Scopriamo, così, di avere molte cose in comune. Penso che, in fondo, mi piacerà leggermente stare qui.

DUE SETTIMANE DOPO.

Sto dormendo tranquillamente nella camera che Killer mi ha assegnato durante la mia prima settimana in questo posto. Il compito che Ink mi ha dato sta andando a gonfie vele, stranamente. Non ci sono stati grandi problemi con il mio "room mate", per il momento. Il che mi lascia leggermente interdetta. A mal a pena ci conosciamo e non abbiamo litigato nemmeno una volta. Questa cosa è davvero molto strana. Qualcosa non quadra di certo. Magari sta tramando qualcosa di nascosto. È stato capace di terminare la vita dei miei genitori e, sicuramente, di moltissimi dei mostri che vivevano qui, senza battere ciglio. Sarebbe sicuramente stato capace di farmi qualsiasi cosa. Allora perché non fare niente? La mia presenza non era una minaccia per lui? Davvero gli stava bene avermi nei paraggi?, sospiro pesantemente, girandomi sull'altro lato. Quante domande mi frullano nella testa senza alcuna risposta logica da dare.
Dopo qualche minuto, però, vengo svegliata di soprassalto da un qualcosa - o meglio qualcuno - che mi salta addosso di peso. Mi alzo a rilento, mettendomi immediatamente a sedere e vedendo, infine, un Killer selvatico desiderare un po' di attenzioni. Noto anche che mi sta stringendo a sé con forza. Mille domande iniziano a frullarmi nuovamente nella mente. Perché mai dovrebbe volere attenzioni? Le mie, specialmente?, mi chiedo, non riuscendo a capire il suo cambiamento repentino di umore. Decido, così, di togliermi il dubbio e chiederglielo.

«Che stai facendo...?»
Killer: «Voglio attenzioni. Non si vede?»

Lo scheletro sposta confidente lo sguardo nel mio, sorridendo divertito, subito dopo. Mi limito semplicemente a sospirare pesantemente, prima di riprendere parola.

«Questo l'ho capito... Ma perché?»
Killer: «Perché si.»

Risponde infine, sempre sorridendo e comportandosi letteralmente come un bambino.
Sospiro per l'ennesima volta. Che gli è preso di punto in bianco? Sono passate letteralmente solo due settimane dal mio arrivo. Non dovrebbe avere dei dubbi su di me o qualcosa del genere?, mi chiedo, cercando di studiare ogni suo movimento improvviso. Movimento che, stranamente, non avvenne minimamente. Che fosse sempre così?, aggiunsi poco dopo, ancora osservandolo. Nessuno dei due si mosse di un centimetro. Lui aspettando che io cedessi e io che lui facesse un qualsiasi cosa che mi avrebbe portata a chiamare Ink o, semplicemente, a dargli un calcio nei coglioni, senza alcun tipo rimorso.
Dopo svariati minuti di silenzio totale, tuttavia, scelgo di lasciar perdere e di cercare di non farmi troppe domande al riguardo, decidendo, infine, di accontentarlo. Poco dopo, tuttavia, cambio idea per il troppo imbarazzo. Con il cazzo che avrei fatto una cosa del genere ad uno sconosciuto. Che aveva in quella testa? Delle zucche?, penso, diventando leggermente rossa al solo pensiero di coccolarlo. No, no e poi no. Che morisse, più che altro, aggiunsi poco dopo, diventando sempre più rossa ad ogni sguardo da cucciolo del ragazzo. Non avrebbe per niente reso le cose semplici, a quanto sembra.

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«Beh, finisco qui. Spero vi piaccia eee...»
Killer: «Abbiamo finito qui per la suspence, lol.»
Ink: «Bye piccoli pervy!»