Capitolo 34.
Eren's pov.
Iniziai a sudare freddo, i miei occhi cominciarono a vacillare in tutte le direzioni cercando un appiglio a cui sorreggermi.
"Seguimi"
Annuii con il capo in modo sconnesso, che avesse capito tutto?
Mi pulii i vestiti dalla polvere con varie manate ben poco eleganti mantenendo il passo del biondo davanti a me, che con postura perfetta mi fece sfigurare completamente per metà campo.
Raggiungemmo il suo ufficio. Nonostante fosse ancora pieno di scatoloni per via del trasloco transatlantico, lo trovai paradossalmente in ordine nel suo disordine.
Si sedette sulla sua poltrona proprio dietro la scrivania intimandomi di accomodarmi.
Titubai per qualche istante.
"Coraggio, non mordo"
Mi suggerì lui, i gomiti appoggiati sul tavolo sollevavano le sue mani fino a farle arrivare al suo viso, a tratti divertito e dannatamente maturo.
Presi posto sulla sedia davanti a me poggiando entrambe le mani sulle ginocchia.
"Allora, volevo parlarti di una questione molto importante."
Si accese un sigaro con estrema eleganza non facendo trasparire nessun tipo di emozione, il che mi rese estremamente teso.
Continuai a fissarlo, nel mentre che il mio corpo iniziò con velocità smisurata ad aumentare di temperatura.
"Inizio subito col riferirti che non ho la minima intenzione di domandarti quale sia il tuo orientamento"
Prese parola subito dopo aver aspirato il tabacco all'interno del sigaro.
La mia schiena si irrigidì istantaneamente e le mie mani affondarono nella carne delle mie ginocchia.
Lo sentii ridere appena.
"Jeager, ti vedo un po' pallido, tutto apposto?"
Chiese poi non scomponendosi minimamente.
Mi sentii la testa girare su sè stessa, il mio respiro pressante nel petto.
"S-sì è tutto apposto"
Sussurrai appena, il terrore di poter essere stato visto superò di gran lunga qualsiasi altra emozione.
"... sì bene, il fatto che tu sia in ottimi rapporti con il Caporale Ackerman mi fa intendere che lui provi una certa fiducia nei tuoi confronti, dico bene?"
Chiese alzando appena un sopracciglio guardandomi di sfuggita dietro il sigaro stretto fra le due dita.
Titubai nel rispondere.
"Avanti Jeager, non ti metterò alla forca per questo, non ho il minimo interesse al riguardo"
Mi spronò l'uomo davanti a me con espressione sarcastica.
Le mie gote iniziarono ad arrossarsi, puntai prontamente lo sguardo verso i miei piedi che iniziarono ad intrecciarsi fra loro.
Sbattè prepotentemente la mano aperta sulla scrivania facendomi sobbalzare impaurito.
Deglutii faticosamente.
"Ti ho chiesto una cosa soldato"
Continuò lui deciso e fermo.
"S-sì, io credo lui si fidi"
Gli confidai.
Un senso di malessere mi pervase fin dentro le ossa, l'idea di doverlo ingannare ulteriormente mi fece provare una forte nausea.
Lo sguardo dell'uomo si illuminò nuovamente della luce di qualche attimo prima.
"Bene, era ciò che volevo sentirmi dire."
Poggiò le sue labbra all'estremità del sigaro tirando a pieni polmoni.
"Dovrai farti rivelare le esatte coordinate della flotta della Marina Imperiale."
Affermò poi con sguardo determinato.
"L-le coordinate? E come dovrei fare scusi?"
Domandai ingenuamente e quasi spaventato da tale richiesta.
"Non ha importanza come, devi solo riuscire a capire l'esatta posizione dell'Ufficiale."
Esordì lui alzandosi dalla scrivania e poggiandosi al bordo della finestra alle sue spalle. Il viso era rivolto verso l'esterno.
"Ma Generale... come dovrei fare?! Non mi riferirà mai delle informazioni tanto importanti!"
Continuai io sempre più deciso.
La trovai una follia pura, sarei stato fucilato all'istante se solo avessi parlato a sproposito, e l'uomo in questione non mi sembrava affatto stupido.
Ruotò il volto di tre quarti verso il mio.
"E come posso saperlo? Sei tu che ci sei entrato così tanto in sintonia. Dagli il culo, il pasto in mensa e se necessario pure tua madre, questo non mi riguarda affatto."
Finì spegnendo il sigaro in un posacenere in metallo rifinito nei minimi particolari.
Seguii con lo sguardo la mano del biondo premere con decisione l'ammasso di nicotina facendole inalare un ultimo disperato respiro.
Annuii in modo consapevole. Conoscevo perfettamente il mio compito, e più di tutti sapevo di essere semplicemente una pedina che se si fosse rivelata utile per la Nazione sarebbe stata riconosciuta con una medaglia e nulla di più.
Mi alzai dalla sedia nel modo più rispettoso possibile quando vidi l'uomo farmi cenno di silenzio con l'indice appoggiato sulle labbra.
Io eseguii senza domandare guardandolo con estrema attenzione.
Levi's pov.
"Quei documenti dovevano essere portati immediatamente a Yamamoto, che cazzo ci fanno ancora qui?!"
Iniziai a sbraitare nel bel mezzo del corridoio.
Un gruppetto di soldati si squadrarono fra loro terrorizzati e del tutto silenziosi.
Li guardai uno ad uno.
"BHE?!"
Chiesi sarcasticamente sporgendomi appena verso la loro direzione.
"SISSIGNORE"
Risposero in coro drizzando la schiena.
Mi massaggiai le tempie con l'indice e il pollice, un pressante mal di testa iniziò a martellarmi.
"Che razza di idioti..."
Sussurrai fra me e me.
Sentii poi una porta aprirsi proprio davanti a me, mostrando Eren e il Generale amichevolmente sorridenti.
Storsi il naso corrugando appena le sopracciglia.
L'uomo aveva una mano poggiata in modo gentile e dolce lungo il fianco del ragazzo che non accennò a scostarselo di dosso.
Vidi il biondo puntarmi uno sguardo fin troppo consapevole. Iniziai a scaldarmi di nervosismo. Possibile quell'uomo fosse sempre un passo avanti?!
Ricambiai lo sguardo stringendo i denti e marcando inevitabilmente la mandibola squadrandola maggiormente.
Il ragazzo sembrò non notarmi essendo girato di schiena, il che fece comprendere il fatto che Erwin mi avesse fissato appositamente.
Sospirai in modo rumoroso voltandomi di schiena intento ad andarmene.
"Oh Caporale!"
Sentii la sua voce fin troppo tranquilla e ingenua richiamarmi.
Trattenni a stento un'elegante e sacra esclamazione riportando lo sguardo sui due.
Quella volta il ragazzo notandomi abbassò lo sguardo verso terra imbarazzato.
"Erwin, mi dica"
Risposi con aria apparentemente scocciata.
L'uomo strinse appena la presa sul fianco del ragazzo.
"Oggi mi ritrovo estremamente impegnato, vorrei prendesse le mie veci uno dei più validi soldati in via del tutto eccezionale"
Riprese puntando uno sguardo dolce al moro.
"Generale ma oggi avremmo dovuto-"
Tentai di contestare.
"Le ho appena detto che ho da fare"
Mi interruppe forzando un sorriso di convenienza.
Strinsi i denti preso dal nervoso.
"Ma sì, certo, andrà bene anche così"
Risposi con acidità.
Il ragazzo mi puntò uno sguardo imbarazzato che distolse subito dopo.
Deglutii a fatica, non riuscendo a staccargli gli occhi di dosso trovandolo di una bellezza disarmante.
"Bhe credo vi troverete bene"
Finì il biondo sorridente spingendo il ragazzo verso la mia direzione.
Annuii.
"Bene possiamo andare"
Risposi incrociando le braccia al petto e iniziando ad avanzare verso il mio ufficio.
Eren's pov.
Mi sentii avvampare al solo pensiero di dover rimanere solo noi due in pieno giorno. Il proibito mi eccitava parecchio.
Raggiungemmo l'ufficio del corvino nel giro di pochi minuti, una volta sistemati all'interno domandai quale lavoro avrebbero dovuto svolgere i due.
Mi puntò uno sguardo.
"Erwin proprio non ti ha detto nulla?"
Chiese scocciato.
Mi portai una mano dietro la nuca, la stessa nella quale ora prendeva spazio una spessa garza tentando di rimarginare la ferita provocatomi proprio da quell'uomo.
Sospirò rumorosamente.
"Spogliati, dobbiamo provare le nuove divise per voi tedeschi"
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