Capitolo 82.
Levi's pov.
31/07/1945 - 6:20 p.m.
Raggiunsi la porta del mio ufficio ritrovandovi davanti il moro estremamente composto, la sua schiena diritta contrastò con lo sguardo docile e tenero che gli si dipinse nel vedermi arrivare, le sue braccia alzate al petto intente a reggere gelosamente delle cartelle, quasi a nascondervisi sotto.
Lo affiancai estraendo dalle tasche dei pantaloni la chiave della stanza, e come la inserii nella serratura, con la mano libera circondai cauto la vita del ragazzo che in tutta risposta sobbalzò per il contatto inaspettato.
Mi puntò uno sguardo circondato da un evidente alone di calore sulle gote, una volta spalancata la porta lanciai un elegante schiaffo sulle natiche del ragazzo spingendolo conseguentemente all'interno. Lo sentii ridere di gusto non facendo in tempo ad entrare anche io che il ragazzo mi si gettò addosso baciandomi.
Mi fece sbattere la schiena sulla porta che con quel gesto si chiuse, le mie mani si avvolsero al suo bacino iniziando a farle scorrere sensualmente sulla sua pelle olivastra.
"Hai fretta piccolo?"
Gli chiesi staccandomi il giusto per fissarlo negli occhi.
Il moro in tutta risposta scosse il capo in un gesto di dissenso, le sue guance ancora pervase da un accenno di rosa lo resero più attraente del solito.
"Allora ti prenoto per un po' soldato"
Gli sussurrai baciandogli il collo, una mia mano ancora fissa sul suo fianco denudato dalla divisa e l'altra poggiata alla sua mandibola in modo da fargli piegare il capo il giusto per avere una più ampia degustazione del suo collo.
Le sue mani ancora rannicchiate al petto strinsero con maggiore convinzione le cartelle mentre le sue labbra parvero schiudersi in un iniziale senso di piacere.
"Lo facciamo qui?"
Mi chiese con un filo di voce, il suo sguardo preoccupato ed apparentemente innocente mi fece andare fuori di testa.
"Non mi sembra sia la prima volta"
Gli risposi sulle labbra sfiorando le sue nel pronunciarlo, i suoi occhi si spostarono su di esse prendendo un corposo respiro.
"Avrei preferito farlo in camera"
S'imbronciò il ragazzo storcendo le labbra.
Alzai un sopracciglio continuando a guardarlo negli occhi per qualche secondo, almeno finché non iniziò a sentirsi a disagio.
"E così il signorino ha voglia di lamentarsi oggi?"
Gli domandai guardandolo severamente, sapeva quanto rischiassimo ogni volta e non mi sembrò il caso di fare i puntigliosi su dove avremmo scopato.
Lo vidi deglutire vistosamente, i suoi occhi parvero ingrandirsi guardandomi imbarazzato.
"N-non volevo insinuare-"
"E allora cosa?"
Chiesi prima che avesse potuto terminare la frase, lo vidi stringersi nelle spalle per il mio tono forse un po' troppo rigido.
"Ti darò un motivo più che valido per lamentarti, non ti preoccupare"
Aggiunsi afferrandolo per le cosce facendogli cadere di mano le cartelle.
Eren's pov.
Strinsi le braccia al suo collo assieme alle gambe che si serrarono al suo bacino stretto e muscoloso. Gli sorrisi passandomi la lingua sul palato una volta pronunciata l'ultima frase, consapevole il suo modo di dominarmi sarebbe stato in grado di farmi partire diverse scariche d'eccitazione lungo tutta la schiena.
L'uomo prima di portarmi alla scrivania si prese la premura di serrare la porta con un giro di chiavi, sorreggendomi in quel momento senza problemi con un braccio solo, che trovai eccessivamente tirato e diramato da vene percepibili da sotto la divisa estremamente leggera.
Preso dal momento vi appoggiai la mano sopra completamente rapito da tanta forza ed eleganza assieme. Strinsi appena il muscolo dell'uomo sotto le mie sottili ed affusolate dita, provocando dell'interesse da parte del corvino.
Il suo sguardo dalla porta dietro di sé finì prima al mio gesto per poi tornare al mio sguardo in un'espressione maliziosa e tutt'altro che casta.
"Che fai con quella mano?"
Mi chiese perfettamente consapevole della risposta, il suo sopracciglio alzato assieme ad un sorrisetto a labbra strette mi fecero intuire lo scopo dell'uomo nel farmi arrossire più del dovuto.
"N-nulla"
Risposi abbassando lo sguardo e stringendo maggiormente le mie gambe al suo bacino, la mano che prima gli tastò il braccio finì alle mie labbra giocandoci nervosamente.
Le sue invece si posarono sul mio collo baciandone ogni lembo di pelle in modo delicato ed altamente erotico, la sua lingua iniziò ad inebriarmi i sensi perlustrandomi da cima a fondo e la mia mano andò a serrarsi sui suoi capelli lasciandomi scappare dei piccoli gemiti.
"Ti piacciono le mie braccia?"
Mi chiese sollevando il viso il giusto per scontrare i suoi occhi con i miei che si sgranarono.
"L-la smetta!"
Lo rimproverai poggiandomi entrambe le mani sugli occhi iniziando a percepire dell'evidente calore sulle guance e fra le gambe.
"Smettere di fare cosa?"
Domandò in un sussurrò che mi provocò un mancamento da quanto eccitante, sbirciai dalle fessure delle mie dita i suoi occhi lussuriosi ed argentati lanciarmi un fugace occhiolino.
"Ahh di guardarmi, di farmi quelle domande e di mettermi in difficoltà!"
Risposi esasperato da tanta tensione sessuale.
L'uomo mi poggiò con la schiena sulla scrivania abbandonandomi delicatamente, le sue dita non si staccarono dal mio corpo finché non fu perfettamente certo io non fossi stato in bilico, allontanandosi appena non prima d'avermi costernato di baci fino al basso ventre ancora vestito. Le sue mani nel frattempo presero a scivolare all'interno delle mie cosce divaricandole il giusto per permettervi di inserirvisi in mezzo.
Si sollevò poggiando le braccia sulle mie ginocchia alzate, il suo mento al di sopra delle sue mani giunte, intento a guardarmi con estremo desiderio.
"Ricapitoliamo, non posso guardarti, non posso farti domande e non posso metterti in difficoltà, che cosa potrei fare quindi?"
Domandò non scomponendo il suo sguardo severo quanto eccitante.
"I-io..-"
La stoffa dei miei pantaloni prese a stringersi mettendo ben in mostra un'erezione fra le gambe divaricate. Vi portai prontamente le mani sopra nella speranza si sarebbe notata di meno.
"Ohi ohi cosa fai, togli subito quelle mani di lì"
Mi rimproverò divertito simulando un morso subito dopo, il suo capo si smosse appena verso le mie mani alzando una piccola parte del suo labbro superiore nel farlo, lo trovai di una sensualità rara.
Sorrisi portandomi un dito in bocca stretto fra i denti non smettendo di fissare i miei occhi volutamente innocenti sui suoi.
"Mi spogli Caporale"
Gli dissi abbandonando le braccia sopra la mia figura lungo quel che restava della scrivania, l'uomo quasi istintivamente mi afferrò entrambi i polsi stringendoli nella sua mano fino quasi a farmi male, trovai in quel dolore dell'eccitazione particolarmente accentuata.
Non appena si accorse d'aver stretto un po' troppo mi liberò facendo scorrere la mano sul mio viso fino a farla arrivare al mio busto alzandone la divisa ormai stropicciata e per metà sollevata.
Ci spogliammo nel giro di qualche minuto, rallentati solo dai baci sensuali che ci lasciammo lungo il tragitto. Le sue dita mi finirono in bocca facendomi colare della saliva agli angoli delle labbra. Il suo essere così violento non fece altro che aumentare il mio desiderio d'essere sottomesso. Spinsero fino a farmi lacrimare, le gote arrossate smorzate solo dal colore smeraldino dei miei occhi.
Nonostante il suo membro non fosse stato ancora al mio interno il percepirlo addosso mi provocò non pochi gemiti ovattati dalle dita di quest'ultimo.
Lo vidi sorridere appena.
"Stai gemendo solo avvertendolo? Che carino"
Mi schernì lui facendomi arrossire fin sopra le orecchie, voltai istintivamente il capo lateralmente facendo di conseguenza uscire le sue dita dalla mia bocca scoprendole ricoperte di saliva, fili di essa si estesero dalla mia bocca semiaperta. Scorsi il corvino con la coda dell'occhio portarsi le dita alle labbra leccandole a sua volta per poi inserirle all'interno della mia apertura.
Gemetti inarcando la schiena, rivoli di sudore iniziarono a scendermi sul corpo rendendo più evidenti i miei capezzoli. Mi morsi il labbro corrugando le sopracciglia pur di non farmi partire un grido più pronunciato.
"Arrivi subito al dunque, voglio sentirla dentro di me"
Gli riferii sommerso dal piacere più sfrenato, le gambe presero a tremarmi appena.
Lo vidi alzare entrambe le sopracciglia.
"Ti devo preparare prima, lo sai-"
"Levi!"
Lo rimproverai facendo scemare la mia voce in un gemito prettamente erotico, lo vidi schiudere le labbra in un gesto di stupore prendendo un corposo respiro, i suoi pettorali imperlati d'un velo di sudore si gonfiarono appena sotto la spinta dei suoi polmoni.
"Dopo non provare a fermarmi se ti farà male perché non ti ascolterò"
Mi riferì alternando la voce a dei baci lasciatimi sulle ginocchia alzate che gli arrivarono esattamente al mento.
"Prima dovrebbe farmi male però"
Gli risposi ormai in un punto di non ritorno, i miei desideri più nascosti ed ombrosi iniziarono mano a mano ad uscire allo scoperto con quell'uomo.
Si passò il pollice sulle labbra storcendole appena in un gesto d'impulso.
"Eren... provi piacere nel ricevere dolore per caso?"
Mi chiese fin troppo sveglio per confondere le mie parole.
"Lo provi lei stesso"
Risposi non distogliendo i miei occhi dai suoi, deciso nel mantenere lo sguardo, il corvino alzò velocemente un sopracciglio estremamente incuriosito dalla mia vaga confessione.
Le sue mani si poggiarono sulle mie ginocchia usufruendone come appoggio per abbassarsi fra le mie gambe, più scese, più i muscoli delle spalle e della schiena si contrassero mostrandosi imperlati di sudore ed accentuati dalla penombra della stanza completamente serrata.
Ci guardammo, i suoi occhi taglienti non si scomposero nemmeno per un attimo, le sue labbra si smossero come se si fosse morso l'interno d'entrambe le guance, finché non lo vidi schiuderle il giusto per far fuoriuscire un rivolo di saliva sulla mia apertura così da alleviarmi almeno un minimo ciò a cui sarei andato incontro, lo sguardo fisso sul mio e le labbra raccolte per poter formare uno sputo più compatto.
Solo in quel momento mi ritirai appena per l'incontenibile eccitazione non riuscendo a trattenere un gemito quando il liquido andò a toccarmi.
Non feci in tempo a proferire nulla che l'uomo mi penetrò con prepotenza, la mia voce parve spezzata ed il capo reclino verso l'alto , la mia schiena s'inarcò il giusto perché il corvino vi avesse potuto inserire sotto una mano in grado di sorreggermi.
Ci vollero un paio di spinte perché il suo membro raggiungesse il culmine nella mia apertura, provocandomi diverse lacrime che contrastarono con i gemiti di piacere. Mi sollevò entrambe le gambe portandosele sulle spalle, la sua figura si piegò sulla mia provocandomi un dolore acuto in pancia.
"S-signore mi è arrivato-"
Non riuscii a terminare la frase per via di un gemito piuttosto rumoroso.
"Dove ti è arrivato Eren? Fammi vedere"
Mi assecondò l'uomo non davvero interessato a quello ma quanto al riempirmi di spinte.
Passai la mia mano tremante sull'addome che andò ad incontrare anche quello del corvino da quanto attaccati, fermandomi proprio affianco all'ombelico.
"Mh... è arrivato lì?"
Mi chiese alzando un sopracciglio. La sua espressione non si scompose minimamente rendendolo di una bellezza disumana.
"S-sì"
"Non ti ho sentito, dillo più forte"
"Sì!"
"Coraggio, urla pur-"
"Daddy!"
Mi scappò all'improvviso non riuscendo a trattenermi.
L'uomo corrugò tempestivamente le sopracciglia confuso. Il mio viso prese ad andare a fuoco portandomi entrambe le mani sulla bocca.
Sei incredibile Eren... solo tu saresti stato in grado di farti scappare un'affermazione americana in un momento simile...
Mi maledissi, avrei preferito di gran lunga prendermi a pugni che realizzare d'avergli riferito una cosa del genere.
"Che cos'hai detto?"
Mi chiese appena affannato dalle continue spinte.
Mi passai una mano sul volto trovandolo sudato.
"N-nulla è un tipo di slang tedesco... modi di dire..."
Sussurrai tremendamente imbarazzato.
Ci addestrarono a modo su una possibile situazione del genere, se mai ci fosse uscito un termine in americano ce la saremmo dovuta cavare con un -bhe, ma è slang tedesco è normale voi non lo capiate -
"Sì ma dimmi che cosa significa"
Mi domandò lui con tranquillità non diminuendo le spinte, i suoi occhi interessati mi scaldarono il cuore.
"N-non è importante, si tratta solo di un'esclamazione..."
Tentai d'apparire il più tranquillo possibile.
L'uomo non ci diede più peso continuando ciò che iniziò senza più interruzioni per un totale di un'ora e mezza, nella quale riuscimmo a venire entrambi, io sul mio e sul suo addome e lui al mio interno, cospargendo nell'uscire di sperma anche le mie gambe.
"Dio... Eren sei fantastico"
Mi sussurrò una volta finito accarezzandomi il volto entrambi esausti.
Gli sorrisi abbandonandomi al suo tocco con occhi chiusi.
"Lei lo è molto di più, mi creda"
Ammisi con un pronunciato fiatone.
"Mh, a proposito, parleremo del tuo masochismo più tardi, ora devo assolutamente sbrigarmi, sono in ritardo per un Consiglio"
Mi disse intento a rivestirsi una volta ripulitosi.
Arrossii consapevole d'aver mostrato forse un po' troppo di me.
"Comunque i documenti che cercavi sono nel primo cassetto, ci vediamo più tardi piccolo"
Mi disse allacciandosi la cintura, il suo capo si sporse sul mio lasciandomi un delicato bacio sopra.
"A dopo Levi"
Risposi sorridente ed ancora scombussolato per ciò che accadde.
Levi's pov.
9:36 p.m.
Una volta finita l'assemblea mi recai assieme all'Ufficiale ed al Generale in mensa per un bicchiere di Whisky. Una volta preso posto al tavolo, Farlan fece sistemare la rossa ancora in servizio sulle sue gambe come suo solito. La trovai piuttosto a suo agio nonostante fosse stata circondata da tre uomini.
I discorsi furono tanti e distanti, il pensiero fisso della parola sfuggita al moro non mi permise nessun tipo di concentrazione rivolta al mondo esterno.
"Sapete per caso che cosa significhi Daddy?"
Domandai ad un certo punto interrompendo di soprassalto la conversazione.
Farlan si strinse nelle spalla scuotendo il capo e lo stesso fece la rossa, al contrario del Generale che nel frattempo avvicinando il bicchiere alle labbra per farne un sorso gliene andò di traverso una buona parte.
Iniziò a tossire copiosamente sgranando gli occhi.
Tutti e tre lo guardammo confusi, assottigliai gli occhi sporgendomi difronte pur di raggiungerlo il più possibile.
"Lei sa che cosa significa, dico bene?"
Gli domandai diffidente.
L'uomo si asciugò le labbra col dorso della mano mordendosele subito dopo pur di trattenere un sorriso divertito.
"Chi glielo ha riferito Caporale?"
Mi chiese a sua volta avvicinandosi a sua volta a me con sguardo malizioso.
"Ha importanza?"
Insistetti io leggermente a disagio dal suo sguardo tanto predominante.
"Oh no assolutamente, non vorrei immischiarmi"
Ammise sorridendo, il suo gomito poggiato al tavolo sorresse con il palmo il suo viso estremamente ammiccante.
"Ad ogni modo è slang tedesco... modi di dire"
Asserì infine confermando la spiegazione del moro.
"Sì questo lo avevo capito, le ho chiesto il significato"
Insistetti iniziando a perdere la pazienza.
"É sicur-"
"Le ho chiesto il significato"
Ordinai infine arrivando ad un palmo dal naso del Generale che sorrise divertito.
"Vediamo... come posso tradurlo in giapponese... è un modo per chiamarla papi..."
Disse in tutta tranquillità estremamente provocatorio davanti agli altri due che rimasero a bocca aperta.
"Pa...pi?"
Pronunciai con un filo di voce iniziando a realizzare, le mie guance presero a scottarmi istantaneamente, portando ad abbassare lo sguardo sul mio bicchiere ed una mano sugli occhi tentando di non morire d'imbarazzo.
Isabel osservò la scena senza capirne il vero significato, forse ancora troppo ingenua per arrivarci, aveva diciannove anni d'altronde, al contrario del biondino che ne aveva trentasette e che si posizionò una mano sulle labbra per non esplodere in una risata che gli fuoriuscì comunque.
"Oh cazzo"
Pronunciò scoppiando a ridere.
Mi sarei voluto sotterrare.
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