Capitolo 43.

Levi's pov.

09/04/1945 - 7:15 a.m.

"Dove cazzo è?!"
Scostai spingendo per le spalle un soldato dall'aria terrorizzata contro un muro.
Il suo sguardo tremante e pallido riverso sul mio, ricolmo di rabbia.

Mi voltai indietro tentando d'intrattenere un qualsiasi tipo di contatto visivo con gli altri cadetti che immediatamente guardarono a terra.

"Vi ho chiesto una cos-"

"Levi... smettila di urlare tanto"
Una voce mi placò facendomi voltare di scatto, come se i miei riflessi fossero stati messi alla prova in un momento di estrema concentrazione.

Farlan era appostato al ciglio della struttura degli uffici, la divisa da Ufficiale ancora addosso e nelle mani stretti i bagagli di un lungo e faticoso viaggio.

Mi sentii mancare per un secondo il fiato, nonostante non lo diedi a vedere, lanciai un ultimo brevissimo sguardo ai soldati che non lo ricambiarono per nessuna ragione al mondo, precipitandomi infine verso il biondo che abbandonò i bagagli a terra ricambiando il mio abbraccio, ci tenemmo stretti l'un l'altro, le mie braccia gli circondarono la schiena e il fianco, lui fece lo stesso, seguito da numerose pacche sulle spalle.

"Pensavo di non rivederti più..."
Gli sussurrai una volta staccatoci.

Mi rivolse uno sguardo ammiccante e volutamente offeso.
"Ma che gran bella accoglienza"
Mi sorrise sarcastico ricomponendo l'abbraccio di poco prima.

"Perchè hai pensato questo?"
Mi chiese in tono serio questa volta attaccato al mio orecchio così che nessuno potesse sentire o ipotizzare nulla.

Lo staccai delicatamente da me mordendomi l'interno della guancia, virai gli occhi furtivamente da un uomo all'altro.
"Una... una sensazione"
Finii per dire, rendendomi conto solo in quell'istante di quanto suonasse stupido riferito a voce alta.

L'uomo portò i suoi enormi occhi azzurri sui miei, seri e freddi.
"Le sensazioni hanno sempre un fondamento."
Mantenni il suo sguardo realizzando la frase che pronunciò pochi attimi prima.

"Bene allora, direi che è il momento di parlare meglio con un bicchiere di Whisky fra le mani"
Mi suggerì riacquistando il suo tono alto, frivolo e leggero, catturando l'attenzione dei cadetti cautamente posti pochi metri più distanti di noi.
Non aggiunsi nulla, mi limitai a seguirlo, le sue braccia strette dietro la nuca in segno di tranquillità, come se non fosse appena tornato dalla guerra.
Feci schioccare le dita davanti gli occhi di un soldato richiamando la sua attenzione.

"Tu, porta i bagagli nella stanza dell'Ufficiale."

"Sissignore!"
Si affrettò a rispondere drizzando la schiena.

Arrivammo in mensa che il sole era già calato all'orizzonte, prendemmo posto uno di fronte all'altro con in sottofondo solo gli assordanti rumori metallici di utensili da cucina utilizzati dalle ragazze del campo.

Ci facemmo servire due bicchieri di Whisky, osservai il biondo mentre iniziò a rigirarsi fra le mani il suo, come se fosse perennemente sotto osservazione, il suo sguardo fuggitivo mi fece preoccupare parecchio, d'altronde attorno a noi la mensa era deserta.

"Farlan-"

"No"
Non mi fece finire alzando il palmo della mano nella mia direzione, come per intimarmi a non finire la frase che avevo in mente.

Smossi impercettibilmente il capo confuso, i miei occhi si affusolarono appena, come per poter scorgere all'interno dei pensieri dell'uomo e comprenderne il significato.

Iniziò a sorseggiare la bevanda come fosse acqua, il suo pomo d'adamo che si abbassava ed alzava in un gesto ritmico e ripetitivo finchè la sua lingua non trovò anche l'ultima goccia del drink.

Continuai a fissarlo con le sopracciglia corrugate nel vano tentativo di farlo parlare, ma apparve come se fosse perso nei suoi pensieri, lo sguardo vuoto e riverso in una parte indefinita della stanza.
Strinsi i denti iniziando ad agitarmi.

"Vuoi dirmi che ti prende?"
Chiesi a tono basso non nascondendo però dell'evidente frustrazione.

Lo vidi mordersi ripetutamente il labbro inferiore finchè non afferrò anche il mio bicchiere che stavo circondando distrattamente con una mano travasando anche quello, ad una velocità tipica di chi non beveva per gustarsi il suo aroma pungente.
Glielo concedetti aprendo la mano in segno di assenso, i miei occhi sui suoi in un'analisi dettagliata del suo sguardo, senza riuscire però a definirlo.

Lo sentii deglutire con fatica anche l'ultima goccia della mia bevanda, finchè non appoggiò entrambe le braccia sul tavolo facendolo traballare appena, in tutta risposta mi appoggiai allo schienale della sedia con le braccia conserte.

"Dovevano bombardarci Levi"
Mi sputò una frase che mi fece perdere un battito.
Ci misi qualche secondo per immagazzinare l'informazione ricevuta.

"Che cosa significa?"
Chiesi scandendo bene e lentamente tutte le parole, mi avvicinai nuovamente al bordo del tavolo.
Mi guardò, la mandibola evidenziata ad intermittenza, come se stesse stringendo i denti in modo ritmico per alleviare lo stress.

"FARLAN"
Persi la pazienza sbattendo violentemente il pugno sul tavolo, i bicchieri si rovesciarono e il biondo trasalì in un inaspettato momento di sorpresa.

Lo afferrai per il colletto della divisa alzandomi dalla sedia e facendogli fare altrettanto.
Il suono stridulo delle sedie capeggiò su tutta la sala, facendo affacciare delle ragazze dalla cucina evidentemente curiose quanto spaventate.

"TI HO DETTO CHE VOLEVANO BOMB-"
Mi affrettai a spingerlo con il viso sul tavolo, la guancia premuta verso la lastra di legno in modo da non fargli finire la frase.
Mi abbassai lentamente fino a scorgerlo in volto.

"Farlan... non mi costringere"
Gli riferii ad un palmo dal viso.

Lui mi guardò con occhi terrorizzati.
Sapevo fosse sotto shock, e quando succede le persone non si rendono conto della realtà da cui sono circondati, ecco perchè può risultare pericoloso e fuori controllo un soldato con questi sintomi e mai avrei permesso a qualcuno di allontanare Farlan dal campo.

I suoi respiri apparvero irregolari, entrambe le mani appoggiate saldamente al bordo del tavolo con i gomiti alzati, come se stesse per rialzarsi e controbattere, ma senza trovarne le forze.
La mia mano premuta sul suo capo in modo ancora deciso e pesante, finchè non percepimmo l'entrata dei cadetti per l'ora di cena.

Il primo a varcare la porta fu il Generale Erwin, seguito dal cadetto Arlert e Jeager, notai come il suo zigomo stesse iniziando a guarire, mentre il sopracciglio fosse ancora sfregiato da una lunga ma sottile ferita che glielo tagliava in due.

Allentai la presa sul capo del biondo finendo per intrecciare le mie dita fra i suoi capelli in modo affettuoso per poi togliergliela definitivamente.

"Avanti, ne parleremo in camera."
Gli riferii ricomponendomi, sollevai entrambi i bicchieri rovesciati in modo abbandonato sul tavolo e sistemai la sedia sotto di esso.

L'uomo annuì senza proferire parola, la guancia ancora arrossata per la colluttazione con il tavolo.

Eren's pov.

Appena varcata la porta della mensa notai la presenza del Caporale e dell'Ufficiale assieme seduti allo stesso tavolo, per un momento mi sentii salire la nausea, l'idea di rivederlo era rassicurante, ma se poi finivo per portare lo sguardo sui miei compagni mi ritrovavo con le gote rosse per la vergogna.

Il corvino aveva premuta la mano sul capo del biondo in modo da far combaciare la sua guancia col tavolo, ma quella vista durò meno di un attimo, in quanto il Caporale tolse la mano sistemandosi i vestiti e l'area circostante, sembrava avessero avuto una discussione e il liquido fuoriuscito dai bicchieri rovesciati rimandava ad un alcolico per via del colore ambrato.

Li vidi raggiungere entrambi la porta d'uscita fra la confusione generale dei soldati affamati.
Mi apprestai a scorgermi verso le loro figure.

"Bentornato Signor Curch"
Gli riferii nel modo più cordiale possibile pur di essere in grado di scorgere una qualche informazione su ciò che accadde fra quei due poco prima.

"Jeager, non ora per favore"
Il corvino mi passò affianco allungando furtivamente una mano verso il mio fianco, mi sentii accaldato all'improvviso, quell'uomo era in grado di sciogliermi solo con un tocco, ne rimasi ammaliato.

Spazio autrice.
Buonasera a tutti!
Spero stiate tutti bene.

Purtroppo wattpad mi sta dando davvero tantissimi problemi, spero si riescano a sistemare il prima possibile fino ad allora le pubblicazioni saranno rallentate purtroppo :((
Ad ogni modo, buona serata a tutti♡
- Sof.

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