07

Quella volta in strada.





"L'universo nè ti punisce nè ti mette i bastoni fra le ruote. Semplicemente, l'universo ti risponde proporzionalmente all'atteggiamento che dimostri."






Se questa idea era corretta, Yoongi era abbastanza sicuro di star dimostrando un atteggiamento super positivo, era l'unica spiegazione per cui l'universo avesse fatto in modo di incrociare il suo sentiero e quello di Eunmi così tante volte. Sfortunatamente, se si dovesse guardare anche l'altra faccia della medaglia, l'universo aveva anche fatto in modo che il ragazzo, mai e poi mai, avrebbe potuto intrattenere una chiacchierata con una ragazza bella almeno quanto lui. O chiederle più semplicemente il numero.

Fu così che Yoongi chiese a Joe (con un tono di voce a dir poco bassissimo, vergognandosi di non esserci riuscito da solo) nella speranza che lui a sua volta lo chiedesse a Rebecca, l'amica di Eunmi, ti passargli quel maledetto numero telefonico. Lui aveva risposto "certamente", ma dopo una settimana ancora non era successo nulla, e quindi il nostro protagonista aveva perso le speranze.

Okay, forse in quel lasso di tempo aveva anche visitato Starbucks un paio di volte in più del solito, e forse aveva anche rifiutato le offerte di suo padre di portarlo a scuola in macchina pur di prendere l'autobus. Ma in nessun modo riuscì a trovarla.

Certamente, la maggior parte delle persone che entravano nel negozio di musica trovavano strano il fatto che, a ogni apertura della porta, Yoongi iniziasse a guardarsi intorno in cerca di Eunmi. Fortunatamente, nonostante fosse domenica pomeriggio e lui stesse lavorando, Rebecca fece il suo ingresso nel negozio.

La ragazza camminò dritta verso la sezione CD, osservandoli uno ad uno sorridendo. Non aveva ancora guardato nella direzione di Yoongi. Quest'ultimo, appena l'aveva riconosciuta, si era alzato dalla sedia, per poi tornare nella posizione precedente. Se qualcosa fosse dovuto succedere, allora sarebbe stato tutto merito del destino, non suo.

Miracolo dopo miracolo, le unghie appena fatte di Rebecca entrarono in contatto con il CD di Taylor Swift. Questo fu l'album che scelse e portò alla cassa.

Non aveva ancora guardato Yoongi, troppo intenta a cercare i soldi nel portafoglio, quando alzò gli occhi e lo vide.

"Aspetta, tu sei uno dei compagni della squadra di Joe! Ma io ti conosco!"

Yoongi annuì, ridendo nervosamente. Questa non era affatto la ragazza che avrebbe voluto impressionare.

"Credo che tu conosca Eunmi, giusto?" Cominciò a parlare, il coraggio sembrava non volerlo abbandonare, "anche io, in un certo senso, la conosco, bhe, mi stavo chiedendo se tu potessi passarmi il suo numero. Purtroppo mi sono dimenticato di chiederlelo l'altro giorno al locale."

Rebecca serrò le labbra, come se stesse pensando a cento cose differenti.

"Non sono sicura di poterti passare un numero di una persona che non conosco poi così bene. Ma... Eunmi è qui vicino. Stavo venendo in questo negozio e vicino alla banca ci siamo scontrate. Abbiamo parlato per un po' e poi sono corsa qui."

"Credi che lei sia ancora lì?" Chiese Yoongi, saltando giù dalla sedia.

"Probabilmente sì, dipende se sei veloce."

Veloce. Fu l'aggettivo migliore per descriverlo mentre fece il giro del bancone e uscì dalla porta. Aveva prima guardato l'orologio; il capo non sarebbe arrivato presto, e nessuno avrebbe notato la presenza del cartello 'chiuso' appeso fuori dalla finestra.

Rebecca era uscita con lui, augurandogli buona fortuna e ridendo per quanto fosse tenero. Yoongi iniziò quindi a correre in direzione della banca.

Quando la vide in fondo alla via, mentalmente ringraziò i suoi genitori per averlo obbligato a lavorare tutti gli inverni, così, con il tempo e le varie imprecazioni, era riuscito a costruirsi un fisico abbastanza resistente nonostante la poca palestra. Tralasciando i suoi pensieri, non sapeva se fossero soli coincidenze o il destino che bussava alla porta. Ma lei era lì.

Eunmi aveva sentito dei passi, veloci e pesanti, così aveva ritirato rapidamente i soldi, li aveva infilati nel portafoglio e poi a seguire nello zaino. Infine era andata via dalla banca.

All'improvviso, quando una mano le afferrò il braccio, Eunmi si girò senza ragionare e colpì lo sconosciuto con il gomito.

"Ow!" Aveva urlato Yoongi, portandosi entrambe le mani sul viso.
"Cosa diavolo stai facendo!"

"Oh mio dio!" Esclamò la ragazza, accorgendosi di chi avesse colpito.

Yoongi lasciò che la mano si allontanasse dal viso, rivelando una macchia più scura appena sotto l'occhio, in piena guancia. Pulsava, e molto probabilmente entro quella sera sarebbe diventato più nero e doloroso.

"Mi dispiace così tanto." Aveva detto, ma ben presto, per tutta la situazione, si era messa a ridere.

Anche Yoongi lo fece, ed entrambi in pochi istanti si ritrovarono a ridere come dei dementi in mezzo al marciapiede. La gente passava e li guardava male, peccato loro fossero troppo impegnati a stare nel proprio mondo.

"Promemoria: non ti dovrò mai più prendere alla sprovvista." Disse Yoongi.

Eunmi sorrise.

"Esatto, scusami. In ogni caso, cosa volevi fare?"

Oh no, questa è la parte difficile. Yoongi esitò, grattandosi nervosamente l'attaccatura del capelli con la mano destra.

"Io, uh, io volevo solo parlare con te."

"Perchè?" Eunmi incrociò le braccia al petto.

Per qualche strana ragione, era stato il suo lato difensivo a parlare. Non doveva andare così, l'altra sera se l'era immaginato diverso, l'aveva appena colpito in faccia.

"Volevo chiederti il numero." Rispose Yoongi, ma non era ancora abbastanza.

Ma a quel punto il sorriso di Eunmi svanì completamente.

"Oh, volevi solo il mio numero? Okay."

Era terribile, Yoongi avrebbe tanto voluto dirle le sue vere intenzioni, quindi prese un lungo respiro e parlò.

"Si, ma no. Nel senso, ovvio che desidero avere il tuo numero, ma voglio anche di più. Merda, non sono bravo in queste cose. Quello che sto cercando di dirti è... quello che voglio dirti è che quando ti ho visto la prima volta in aereo ho pensato fossi bellissima e insopportabile allo stesso tempo. Ma nonostante ciò sono stato triste quando te ne sei andata. Ma poi abbiamo iniziato a incontrarci ovunque - sul pullman, da Starbucks, alla mia partita - questo significa qualcosa, giusto? Tu non hai intenzione di andartene via dalla mia vita, e nemmeno io lo voglio."

Si fermò momentaneamente, il petto si alzava e si abbassava come dopo aver corso una lunga maratona. La faccia di Eunmi una maschera impenetrabile: bocca serrata e occhi fissi sulla sua figura. Yoongi sapeva che si sarebbe dovuto fermare, di darle l'opportunità di parlare, ma adesso che aveva iniziato difficilmente si sarebbe fermato ancora. Le parole stavano uscendo come un fiume in piena dalla sua bocca, più veloci di quante ne potesse ragionare.

"Odio questo tipo di cose ma tu mi hai dato numerosi segnali, credo di piacerti. Nel senso, spero di piacerti, perchè altrimenti questo monologo si concluderà solo con un silenzio imbarazzante... in più, tu mi piaci." Si fermò ancora per un secondo, scompgliandosi i capelli dal nervosismo, nel mentre cercava le parole giuste. "Okay Eunmi, è - è stato come se dopo la prima volta in cui ci siamo incontrati, improvvisamente, tutte le canzoni d'amore mi ricordavano te..."

Finalmente, Yoongi aveva finito. Durante il suo discorso, il suo sguardo si era abbassato sempre di più, fino a raggiungere le sue scarpe. Troppo spaventato dall'idea di aver scordato qualcosa. Ma quando invece trovò la forza di alzare gli occhi, vide Eunmi che lo stava fissando.

I suoi occhi erano di un castano molto scuro, forse i meno attenti potevano anche scambiarli per neri. Si stava mordendo il labbro inferiore, mentre con un indice si stava arrotolando una ciocca dei suoi lunghi capelli. Yoongi trattenne il respiro, per così tanto tempo che gli sembrò di poter morire soffocato.

"Okay..." esclamò lei, tranquilla - eppure Yoongi poteva giurare di aver visto un semi sorriso.

"Okay." Ripetè ancora una volta, come se fosse l'unica parola del suo vocabolario.

Il cuore gli stava martellando nel petto, così forte da aver paura che anche la ragazza di fronte potesse sentirlo.

"Jang Eunmi, credo sia il caso di smetterla di incontrarci in questo modo."

Sorrise. Mostrò le gengive e i denti, diventando come uno di quegli orsetti gommosi. Anche Eunmi lo fece, anche se sul suo volto era presente più un sepressione soddisfatta.
Come se in realtà non aspettasse altro.

Si guardò le scarpe, poi di nuovo Yoongi.

"Min Yoongi, credo che tu abbia proprio ragione."










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VI RICORDO ANCHE CHE SUL MIO PROFILO SONO PRESENTI ALTRE TRADUZIONI!

Questo capitolo, in origine, era dedicato ad una persona per me importante, seppur non l'abbia mai potuto vedere purtroppo dal vivo.
Kim Jonghyun, 18 dicembre 2017.

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