Capitolo 57.
Levi's pov.
25/04/1945 - 5:40 a.m.
Delle voci indefinite mi arrivarono alle orecchie svegliandomi in malo modo. Aprii gli occhi ad una fessura per l'insopportabile sole che iniziò a filtrare dalle tapparelle abbassate dell'abitazione. Portai prontamente il palmo della mano poggiata sulla fronte in modo da coprirmi gli occhi e puntarli subito dopo al ragazzo moro ancora beatamente addormentatomi fra le braccia.
Istintivamente, con il braccio intento ad avvolgerlo, gli accarezzai la spalla facendolo contorcere appena. I miei muscoli, seppur ancora addormentati, si rilassarono alla sola vista di quel ragazzo accucciatomi addosso.
Lo osservai per qualche secondo contemplandone i lineamenti limpidi ed aggraziati.
Oh Eren, cosa darei per proteggere questa innocenza...
Il mio flusso di pensieri s'interruppe non appena riudii le stesse voci ovattate che mi svegliarono poco prima, drizzai inconsapevolmente la schiena stando sull'attenti, il mio sguardo si fece duro e vigile puntato verso la porta ancora chiusa. Prestai ascolto in modo attento e circospetto.
"Ci opporremo!"
Sentii in modo nitido e chiaro proprio davanti alla mia porta. Corrugai le sopracciglia sollevandomi quasi del tutto dal letto, facendo comunque attenzione a non svegliare il moro.
"Non è ammissibile! Noi non seguiremo più le direttive!"
Un'altra voce indefinita passò davanti alla mia cabina ancora più forte e decisa della prima.
Diedi dei leggeri colpetti al corpo del ragazzo affianco a me, in modo tale da avvisarlo che mi sarei alzato. In tutta risposta mugugnò qualcosa di incomprensibile girandosi nel lato opposto e trascinandosi le coperte con sé.
Nel frattempo mi alzai cauto e prudente andando ad ascoltare dalla porta appoggiandoci la guancia e l'orecchio.
"Ora basta! Tornate tutti a lavoro!"
Sgranai gli occhi in un momento di realizzazione. La voce profonda e decisa apparteneva a Yamamoto. La gola mi si seccò rapidamente facendomi svegliare del tutto.
"Ohi Jeager"
Richiamai il ragazzo ancora a letto che in tutta risposta si contorse appena.
"Jeager svegliati!"
Pronunciai a voce più alta lanciandogli uno scarpone addosso. Il moro sobbalzò per lo spavento improvviso poggiando entrambi gli avambracci sul materasso e sollevando metà busto nella mia direzione.
"Ma che diamine...-"
Iniziò lui stropicciandosi gli occhi. Notai come i suoi capelli apparvero scompigliati e la sua espressione tremendamente spaesata.
"Non c'è tempo per spiegarti, presto vestiti, dobbiamo uscire"
Dissi senza troppi giri di parole come se stessi impartendo un ordine.
Afferrai dalla sedia un paio di pantaloni della divisa ancora immacolati, infilandomeli il più velocemente possibile.
"Caporale ma che sta succ-"
Non gli feci terminare la frase che gli lanciai addosso i suoi vestiti. Li afferrò al volo con una mano, mentre nell'altra resse lo scarpone che gli scagliai poco prima.
"Coraggio alzati, ti spiegherò strada facendo."
Eren's pov.
Feci come mi disse il corvino, vestendomi con ancora gli occhi semichiusi. Mi stavo allacciando una scarpa quando l'uomo mi afferrò in malo modo il polso trascinandomi fuori e richiudendo la porta dietro di sé. Rimasi per qualche secondo del tutto spaesato, notando il campo a quelle prime luci dell'alba, completamente sommerso da soldati urlanti ed infuriati.
Mi voltai indietro in cerca del Caporale che non si fece attendere, uscendo a sua volta dalla cabina. Intuii il perché fossimo dovuti uscire in momenti diversi senza che l'uomo dovesse spiegarmelo. Mi si avvicinò in modo scaltro fra la folla di soldati, mi afferrò per la divisa sistemandomela al meglio, portandomi poi una mano fra i capelli pettinandoli appena.
"Allacciati la scarpa Eren"
Mi riferì poi, ancora indaffarato nel rendermi presentabile.
Arrossii appena, annuendo in modo timido.
Feci come mi suggerì riportando subito dopo lo sguardo sul suo.
"Ora mi spiega che sta succedendo?"
Gli chiesi preoccupato nel vedere un'onda di uomini così affiatata ed in collera marciare verso l'aula delle riunioni.
Lo fissai con sguardo impanicato e a tratti spaventato, mentre il suo non andò mai ad incrociare il mio che invece era puntato verso la ressa.
"Sono i miei soldati Eren"
Mi disse con un filo di voce, come se la sua mente stesse viaggiando a tre metri da terra rispetto al suo corpo che apparve estremamente assente.
"C-Che significa?!"
Continuai a domandargli perdendo la calma ed afferrandolo saldamente per un braccio. L'uomo sembrò non reagire.
"Lo sapevo, Yamamoto avrebbe avuto i giorni contati se non avesse annullato la vostra spedizione!"
Disse poi con tono più lucido e deciso.
Corrugai le sopracciglia confuso stringendo maggiormente il braccio del corvino sotto le mie dita. I suoi occhi si posarono sui miei, e ciò che ne scorsi fu speranza e determinazione.
Il mio respiro iniziò ad accelerare in un turbinio di emozioni indecifrabili.
"C-caporale si spieghi meglio!"
Gli urlai addosso data la mia pressione e confusione generale.
Scosse appena il capo in segno di dissenso.
"Non c'è tempo ora, vai assieme ai tuoi compagni e non state in mezzo alla folla! Tentate di rimanere fuori da questa calca!"
Mi disse poggiando la sua mano sulla mia ancora salda al suo braccio, la fissai con occhi sgranati.
"Eren"
Mi richiamò facendomi sollevare il volto sul suo.
"Devi eseguire ciò che ti ho detto, è in corso una rivolta e Yamamoto conosce solo un modo per reprimerla"
Mi disse serio e a tratti agitato, nonostante potei scorgergli negli occhi adrenalina ed eccitazione. Annuii convulsamente correndo verso il mio gruppo.
Levi's pov.
Il mio sguardo accompagnò il corpo di Eren finché non scomparve dietro un ammasso di uomini.
Dio ti prego proteggilo...
Riportai lo sguardo davanti a me stringendo i denti e facendomi spazio tra la folla in movimento dei soldati. Arrivai in cima spintonando tutti, potendovi scorgere a capo Smith e Church, uniti assieme per protestare davanti all'aula delle riunioni dove era rinchiuso l'Ammiraglio.
"CAPORALE!"
Mi accolse con un gran sorriso il biondino porgendomi una mano affinché potessi raggiungere i due uomini al di sopra di un piccolo palco.
"Farlan che cosa sta succedendo?"
Gli chiesi preoccupato e con sguardo corrucciato.
Mi si affiancò Erwin. Potei notare come il suo labbro fosse ancora in fase di guarigione così come l'occhio, circondandogli metà viso di un alone violaceo tendente all'ocra.
"Ho riflettuto Caporale"
Iniziò lui rispondendo al posto del biondo.
Lo guardai con estrema attenzione febbrile.
"Quando abbiamo avuto quella... sì bhe, quella discussione l'altro giorno, mi sono reso conto di non poter far partire i miei uomini così, o per lo meno, non ancora, non sono un padre è vero, ma sono comunque un uomo"
Mi riferì stupendomi, sgranai impercettibilmente gli occhi non riuscendo a dire nulla.
Farlan gli poggiò in modo empatico una mano sulla spalla porgendogli uno sguardo soddisfatto e a tratti orgoglioso, per poi riportarlo su di me.
"Abbiamo smosso una rivolta Levi"
Mi disse con due occhioni pieni di luce e di vita, vita che fremeva dalla voglia di contagiare.
"SIETE PAZZI?! Non abbiamo tempo per queste cose!"
Li rimproverai urlando.
"CAPORALE SONO I TUOI UOMINI AD AVERCI APPOGGIATO"
Continuò Church poggiandosi una mano sul cuore.
"Non ti lasceranno scendere al fronte e lo sai bene, a costo di sfasciare questo campo, ti sono troppo legati"
Disse poi, rilassando gradualmente il tono di voce.
Mi mancò un battito volgendo uno sguardo a tutti i presenti urlanti ed acclamanti.
Li guardai uno ad uno esultare in ciò in cui credevano.
"CAPORALE NON LA LASCEREMO SCENDERE AL FRONTE SENZA DI NOI"
Sentii un uomo urlare da sinistra, voltai tempestivamente lo sguardo verso quella voce che nel giro di un secondo divennero migliaia, tutte con lo stesso scopo, annullare la missione giurandomi fedeltà nel modo più straordinario possibile.
Un colpo di Stato.
Riportai lo sguardo spaesato verso i due uomini dei piani alti che mi fissarono soddisfatti. Non riuscii ancora a trovare le parole giuste, finché non riacquistai lucidità afferrando per il colletto Church.
"SA BENE COME TERMINERÀ QUESTA RIVOLTA. YAMAMOTO SPARERÀ A VISTA SULLA FOLLA"
Gli gridai contro preso dal panico.
"CAPORALE A NOI NON INTERESSA"
Sentii ancora altre voci provenire dalla folla, mi pietrificai sullo sguardo di Farlan che mi sorrise dolcemente.
"MORIREMO TUTTI COMUNQUE, TANTO VALE ONORARE LEI CHE CI HA SALVATI QUANDO PIÙ NE AVEVAMO BISOGNO"
Mi voltai incredulo nuovamente verso la calca di uomini esultanti e determinati.
Questi soldati stanno offrendo la vita per salvare la tua, la tua miserabile vita...
Mi sentii mancare, non avrei potuto permettere un simile spargimento di sangue per causa mia.
Mi guardai attorno completamente impanicato, finché non percepii la mano calda e rassicurante dell'Ufficiale posarmisi sulla spalla.
"Abbiamo fatto una promessa Levi"
Mi sussurrò in mezzo a tutta quella confusione generale.
Lo fissai completamente spaesato iniziando a riacquistare la calma, presi un corposo respiro stringendo la sua mano fra la mia guardandolo dritto negli occhi.
"E ora và, dirigi la tua folla di uomini e facciamoci sentire"
Mi intimò lui, puntandomi con un cenno del capo il gruppo di soldati.
Li contemplai nuovamente apparendo ai miei occhi sotto una luce nuova.
Questi soldati stanno offrendo la vita per il loro leader, non deluderli ed unisciti a loro, solo tu puoi farlo...
Strinsi i denti annuendo impercettibilmente, più per me stesso che per dare conferma alla folla.
"Li guiderò io"
Dissi infine come se stessi impartendo un ordine. Drizzai la schiena respirando profondamente, lo sguardo serio e duro. Erwin dal lato mi sorrise appena, lo fissai a mia volta annuendogli.
"YAMAMOTO, ESCA DI LÌ, NON HA PIÙ POTERE QUI DENTRO"
Prese ad urlare Farlan, sapevo quanto tosto fosse per lui, quell'uomo gli fece da padre e fra entrambi vigeva un rapporto splendido. Lo fissai grato per tutto quello che fece nei miei confronti.
Ti ringrazio...-
Tornai però ben presto alla realtà, quando sentimmo aprirsi la massiccia porta in metallo dell'aula delle riunioni.
La percepii a rallentatore nonostante durò pochi attimi.
Sapevo bene cosa sarebbe successo di lì a poco. Con uno scatto mi precipitai giù dal piccolo palco, non appena i miei piedi toccarono il terreno sabbioso percepii il mio equilibrio cedere dovendomi quasi piegare a terra per non cascare. Subito iniziai a correre afferrando uno dei fucili dei soldati sfilandoglielo dalle mani in un gesto repentino. Fu come se il mondo avesse preso ad andare a rallentatore.
Mi scagliai verso la porta che si stava ancora spalancando trovandovi di fronte soldati dell'Ammiraglio pronti a sparare a vista. Mi feci spazio cogliendoli alla sprovvista, e con la spalla del fucile e qualche mossa corpo a corpo ne atterrai il giusto per raggiungere l'uomo interessato posto dietro lo scudo dei suoi soldati.
Gli puntai la canna del fucile sotto il mento. Yamamoto mi guardò terrorizzato sgranando gli occhi.
"Fine dei giochi"
Spazio Autrice.
Buonasera a tutti ragazzi!
Come state cari? Spero tutto bene come sempre.
Volevo solo sentirvi in realtà, nulla di formale :))
Spero la storia vi stia piacendo perché ho grandi idee per la testa e non vedo l'ora di scriverle.
Per ora però vi auguro solo una bella serata♡
-Sof.
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