Capitolo 21- SOFFRIRE È COME MORIRE


Julièn, dopo l' arresto, viene gettato in prigione, come il peggiore dei lestofanti. In un momento di rabbia, afferra la coperta e le scodelle e le lancia.
" Sono certo che sarò condannato. Il duca de Guìse, insieme al conte de Gardìn, non me la faranno passare liscia. Non uscirò più da qui ! ". Pensa sconfortato.
" Anajise! Non ti rivedrò più"!
Quel pensiero, gli fa avere l' impressione del cuore fermo in petto. Con l'angoscia che lo avvolge penetrando al suo interno. Ma deve trattenere la disperazione.
Purtroppo per lui, i malfattori che vi dimorano in quel contesto di luogo umido, sporco e maleodorante, sono in molti, e il capo di un gruppetto, aveva già cominciato a infastidirlo. Incitando gli altri a fare lo stesso.
Ma Julièn, non è il tipo che si lascia sottomettere ed è pronto a ribattere e attaccare.
Geoffròy - che sta dentro per furto - si interpone fra di loro con un espediente per sedare un imminente scontro, calmando gli animi.
Lo stesso uomo, conduce il giovane nobile in un angolo appartato, per informarlo su una certa situazione.
« Devi fare attenzione a Gastòn! Odia i nobili!»
Stupito da quell' affermazione, lo fissa stranito.
« Perché? »
« Per la differenza di vita! Ovviamente!»
Saccente afferma.
« La situazione a Parigi di noi poveracci, va sempre più a deteriorarsi. La gente non ha di che sfamarsi. Per questo motivo la criminalità è in aumento! La gente uccide per un tozzo di pane. E mentre i reali e i nobili, partecipano a lauti banchetti, il popolo muore di fame!»
« Non ne sapevo nulla!»
Proclama con un' espressione confusa.
« Mio caro marchese, mi dispiace avvisarti che non potrai dormire per molto tempo. Potrebbero tagliarti la gola mentre dormi»
Geoffròy, prosegue a parlare con la testa china, mentre armeggia con delle cartine da fumo e tabacco.
« Finché ci sono io, posso tenerlo a bada, ma tra qualche mese esco!»
Quelle parole lasciano Julièn preoccupato, mentre i suoi occhi fissano un punto imprecisato e la sua mente rincorre i pensieri.
« Tanto sono già morto!» Enuncia.

La notizia dell' arresto, giunge alle orecchie di tutta la nobiltà, compresa Madelèine.
La donna, che era la fidanzata di Julièn, dopo aver saputo che l' uomo aveva rapito la contessina Anajise, ha tratto le sue conclusioni.
" Julièn si è innamorato di lei, forse lo è sempre stato! E io? Chi ero per lui? Voglio saperlo!"
Chiede al cocchiere di preparargli la carrozza e di condurla alla Bastiglia.
L' inserviente, obbedisce e la donna si trova ora a bordo della vettura, sulla strada presso la prigione.
Giunta sul luogo, viene condotta da un soldato alla cella di Julièn.
Appena la donna accede ai sotterranei, è costretta a portarsi un fazzoletto bianco sul viso - tra il naso e la bocca - per attutire il tanfo nauseabondo che il posto emana.
Successivamente a una lunga rampa di scale, in quel luogo non adatto proprio a una signora, giunge a destinazione.
Nel momento in cui la bella Madelèine compare avanti alle sbarre, si crea il caos. Tutti i detenuti, incominciano a tendere le braccia per toccarla, facendo apprezzamenti volgari. Alchè la donna terrorizzata indietreggia di scatto, mentre la guardia colpisce ripetutamente le loro braccia con il calcio del moschetto da dietro il cancello, per farli arretrare. Subito dopo essere tornata la calma, il fante pronuncia il nome.
« Marchese Julièn de Mercíer, avete visite!»
L' uomo che durante lo scompiglio, era rimasto sdraiato sulla sua branda, in compagnia del suo nuovo amico Geoffròy; sentendosi nominare si alza di scatto con un unico pensiero in mente.
" È lei! È Anajise! È qui!" Si ripete, mentre avanza facendosi largo fra i detenuti, incurante di spingerli.
Ma quando arriva davanti alla persona che è venuta a trovarlo, gli si spegne l' entusiasmo.
Madelèine, intuisce la sua delusione e adirata esclama:
« Cos'è? Sei deluso Julièn? Ti aspettavi forse la contessina Anajise! Pardon! La duchessa !» esclama con sarcasmo.
L' uomo, china la testa imbarazzato, mentre scivola sul terreno, agguantando le sbarre.
« Mi dispiace Madelèine!» enuncia dispiaciuto.
« Ma guardati! Guardati come ti sei ridotto per lei! Ti ho amato veramente e questo affronto non lo meritavo! E lei... Sì! La tua dolce contessina... pardon... la duchessa Anajise, in questo momento, si sta per sposare con il duca!»
Quella frase lo fa irritare e senza pensarci le urla contro, con gli occhi da pazzo.
« Sei venuta solo per dirmi questo? Per prenderti la soddisfazione di vedermi annientato? Ebbene hai avuto la tua vendetta, adesso vattene!! VATTENE VIA! E NON TORNARE MAI PIÙ!»
La donna, in lacrime risale gli interminabili gradini, seguita dalla guardia.
Dopo le frasi Julièn rimane immobile e silente, mentre attende che il soldato, apra il cancello, permettendole di uscire. Intanto tutta la scena è stata sotto gli occhi di tutti i presenti che imperterriti continuano a fare apprezzamenti poco eleganti sulla donna, a differenza di Geoffròy, che dopo averla vista, sembra essere rimasto folgorato dalla sua bellezza e movenze.
Va ad approsimarsi all' amico, per cercare di calmarlo.
Ma Julièn non ha alcuna intenzione di spostarsi da lì.
Sente il vuoto dentro di sé, l' ultima frase pronunciata da Madelèine, echeggia nella sua testa " la tua dolce Anajise, si sta per sposare lo stesso con il duca".
Nel contempo che quelle parole girano nella sua testa come un vortice, Julièn afferma:
" Ha ragione Madelèine! Tutto quello che ho fatto per proteggere Anajise, non è servito a niente! Lei si sta per sposare lo stesso. Le nostre vite si sono separate. La sofferenza albergherà in noi per sempre.
Perdonami Anajise! Ma non ce la faccio a vivere senza di te!"
Julièn, fissa il vuoto mentre pronuncia queste parole nella sua mente. Non riesce a pensare che a lei.
Improvvisamente, abbassa lo sguardo e sul terreno intravede, per la vista offuscata dalle lacrime, un frammento di coccio della scodella in terracotta che egli stesso aveva lanciato per terra. Poche ore prima.
Lo afferra e sorride, vedendo in esso la liberazione a quell' atroce sofferenza.
Sembra aver perso la ragione. Solleva il polsino della sua camicia e con un colpo netto segna un polso.
Lentamente rivoli di sangue iniziano a scivolare sui calzoni inondandoli. Sente la vita finire dolcemente, mentre la sua mano cade sul terreno.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top