Capitolo 30.

Eren's pov.

05/04/1945   -    8:34 a.m.

La giornata che si aprì dinnanzi a noi non fu delle migliori. Enormi nubi minacciose e cariche di pioggia iniziarono a ruggire sopra le nostre teste in tuoni che ricordavano a tratti il lamento cupo dei cannoni.

Il mio gruppo si trovava nell'area riservata al combattimento corpo a corpo.
La sabbia che circondava l'interno del perimetro era diventata completamente fradicia, rendendola ostile e pesante.

I miei capelli completamente inzuppati iniziarono ad attaccarsi al viso oscurandolo appena.

"Bene, tutti a coppie, iniziate ad esercitarvi."
Ci esordì il Caporale.
L'uomo non si prese la premura di munirsi di ombrello, si limitò ad incrociare le braccia al petto, coperto per lo più dal cappotto lungo che ultimamente stava utilizzando più del previsto.

Le punte dei suoi capelli gocciolavano incessantemente e il suo sguardo non accennava ad una minima forma di fastidio.

Iniziammo a combattere noncuranti del tempo ostile nei nostri confronti.
Finii per essere smistato insieme a Reiner.

Mi poggiò una mano sulla spalla rassicurandomi e io gli ricambiai porgendogli un sorriso.
Una volta presa posizione iniziammo a provare varie tecniche insegnateci in quel periodo di soggiorno in Giappone.
Ci divertimmo parecchio, finendo alle volte anche con il viso a terra.

Reiner ovviamente vinse, non solo per la sua  prestanza fisica indubbiamente superiore alla mia, ma anche per il suo ottimo apprendimento delle tecniche.

Finimmo per ricoprirci di terriccio e sabbia. Il biondo mi offrì la sua mano per tirarmi sù dalla sua ultima mossa che finì per stendermi a terra. Allungai la mia, ma come mi avvicinai, Reiner ritirò la mano facendomi ricadere a peso morto nella poltiglia di sabbia.

Lo sentii ridere in modo copioso, me ne restai a terra con le mani salde appoggiatovi sopra, i miei capelli estremamente bagnati e impregnati di granelli di sabbia mi contornarono il viso. Ricambiai la risata seriamente divertito, abbassai il capo il giusto per non farmi scorgere troppo in un momento di ilarità, mentre il biondo continuò senza ritegno appoggiandosi entrambe le mani sul ventre, mostrando degli avambracci muscolosi e a tratti venosi.

Mi porse la mano e titubante decisi di afferrargliela tirandomi sù.

"Hai fatto un bel volo Jeager, dovresti stare più attento, guarda come sono ridotti i tuoi pantaloni"
Iniziò Reiner con fare divertito e falsa innocenza.

Lo guardai con occhi assottigliati e un sorriso tenuto a bada a forza.
"No dico, ti credi così simpatico?"
Risposi alla provocazione con fare ironico, le mie mani passavano in modo ritmico sui miei vestiti, tentando di togliervi di mezzo i granelli ruvidi della sabbia.

Levi's pov. 

Restai ad osservare l'allenamento dei soldati, la presenza della pioggia sicuramente non mi avrebbe impedito di seguire i miei sottoposti, anche a costo di rimanerne fradicio. Il mio cappotto si bagnò completamente, appiccicandosi al mio corpo in modo estremamente fastidioso.
Puntai lo sguardo su Eren, si stava allenando con un suo compagno in modo giocoso e per una frazione di secondo riuscii a rivedermi in lui, quando la guerra ancora non mi aveva reso un uomo vuoto.
Finii per tirare un gran sospiro osservando con piacevole sorpresa che il ragazzo se non stuzzicato era davvero come gli altri.

Che ci fai qui Jeager? Non vedi che vi manderanno tutti a morire? Stupido idiota.

"Caporale"
La voce profonda e calma di Erwin mi riportò alla realtà, la pioggia smise immediatamente di bagnarmi, puntai lo sguardo in alto, scorgendo un ombrello nero farsi spazio sulla mia testa.

"Generale, non pensavo si interessasse dei combattimenti corpo a corpo"
Dissi prima che potesse rivolgermi ulteriore parola.

Mi si affiancò guardando nella mia medesima direzione, i ragazzi si stavano completamente azzuffando, provocando un suono bagnato che fece da sfondo alle grida e talvolta risa dei soldati.

"In realtà le devo confessare che ero il più bravo del mio gruppo addestramento."
Mi riferì con certo orgoglio. Per quanto le mie frasi si strutturassero in tedesco proprio per fargli dispetto, l'uomo continuò imperterrito a rispondere in giapponese.

"Un gruppo abbastanza scarso"
Finii io in lingua tedesca. L'uomo mi puntò uno sguardo, dove un sorriso iniziava a farsi spazio, solo le labbra iniziarono a stirarsi, senza che potesse mostrare quei denti dritti e bianchi.

"Bhe, vedendo come sta prendendo piega la guerra non posso che darle ragione."
Aggiunse in modo estremamente tagliente riportando lo sguardo verso i soldati. Lo guardai estremamente confuso, che razza di affermazione era?!

"Ma che d-"

"Arlert, più sù quelle braccia!"
Non mi fece finire che mi mollò l'ombrello in mano andando a rimproverare il ragazzo gracilino del gruppo dei tedeschi.

Sospirai fra me e me, quell'uomo non mi rassicurò affatto.

Eren's pov.

9:13 p.m.

Mi trovavo in mensa quasi del tutto semideserta per via dell'orario.
Mi ritrovai a parlare insieme alle ragazze di cui feci conoscenza poco tempo prima.

"Non voglio che muoia in battaglia"

"Isabel, andiamo, sono uomini, questo è il loro compito e il nostro è quello di tenere tutto come lo hanno trovato alla loro partenza"
Petra tentò invano di consolare la ragazza rossa della partenza di Farlan.

"Io non sono fatta solo per pulire!"
Protestò la ragazza in lacrime.
I suoi gomiti erano appoggiati allo stesso tavolo dove mi trovavo io.

"No ma che hai capito! Io intendo gestire i conti, la famiglia, gli affari, il lavoro... Isabel, le donne hanno una grande responsabilità addosso, e ognuno ha i propri compiti, sapevi perfettamente fosse l'Ufficiale, è bene che tu sia in grado anche di lasciarlo andare nel momento del bisogno"
Le appoggiò una mano sul braccio in maniera delicata, il suo modo di esporre le sue idee era semplicemente sopraffino, di una eleganza e dolcezza incomiabile.

La guardò con occhi gonfi e ricolmi di lacrime.
"Non l'ho potuto nemmeno salutare..."
Sussurrò con voce spezzata.

Mi continuai a mordere l'interno della guancia, non sapevo che cosa dire, nè se effettivamente fosse un'idea intelligente dire qualcosa, così me ne restai zitto, a guardare il mio bicchiere di Gin nella speranza che mi portasse altrove con la mente.

Solo allora sentimmo la porta aprirsi in modo deciso ma non irruento.
La figura del Caporale si fece strada fra i tavoli, afferrando un bicchiere di Whisky e portandoselo alle labbra subito dopo.

Vidi partire Isabel senza nessun ritegno verso Levi, si buttò in ginocchio sui suoi piedi, la sorpresa della scena mi fece andare di traverso l'alcolico, iniziando a tossire copiosamente.

Levi's pov.

La ragazza adocchiata da Farlan mi si gettò ai piedi colma di lacrime.
Mi sorprese parecchio vedere tanta sfacciatezza e disperazione nello stesso momento.
La fissai senza dire nulla, finii in un solo sorso il bicchiere alcolico che stringevo fra le dita, sicuro mi sarebbe servito ben più di un bicchiere per gestire quella situazione, ma in quel momento decisi di farmelo bastare.

"Caporale la prego mi dica dov'è diretto il signor Church vorrei raggiungerlo, porterei servizio ovunque lui sia, non ho paura di morire, la prego, faccia qualcos-"

"Ora alzati, mi hai stufato"
Dissi scocciato, tentando di scostare la ragazza dai miei scarponi.

Vidi correre Petra per afferrare la ragazza prima che potessi farle cose di cui mi sarei sicuramente pentito.
Si piegò affianco a lei tirandola a sè con tutte le sue forze, che a dire il vero non erano chissà quante.

"L-la prego di perdonarla, non è in sè, le assicuro che è solo stanca..."
Iniziò prontamente lei staccandola definitivamente, la rossa continuò a piangere rannicchiandosi fra le braccia dell'altra ragazza.

Puntai uno sguardo al tavolo dietro, scorgendo la figura di Mikasa e di Eren.
Quest'ultimo mi guardò con disapprovazione e delusione in volto.
Sapevo perfettamente di non essere l'uomo perfetto, nè tanto meno quello più gentile, ma non potevo farci nulla se odiavo con tutto me stesso quelle scene patetiche.
Eravamo in guerra, era ora di darsi una svegliata e uscire dal mondo delle favole.

"Isabel giusto?"
Finii per chiedere, accendendomi una sigaretta.

La ragazza mosse il capo in segno d'approvazione.
Mi piegai davanti a lei e a Petra, notando come il suo vestitino si impregnò completamente delle lacrime della rossa.

"Dal momento in cui hai varcato quel cazzo di cancello"
Dissi indicando dietro di me e continuando a fissarla.

"Saresti dovuta essere istruita, e in grado di comprendere il fatto che ci troviamo in guerra. Io non ho tempo da perdere con scemenze simili. Per questa volta non dirò nulla e non perderai il posto, ma alla prossima cazzata che fai sarò costretto ad accompagnarti fuori personalmente."
Finii portando la sigaretta alle labbra.

La ragazza annuì timorosa, le sue lacrime cessarono di sgorgarle dagli occhi, rimanendole addosso solo qualche singhiozzo dovuto allo shock.

"Bene-"

"Pregherò per lui"
Continuò lei, puntandomi uno sguardo rosso e gonfio di dolore.

"Non sprecare tempo"
La ammonii iniziando ad alzarmi faticosamente, facendo leva con le mani sulle cosce.

"Solo perchè nessuno ha mai pregato per lei non significa che sia tempo sprecato! Farlan è più uomo di lei sotto qualsiasi aspetto!"
Mi ringhiò addosso la ragazza straziata dalla sofferenza.

"ISABEL"
La rimproverò shoccata Petra.

Mi alzai del tutto prendendo un grande respiro.
"Credimi che su questo non ho dubbi"

Afferrai l'intera bottiglia di Whisky uscendo dalla mensa.

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