Capitolo 2
Osservando attentamente il suo amico Midoriya si era improvvisamente ritrovato avvolto da un calore intenso al petto nel momento in cui vedeva il ragazzo continuare a dare il meglio di sè, nonostante ogni giorno si ritrovasse una nuova ferita, a dimostrazione di quanto il suo Quirk fosse distruttiva.
In quel momento Aoyama si era sentito così vicino a qualcuno, come mai prima d’ora, non aveva cattivi rapporti con i suoi compagni di classe, ma si rendeva conto di non essere incluso nella maggior parte delle loro conversazioni, era sempre nel suo piccolo mondo ad osservare da lontano tutti scrutando le loro espressioni alla ricerca di qualcosa che li rendesse compatibili a lui.
Tutti però era così motivati, frizzanti e straordinariamente capaci, che irrimediabilmente si era ritrovato cento passi indietro con un battito di ciglia. E lì era rimasto.
Questo non lo rendeva felice, ma doveva ammettere a sè stesso di averlo accettato da tempo, vergognandosi fin dentro alle ossa per la sua debolezza.
Ma lui non era mai stato un combattivo, non si sarebbe mai lanciato in uno scontro all’improvviso urlando a squarciagola. Avrebbe illuminato il cielo con la sua luce dando la possibilità ai suoi amici di fuggire all’orizzonte, ma lui sarebbe rimasto nell’ombra, distrutto dal dolore.
Era un luogo sicuro dove non doveva esporsi e gli andava bene, ma più passava la spazzola sui suoi lunghi capelli biondi e più la sua mano iniziò a tremare e lui si ritrovò con la testa poggiata tra le sue ginocchia mentre crollava sul pavimento.
Non era più al sicuro da un po’ di tempo ormai.
Quando alzò gli occhi per guardare la sua immagine riflessa nello specchio rabbrividì mentre un sguardo oscuro sostituiva il color indaco dei suoi occhi.
Qualcuno lo stava osservando da un po’.
Si sentiva stupido a pensare ad una cosa del genere, ma era un dato di fatto.
Era trascorso un po’ di tempo dall’incidente al campo di addestramento e lui ed i suoi compagni vivevano regolarmente nei dormitori accanto alla scuola, ogni tanto il preside Nezu elargiva dei permessi al fine di ogni settimana per consentire loro di visitare le loro famiglie, rispettando il coprifuoco.
Ed Aoyama era felice di quell’opportunità perchè sentiva di poter svagare la mente per quelle poche ore e di tornare per un attimo alla normalità, senza nessuna minaccia che gravasse sulle spalle di eroi fin troppo giovani per quell’era del crimine.
Poteva svagarsi, rivedere la sua famiglia e dimenticarsi di ogni piccolo capriccio che faceva torcere la sua mente, nell’ansia, per lunghi istanti di quiete.
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