Capitolo 1
Aoyama si sente osservato.
Costantemente.
Non sa quando tutto questo ha avuto inizio, ma ora è diventato improvvisamente consapevole di una natura distorta che lo insegue ovunque, un’ombra silenziosa al margine della sua giornata.
Lui che era sempre stato sullo nascosto rispetto ai suoi compagni nonostante la sua brillante stranezza ed il modo bizzarro di porsi. Un’inutile corazza che tentava di indossare per dissuadere ogni critica e derisione.
Perchè era debole, se ne rendeva conto troppo spesso, quando vedeva gli altri andare avanti, spingendo i loro corpi distrutti oltre al limite pur di sopportare minacce più grandi, Aoyama non ci riusciva mai.
Rimaneva lì, bloccato a terra, le gambe che tremavano e gli occhi lucidi.
Non riusciva ad emergere, non riusciva a combattere e per quanto non volesse ammetterlo l’unica cosa in cui era bravo era evadere da ogni problema con il minimo danno. Un vero pregio per un futuro eroe.
Sospirò, nel silenzio della sua stanza, al sicuro da tutti, mentre poggiava con delicatezza la divisa della scuola Yuei sul letto per prepararsi ai suoi rituali di bellezza prima di andare a dormire.
L’unica cosa di cui forse si sentiva sicuro era il suo aspetto, almeno con il passare degli anni era riuscito a trovare la forza per guardarsi allo specchio dopo che la sua stranezza continuava a peggiorare il suo stato d’animo, giorno dopo giorno.
Era difficile sopportare il suo Quirk a lungo, i crampi ed il dolore alla pancia non lasciavano il suo corpo molto presto, da bambino era magrolino e gracile, la pelle secca e pallida che contrastava con l’immagine della sua famiglia, sempre composta.
Così aveva iniziato a mangiare di più, sopratutto i piatti raffinati, che il suo chef gli cucinava con tanto affetto; aveva impostato una tabella di marcia per le sue giornate, incluse le ore di sonno, dove al primo posto c’era la cura di sè stesso. Sempre.
Perchè non sarebbe stata la sua stranezza a distruggerlo, questo non l’avrebbe mai accettato. Si sarebbe fatto forza e l’avrebbe accolta lottando con le unghie e con i denti mentre riprendeva in mano le redini della situazione, allenandosi per essere più resistente nel combattimento e curando sè, perchè voleva imparare ad amarsi e questo erano l’unico metodo che conosceva.
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