❱ 𝗣𝗥𝗢𝗟𝗢𝗚𝗨𝗘: 𝖳𝖧𝖤 𝟪𝟢𝖳𝖧 𝖠𝖭𝖣 𝖫𝖠𝖲𝖳 𝖢𝖫𝖠𝖲𝖲 ❰
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" avete presente il detto di Darwin: 'Survival of the fittest'? Ecco, questo è uno dei metodi migliori per descrivere questo evento: non vince chi è più il intelligente, non vince chi è il più forte e grosso... Vince chi riesce ad adattarsi meglio! "
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Il Giappone: uno degli stati più antichi al mondo ed attualmente risulta uno dei più moderni del secolo.
L'economia, il lavoro ed il successo sono alla base di essa cosicché possa essere perennemente all'avanguardia. Non solo questo ma detiene di molti luoghi d'attrazione turistiche come luoghi storici e religiosi, oppure di divertimento come i parchi attrazioni ed i quartieri vivaci, caratterizzati da un tema preciso. Parlando a livello globale il Giappone in quest'ultimi anni ha avuto grande influenza verso gli stati europei o nordamericani, importando prodotti, tradizioni, gastronomia e molto altro!
Il talento: la capacità innata di svolgere attività che nella vita di tutti giorni, che persone normali come tutti noi, trovino davvero difficile senza i dovuti esercizi. Avere un talento per qualcosa non è così comune, ma è ancor più raro che esso venga addirittura riconosciuto da chi lo possiede. Chiunque può essere nato con un talento: un contadino vecchio, un'avvocatessa, un bambino delle elementari. Riuscirlo a scovare è la vera sfida poiché si salta subito alla conclusione di non poter essere il fortunato. Ci si sottovaluta sempre, specialmente quando è qualcun'altro a sminuirci - professore, amico o genitore - e si finisce per rinchiuderci nella sua bolla, senza la speranza, voglia di sognare quest'opportunità e determinazione nel tentare di mettersi alla prova.
Così non è per il sistema educativo giapponese. Anche se ormai non possono cercare adulti talentuosi, loro cercano di scovare fra gli studenti di tutte le scuole chi ha veramente talento.
Persone adulte che vogliono tirare fuori il meglio dalle nuove generazioni.
Persone adulte che vogliono spingere quelle giovani ad uscire fuori dalla loro bolla, affrontare nuovi orizzonti senza timore, però con fierezza di essere se stessi e con la testa sempre alta.
Persone adulte che vogliono un futuro brillante per la loro nazione, anzi, per il mondo intero.
Persone adulte, stanche di vedere talenti rari esser buttati per nessuna motivazione valida.
Persone adulte che tentano a creare la loro stessa speranza.
Persone adulte che cercano di scovare attraverso piccolezze, chi possiede le capacità adatte ad un incarico superiore rispetto agl'altri studenti.
L'incarico di Ultimates.
Cosa è un Ultimate?
È un titolo che deriva dalla parola inglese "ultimate", quale prende molti significati diversi, ma che rientrano tutti su un circolo solo. Ultimo, definitivo, estremo, superiore, fondamentale, finale... Questi sono alcuni dei sinonimi.
Essere un "ultimate" ad un talento equivale al possesso della versione più perfetta delle vostre capacità, utili ad un'attività precisa. Per esempio essere un "ultimate cook", significa sapere muoversi in cucina, sapere che piatti preparare ed impiattare, avere una grande conoscenza un gastronomia e, sopratutto, disporre di buon gusto.
Tutti gli ultimates possegono talento, riconosciuto dalle rispettive scuole frequentate grazie a dei precisi eventi.
Tutti loro avranno presto una formazione specializzata alla creazione di nuove speranze, 16 giovani pilastri.
Ed in quale struttura avverrà tutto ciò?
La Hope's Peak Academy.
Fondata all'incirca 80 anni fa, lo scopo di questa scuola e istruire i suoi studenti affinché essi possano brillare nel mondo degl'adulti, usando le proprie capacità per il bene comune. Essere uno studente a questo istituito è praticamente un biglietto di sola andata alla ricchezza, popolarità e successo.
La maggior parte degli studenti sogna di poter essere uno di loro, anche se sono pochi quelli che si fanno veramente valere nel distaccarsi dalla massa.
Quelli che sono gli ideali di molte persone, per chi frequenta quest'istituto risultano il loro dovere. Prendere le speranze di tutto il popolo giapponese affinché riescano a mostrarsi all'altezza delle aspettative.
Hanno qualcosa in più rispetto agl'altri.
Hanno ciò che molti falliscono di vedere in se stessi e mostrare a tutti quanti.
Avranno un ruolo speciale e fondamentale alla base e punta della società.
L'orgoglio del Giappone.
La speranza del Giappone.
Il futuro del Giappone.
Ma lei ne sarebbe stata davvero all'altezza?
Insomma... Fino a qualche giorno fa altro non era che una ragazzina bassotta qualsiasi, senza alcuna popolarità e non facente nemmeno parte di una famiglia ricca.
Da ciò che ha sentito, gli ammessi alla Hope's Peak Academy sono persone di grande valore, diverse ed uniche alla loro maniera. Però lei questo aspetto positivo di "diversità" non l'aveva mai sentito prima di aver ricevuto quella lettera a casa sua.
Non fraintendetela, appena venne a sapere della notizia cui tutti quelli della sua età sperano e pregano di ricevere al suo posto, il suo cuore non poteva smettere di battere.
Ed ora che si trovava faccia a faccia con questa realtà, le sue insicurezze si facevano sentire.
Era speciale.
Era speciale davvero?
Era unica.
Era unica davvero?
" io... il titolo... "
Borbottò a bassa voce ancora non cosciente dei suoi paraggi.
Ancora pervasa da questi pensieri che si era fatta quando fu davanti al cancello della scuola.
Giusto, era arrivata davanti al cancello, diretta per la cerimonia di benvenuto.
C'era qualcosa che non quadrava però.
Quando si era addormentata?
... Sonno?
Da quando aveva sonno?
Certo, la notte prima fu difficile chiudere gl'occhi dall'emozione e nervosismo, eppure quella mattina non si sentiva un minimo stanca.
Allora come era successo?
Le palpebre dei suoi occhi si aprirono di colpo alla realizzazione, così come il suo busto si alzò in una posizione seduta dal materasso sulla quale, fino a qualche istante fa, era sdraiata a riposare.
Dove si trovava?
Si guardò attorno di fretta furia, riconoscendo le tipiche componenti e mobili di una camera da letto: un comodino in legno con sopra una lampada era sulla parte destra del letto, dal lato opposto a quest'ultimo c'era un armadio ed una porta semiaperta, quale faceva intravedere quello che sembrava un bagno, sul muro a sinistra vi era una scrivania con tanto di sedia, carta, penne ed altro materiale scolastico, ed infine a destra vi era un'altra porta: questa volta chiusa del tutto.
Anche se l'aspetto fosse così familiare, la camera da letto della neo-ultimate non era nulla come questa qua.
Dove si trovava?
Era a casa di qualcun altro?
Perché era così familiare questo scenario?
Prese un momento per calmarsi.
Prese dei respiri profondi e chiuse gl'occhi per aiutare la concentrazione.
Certo, ora se lo ricorda: le stanza dei dormitori femminili. Li aveva visti sul sito ufficiale della scuola assieme a qualche volantino.
Era alla Hope's Peak Academy quindi.
Tirerebbe un sospiro di sollievo allo realizzare questa risposta, se non fosse che un'altra domanda rimaneva senza replica: perché era qui?
Quel timore che lei pregasse andasse via dopo aver capito i suoi dintorni non sembrava lasciarla in pace.
Il cuore nuovamente stava iniziando a battere sempre più velocemente e solo allora si ricordo di un altro fatto.
La sua borsa con all'interno il suo pigiama preferito: quello di un panda.
Si ricorda perfettamente di averla portata con sé. Era il suo portafortuna dopotutto. Senza di esso ella non andrebbe mai in giro. Ma non lo trovava nel suo raggio di vista in quel momento.
Un motivo in più per alzarsi del tutto da quel letto per lei, nonostante ella lo fece in modo frettoloso.
Fortunatamente questo piccolo momento di panico fece subito a finire perché trovò il sacchetto in carta ai piedi del letto, ancora intatto e senza alcun danno.
L'ennesimo respiro di tranquilizzazione uscì dalle sue labbra mentre raccoglieva le sue possessioni dal pavimento.
Ora realmente rimaneva un dubbio da risolvere: il motivo per cui era lì.
Davvero non riusciva a spiegarselo e, quando cercava di ripercorrere il percorso fatto quella mattina un forte mal di testa si faceva sentire.
Il fastidio di non tenere alcuna memoria al riguardo si pitturava per bene sul suo volto.
E fu quando abbassò proprio il suo tenero viso verso la sua borsa che notó un piccolo particolare strano: un fogliettino di carta giallo pastello che si nascondeva fra le pieghe del pigiama.
Presa dalla curiosità infilò la mano per afferare l'oggetto e lesse cosa vi fu scritto sopra:
Cerimonia d'inizio spostata alle 9:30.
Tutti gli studenti del primo anno si presentino nell'atrio.
~ Hope's Peak Academy's staff
Oh... La cerimonia d'inizio è stata rimandata? Prima doveva essere alle otto in punto ed ora questo cambio proprio il primo giorno.
Scrollò le spalle.
Era sicura di trovarsi alla Hope's Peak Academy, quel bigliettino non l'ha messo lei, ergo un'altra persona - magari qualcuno dello staff della scuola - l'avrà portata qui perché si sarà sentita male, o almeno così lei preferiva credere. Avrà trovato le sue risposte andando alla cerimonia, no?
Male che vada non si troverà da sola, dato che ci staranno i suoi nuovi compagni di classe.
Prima, però, decise di dare un'occhiata veloce alla porta semichiusa di prima.
Dietro di essa si celava quello che, come aveva concluso in precedenza, si presentava come un banale bagno. Vi era una doccia, un gabinetto, un grande lavandino con un altrettanto grande specchio, ovviamente tutto aveva altri oggetti utili a questa stanza come spazzolino e dentifricio.
Si osservò davanti allo grande schermo che rifletteva la sua figura.
Una ragazza non tanto alta, sarà arrivata al massimo al metro e quaranta, dalla corporatura magrolina, capelli castani raccolti da un fiocco rosa in una coda morbida che cadeva sulla spalla, ed occhi grandi e castani. Vestiva del suo outfit scelto con cura giusto la sera prima: una camicia a maniche lunghe giallo pastello ed una gonna rosata di media lunghezza. Anche se lo specchio non mostrava nulla dal busto in giù, tirò una breve occhiata ai mocassini marroni e calze bianche che indossava in quel momento.
Certo che la sua capigliatura poteva anche sistemarsela leggermente. A causa di quella dormita ora la coda non era così ordinata e la sua faccia faceva sembrare che questo riposo fosse durato un po' di tempo.
Aprì il rubinetto del lavandino davanti a sé per darsi una sciaquatta alla faccia e sistemare con l'umidità un po' la sua coda.
Si asciugò con cura con uno degli asciugamani là vicino, per poi uscire finalmente dalla stanza.
Ciò che l'aspettava, alquanto banale da pensare fra l'altro, era proprio un corridoio grande ed altre porte, probabilmente quelle dei suoi compagni di classe. Non c'era nulla di notevolmente particolare da quel che stava vedendo, se si parlava di immobiliari. Se, invece, si parlava di una persona che stava alla fine del corridoio mentre camminava verso l'uscita, allora c'era definitivamente qualcosa - o meglio qualcuno - che attirrò l'attenzione della ragazzina.
Qualcuno! Finalmente! Magari era proprio questa persona colei che l'ha portata qui e finalmente potrà aver capito di cosa si trattasse questa situazione.
" hey aspetta! "
Chiamò la figura che stava per sparire dietro al muro, sebbene quest'ultima si fermò e girò dato che avvertì la voce squillante.
Era un ragazzo, più alto di lei ma quello non era una novità dato che ella non vantava di chissà quale statura invidiabile, però su questa tematica era meglio non metterci il dito al momento, un taglio corto e dei capelli neri con delle ciocche bluastre.
Vestiva di una giacca bianca e grigia scura, con delle maniche assai lunghe che nascondevano le sue mani, sotto una maglietta nera, una tuta anch'essa grigia ma più chiara ed infine delle pantofole ai piedi.
Delle pantofole?
La sua faccia in quel attimo che si girava mostrò un'espressione disinteressata, cui però si sostituì con una un po' più amichevole ed anche un po' di scioccato alla vista di un'altra persona.
" oh, pensavo di essere l'unico qui "
Sentì il suo commento mentre si avvicinò ad egli con un passo un po' veloce, assieme al suo tono perplesso e sorpreso alla vista di un'altra persona come lui proprio qui. Appena la ragazza più bassa fu ad una distanza normale per mantenere una conversazione, interrogò l'altro con una serie di domande:
" ah, quindi non sei tu quello che mi ha portata qui? "
" mh no, se lei cerca qualcuno che sappia cosa stia succedendo, allora non sono la persona giusta, mi spiace. mi sono svegliato in una di queste stanze giusto qualche minuto fa "
" anch'io! eppure non riesco proprio a ricordarmi come ci sono finita... Davvero non ne sai nulla? "
Xlx ragazzx tirò un sospiro un po' sconfitto e infastidito, come se in quella conversazione stesse sperando di ricevere delle risposte dalla castana, cosa che così non fu sfortunatamente. Inoltre stava già pensando che l'altra si sarebbe messa a fare una marea di domande quale lxi non avesse alcuna risposta. Avrebbe preferito tornarsene a camminare via se fosse stato questo il caso, anche se non poteva farlo per una questione di rispetto e buona etichetta nei confronti di ella.
La ragazza notò dopodiché un biglietto fra le mani del ragazzo, uno giallo pastello, e, tenendo con una sola mano la borsa di carta che teneva appresso con sè, indicò con quella opposta e libera l'oggetto.
" anche tu hai saputo del rimando? "
" sì, stavo giusto per avviarmi in segreteria a domandare di questo. non è che lei ne sappia qualcosa? "
" dammi pure del tu. e no, siamo sulla stessa barca mi sa... che ne dici di stare assieme? Due persone sono meglio di una in fondo! "
" non mi dà alcun fastidio, va benissimo. Comunque io sono Asahi Fujikawa, ultimate chess player. Assumo che tu sia una studentessa del primo anno come me. Potrei sapere come ti chiami? "
La realizzazione colpì la castana
quando quella domanda le fu posta.
Oh cavolo, non avrà fatto una brutta figura a non essersi presentata subito, no?
Inclinò leggermente il busto e si scusò per la sua maleducazione, tuttavia lo stesso ragazzo le assicurò che non fosse nulla di grave.
Leggermente rosa in viso dall'imbarazzo, la castana si presentò a sua volta.
" sono Koharu! E sono... "
Si fermó un attimo a pensare. No, non si era dimenticata come si chiamasse e che titolo avesse, quello lo sapeva fin troppo a memoria da quante volte lo aveva letto su quella lettera. Era un blocco perché veramente in quel momento, si sentiva speciale. La realizzazione di essere considerata qualcuno di importante dagli adulti. In titolo che si porterà per il resto della sua vita: quello di ultimate.
Già lo sapeva ciò e già questa gioia si era fatta sentire più volte, eppure sembrava proprio in quel momento che ella capì di non star sognando.
Santo cielo, ancora non poteva crederci di essere un ultimate!
La gioia la pervase così tanto da bloccarla a metà della frase.
" va tutto bene? Ti senti male per caso? "
L'altro la sbaragliò via dai suoi pensieri con quella domanda riguardo la sua incolumità.
" ah sì, sì, scusa... aspetta, fammi riprovare "
Si schiarì la voce, facendo un saltello sul posto e tirando fuori la sua energia. Questa volta avrebbe fatto una presentazione come si deve. E quel ragazzo sarà il primo ad ascoltarla introdursi come un ultimate.
" mi chiamo Koharu Kumagai e sono entrata nella scuola come ultimate nanny! Piacere di fare la tua conoscenza in questa buffa situazione, Asahi! Mi prendo cura dei panda nello zoo e di recente ne sono nati due: Shuga e Choco! Uh, devi farti vedere subito delle loro foto- "
Koharu non perse tempo a cercare il suo telefono, vogliosa di far vedere alla sua nuova conoscenza le foto dei cucciolotti neo-nati. Loro erano il motivo per cui ella diventò un'ultimate dopotutto! E poi sono così teneri e coccolosi. Koharu amava prendersi cura di loro.
Sfortunatamente questo piccolo momento di gioia fu interrotto a causa della mancanza del suo cellulare.
Controllò nelle tasche della gonna e persino nella borsa, ma nulla da fare: il cellulare era sparito del tutto.
" eh?! Dove l'ho messo?! "
Preoccupata iniziò addirittura a girare su se stessa. Che qualcuno le avesse rubato veramente il cellulare? Corse persino alla camera di prima e controllò sui mobili lì presenti, nonostante ciò la sua fatica fu invana.
Sconfitta tornò dal ragazzo, quale a sua volta stava frugando nelle tasche della sua felpa alla ricerca dell'oggetto tecnologico, anche lxi colto di sorpresa del fatto che non riuscisse a trovare quest'ultimo.
" che ci li abbiano ritirati? "
Il corvino ipotizzò. Aveva letto da qualche parte nel regolamento scolastico che l'uso dei cellulari era severamente vietato, ma di certo non si aspettava che quest'ultimi venissero addirittura presi senza il loro consenso mentre dormivano. "Dormivano".
Dalla badante dei panda partì un sospiro così rumoroso e grande quanto sconfitto e triste. Triste del fatto che non poteva mostrare a nessuno quanto fiera era di sé per prendersi cura di panda in piena salute.
Gli toccava fare solo una cosa con la persona qua presente adesso: trovare questa dannata segreteria.
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La camminata fu perlopiù qualcosa di silenzioso, con solo qualche commento da parte di uno dei due mentre l'altro concordava con quest'ultimo, ma grazie a ciò Koharu imparò nuove cose:
Anche egli ebbe gli stessi avvenimenti come la castana, ovvero che si era svegliato senza memoria di essersi mai addormentato in questa struttura - anche solo di essersi addormentato. Così come egli era un nuovo studente alla scuola, che fossero in classe assieme? Sinceramente non le avrebbe dato alcun fastidio se così fosse, perché data la situazione stramba in comune - sommato al fatto che lxi non fosse chissà quanto alto - aveva preso un po' di simpatia nei suoi confronti. In fondo avere vicino a sé qualcuno che si conosce, soprattutto nella tua identica situazione, quando si è in un nuovo ambiente riusciva a farla sentire al sicuro.
Tempo passa e fra i corridoi della scuola, quale tra l'altro erano abbastanza bui rispetto a ciò che ella si sarebbe aspettata da una scuola di grande livello come la Hope's Peak Academy, solo i loro passi, respiri e voci erano l'unica cosa udibile.
" credo che questa sia la segre- ma che... "
Neanche tempo di cantar questa piccola vittoria che i due si ritrovano faccia a faccia con una scena molto... strana.
La porta di quella che doveva essere la segreteria era piena zeppa di vernice nera, così come lo erano i muri attaccati ad essa, e con sopra scritto qualcosa e disegnato una freccia appena sotto di esso:
Atrio
-->
Una delle risposte che cercavano era stata data, sì.
Ma il come che li aveva lasciati sorpresi.
Qualcuno ha osato veramente rovinare i muri della scuola con una scritta così grande quando bastava appendere un foglio sulla porta?
Perché essa era chiusa in primo luogo comunque?
Ma soprattutto...
Come e chi sapeva che cercassero indicazioni per l'atrio?
A Koharu manco il respiro per un attimo: questa situazione si stava facendo sempre più strana. C'era qualcosa sotto che non le stava piacendo e le metteva un po' di timore.
Questo primo giorno di scuola non lo dimenticherà facilmente se va avanti così.
Guardò il corvino prima di riprende a parlare dopo quest'evento.
" andiamo? "
Lxi in risposta ricambiò lo sguardo che esprimeva preoccupazione, seppur egli cercasse di non darlo a notare. Ci volle qualche secondo di silenzio prima di rispondere:
" te la senti? "
" beh, la situazione non è delle migliori. non abbiamo nemmeno molta scelta... però bisogna portare a termine ciò che si inizia! "
Cercarono di essere più confidenti agl'occhi dell'altro.
" d'accordo, seguiamo quelle indicazioni allora "
La situazione tornò simile a quella di prima: corridoi poco illuminati, l'unico rumore da sentire proveniva da loro, seppur questa volta i commenti non ce n'erano. Una differenza era la tensione che si sentiva nell'aria, assieme al fatto che stavano a seguire delle freccie cui ipoteticamente indicavano la strada per questo atrio.
Non appena arrivati alla grande sala, quale piena di sedie, delle macchinette per bibite e qualche tavolo qua e là, l'oramai duo fu sorpreso a vedere delle nuove facce.
Erano tutti ragazzi, probabilmente della loro stessa età e possibili compagni di classe in questa nuova scuola. Tutti chiacchieravano fra di loro, alcuni avevano delle facce perplesse come quelle di Koharu ed Asahi, e altri cercavano di mostrarsi più positivi riguardo la situazione.
Erano sorpresi perché fino a poco fa non sentivano assolutamente delle voci fra quei vasti e quasi infiniti corridoi. E poi, boom! Improvvisamente altre 14 - erano 14? - persone parlavano uno sopra l'altro senza nemmeno notare le nuove entrate.
Nessuno li notò, apparte una ragazza quale non sembrò perdere tempo a prendere la parola.
Aveva una capigliatura dei capelli corta, seppur riusciva a sfiorarle le spalle, liscia e la loro colorazione era castana. I suoi occhi erano dello stesso colore: bruni. Aveva una corporatura assai minuta, eppure la sua altezza era intorno alla media, essendo qualche centimetro più basse rispetto al giocatore di scacchi. Vestiva di un top rosa, una gonna nera, calze nere che arrivavano fino alle coscie e scarpe a tacco basso dello stesso medesimo colore. Intorno al collo vi era un chocker scuro e nelle sue mani aveva una penna ed un taccuino, pronta ad annotare la prima cosa interessante che avrebbe sentito.
" hey! Voi due! Da quando siete arrivati qui? "
Anche se le parole potevano sembrare scortesi, così non si poteva dire del suo tono quale emanava quasi positività alla vista di due nuove persone.
" da... qualche minuto? Stavamo cercando la segreteria e- "
Asahi fu quello a rispondere, seppure fu interrotto dall'altra.
" avete trovato una scritta gigante con una freccia che indicava la via dell'atrio, non è così? "
I due rimasero in silenzio per qualche secondo, perché presi alla sprovvista dalla sapienza della ragazza. Questa volta fu Koharu a parlare.
" ... e tu come fai a saperlo? "
" ho già fatto un paio di domande alle persone qui ed hanno detto tutte la stessa cosa. Inoltre un'opera d'arte del genere non si nasconde facilmente "
" oh... Ma tu chi sei scusa? "
" vi dispiace se siete prima voi ad introdurvi? Vedete, ho delle note da prendere da parte di tutti quanti "
" sono Koharu Kumagai! Ultimate panda nanny! "
" Asahi Fujikawa, ultimate chess player. Piacere di fare la tua conoscenza "
La castana ripetè i loro nomi sottovoce mentre appuntava qualcosa sul suo taccuino.
" Koharu... Asahi... Siete studenti del primo anno pure voi, no? Potete descrivermi cosa è successo da quando siete arrivati qui? "
Koharu spiegò in breve il suo punto di vista: dall'essersi svegliata in un luogo sconosciuto, all'essersi scontrata con Asahi ed aver percorso i corridoi lunghi.
" oh, capisco. E, se posso chiedere, cosa porti in quella borsa? "
Con la fine della penna, la ragazza curiosa indicò il sacchetto in carta che la più bassa stava tenendo stretto a sè tutto questo tempo.
Koharu a quella domanda arrossì leggermente, un po' esitando nel voler dire cosa ci fosse veramente là dentro poiché non conosceva molto bene nessuno dei presenti.
Che l'avessero presa in giro alla sua risposta?
" No, dai Koharu! Ti eri promessa di mostrarti più confidente qui! Nuova scuola, nuova te! "
Si rimproverò da sola, dandosi una mano sulla fronte mentalmente. Mise una mano, chiusa in un pugno, davanti alla sua bocca prima di rispondere alla domanda fatta.
" vedi, è il mio portafortuna "
" e cosa precisamente lo rende tale? "
" ehm... non saprei darti una risposta precisa in realtà, eheh "
Una risata un po' nervosetta partì dalle sue labbra.
" oh, che disdetta- allora prossima domanda "
L'adolescente questa volta guardò verso la direzione del ragazzo, mentre egli pregava che qualcuno mettesse fine alle sue sofferenze per via delle troppe domande che questa stava facendo. Non lo mostrò tuttavia, mantenendo una faccia quasi priva d'emozioni.
Fortuna volle che le sue preghiere furono state ascoltate e qualcuno intervenì nella conversazione.
" sumire, gradirebbe dirmi cosa sta succedendo? "
Una ragazza alta, anzi, la più alta dell'attuale gruppetto all'ingresso dell'atrio, fu colei ad intromettersi. Il suo tono era interrogativo e, se proprio si stava ad analizzarlo profondamente, si poteva notare una punta di irritabilità. Che fosse stato perché non era stata avvisata delle nuove introduzioni?
La ragazza possedeva capelli lunghissimi, stirati da renderli lisci e lucidi, mentre la loro colorazione era una tonalità di marrone che mostrava un po' di rosso. Essi tenuti in una specie di cipolla alta. I suoi occhi erano di un azzurro cielo, mentre la sua carnagione risultava più scura rispetto a quella della fanciulla "domandatrice". Vestiva di una giacca del medesimo colore con sotto una maglia, pantaloni e scarpe anch'esse di un colore scuro. Portava pure dei guanti con sé. La sua intera persona, anche solo dall'aspetto, emanava energia, serietà, autorità e soprattutto bellezza mozzafiato.
" stavo solo facendo delle domande ai nuovi arrivati, così come ho fatto col resto di voi, non si nota? "
" capisco, ma vede, che ne dica di rimandare questo a dopo? Insomma, non hanno ancora avuto il tempo di introdursi agl'altri e saranno spaesati quanto noi "
Guardò nella loro direzione e porse un piccolo sorriso educato, come per marcare meglio le sue parole e buone intenzioni ad aver agito.
" sì, pff- perdonami se ho un titolo da mantenere "
Il tono usato nella risposta era sarcastico. La castana dai capelli corti incrociò le braccia al petto, un po' offesa riguardo al fatto che indirettamente stesse ricevendo il messaggio di non star facendo la cosa giusta al momento giusto.
L'altra la ignorò e prontamente.
Fare queste figure, bisticciare con una ragazzina incontrata da poco, non era qualcosa cui si doveva perder tempo. Aveva di meglio a cui pensare in ogni caso.
Si schiarì la voce prima di usare un tono vocale educato, nel tentativo di sembrare più amichevole con chi aveva davanti.
" buongiorno ad entrambi, mi chiamo Valeria Kamei e sono l'ultimate fashion critic. Come voi, il resto dei ragazzi qui non è molto sicuro di cosa stia succendo. Spero comunque che possiamo andare d'accordo. Con chi ho il piacere di parlare? "
Il duo si presentò a sua volta come da libro ed il corvino, quale inclinò la testa leggermente di lato indicando l'altra presente, domandò:
" scusi se sembro maleducato a farle notare ciò, ma potrebbe dirci come si chiama? Aveva detto di introdursi dopo un paio di quesiti in fondo "
La ragazza con la maglia rosa rimase un po' confusa dalla sua domanda per poi mettere le labbra a forma di una "o", come se avesse solo ora realizzato di non essersi presentata al duo.
" huh? Oh giusto! Mi ero fatta prendere dal momento, scusate. Sumire Hamasaki, meglio conosciuta come Violet. Sono un'aspirante giornalista. Se cercate notizie dell'ultima ora sul gossip, sport ed altre cose così, beh, sono la persona giusta "
Prontamente la fanciulla porse una mano, liberandola dal mantenere la penna nera che portava con sé, come gesto di saluto verso Koharu. La più piccola accettò quest'ultimo, scambiandosi una stretta di mano amichevole.
Dopodiché la critica di moda si schiarì nuovamente la voce, attirando l'attenzione dei qui presenti, per poi riprendere a parlare.
" come detto prima, vi consiglio di andarvi ad introdurre a tutti quanti. Aiuta alla collaborazione il sapere con chi ci si trovi "
Diede uno sguardo serio verso la direzione della badante dei panda, quale intimorì leggermente quest'ultima data la grande differenza d'altezza fra le due. Non era la migliore quando cercava di avere una conversazione con chi fosse nettamente più alta di lei, dandole quasi sù i nervi poiché un brutto scherzo di madre natura. Insomma, perché renderla così piccina e le altre persone così grandi?!
Voleva andarsene via dalla sua presenza il prima possibile.
Afferrò il momento della sua proposta per andarsene, ma prima tirò per la manica il suo nuovo compagno d'avventure quale ormai doveva starle appresso per questo piccolo giro d'introduzione.
Sumire, invece, cercò di fermarli dato che la sua sorta d'intervista non fu ancora portata a termine con un risultato che la soddisfacesse, sebbene ella fu fermata da Valeria.
" ma hey! Io non avevo finito- "
" per favore, capisca la loro situazione. Inoltre vorrei parlarle di qualcosa "
" huh? Se proprio institi. In cambio però voglio sapere tutto quello che hai da raccontarmi sul mondo della moda! Intervista esclusiva, insomma "
La più alta annuì.
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Il duo si era presentato già a due persone, facendo così che ne rimanesseto altre 12 con cui parlare, quali si trovavano sparsi per la sala a comunicare l'un con l'altro riguardo alla situazione. C'era chi si faceva sentire forte, chi aveva avuto un approccio più pacato a questa situazione e chi, addirittura, stava in silenzio od a bisbigliare qualcosa.
Questa volta fu un ragazzo dai capelli azzurri e dagl'occhiali rotondi ad aapprociarli.
" oh, con questo siamo 16 "
Il suo commento prese definitivamente l'attenzione dei due neo-arrivati, portando curiosità dalla parte di Asahi che arrivò addirittura ad osservare il suo aspetto.
Ora che lo vedeva da vicino, alle radici dei capelli si potevano notare la colorazione naturale di quest'ultimi, ovvero um castano assai scuro. I suoi occhi presentano una colorazione castana a loro volta e la sua corporatura era abbastanza minuta tutto sommato. Vestiva di una camicia bianca, bretelle e e pantaloni azzurri chiari, quali erano un match coi suoi capelli, e sui piedi portava dei mocassini neri.
L'aspetto dava sicuramente un accento elegante alla sua persona, ma ad essere sinceri non si riusciva a capire molto che tipo di Ultimate egli possedesse.
" ciao ciao! Tu come ti chiami? "
Koharu cambiò completamente energia non appena fu lontana dalla critica di moda secondo Asahi. Sembrava quasi tutt'altra persona... Che avesse trovato la ragazza antipatica rispetto alla persona qui presente? C'era qualcosa che xlx diceva che non si trattava solo di quello, ma ora come ora non sembrava afferare molto quale altro motivo avesse.
Senza accorgersene si era perso fra i suoi pensieri mentre gl'altri due stavano conversando pacificamente e, anzi, sembravano proprio andare d'amore e d'accordo dal suo punto di vista.
" oooh un data scientist hai detto? Dev'essere proprio qualcosa di complicato, Da- Dae- uhhh... "
Il ragazzo si lasciò sfuggire una piccola risata a sentire le difficoltà che l'altra avesse.
" Dae-jung. È un nome coreano per tua informazione, mentre il mio cognome è giapponese al 100%: aoki! Vedi mia madre è del sud-corea mentre mio padre è nato proprio qui in Giappone e, volendo onorare le radici estere di lei, si sono decisi su questo nome. Se non sbaglio con le lettere coreane - si chiamano hanja comunque - dovrebbe significare qualcosa come 'grande' - dae - e 'mezzo' - jung - "
Realizzando di stare per perdersi nel filo del discorso, il ragazzo si fermò e ridacchiò leggermente imbarazzo, posando una mano dietro la nuca della sua testa e grattando quest'ultima leggermente.
La castana invece sembrava aver preso interesse in ciò che il ragazzo stava dicendo, insomma, avere una nazionalità mista è qualcosa di davvero unico e particolare in fondo! Vivere con due culture diverse dev'essere una possibilità che non tutti sembrano poter ricevere.
Asahi cercò di fare una scheda mentale sulle informazioni ricevute, cosicché non facesse la figura del fesso per non aver ascoltato cosa i due stessero dicendo e non dover chiedere ripetizioni ulteriormente.
Dae-jung Aoki, ultimate data scientist.
Ha origini coreane e giapponesi.
" oh, scusa non credo di aver afferato come ti chiami "
Il ragazzo in questione domandò al corvino delle sue informazioni, cosa che egli fece senza alcun problema.
" ah! Piacere di conoscerti, amico! Trovo gli scacchi qualcosa di davvero interessante. I giochi di logica mi appassionano dopotutto "
" oh davvero? Gradisco questo suo commento "
" dammi pure del tu! "
" asahi non capisco proprio perché devi dare del lei ai tuoi compagni di classe! "
Koharu si intromise nella conversazione con questo commento, non volendo sentirsi esclusa in nessun motivo dato che trovava entrambi davvero amichevoli. Gonfiò leggermente le guance e mise la sua mano libera sul suo fianco.
Il giocatore di scacchi corruggò la fronte e sopracciglia un po' confuso da tutto ciò.
" per educazione? "
" non mi dà alcun fastidio, non ti preoccupare! "
Rispose Dae-jung a sua volta.
" ehy ma senti un po' Dae-jung, mi potresti spiegare cosa è un data scientist più precisamente? Studi i dati? Sei uno scienziato del computer? "
" uh, più o meno? Insomma alla fine non sembra qualcosa di COSÌ complicato... spero. Mi limito solo ad organizzare e analizzare dati, alle volte ricorro a dei linguaggi di programmazione ma in realtà tutto ciò che basta è una buona memoria ed una mente flessibile. Sai, quando si hanno davanti migliaia, se non milioni, di informazioni... ti basta fare così... poi devi dividere in categorie... poi dai il via all'analisi.. sposti tutto da una parte.. fai così.. processi questo.. scarti quest'altro.. moltiplichi per i dati ricevuti in precedenza stando attento alle variabili non espresse.. avvii la rilettura delle informazioni- "
Nel mentre che l'azzurro ricominciò a perdersi nella spiegazione, il corvino rimase lì impalato con un mezzo sorriso ad ascoltare... O meglio ci provava. Da una parte non gli interessava chissà quanto questa spiegazione - aveva già sentito parlare di un data scientist prima d'ora, anche se solo appena - e c'erano altre persone cui dovevano ancora presentarsi.
Con la vista periferica, cercando di non dare nell'occhio il fatto che lxi non stava guardando l'azzurro, notò alla sua sinistra una Koharu assai interessata a questa spiegazione. Aveva la schiena leggermente inarcata davanti, una mano che reggeva ancora una borsa - ma cosa c'era là dentro? Una coperta? - ed i suoi occhi mostravano l'animo di qualcuno che certi concetti non riusciva ad afferarli subito, ma che comunque voleva imparare.
Spostò dunque la sua attenzione nuovamente sul ragazzo dai capelli celesti, quale ancora continuava a parlare, ed il ragazzo più alto finì per concentrarsi questa volta cosa ci fosse nello sfondo.
Tante sedie, due tavoli vuoti, una colonna, una coppia di ragazzi che stava a chiacchierare là dietro, mentre sedevano su delle sedie a loro volta.
Una persona era girata di spalle e si notava solo il suo vestiario e la colorazione della sua capigliatura, ovvero un lilla chiaro.
L'altro ragazzo, invece, era girato davanti.
Aveva una capigliatura corta, capelli scuri quali andavano su una sorta di miscuglio fra il nero ed il verde. Il suo vestiario era composto prevalentemente dal nero ed il bianco, l'unico accessorio che sembrava non avere un colore del genere era la catenina che portava al collo. Il resto comprendeva una tuta da ginnastica nera con delle strisce bianche ai lati, una giacca aperta scura e sotto una maglietta al collo alto bianca. Come scarpe aveva qualcosa di assai banale e sportivo.
Beh, Asahi doveva ammettere che egli avesse buon gusto in vestiti.
Oh, ed i suoi occhi erano particolari: uno ambrato e l'altro azzurro.
... Aspetta cosa?
" ah, perdonami mi sono perso nel discorso nuovamente eheh "
" ma figurati! Anzi, più tardi mi devi dire di più e magari io posso raccontarti qualcosa sui panda! "
" eh??? Davvero??? Sei davvero simpatica Koharu! "
" anche tu! sono sicura che saremo buoni amici! Ora però forse è meglio che andiamo a parlare con gl'altri, non trovi Asahi? "
Xlx ragazzx fu riportato all'attenzione della conversazione di prima con quella domanda, anche se ancora un po' scioccato da cosa stava avesse appena visto.
Cercò di mantenere il mezzo sorriso che stava indossando fino ad ora mentre annuiva, come se fosse stato attento alla conversazione rispetto a cosa si trovasse nel suo background.
" huh? Oh, sì, sì, assolutamente "
" bene allora... Oh guarda quella ragazza si è appena liberata! Perché non andiamo a parlarle? "
Koharu tirò nuovamente la manica della felpa dell'altro, indicando verso la direzione del ragazzo che il corvino stava osservando fino a poco fa.
Che l'altro ragazzo se ne sia andato a parlare con un altro delle persone lì presenti? Mh, beh, questa sì che era definibile come una botta di sedere.
" oh certamente "
E fu così che i due si avvicinarono alla ragazza.
Ora che la guardavano per bene, Koharu poteva notare degli accessori sui capelli lunghi e lisci della ragazza. I suoi occhi erano di una colorazione bruna chiara. Sul suo minuto corpo si vedeva addosso un coprispalle nero con sotto una camicia viola, ed una gomna davvero lunga color crema.
Koharu non perse tempo a prendere una sedia e sedersi affianco alla ragazza, vogliosa di fare pure la sua di conoscenza anche perché da seduta non dava molto nell'occhio quanto alta ella fosse realmente.
" hey posso sedermi? Come ti chiami? "
La fanciulla dai capelli lilla la guardò con uno sguardo sorpreso, principalmente perché la castana aveva fatto tutto piuttosto in fretta e doveva processare il tutto, cosa che durò solo un paio d'istanti.
Ella porse un sorriso educato e cordiale.
" salve, certamente, ogni sedia è libera. Siete gl'ultimi arrivati per caso? "
I due annuirono.
" eh già! Quelle due ragazze all'ingresso ci avevano consigliato di andare a parlare con tutti, così che potessimo saperne di più "
" oh, capisco. Come si chiamavano ancora...? "
" Valeria e Sumire. Valeria è la più alta mentre Sumire quella più bassa "
Le ricordò Asahi.
" giusto! Grazie mille. Comunque io sono Mitsuki Oba, ultimate storyteller. È un piacere fare la vostra conoscenza, spero che, una volta questa situazione sia finita, possiamo andare d'accordo. Purtroppo non ho molte informazioni d darvi, se non che mi sono svegliata qui con un bigliettino riguardo il rimando della cerimonia "
" non si preoccupi, anche noi abbiamo avuto un evento simile al suo. Deduco che tutti qui l'abbiano avuto. "
La lilla fece nuovamente un movimento di testa che andava su e giù, questa volta più lentamente.
" io sono Koharu Kumagai comunque! E, e mi occupo dei panda! Sono l'ultimate panda nanny dopotutto! "
" ma davvero? Che cosa adorabile! Adoro i panda, li trovo troppo carini "
Sulla faccia di Koharu apparve un sorriso molto confidente nelle sue capacità grazie al complimento della ragazza.
" io sono Asahi. Pure io spero di andare d'accordo con lei "
A sua volta tirò fuori il suo mezzo sorriso cordiale, quale la ragazza apprezzò tanto.
" ma senti, Mitsuki, cosa fa di preciso una story teller? Cioè, sì, racconta storie, eheh. Intendo per esempio quali preferisci? "
La ragazza con la borsa di carta fu quella a proporle la domanda.
Mitsuki si strofinò il mento, cercando di trovare le parole giuste da usare.
" mh... Principalmente racconto favole della buona notte ai bambini "
La reazione della castana fu mettere le labbra a forma di una "o", facendo uscire dalla sua bocca lo stesso suono della vocale.
E, portando lo sguardo leggermente più a sinistra, notò un oggetto metallico appoggiato dietro sullo schienale della sedia dove la raccontastorie risedieva.
" e quello cos'è è? "
" intendi la mia stampella? Mi serve per camminare. Vedi, ho qualche problema motorio "
" oh... Ti fa male quando cammini? "
" eh... Non so se definirlo veramente 'dolore'. Diciamo che sono più arruginita "
Oh... Tutto chiaro. A dirla tutta, ora che glielo aveva chiesto, si sentiva un po' male per averlo fatto. Nel senso, magari non ne voleva parlare? Eppure non sembrava affatto nervosa da tutto ciò.
Mitsuki porse nuovamente il suo sguardo verso Asahi, quale era rimasto in piedi tutto questo tempo affianco alla castana.
" e quale sarebbe il tuo titolo, Asahi? "
" ultimate chess player "
" ... come scusa? "
Una nuova voce si aggiunse al gruppo ed alla conversazione. Una più mascolina e grave rispetto a quelle delle ragazze. Una che Asahi non si aspettava - e voleva - sentire proprio adesso mentre conversava con altre persone ancora.
Girò la testa piano piano e vide davanti a sé il ragazzo di prima, quello con i colori degl'occhi particolari. Il corvino spalancò leggermente gl'occhi alla sua vista così ravvicinata, quale egli notò l'altro tenere una bottiglietta d'acqua in mano, e rimase un po' alla perdita di parole.
" scusi? "
" sei tipo... quel Asahi? Quello del gruppo di recitazione? "
Corruggò le sopracciglia come per esprimere confusione.
" in che senso, mi scusi? Ci sono molte persone chiamate come me. E non faccio parte di nessun gruppo teatrale "
" mh... "
Il ragazzo dai capelli verde scuro rimase un po' perplesso dalla risposta, stringendo appena la presa che aveva sulla bottiglia che ancora teneva con sé.
Ci fu un momento di silezio fra tutti e due, mentre le due fanciulle li fissavano prese dalla conversazione.
La tensione ed il nervosismo si stavano facendo sentire sotto la sua pelle. Decise di aggiungere un'altra frase.
" ... Le recite non sono qualcosa che mi interessano. Credo che lei mi abbia scambiato per un'altra persona "
" ... "
Una smorfia si creò nella faccia dell'altro, non sapendo precisamente cosa dire e, anzi, sembrava alquanto deluso dalla risposta ricevuta.
" oh... Scusami allora, mi sarò sbagliato io... "
" non fa nulla, non si preoccupi. Anzi, un viso come il suo me lo sarei sicuramente ricordato se ci fossimo mai incontrati prima d'ora- qualcosa non va, Koharu?"
Un sorriso che cercava di mettere conforto comparì sulle sue labbra, affinché Asahi sembrasse il più naturale possibile. Koharu aveva la bocca leggermente spalancata da quando Asahi aveva cercato di distogliere lo sguardo dall'altro ragazzo, quale ancora non si era presentato.
" io ora però non riesco a levarmi dalla testa il vederti con un costume da albero addosso "
Koharu commentò tale cosa mentre chouse i suoi occhi e cercando di trattenere una piccola risatina. Sembrava aver detto ciò come se avesse pensato ad alta voce.
L'altro si morse l'interno della guancia e socchiuse gl'occhi, cercando di trattenere una piccola risata imbarazzata per via della situazione non proprio confortevole creatosi.
" ehm... Potrei avere la mia bottiglietta, Axel? "
" oh? Sì, sì. Perdonami Mitsuki, ecco a te "
Scosse la testa leggermente come per scacciare qualche pensiero non voluto, per poi incamminarsi verso la ragazza dai capelli lilla e porle la bottiglia d'acqua fredda. Quindi era andato via per un attimo a prendere qualcosa da bere su richiesta dell'altra, ora si spiega perché era risultato assente per un piccolo frammento di tempo.
Koharu prese il momento giusto per osservarlo meglio, notando le sue particolari iridi.
" hey tu! Che lenti a contatto porti? "
Il ragazzo dai capelli verde scuri si sentì preso in causa ed alzò lo sguardo verso la direzione di Koharu, quale aveva proprio chiesto tale domanda verso di lui.
" huh? Dici a me? "
La castana annuì, avvicinandosi proprio dove il ragazzo si trovava e aveva appena preso una sedia per sedersi a sua volta. Ora Asahi ritornò ad essere l'unica persona in piedi in quella conversazione. Se prima stava esitando a prendere una sedia e mettersi comodo, ora non crede che l'avrebbe fatto proprio.
L'altrx ragazzx rispose alla domanda di Koharu inclinando leggermente la testa di lato.
" oh no, vedi, sono i colori naturali dei miei occhi- "
" EEEEEH?! NATURALI HAI DETTO? "
Improvvisamente la castana alzò il volume della sua voce, sorpresa, anzi, scioccata dall'informazione appena ricevuta.
Certo che era davvero una rarità vedere un fenomeno del genere! Addirittura questa persona era un ultimate? Unico era davvero un aggettivo che gli su addiceva, a detta di Koharu.
Tuttavia rimase preso alla sprovvista dall'alzamento del tono della ragazza, tanto che saltò leggermente sul posto così come Mitsuki lo fece.
La castana mise una mano davanti alla bocca, leggermente imbarazzata da ciò che avesse appena fatto.
" scusatemi davvero un sacco, non volevo mettermi ad urlare. È solo che- "
" no, va figurati, non è nulla di che. Solo acqua passata. Anzi, lo prendo come un complimento "
Un sorriso pacato si dipinse sulla faccia del ragazzo, quale fece scaturire una piccola reazione da parte di Asahi, ovvero alzò le sopracciglia.
" come ti chiami comunque? Io sono Koharu e sono entrata alla Hope's Peak Academy come l'ultimate panda nanny! Mi prendo cura dei panda ed ora mi sto occupando di due cuccioli appena nati: Shuga e Choco! "
" aw, i panda sono creature adorabili. quasi quasi ti invidio perché li puoi vedere ogni giorno "
Xlx ragazzx dalla giacca nera ridacchiò, mentre la più bassa sorrise in modo assai ampio.
" io invece sono Axel Bonnet, sono entrato alla Hope's Peak Academy come special effect maker! È un piacere conoscerti Koharu. Ed Asahi "
" quindi crei tipo, gli effetti per i film? "
" no, in realtà mi occupo più di recite teatrali "
" che figo! E... Da dove vieni? Il tuo non sembra un nome giapponese "
" dalla Francia "
" e perché sai il giapponese così bene? Non hai quell'accento che si sente in giro tipico dei francesi! "
" oh beh, questo è perché ho vissuto in Giappone da quando avevo sei anni "
" oooh. Sei davvero interessante come persona, sai? "
" oh ma dai, non è nulla di che "
Una risata leggermente nervosetta, ma anche allo stesso che esprimeva gratitudine, si fece sfuggire dal creatore di effetti speciali.
" vi siete già introdotti voi e Mitsuki? "
" sì, sì, si sono aggiunti giusto poco dopo che tu te ne eri andato. Ah, e grazie per questa cortesia "
" oh nessun problema, figurati. Anzi, è un piacere. E di cosa stavate parlando? "
" stavamo giusto scambiando informazioni riguardo i nostri talenti, nulla di che "
" tutto chiaro. Ti puoi sedere pure te se ti va, Asahi "
Axel guardò verso la sua direzione, cercando di mostrare uno sguardo cortese e pacato.
Asahi in risposta alzò leggermente le spalle per aprire la sua bocca.
" avremmo altre persone a cui presentarci in realtà. Non trovi, Koharu? "
L'interpellata battè un pugno nel palmo della sua mano. Dopodiché si alzò e sistemò la gonna.
" giusto! Me ne stavo dimenticando. Appena finiamo il giro voglio sapere di più riguardo ai vostri talenti "
" okay, allora noi rimaremmo qui "
Informò la lilla gli altri due, facendo ciao ciao con la mano.
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Osservandosi attorno alla ricerca di qualcuno con cui parlare, la castana si soffermò su un attrezzo particolare che risediava attaccato al muro dell'atrio: una machinetta automatica. Da lontano si riusciva a riconoscere una lattina con del succo attorno ad essa, quale sembrava volare con delle gocce in giro, come disegno. Che quella fosse stata la machinetta delle bibite dove Axel aveva preso la bottiglia d'acqua?
Curiosa di sapere la risposta, Koharu si avvicinò al marchingegno gigante e mettalico.
Osservò quali bevande erano disponibili e poteva leggere una lista di succhi alla frutta, tè, acqua gasata e minerale.
" non trovi che ci sia qualcosa di strano in questa macchinetta? "
Asahi corruggò le sopracciglia cercando di capire cosa non lo convincesse. Era così vicino ma lontano a capire di cosa si trattasse.
Koharu invece scrollò le spalle, cercando dei yen da usare nella macchinetta per prendere un succo alla frutta che la intrigava. Più vedeva quelle bevande e più le veniva sete!
Riuscì a trovare fra le sue tasche dei soldi da inserire ma, quando si mise a cercare l'inseritore del denaro, non trovò nulla se non dei pulsanti con sopra scritto "metti il numero del tuo ordine".
" sono... gratuite? "
" a quanto pare... "
Entrambi erano leggermente perplessi di vedere questa particolarità nella macchinetta, poiché non credono di aver visto qualcosa del genere prima d'ora. Insomma, ciò non significava che qualcuno poteva svuotare la macchinetta quando voleva?
Anche se ella stava cercando di capire il perché della mancanza dei soldi, Koharu premette i tasti per ricevere il succo.
E lo ebbe.
Un tonfo si fece sentire non appena il pulsante più grande fu stato premuto ed il succo fu presto preso dalla castana.
Si mise a controllare l'etichetta della data di scadenza.
" eppure non sono andate a male... "
... Meglio lasciar stare per adesso.
Scrollò le spalle ed aprì la bevanda per poi guardarsi attorno e notare giusto affianco ad essa un vaso con dei fiori sopra.
Erano bianchi con una punta di rosato nella parte inferiore dei petali, i fiori presenti erano davvero numerosi e piccolini, tanto che su uno stecco formavano questa sorta di bouquet minuscolo.
" ooooh ~ guarda che bei fiori Asahi! "
Il corvino, rispetto all'altra, era rimastx ad osservare la machinetta cercando di capire come è che era possibile il fatto che fosse gratuito senza un trick dietro.
Quando fu chiamato le diede solo una risposta un po' affrettata.
" vedo, vedo "
Ancora concentrato nel suo mondo.
" ti interessa questo tipo di pianta per caso? "
Koharu si girò verso la direzione della voce.
Un ragazzo dai lunghi capelli rossi fu quello a porgere la domanda. La sua acconciatura era qualcosa di simile ad una coda un po' spettinata, bassa e con una frangia. Due delle ciocche libere erano colorate diversamente, ovvero di nero. I suoi occhi erano di un verde acceso e, direttamente sotto di essi, si trovavano rispettivamente dei nei. Vestiva su di sé una semplice t-shirt bianca con sopra una camicia color crema, dei pantaloni verde militare e delle scarpe coi lacci bianche.
E non era finita qua perché c'era un altro ragazzo vicino a lui, il quale non dava a vedere molte emozioni. Neanche un sorriso, piuttosto un'aria quasi stanca.
Aveva dei capelli biondi e corti, occhi azzurri come il cielo. Il suo outfit era principalmente di un solo colore: il marrone chiaro. La sua giacca lunga, così come i suoi pantaloni erano di questo colore. La maglietta sotto era beige, mentre le scarpe nere.
A vederli così, i due avevano un gran stile a detta di Koharu. Tanto che le sue labbra presero la forma di una piccola "o". Annuì leggermente alla domanda fatta dal rosso.
" oh beh, fortunata perché lo stavo spiegando proprio a lui. Ti piacerebbe una spiegazione? "
Annuì nuovamente.
" allora, come dicevo questa pianta si usa spesso come sedativo per quando qualcuno avesse problemi del sonno. Berla con un po' di limone in una tisana d'erbe aiuterebbe definitivamente per reimpostare la propria scheda notturna. Ma bisogna comunque far attenzione perché l'abuso frequente può portare a sentirsi depressi, o più banalmente può provocare dolori muscolari e stanchezza cronica "
Dopo la breve spiegazione il ragazzo si accorse di star parlando fin troppo davanti a persone che conosceva da poco e, d'istinto, si ammutolì arrosendo leggermente sulla guance ed orecchie.
Koharu prese un respiro profondo, presa nuovamente dalla curiosità su questa pianta, e domandò:
" è davvero interessante! Appena sarò a casa andrò a comprare qualcuna di esse! E poi sono così carine! Come si chiama il fiore? "
" v-valeriana... "
Oh...
La castana improvvisamente fece una brutta smorfia a sentire il nome della pianta.
No, non l'avrebbe più comprata. Tenerla in casa le ricorderebbe perennemente di quanto alta Valeria fosse rispetto a lei.
E non è qualcosa a cui le servirebbe venir ricordata.
I due ragazzi la guardarono con sguardo interrogativo per via della sua espressione.
" tutto bene? "
Quello biondo parlò per la prima volta in tutta la conversazione.
Koharu in risposta bevve un po' di succo dalla cannuccia del cartone, facendo un sonoro "slurp" mentre li guardava con una faccia quasi incazzata.
Quando finì, finalmente, riaprì bocca.
" mai stata meglio, proprio! "
Questo era accompagnato da un grande sarcasmo.
" comunque come vi chiamate? Io sono Koharu, ultimate panda nanny "
" oh mi chiamo Subaru Kaneko, ultimate barman. Piacere di fare la vostra conoscenza "
Il biondo si lasciò sfuggire un mezzo sorriso, appoggiando il suo pugno sul suo fianco.
" oooh, quindi sai tipo, fare il caffè? "
" principalmente sì, mi occupo proprio di quello "
" hai provato la bevanda delle macchinette qui vicino? "
A sentire quella domanda Subaru corruggò le sopracciglia e fece una smorfia di disgusto. Commentò successivamente
" sfortunatamente sì. Non te lo consiglio: è acqua sporca praticamente. Se desideri bere del caffè come si deve, allora aspetta quando avrò trovato il materiale adatto! "
Una posa un po' fiera fu stata fatta da egli, quale poggiò il pugno di prima sopra il suo petto.
" oh... che peccato "
Koharu si girò verso le macchinette ed Asahi, il quale sembrava ancora contemplare il meccanismo con un'espressione sia perplessa che incazzata.
" non ordinare il caffè in cartone: un esperto dice che non ne vale la pena "
" sì, sì "
Fu l'unica risposta che ricevette, quasi sussurata, da parte del giocatore di scacchi.
Ella scrollò le spalle e guardò nuovamente verso la direzione della nuova coppia.
" e tu come ti chiami invece? "
" io uhm... Yuri Endo. Sono l'ultimate herbalist... Piacere di conoscerti "
Mh, ora era diventato timido tutto all'improvviso? Oppure già lo era ma non lo dava a vedere perché perso nella sua spiegazione precedente?
Qualsiasi era il motivo, la ragazza inclinò leggermente la testa come segno di confusione.
" il piacere è tutto mio! Avete già parlato con gl'altri? Come vi sembrano? "
" eh, ci sta. Alcune persone sono simpatiche e tutto ma altre parlano un po' troppo. Tipo il tipo con la giacca bordeaux "
Rispose il barista alla domanda della badante.
" oh tutto chiaro "
E fu così che scese un silenzio tagliente fra i tre.
Improvvisamente nessuno dei tre sapeva cosa dire di certo per mandare avanti la conversazione.
La castana riaprì nuovamente la bocca.
" beh- meglio che noi andiamo a parlare con le altre persone, eheh. Non è vero Asahi? "
" finalmente!"
" ... Eh? "
Si girò a guardare l'altro.
"Finalmente" nel senso che non voleva stare lì a parlare con le altre persone?
Beh, un po' maleducato da parte sua dire qualcosa del gene- ah no, era perché riuscì a prendere l'acqua frizzante dalla machinetta.
Koharu socchiuse gl'occhi mentre lo fissava.
" non riuscivi a trovare il pulsante per prendere la bottiglia? "
A sentire quel quesito, Asahi guardò verso la sua direzione spalancando gl'occhi e rimanendo in silenzio per qualche secondo.
" ... Assolutamente no, stavo solo considerando attentamente cosa prendere "
Fu la sua unica risposta.
E Koharu quasi le veniva voglia di portarsi una mano sulla fronte.
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Ora che il duo notava bene, hanno parlato all'incirca con poco più della metà delle persone lì presenti.
Facciamo un riassunto delle introduzioni: i due si sono incontrati in un corridoio piene di camere, dopodiché nell'atrio hanno fatto la conoscenza di una giornalista piena di quesiti ed una critica di moda, la quale fermò l'altra dal riempirli di domande. Successivamente hanno fatto la conoscenza di un ragazzo dai capelli celesti, una fanciulla che portava le stampelle ed un tipo dagl'occhi diversamente colorati. Una piccola pausa fu stata fatta ad una delle macchinette automatiche e, infine, hanno parlato con un barista ed un esperto in piante... Diciamo che la conversazione non era chissà quanto emozionale, ma supponevano fosse per via del fatto di non conoscersi.
Se i conti non sbagliavano, ora come ora vi sono altre sette persone con cui parlare.
Si guardarono attorno cercando nuovamente qualcuno cui non sembrasse esser parte di alcuna conversazione, non volendo immischiarsi a parlare con qualcuno casualmente interrompendo una possibile chiacchierata importante.
Tutto ciò, finché Koharu non sentì qualcosa di duro andarle sulla caviglia e provocarle tanto dolore.
Di risposta si prese quella parte della gamba con le mani iniziando a saltellare qua e là, lamentandosi.
" ow ow ow ow "
Confusx dal cambio d'umore, Asahi si fermò a guardarla con aria perplessa e successivamente girarsi per vedere come tutto ciò accade.
Trovò davanti a sé la colpevole che teneva in una mano l'arma del delitto: una ragazza attorno alla loro età con un bastone che toccava il pavimento.
La signorina in questione aveva lunghi capelli dorati e lisci, così lunghi che arrivavano ai polpacci, i suoi occhi erano azzurri ed il suo vestiario alquanto particolare. Il colore predominante è il blu, lasciando il bianco al secondo posto, e gli accessori che più risultavano all'occhio erano due fiocchi: uno sulla testa ed uno attorno al suo collo.
Nell'espressione che attualmente possedeva, il giocatore di scacchi poteva facilmente assumere che non voleva farlo apposta mentre l'altra ragazza stava ancora saltando in giro e contenendosi dal maledire ogni persona santa esistente. Il suo tono, assieme a le parole a vienire, confermò ciò:
" oh santo cielo perdonami. Il bastone mi è scivolato dalle mani per caso "
Koharu continuò a lamentarsi del dolore, senza farlo apposta neanche l'ascoltò, così Asahi si vedette costretto a parlare al posto suo:
" ma no, si figuri. Può capitare. "
" davvero? Mi spiace un sacco, vedi stavo solo controllando dove mettevo piede e non avevo notato il piede della tua amica in mezzo alla strada... "
Xlx fanciullx nuovamente la rassicurò che nulla di male fosse successo, solo che l'altra necessitava di un momento per tirare ciò che avesse dentro. Nel mentre si fece una piccola nota mentale riguardo la bionda.
Portava un bastone e non sembrava aver notato qualcuno davanti a sé?
" ... Scusa se lo chiedo, ma è cieca per caso? "
" sì. credo sia difficile non notarlo, ahah "
Una piccola risatina fu emessa da ella.
Ed in quel momento Koharu tornò dai due, questa volta con entrambi i piedi per terra ed uno sguardo che esprimeva rabbia.
" ma insomma, potevi fare più attenzione! "
Asahi la informò in men che non si dica della disabilità dell'altra.
" oh... oh...! "
Dopo quest'esclamazione le sue guance divennero rosse dall'imbarazzo.
Questa volta fu lei a scusarsi per non averci pensato prima. La cieca accettò le scuse dell'altra con un piccolo sorriso in volto.
" dopo questo evento particolare, lasciate che mi presenti: sono Hiroko Makita, ultimate flutist "
Stessa storia: i due si presentarono a loro volta e si scambiarono un paio di informazioni, invani poiché le risposte erano come quelle precedenti.
Ancora sentendosi un po' imbarazzati per la situazione, si dovettero veder costretti a lasciare la ragazza e parlare con altre persone. Per essere più cortesi, il giocatore di scacchi le domandò:
" sicura di non voler ricevere assistenza? "
" ah no, va tutto bene. Il bastone basta e avanza! "
Si congedarono ed ora sulla lista mancavano 6 persone.
Chissà chi sarà il prossimo?
Neanche il tempo di fare un passo che un ragazzo, molto ma molto alto dal punto di vista di di Koharu, li approcciò subito.
Possedeva una carnagione chiara, capelli in una acconciatura simile ad in mullet, ovvero corti davanti e un po' più lunghi dietro, con una frangia, il colore dei suoi occhi era l'azzurro.
Il suo vestiario, invece, era alquanto particolare. Le sue scarpe erano delle semplici sneakers bianche e lacci blu, porta chaussettes marroni fino al ginocchio, pantaloncini corti bianchi, una maglietta nera che arriva fino al collo, sopra si trovava un golfino blu e, infine, un cappello bianco.
Non disse nulla, né li salutò, né aprì la bocca per far uscire una parola.
Piuttosto con fretta e furia passò il pennarello sull'oggetto e lo mostrò successivamente.
" vostre eccellenze, non credo che ci fossimo presentati prima d'ora. Lasciate che mi introduca brevemente: sono Izumi Yamamoto, ultimate funeral cosmetologist. Non abbiate timore! La mia professione è del tutto innocua "
Asahi corruggò le sopracciglia a leggere tutto ciò per tre motivi principali che aveva notato: il primo era perché stesse comunicando attraverso la scrittura e non le parole, il secondo era come fosse riuscito a scrivere tutto ciò in una calligrafia perfetta ed in così poco tempo, il terzo era più che altro l'effetto sorpresa nel sentire il titolo di egli.
Koharu, invece, era confusa.
" ... E cosa è un funeral cosmetologist? "
" un tanatoesteta. Insomma, uno che che trucca i cadaveri per prepararli al funerale. Fa sembrare le persone 'meno morte' "
Il corvino spiegò brevemente mentre l'altro annuì come conferma di ciò.
Koharu fece una faccia un po' disgustata.
" ew... Non solo gioca a basket ma lavora coi corpi morti... "
" basket? "
" insomma, guarda quanto è alto! Se non fa parte di una squadra di pallacanestro sarebbe un peccato "
Il tono della ragazza evidenziava pesantemente come le sue intenzioni erano proprio quelle di prenderlo in giro riguardo la sua statura.
Il ragazzo in questione, però, non diede nessuna reazione negativa al riguardo, anzi, un piccolo sorriso quale dava pure l'impressione di un ghigno era sul suo volto alle parole dell'altra.
Nuovamente prese il suo metodo di comunicazione e passò con l'inchiostro viola sulla tavoletta per darle una risposta.
" la ringrazio infinitamente per questo vostro complimento "
Appena Koharu lesse tutto ciò, le sue guance diventarono leggermente rosse e le gonfiò, incrociò le braccia al petto e alzò il mento appena verso l'alto:
" e dimmi, fanno pure letti su misura per te oppure dormi in diagonale? "
Nuovamente l'altro scrisse sulla lavagnetta.
" non si preoccupi: ho più che abbastanza spazio per dormire tranquillo. Grazie per essersene preoccupata "
La ragazzina diventò ancor più rossa di prima, questa volta strinse i pugni e, quasi urlandolo, le scappò un:
" non ti sto complimentando, smettila tu brutto-! "
" okay basta voi due, vorrei ricordarvi che siamo tutti nella stessa situazione e tirarsi frecciatine non è la cosa più intelligente da fare "
Il giocatore di scacchi, quale rimase in silenzio tutto il tempo, intervenne nella discussione - "Koharu che provava una gara d'insulti" - mettendo una mano sulla spalla della signorina con sguardo e tono sia rimproverante che leggermente irritato di per sé.
L'altra di risposta abbassò la testa e tacque, mentre egli cercò di tornare ad essere una persona più educata.
" perdoni il comportamento di Koharu. Vorrei introdurmi a mia volta: sono Asahi Fujikawa, ultimate chess player. Mentre lei è Koharu, ultimate panda nanny "
Il tanatoesteta guardò verso la direzione dell'altro corvino, abbassando leggermente la testa come saluto:
" lieto di fare la vostra conoscenza. Avete dei talenti interessanti! "
" il piacere è tutto nostro- "
" tuo! È solo tuo il piacere! "
" ... mio "
Fra i tre caddè un silenzio, non sapendo precisamente cosa dire. Durante esso il più alto si ricordò del perché li avesse approcciati in primo luogo e, dopo aver schioccato le dita per segnalare tale realizzazione, scrisse nuovamente:
" avete presente la ragazza con cui avete parlato poco fa? Hiroko, no? Cosa ne pensate di lei? "
Oh... Domanda un po' strana da fare dal punto di vista del duo. Insomma, l'incontro non era stato dei migliori e casualmente avevano parlato con la flautista neanche dieci minuti fa.
Che li avesse guardati conversare con lei?
" è una ragazza alquanto simpatica e gentile, non c'è che dire. sfortunatamente non abbiamo avuto la possibilità di conversare molto "
Constatò il giocatore, mentre la castana stava ancora cercando di trattenersi dal non mandare avanti la conversazione precedente.
L'alto annuì leggermente per poi continuare a scrivere e, questa volta, mostrò il messaggio verso proprio la direzione della castana.
" e per quanto riguarda la sua caviglia? Come l'ha presa? "
" non te lo dico! Non sono affari tuoi! "
Si girò infine per dargli le spalle, notando successivamente una ragazza là vicino arrivare verso la loro direzione e mettersi vicino ad Izumi.
Rispetto a lui la sua statura era più "normale" ai suoi occhi. Aveva capelli lunghi, lisci e biondi capelli ed occhi azzurri. Il suo vestiario era molto più semplice e, parlando in tutta onestà, il tocco di semplicità e femminilità la rendevano assai carina. Indossava delle scarpe coi lacci bianchi, così erano della stessa tonalità i calzini e la gonna di media lunghezza, la parte superiore del corpo era coperto da una camicia azzurro chiaro ed una felpa sopra della stessa medesima tonalità.
Portava con sé un'aria di qualcuno assai tranquillo e positivo, mentre il suo sorriso era definitivamente più amichevole di quello di Izumi.
" vi disturbo se mi unisco? Sono rimasta un po' soletta dopo che Akihisa era andato in bagno ed Izumi era con noi giusto un momento fa "
Tutti e tre fecero di no con la testa e la fecero entrare nella conversazione. Magari questa nuova entrata può aiutare a calmare le acque che si erano alzate fra la badante dei panda ed il tanatoesteta.
" se non sbaglio siete gli ultimi arrivati, no? Mi presento: sono Airi Sugawara, ultimate seamstress! "
Il duo, come al solito, fecero le loro introduzioni e Koharu si soffermò a dire:
" seamstress è una sarta, no? Fai i vestito quindi? Che bello! "
" eh già, infatti questo outfit me lo sono fatta da sola! Guardate qua! "
La nuova arrivata fece un giro su se stessa allargando le braccia per mostrare al meglio il suo vestiario. Mentre girava la sua gonna si alzò leggermente, mostrandosi più pomposa, e la sua folta chioma si faceva più grande con il vento.
" ooooh! Ma è stupendo! Posso provare il materiale? "
" certamente, tutto fatto con tessuti naturali e morbidi per dare più comodità e senso di piacere nell'indossarli! "
Le fece toccare la manica della felpa che aveva addosso, allargando il suo sorriso.
" sento che andremo molto d'accordo Koharu! "
" eh già! Siamo in classe assieme dopotutto, no? "
Entrambe ridacchiarono e, con la coda dell'occhio, la bionda notò la borsa che Koharu fino ad ora si portava appreso.
" e lì cosa c'è? Se è dato saperlo, ovvio "
" oh- ehm. Il mio portafortuna! È il mio pigiama preferito! "
" oooh che carino! Dev'essere davvero importante allora! Di che materiale è fatto precisamente? "
" uhm... Non saprei... Però è molto morbido e profuma sempre di buono "
" tutto chiaro! È davvero adorabile! "
Fra le due si intromise, nuovamente, Izumi con uno dei suoi messaggi, affiancandosi più vicino ad Airi mentre squadrava leggermente male l'altra.
" e come mai proprio questo pigiama è così importante? "
" non ti interessa saperlo! "
Ancora una volta Koharu si fece aggressiva nei toni a rispondere all'altro.
Asahi tirò un sospiro quasi stanco.
" perdonate il cambio di argomento, ma mi piacerebbe sapere se avete affrontato una situazione come la nostra "
" in che senso scusa? "
" intendo cosa vi ricordate da quando siete qui "
" oooh, okay okay allora... "
E per l'ennesima volta, per loro sfortuna, nulla di diverso uscì che potessero dare idee per capire la situazione attuale.
" mi chiedo dove Akihisa sia finito... Oh è andato a sedersi ad un tavolo! Andiamo da lui? Non mi pare vi siate presentati, no? "
Esclamò Airi, quale stava guardando nella direzione del ragazzo nominato.
Il gruppo annuì e si diresse verso di lui.
Più si avvicinavano e più Asahi poteva vedere in dettaglio in suo aspetto. Aveva una capigliatura bianca, corta e portata all'indietro, esclusa una ciocca, i suoi occhi erano, anch'essi, azzurri e la corporatura generale non si notava assai tanto per via del suo outfit largo.
Principalmente nero, portava una camicia lunga, pantaloni e scarpe di questa colorazione mentre l'unico accessorio che si distingueva era la cravatta rossa.
Fra le sue mani si potevano notare un mazzo di carte.
Non appena furono abbastanza vicini ad egli, Izumi mostrò all'altro cosa stava scrivendo durante il brevissimo tragitto
" farà una lettura delle carte per caso? "
Il ragazzo chiamato "Akihisa" alzò lo sguardo quando sentì dei passi avvicinarsi a lui, leggendo successivamente il messaggio.
" sì, proprio così "
Il suo tono era un po' distaccato e freddo, non appartenente a qualcuno cui fosse molto socievole ed estroverso.
" oh quindi lei è Akihisa? "
" in persona. Akihisa Nakamura, porto il titolo di ultimate fortune teller... Giuro non sono un truffatore "
" oh, questo spiega il perché delle carte. Sono dei tarocchi per caso? "
" esattamente. Te come ti chiami? "
" Asahi Fujikawa, ultimate chess player "
" io invece sono Koharu Kumagai e mi occupo dei panda! "
Dopo il piccolo giro di presentazioni fra chi non si fosse ancora conosciuto, Akihisa cercò di mostrarsi un po' gentile ed invitò le persone a sedersi attorno al tavolo in caso volessero assistere ad una delle sue letture, quale teoricamente dovrebbero prevedere il futuro.
Il primo a sedersi su una delle sedie qui vicino fu proprio Izumi, il quale volto esprimeva molta curiosità ed interesse riguardo questa possibile lettura.
" ma veramente sai dire cosa succederà in futuro? Tipo, sai come saremo fra 20 anni o qualcosa del genere? "
" il mio compito è quello di riferire ciò che le carte dicono, non sono io a prevedere il futuro ma loro. Faccio semplicemente il ruolo di traduttore di un possibile e molto probabile futuro e, sì, funziona veramente "
Spiegò l'albino con una punta di offesa.
L'altra in risposta scrollò le spalle senza dire altro.
" potrebbe spiegarci ciò che fa adesso? "
Scrisse il corvino alto alto. l'altro sorrise un po' fiero delle sue abilità e voglioso di vantarsene quasi.
" quella che farò sarà una lettura a tre carte, non credo mi debba spiegare oltre come funzione questo metodo. Qualsiasi lettura si faccia, le carte vanno poste da sinistra verso destra in orizzontale. Dopodiché tre carte verranno disposte e bisognerà girarle sempre nello stesso ordine. Se volete potete pure farlo voi "
Mentre egli spiegava, guarda caso, stava pure facendo come detto: prese tre carte dal mazzo, le mise con il dietro sopra da sinistra verso destra e fece un gesto con la mano per invitare a girare quest'ultime.
Giusto in tre furono quelli ad afferare a testa una carta e girarla a turno: Asahi, Koharu ed Izumi.
Le carte, nell'ordine girato da loro, mostravano rispettivamente un cavallo calvacato da uno scheletro armato di falce, un essere umanoide con un busto e faccia barbuta umani, delle corna sulla testa e delle gambe un po' buffe e difficile da riconoscerne l'animale mentre ai piedi aveva degli zoccoli, ed infine tre persone reali - due uomini ed una donna - quali sembravano avere una conversazione e a vegliare su di loro vi era cupido, pronto a scagliare la sua freccia verso il fanciullo al centro.
" la morte, il diavolo e gli amanti, interessante... "
" e cosa starebbero a significare? "
Domandò Airi, quale era rimasta esclusa da quest'attività per via dell'assenza di una quarta carta, ma comunque incuriosita.
" la prima carta simboleggia un cambiamento che avverrà a tutti i costi, che lo si voglia o meno. Tuttavia non porta alla costruzione di qualcosa, bensì ad una distruzione. La seconda carta invece riguarda il sentirsi intrappolati da qualche parte nell'oscurità, essere dipendenti da qualcosa o qualcuno e, quindi, cadere sotto il gioco del diavolo. L'ultima carta è quella quale, teoricamente, si ha un risvolto più positivo: bisogna lasciarci andare all'amore e saperlo apprezzare "
" oh, ma queste cose valgono specificamente per chi ha girato una delle carte oppurre descrive un po' più la situazione generale? "
" questo dipende nuovamente dall'interpretazione personale, può essere entrambi come può esserne nessuno "
Asahi istintivamente si morse l'interno della lingua.
Non aveva mai fatto qualcosa del genere come una lettura, né tantomeno pensava di crederci veramente. Tuttavia grazie a ciò era come se tutta questa situazione avesse appena preso un risvolto più angosciante di prima sotto i suoi occhi. Si erano persi così tanto nella conversazione altrui che si dimenticarono le strambe circostanze.
... Cosa sarebbe successo adesso?
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Dopo questa seduta, Izumi aveva insistito a voler farne una semplicemente su di sé, ancora molto curioso delle carte in tavola che sarebbero uscite e rivelate. Akihisa era molto più che felice di farlo, promettendo che in cambio non avrebbe chiesto alcun soldo poiché l'interesse dell'altro più che bastava per soddisfarlo.
La sarta, invece, non volendo disturbare la nuova seduta, decise di rivolgersi agl'altri due e chiedere a che punto stavano con le presentazioni varie.
" vede, abbiamo parlato con un po' di persone eppure credo che ne manchino ancora alcune "
" avete già parlato con Naomi ed Hyo? "
I duo scossero la testa per dire di no.
" allora venite! Vi posso portare da loro! Guardate, sono giusto là in fondo a parlare assieme "
" la ringrazio infinitamente "
Ora avendo Airi come loro guida, i due si diressero verso l'altra parte della stanza mentre la castana sorrideva felice della compagnia e gentilezza della bionda ed il corvino rimase leggermente dietro le due con aria un po' stanca di dover andar avanti a conversare con così tanta gente.
Quest'ultima svanì subito appena uno dei due approcciò il nuovo trio con un'aria di qualcuno pronto ad avere i riflettori puntati addosso.
" oh my sweetest Airi, che gioia rivederti nuovamente qui! Quale buon vento ti porta alla mia presenza? "
I gesti così come il tono della voce erano marcatamente esagerati, facendo sembrare il tutto una di quelle soap opere spagnole con un tocco di irrealtà.
La persona in questione aveva un'acconciatura corta e mossa con una frangia, la colorazione erano di un bianco candino che, alle punte, risultava rosa pastello. I suoi occhi erano, anch'essi, colorati d'azzurro ma una particolarità che si notava giusto sotto di essi erano proprio le sue occhiaie. Il suo ourfit era composto da una giacca bordeaux con sotto una suit a tre pezzi, sulla parte destra si trovava una rosa blu spillata, dei pantaloni marroni chiari e dei guanti neri.
Airi sorrise per il piccolo complimento, così come le sue guance si tinsero leggermente di rosa.
" ahah, due nuove persone si sono aggiunte al gruppo e non avete ancora parlato con loro. Quindi pensavo di farvi introdurre a vicenda."
" oh thank so much! Why, sei sempre così disponibile ad aiutare qualcuno, dear angel! Salve ad entrambi, è un piacere fare la vostra conoscenza. Con chi avete l'onore di parlare altro non è che Naomi Sawyer, quale vanta del titolo di ultimate monologuist. Sono colui quali riflettori vengono sempre puntati addosso, colui che sul palcoscenico brilla più di ogni altra stella, colui che sa esprimere nel miglior modo le proprie emozioni - felicità, tristezza, ira, disperazione - colui che- "
" sì abbiamo capito, taci. Già parli tanto, in più sei alto. Diavolo fai l'eco fra un po' "
Lo interrompè altro non che Koharu.
L'altro in risposta spalancò la bocca e mise una mano sopra quest'ultima mentre l'altro andò sopra il suo petto, corrugò la fronta e sopracciglia per poi emettere un piccolo urletto offeso.
" guardi che lei non sta altro che parlando con uno dei più, se non IL più, famoso e giovane attore dell'intero Giappone! Colui quale ha da sempre avuto il talento della finzione e recita, colui quale ebbe sudato più di sette camicie per arrivare dove ora egli si trova, colui quale addirittura fu pregato da La Scala di Milano pur di benedire tutti con la sua presenza- "
" ... Non mi può fregare proprio "
" ... Cosa "
" ma fammi capire cosa più alto: la tua statura oppure il tuo ego? "
" il mio talento naturalmente! Ed a livelli così elevati che vengo definito- "
La badante in risposta si tirò una mano in faccia mentre egli continuava a blaterare.
Asahi incrociò le braccia al petto e scosse la testa in disapprovazione. Ma perché lei doveva sempre prendere di mira le persone alte? Soprattutto se quest'ultime avessero tante energie per parlare e lxi sarebbe finitx per perdere l'attenzione.
Non appena l'altro prese una pausa dal suo monologo, Asahi prese l'occasione per presentarsi e, nuovamente, fare ciò pure per la castana quale non sembrava voler collaborare nuovamente.
La povera Airi invece si vedette costrett a guardare la scena e tirare un grosso sospiro. Dopodiché si intromise notando che vicino a loro un altro ragazzo era lì.
" oh Hyo! Non stare lì da solo, vieni a presentarti "
" stavo cercando di fare un'entrata in scena per stupirvi! Ma a quanto vedo non sarà possibile per via del MIO attore "
Proclamò la persona marcando un po' il tono all'aggettivo "mio". Koharu cambiò la direzione del suo sguardo verso di egli, ormai poco interessata alla parlantina dell'altro.
Il ragazzo era per certi aspetti assomigliava molto ad Airi. Portava capelli biondi e corti, un ciuffo bello grande copriva la parte sinistra del suo occhio. Quello scoperto aveva una colorazione azzurro chiara. La sua corporatura, invece, era assai magrolina e minuta. Il suo vestiario era composto da una camicia celeste che quasi sembrava bianca, una cravatta nera, sopra indossa un cappotto blu scuro e un po' stroppiciato. Se la parte sopra si poteva considerare elegante, quella sotto presentava una tuta da ginnastica larga per avere più comodità del movimento e, alle scarpe, torna un po' l'eleganza grazie ai mocassini neri.
" huh? E tu chi sei? "
Il ragazzo in questione le diede un piccolo sorriso stampato in volto, per poi porgere la sua mano nella direzione della castana:
" non mi conosci? Beh, nessun problema. Mi chiamo Hyosuke Sekita, Hyo è più che gradito come soprannome. Sono l'ultimate film director. Per caso tu li guardi i films? "
Koharu afferrò la sua mano e la scosse su e giù.
" oh, certe volte. I documentari sui panda contano per caso? "
" una ragazza appasionata del mondo animale? Interessante! E dimmi, il tuo talento ha a che fare con questo? "
Lei annuì.
" sono una badante dei panda! Mi chiamo Koharu! "
" che piacere fare la tua conoscenza Koharu! Tu invece come ti chiami? "
" asahi fujikawa, ultimate chess player "
" e ti interessi dei film? "
" mi è capito di vederne alcuni, sì. Che tipologia di filmati fa? "
" tutti quanti! Le mie capacità mi permettono di pensare e creare qualsiasi cosa dei filmati: dalla lunghezza, al tema e l'accuratezza! Solitamente però vado per i lungo metraggi "
Mentre i due chiacchieravano, Koharu ed Airi notarono una certa persona, l'unica rimasta in un angolo disinteressata a non parlare con nessuno.
Aveva le braccia incrociate al petto, le spalle poggiate al muro ed una gamba che si sosteneva su quest'ultimo nel tenerla leggermente più in alto.
Lo sguardo che possedeva era quasi tagliente e scuro, così come i suoi lunghi capelli ed il suo outfit. Rispettivamente essi avevano una sfumatura leggermente blu e, il suo vestiario, era composto da una semplice maglietta nera a maniche lunghe con un turtleneck ed i pantaloni leggermente larghi. I suoi occhi erano di colore azzurro scuro.
" ... Anche lei è arrivata da poco? "
" no, anzi, credo che sia una dei primi ad essere arrivata qui. Eppure non ha parlato con nessuno di noi. Prima Sumire ci aveva provato ma mi pare avesse ottenuto solo il suo nome per poi essere cacciata via. "
" oh... Poverina... "
" perché non andiamo a parlarle? Magari se le facciamo prendere più confidenza si sentirà più tranquilla! "
Koharu lanciò uno sguardo prima sulla ragazza lontana e poi quella bionda, bisbigliando
" questa sembra già avere abbastanza confidenza a guardarla... "
Dopodiché prese un respiro. Perché non provarci? Tanto era l'unica rimasta al momento!
Ora la coppia era composta dalle due ragazze: Koharu ed Airi, mentre Asahi era rimasto indietro ad intrattenere ina conversazione con il direttore di film mentre l'attore cercava di inserirsi con delle entrate sceniche ed esclamazioni drammatiche.
" hey! Tutto apposto? "
Airi fu la prima ad aprir la bocca quando furono vicino alla corvina senza nome, quale ancora guardava il vuoto davanti a sé.
" ... huh? Che c'è? "
" ci sembravi un po' soletta, quindi pensavano di farti compagnia! "
" mh... No grazie, sto apposto così. Ora smammate "
" oh... Ne sei sicura? "
" al centoventi percento sicura "
Koharu si intromise
" ma non funzionano così le percentuali "
" il mio punto è chiaro no? Ora via "
Airi cercò di riprendere la parola.
" potremmo presentarci come minimo, no? Come ti chiami? Io sono Airi Sugawara! Sono una sarta "
" ed io Koharu Kumagai, ultimate panda nanny! "
" non farete come la castana di prima spero "
" oh- no, no! Ci piacerebbe solo sapere come ti chiami. Per fare conoscenza! "
L'altra tirò un respiro profondo e strinse col pollice ed indice la parte superiore del naso.
" shiori shiraishi. Shiori come marea e cristallo. Shiraishi come pietra bianca. Felici no? "
" piacere di conoscerti Shiori! Hai proprio un bel nome! "
" grazie suppongo... "
Koharu strizzó leggermente i suoi occhi, guardandola un po' sospettosa.
" e quale sarebbe il tuo talento? "
L'altra la guardò con aria confusa, alzando le sopracciglia.
" sì, insomma, il tuo titolo di ultimate, no? "
" titolo? Io non ho alcun titolo, vi state sbagliando "
" ... eh? "
_____________________________
Neanche il tempo di chiedere spiegazioni al riguardo.
Neanche il tempo di realizzare cosa ciò avrebbe dovuto significare.
Un suono estremamente acuto bombardò per tutta la scuola.
Un suono talmente alto da far coprire le orecchie a tutti i presenti.
Quello che susseguì furono dei passi provenire dal corridoio.
Dei passi veloci e frettolosi.
Dei passi che, se non fosse per l'eco, qualcuno non noterebbe nemmeno.
Dei passi quasi aggraziati ed eleganti.
E, finalmente, la causa di quest'ultimi si fece presentare davanti all'entrata dell'atrio dove tutti ormai erano presenti.
Era... Una ragazza come loro?
Capelli lunghi e castani con le punte rosse, raccolti in due code basse ai lati della testa mentre alcune ciocche più frontali, oltre alla frangia, si poggiavano sulle sue spalle.
I suoi occhi erano di una colorazione di rosso intenso e particolarità delle pupille erano nel loro colore ed aspetto: bianche ed a forma di fiore.
Il suo outfit era composto da una giacca marrone a maniche lunghe e, man mano che arrivavano ai polsi, si amplificavano di larghezza, portava addosso dei pantaloncini dello stesso colore così come i suoi mocassini a tacco basso. Le calze, quali arrivavano a metà del polpaccio, si presentavano bianche candide con un filo rosso che girava verso l'estremità di quest'ultime. Un cappello marrone scuro e decorato con un fiore rosso al lato ben si faceva presente. Le sue unghie erano dipinte di nero e sulle dita portava numerosi anelli.
La sua faccia era quella di qualcuno quale aveva una vista a 360 gradi di ciò che stesse succedendo e, per via del suo sorrisetto, sembrava quasi felice al riguardo.
Rimase lì all'entrata a contare i presenti mentre li indicava a bassa voce.
" 14... 15... 16... Siete tutti okay! "
A quest'affermazione corse subito verso uno dei tavoli presenti e, con le sue forze, lo spostò verso il centro della stanza. Dopodiché corse indietro a prendere qualcosa che avesse lasciato nel corridoio: un megafono.
Tornò subito alla postazione creata e si mise dritta in piedi su quest'ultimo.
I sguardi di tutti i ragazzi erano... Confusi, sì.
Sorpresi che qualcun altro, quale non sembrasse essere sorpreso dall'ambiente circostante, fosse lì davanti a loro.
Magari ella aveva le risposte che cercavano?
Avvicinò le il megafono alla sua bocca per poi parlare:
" ASCOLTATE! UN DUE TRE, PROVA?! VENITE QUI VICINO SE VOLETE SAPERE DI PIÙ! "
" NON C'È BISOGNO DI URLARE QUANDO USI UN MEGAFONO SAI? O UNO O L'ALTRO, NON CI TENGO A NON SENTIRE PIÙ "
Uno dei ragazzi controbattè.
" HAI RAGIONE! "
Abbassò il megafono dalla bocca.
" volevo solo assicurarmi che mi avreste sentito. Ora venite qui, su su "
Una volta che il gruppo si radunò davanti ad ella, quest'ultima si schiarì la propria voce prima di aprire riprendere con il suo discorso.
" suppongo che molti di voi abbiano domande riguardo a questa situazione ed è per questo che sono qui! Innanzitutto lasciate che mi presenti: mi chiamo Venom! Sono una dei sorveglianti presenti nella Hope's Peak Academy! Piacere di conoscervi "
Fece una piroetta ed un inchino prendendo il suo cappello con una mano alla sua presentazione, per poi tornare alla posizione di prima con un sorriso smagliante.
" 'Venom'? Nel senso, veleno? "
" uh-uh! Proprio così! "
Tutti quanti la guardarono ancora più confusi di prima. Venom? Era davvero un nome questo? E sopratutto, perché una ragazza della loro età era una sorvegliante del luogo? Hope's Peak Academy? Certo, i muri e le stanze assomigliavano proprio a ciò, tuttavia rimaneva qualcosa di strano a sentirselo dire... Come se in qualche modo questa struttura avesse qualcosa di particolare al suo interno.
" lo so, lo so. probabilmente alcuni di voi avranno dormito male su questi letti e ci dareste una stella su cinque se poteste accedere ad internet in questo momento. E, insomma, la cerimonia è stata rimandata... E cancellata proprio... Ora... Parole della sottoscritta, organizzatrice dell'evento- "
Una mano fu alzata nel gruppo.
" sì? "
" potresti andare dritta al punto? Cosa sta succedendo? Perché siamo qui e come possiamo uscirne? Vorrei parlare con un adulto del corpo docente se non ti dispiace "
" oh, le cose stanno così? Okay allora andrò dritta dritta dove volete! Ma prima... "
Ella tirò fuori un telecomando dalla manica della maglia, per poi premere un tasto lì sopra.
Uno schermo bianco scese un po' più lontano da ella ed una proiezione fu possibile vedere su quest'ultima.
Le parole scritte erano marcate in nero, scritte in modo cicciotello e con le lettere grandi.
DOMANDE STUPIDE CHE MI CHIEDERETE PERCHÉ NON SAPETE NULLA
Abbreviato in DSCMCPNSN
By Venom <3
La ragaza premette nuova il pulsante e la schermata cambiò mostrando un indice delle informazioni, come se ella stesse proprio facendo una presentazione su PowerPoint.
Ed ovviamente spiegava man mano che le slide cambiavano.
" ve lo dico subito: vivrete qui il resto della vostra vita! Sarete perennemente studenti a questa scuola senza via d'uscita. Come avrete notato la maggiorparte delle uscite sono praticamente sbarrate così come finestre e buchi vari. I vostri telefoni sono stati pure ritirati, anche se in realtà di per sé non hanno molta utilità per via dell'assenza di rete e segnale! "
Koharu fece una faccia sorpresa a sentire tutto ciò.
Vivere qui?
Vie d'uscita sbarrate?
Niente segnale?
" ferma, un attimo! In che senso, scusa? Non puoi apparire dal nulla e dirci queste cose! "
" e invece sì mia cara, piccola e tenera Koharu! E la verità dopotutto. Basta guardarvi attorno e nelle tasche! Se è un telefono che proprio di manca non ti preoccupare perché ho una soluzione migliore per tutti voi: l'E-Handbook! Un tablet creato apposta per voi con le vostre informazioni personali, le regole e molto altro al suo interno! Addirittura c'è una chat di gruppo per tutti i propretari affinché possiate scrivervi se vi sentite soli! "
Il silenzio ad ogni pausa che ella faceva era sempre più angosciante, tutti gli studenti erano insicuri e perplessi dalle sue parole.
" è possibile sapere che tipi di regole lei stia riferendo? "
Questa volta a parlare fu Valeria, la quale alzò leggermente la mano verso l'alto mentre l'altra si trovava nella tasca della dua giacca.
" oh, valeria. Non usare così tanta formalità con me, mi metti in imbarazzo così, ahah "
Socchiuse gl'occhi e le sue guance si tinsero di rosa al sentire come le veniva dato del "lei", proprio come se fosse qualcuno di importante e di livello più alto rispetto a loro.
Poggiò una mano sulla sua guancia prima di andare avanti.
E spalancò gl'occhi con un piccolo sorriso così semplice e banale, ma il quale riusciva a mandare un brivido giù per la schiena.
" del killing game, ovvio. "
Una pausa fu stata fatta e, se questo silenzio, fu uno dove tutti cercarono di realizzare cosa gli fu stato appena detto.
Killing Game?
E che cosa dovrebbe essere questo?
Un gioco di uccisioni?
Stava scherzando vero?
" come il nome dice, se sapete l'inglese, questo è un gioco particolare! Così come la ricompensa è una che tutti voi vogliate: la via d'uscita da questo inferno. Vi scocciate a stare? Volete tornarr a casa ad abbracciare la vostra mammina, sempre se ne avete una? Qualcuno vi ha fatto così tanto arrabbiare che preferireste strozzarlo, pugnararlo, affogarlo o prenderlo a botte? Bene, il vostro compito altro non è che uccidere una persona "
" u-uccidere? "
Quello scioccato da riuscire a pronunciare solo questa parola era Yuri, quale aveva portato una mano davanti alla sua bocca ancora scosso dal tutto.
" sì, uccidere. Volete lo spelling? U-C-C-I-D-E-R-E. Mi pare che alcuni di voi qui sono stranieri, no? Tuer, matar! Quel che è! Ah inoltre non basta qui: se ucciderete qualcuno non dovrete nemmeno farvi sgamare. Altrimenti, ZAC! Finirete morti pure voi.
Le regole precise sono dentro i vostri E-Handbook, ma ho tanta voglia di parlare quindi ve le spiegherò pure io- "
" tutto questo è ridicolo! Non potete farci fare qualcosa del genere! "
Mitsuki si fece ben sentire mentre scosse la testa in disapprovazione.
Sul suo sguardo era dipinto rabbia e frustrazione, qualcuno che si rifiutava di credere a queste sciocchezze perché sì, a parere di molti queste altro non erano che parole messe all'aria.
" huh? non mi credete per caso? "
" dovremmo? Tu pensi veramente che tutti quanti noi ci metteremo ad ammazzarci giusto perché tu ce l'hai detto? Sei davvero ridicola "
Questa volta fu Sumire a parlare ed appoggiare le parole della ragazza dai capelli lilla.
" Il mio cervello ha ben altre cose a cui pensare, piuttosto che credere a queste puttanate. Per tua informazione: cosa credi di voler ottenere con tutto ciò? "
Dopodiché prese la parola Hyosuke.
" concordo con voi! Questo dev'essere uno scherzo di cattivo gusto! "
Makita si unì al ormai piccolo gruppo di ribelli, quale arrabbiati a sentire le parole di Venom stava iniziando a portare casino.
Altre persone si unirono a loro, così come altre cercarono di calmarle. E quelle erano proprio Axel e Valeria.
" ragazzi cercate di mantenere la calma, non si risolve nulla urlando "
" vedete di tranquillizarvi per capire meglio come affrontare la conversazione "
Altri ancora erano rimasti fermi immobili, facendo sopraffare dal momento e dallo shock.
Le reazioni erano diverse.
C'era chi come Asahi e Yuri rimase in silenzio a guardare il vuoto, o meglio io casino formatosi, c'era chi invece era crollato sulle sue gambe e chi, come Airi e Dae-Jung, provò ad aiutare chi stava là vicino per calmare le acque, in modo un po' invano.
E poi...
E poi c'era Koharu.
Quale stava iniziando a farsi sopraffare da tutte queste emozioni, fino a che non poteva più starsene ferma.
" io... ho appena ottenuto... il titolo... "
Ogni parola che pronunciava, ogni respiro che prendeva, si faceva sentire sempre più affanoso.
La sensazione di mancanza d'ossigeno si faceva sempre più presente.
Sulla sua faccia si stavano sempre più mostrando le rughe di smorfie impaurite.
Tennè il suo sacchetto vicino a sé.
Sì, il suo portafortuna.
Con il suo portafortuna nulla poteva andare male, no?
Era tutto un sogno.
Lei stava bene.
Doveva stare bene.
Insomma, perché non dovrebbe?
Era un'ultimate.
Era importante.
Perché mai questo, fra tutti gli eventi, doveva capitare proprio a lei? Proprio ad una studentessa qualsiasi che si è fatta notare da poco?
" non... Non ho sudato così tanto per questo "
Perché?
Perché stava succedendo?
No, doveva uscire da qui.
Doveva andarsene.
Il più prima possibile.
Era l'unica opzione.
Non voleva morire.
Le sue gambe si mossero da sole.
Si fiondò verso la prima uscita che riusciva a ricordarsi: quella vicino alla segreteria.
Doveva uscire dall'atrio e percorrere il cammino all'indietro, no?
Provarci non costava nulla, no?
Magari questo era veramente uno scherzo?
Come all'inizio camminava, il suo ritmo accelerò ed iniziò a correre verso il corridoio che l'aveva condotta qui.
Eppure non appena fu vicina vicina...
BAM!
" dove cazzo credi di andare?! "
Una tonfo gigante si fece sentire per tutto l'Istituto ed una voce nuova, una più mascolina, si fece presente.
Koharu rimase ferma immobile, spaventata.
Non c'era solo quella ragazza che blaterava cose senza senso?
C'era qualcun altro... Armato?
Girò lentamente il suo capo mentre iniziava a tremare e vide che sul muro, poco prima dove lei stesse per passare, vi era comparso un piccolo foro.
Ma non un foro qualsiasi.
Quel tonfo, quell'aggeggio che l'altro teneva.
Era quello formato da un proiettile appena partito dalla pistola.
Caddè sulle sue gambe, iniziando a sentirsi debole e senza forze.
Il rumore attirò l'attenzione di tutti quanti, quali si voltarono dalla parte della castana.
" Koharu stai bene? Ti sei ferita? "
In suo soccorso arrivò Airi, l'unica persona quale effettivamente ebbe il coraggio di muoversi e parlare in quel momento. Anche se più che coraggio, il suo sentimento era la preoccupazione in quel momento.
Cercò di avvicinarsi ad aiutare l'altra ad alzarsi, ma fu respinta.
" NO! NON MI TOCCARE! "
Urlò ancora in preda al panico.
" taci, tanto non ti ho fatto nulla! "
Era di nuovo quella voce mascolina.
Tutti si girarono dalla sua direzione e, il possessore di quest'ultima, era un altro ragazzo. Proprio della loro età.
I suoi capelli erano castani ramati, così come i suoi occhi, corti e lisci. Sul naso era presente un cerotto. Come vestiario portava una semplice t-shirt bianca con sopra una giacca verde militare, i pantaloni erano invece grigi e come scarpe aveva quelle da ginnastica.
E sulla mano altro che non teneva la pistola.
Proprio quella da cui era partito il colpo verso la direzione di Koharu.
Venom riaprì nuovamente bocca, questa volta alzando i pugni all'aria:
" insomma, avevo detto che ci avrei pensato io, Haruki! Vedi, ora li hai spaventati tutti quanti! "
" ma sei stupida? Si è fatto un macello qui. Ovvio che dovevo intervenire "
Ribattè, puntando l'arma verso i presenti. Il suo sguardo era quello di pochi: un viso spento ma allo stesso tempo determinato. Non sembrava aver paura far partire un'altra pallottola verso la testa di qualcuno.
" state bene a sentire: ora voi tornate sui vostri posti e state ad ascoltare zitti zitti. Chiaro no? "
E... Così fecero.
Anche se strisciando un po', Koharu fu portata nuovamente vicino al gruppo e tutti quanti rimasero fermi immobili e zitti, proprio come richiesto da lui.
Era veramente una pistola? Questo non è uno scherzo? Non può essere vero...
La ragazza col cappello continuò a parlare.
" come dicevo: ci sono un paio di regole a cui attenersi.
Numero uno: Gli studenti possono risiedere solo all'interno della scuola.
Numero due: il nighttime è dalle 22:00 alle 7:00. Alcune aree sono off-limits di notte, quindi fate attenzione.
Numero tre: Dormire in un luogo diverso dal dormitorio sarà considerato come dormire in classe e punito di conseguenza.
Numero quattro: con restrizioni, siete liberi di esplorare Hope's Peak Academy.
Numero cinque: la violenza contro i sorveglianti è severamente vietata, così come la distruzione delle telecamere di sorveglianza. L'unici atti di violenza accettati sono quelli mirati verso gli studenti ed altro materiale scolastico non in possesso ai sorveglianti.
Numero sei: chiunque ucciderà un compagno di classe potrà uscire da qui, a meno che non venga scoperto.
Numero sette: una volta che si verifica un omicidio, poco dopo inizierà un processo di classe. La partecipazione è obbligatoria per tutti gli studenti sopravvissuti.
Numero otto: Se il colpevole viene smascherato durante il processo in classe, solo lui sarà giustiziato.
Numero nove: se il colpevole non viene smascherato, solo egli si diplomerà e tutti gli studenti rimanenti verranno esecutati.
Numero dieci: è severamente vietato perdere il vostro e-Handbook.
Numero undici: il colpevole può uccidere solo un massimo di due persone durante ogni singolo "giro".
Numero dodici: è severamente vietato tentare di entrare in stanze chiuse dai sorveglianti.
Numero tredici: dopo che un cadavere verrà ritrovato da tre persone, un messaggio verrà annunciato a tutti quanti. I sopravvissuti dovranno riunirsi - se a loro possibilitato - nel luogo dell'omicidio per investigare.
Numero quattordici: se necessario, possono essere aggiunte altre regole scolastiche.
Tutto chiaro, no? Avete altre domande? "
Il silenzio più totale fu ciò che la sorvegliante ricevette in risposta.
" lo prendo per un sì! Haruki saresti così gentile da dare a tutti quanti i loro E-Handbooks? "
L'altro annuì semplicemente andando a prendere i tablet e scomparendo dalla vista per qualche minuto.
A quel punto tutti si sentirono un po' più calmi a sentire la sua assenza, eppure sentivano ancora il cuore battere forte.
Venome riprese a parlare, questa volta avendo in volto un sorriso leggermente più dolce... Sempre se "dolcezza" possa essere un aggettivo consono alla situazione.
" Bene, prima di congedarvi vorrei dare un piccolo incoraggiamento a tutti quanti. Avete presente il detto di Darwin: 'Survival of the fittest'? Ecco, questo è uno dei metodi migliori per descrivere questo evento: non vince chi è più il intelligente, non vince chi è il più forte e grosso... Vince chi riesce ad adattarsi meglio! Quindi non dovete rattristirvi se non pensate di essere all'altezza. La speranza è l'ultima a morire dopotutto, no? "
A quel punto tornò il ragazzo chiamato dall'altra "Haruki" quale teneva un carrello della spesa con dentro questi celebri tablets e li distibui uno ad uno a tutti quanti.
Prima che i due se ne andassero, Venom si mise seduta dentro il carrello attualmente vuoto e salutò con una mano tutti quanti per poi scomparire dalla scena con ancora in volto un sorriso.
Finalmente gli ultimates potevano lasciar andare questo respiro d'ansia che tenevani intrappolati nella propria gola.
Eppure...
...
Sarebbe successo realmente?
Qualcuno avrebbe realmente ceduto ed ucciso?
Ormai non sembrava che potessero negare che quella coppia non fosse seria al riguardo.
Molti pensieri, ansie, paranoie, pervasero le loro teste.
C'era chi ancora arrabbiato.
C'era chi ancora scioccato.
C'era chi si trovasse sul punto di piangere.
C'era addirittura chi pensava che questa storia avrebbe preso una piega interessante.
Il pensiero principale che accomunava tutti era uno:
Cosa diamine sta succedendo?
Un gioco particolare.
Un gioco d'uccisioni.
Un gioco di vita e di morte.
Un gioco di speranza e disperazione.
Non un gioco qualsiasi:
Il Killing Game.
Sopravviveranno oppure cederanno al gioco del diavolo?
_____________________________
Hola <3
Buonasera a tutti quanti, finalmente ho iniziato pure io una storia ufficiale 😔😔😔😔😔😔
E nulla, mi scuso per eventuali errori grammaticali, ortografici, coniugazione dei verbi scrausa e misinterpretazione dei vostri ocs.
... Devo essere sincera mi sono emozionata così tanto che ho dato solo un'occhiata veloce dei punti principali che volevo presentare.
Quindi sì, ehm, ci saranno molti errori.
Da come si è visto la protagonista di questo prologo altro non era che Koharu, ora traumatizzata dalle pistole.
Sigh, poor bby.
Metto le mani avanti: per certi personaggi mi mancavano un po' le idee e quindi le loro presentazioni risultano più brevi rispetto ad altre.
Chiedo scusa al riguardo e proverò a dare a loro più scena nei prossimi capitoli, giuro </3
Also, per chi faceva parte alla mia role fallita di Danganronpa dell'estate scorsa: BIG SURPRISE È TORNATA HANAKOTOBA CON IL PIRLA HARUKI <3
Mi piacevano un sacco nella vecchia storia quindi ho deciso di re-inserirli qui, cambiando un paio di cose.
Come per esempio ora Hanakotoba si chiama Venom, mentre Haruki ha una pistola piuttosto che un lanciafiamme.
Spero che il loro rientro sia gradito 😔
Così come spero che questo inizio vi sia piaciuto <3
Ci vediamo alla prossima!
- 𝕰𝖑𝖎𝖟𝖆
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