Capitolo 64.
Levi's pov.
Puntai uno sguardo al moro quando richiusi la porta dietro di me pur di scorgervi una qualsiasi reazione, ma il ragazzo continuò ad osservarmi calcolatore, come se ciò che riferii pochi istanti prima alla ragazza biondina non lo avesse minimamente sfiorato.
"Saresti d'accordo allor-"
Non feci in tempo a terminare la frase che il moro mi morse le dita ancora all'interno della sua bocca provocandomi un sussulto, con quelle poste fuori dalle sue labbra invece, gli strinsi il mento facendogli sbattere il capo contro il muro dietro di sé, provocandogli un lamento accentuato.
"Bastava dirlo"
Gli riferii ad un palmo dal viso visibilmente divertito dalla situazione ritirando la mano. Una volta fuori potei scorgervi delle lievi lacerazioni all'inizio dell'indice e medio. Le osservai rigirando la mano per qualche istante.
Il ragazzo continuò a guardarmi massaggiandosi il capo.
"Non vorrà mica farsela in contemporanea con entrambi"
Disse corrugando le sopracciglia.
Distolsi lo sguardo dalla mia mano puntandoglielo addosso.
"E anche se fosse?"
Gli chiesi non variando tono. Lo vidi in difficoltà puntando le sue perle verdi ovunque tranne che su di me. A tale gesto sbuffai dal naso sarcastico.
"Non sono interessato da quella ragazza"
Ammisi infine guardandolo in modo più dolce e pacato. Il suo sguardò guizzò sul mio in una frazione di secondo illuminandosi di luce propria.
"E invece... è interessato a me?"
Mi chiese scaltro avanzando verso la mia direzione in modo lento e calcolato, come se sapesse perfettamente quali tasti premere.
Lo accolsi facendo sfiorare le mie mani con i suoi fianchi ancora vestiti.
I nostri sguardi presero ad incrociarsi e le nostre labbra a sfiorarsi percependone i respiri affannati e caldi.
"Sono cotto di te"
Risposi in un sussurro serrando la mia presa sul suo corpo. Notai come sul suo volto iniziò a stamparsi un sorriso eterno in grado di riscaldarmi il petto, i suoi occhi si assottigliarono e gli zigomi presero ad alzarsi sotto la contrazione dei muscoli.
Sei bellissimo...
"Come?"
Mi chiese e solo allora compresi di non averlo solo pensato ma anche pronunciato a voce alta.
"Ho detto che sei bellissimo"
Ripetei in modo più scandito, i nostri sguardi fissi sulle labbra dell'altro intenti ad immortalare un attimo senza principio né fine, un bacio senza tempo.
Avvolse le braccia al mio collo stringendomi, le nostre labbra incorniciarono un'opera carnale quanto sentimentale, la stretta del moro si fece più pressante, come se avesse avuto il bisogno di sentirmi sotto le sue dita, tangibile e concreto.
Potei percepire il calore del suo corpo sul mio in un istante che parve distaccarsi dalla realtà.
Delle lacrime mi bagnarono la guancia facendomi distaccare poco dopo. Guardai stranito verso la sua direzione scorgendolo con occhi lucidi ed appena arrossati. Un vuoto nel petto iniziò a farmisi pressante facendomi perdere un battito.
Sono stato io?
Corrugai le sopracciglia in preda ad uno stato di panico provocandomi un malessere tale da non permettermi di respirare.
I suoi occhi tentarono di non incrociare i miei, il palmo della sua mano andò spedita in un gesto istintivo ad asciugarsi il volto, ma gliela bloccai tempestivamente lasciandogliela a mezz'aria.
"Eren..."
Iniziai in un sussurro tremendamente preoccupato. Tentò di scostarmi voltando il viso di lato, in tutta risposta strinsi appena la presa sul suo fianco richiamandolo.
"Perché piangi?"
Gli chiesi cauto spostando il volto verso la sua direzione pur di scorgerlo e fargli capire che non vi era problema, che con me sarebbe stato al sicuro e che qualsiasi lacrima versata non sarebbe mai stata sminuita.
Eren's pov.
I sensi di colpa iniziarono a farsi tali da rendermi incapace di nascondere il mio turbamento. Quella notte nei suoi occhi lessi tutto l'amore che un uomo potesse essere in grado di donare dopo tanti anni di dolore. La loro luce mise in ridicolo la mia, riuscirono ad osservarmi come mai nessuno prima d'ora fece, fu come se mi avessero spogliato di ogni mia sicurezza.
Tienimi con te Levi e dimentichiamoci tutto...
"Perché non ce la faccio più"
Sussurrai straziato dal dolore. Il peso sul petto iniziò a farsi tale da soffocarmi.
L'uomo difronte mi osservò spaesato allentando appena la presa dal mio corpo e ciò mi distrusse, comprendere di essere stato in grado d'allontanare tanto amore mi uccise. Non disse nulla, mi lasciò andare il polso così come il fianco, in modo che io potessi finalmente rendermi piccolo ed insignificante davanti ad un uomo così sincero e grande, ma ciò che fece durò per pochi istanti, perché subito dopo mi strinse in un abbraccio che mi mozzò il fiato.
"Non sei solo, smettila di affrontare tutto come un eroe solitario, qui non esistono eroi e tanto meno dei lieti fini, lascia che ti aiuti, non potrei mai permettermi di perderti, non ancora"
Mi riferì con ancora stretto il mio capo al suo petto, i suoi battiti mi rimbombarono nelle orecchie percependoli appena accelerati, le ultime parole gli uscirono in un sussurro, iniziai a bagnargli la maglia non riuscendo più a trattenere dei singhiozzi piuttosto pronunciati.
"No, lei non capisce!"
Iniziai a dire io irrequieto tentando di divincolarmi da tutto quell'amore del quale non meritavo affatto.
Mi guardò stranito con ancora le mani avvolte ai miei fianchi e le mie appoggiate al suo possente petto allontanandolo appena. Mi morsi un labbro inumidito dalle lacrime salate tentando di reprimere dei pronunciati gemiti di dolore che fecero incurvare il mio viso in una smorfia di sofferenza. Chiusi gli occhi fradici di dispiacere.
"Non si merita tutto ciò!"
Gli gridai addosso colmo di dolore, l'uomo indietreggiò appena osservandomi esterrefatto.
"Che cosa intendi?"
Mi chiese con un filo di voce assottigliando appena gli occhi, come stesse realizzando la più brutta delle consapevolezze.
Scoppiai in lacrime non riuscendo più a reggermi sulle mie stesse gambe che toccarono il suolo poco dopo con le ginocchia, le mani premute sugli occhi sgorganti di lacrime.
Glielo stai per dire? Sai questo che cosa comporterà?
Che importa?! Finirò alla forca comunque...
I pensieri iniziarono a farsi contrastanti provocandomi un accentuato mal di testa, due facce della stessa medaglia stavano discutendo fra loro non trovando via d'uscita. L'unica consapevolezza a cui arrivai fu quella di un ragazzo distrutto dalla pressione e dai sentimenti contrastanti, non riuscendo più a vedere una luce alla fine del tunnel.
Mi sfogai sotto gli occhi impotenti del corvino che rimasero a fissarmi dall'alto al basso.
Piansi senza nessun filtro tentando di scacciare via assieme alle lacrime tutto il malessere, le mani iniziarono a tremarmi e i singhiozzi farsi più incontrollabili provocandomi dei leggeri spasmi pur di riprendere fiato.
Ero a pezzi e quella sera raggiunsi il culmine al quale sperai di non arrivare mai. Un uomo annullato non può far altro che distruggersi e ciò che fu fino ad allora, apparve molto simile. Il voler portare avanti dei sentimenti tanto potenti nei confronti del corvino mi avrebbero portato inevitabilmente alla mia disfatta interiore spezzandomi in due a tal punto da esplodere.
Levi si abbassò assieme a me percependo appena la sua presenza, le sue braccia tentarono di avvolgermi nonostante io tentai di allontanarlo invano, ed ormai privo di forze mi abbandonai al suo avvicinamento, la sua mano mi accarezzò la nuca e la mia fronte appoggiata alla sua spalla prese a sbatterci sopra appena, preso dallo sconforto, mi sentii la schiena avvolta dal suo calore, mi strinse rendendomi vulnerabile a tal punto che nulla sarebbe stato in grado di farmi reagire.
"Calmati... alles ist gut"
Mi sussurrò cullandomi fra le sue braccia. Percepii il suo respiro farsi irregolare fra i miei capelli. Mi rassicurò stretto a sé potendo riconoscere il suo profumo da uomo estremamente pulito e pungente, a tal punto da farmi inalare più aria di quanta ne necessitassi per continuare quel momento di estasi.
Mi permise di distaccarmi dalla sua presa in modo delicato, i nostri visi si trovarono a contatto potendo notare dai miei occhi ancora offuscati dalle lacrime, come l'espressione del corvino fosse addolorata, un senso di panico mi pervase fin dentro le ossa.
È così che mi guarderà quando le avrò riferito tutto? Oh Dio, ti prego perdonami...
Strinsi i denti prendendo coraggio, non avevo più alcun motivo per continuare il mio percorso, tutto ciò a cui ero aggrappato era una menzogna e la mia lealtà vacillò talmente tante volte da rendermi un randagio senza provenienza né fazione.
Eren, che ci fai ancora in vita? Dovunque vai procuri dolore.
Ricacciai dentro le lacrime che ancora minacciarono di sgorgarmi dagli occhi, prendendo un corposo respiro guardai negli occhi argentati del corvino davanti a me che non smise per un secondo di accarezzarmi il fianco in un gesto rassicurante quanto doloroso.
Mi guardò sconvolto quanto rattristato per tutta la sofferenza che non mi preoccupai di nascondere, sicuro stesse provando le mie stesse emozioni conoscendo quanto sotto sotto fosse stato empatico.
L'uomo riportò le mani al mio volto asciugandone le ultime lacrime che vi scesero, con i pollici.
Continuai ad osservarlo più sicuro che mai.
"Lei continuerebbe a guardarmi così anche se sapesse che non sono-"
Non finii mai quella frase.
Levi mi scoccò un bacio in grado di farmi tacere, le nostre labbra a contatto provocarono una scossa nei nostri corpi, consapevolezza.
"Non aggiungere nulla, ti prego"
Mi pregò poi in un lamento straziato riportando la sua fronte alla mia e chiudendo gli occhi come in contemplazione.
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