﹟i figli del diavolo メ

▁▁▁

E la donna fu creata senza palle,
perché già si sapeva
che la sua vita sarebbe stata
piena di coglioni

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» nome

Un nome e centinaia di significati. Farren è un nome sia maschile sia femminile, utilizzanto nei paesi anglosassoni ma molto diffuso anche in Francia. È interessante quanti significati esso abbia, pur non essendo molto popolare. Negli antichi dialetti inglesi Farren riporta al colore argento, ma poteva anche significare viaggio pronto per essere svolto o avventura, oppure ladro, o ancora furetto. È quasi divertente pensare quanti significati diversi possa avere un solo nome.
In ogni caso i genitori o meglio, il padre, di Farren non l'ha pensato per il significato, ma semplicemente perché era il nome del bisnonno paterno, morto qualche anno prima della nascita della giovane e membro più esponente della famiglia in quanto era uno dei più importanti membri dei death riders. Farren fu, per così dire, un nome onorario e in ogni caso sarebbe stato adatto sia che il nascituro fosse stato maschio o femmina. Così nacque Farren, portando con sé un nome con tanti significati che si addicono quasi per nulla. Lei certamente non è un ladro né un furetto, probabilmente non ha neanche mai visto uno di quegli animaletti neanche su internet. Anzi, probabilmente non è neanche sicura di cosa sia realmente un furetto. Non saprebbe neanche dire se effettivamente argento potrebbe essere un significato che le si addice, del resto è un metallo molto prezioso ed lei non porta o possiede particolari ricchezze, né certamente lei è una gran ricchezza.

Il suo cognome lo eredità dalla parte del padre: dallo stesso bisnonno da cui Farren prende il nome, ovvero Farren Kogtistaya Ruka, che se l'è dato da solo ignorando quello del proprio padre dopo una lite particolarmente violenta.
Il cognome significa letteralmente "mano artigliata" .
La ragazza avrebbe preferito di gran lunga ereditare il cognome della madre, visti i suoi rancori verso il padre, ma dovette accantonare l'astio per questioni di lavoro.

Di solito si fa chiamare semplicemente con l'abbreviazione del cognome, "Ruka" ( = mano ), per agevolare chi la chiama in quanto è consapevole che il suo cognome è una specie di scioglilingua.

Il suo capo la chiama anche "Grisa" che è la versione storpiata femminile del Griso citato nei "Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni. Il Griso è il capo dei bravi di don Rodrigo, al quale il signorotto affida incarichi delicati e commissiona imprese rischiose - esattamente come il Boss si affida a lei - ; di lui non c'è una precisa descrizione fisica e del suo passato ci viene spiegato che, dopo aver assassinato un uomo in pieno giorno, si era messo sotto la protezione di don Rodrigo e aveva guadagnato l'impunità grazie alle aderenze del nobile, per cui è diventato l'esecutore di tutte le malefatte che gli vengono commissionate ("Griso" è certamente un soprannome e in dialetto lombardo significa "grigio", con probabile allusione del suo carattere sinistro e tetro ). Viene presentato come uno dei personaggi più odiosi del romanzo, pieno di untuoso servilismo nei confronti del suo padrone e di una certa sicumera che però, alla prova dei fatti, non sempre corrisponde alle sue reali capacità. Viene svelata la sua doppia faccia quando, tornando da una festa, si accorge che don Rodrigo è ammalato di peste e promette di chiamare un medico per curarlo, mentre in realtà si accorda con i monatti per far portare il padrone al lazzaretto e approfittare della situazione per derubarlo: l'avidità lo spinge a prendere i vestiti di don Rodrigo e a scuoterli per vedere se c'è del denaro, cosa che fa ammalare anche lui di peste: il giorno dopo si sente male, è caricato dai monatti su un carro dopo essere stato derubato a sua volta e qui muore prima di arrivare al lazzaretto. Il modo assai sbrigativo con cui la sua figura esce di scena è indicativo della bassezza morale e della piccolezza del personaggio, alla cui fine l'autore dedica poche righe.
Farren non viene chiamata Grisa perchè è odiosa, piena di untuoso servilismo nei confronti del boss e di estrema fiducia in sé, anzi, viene chiamata così per la sua capacità di trattare le situazioni delicate con estrema furbizia. Insomma, per tutte le qualità "positive" del personaggio di Manzoni.

» età

Nata il tredici giugno del duemila ora la giovane ha ventidue anni ed è del segno dei gemelli. La psicologia dei Gemelli si contraddistingue per
un'intelligenza rapida e brillante, ma anche uno spirito
Leggero e dinamico, in continuo movimento com'è tipico
d

ell'Aria: la natura del segno è inafferrabile, irrequieta,
mobile e dinamica.
Nel ciclo della vita i Gemelli corrispondono all'età dell'adolescenza e dell'apprendimento, ma anche del divertimento e della mancanza di profondità: curiosi, effimeri, mondani, nella loro continua ricerca di nuove esperienze possono far fatica ad instaurare rapporti affettivi profondi e duraturi. Abili comunicatori, sono favorevolmente portati verso le discipline artistiche, con una grande capacità di reggere la scena e di generare allegria e tramettere vivacità. Linguaggio e comunicazione, conversazione, chiacchiera, anche gossip e diceria, sono parole chiave del modo di relazionarsi dei Gemelli: divertenti e ironici, non ci si annoia mai in loro compagnia, ma si rimane affascinati dalla loro bellezza, disinvoltura e confidenza. In questo senso i Gemelli sono molto portati per la recitazione: attori nati, i Gemelli non esprimono la parte più profonda e spesso dolorosa e tragica del proprio lo. La sua fiamma deriva dalla prima scintilla: è tenue ma forte, non effimero e non devastante che ha davanti a se solo energia, ma non ha esperienza, segue l'istinto e come i bambini impara pian piano.

Tutte grandi cazzate per la ragazza, che non ha mai creduto in cose come segni zodiacali, cartomanzia o pratiche magiche quali la lettura delle stelle. Sì, forse in lei brucia un tenue fuoco, ma certamente non una fiamma che con il tempo si potrebbe ingrandire.

» ruolo

È una delle spie dei black panthers. Essi sono un'organizzazione criminale capitanata dal boss Alexander Cartmill. a differenza dei burning devils e dei death riders, è piuttosto recente, fondata sei nni prima, nel 2016, sempre da alexander, statunitense e all'epoca trentunenne. non hanno un vero e proprio controllo fisso a lost city, sono stanziati in giro per la città e a differenza dei burning devils e dei death riders, operano in segreto, lontani dal consenso della popolazione. il loro obbiettivo è sostuire gli imperi degli ueyeama e dei kaminsky, come nuovi padroni di lost city e infatti, sin dalla loro fondazione, hanno preso di mira e ucciso diversi componenti sia dei burning devils che dei death riders, come, ad esempio, la moglie di lucifer, jennie o uno dei figli di anton, victor. sembrano acquistare sempre più potere, ma nessuno sa come facciano, da chi vengano aiutati.

La spia è un soggetto agente, incaricato di carpire informazioni segrete. Accanto alle spie pure (coloro che unicamente raccolgono, elaborano, comunicano informazioni), esiste tutta una categoria di spie che adottano anche tecniche di sabotaggio, o omicidio mirato, a fomentare disordini, a compiere delitti, di cui Farren fa parte. La spia viene usata dai tre schieramenti per tenere sott'occhio i rivali: generalmente si infiltra nelle basi nemiche sotto copertura cercando di non farsi scoprire.

L'armamento di Farren è solitamente costituito da:

» Un'arma da fuoco di piccolo calibro da nascondere sul petto o dietro la schiena
» Un'arma bianca infilata dentro gli stivali o sotto i pantaloni, sul polpaccio
» Una pillola di cianuro, per suicidarsi in caso di cattura e/o tortura da parte delle altre organizzazioni, nascosta nel reggiseno o in una taschina interna dei pantaloni
» Un trasmettitore
» Due cimici, e un microfono nascosto

» prestavolto

L'antartico dimora in quei occhi attenti, vivaci e misteriosi. Interminati quanto letali, capaci di farti smarrire nella loro infinità. Una donna misteriosa quanto letale, impossibile da inquadrare: unica quanto comune, arrogante nella sua fierezza quanto delicata nella sua durezza. Una forza immane a tener insieme quei pezzi d'un cattivo carattere, composto da difetti che tanto fascino conferiscono. Dentro e fuori dagli schemi grazie al suo perenne sorrisetto, ordinaria nella sua umanità, è una contraddizione, le tenebre che si mischiano alla luce in un'elegante danza.

"Non è che sei stata scambiata nella culla?" . questo è ciò che tutti hanno sempre pensato guardando Farren, per il semplice motivo che non assomiglia quasi per nulla né al padre né alla madre. Questo giudizio deriva senz'altro dagli occhi, visto che entrambi i genitori hanno gli occhi scuri, i capelli in origine neri come il carbone che ha tinto di bianco. quei capelli un po' crespi che le incorniciano il volto, che ha tagliato corti perché "aveva caldo". l'unica caratteristica che non ha mai sopportato di sé è la sua pelle, troppo troppo pallida, cadaverica quasi, delicata - che la porta a doversi spalmare quantità elevate di crema, solare e non, per evitare che si irriti - e morbida, troppo fragile per le sue esigenze.
comunque sia, non si può negare che Farren sia una bella ragazza, o perlomeno accettabile, in particolare per i suoi occhi certo, azzurro ghiaccio, ma ha sempre avuto quel fascino particolare che colpisce e sicuramente la sua pelle chiara non lo rovina. Tuttavia, questa sua avversione non la spinge a mettere autonomamente molta cura nel suo aspetto, che sia in materia di trucco o di cura del vestiario, lei andrebbe tranquillamente in giro in tuta tutto il giorno.

Dati riassuntivi:
Altezza: 1.70
Segni particolari: nessun piercing o tatuaggi, varie cicatrici sulle braccia e sulle gambe dovute agli allenamenti.

» carattere

Farren, essendo una spia, deve adattare e cambiare il suo carattere in base al ruolo che le è stato incaricato di svolgere, volente o nolente, e alle persone che ha davanti. è multitasking.
Quando non deve fingere, il suo carattere rimane lo stesso particolarmente confuso.
Non si fa problemi a dire che è una persona orribile, è la prima a dirlo, perché gli altri non dovrebbero? È un essere contorto, in un romanzo sarebbe il classico personaggio che amano in pochi, i cui sentimenti sono strani e difficili da comprendere, le sue azioni altrettanto contorte e che solitamente è sempre in bilico tra l'essere un personaggio negativo e un personaggio positivo. Non è esattamente timida, sembra più che altro poco propensa a prendere parte alle conversazioni per pura noia. Nonostante ciò, se la si interpella, parla senza problemi, e non si risparmia certo in insulti e sarcasmo. È una persona che ha momenti in cui si irrita facilmente anche se difficilmente perde la pazienza e risponde in maniera aggressiva. è un ragazza che ne ha passate molte nella sua vita, sopratutto l'abbandono da parte del padre ha rafforzato decisamente il suo carattere già precedentemente composto e forte. Ha una lingua tagliente, un dizionario davvero vario, specialmente la sezione di insulti è molto variegata. è una persona schietta e distaccata che parla sempre senza mezzi termini dalla sua mente e da ciò che pensa degli altri. Ma sa anche come guidare e prendersi cura delle persone, mantenendole al sicuro; è molto protettiva e spesso si comporta come una mamma, e se ne vergogna molto. Ha una morale, obiettivi e principi forti. È anche notevolmente calma, essendo in grado di rimanere concentrata anche durante le situazioni più stressanti. ha un grande giudizio, ed è raramente commossa dalle emozioni, rendendola un'alleata incredibilmente affidabile che è in grado di coprire le debolezze di un partner. Tuttavia, anche lei ha dei limiti, di conseguenza anche lei è emotivamente crollata un paio di volte. Le sue parole possono anche risultare involontariamente dure grazie alla sua schietta onestà. A volte sembra totalmente persa nei suoi pensieri, ma la sua mente è sempre attraversata da pensieri e idee. Questo costante pensare può avere l'effetto di farla apparire distaccata, poiché spesso conduce dibattiti completi nella
sua testa, ma se una persona riesce ad ottenere la sua fiducia si rivela molto amichevole e dolce, e si ritroverà tra le mani una provocatrice che si diverte un mondo a far perdere le staffe al suo interlocutore.

» punti forti

L'imprevedibilità
Qualcuno lo vedrebbe come un mezzo difetto ma per Farren è un grandissimo pregio. È imprevedibile. Non è mai scontata e, in sua compagnia, è quasi impossibile annoiarsi. È una persona tutta da scoprire anche se, bisogna dirlo, nasconde un lato un po' fragile che se prende il sopravvento e la porta ad essere un po' troppo ansiosa. Però, la sua energia fa sì che gli altri sorvolino sui suoi improvvisi cambi d'umore e su tutte le sue stranezze.

Travestimento
potrebbe risultare comico forse, ma se si mettesse una parrucca e indossasse vari strati di vestiti per aumentare la sua corporatura, Farren sarebbe pienamente in grado di passare per un ragazzo, e non sono poche le volte che qualcuno ci ha provato con lei pensando che fosse un maschio. Se serve, potrebbe farsi passare per un bel principe azzurro sexy se servisse.

Armi
Le sue dolci manine non sono state fatte per smalti e manicure, anzi non lo sono state dal principio. Nonostante abbia il tocco delicato è molto brava ad usare diverse armi.
È molto portata nell'utilizzo delle armi bianche, ma non solo.
Non si farebbe problemi a usare qualsiasi cosa abbia sotto mano per colpire qualcuno. È estremamente precisa, impeccabile in tutto quello che fa. Se le danno un ordine lo esegue al meglio. Finora non ha trovato barriere insormontabili, e si è promessa che continuerà a non trovarne perché studierà il modo più adatto per portare a termine i propri incarichi.
La sua esperienza presso un'agenzia dei servizi segreti sotto il controllo dei black panthers, le ha permesso di acquisire capacità sopra la media in molti ambiti. è stata addestrata ad eseguire gli ordini in tali termini, dato che è un minimo errore poteva portare alla conclusione preventiva e forzata - nonché inadeguata - della missione. è precisa anche nel combattimento, soprattutto nell'utilizzo delle armi da fuoco. La sua mira è una delle migliori all'interno della squadra e si è specializzata nell'essere un cecchino

» punti di debolezza

Paura di restare sola
Lei lo vive costantemente, vede suo padre cambiare smettere di venire a trovarla, come se nulla fosse, senza avere ripensamento alcuno. È una delle sue più grandi paure, sapere che probabilmente è destinata a restare sola, visto il suo carattere contorto, in balia di avventure che non lasciano nulla di concreto nella sua vita. Ed è forse proprio per questo che la giovane decide di non legarsi alle persone, almeno non in fretta. Si fida di pochi. Soffrirebbe tanto, e lei odia star male per qualcosa che potrebbe tranquillamente evitare.

Troppo sicura di se stessa
Certo, essere sicuri di sé stessi è un bene e Farren è felice di aver così tanta stima di sé stessa, delle sue capacità. Ma è questa eccessiva sicurezza che spesso la porta a compiere azioni azzardate, azioni che possono avere un esito negativo come possono avere un esito positivo, che lei pensano siano giuste ma che in realtà sono totalmente sbagliate. È sicura di quello che andrà a fare, quindi si butta, senza troppi scrupoli, senza troppi ripensamenti. Certo, dopo aver combinato il malanno tenta di risolverlo, ma sarebbe una perdita in meno di tempo se si trattenesse di più

Incubi
Non è raro trovarla completamente sudata nel bel mezzo della notte, mentre pronuncia frasi senza senso. Questo non succede raramente, gli incubi sono frequenti per la ragazza, è quasi normale per lei svegliarsi di soprassalto quasi tutte le notti. Lei però non ricorda nulla di ciò che sogna, neanche un particolare, sa solo che a causa dell'incubo si è svegliata, tutta sudata e dolorante.

» Storia

Esiste una parola in russo, intraducibile in italiano: "Toska".
E' l'essenza del dolore interiore, una malinconia radicata, un'ombra profonda che non potrà mai essere estirpata. La sofferenza dell'anima, l'inquietudine che ci fa a pezzi, una nostalgia pressante e struggente. Quella che porta un figlio illegittimo.

Ecco, Farren aveva dieci anni la prima volta che sentì la parola toska. Accadde di mercoledì. Doveva essere per forza un mercoledì perché ricordava di essersi sentita nervosa e pensierosa tutto il giorno, come le capitava di sentirsi soltanto di mercoledì, il giorno in cui ​Viktor veniva a trovarla a casa. Per far passare il tempo sino al momento del suo arrivo, quando finalmente l'avrebbe visto dal balcone a salutare con la mano mentre attraversava la strada guardando a destra e a sinistra, Farren era salita su una sedia e, per prendere un pacco di biscotti, aveva tirato giù le matrioska colorate della madre, Lottie. Le matrioske erano la sola reliquia che Lottie conservasse della propria madre, morta quando lei aveva due anni. Custodiva con tanta cura e venerazione ciascuno dei cinque pezzi di porcellana colorati a mano: la bambola più grande dipinta con rose rosse e gialle, quella leggermente più piccola con i crisantemi e dei piccoli insetti neri qua e là, quella di mezzo con le margherite con i petali rosa chiaro, quella ancora più piccina adornata di fiori arancioni che non conosceva, ed infine la più minuta, grande come una noce completamente gialla.
Fu il primo pezzo che scivolò dalle dita affusolate di Farren andando in frantumi sulle assi di legno scure del parquet . Quando Lottie vide la matrioska, si fece rossa in viso, il labbro superiore ebbe un tremito e gli occhi fissarono la bimba con uno sguardo inespressivo, immobile, e una vena prese a pulsarle sul collo. Era così fuori di sé da far temere a Farren che gli occhi le sarebbero saltati fuori dalle orbite tanto erano spalancati. Lottie, invece, afferrò la figlia per le spalle, se la tirò vicina e a denti stretti in un sibilo le disse:

«Sei una piccola, goffa, fonte di toska. Questa è la ricompensa per tutti i sacrifici che ho fatto per te. Rompere l'unica mia eredità, piccola goffa portatrice di toska. Piccola bastarda»

A quel tempo, Farren non aveva afferrato. Non conosceva il significato della parola bastardo, né tantomeno quella di toska. E non era abbastanza grande per rendersi conto dell'ingiustizia, per capire che la colpa era di chi aveva messo al mondo il bastardo, e non dello bastardo stesso, il cui solo peccato era di essere stato concepito. Farren aveva avuto il sospetto, dal modo in cui la madre aveva pronunciato la parola, che fosse una cosa orribile, schifosa e ripugnante, come un insetto, come gli scarafaggi e le formichine che correvano veloci mentre Lottie li copriva di maledizioni spazzandoli fuori dal balcone. Crescendo, la ragazza aveva capito. Era il modo in cui la madre proferiva la parola - sputandogliela in faccia - che la feriva nel profondo. Allora aveva compreso cosa voleva dire, che un portatore di toska era qualcosa di indesiderato; che lei, Farren, era una figlia illegittima che mai avrebbe potuto rivendicare di diritto le cose che gli altri possedevano, come l'amore o la famiglia. Viktor non la chiamava mai così, diceva che lei era il suo angioletto. Gli piaceva prenderla in braccio e farla volteggiare, raccontarle storie, come la volta in cui le aveva detto che a Mosca, la città dove era nata, un tempo era stata la patria di scrittori, di pittori e di artisti.

«C'è un albero di mele,» disse Viltor un giorno «e sotto l'albero, è sepolto niente meno un grandissimo scrittore.» Si chinò su di lei sussurrando: «Michail Afanas'evič Bulgàkov è stato uno scrittore e drammaturgo bravissimo. È uno dei maggiori romanzieri del Novecento. Davvero. Ti ho accompagnata una volta, a vedere l'albero, a mangiare le mele. Ma eri piccola. Non puoi ricordare».

Era vero, non ricordava. E non conosceva minimamente neanche chi fosse Michail Bulgakov. Non avrebbe mai visto quel famoso albero. Ma ogni volta che Viktor le raccontava quelle storie, lei lo ascoltava estasiata.

«Bugie belle e buone!» diceva
Lottie dopo che Viktor se n'era andato. «Un pezzo grosso che le spara grosse. Non ti ha mai portato da nessuna parte, è già tanto che viene a trovarti. E tu non lasciarti incantare. Ci ha tradite, il tuo adorato padre. Ci ha buttate fuori. Ci ha buttate fuori dalla sua grande casa lussuosa come se non contassimo nulla per lui. L'ha fatto a cuor leggero, come se fossimo spazzatura

Farren ascoltava impassibile. Non avrebbe mai osato dirle quanto le dispiaceva che parlasse di Viktor in quel modo. La verità era che, accanto a lui, Farren non si sentiva affatto una bastarda. Per un paio d'ore ogni mercoledì, quando Viktor veniva a trovarla, tutto sorrisi, doni e affettuosità, lei sentiva di meritare tutta la bellezza e la bontà che la vita aveva da offrire. E per questo amava Viktor. Anche se non era tutto suo. Viktor aveva due mogli e cinque figli, cinque figli legittimi, degli estranei per Farren. Era uno tra gli uomini più ricchi della città, membro dei death riders. Possedeva un cinema, che lei non aveva mai visto, ma che Viktor le aveva descritto orgogliosamente e perciò lei sapeva che la facciata era rivestita di piastrelle di terracotta smaltata nera e rossa disposte a ghirigori, che c'erano posti riservati in galleria con poltrone comode e il soffitto e le pareti rivestite da velluto rosso. Porte girevoli elettriche immettevano in un atrio luminoso dove in apposite vetrine erano in mostra poster e gadget degli ultimi film usciti. Al lunedì , aveva detto , veniva offerto gelato e caramelle gratis a tutti i bambini.
A queste parole Lottie aveva sorriso con discrezione, e quando Viktor aveva lasciato il loro appartamento, era sbottata, con un risolino amaro:

«Offre gelato ai figli degli sconosciuti. E a te cosa offre, Farren? Storie di gelato»​

Oltre al cinema, Viktor gestiva indirettamente un lussuoso hotel e possedeva una BMW M4 Cabrio bianca che a Farren era proibito anche solo sfiorare. In città, era tra gli uomini che potevano vantare le conoscenze più prestigiose, amico del sindaco e amico del capo dei death riders. Aveva tre cuochi stellati, un autista e dieci domestiche. Lottie era stata una delle domestiche. O almeno finché la pancia non le si era gonfiata. Allora, aveva raccontato a Farren, la famiglia di Viktor era rimasta senza fiato. I parenti acquisiti avevano giurato che sarebbe scorso del sangue. Le mogli avevano preteso che la buttasse fuori. Da parte sua, il padre di Lottie, che era un modesto tabaccaio, l'aveva ripudiata. aveva fatto le valigie e preso un aereo diretto in Europa, e da allora nessuno l'aveva più né visto nè sentito.

«A volte,» disse Lottie una mattina presto, mentre dava da mangiare al gatto «vorrei che mio padre avesse avuto il fegato di caricare una pistola e fare quello che l'onore dettava. Forse per me sarebbe stato meglio » fece una pausa e guardò Farren. «Meglio anche per te. forse. Ti avrebbe risparmiato il dolore di sapere che sei quello che sei. Ma era un codardo, mio padre.»

Neanche Viktor aveva avuto coraggio, le spiegó Lottie, di fare ciò che dettava l'onore. Affrontare la famiglia, le mogli e i parenti, assumendosi la responsabilità delle proprie azioni. Perché era stato lui, nonostante i rifiuti della donna, a metterla incinta contro la sua volontà, dicendole che l'avrebbero cresciuta insieme. Invece, era stato raggiunto in fretta e furia un compromesso che gli avrebbe salvato la faccia e il culo. Il giorno successivo, le aveva fatto raccogliere le sue povere cose nelle stanze della servitù dove era vissuta, e tanti saluti.

«Sai cosa ha detto alle sue mogli per difendersi? Che ero stata io a sedurlo. Che era colpa mia. Capisci? Ecco cosa significa essere una donna a questo mondo. » posó il sacco di mangime. Alzò il mento di Farren con un dito. «Guardami.» Controvoglia, la ragazzina alzò lo sguardo su di lei. La donna disse: «Imparalo adesso e imparalo bene, figlia mia. Come l'ago della bussola segna il nord, così il dito accusatore dell'uomo trova sempre una donna a cui dare la colpa. Sempre. Ricordalo.»

• • •

Passarono gli anni e Viktor veniva a trovarla sempre meno spesso, una volta era colpa del lavoro, quella dopo aveva un impegno con l'altra famiglia, quella dopo ancora era troppo stanco, finché smise completamente di presentarsi. Farren, che aveva iniziato a credere alla genutrice, e sua madre legarono di più grazie alla comune avversione contro il padre e, consce del fatto che Viktor lavorava per una società criminale, dopo essere venute a sapere da amici che c'era un'altra organizzazione che andava contro quella dei death riders, di cui l'uomo faceva parte, fecero delle ricerche e si presentarono ad un membro dei black panthers decise a prenderne parte. Così fecero, e sottoposte a vari allenamenti e test vari, finalmente ci riuscirono.
Dal canto suo Viktor si rifece vivo solo nel giugno del duemilaventuno, il giorno del ventunesimo compleanno di Farren, e dopo mezz'ora di preamboli tutti baci abbracci scuse e carezze le spiegò che la voleva nel suo gruppo dei death riders. Quello che non sapeva però era che Farren faceva già parte del gruppo rivale a quello del padre a cui si era aggregata solo un anno prima, come già detto, spinta dal desiderio di vendetta verso l'uomo che aveva amato, che l'aveva presa in giro per tutto il tempo, e che aveva causato troppe sofferenze alla madre.

» famiglia

Viktor Lev Kogtistaya Ruka è il padre di Farren, di nazionalità russa si è trasferito in America per affari riguardanti i death riders. Attualmente ha trentasette anni ma sembra più giovane. Capelli biondo scuro e occhi verde chiaro sono il suo cavallo di battaglia per quanto riguarda le donne: grande seduttore e uomo sexy non ha di certo da lamentarsi in quanto il suo successo sul genere femminile, e maschile nonostante lui non ricambi mai, è molto alto.
È un metro e ottantacinque di muscoli scolpiti da anni di allenamento rovinati da un cervello grande come una noce. Uomo frivolo e narcisista non è capace di portare a termine una cosa che sia una, basti vedere cosa è successo con Farren e sua madre.

Lottie Ivanova è la madre di Farren. È mezza russa e mezza americana, trasferitasi in America per seguire il suo grande amore che l'ha messa incinta contro la sua volontà con una promessa di amore eterno, che quando l'ha buttata fuori di casa la sua sua fiducia nell'essere maschile è crollata drasticamente. Da allora tutte le volte che scambia anche solo un 'buongiorno' con un uomo la sua faccia è attraversata da una smorfia di puro disgusto che non cerca minimamente di nascondere. Ha fatto molti sacrifici per sua figlia, come abbandonare la propria famiglia, a cui tuttavia vuole un mondo di bene. Senza dubbio una bella donna , non farebbe la minima fatica a trivarsi un rimpiazzo migliore, ma non ha voglia di soffrire di nuovo.

» curiosità

» è onicofaga, cioè ha l'abitudine di mangiarsi le unghie, e lo fa soprattutto quando è nervosa o imbarazzata

» il suo stile varia, dipende dall'incarico che deve svolgere: una volta è tutta paillettes e lustrini, quella dopo borchie e catene, quella dopo ancora è un arcobaleno ambulante. Ma solitamente preferiscee camice e maglie larghe , possibilmente di lino di cui ama la stoffa sulla pelle, e jeans, oppure giacca cravatta e pantalone.

» 'tanto prima o poi dovrai attraversare mentre guido io' è la frase che ha scritto sul casco rosso e nero della sua moto, una Honda CBR250RR, che si è comprata da sola e a cui ha aggiunto degli effetti speciali come un set di coltelli da tiro sotto la sella

» durante una delle sue primissime missioni si è procurata una gran brutta cicatrice che va dalla caviglia al retro del ginocchio destro

» orientamento

Platone una volta aveva detto che gli esseri umani, nell'antichità, erano creature doppie, con due teste, quattro gambe e quattro braccia. Metà era una donna, metà un uomo. Queste creature spaventavano Zeus, il re degli Dei. E lui, temendo che queste potessero essere più potenti di lui, fece una cosa che condannò gli esseri umani ad una ricerca affannata e estenuante. Li aveva divisi a metà. Da quel momento, ogni essere umano vaga sulla terra alla ricerca della propria metà.
Non è propriamente vero per Farren, il cui unico scopo di vita non è assolutamente quello di frignarsi addosso alla diperata ricerca del bel salvatore biondo e palestrato che la salvi dai troll brutti e cattivi che sarebbero gli altri uomini. Che poi lei preferisce i mori.

Ella ha sempre saputo di provare attrazione amorosa unicamente verso gli uomini ma, durante il suo periodo di spionaggio, scoprì di essere interessata anche alle donne. Per lei non è mai stato qualcosa di strano ma, conoscendo la mentalità e il disprezzo che vigeva per le persone di quell'orientamento, lo ha sempre tenuto nascosto. Con la fortuna di avere avuto un uomo come primo interesse, non ha nemmeno difficoltà a fingere davanti agli altri di non essere ciò che è. non ha mai fatto nulla con nessuno, ma sa già che non ha preferenze tra i due generi e non si farebbe nessun problema nello stare sia con uno che con l'altro.
Si identifica come eteroromantica e bisessuale, con i pronomi femminili solo per comodità.
Infatti lei lensa di essere bigender, circa 90% donna e 10% uomo, che è un'identità di genere che può essere letteralmente tradotta come "due generi" o "doppio genere". Queste due identità di genere potrebbero essere maschili e femminili, ma potrebbero anche includere identità non binarie.

RE1N3R-W1F3 spero ti piaccia

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