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«Su col morale, mhh?» la mano di Jungkook passò dall'essere intrecciata con i capelli di Taehyung, all'andare a stringere le sue dita per tranquillizzarlo. Cercò contatto visivo, seduti su quelle poltrone d'aspetto, ma gli occhi di Taehyung solo per un secondo si poggiarono in quelli del corvino. Preferivano alternarsi tra la porta chiusa dello studio legale dell'avvocato Min ed il telefono che aveva in mano.
Aveva visto quella chat, i messaggi inviati da Namjoon due giorni prima, che lo avevano ricoperto di angoscia dalla testa ai piedi. Non ne aveva parlato neanche con Jungkook. Pensò che bastasse lui stesso ad essere nervoso ed agitato. Caricare le spalle dell'altro di preoccupazioni avrebbe risolto poco e niente. E poi quella chiamata improvvisa da parte di Yoongi «La fai facile. Non so come tu faccia a stare tranquillo dopo che l'avvocato ci abbia chiamato all'improvviso» sospirò aumentando la presa e permettendo alla sua gamba di fare su e giù velocemente.
«Potremmo star facendo progressi» azzardò Jungkook «O magari passi indietro» lo corresse Taehyung, sapendo per certo che fosse così. Sarebbe stato fin troppo utopistico pensare che suo marito avrebbe accettato, senza battere ciglio, il divorzio e firmato le carte. Non era nel suo carattere, non era lui.
«Ma quello non è Jimin?» la domanda del corvino gli fece rialzare lo sguardo, lo assottigliò per analizzare meglio le due figure e sì, quella testolina bionda era proprio il migliore amico di Jungkook, che stava uscendo dall'ufficio tutto sorridente ed accompagnato da un Yoongi che gli stringeva un fianco «Ma guarda tu. Senza ritegno» fu sempre il corvino a parlare, ridacchiando di sottofondo e subito dopo si alzò portando il castano con sé «Chim, Avvocato Min» li salutò entrando nel loro campo visivo e conquistando la loro attenzione.
«Hey, Kook» quando però li videro la mano di Yoongi scattò velocemente via, rimettendosi composto per lavorare «Signor Jeon, Kim. Quando volete accomodatevi» non degnò Jimin neanche di uno sguardo e si rifugiò nel suo studio lasciando i tre là fuori un po' spaesati, soprattutto il biondino che rimase piuttosto spiazzato da quel cambio radicale d'umore «Cosa fai qui?»
Solo quando Jungkook parlò, lui riportò i suoi occhi su loro due. Eppure continuava ad essere tentato di rigirarsi e continuarlo a scrutare da là fuori «Ti chiamo dopo e ti racconto» gli rispose con la voce più affranta del mondo e sfilò via, permettendo l'ingresso ai due. Si sedettero nelle due poltroncine davanti la scrivania, aspettando che l'avvocato finisse di appuntare delle cose a loro sconosciute «Allora ragazzi, l'altro giorno mi è arrivata risposta, da tuo marito ovviamente e come ci si poteva benissimo aspettare, è contrario alla tua richiesta di divorzio» si sfilò gli occhiali da vista, poggiandoli sulla superficie di legno.
«E-e cosa dobbiamo fare?» senza accorgersene le mani di Taehyung presero a tremare ma Jungkook fu più veloce e congiunse nuovamente le loro dita, notando fin da subito un gran miglioramento. In effetti ci aveva sperato che fosse tutto più semplice, meno complicato ed invece niente sembrava voler scorrere più velocemente.
«Prima dovresti sapere cosa lui voglia fare. Potrebbe chiedere l'addebito per infedeltà matrimoniale. E se così sarà, in tribunale ci finiremo ma citati da lui e questo non è un bene, passeremo dal torto alla ragione» quelle parole non piacquero per niente al corvino ed ancor meno a Taehyung che spalancò gli occhi e non resistette dal sussurrare quelle parole incredulo «Infedeltà matrimoniale...»
Però era vero. Era stato infedele, lo aveva tradito. Si era procurato una bella fetta di colpe, senza neanche accorgersene. Ma detto sinceramente era stufo. Non gli andava di pensare, di trovare soluzioni a come si sarebbe potuto comportare. Era semplicemente stanco, stanco di tutto ed anche sapendo che il baciare Jungkook, il fare l'amore con lui, fosse deleterio per loro, almeno a livello legale, poi spiritualmente parlando, non potevano che sentirsi meglio e non ci riusciva proprio a dirsi "Taehyung, hai fatto una cazzata", perché non era vero, probabilmente era stata la scelta più giusta che avesse potuto fare da cinque anni a quella parte.
«Purtroppo l'accusa sussisterebbe anche. Correggetemi se sbaglio ma voi due state insieme adesso, o erro?» entrambi prima guardarono l'avvocato, poi si scrutarono a vicenda e poi riportarono gli occhi su Yoongi «Noi...» Taehyung non sapeva che dire. Avevano parlato dei loro sentimenti, ma dello stare insieme non proprio.
«Sì, stiamo insieme»
Fu Jungkook a sotterrare ogni dubbio, deciso e coinciso. Riuscì anche a far sorridere leggermente l'altro, che non ebbe bisogno di girarsi a guardarlo, solo vide le loro mani unite e annuì, accarezzando con il pollice quella pelle liscia, come per dargli un tacito consenso «Taehyung devi sapere delle cose importanti però. Non è possibile lasciare la casa coniugale senza il consenso dell'altro coniuge o prima che il tribunale abbia dichiarato la separazione. Ma tu l'hai fatto. Un simile comportamento costituisce violazione di uno dei principali doveri del matrimonio, la convivenza. In simili circostanze il rischio è, allo stesso modo del caso precedente, una pronuncia di separazione con addebito, che fa perdere il diritto agli alimenti»
Ma anche questa volta il corvino fece passare certe preoccupazioni in secondo piano, prendendo in mano la situazione «Non c'è problema, i suoi soldi non ci servono, non gli servono. Se mai avrà bisogno di aiuto, economicamente parlando in questo caso, io ci sarò»
«Potresti dirmi qual è il tuo guadagno mensile?» Yoongi si rivolse direttamente a Taehyung che si fece due conti velocemente, più che altro dividendo il totale preso dai video per due «Direi 700-750, su per giù»
L'avvocato annuì, appuntandoselo a penna su di un post-it «Perfetto, per chi guadagna meno di 1000 euro al mese, la parcella dell'avvocato è gratis. Probabilmente le spese le affronterà tuo marito al momento. Permettetemi di sottolineare che più andremo avanti in tribunale, più il costo si alzerà» fece una pausa prendendo quel pezzetto di carta ed inserendolo all'interno di una sua agenda verde petrolio «Ascoltate. L'importante è procurarvi prove adesso. Prove che lo incastrino con l'accusa di violenza domestica. Se riusciamo a citarlo in giudizio, prima che lo faccia lui, gli giochiamo un bello scacco matto» ed allora il cervello di Taehyung prese ad arrovellarsi su se stesso. Buttò un'occhiata al telefono e poi scosse la testa rialzando gli occhi. Non sapeva se avrebbe dovuto utilizzarli quei messaggi. In fondo voleva ancora bene a suo marito, non lo amava più però, forse il passato, i ricordi insieme, lo spingevano a non metterlo più di tanto nei guai.
Ma lo aveva picchiato e minacciato.
Gli aveva fatto del male, sia fisico che mentale.
E quel che era peggio, non aveva capito lo sbaglio. Pensava ancora di stare nella ragione e forse gli avrebbe fatto solo bene cambiare quel punto di vista «Questo...questo potrebbe andare bene?»
«Sì, come inizio sì» e fu allora che capì di aver fatto la cosa giusta e di non doversi sentire minimamente in colpa.
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«Perché non me ne hai parlato? Delle chat, intendo» fu ovvia l'aspettarsi quella domanda appena entrato in macchina e di fatti Taehyung non poté né mentire né sviare la domanda perché sapeva che effettivamente avrebbe dovuto parlargliene «Me ne sono accorto solo stamattina e poi, non volevo farti preoccupare»
Jungkook sospirò girandosi nella sua direzione. Una mano sul volante ed una sulla guancia del castano che si appoggiò ad essa per catturare tutto il suo calore «Mi preoccupo solo di più se mi nascondi le cose» Taehyung annuì, chiudendo gli occhi «Hai ragione, scusa»
Sentì subito dopo le labbra di Jungkook sulle sue in un casto bacio a stampo «Fa niente» si sorrisero guardandosi negli occhi e Taehyung sempre più attratto strinse di nuovo la distanza «Non avresti dovuto farlo» gli sussurrò staccandosi un attimo «Cosa?» entrambe le mani volarono sui fianchi del castano «Baciarmi di nuovo» le loro lingue si sfiorarono e poi si staccarono come scottate «Basta così o non tornerò più indietro. Devo guidare»
Jungkook cercava di trattenersi certo, ma Taehyung buttò su il peso da novanta «Potremmo anche tornare a casa più tardi» ammiccò nella sua direzione ed il corvino si guardò attorno «Siamo nel parcheggio di uno studio legale pieno di avvocati» eppure senza problemi Taehyung si tirò su, portandosi a sedere a cavalcioni su Jungkook, i cui occhi scintillarono sotto quella vista.
Il castano si piegò leggermente, arrivando ad un passo da quelle labbra che bramava «Ma è un parcheggio coperto e siamo parcheggiati in un angolino in disparte»
«Ah, fanculo, Kim Taehyung»
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