veramente fiero «Guarda, ti ho preparato un piccolo dolce» glielo posizionò sul tavolo con gli occhi brillanti. Non si aspettava di certo chissà quale compimento ma quello che Namjoon gli disse lo lasciò un po' interdetto e col cuore spezzato «Ah okay» gli avrebbe fatto piacere sentire almeno un grazie.
Ma lasciò stare, non valeva la pena impuntarsi con certe cose, suo marito era fatto così e Taehyung amava ogni parte di lui. Traccheggiò un po', cercando di cogliere il momento più propizio, a pancia piena forse sarebbe stato più propenso ad ascoltarlo. Così perse del tempo nel sistemare delle ultime cose, fino a quando non si decise a sedersi di fianco a lui. Salì sullo sgabello della penisola che usavano come tavolo e strofinò le mani tra loro prima di parlare «Senti, stavo pensando di uscire domani e provare a trovarmi un lavoretto, sono passati un po' di anni da quando-»
Namjoon deglutì velocemente e bloccò le sue parole «No, non ce n'è bisogno» prese dell'altra panna portandosela alla bocca, ma già i muscoli delle braccia divennero fin troppo tesi.
Taehyung abbassò lo sguardo sconsolato, sapeva che sarebbe stata una dura battaglia. Ma veramente volle riprovarci. Voleva una sua libertà economica, non voleva gravare sulle spalle del marito, si vergognava persino a chiedergli i soldi della spesa e si sarebbe potuto anche svagare un po' dalla solita routine di casa «Ma io volevo solo essere un po' più indipendente»
E non l'avesse mai detto «Ho detto di no!» In quel momento in suo adorato dolce finì per terra, sparpagliandosi insieme ai pezzi di coccio del piatto, le posate ed il bicchiere di vetro in frantumi. Tutto in un sol colpo di braccio, aveva combinato un casino. Taehyung sussultò spaventato e storse la bocca nel vedere tanto lavoro sprecato «Guarda che cosa hai combinato, avanti pulisci!»
La voce severa lo portò ad alzarsi immediatamente e la mano che lo afferrò dai capelli lo fece inginocchiare subito dopo per terra per mettersi al lavoro «S-sì scusa» gli tremò la voce e piano piano pezzo dopo pezzo mise tutto nella paletta che fortunatamente si trovava lì vicino, solo il dolce lo raccolse tra le mani per poterlo buttare nel secchio dell'organico, ma nell'alzarsi in piedi barcollò ed istintivamente si appoggiò con il palmo sporco sulla coscia del marito. Sbarrò gli occhi e gli mancò l'aria nel polmoni. Cosa avrebbe fatto adesso? Forse avrebbe fatto meglio a correre. Ma chi prendiamo in giro, lo avrebbe afferrato dopo i primi due passi «Oh Dio scusa, scusami, non volev-»
La testa gli scattò di lato, quando uno schiaffo si infranse sulla sua guancia «Possibile tu non sappia fare niente! Sei inutile cazzo!» lo spinse via e Taehyung ancora sospeso a mezz'aria mentre si stava alzando cadde malamente all'indietro sbattendo il viso contro lo spigolo del tavolo «Maledizione al giorno in cui ti ho sposato!» scattò in piedi, sbraitandogli contro. Namjoon sapeva di potersi imporre, sapeva che peso psicologico avesse su suo marito e sapeva anche ben sfruttare questa cosa «No, no, non dire così, aggiusterò tutto» Taehyung si ancorò alla stoffa dei pantaloni di Namjoon, come a non volerlo far andare via, stava cercando in tutti i modi di non peggiorare la situazione. Gli faceva malissimo il naso per la botta eppure non aveva ancora versato una lacrima, tutto ciò per non farlo alterare ulteriormente «Lasciami cazzo e vai a dire a questi vicini di merda di fare silenzio!»
Strattonò la gamba ed il ragazzo ricadde a terra «S-sì, vado subito» Lo seguì con gli occhi e quando lo vide sparire nel corridoio tirò un sospiro di sollievo. Si rialzò piano, strizzando gli occhi e massaggiandosi appena il fondoschiena dolorante. A piccoli passi raggiunse le chiavi di casa, appoggiate sul mobile all'ingresso. Si mise il cappuccio della felpa in testa, non voleva farsi vedere da nessuno in quel momento eppure il sapere di dover andare da quel vicino tanto odioso, lo faceva sentire più sollevato rispetto alla sensazione di dover rimanere in casa. Erano passati due giorni, da l'ultima volta che Jungkook si imbucò a casa sua e da allora non si incontrarono più.
Quando arrivò al secondo piano, suonò direttamente il campanello. Una, due, tre volte ed alla fine si ritrovò davanti il ragazzo della sera precedente. Come si chiamava? Cercava di ricordarselo, ma il tenere la testa bassa, puntata sui propri piedi e non vedere il suo viso non lo aiutava di certo «Oh sei tu» ma ebbe la conferma dalla voce. Jimin, ecco chi era.
Si strinse le braccia al petto, come a voler sparire «Per favore...La musica, abbassatela» disse piano, non aveva voglia di alzare la voce e sinceramente neanche le forze di farlo e di arrabbiarsi «Aspetta» gli chiuse la porta in faccia e Taehyung seppe solo sospirare amareggiato, aveva voglia solo di accasciarsi contro il muro e dormire «Vi prego, datemi tregua, almeno voi»
Jimin allora corse verso il proprietario di casa, intento a salutare dei nuovi arrivati in quella discoteca improvvisata «Kook! C'è di nuovo il ragazzo dell'altro giorno!» gli mise una mano sulla spalla ed in cambio ricevette prima uno sguardo stupito che poi si trasformò in puro divertimento. Scattò di fatti, lasciando tutti in asso «Taehyung hey, ti aspettavo con ansia sai?» si presentò con un grosso sorriso che sfumò velocemente quando lo vide a testa bassa, col viso oscurato dal cappuccio.
Quasi non lo riconobbe, era veramente quello il ragazzo combattivo che l'altra sera gli stava buttando giù a forza di pugni e grida la porta di casa? Ma spalancò gli occhi, preso di sorpresa quando una piccola goccia rossa si infranse sul tappetino sotto i loro piedi «Ma che- quello è sangue? Che cosa è successo adesso?»
Il tono di voce fu più allarmato del previsto e ciò lo meravigliò ancora di più. Da quando si preoccupava per una persona che a mala pena conosceva? Ma di certo non poteva negare il suo aiuto ad una persona che ne aveva di bisogno «Niente!» Taehyung si rese conto solo in quel momento di star perdendo sangue dal naso e portò le maniche della felpa a pulirsi il viso, macchiandole irrimediabilmente «Sono solo scivolato nuovamente, sono proprio sbadato» accennò ad una risata nervosa.
«Sta diventando una scusa un po' ripetitiva non pensi?» sospirò rassegnato. Perché quel ragazzino doveva impicciarsi di tutto quanto? Doveva fare una sola cosa ma era ancora lì ad infastidirlo «Fatti gli affari tuoi Jungkook, te lo chiedo per piacere» tornò in posizione di difesa e fece un passo indietro.
Ma il corvino fece tutto il contrario, allungò una mano e gli sfiorò il braccio «Almeno entra, così ti posso medicare» quando stette per stringere la presa, venne scansato malamente e quasi bruscamente «No! Non toccarmi» Taehyung capendo di aver alzato fin troppo la voce, fu veloce a rimediare «Non-non posso, scusa» aveva paura che Namjoon lo sarebbe andato a cercare. Stava perdendo tempo e non voleva sentire un'altra sfuriata «Devo tornare velocemente a casa. Solo, fate meno rumore per favore»
Tirò su col naso ed incominciò a sentire il sapore ferroso del sangue lungo la gola. Si era leccato le labbra sporche involontariamente «Taehyung, se c'è qualcuno che ti infastidisce, dovresti parlarne almeno con tuo marito, ti aiuterà sicuro» in un primo momento si immobilizzò a quelle parole, ma subito dopo gli venne quasi da ridere per il nervoso. A suo marito? Certo, subito, così poi avrebbe continuato con il secondo round «Non sviare il discorso Jungkook» alzò leggermente lo sguardo per incastonarlo in quello dell'altro ed il corvino trattenne il respiro quando vide quanto sangue l'altro avesse sul viso «Non lo sto facendo, solo-»
Eppure Taehyung sentì i nervi a fior di pelle. Parlava e lui non si degnava di dargli una risposta su quello che chiedeva. Non che poi le richieste fossero tante, anzi, l'argomento era uno e tale doveva restare. Ma Jungkook continuava a girarci intorno ed il ragazzo ne era stufo, totalmente «Senti, avete rotto il cazzo tu e le tue feste di merda! Io voglio solo dormire dannazione! Quindi adesso vai dentro e abbassi la musica o chiamo i carabinieri per farti sbaraccare tutto questo!» gridò non avendo poi più voce in corpo ed indicando la casa davanti a sé.
Jungkook fu quasi scioccato da quella reazione. Si divertiva a vederlo arrabbiato, ma non a quei livelli «Calmati Taehyung» provò a parlare ma ciò rese l'altro solo più furente, tanto che il cappuccio della felpa scese liberando la sua chioma castana «No, che non mi calmo! Non ce la faccio più, sono stufo! Tutti che pretendete, ma poi mai nessuno che si prenda le sue responsabilità!»
In un battibaleno si ritrovò a piangere disperato tra le braccia di Jungkook, che si mosse, sospinto da chissà quale ragione ad abbracciarlo, facendogli sprofondare la testa nel suo petto. Stette fermo, non pensava fosse il caso né di dargli delle pacche di conforto sulla schiena, né di accarezzargli i capelli, un gesto che considerava fin troppo intimo. In fondo si conoscevano da meno di una settimana «Facciamo così» parlò senza staccarlo da sé quando sentì i singhiozzi diminuire «Adesso dico a tutti di fare meno baccano per stasera. Tu intanto torni a casa, ti lavi questo bel faccino e ti fai una bella dormita» si guardarono e Jungkook si premurò di passargli il dorso della mano sugli occhi per asciugarglieli «Domani mattina vengo a casa tua, così parliamo un po', okay? Penso proprio che tu abbia l'estremo bisogno di sfogarti con qualcuno, non fa bene tenersi tutto dentro»
Taehyung abbassò gli occhi, dispiaciuto per quella scenata e si strinse nuovamente su se stesso, allacciandosi le braccia attorno alla vita. Annuì, forse gli sarebbe servito veramente parlare con qualcuno «Non prima delle nove, ecco, mio...»
«Tuo marito, sì, ho capito, starò attento» Taehyung non ebbe più il coraggio di guardarlo, si faceva pena da solo. Fece retromarcia, fino a scendere la prima rampa di scale. Ma prima di svoltare per scendere la successiva, si girò e lo guardò con occhi colmi di tristezza. Fece un piccolo cenno col capo «Grazie»
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