Capitolo 10.
Levi's pov.
Avere qualcuno di cui mi potessi fidare ciecamente mi sollevò, avrei dovuto parlargli di quello che stava accadendo nel campo.
In quel momento mi passò affianco Eren, mi lanciò uno sguardo fugace ma non mi sembrò il momento per fermarmi a parlare, avevo delle responsabilità in primis da affrontare.
Ci sistemammo in un tavolo isolato.
Il ragazzo davanti a me si stava divorando un pezzo di carne.
"Ho bisogno urgentemente di parlarti"
Iniziai poggiando gli avambracci sul tavolo sporgendomi verso di lui.
Puntò uno sguardo su di me non mollando però la presa sulla sua cena.
"Sono tutto orecchi."
Rispose.
"Inoltre ho bisogno che questa cosa rimanga fra noi, non mi fido più di nessuno."
Dissi abbassando ulteriormente il tono di voce.
Il biondo corrugò le sopracciglia abbastanza spaesato.
"Sai che puoi fidarti di me"
Rispose poi.
"Bene, sono approdati dei tedeschi nel nostro campo, non ho ben capito la ragione, ma Yamamoto ne ricava una valanga di soldi."
Iniziai.
"Profitto? E per cosa esattamente? Vitto e alloggio?"
Chiese lui, mi piaceva parlargli, era un ragazzo sveglio.
"È la stessa cosa che ho pensato io, ma poco tempo fa sono stati consegnati dei giornali con evidenti riferimenti all'America"
Feci una breve pausa, avevo catturato completamente la sua attenzione.
"Il punto è che in questi giornali c'erano stampate notizie che a noi non sono mai arrivate e riguardavano la guerra e delle nuove armi che gli americani avrebbero inventato"
Lo vidi assottigliare gli occhi.
"Pensi siano stati i tedeschi ad aver diffuso quelle notizie?"
Chiese poi.
"Io ne sono certo"
Risposi con tutta sincerità.
"A patto che siano veramente tedeschi.."
Sgranai gli occhi, mi sorprese vedere come non fossi l'unico ad averlo pensato.
Lo vidi appoggiarsi allo schienale della sua sedia abbandonando l'osso di quel che rimaneva della sua cena nel piatto.
Io di rimando incrociai le braccia al petto alzando un sopracciglio in modo fugace.
"Ci hai già pensato, dico bene?"
Domandò poi guardandomi divertito storcendo i lati della sua bocca.
"Mi conosci."
Risposi iniziando a mordicchiare uno stuzzicadente.
Eren's pov.
Per un attimo mi sentii messo da parte, come se tutto quello successo non fosse mai avvenuto. Ero consapevole del fatto che il Caporale non potesse dire nulla, ma sperai comunque in uno sguardo.
Andammo in camerata, io ero pronto per addormentarmi, stavo slacciando gli anfibi stando seduto sul letto, ciocche di capelli iniziarono a finirmi fastidiosamente sul viso.
"Eren... posso parlarti un secondo?"
Sentii una voce delicata.
Alzai il viso vedendo la figura di Armin che si sedette subito dopo.
Non dissi nulla, lasciai perdere le scarpe per un attimo appoggiando le braccia sul letto.
"Che stai combinando?"
Mi chiese senza troppi giri di prole.
Sgranai gli occhi impercettibilmente.
"Che cosa intendi?"
Domandai facendo il finto tonto.
Lo vidi guardarsi intorno sospetto per poi riportare il suo sguardo sul mio, i suoi occhioni azzurri mi fissarono intensamente.
"Tu e il Caporale Ackerman, che state facendo? Vi ho visti stare fin troppo insieme."
Chiese sospetto.
Deglutii.
"Non posso dirtelo Armin..."
Dissi sincero abbassando lo sguardo.
Mi guardò incredulo, puntò uno sguardo attorno per poi avvicinarsi a me.
"Eren, non fare cazzate, Cristo!"
Lo sentii agitato e a denti stretti.
"Non è come credi, non mi farò scappare una sola parola, su questo non devi avere dubbi... lo sai"
Ricambiai il suo tono aggiungendo anche un pizzico di offesa per le accuse velate che mi lanciò il biondo.
Lo vidi subito ricomporsi e i suoi occhi tornarono a non brillare più di una luce malsana con note di follia.
La guerra ci sta distruggendo.
Pensai guardando quel ragazzo da sempre razionale e cauto con le parole e i toni, abbandonarsi in un attimo di terrore.
"Vorrei solo tu mi dicessi che diamine stai combinando Eren... devi capire che di mezzo ci andiamo tutti, dobbiamo collaborare, lascia che ti aiuti"
Mi riferì poi riacquistando la sua dolcezza e pacatezza, ma mantenendo sempre una punta di buonsenso nelle sue parole.
Lo guardai indeciso mordendomi l'interno della guancia con i canini in un momento di estremo stress e nervoso.
"Vedi Armin...-"
Ma le parole mi morirono in gola, mi sembrò così stupida come situazione, come potevo raccontargli di avere una certa attrazione per un uomo nemico?
"Ti prometto che ti racconterò tutto"
Dissi infine prendendo una pausa di qualche secondo.
"Fino ad allora ti prego di fidarti di me"
Dissi infine.
Lo vidi sospirare ed annuire.
"Spero davvero di non star facendo male a fidarmi"
Finì prendendo dei vestiti puliti andando dritto in bagno.
Tirai un gran sospiro di sollievo abbandonandomi del letto diroccato e cigolante.
Levi's pov.
21/03/1945 - 5:30 p.m.
Avevo bisogno di tenere con me Farlan ancora un po' non potevo permettere di farlo partire nuovamente ritrovandomi di nuovo accerchiato da persone incompetenti.
"Levi, dobbiamo fare attenzione, sento che c'è qualcosa di strano-"
"Posso aiutarvi?"
La voce di Erwin mi fece sussultare.
Io e il biondo stavamo frugando fra i documenti dell'Ammiraglio alla ricerca dei fogli firmati per l'accordo con la Germania.
Prese parola Farlan.
"Salve, lei dev'essere il Generale Erwin Smith, direttamente dalla Germania"
Iniziò lui con tutte le moine possibili.
Si strinsero la mano, entrambi stavano recitando una parte e i sorrisi erano tutto fuorché sinceri.
"Lei invece è..?"
Riprese il Generale assottigliando impercettibilmente gli occhi.
"Farlan Church, ufficiale della Marina Giapponese"
Si affrettò a rispondere.
"Comunque no, non abbiamo bisogno di nessun aiuto, non si preoccupi Erwin"
Presi poi parola tagliando corto.
"L'Ammiraglio mi ha personalmente mandato per procurargli dei documenti"
Riprese il tedesco.
Con un'azione teatrale Farlan gli concesse un inchino facendo spazio al biondo per entrare nella cabina.
"Noi avevamo appena finito"
Concluse lui trascindandomi fuori.
Camminammo a passo veloce lontano da quella cabina e da quella situazione.
"Mi mette i brividi quell'uomo"
Prese poi parola il ragazzo.
Mi massaggiai le tempie.
"Possibile sia sempre una spanna sopra a noi? Com'è possibile che riesca a tenerci d'occhio così facilmente?"
Pensai a voce alta evitando completamente quello che appurò il biondo.
"Spie?"
Ipotizzò lui fissandosi le braccia dietro la nuca riprendendo a camminare, questa volta in modo più tranquillo.
"È sicuro, se è un infiltrato non è da solo di certo..."
Continuai tenendo il passo del mio compagno.
"È comunque parecchio strano, vigeva un'aria pesante quando ci siamo incontrati, c'è qualcosa sotto Levi... ma è pericoloso parlarne qui"
Fece una breve pausa che separò l'ultima frase dal resto, vedendo un ragazzo venirmi incontro.
"C-caporale.."
Un viso fin troppo familiare si avvicinò a noi.
"Jeager."
Dissi non troppo sorpreso di vederlo, incrociai le braccia al petto.
Farlan mi puntò uno sguardo sospettoso e divertito allo stesso tempo con tanto di sopracciglio alzato perculandomi.
"Mi è stato assegnato un compito dal Generale, ma non ho l'autorizzazione adatta."
Disse con schiena diritta e mano posta sulla fronte in segno di saluto militare, lo vidi abbastanza teso.
Mi scambiai uno sguardo fugace col mio compagno.
"Non avrai il permesso"
Risposi senza mezze misure.
Farlan tentò di trattenere un sorriso divertito portandosi una mano alle labbra.
Eren invece iniziò a farfugliare qualcosa di incomprensibile abbassando lo sguardo.
"Levi, potresti accompagnarlo tu, continuerò io il lavoro"
Mi disse il biondo infilando le mani nelle tasche dei pantaloni militari.
Il moro lo squadrò confuso a tratti sospetto.
"Qualsiasi cosa succeda dovrai fare rapporto, siamo intesi? Ti aspetto poi nella mia cabina"
Gli riferii infine in modo del tutto serio, il ragazzo annuì senza il minimo accenno di ironia.
Eren eseguì nuovamente il saluto militare per salutare Farlan e rimanemmo in due.
"Allora Eren dimmi che cosa ti serviva."
Ripresi a parlare una volta soli.
"Mi è stato chiesto di procurare i documenti delle risorse del campo, signore."
Annuii capendo di cosa si trattasse e insieme raggiungemmo il mio ufficio.
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