Capitolo 28.

Levi's pov.

Una volta usciti dalla camera comune afferrai il biondo per un braccio trascinandolo fuori dalla calca di gente.

"Non puoi partire"
Iniziai.

Lo vidi abbassare lo sguardo a terra.
"Non di nuovo..."
Conclusi con un filo di voce mollando la presa sul suo braccio.

"La guerra sta davvero andando male... io sono stato là Levi, sulle nostre navi da guerra Imperiali"
Rispose lui, guardandomi dritto negli occhi.

"Yamamoto sta solo sparando un quantitativo innumerevole di stronzate"
Continuò.

Lo guardai con grande attenzione.

"La nostra Marina potrà pure superare tutte le altre, ma possiede tantissime lacune, il Giappone ha scommesso tutto sul successo di una tattica aggressiva non investendo in modo significativo nelle strutture difensive, ritrovandoci così con lunghe linee di rifornimento estremamente vulnerabili all'offesa dei sommergibili avversari."
Mi spiegò.

Lo ascoltai con estrema attenzione portando le mani all'interno del lungo cappotto con lo stemma impresso della bandiera giapponese, all'altezza del cuore.

"Farlan ti sta mandando a morire porca troia."
Le ultime parole le sospirai portandomi le mani fra i capelli e distogliendo lo sguardo dal suo.

Mi sentii appoggiare le mani sulle spalle.
"Non è forse questo il nostro lavoro?"
Chiese poi con un timido sorriso sul volto, composto di dolore e rassegnazione.
Sapevo perfettamente quale fosse il nostro compito.

"Scusami..."
Sussurrai ricomponendomi.

Annuì grattandosi la nuca.

Eren's pov.

Volevo davvero provare a dimenticare il Caporale. Non era sotto nessun punto di vista corretto nè realizzabile, mi sarei solo provocato del dolore inutile.
Non era consigliabile avere la mente riempita da pensieri ossessivi.

Dal giorno precedente non incrociai l'uomo nemmeno per sbaglio. Sapevo fosse la cosa migliore, era un buon inizio per smettere di pensarci e riportare la mia attenzione alla missione, ma iniziai presto a rievocare nella mente le sue mani intente a sfiorarmi il corpo.

Spezzoni della sera prima si alternavano alla realtà che stavo vivendo in quel momento.
Pensai di star impazzendo.

Raggiunsi i miei compagni appena fuori dal campo, li trovai insieme alla dolce compagnia delle ragazze.

"Ohh eccolo qui!"
Reiner allungò un braccio passandomelo sulle spalle e trascinandomi all'interno della mischia.

"Mi stavate aspettando?"
Chiesi tentando con tutto me stesso di sorridere, il ragazzo sembrò non accorgersene.

"Meglio! Stavamo parlando di te, ne mancava uno all'appello del gruppo dei tedeschi"
Mi ammiccò con un occhiolino fugace.

"A-ah sì, eccomi"
Risposi grattandomi la nuca con una mano estremamente a disagio.

La ragazza corvina della scorsa sera mi squadrò attenta, il suo sguardo mi ricordava in tutto e per tutto quello di Levi.
Si fece coraggio venendosi a presentare nella confusione generale del gruppo.

"Piacere mi chiamo Mikasa"
Iniziò con una voce ferma ma imbarazzata.

Le sorrisi sincero.
"Io mi chiamo Ere-"

"Sì, lo avevo già sentito la scorsa sera"
Rispose prontamente lei, portandosi due ciocche di capelli dietro l'orecchio.

Sgranai gli occhi.
"Oh allora mi hai sentito! Ne sono sollevato, pensavo d'averti infastidita la scorsa sera."
Ammisi sollevato.

La ragazza agitò le mani davanti a sè freneticamente.
"Oh no, no, scusami tu, non sono molto loquace, tutto qui..."
Aggiunse leggermente a disagio.

"È un pregio di pochi quello di saper parlare non a sproposito"
Le feci notare.

Abbassò lo sguardo verso terra facendo sì che le ciocche riniziassero a scenderle sul viso.

"Allora, come ci sei finita qui?"
Le chiesi iniziando a passeggiare.
Mi seguì con passo tranquillo.

"Sono la cugina del Caporale, diciamo pure io sia stata quasi costretta a lavorare in questo posto."
Mi riferì roteando gli occhi al cielo, stava iniziando a sciogliersi maggiormente sentendosi più a suo agio.

Il mio cuore balzò per un millisecondo, il tempo giusto per realizzare.
Inciampai goffamente nelle mie stesse scarpe barcollando in cerca di equilibrio.

La ragazza affianco si spaventò guardandomi con sorpresa, mi ricomposi poco dopo cercando di ristabilizzarmi.

La sentii ridere.
"Oh scusami... immagino non ti stia un granché simpatico dopo l'ultima volta."
Disse con una mano che le copriva la bocca mentre una risatina si fece spazio fra le parole.

Ripensai alla sera precedente, il suo corpo marmoreo che mi possedeva, i gemiti lungo tutte le pareti della stanza...

"A-ah no, assolutamente, me lo sono meritato d'altronde."
Risposi cercando di scacciare dalla mente quei pensieri indelebili come cicatrici.

"Voi soldati siete tutti uguali"
Iniziò cantilenando lei accellerando appena il passo, il giusto per superami, posizionandosi davanti a me, mi guardò fisso negli occhi, e solo allora capii perchè la ragazza mi ricordasse tanto Levi, la scoperta della parentela fu in grado di rispondere a molti miei quesiti, i suoi lineamenti, i suoi atteggiamenti e sopratutto il suo sguardo tagliente in tutto e per tutto riconducibili all'uomo.

Le sorrisi in modo inconscio, non saprei dire se fosse stato per la ragazza che mi ritrovavo di fronte o per l'immagine che mi si proiettò in testa del Caporale.

Mi afferrò un polso continuando a camminare all'indietro, stavamo piano piano uscendo dal campo, quando la ragazza urtò in modo abbastanza violento la spalla di qualcuno.

La realtà nella quale finii per ritrovarmi scomparve, iniziando a mettere meglio a fuoco la scena circostante.

"Mikasa."
Levi si ritrovò la ragazza premuta sul petto, era più alta, ma non vi era un gran dislivello.

Intravidi la corvina trasalire e voltarsi verso il ragazzo non mollando la presa sul mio polso.

"C-caporale."
Rispose lei guardandolo leggermente imbarazzata.

Rimasi pietrificato, mi puntò uno sguardo per poi spostarlo alla presa della ragazza.
Istintivamente guardai a terra, incontrarlo mi rese solo più vulnerabile.

"Sapete del coprifuoco?"
Chiese poi portandosi le mani all'interno delle tasche di un lungo cappotto legato con una cintura di pelle in vita.

"Certo signore, ci stavamo proprio dirigendo là, per l'appunto."
Rispose lei sorridente.
L'uomo alzò un sopracciglio scettico, sapeva perfettamente i dormitori fossero dalla parte opposta.

Mi liberai dalla mano della corvina.
"In realtà dovrei parlarle"
Mi intromisi in modo del tutto sconsiderato.

Levi assunse un'espressione confusa, quasi quanto quella della ragazza che si voltò guardandomi come se fossi uno stupido e non avessi capito il suo gioco.

"In realtà io avrei da far-"

"La prego."
Insistetti.
In realtà non avevo in mente qualcosa di specifico da chiedergli o da riferirgli, pensai solo sarebbe stato di gran lunga meglio non avere rimpianti che provare del risentimento.

"D'accordo, ma che sia una cosa veloce"
Mi rispose iniziando a camminare nella parte opposta di dove stavamo andando io e Mikasa.

La guardai salutandola con un cenno della mano, il suo sguardo assunse un'espressione estremamente delusa.
Intuii la sua vera intenzione, ma sentii anche che quello non fu il mio momento, non sarei riuscito a gustarmi nulla finchè quel maledetto uomo non sarebbe uscito dalla mia testa.

Mi ritrovai a camminare in penombra insieme al Caporale.
Con passo decisamente svogliato continuai a seguirlo, stonai parecchio con la sua postura del tutto contraria alla mia, ben dritta e impostata.

"Non avevi nulla da chiedermi, dico bene?"
Iniziò lui dopo svariati minuti di silenzio continuando a guardare la strada davanti.

Mi fermai di colpo grattandomi la nuca.
"I-in realtà..."

No

"Sì."
Risposi.

Solo allora mi puntò uno sguardo con entrambe le sopracciglia alzate in segno d'estrema curiosità, ma anche con un accenno di sarcasmo.

Virai i suoi occhi imbarazzato.
Eren, ma che diamine stai combinando?

"Levi io ho bisogno di parlarle."
Sputai infine.

Il corvino annuì come se sapesse già ciò che stessi per riferirgli.

Iniziai a mordermi l'interno della guancia nervoso.

Levi's pov.

"Avrei davvero tante cose da chiederle, ma non ho idea di come esprimerne nemmeno un-"
Non lo feci finire, gli afferrai il volto stampandogli un bacio deciso e confortante.

Non so dire cosa mi passò per la testa in quel momento, ma il petto iniziò a scaldarsi vorticosamente.
Mi riempiva di una presenza positiva che solo in pochi soggetti ritrovai.

Il ragazzo si lasciò completamente andare sotto le mie labbra, le sue guance iniziarono a scottare, e mano a mano che realizzò, le sue mani iniziarono ad accerchiarmi il viso.

Si staccò da me solo per guardarmi, si stava mordendo le labbra tentando invano di nascondere un sorriso sincero.
Lo tenni stretto dalla vita affondando le mie dita nella sua carne.

Appoggiò la fronte sulla mia.

"Non so come fare."
Mi sussurrò ad occhi chiusi.
Lo scrutai da quella distanza così ravvicinata, potendo scorgere una bellezza praticamente disumana.
Lo trovai bellissimo.

Sospirai rumorosamente.
"So solo che probabilmente più cercheremo di respingerci e più ci ritroveremo a compiere azioni sconsiderate come quelle di stasera."
Gli sussurrai in tedesco, così che potesse capirmi appieno.
Gli accarezzai i fianchi quando lo sentii appoggiare la sua fronte alla mia spalla.

Spazio autrice.
Buonasera ragazzii!
Spero stiate tutti bene, sapete che nel caso voleste condividere la vostra giornata rispondendo qui, mi fareste solo che contenta.

Ad ogni modo, vorrei davvero fare i miei più sinceri auguri ad una ragazza che conosco purtroppo meno di quanto vorrei, mi ha sostenuto parecchio qui su wattpad, affezionandosi e spronandomi sempre a continuare a scrivere.
arlertxx tanti auguri cara, spero sia stato un gran giorno, io posso a mala pena augurarti la buonanotte/buona serata ♡

-Sof.

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