Capitolo 23.

Eren's pov.

"C-come hai detto?!"
Inziai io guardandolo storto e a tratti incredulo.

Tutti gli altri stavano già iniziando ad allenarsi senza calcolare minimamente la scena.

"Hai sentito bene cane bastardo"
Continuò lui in tutta risposta, sputandomi ai piedi.

Non ero mai stato un ragazzo calmo e razionale, al contrario, prediligevo l'istinto, ero a tutti gli effetti una testa calda, una bomba a mano pronta ad esplodere se ne fosse stato necessario.

Guardai ai miei piedi lo sputo corposo dell'uomo davanti a me.
Con sguardo disgustato posai gli occhi sui suoi.
"Prova a ridirlo"
Dissi non vedendoci più dalla rabbia a denti stretti.

"Cos'è? Siete pure sordi laggiù? Che gente..."
Continuò lui con un sorriso provocatorio stampato in volto.

Mi avventai sopra di lui sferrandogli un pugno in pieno zigomo, le mie nocche iniziarono a bruciare, ma la sensazione era lontana, la mia adrenalina si occupò di velare ogni emozione all'infuori della rabbia.

L'uomo indietreggiò sorpreso, caricando subito dopo un destro che mi arrivò in pieno labbro, il mio capo si alzò impulsivamente, poggiai le mani sulla parte colpita scorgendo senza troppo stupore che stava iniziando a sanguinare copiosamente.

Lo raggiunsi, questa volta puntandogli la mia gamba destra dietro la sua, così da far leva sul suo ginocchio che ben presto cedette a terra alzando un gran polverone.
Mi trovavo sopra di lui, mi assicurai di tenergli ben stretto il bacino fra le mie cosce in modo da non permettergli nessun movimento brusco.

Continuai a sferrargli numerosi colpi a nocche chiuse, così che le mie mani iniziassero a macchiarsi non solo del mio ma anche del suo sangue.

Ero furioso, usai quell'uomo come pretesto per sfogare tutte le mie frustrazioni che in quel periodo non erano certo poche.

L'uomo poi, con uno sforzo disumano riuscì a capovolgere la situazione portandomi con le spalle a terra.
Iniziò a colpirmi selvaggiamente, facendomi colare del sangue dal naso e dal labbro, la mia guancia era di un rosso vivo e il mio viso macchiato di sangue, il sapore era nauseante.
Iniziai a tossire rumorosamente e in modo gutturale quando quel liquido denso e cremisi mi finì in gola.

Gli sferrai poi un calcio in pieno addome facendolo fermare sfinito sopra il mio corpo.
Tentai invano di colpirlo nuovamente ma anche le mie forze stavano iniziando ad abbandonarmi.

Levi's pov.

"Le spalle... devi migliorare sulle spall-"
Stavo sistemando delle posizioni a dei ragazzi quando sentii qualcuno azzuffarsi, mi voltai scocciato notando con mia grande sorpresa Eren e Oruo combattere selvaggiamente.

Continuai a guardarli senza smuovere un dito, incrociai le braccia al petto continuando a scrutarli attento.

Intorno a me gli sguardi dei soldati si fecero pressanti.
"C-caporale non dovremmo...-"
Zittii prontamente un ragazzo sollevando il palmo della mano, non spesi ulteriori parole per quella scena pietosa.

Mi avvicinai solo quando entrambi furono esausti, continuando a colpirsi in modo vergognoso quanto orgoglioso.
Camminai lentamente per poi proiettare la mia ombra sui due avvinghiati a terra ricoperti di terriccio e sangue ancora vivo.

Mi puntarono appena uno sguardo, ero furioso.

Tirai un calcio noncurante della forza esercitata, ad Oruo, scaraventandolo a terra non troppo lontano dalla figura del moro.

Mi accovacciai poi affianco ad Eren, poggiando entrambe le braccia sulle ginocchia piegate.
Il ragazzo sbiancato in viso fece per alzarsi, ma ci pensai prima io, afferrandolo per i capelli color mogano, iniziò a dimenarsi ancora visibilmente fuori di sè ringhiandomi praticamente contro.

Lo alzai fino al mio viso, le sue mani cercarono disperatamente di aprire le mie, ritrovandosi poi seduto.

"Siete in seri guai"
Gli riferii ad un palmo dal viso sotto lo sguardo di tutti i presenti, erano come pietrificati dalla scena.
I miei occhi erano iniettati di sangue, non tolleravo un comportamento simile tra soldati, la guerra era già tremenda di suo, non ne serviva altra nel campo.

"C-caporale...-"
Iniziò Oruo.

"Non fiatare"
Lo zittii.

Mi alzai con apparente calma spolverandomi gli abiti con delle manate, per poi immettermi in mezzo alle due teste calde, li afferrai per le spalle alzandoli senza fatica alcuna, facendoli ritrovare in piedi, si reggevano a mala pena.

Li stavo tenendo ancora entrambi stretti per le spalle quando li accompagnai fuori dal campo.
Mi tenni leggermente più indietro rispetto a loro, che però avevo ancora ben stretti per le spalle.
Li lasciai andare sferrando un calcio alla schiena di Oruo facendolo quasi cadere a bocca in avanti.

Mi avvicinai poi all'orecchio del ragazzo moro facendolo trasalire.
"A te invece ci penso io stasera."
Gli riferii in un sussurro, lui non osò girarsi rimanendo con la testa bassa e non lo biasimai dato il gesto oltraggioso a cui prese parte.

Gli poggiai una mano sulla nuca intricando le mie dita fra i suoi capelli, lo spinsi senza alcun riguardo più avanti, raggiungendo il primo soldato.

"Voglio che lucidiate i bagni di tutto il campo, dovranno essere più puliti del viso di quella puttana di vostra madre... sono stato chiaro?"
Dissi non scomponendomi col corpo ma aggredendoli con lo sguardo.

"SIGNORSÌ"
Risposero in coro dirigendosi a passo dolorante verso le latrine.

"Stupidi bastardi... farmi perdere del tempo in questo modo..."
Dissi fra me e me passandomi una mano sulle tempie esausto.

Eren's pov.

8:42 p.m.

Passai tutto il pomeriggio immerso nella merda, letteralmente.
Provai così tanta vergogna nel ridurmi in quello stato davanti a tutti, che avrei preferito rimanere a pulire le latrine tutta la notte.

Io e Oruo non ci scannammo più, ma anzi, col passare delle ore iniziammo pure ad interagire fra di noi, scoprii che il suo rancore era dovuto semplicemente dal mio attaccamento col corvino, il che mi creò parecchio disagio.
Si vedeva così tanto?

Entrai in mensa dopo aver finito di farmi una meritata doccia, aspettai paziente che tutti i soldati finissero di sciaquarsi, ero ancora troppo imbarazzato per mostrarmi. Non che al campo ci fossero solo i ragazzi del mio gruppo, ma dove mi girassi, gli sguardi sembravano accusarmi e deridermi.

Entrai in mensa ormai semi vuota, se non per delle ragazze che stavano finendo di sistemare la cucina.

Notai Petra insieme alla ragazza dai capelli rossi di Farlan e dietro vi scorsi un'altra signorina dai capelli scuri, quasi neri, finissimi e lisci che le arrivavano a mala pena alle spalle, lo sguardo serio e apparentemente apatico.

Salutai le prime due con un cenno della mano.
"Oh ciao Eren"
Mi accolse Petra.

"Come mai così tardi stasera?"
Mi chiese poi portandosi le mani ai fianchi.
Iniziai ad arrossire imbarazzato, portandomi una mano alla nuca grattandola nervosamente.

"B-bhe...-"
Iniziai, ma venni interrotto dalla rossa che mi porse la mano.

"Non ci siamo ancora presentati comunque... curioso dato che mi hai vista praticamente svestita, piacere sono Isabel."
Scoppiò in una rumorosa risata nel mentre che le strinsi la mano, ancora leggermente a disagio.

La risata smosse la ragazza corvina posta dietro le due, stava asciugando delle ciotole con uno straccio, il suo viso era affondato in una sciarpa leggera in cotone e tutta rossa.

La osservai.
"M-mi chiamo Eren comunque... piacere"
Dissi alzandomi in punta di piedi per scorgerla meglio agitando una mano.

La ragazza notandomi arrossì sprofondando in quella che era la sua sciarpa, il suo rifugio.
Non insistetti troppo, prendendo poi i rimasugli della cena e sedendomi da solo in un tavolo non troppo lontano dal bancone della cucina.

Iniziai a mangiare, quando sentii la porta spalancarsi, sobbalzai insieme alle tre ragazze.

"Eccoti brutto moccioso"
La voce inconfondibile di Levi mi fece girare istantaneamente.

"Non ti avevo forse detto di raggiungermi?!"
Mi urlò contro poggiando entrambe le braccia sul tavolo davanti a me.
Indossava un semplice maglia nera e dei pantaloni militari.

"I-io...-"
Mi cadde la pagnotta di pane dalle mani.

"Caporale..."
Iniziò Petra tentando di sbollirlo, spaventata quanto evidentemente eccitata dal potere che quell'uomo esercitasse.

Il corvino non la calcolò continuando a puntare lo sguardo sul mio.
"Jeager i-io..."
Iniziò, ma si bloccò mordendosi le labbra e distogliendo lo sguardo girando il viso di lato.

Abbassai di rimando lo sguardo.
Lo sentii prendere un gran respiro sedendosi poi di fronte a me in modo scomposto.

Mi prese il viso fra le mani rigirandoselo da una parte all'altra.

"Sei proprio un imbecille"
Riprese guardando le ferite sul mio viso.

Il mio sguardo rimase basso, provavo troppa vergogna per quello che feci per essere in grado di guardarlo negli occhi.

Poggiò poi il pugno sul tavolo in un frastuono che fece smuovere i piatti e le posate in cui stavo mangiando.

"Avanti Jeager, abbiamo un conto in sospeso noi due"
Disse alzandosi sotto lo sguardo sconvolto delle ragazze.

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