⠀𝐎𝟒.⠀❪ 🔪 ❛ ᥲᥣᥡᥙsһkᥲ ❫
◆━━━━━━▣✦▣━━━━━━◆
𝙄𝙣𝙛𝙤𝙧𝙢𝙖𝙩𝙞𝙤𝙣:
𝐒𝐓𝐎𝐑𝐘 𝐓𝐘𝐏𝐄: angst, wlw
𝐂𝐇𝐀𝐑𝐀𝐂𝐓𝐄𝐑𝐒: aelita kazimirovna volkova, zoya emil'evna lebedeva
𝐖𝐎𝐑𝐃𝐒: ~ 4.5k
𝐑𝐄𝐋𝐄𝐀𝐒𝐄𝐃 𝐎𝐍: 10.02.2024
𝐓𝐑𝐈𝐆𝐆𝐄𝐑 𝐖𝐀𝐑𝐍𝐈𝐍𝐆𝐒: no fluff just angst, betrayal, death, loss of family member, (implied) political violence, (implied) corrupted government, (implied) unfair system, mental health issues?, alcool, suicide, (è una mia storia, cos'altro volete che vi dica?).
𝐑𝐈𝐀𝐒𝐒𝐔𝐍𝐓𝐎: lo stato attuale russo, come si sa, non è politicamente e socialmente stabile al momento. Proteste contro il governo, rivoluzioni e gente che ci va di mezzo solo per le più piccole cose. Questa storia è una fra le tante tragedie.
◆━━━━━━▣✦▣━━━━━━◆
La minuscola cucina attaccata al soggiorno come centro dell'appartamento, le due camere da letto vicine al bagno costituito da una doccia ed un corridoio quali giacche appese initavano ad accomodarsi.
Sarà stata piccola fisicamente, nonostante ciò quella casa era il suo più grande conforto.
Il conforto di Zoya.
Dopo la tragedia il resto della famiglia dovette trasferirsi altrove per evitare ulteriori maltrattamenti. Questa piccola gabbia fu il loro miraggio e oramai la giovane adulta di appena 20 anni si era affezionata ad esso. Anzi, si ossessionava.
Mai e poi mai avrebbe lasciato che qualcuno scovasse questo luogo, perché sapeva di poter essere spiata e rintracciata da un momento all'altro. Se la persona sbagliata l'avesse scoperto, sarebbe stato game over. Avrebbe infettato questo piccolo paradiso, cosa ancora poteva considerare "pacifico e accogliente" in questo paese, con la sua sporcizia ed avrebbe eliminato la sua radianza. Era successo una volta con la vecchia casa, non aveva intenzione di perdere pure la seconda. Dunque, dopo eventi come questi decideva di spendere del tempo fuori come in un motel, hotel, casa di una conoscenza, per seminare le attenzioni e ritornare e nulla sarà cambiato in quello scenario: la stessa stretta cucina, lo stesso disastroso salotto, le stesse soffocanti camere da letto, lo stesso sporco bagno, lo stesso corridoio caotico. Il suo piccolo paradiso.
Quei giorni ebbero una fine proprio quella stessa sera. Zoya, dopo molte insistenti richieste dell'altra, era riuscita a sgretolare quell'imponente muro e lasciare una nuova persona dentro l'appartamento: Aelita.
Aelita era tante cose per lei.
Prima una sconosciuta, dopodiché una fan, dopo ancora una conoscenza cui andare d'accordo, poi amiche ed infine... qualcosa di rischioso da tirare fuori al pubblico.
Aelita era diventata tutto quanto per lei.
I suoi capelli biondi, mossi, di media lunghezza che arrivavano al collo, i suoi occhi rugiada, le sue forme accenate ma non troppo ed i colori chiari erano dominanti nel vestiario, davano l'impressione di un angelo. La più bella fra tutti. Non era mai stata il tipo da prestare attenzione all'aspetto delle persone - per Zoya conta la personalità - eppure ancora non concepiva come una donna qualche anno più grande di ella potesse essere così strabiliante a livello estetico. L'aveva stregata, proprio con un incantesimo dell'amore.
D'altro canto comparava se stessa inconsciamente. Capelli color pece, lisci e lunghi, quale faceva risaltare l'underlight fucsia alla radice ma viola verso le punte, gli occhi piccoli e castani, muscoli appena presenti poiché solo di recente si fosse concessa più tempo in palestra, ed un vestiario sempre sullo sportivo, pratico e poco curato nella bellezza. Decisamente meno impressionante dell'altra. Non sapeva se sotto quel telo d'ammirazione ed amore si nascondesse della gelosia.
Come bianco e nero, era totali opposti che risaltano all'occhio e, seppur considerati "non-colori", erano le tonalità più gradite da tutti quanti.
Nascoste fra delle fessure del muro rovinato nell'atrio risiedeva un mazzo di chiavi, le sue chiavi di casa. In presenza della bionda le prese ed aprì la porta rivelando quel paradiso finalmente.
La reazione fu di sorpresa non per la bellezza, bensì altri due motivi. Il primo fra tutti erano le condizioni orribili dell'appartamento sempre descritto come "accogliente" dall'altra. Il secondo era per via del processo di realizzazione che la corvina, colei che divideva la famiglia ed il resto persistemente, le avesse realmente dato una possibilità. La prova finale che davvero tenesse alla loro relazione.
" casa dolce casa, dico bene? "
La prima volta finalmente ruppe il silenzio fra le due. Zoya disse ciò con un piccolo sorriso, facendole segno di togliersi le scarpe dentro e chiudere la porta dietro.
" suppongo di sì, ti serve una mano a pulire per caso? "
Domandò la bionda perplessa ed insicura mentre l'altra serrava le diverse fessure della porta purché l'interno ed esterno non si mischiassero.
" no, no, mia madre vuole fare sempre tutto da sola, lascia così "
Corruggó le sopracciglia ancora con perplessità. Il tono, l'ambiente, la persona davanti a sé... Era tutto così diverso. Non era stata così gentile e carina prima d'ora. Aelita l'aveva trovata una sorpresa tanto shock quanto piacevole. Che fosse veramente questa Zoya?
Si portarono sul divano del salotto per chiacchierare e rilassarsi. La corvina ebbe l'idea di prendere qualcosa da bere per rinfrescarsi dopo tutta quella perdita di energie alla protesta di oggi. Aelita non ebbe potuto farne parte per via del suo stretto lavoro ed era comprensiva al riguardo, per questo ci mise il doppio delle energie oggi. Per ella. Era due volte più determinata, due volte più chiacchierona, due volte più movimentata e due volte più supporti va di chi avesse bisogno nel gruppo. Tutto per far sembrare vi fosse stata pure l'altra.
Ora necessitava il doppio dell'alcool come ricompensa.
Dal frigo tirò fuori una grossa bottiglia di stoli e due bicchieri preparati all'occasione, li rimpierono e brindarono subito.
" a cosa? "
" al nostro successo, ovvio! Oggi è stata più impegnativa del dovuto! E poi non avevi detto che da qui a breve avresti presto una promozione se andassi avanti a lavorare per quell'agenzia? "
Aelita arrossì leggermente.
Se l'era ricordato? Quel piccolo dettaglio di qualche settimana fa?
Questa cosa la toccò più del dovuto, un gesto pressoché piccolo ma grande nel suo risultato: l'esser sentita. Insomma, Zoya stava diventando sempre più famosa per questa sua capacità di ascoltare, era naturalmente si ricordasse pure di questo. Ma un dettaglio così insignificante? Suo poi? La faceva sentire importante, voluta, riempita di attenzioni.
" za zdorovye! "
Sbatterono i loro bicchieri e presero solo un sorso fissandosi nei loro occhi. Verdi e castani. Come l'erba e la terra. Senza l'altra, una non aveva vita. Tuttavia bisognava contare quanto arido potesse pure essere il terreno o, nel nostro caso, quanto profonde le erbacce si inseriscono nel suolo prosciugandolo di ogni minerale.
Zoya ridacchiò prendendo un pacchetto di patatine per mandare qualcosa giù per lo stomaco. Dopodiché riprese a bere e già finì il primo bicchiere in un secondo sorso. Scosse la testa per scacciare il brivido e non fu timida a riempirselo nuovamente.
" perché non mi racconti di questo tuo 'successo'? Cosa è successo? "
" un disastro "
Perplessità l'afflisse nuovamente.
" pensavo fosse andata bene? "
" lo è, infatti è un disastro "
Il silenzio in risposta la spinse ad elaborare meglio.
" deve essere un disastro, perché non c'è altro modo di attirare l'attenzione in questo paese e persino quelli esterni. se ci sono solo poche ricorrenze insulse, nelle quali non dimostri alcuna grinta, che senso ha combattere in primo luogo? "
Ora iniziava ad avere più senso negli occhi altrui. Fu lì che buttò un braccio attorno al collo dell'altra in una stretta amichevole da dietro.
" te invece? C'è ancora il tuo capo che ti rompe sul fatto che i delfini siano pesci? "
Il tono di Zoya già iniziava a dimostrare i primi segni d'ebrezza leggera. Era compresibile, ma lenta. Lo stomaco era caldo in maniera confortante. Tutte le preoccupazioni si volatizzavano come semi di tarassaco maturi al vento.
Aelita a sua volta non era timida nei gesti, portando una mano sulla coscia della corvina per carezze.
" diciamo di sì, ora ha pure messo in gioco gli squali "
Una leggera risata le sfuggì, quale scaturì un sorriso da idiota nell'altra. L'idiozia del capo di Aelita era uno dei temi più piaciuti, quale una insultava e l'altra la supportava senza batter ciglio, anche se non l'avesse mai incontrato prima.
Fu lì che Aelita prese vantaggio della situazione, versando quello che era il terzo bicchiere di vodka all'altra che ingerì tutto insieme in un solo colpo.
" woah! Stasera mi sento carica "
" attenta a non balzare sul soffitto allora "
Naturalmente mica poteva lasciare questo ben di dio solo a Zoya. La bionda si prese qualche sorso con molta più pace e moderatezza.
L'atmosfera era così leggera, divertente, addirittura surreale tenendo conto di cosa stesse succedendo fuori. L'ingiustizia fatta e senza mai una fine. Qui dentro però si festeggiava una dovuta pausa.
Quella che la corvina credesse entrambe meritassero.
Aelita si azzardò per la seconda volta a pensare solo ai suoi scopi.
" se posso chiedere... Come mai non mi hai invitato a casa tua prima di oggi? "
Non vi erano alcun specchio nel salotto-cucina, eppure si poté sentire come l'atmosfera si fosse spezzata in mille frammenti diversi.
Esattamente come uno specchio perché seppur tali frammenti rivelassero la stessa cosa, lo facevano da ora diverse e separate prospettive.
Zoya stava venendo sezionata proprio come uno specchio rotto.
Vi furono qualche istanti di silenzio, nelle quali le due donne si guardarono negli occhi. Zoya stupita dalla domanda, Aelita pentita di averla proposta troppo presto ed aver mandato a fumi i suoi progetti, in parte anche personali.
" o-oh, perdonami non avrei dovuto- "
" non ti è chiaro, Alyushka? "
Alyushka era il soprannome che usava quando erano da sole.
Alyushka era qualcosa di poco formale, di intimo, privato, una cosa che apparteneva solo alle due e nessun altro al mondo.
Alyushka era uno dei tanti piccoli gesti d'affetto che avesse dato in questi mesi alla bionda.
Riempì l'ennesima volta il bicchiere d'alcool, questa volta con fare più triste.
" devo proteggere quello che mi rimane, insomma, non voglio mettere a rischio mia madre, tantomeno mio fratello "
Tirò un sospiro profondo.
" questo è tutto ciò che mi rimane... "
Ripetè sottovoce.
Era la verità.
Quest'ultimo anni aveva perso tutto quanto della sua vecchia vita. Soldi, scuole, amicizie, amore, casa, addirittura la sua famiglia. Nel senso, avrà pur ancora avuto loro due, ma non era più tanto gioiosa quanto un tempo.
Volle dimenticarsi di tutte quelle sensazioni negative, scolandosi tutto quel bicchiere e finendo sempre più in basso in questa spirale formata da sola. La gola bruciava, ma quel liquido sapeva essere la migliore delle spiegazioni per scordarsi tutto quanto.
" fa nienteeee, capita, l'importante è non farsene una tragedia. E poi ora sei qui, no? Significa che mi fido e ti voglio bene "
Cambiò subito umore prima di ridacchiare dalla stupida frase finale, quasi raffigurandosi come una ragazzina adolescente.
Ad Aelita non arrivò il messaggio di cambiare argomento.
" a proposito, perché stai facendo tutto questo? Cioè, capisco gli ideali controversi che certe parti abbiano, però... non hai paura? "
Paura di essere cacciata.
Paura di dormire la notte sapendo di essere ricercata.
Paura di essere normale per non farsi beccare.
Paura di, addirittura, morire.
E per cosa? Per qualche insulsa protesta di poco conto? Cosa pensava di ottenere così facendo?
Aelita si era interessata a Zoya da mesi proprio perché la incuriosiva quanto incomprensibile fosse.
La vedeva alla TV, sul telegiornale oppure interviste, sui social, sui giornali addirittura, e si chiedeva sempre la stesse identiche domande: "perché mettere a rischio la propria vita?", "perché giocare con il fuoco?", " perché non accettare come stiano le cose?".
Forse sono state cresciute in ambienti totalmente opposti, perciò avevano ideali opposti.
" perché... uhm... "
Tornò la sua serietà.
Zoya incrociò ogni mobile della stanza dalla televisione, alla libreria, al forno e si soffermò su un quadro.
Si alzò dal divano, leggermente titubante per via dell'ebrezza, e lo tirò giù dal muro nelle sue mani.
Cosa raffigurava? Una semplice vacanza al mare in famiglia. A quei tempi aveva giusto 16 anni, mentre suo fratello solo 9. Erano in quattro. Quattro persone felici di finalmente poter passare del tempo insieme a rilassarsi.
" non sai davvero niente di attualità? "
Domandò senza aspettare una risposta.
" mio padre è... diciamo che non è più qui. Anzi, non so neanche se si trova qui. Non so dove stia. So solo che è in pericolo dopo aver urlato un insulto di troppo "
Si ricordava bene la scena avvenuta un anno fa. Era in camera sua a studiare per il suo primo anno di università, suo fratello stava nella stanza affianco a giocare ai videogiochi, sua madre sarà stata in cucina a preparare la cena e suo padre era in salotto a guardare le notizie della televisione. Era sempre stato un appassionato di novità e politica, prendeva a cuore questo argomento. D'un tratto il campanello suonò e la donna più vecchia andò ad aprire, non aspettandosi visite. Si rivelò essere la polizia. L'uomo sapeva che lo stavano cercando e non concepiva come avessero scovato casa sua. Non vide cosa fecero a sua madre, ma la udì urlare in preda al dolore e allo shock. Papà invece corse nella sua stanza e si chiude dentro con ella. Ricordava bene come la tenesse fra le sue braccia, impaurito di lasciarla andare, non l'aveva mai visto così prima d'ora. Suo padre, l'uomo che era sempre stato il suo scoglio, aveva paura? Davvero? Si ricordava anche quanto doloroso fu staccarsi dalla sua protezione un'ultima volta. Ammanettato e portato via dai poliziotti mentre continuava ad urlare e piangere di smetterla. Mai più l'ebbe visto e mai più vi furono notizie dell'uomo.
" ecco perché... sento come se dovessi cercarlo e- non lo so- portare avanti la sua 'legacy' come dicono i fottuti americani? Mannaggia ad Hamilton- "
Uno sguardo malinconico fu visibile sul riflesso della foto incorniciata.
Aelita però non si fermò.
Aelita andò avanti a domandare, sapendo esattamente quanto dolenti fossero questi tasti, tanto quanto sapesse la quantità di alcool ingerita non le avrebbe fatto sospettare niente.
Riempì il suo bicchiere e glielo offrì.
" e tua madre? Che le è successo? "
Seppur controvoglia, sentiva adesso la responsabilità di raccontarle tutto.
Perché era la sua Alyushka.
Perché la sua Alyushka non meritava di essere lasciata sulle spine una volta dato un raggio del suo orribile passato.
Si fidava di Alyushka.
Le voleva bene.
Come non aveva voluto bene a nessuno prima d'ora.
" non lo so, non me l'ha detto. Non parla più. Neanche sembra considerarmi. Sta tutto il giorno in camera sua, senza dire niente, solo guardare fuori, come se aspettasse che papà ritorni. Certe volte fa i lavori ma solo quando sono fuori di casa. Quando torno la ritrovo sempre lì "
Tirò un sospiro profondo, affondando sempre di più nella malinconia.
" mio fratello invece vuole sempre stare fuori ma non voglio che si metta a rischio e ne paghi le conseguenze... "
" come... come era tuo padre? "
" papà? Non lo so. Ho così tanti sentimenti contrastanti... "
Per quanto doloroso stesse essendo, non poteva negare il senso di liberazione che si susseguiva.
" sai no, in passato non facevamo altro che avanti ed indietro per l'Europa. Mesi e mesi ad aspettare al confine per poi rientrare e poi uscire di nuovo ed aspettare. Non ho mai avuto amicizie fisse e quando ho iniziato a sperarci me le hanno strappate via definitivamente come mi hanno strappato via lui... Non capisco, perché doveva essere così testardo su tutto questo? "
Strinse la cornice con l'intenzione di romperla, ma non fu abbastanza. Era arrabbiata, ma di cosa? Di aver avuto un padre poco presente? Di non aver avuto una vita normale a causa sua? Di averlo odiato fino all'ultimo? Di volergli bene adesso che se ne fosse andato?
" dai su... torna qui "
Aelita fece cenno di sedersi al suo fianco per darle più conforto e più di quella bevanda purificante da ogni malessere della sua mente. Zoya non si mosse.
Fu lì che si azzardò a fare una domanda personale.
Non personale per Zoya.
Personale per Aelita.
Perché era una domanda che veramente proveniva dal suo cuore.
" c'è... c'è qualcosa che potrebbe mai farti cambiare idea? Smetterla di fare questo? "
" ... rivedere mio padre "
Annuì con poca esitazione.
" nient'altro... "
Concluse, continuando a dare le spalle all'altra.
Vi fu del silenzio.
E poi delle braccia esili ma calorose avvolsero il suo stomaco, mentre il respiro poté sentirlo chiaro e forte nell'orecchio sinistro.
" mi spiace... dev'essere orribile "
Bisbigliò la bionda nel suo orecchio, provocando dei brividi per tutto il corpo.
" fa niente... "
Borbottò.
" la tua di famiglia, invece? Com'è? "
Aelita spalancò gli occhi a quella domanda, bloccandosi sul posto. Una domanda su... di lei? Davvero? Era davvero così interessata?
" non è niente di che, siamo solo io e mia madre. Papà l'ha divorziata anni fa "
Zoya annuì seguita da un "mh".
" ti va un altro giro? "
Cambiò argomento la bionda.
" ma che mi vuoi vedere ubriaca stasera? "
Chiese iniziando a vedere i suoi scopi malefici. Darle affetto più facilmente poiché in pubblico, soprattutto sobria, non si lasciava mai toccare.
Aelita ridacchiò.
" forse "
" oh Alyushka... "
Si girò nelle sue braccia per poi fare il peso morto all'indietro.
" sarai la mia morte di questo passo "
Si rialzò poco dopo ed avvolse le sue di braccia attorno al collo candido, dandole un bacio sulle sottili labbra morbide. Il primo bacio in bocca che le avesse mai dato. Il suo vero primo bacio d'amore.
" ya tebya lyublyu "
Ti amo.
E la baciò ancora ed ancora prima di chiudersi in camera a chiave.
Tanto oggi suo fratello stava dai loro cugini. Avevano la notte libera per amarsi.
Lei e Alyushka.
___________________________
Zoya aveva perso le chiavi.
Zoya aveva perso le chiavi e l'aveva realizzato troppo tardi.
Ora sentiva, nascosta nella camera di suo fratello con egli fra le sue braccia, il ladro di esse aprire la porta del suo piccolo paradiso.
Un ladro viscido e sporco.
Mille e più passi infestarono la casa.
Mille e più passi di persone che la cercavano.
Zoya ritrovava familiarità in quella posizione. Non l'aveva vissuta in prima persona un anno fa, rimanendo ugualmente parte dello spettacolo.
L'ansia, la paura, la voglia di piangere, ma doveva starsene zitta.
Zitta, così che se ne sarebbero andati.
Zitta, così che non potesse farsi beccare.
Zitta, così che potesse rimanere al fianco della sua famiglia.
La porta della camera si aprì.
Ora quelli non erano più solo passi.
Ora quelli erano anche armeria cigolante.
Ora quelli erano anche una voce.
Una voce fin troppo familiare per Zoya.
Capì che non si trattava di un ladro, ma di una ladra.
La ladra Aelita.
" dov'è... "
Ecco perché l'aveva chiesto se oggi uscisse. Per accertarsi fosse proprio fra queste quattro mura. Per accertarsi non fosse scappata via senza sospetti.
" perquisite il luogo da cima a fondo! "
Chiunque avesse alle spalle si sparse per casa e la voce di uno di loro, maschile e grave, le riferisse di una donna seduta e non cosciente dell'ambiente circostante. Aelita assicurò non fosse ella quella che cercassero e di lasciarla lì.
D'un tratto la porta dell'armadio si aprì, rivelando sia lei che il fratello.
" mani in a- "
Zoya tirò da dietro una pistola, puntandola contro l'uomo.
Era un membro delle forze dell'ordine.
" non un altro passo "
Constatò ferma e fredda mentre sudava.
Lentamente, con ancora il fratello fra le braccia, scese dalla posizione scomoda senza distogliere lo sguardo una sola volta. Con le spalle al muro.
" andatevene! "
Ora aveva tutte le pistole puntate contro.
La sua, una misera piccola Makarov PM, contro un intero esercito.
Era una battaglia persa al primo sparo.
Ma non si diede per vinta.
Aelita fece segno di abbassare le armi.
Con la coda dell'occhio osservò la donna.
I suoi capelli biondi raccolti in una codina bassa ed il vestiario professionale ma nero, con tanto di make up del medesimo colore, davano l'impressione di un'altra ragazza. Non quella di cui Zoya si fidava.
Il più piccolo non poté contenere un singhiozzo dalla paura e la sorella lo strinse per garantirgli sicurezza.
" che vuoi?! "
Quanto si sentiva ferita.
Quanto male faceva il suo cuore a vederla.
Non poteva credere di esser stata ingannata proprio dalla prima persona di cui si fidava dopo tanto tempo.
Alyushka? Quella era la sua Alyushka? Anzi, Alyushka era veramente esistita oppure se l'era immaginata per via della solitudine?
Zoya era stata stupida ed ora ne stava pagando le conseguenze.
" metti giù quella pistola "
Fece un passo in avanti.
Tenne l'arma più stretta.
Non si sarebbe fatta ingannare stavolta!
Non l'avrebbe fatta passare liscia!
" è finita, perché non risolviamo questo senza feriti? "
" vattene da casa mia! "
Zoya non voleva più ascoltare quella dolce voce con la quale l'avesse stregata giusto una settimana fa.
Zoya non voleva più vedere quel corpo di cui era tanto gelosa.
Zoya non voleva più provare quell'amore e disprezzo.
Zoya non voleva aver incontrato Aelita.
" non fare così... so più di tutti quanti quanto tu voglia evitare morti "
" ho detto: esci! "
" il giudice sarà più magnanimo se non resisterai ulteriormente, magari ti farà pur uscire prima "
" mi prendi per scema?! So perfettamente cosa volete farmi! "
" Zoya... amore... ripeto: non fare così... "
Aelita provava incessantemente a riportarla fra le sue mani.
Zoya provava incessantemente a non cadere dentro la trappola.
" vattene Aelita, vattene! Ti odio! "
La mano iniziò a tremare.
Le lacrime volevano appanare la sua vita.
" ti- ti- "
Strinse il braccio al fratellino quale oramai piangeva silenziosamente, impaurito da tutto quanto.
" zoya- zoya- "
Bisbigliava sotto voce avendo paura di perderla.
Si era promesso di volerla proteggere.
Si era promesso di non veder più la sua sorellona triste.
Si era promesso di non piangere.
Ora, però, aveva rotto tutti questi giuramenti.
" prometto che mi prenderò buona cura di loro, so che non hanno fatto niente... "
Il tono suave e calmo.
Quel dannato tono amorevole e sicuro.
" basta che lasci andare questa pistola adesso... E tutto si sistemerà... Te lo prometto... Fidati di me... "
Fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Zoya aveva paura.
Zoya voleva solo tornare come erano un tempo.
Zoya non voleva cedere.
Ma Zoya amava la sua Alyushka.
Zoya, era dannatamente persa sia in sua presenza che assenza.
Zoya si odiava per essere capace di amare qualcuno così tanto.
Gettò la pistola.
Ora era in lacrime.
Presto ebbe tutte quelle mani addosso spingerla sul bordo del letto, metterle le mani dietro la schiena ed ammanettarla.
Mentre Alyushka la guardava fredda e disinteressata.
" zoya emil'evna lebedeva, sei in arresto per disturbo dell'ordine pubblico e possesso illegale di un'arma da fuoco. Hai il diritto di rimanere in silenzio. Tutto quello che dici potrà essere usato contro di te in tribunale "
La tirarono per i capelli per farla alzare e dirigerla verso l'uscita.
Zoya cercava di protestare quanto potesse, ma ogni volta veniva colpita a calci o pugni.
Zoya voleva assicurarsi suo fratello stesse bene, ma oramai tutta quelle gente copriva il suo raggio di vista come se le lacrime non fossero abbastanza.
Fuori dall'appartamento vi erano mille e mila auto della polizia più un furgone bianco. Era lì che la stavano conducendo. Aelita si parò davanti alla sua vista un'ultima volta.
" perché... Perché- "
Riuscì a dire fra un singhiozzo e l'altro.
L'altra si avvicinò tenendo le loro facce a pochi centimetri di distanza, come faceva quando voleva stuzzicarla a darle un bacetto.
" l'hai detto te che sarei stata la tua morte di questo passo "
E fu portata sulla barca di Caronte.
...
Aelita tirò un sospiro profondo a vedere esso viaggiar via.
Si sentiva... Strana.
Forse era il freddo.
Ordinò ad un sottoposto di portarle la sua giacca in pelliccia bianca.
" capitano Volkova "
La voce del suo superiore, un uomo sulla mezza età con ormai capelli grigi che neri, ben in forma e vestito professionalmente, la fece girare di spalle.
" sì, signore? "
Le mise una mano sulla spalla come se per dimostrarsi fiero della sua impresa.
" prenditi il resto della giornata libera. Domani parleremo di quella promozione nel mio ufficio "
" signor sì signore "
Annuì decisa.
L'uomo accese una sigaretta mentre camminava verso la sua auto.
" e comunque delfini sono effettivamente mammiferi, ma gli squali rimangono pesci cartilaginei "
La donna portò una ciocca della frangia dietro l'orecchio sorridendo appena.
Finalmente poteva riposare.
___________________________
Mamma l'aveva sempre cresciuta con un solo desiderio: non viziarla.
Perché? Perché a nessuno piacciono le donne viziate, che si aspettano tutto senza dare in cambio niente, che si aspettano amore quando non meriti solo sputi, che si aspettano comprensione quando tutti sanno l'egoismo degli uomini è alle stelle.
Aelita non era viziata.
Non aveva mai chiesto niente.
Aelita non era viziata.
Aveva sempre dato tutto di sé.
Aelita non era viziata.
Non si aspettava baci e coccole dal primo che capita.
Aelita non era viziata.
Nessuno avrebbe voluto capirla.
Aelita non era viziata.
Aelita era una brava ragazza.
Ma le brave ragazze facevano capricci?
Sì, li definiva tali perché è così che sua madre l'avrebbe nominati: dei capricci degni di una bimba di tre anni.
Quel giorno stava solo essendo capricciosa perché non aveva ottenuto ciò che voleva.
Quella notte si era diretta verso l'ultimo luogo cui l'aveva vista, nella speranza di far cessare il capriccio.
Ed eccola lì. La porta era rimasta semiaperta dall'ultima volta. Nessuno era entrato dopo il suo arresto. Non sapeva che fine avevano fatto il fratello e la madre, se non che siano stati spediti da qualche parte lontano da qui.
Vestiva della giacca in pelliccia con sotto un abito chiaro, i suoi capelli raccolti nella tipica codina, il suo make up più scuro della notte stessa.
Accese le luci. Era tutto rimasto lo stesso. Trasportò la tanica di benzina all'interno dell'appartamento facendo ben attenzione ai fiammiferi.
Alyushka.
Questo era l'ultimo luogo cui si era fatta chiamare con quel nome.
Alyushka.
Oh... Quanto le mancava esser chiamata così.
Alyushka, Alyushka, Alyushka.
Che fine aveva fatto?
Era morta quando è stata portata via la sua unica fonte di sicurezza.
L'unica persona cui la viziava.
Al suo fianco era stata persistente, voleva ricevere senza mai ridare, amava come se si conoscessero da un'eternità.
Zoya ebbe tirato fuori la parte peggiore di Aelita, Alyushka.
La bimba viziata quale sua madre avesse evitato finisse di divenire.
La odiava per questo.
Ma chi odiava di più al mondo adesso era se stessa.
Per esser così capricciosa, per aver deluso sua madre, per aver sacrificato la sua unica fonte d'amore in cambio di qualche soldo.
Aelita era proprio un mostro.
I mostri non meritano di vivere.
Aprì la tanica ed iniziò dalla camera da letto, dove l'aveva vista in lacrime.
Andò nel corridoio, dove ebbe visto per la prima volta una parte nuova della donna.
Finì nel salotto-cucina, dove si erano baciate con amore per la prima volta. La prima volta di Aelita nel voler tenere qualcuno stretto a sé.
Ogni luogo stava venendo sporcato di quella sostanza densa e viscida.
Aelita aveva sporcato il piccolo paradiso di Zoya da cima a fondo.
Perché lo stava facendo?
Perché negava quelle emozioni?
Perché la notizia della sua morte l'aveva due giorni fa l'aveva distrutta?
Perché credeva che così facendo si sarebbe liberata di queste sensazioni strazianti?
O semplicemente perché era una viziata?
Aprì la grande finestra in salotto.
La luna era assente.
Neanche lei voleva vederla in faccia da quanto schifo facesse.
L'unica fonte di luce se la poteva creare da sola.
Tirò fuori i fiammiferi.
Ne accese uno.
E lo buttò sotto i suoi piedi.
Le fiamme avevano catturato la casa in un batter d'occhio.
Da lì a breve tutto sarebbe crollato.
Da lì a breve tutto sarebbe finito.
Aelita aveva solo una via di fuga.
Si slegò i capelli e tolse la giacca.
Salì sul bordo della finestra.
Le punte dei piedi non toccavano terreno.
Si teneva stretta ai bordi.
Guardò sotto di sé.
3 piani.
Erano tre piani d'altezza.
Avrebbe fatto tanto male quanto bene.
Guardò il cielo.
Ancora nessuna traccia della luna.
" avrei voluto essere il nostro inizio... "
Una lacrima scese.
" zoya... ya tebya lyublyu "
Anche dopo caduta sapeva di non poter più essere la sua Alyushka.
◆━━━━━━▣✦▣━━━━━━◆
𝐓𝐀𝐆𝐒: -wallflowxr, pxstelpurin, -YAKKU, VivyRal
𝐀𝐍𝐆𝐎𝐋𝐎 𝐀𝐔𝐓𝐑𝐈𝐂𝐄:
Buon pomeriggio! <3
Ecco qua una one-shot che si distacca molto dal contenuto portato fino ad ora AHAHAHA.
Prima volta che porto su questo profilo una storiella del genere con personaggi originali che probabilmente non vedrete mai più.
Spero vi sia piaciuto così come mi scuso per eventuali errori grammaticali. Se avete qualche commentino da fare, siete i benvenuti! <3
- 𝕰𝖑𝖎𝖟𝖆
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top