❱ 𝗖𝗛. 𝗩, 𝗔𝗖𝗧 𝗜𝗜𝗜: 𝖢𝖱𝖨𝖲𝖨𝖲 ❰
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" TACI CAZZO! PER UNA UNA VOLTA NELLA TUA FOTTUTA VITA CHIUDI QUELLA CAZZO DI FOGNA! "
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Avete presente le vostre prime paure?
La prima volta che provaste la pelle d'oca?
La prima volta che il cuore battesse fuori ritmo?
La prima volta che le lacrime bagnassero le vostre guance?
Avete presente quel ricordo demoniaco del più vasto supermercato cui siete stati da giovani?
Quei scaffali enormi e lunghissimi?
Tutta quella gente affollata?
Vi girate per guardare il reparto giocattoli ma il momento dopo non trovate più i vostri genitori.
Siete soli.
Siete abbandonati.
Avete paura.
Per la prima volta avete paura di essere senza qualcuno che vi protegga, vi capisca come nessun altro.
Vi capisca... Come nessun altro.
Quel gruppo lo capiva come nessun altro. Per questo si era affezionato a tutti loro alla fine. Non importava quanto schifose le prime impressioni fossero state, hyosuke ha imparato a voler bene a tutti loro, persino Subaru.
Subaru, Dae-jung, Izumi, Naomi, Airi e... Lui.
Erano un gruppo unito, perché non avevano nessun altro.
Perché si capivano come nessun altro.
E per nessuna ragione al mondo si sarebbero lasciati perché erano una squadra.
Tutti loro contro quel mondo ingiusto, contro un sistema fallato, ma con l'obiettivo di voler tornare alla normalità. Per questo avevano accettato la sua proposta.
Allora perché... Non aveva più nessun altro?
Perché era stato abbandonato da tutti loro?
Perché si sentiva proprio come quel bambino al supermercato, confuso e spaventato e solo?
" È MORTA! "
No.
No, no, no, no, no.
No, no e ancora no!
Fino a ieri stava bene.
Fino a ieri voleva far uscire tutti quanti.
Fino a ieri era tutto ciò che le rimaneva di vicino.
Non può essere morta così in fretta!
Koharu stava mentendo!
Doveva star mentendo!
Riconosceva quel panico, quella negazione.
"Akihito non poteva morire così in fretta" e l'ha fatto.
"La sua vita non poteva cambiare così in fretta" e l'ha fatto.
Ormai avrebbe dovuto farci l'abitudine, no?
Allora perché... perché questo colpo era il più atroce?
Non aveva valorizzato Airi fino all'ultimo.
L'ha cercata solo quando Naomi ha smesso di esistere al suo fianco.
Era... Vendetta? Rabbia? Perché era un ipocrita? Perché aveva ricercato le sue azioni solo quando le serviva? L'aveva usata? Ed ora stava pagando le conseguenze di non esserle stato affianco quando servisse?
Koharu, in lacrime davanti a sé, non respingeva la stretta che stesse dando alle spalle. Stringeva e stringeva. Come se volesse farle del male per aver portato tale notizia. Come se fosse colpa sua se fosse morta. Se non l'avesse detto sarebbe viva, no? Non è come il gatto Schrödinger? Poteva essere sia viva che morta allo stesso tempo finché non avessero scovata? Qualcosa come il beneficio del dubbio invece? No? Niente? Nulla?
... È morta.
È... Morta.
Koharu non aveva motivo di mentire... Ma- aspetta- se è stato ritrovato un cadavere significa che-
" ascoltate bene. Ora ci mettiamo in un luogo appartato "
" e che vuoi fare?! Ti pare il momento?! "
Controbattè Asahi.
" e parliamo di tutto ciò che volevamo fare dal primo giorno. Nessuno escluso! "
Aggiunse il cartomante.
Tutti si girarono verso di egli, facce perplesse.
" 'parlarne'? "
Borbottó Hyosuke, lasciando andare la castana quale singhiozzava in silenzio.
Hisa mantenne il suo territorio.
" mi hai sentito "
" scordatelo "
Parlare di cosa?
Seriamente, di cosa diavolo avrebbero dovuto parlare?!
Airi- doveva cercare Airi!
Da dove era arrivata Koharu?!
Dalla lavanderia? Allora il passaggio segreto?
Ha senso, ha senso! Airi era rimasta lì tutti quei giorni dopotutto!
Corse verso quella direzione, voci dietro di sé che esclamavano il suo nome.
Non ci crederà finché non l'avrá visto coi suoi occhi!
Non ci crederà finché non sentirà quell'annuncio suonare!
Perché no, l'annuncio del ritrovamento di un corpo non era squillato! Significa sia ancora in vita! Doveva esserlo, doveva! C'era speranza dopotutto! C'era ancora una possibilità!
Si fece spazio fino al piccolo atrio cui venivano collegati tutti i passaggi. Dove stava, dove stava, dove stava? Avrà visto almeno una volta il giro che aveva fatto, no?! Pensa Hyo, pensa!
Si mise a cercare in lungo ed in largo. Correva fra quelle mura strette e soffocanti come nessun altro.
" airi! airi! airi! "
La chiamava senza sosta, come un bambino che gridava per sua madre. In quello stesso enorme e spaventoso supermercato.
... E la ritrovò.
Sepolta fra le macerie.
Sopra una pozza di sangue.
Bastò vedere quella gamba rotta dalla pressione dei massi per confermare la sua paura. Lo stomaco si contorse, volendo espellersi da solo. L'odore del sangue, misto alla polvere circostante, rendevano l'aria irresponsabile.
Una mano toccò la sua spalla.
" hyo- "
La voce di Akihisa si bloccò, guardando lo stesso orribile scenario.
" è... viva... "
Borbottò fra sé e sé.
" cosa? "
" è... viva! "
Si avviò fra i massi, cercando di spostarli dal corpo uno ad uno.
" hyosuke- fermati! "
" no! "
" perché?! "
" il- l'annuncio! L'annuncio non è- "
Non era partito!
Se tre persone scoprono il corpo l'annuncio sarebbe suonato! E non l'ha fatto! Significa Airi era viva! Doveva esserlo!
" airi! AIRI! "
Urlava il suo nome invano. Quella gamba non si muoveva.
" HYOSUKE! "
" AIRI! "
" HYO! "
" AI- "
Si spaventò a ritrovare il suo viso sporco di polvere.
Quei occhi azzurri, un tempo pieni di gioia, erano vuoti.
La mascella deformata per via del peso non rendeva il tutto un migliore spettacolo.
Quella faccia... No- non era- Airi?
Hisa lo afferrò nuovamente per le spalle, allontanandolo dall'accumulo di massi. Hyosuke cadde sulle sue ginocchia, mani davanti a naso e bocca, combattendo le lacrime.
" mi dispiace, mi dispiace, Hyo "
Continuava a sussurrargli mentre lo abbracciava, testa stretta al petto di lxi per proteggerlo da quella vista.
" l'ann-annuncio... Però- "
" non sarà un messaggio a definire se sia viva o morta, smettila! "
Era morta.
Airi... Era morta.
Hyosuke era ufficialmente l'unico membro del gruppo Shini Goro intrappolato qui dentro.
Hyosuke era ufficialmente da solo.
Soffocò i singhiozzi con i palmi, scosse la testa in segno di "no" mentre mormorava quella stessa parola.
Akihisa non faceva altro che tenerlo stretto a sé, sopportando quell'odore nauseabondo quanto più potesse.
" mi dispiace, mi dispiace "
Se solo fossero arrivati prima.
Se solo quell'esplosione non fosse accaduta.
Allora forse, in un altro universo, sarebbe ancora con loro.
E in quell'altro universo Hyosuke l'avrebbe trattata meglio.
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Dopo svariati tentativi l'albinx lo dovette trascinare fuori da quel posto e verso il resto gruppo, rimasto praticamente nello stesso luogo. L'unica differenza ora era che Koharu stesse abbracciando stretta Shiori mentre ella accarezzava la sua schiena, proprio come Hisa aveva fatto qualche secondo fa.
" ... allora? "
Ebbe il coraggio di chiedere la corvina.
Hisa annuì, dando il messaggio chiaro e forte, per poi tirare un sospiro deluso.
Un altro di loro se n'era andato.
" però è strano... "
Disse riflettendo alle parole di Hyosuke.
" l'annuncio non è veramente partito e- insomma- è strano "
Si ripetè.
" dunque non è stato un omicidio? "
Domandò Asahi alzando un sopracciglio, senza pudore.
" non... non lo so... può essere che sia stata colpita dai massi dell'esplosione e che quindi- "
" l'hanno sparata "
Koharu interruppe la conversazione, portando una mano davanti alla bocca dopo averlo detto.
" hey, hey, con calma, ci siamo noi, va bene? "
Cercò di calmarla il creatore di effetti speciali accarezzando la sua testa.
Koharu annuì e deglutì.
" ha-haruki- haruki ha- "
" oh no, non iniziamo. "
Improvvisamente Hyo sentì un calore ardente pervadere il petto.
" vuoi dirmi che Haruki sia stato quello ad ucciderla? HARUKI? QUEL HARUKI?! "
Che cazzata era mai questa!
Haruki non si sarebbe permesso di fare una cosa del genere a nessuno! Mai e poi mai! Haruki era una brava persona! Haruki c'era stato per lui! Quindi non è l'assassino!
" ma- io- "
" sarai confusa! Perché non è stato lui! "
Mai e poi mai avrebbe accettato questa realtà.
" io?! Confusa?! "
Cercò di ribattere fra un singhiozzo e l'altro.
" esattamente! Oppure sei stata te a farle questo e stai cercando di ingannare tutti! "
Le pupille della più bassa si strinsero.
Lei... ha ucciso Airi?
Hyosuke realizzò solo dopo lo scatto d'ira esagerato, portando una mano davanti alla bocca.
" koharu- io- "
Cazzo, cazzo, cazzo.
L'aveva fatta piangere ancor più di prima.
Aveva fatto piangere la persona a cui Airi stava più cara.
Che cazzo ti dice il cervello Hyo?!
" scusa- io- "
" per favore, vi scongiuro, per quanto doloroso sia, non iniziamo a puntarci i diti contro. Questa è un'anomalia e ci sarà sicuramente lo zampino di Hana "
Cercò di calmare le acque la più grande di tutti loro.
Hyosuke allentò la stretta di pugno che non sapeva di avere fino a quell'istante, ora sentendosi un emerito idiota.
" ascoltate, non metto in dubbio sia difficile. E so che forse sto chiedendo troppo per te e Koharu, ma... Hisa aveva proposto di fare una cosa, no? Perché non sentiamo meglio cosa sia? Magari ci può aiutare "
Il silenzio calò, dando così il permesso all'altrx di parlare.
" non è niente di che, davvero - "
Scosse la testa, rimangiandosi tutte quelle parole.
No, era serio. Era qualcosa di importante. Per lxi almeno lo era.
" ho pensato che dovremmo tutti ricominciare da capo "
Ricevette sguardi perplessi e pieni di domande.
" so che ora è tardi per fare tutto TUTTO da capo, però forse potremmo parlare di... Tutto ciò che abbiamo combinato qui dentro. Niente bugie, niente segreti. Racconteremo qualcosa su di noi pure. Per... Ricongiungerci? Sì, quello. Proviamo a costruire qualcosa di stabile per una volta. Son sicuro che così facendo potremmo avere più possibilità di sopravvivere perché... Perché saremo uniti. "
L'aveva appena detto? A quanto pare sì.
Si era imbarazzato da solx.
No, davvero, se l'avesse sentito dalla bocca di qualcun altro sarebbe mortificato e probabilmente l'avrebbe preso in giro da quanto ridicolo tutta questa idea suonasse.
Unione, gruppo, verità.
Era quasi una barzelletta.
Ma Hisa esprimeva quel desiderio nella più seria delle maniere.
Il silenzio non aiutava.
Si schiarì la voce.
" volete stare qui oppure preferite sedervi? "
Lo seguirono a ruota e presero alcune delle sedie nell'atrio.
Più l'idea si formava e più Akihisa aveva l'impressione di aver creato un gruppo di supporto o terapia di qualche tipo che si vedevano spesso nei film americani.
Quasi una barzelletta.
Ma doveva tornare serio.
" e come, uhm, funziona? "
Domandò Axel gesticolando.
" avrei detto, per esempio: sono Akihisa e la cazzata che ho commesso era drogare Shiori pensando di aiutarla "
... No, non era proprio una bella sensazione ammetterlo davanti a tutti.
Infatti ricevette un sacco di occhiatacce, tranne che Shiori, quale era già al corrente al riguardo.
" nel senso, tu l'hai drogata tempo fa? "
" no, non è così. Lasciate che spieghi "
Prese parola la corvina con le braccia inconcriate.
" me l'ha data per calmarmi dopo la storia del rapimento. Non... Non ero proprio in me... "
Si grattò il retro del collo, delusa.
" ma, uhm, suppongo tu sia perdonato? Non che lo consideri normale, però... Capisco le tue intenzioni dietro? Non ci stavo con la testa?? "
Questa storia della comunicazione diretta era più difficile di quanto si pensasse.
Akihisa annuì e mormorò un semplice "grazie" come se fosse messo a nudo.
No, non sarà proprio una sezione piacevole. Ma via il dente, via il dolore.
" chi vuole andare dopo di me? "
Domandò dunque il resto.
La maggior parte fu interdetta.
Shiori tirò un sospiro.
" dato che ci sono: Shiori. 18 anni. E chiedo scusa per la storia del rapimento a voi altri, mentre ad Asahi chiedo scusa per quelle due volte cui l'ho menato "
Tutti annuirono.
" già, è un fottuto gruppo di supporto "
Bisbigliò xlx giocatore di scacchi prima di tirare un respiro profondo dalla stupidità della situazione.
Axel mise una mano sulla spalla della medium come per rassicurarla di tutto.
" oh, e scusa Axel in caso ti avessi fatto male durante il coma... "
Le parole morirono.
Faceva schifo dirlo.
Era imbarazzante ripensare ad alta voce i torti fatti. Ti faceva capire quanto effettivamente ti fossi spinto e, di conseguenza, ti sentivi responsabile di questo. Giudicato addirittura. La soggezione era orribile.
" e tutti noi ti diciamo che sei perdonata "
Disse Akihisa ed Axel annuì.
Poi guardarono Asahi, quale stava con le braccia incrociate e gambe divaricate sulla sedia.
" oh, oh- sì, perdonata, quel che è "
Sbuffò leggermente.
" dovresti cercare di essere più gentile al riguardo "
Le loro voci erano simili al ronzio di una zanzara. Voleva solo andarsene da lì prima che fosse il suo turno. Non rispose. Pensò mordendosi l'interno della guancia.
" posso sapere prima perché l'hai fatto? Capisco la storia della droga per uno ma... C'era davvero bisogno di prendermi a schiaffi per la bomba? "
Shiori chiuse gli occhi. Doveva aspetterselo.
" non... non ho alcuna motivazione valida. Ero stressata dalla situazione e dal fatto che fossimo in pericolo che non c'ho più visto. Ti chiedo veramente scusa e capisco sia stato esagerato "
Chinò la testa in segno di scuse.
" mh... "
" quindi Asahi? "
Lo spinse Hisa.
" ... ah, al diavolo 'sta storia. Sì, sì, sei perdonata e possiamo riprovarci "
Era sicura che la faccia stesse diventando rossa dall'imbarazzo dal dire tutto questo davanti al resto della gente presente. Okay Hisa, le piaceva il concetto ma la pratica? Quella ti porterebbe a piangere se non hai abbastanza fegato.
" grazie "
Sussurrò e la tensione si sciolse dalle spalle. Ora era più leggera. Ora per lei era finito.
" bisogna dire qualcosa che abbiamo fatto solo fra noi o...? "
Axel si sfregò le mani.
" tutto, tira fuori tutto quello che ti viene in mente "
Assicurò il cartomante.
Xlx corvinx deglutì.
" suppongo, uhm- la questione con Valeria della, ecco, cella frigorifera? "
Giocò con le unghie.
" non è stato molto garbato, ecco... e, anche se non c'è, suppongo non se lo meritasse e- ecco, scusatemi per quel periodo "
Balbettò.
Sicuri che fosse passato 'quel periodo'? Ogni giorno sembrava solo peggiorasse, ma nessuno volle portarlo all'attenzione.
" e scusa Asahi per tutte quelle litigate e... insomma... "
" ne abbiamo già parlato, per favore "
Lo interruppe dando il messaggio in chiaro.
Annuì.
" certo, certo... Uhm, e Hyo, scusa per la storia delle bende. Non avrei dovuto togliertele in quella maniera "
Hyosuke strinse le spalle, la gola seguì a ruota. Aprì la bocca ma nulla uscì. Deglutì. Guardò altrove.
" hyo? "
Lo spronò a parlare l'albinx.
Fece giù e su con la testa sempre più velocemente al secondo.
" accetto le tue scuse... "
Da una parte si sentiva costretto a dirlo perché, beh, quella situazione non sarebbe accaduta se Shini Goro non ci fosse in primo luogo. Poteva definirlo una sorta di "effetto farfalla"? "Karma"?
" scusate per la storia sui Shini Goro... "
Mormorò quasi inudibile verso la fine, testa china, dita che scrocchiava pur di non stare fermo ad assaporare gli sguardi giudicanti del resto.
" e, uh, uhm, scusa Axel per non averti difeso a teatro... Volevo dirtelo prima e... Parlarne ma- ma non sei statx bene- quindi ho lasciato stare per paura di peggiorare e- sì, insomma, scusa "
Sentì prima un sospiro poi una mano sulla spalla. Entrambi di Axel.
" è okay, acqua passata "
" e... Hisa? "
Guardò verso l'albinx, quale alzò un sopracciglio confuso. Aveva qualcosa da dichiarargli? Cosa?
" scusa per... Sumire... "
" oh. "
Ecco cosa.
" non- "
Fu presx alla sprovvista era ben poco. Gli aveva tolto le parole di bocca praticamente. Il regista notò quanta esitazione vi fosse nelle sue parole. E non può dargli torto in fondo. Si è comportato in maniera orribile. Che ora lo scusasse sarebbe soltanto un miraggio. Ma almeno ci provò.
Hisa cercò davvero di trovare le parole giuste. Aveva evitato il discorso proprio per questo. Perché non sapeva cosa fare. Perché non voleva dover sapere cosa fare. Non voleva toccare l'argomento pur di serrare quelle ferite e mai più aprirle. Altrimenti, non sapeva nemmeno lxi stessx di cosa sarebbe capace. Si morse l'unghia del pollice.
" è okay... non- "
Deglutì.
" non l'hai uccisa te "
Davvero era tutto okay, Hisa? Davvero?
Perché ti è rimasto quell'amaro in bocca? Perché senti di aver tradito la tua amica una volta dette quelle parole?
" Asahi... Vai te adesso "
La sua tensione fu spezzata da quella del giocatore di scacchi.
All'improvviso, Asahi aveva tutti i riflettori puntati addosso che aspettavano alla sua battuta.
Il corvino incrociò gli occhi con il resto del gruppo.
"Devo farlo per forza?" avrebbe voluto domandare.
"Ma, in realtà, tutte le mie azioni sono giustificate e non vedo perché scusarmi" bisbigliava una vocina nella sua testa.
Un'altra, però, lo bloccò dal dirlo.
Mise in dubbio l'intera esistenza.
Forse... Uhm... Avrebbe dovuto dire qualcosa?
" uhm, sì, allora "
Si grattó la tempia.
" scusate per... tutto quello che ho fatto "
Tornò subito muto.
Alcuni secondi passarono.
" tutto qua? "
Koharu interruppe il momento imbarazzante con una domanda quale portava ad una situazione ancor più scomoda.
" 'tutto qua'? "
" non hai altro da dire? "
Rispose lanciando un'occhiataccia.
" dovrei, uh, dire altro? "
Fece il finto tonto.
Shiori annuì.
" sarebbe meglio iniziare. L'abbiamo fatto tutti dopotutto "
Ottimo. Veramente ottimo Asahi.
Mise le mani in faccia e si sfregò il naso coi palmi. Appoggiò i gomiti sulle cosce, sporgendosi in avanti.
" chiedo scusa per... avervi insultato... aver trattato male Axel... "
E fin lì, tutti erano sulla stessa onda.
" la scenata fatta nel secondo processo... aver rotto il bracciale di Akihisa... Aver, uhm, giocato al gioco di Valeria... Uhm... Sì, non era molto gentile e si poteva risolvere in un'altra maniera... suppongo "
Fissò il pavimento tutto il tempo.
" e noi ti diciamo- "
" non hai finito "
Koharu interruppe Akihisa con tono diretto.
" dici a me? "
Asahi puntò se stesso.
" chi altro si sta scusando? "
Ribattè stringendo appena i pugni.
Lxi diede un'occhiata al resto, quale avevano assunto la stessa espressione confusa.
" non ho altro..? Mi è sfuggito qualcosa? "
" non lo so, Asahi, ti è sfuggito qualcosa? "
Lanciò l'ennesima frecciatina mordendo dentro la lingua.
" Koharu non- non sto capendo "
" davvero, Asahi? Davvero? O fai solo finta? "
" ma che ti è preso d'un tratto? "
Una campanellina era pronta a suonare nella sua testa.
" io? Ho qualcosa? Da quando? "
" sì, pepe nel culo. Dall'altro giorno "
La rabbia della castana cresceva sempre di più.
" smettila di fare così e dillo! "
" eh?! dire cosa?! "
Si mise una mano nei capelli guardandola male.
Cioè, effettivamente non era stato del tutto onestx ma portare questo argomento adesso non avrebbe fatto altro che rovinare la situazione. E poi, perché portare a galla cosa si è nascosto? Avrebbe solo fatto male. Per tutti quanti.
In piu, Koharu non sapeva nulla al riguardo.
" oh? Vuoi che lo faccia io allora? "
... Vero?
Koharu- koharu sapeva qualcosa in merito?
No, Asahi, pensaci bene. Non è possibile che lo sappia. Sumire non è magicamente ritornata in vita per dirglielo, tantomeno avrà avuto modo di farlo prima perché... Le aveva strappato la chiavetta... Quando l'aveva ritrovata conciata male e... spinta nella fontana.
" insomma, ora non parli più? "
" Koharu, che sta succedendo? "
Shiori prese il coraggio di chiedere. Insomma, era inusuale vedere quei due litigare. Se Koharu fosse arrabbiata con Asahi, la situazione non era solo seria. Era grave.
" chiedilo ad Asahi- anzi, sai cosa? Perché non ti rinfresco un po' la memoria dato che ti piace tanto fare la Dori del momento? "
La badante si alzò in piedi. Dalla tasca tirò fuori un oggetto minuscolo.
Una chiavetta USB.
Il sangue si congelò nelle vene dell'altrx e si alzò a sua volta, venendole incontro per strappargliela dalle mani.
Il resto guardava la scena perplesso.
" cosa- come- "
" dillo! Siamo qui per ricominciare da capo! Devi dire tutto quanto! Se ci tieni a questo gruppo, a me, ammettilo! "
" perché dovrei? Ne abbiamo già discusso in privato! "
" ah davvero? Allora perché sudi così tanto? Non dev'essere un problema se l'hai già portato a galla! "
Per quanto non volesse dirglielo: Koharu taci per una buona volta e non parlare MAI più.
" diglielo... "
" no "
" diglielo"
" non ho niente da dire "
" diglielo! "
" no! "
" dirci cosa?! "
Hisa si intromise.
" CHE ASAHI HA DROGATO AXEL, NON VALERIA! "
Il silenzio fece eco per tutta la struttura.
" ... cosa? "
Bisbigliò Axel, scioccatx.
" non mi credete? Andiamo in sala computer a mostrarvi le foto! Sumire le ha scattate tempo fa! Quando Valeria, Yuri e Mitsuki fossero ancora vivi! "
Fece un passo verso l'uscita.
Asahi si lanciò su di lei, prendendo le sue mani pur di tenere in possesso la chiavetta.
" lascia! "
" no, tu lascia! "
Era anticlimatico paragonarli a due fratelli che litigavano per lo stesso giocattolo?
" non sai niente! "
" perché non ci illumini allora?! "
" RIDAMMEL- AHI- AHI- "
Proprio quando pensava di averla in pugno Koharu morse la sua mano, forzandolo a tirare indietro da quanto i denti affondassero nella carne.
Poi fu spinto per terra di sedere.
" MA SEI IMPAZZITA?! "
" TU SEI QUELLO PAZZO IN CULO! "
Si urlarono contro aggressivi.
Nessuno voleva sapere l'opinione dall'altro.
" scommetto che non è l'unica cosa che hai tenuto segreta! Come ci spieghi Sumire allora?! Come diamine avrebbe dovuto attaccarti conciata in quella maniera?! "
" Sumire? "
Hisa domandò.
" non ti ricordi? Aveva i vestiti bagnati per via della fontana! Scommetto- scommetto che Asahi le ha fatto qualcosa ai tempi! Scommetto che è stato lxi ad attaccarla! "
Da quando era così astuta?
Ad Asahi mancarono le parole.
" e tu come fai a saperlo? "
" perché Sumire mi ha dato questa chiavetta! Ecco, ha lasciato un bigliettino dietro! "
Tirò fuori questo e glielo diede.
Sì, era la calligrafia di Sumire.
Sì, quella era proprio l'ansia firma.
" perché?! Cosa ti ha fatto di così male?! "
Tornò da Asahi.
" oh, come se tu capiresti! "
" no! Non lo capisco! Come posso capire una cosa se non me la spieghi?! "
La voce di Koharu si ruppe.
" avevi detto- avevi detto che avresti smesso ma- "
" quello era prima ancora di- "
" E QUINDI SEI GIUSTIFICATO?! "
Akihisa strinse il foglio in un pugno. Sangue ribolliva in pentola.
" asahi... non farebbe una cosa del genere "
Axel, ancora seduto, strinse i pugni guardando per terra. Piano piano alzò lo sguardo verso l'altro.
" vero...? Non l'hai fatto realmente? "
" axel- "
" koharu sta mentendo? "
" non è come sembra- "
" ah no? "
Si alzò in piedi, e l'altrx lo seguì.
Axel si avvicinò piano piano.
" va bene essere arrabbiati certe volte, è una parte di ciò che ci rende umani dopotutto "
All'improvviso le parole di Akihisa rimbombarono nella sua testa.
Perché? Perché era arrabbiato.
Oh, quanto era arrabbiato.
" dopo tutto quello che abbiamo passato? Dopo- dopo esserci scusati? "
Asahi è stato quello a drogarlo, non Valeria. Sapeva bene perché.
" è per la storia del trasferimento? Pensavo- pensavo ce la fossimo messa alle spalle- "
Pensava male. Molto male.
" hai idea di quanto schifoso mi sia sentito fino ad adesso per via di quella roba? Quante notte insonne ho passato a stare male? Per... Questo? Sei serio? "
Più avanzava, più l'altrx retrocedeva.
E più la voce aumentava.
" mi ero messo il cuore in pace credendo fosse Valeria. Ma no! Sei stato te! Te! Fra tutte le persone qui dentro! "
Era quello ciò che più lo distruggeva.
" io- perché?! Perché hai dovuto esagerare così?! Se- se non l'avessi fatto la bomba- Mitsuki- "
Poteva essere salvata? Era troppo tardi ormai.
Asahi fu bloccato da un tavolo e Axel l'aveva raggiunto.
" cosa? Hai paura? Delle conseguenze delle tue azioni? "
Asahi aveva una fottuta paura.
Non quella paura famigliare dei suoi sentimenti per quanto riguardasse Axel.
La paura che qualcosa di molto peggio stesse per accaddere.
Vedere Axel, una persona calma, così arrabbiato, faceva tremare il suo intero sistema.
" sei- sei la persona più egocentrica che io conosca! TU hai drogato ME? E fai quelle facce?! Cosa?! Ti metterai a piangere perché ti dispiace tanto?! "
Non sapeva come altro reagire.
" TU hai drogato ME! TU, fra tutti quanti! Perché me ne sono andato anni fa? Quando non ho avuto altra scelta?! "
L'interno della mente di Axel di rieccheggiava un solo rumore: tic, tic, tic. Una bomba pronta ad esplodere in qualsiasi momenti.
" cerca di capire- "
Axel si lasciò sfuggire una risata isterica quando aprì bocca per difendersi.
" ah... Ahah... Non ci credo... Ahahahahah, non ci credo! "
Si mise una mano nei capelli.
" AHAHAHAHAH- ora! Ora vuoi che io capisca?! ORA? "
Dopo la portò davanti alla bocca con l'intenzione di soffocare quella risata.
Trovava tutto così divertente! Come Asahi volesse prendersi gioco di lxi! Con quale coraggio ancora apriva quella fogna?!
" Pensi che la tua merda non puzzi? Pensi che tutti noi - che IO sia un coglione? "
Di'istinto Asahi piegò leggermente le ginocchia, diventando ancora più basso di quanto fosse in confronto all'altro. Era schiacciato dalla sua presenza. Come un moscerino. Sempre. Più. Piccolo.
" sai- odiavo Valeria, per quanto sia orribile dirlo "
Puntò il dito contro.
" ma tu? Tu sei ancora peggio di quella lì! "
Spinse esso dentro la sua spalla.
" perché almeno lei non fa finta di essere mia amica! Di perdonarmi! Di pugnalarmi alle spalle ogni cazzo di singola volta che cerco di restaurare il rapporto! Lo so, Asahi, lo so di aver fatto una cosa scorretta nei tuoi confronti! Non ho passato un singolo giorno a pensare a come avrei dovuto redimermi da quanto orribile fossi. Ma QUESTO?! Drogarmi?! Con qualcosa che nemmeno sai cosa faccia?! E se mi avessi ucciso in quel momento?! E se non potessi più riprendermi?! "
" ax- "
Bam.
" TACI CAZZO! PER UNA UNA VOLTA NELLA TUA FOTTUTA VITA CHIUDI QUELLA CAZZO DI FOGNA! "
Tutto andò così in fretta. Asahi si ritrovò spinto per terra di lato. Cadde sul suo stesso fianco, quello dove vi era la pugnalata della piscina. Alzò il busto guardando per terra ed usando le mani per soreggersi. Axel non ci andò piano con quel pugno rifilatogli in bocca.
Una goccia di sangue sporcò il pavimento sottostante. Alzò una mano verso il labbro. Si guardò le dita: sporche. Del suo sangue. Quello era il suo sangue. Dal cazzotto di Axel. Che gli ha sfasciato il labbro inferiore.
Non reagì. Immobile. Come una statua.
Intorno i respiri profondi dell'altrx rimbombavano più forti che mai.
Axel realizzò solo dopo cosa avesse fatto.
Quello... Era sangue...
Sangue... Che ha fatto uscire lui...
Perché è stato... Violento... Ha colpito qualcuno... Fino a farlo sanguinare... Come... Suo padre...
Come... Suo padre...
Era violento.
Proprio come suo padre.
I respiri divennero affanni.
La visione a tunnel.
Il viso sempre più pallido.
La gola stringeva.
Il petto pure.
Fece due passi indietro.
Corse via.
" Axel! "
Chiamarono Hisa e Shiori, rincorrendolo. Hyosuke li seguì senza guardare indietro.
Asahi alzò lo sguardo.
Koharu era rimasta. Lo guardava con degli occhi così traditi. Sul punto di piangere mille fiumi. Ma non perché le dispiacesse. Piuttosto perché si sentiva presa in giro.
Asahi l'aveva presa in giro.
Sin dal primo giorno.
Non ha mai avuto intenzione di migliorare.
Solo pensare a se stesso.
" ko... haru? "
Fece due passi indietro. Scosse la testa.
" non chiamarmi... "
Strinse gli occhi pur di non piangere davanti ad egli.
" prima airi... ora te... "
Corse via.
Fu lì che Asahi veramente realizzò quanto bastardo il destino potesse essere.
Ed ora?
Era da solo.
Come è sempre stato.
_____________________________
" Axel! "
Chiamò Shiori, a capo del gruppo dietro di sé. Con passo svelto si avvicinò piano piano al creatore di effetti speciali, il quale stava camminando in maniera disequilibrata mentre teneva la testa bassa con le mani e bisbigliava senza alcun senso logico.
" fermati, ti prego! "
Le parole non riuscivano a raggiungerlo. Aveva solo un'immagine in mente: quella di un uomo alto, robusto e spaventoso, quello di una ragazzina ferita, in lacrime, nascosta dietro l'ombra del fratello pur di proteggerla. Quello che non sapeva era che suo fratello non sarebbe mai stato meglio di quel mostro. Anche lui ora lo era. Perché aveva fatto del male a qualcuno. Perché si era arrabbiato. Perché si era sfogato. Proprio come aveva visto in passato.
I piedi finirono nel suo stesso cammino e per poco non inciampò. Grazie al cielo Shiori lx colse per le spalle come sostegno.
" ehy, va tutto bene, ci siamo noi "
Come sempre.
Lo portò a sedersi sul pavimento del corridoio. Non il più ottimale dei posti, ma quello non aveva importanza. Tutti e quattro l'avevano circondato con i sguardi preoccupati e questo lo metteva un poco in soggezione.
" più lontani, shoo "
Fece la più grande. Hisa, Koharu ed Hyo fecero alcuni passi indietro.
" scusate- scusate- "
Disse xlx corvinx fra un affanno e l'altro.
" non so- cosa mi sia preso- scusate- "
Si mise una mano nei capelli.
Gli occhi spalancati e sconcertati puntavano per terra.
Era imbarazzato.
Era orribile.
" non ti scusare. Ne abbiamo parlato. Prendi dei respiri profondi "
Annuì cercando subito di fare come richiesto.
Dietro alle spalle di Shiori, i tre continuavano a dargli sguardi preoccupati.
Hyosuke si pettinò il ciuffo.
Koharu non smise di sfregarsi le mani in modo paranoico.
Akihisa invece si morse le unghie.
" andate- andate- sto meglio "
Non voleva farli preoccupare per in essere così dispregiativo.
Fece per alzarsi ma Shiori lo ributtò giù dalle spalle.
" no, prima ti riprendi, poi ti alzi "
Si guardarono negli occhi.
Axel, davvero, davvero, davvero, non voleva essere in quella posizione. Ma le gambe non rispondevano. Ma il respiro accelerava quanto il battito. Ma era impotente a tutto il resto.
" non voglio- scusa- "
" è per il tuo bene, per favore "
Non riusciva a pensare a nient'altro se non quanto violento fosse stato.
Aveva paura.
Paura di se stessx.
La spregevole sensazione allo stomaco di quella notte tornò, pronto a sputare l'intera anima dal disgusto, dalla frustrazione.
" ah! Al diavolo 'sta cosa! "
Esclamò Akihisa d'un tratto.
Cosa aveva intenzione di fare?!
Si incamminò via da quella scena.
Oh diamine, non ditegli che l'aveva fatto arrabbiare?
Effettivamente se non fosse stato per il pugno il piano non sarebbe andato all'altro mondo.
Era colpa sua. Era colpa sua. Era colpa sua.
Ed aveva ferito un altro amico.
Mise le mani davanti alla bocca pur di soffocare un urlo dalla frustrazione.
" Hisa! Dove vai?! "
" a fanculo! "
Rispose prima di sparire.
Shiori schioccò la lingua sul palato e strinse gli occhi, cercando di capire cosa fosse la migliore mossa da fare.
" Hyo! "
Si riferì al biondo.
" eh? "
" guarda Axel mentre sto via, intesi? "
Si alzò via dal fanciullx per andare verso Koharu.
" ci siamo noi, questo vale anche per te "
Le disse prima di sparire a cercare Akihisa.
" eeeh- aspetta- "
Realizzò fosse troppo tardi per riportarla indietro.
Abbassò il braccio inconsciamente alzato verso la via fatta dagli altri due.
Si morse il pollice dal nervoso prima di mettere entrambe le mani in testa e rovinarsi l'acconciatura dalla frustrazione.
" aaaaaaah- "
Si lasciò sfuggire nel mentre.
Dopodiché si avvicinò ad Axel.
" scusa "
Perché gli stava chiedendo scusa?
Non aveva fatto niente adesso e... Si era scusato per le sue azioni giusto qualche minuto fa.
Mh, forse perché si sentiva in colpa per lxi? Che Hyosuke meritasse quel trattamento e non Axel?
" fa schifo, 'sta roba fa schifo "
Quella sostanza quale ancora percorreva nelle loro vene faceva schifo. Di entrambi. Ebbene sì, Hyosuke comprendeva molto la situazione di Axel. Non lasciava momento di pace e rilassamento. Sempre attento dovevi stare, altrimenti il corpo ne avrebbe risentito. Diamine Hana, e questa la chiameresti l'invenzione del secolo?!
" va tutto bene, davvero "
Il corpo e tono tremanti dicevano tutt'altro. Il regista si parò davanti ad egli, inginocchiandosi alla sua stessa misura per tenere contatto visivo. Gli occhi eterocromatici erano ancora un po' persi, proprio come i pensieri del biondo su come affrontare una situazione del genere in maniera giusta.
Prima aveva intenzione di tenergli le mani come supporto. Quel tocco si trasformò successivamente in un abbraccio.
Si ricordò le parole urlate contro: "hai idea di quanto schifoso mi sia sentito fino ad adesso per via di quella roba? Quanti notte insonne ho passato a stare male?".
No, Asahi non ne aveva idea.
Hyo, d'altro canto, conosceva quella sensazione fin troppo bene. Se non meglio di Axel stessx. Era da giorni che non riusciva a chiudere occhio! Non solo per i ricordi ma per qualsiasi influenza avesse al suo corpo l'amenoseo! Quindi sì, gli dispiaceva un sacco immaginarsi tutta quella sofferenza ma con Axel.
" hyo- "
Lo chiamò all'inizio sorpresx. Dopo pochi istanti, si lasciò andare al calore ed il supporto offerto. Era stanco. Tutti loro erano stanchi. Sia fisicamente che mentalmente. Questa fu solo la goccia che fece traboccare il vaso. La prima volta quale credeva di aver superato il limite delle sue capacità. Questa era l'essenza del killing game. Portarti allo strazio, rinchiuso con persone nemiche, per poi spingerti a fare cose cui prima di allora non ti saresti mai sognato di fare. Era così che si erano sentiti Subaru, Dae-jung, Izumi, Valeria, Naomi e tutti gli altri?
Stava lentamente raggiungendo il loro livello?
Affondò la faccia sulla spalla dell'amico, volendo nascondere quelle che dovrebbero essere lacrime. Eppure niente non uscì. Perché era stanco. Stanco di piangere, di lamentarsi, di soffrire.
Era stanco di tutto.
Un altro paio di braccia lo avvolse, quelle di Koharu, quale invece stava piangendo al posto suo.
" scusa, scusa- "
Riuscì a spiccare fra un singhiozzo e l'altro.
" non avrei- dovuto- "
Raccontarlo così ad alta voce?
Ormai il danno è fatto.
Ormai tutto era rivelato.
Ormai Axel l'aveva colpito.
Koharu non si aspettò questa reazione.
O, almeno, non sapeva che reazione aspettarsi e questa era proprio... l'ultimo scenario immaginabile.
Le dispiaceva per Axel.
Le dispiaceva aver rotto qualcosa in lxi, anche se non fosse stata sua intenzione.
Ma in quel momento non ci stava vedendo altro che nero. Perché, Koharu, era stanca.
Stanca di tutto.
Un'altra volta, contro sua volontà, Axel tornò a singhiozzare avvolto da quelle braccia comprensive e accoglienti, quali non volevano abbandonarlo.
Un pianto senza lacrime.
Un pianto di frustrazione.
Un pianto di stanchezza.
_____________________________
Shiori voleva strapparsi i capelli a sua volta.
Cosa gli era presx all'improvviso da scapparsene via proprio quando un loro compagno necessitava pace e supporto?
Eh, Hisa?
Non stai proprio rendendo la vita facile a tutti facendo così.
No, okay, con calma, Shiori.
Ci sarà una spiegazione logica.
Non era da Akihisa fare così.
E la situazione aveva preso uno brutta piega per tutti.
Solo, riprendilo prima che combini qualche guaio.
Dopo aver cercato in lungo ed in largo, una parte di sé sentiva che la più probabile meta sarebbe stata la fontana, in giardino. E stranamente ebbe ragione. Il cartomante stava giusto seduto al bordo della grande vasca, dando le spalle allo spruzzo continuo. Guardava l'erba davanti a sé mentre giocava con dei sassolini trovati lì vicino. Più che arrabbiatx, sembrava pensieroso. Tirò un sospiro, braccia incrociate, prima di incamminarsi e sedersi vicino a lxi.
" che ti è preso? "
" niente "
" se questo è niente, non so come immaginarmi un 'qualcosa' "
Rispose ironica.
Akihisa tenne lo sguardo fisso.
Shiori cercò inutilmente contatto visivo. Dopodiché, si avvicinò un po' di più.
" dai, su, sai che non ti mangio "
Lo incoraggiò.
" sono solo... stanco "
" tutti lo siamo "
" cioè, ci provo ma non ci riesco "
Si mise a gesticolare.
" ogni iniziativa che propongo, intendo. Prima la storia dei turni, dopo la divisione delle stanze, adesso persino questo gruppo! "
Lasciò un sospiro irritato.
" nulla va mai bene "
" non è colpa tua- "
" lo so che non lo è! Mi dà fastidio ugualmente! È come se qualcuno lassù non ci voglia vedere felici! "
Si grattò la nuca fortemente.
" e non è giusto anche per il resto, ma c'è sempre il cretino di turno che rovina tutto! Seriamente?! "
Ancora era rimastx sotto shock dalla storia di Asahi. Soprattutto perché a quanto pare pure Sumire teneva ancora segreti lontani da Hisa stesso.
Prima le informazioni ed adesso questa informazione! Da quanto la teneva nascosta? Perché la teneva nascosta? Non si fidava di lxi per caso?! Era così inaffidabile da tenere tutto all'oscuro?!
" ho voglia- solo voglia di- AAASJFJAJD "
Si morse il bordo della manica pur di sopperire quei versi. Davvero, non c'erano parole per descrivere quanto frustrato fosse. L'unica cosa che volesse fare era rompere il primo oggetto nel suo cammino. Peccato non potesse né distruggere una fontana, né sradicare un albero. Però poteva sradicare l'erba sotto le suola delle scarpe. Si accasciò e tirò forte la base della pianta. Alcune radici uscirono. Poi lanciò tutto il più lontano possibile.
" okay, mi sento leggermente meglio "
Shiori non commentò ulteriormente la scena appena assistita.
" ... ho come l'impressione ci sia dell'altro "
" eh? "
" non reagiresti così se fosse solo questo "
" oh, sì, allora, vediamo: è esplosa una bomba, Asahi mi sta ufficialmente sul culo, ho fatto venire un attacco di panico ad Axel- "
" ti senti in colpa per Axel? "
Si zittì, guardando davanti a sé.
" ... un pochetto "
Tirò un sospiro.
" cioè, volevo aiutare e- quando l'ho visto agire così male- penso che dà una parte sia colpa mia perché tempo fa gli ho detto che andava bene arrabbiarsi "
Si ricordava chiara e cristallina quella conversazione.
" e, non dico che Asahi non si meritasse quella pugno - se fosse stato per me avrebbe persino un occhio nero - ma, cazzo, non avrei pensato questo sarebbe successo "
" è un po' quello che succede quando reprimi le tue emozioni "
Disse diretta l'altra, guardando in alto.
" cioè, capisco Axel, e credo che anche tu capisca come ci si senta a tenere tutto e poi scoppiare come in palloncino "
" ... già "
" ecco, non è successo solo perché avevi proposto l'idea. Era inevitabile. Sarebbe successo da un momento o l'altro. E forse è meglio se sia successo adesso che più tardi "
Annuì lentamente.
Si mise una mano in fronte, sbuffando.
" forse dovrei smetterla di fare qualcosa qui dentro "
Delle gocce di bagnato coprirono metà del viso qualche secondo dopo.
Si girò e vide Shiori con le dita tese, come se avesse lanciato qualcosa.
E lo rifece, bagnandolo con altre piccole goccioline.
" ma che fai- "
Mise la mano in acqua e lo spruzzò di nuovo.
" oooh- ma ce la fai? "
Si coprì il viso con le mani.
Ma l'altra andò avanti.
" ma la smetti?! "
" dovrei? "
" secondo te? "
" però ti sto cambiando? "
" se intendi che mi stai facendo incazzare: sì, molto anche "
" vedi, devi solo andare avanti a fare le cose. Prima o poi qualcosa cambierà "
Abbassarono le mani. Hisa rimase un po' di stucco a quel discorso.
" non smettere di fare le cose solo perché non ti riesce alla prima. Vedrai che col tempo cambierà e ci riuscirai. O, almeno, così dicono tutti nei film. Ed anche le mie sorelle "
" oh- mh- "
Si grattò la nuca.
" quindi? Nuova idea? Ti aiuto stavolta "
" ... beh, non abbiamo più delle camere. Dove dormiremo stanotte? "
" andiamo a discuterne con il resto. Sto cominciando a pensare che lasciare Axel con quei due non fosse la migliore delle idee. Sperando non si siano messi a piangere in tre "
Si lasciò scappare una risata.
" pff- nah, sono meglio di così "
Si ricredette quando notò la pozzanghera che in tre erano riusciti a combinare. Tutti sembravano un disastro in volto nonostante si fossero calmati da un po'. Gli altri due tirarono un sospiro mezzo deluso e Hisa prese la parola.
" ci proveremo lo stesso stavolta. Qualcuno ha preferenze dove dormire? "
" ma non è vietato dormire fuori dalle nostre stanze? Venom ci ammazzerebbe "
Fece notare la badante dei panda, giocando con una ciocca dei suoi capelli scompigliati.
" oh, fidati, ci vuole morti già da adesso. Non avrebbe fatto scoppiare la bomba altrimenti "
" effettivamente... "
" al diavolo le regole, in fondo son fatte per essere disobbedite "
_____________________________
Nulla.
Il vuoto più assoluto.
Lei era l'unica persona presente in quella enorme stanza.
Nemmeno la balla di fieno tipica dei film osava passare davanti ad ella pur di non disturbare la quiete da cimitero.
Nessuno.
Era da sola in quella stanza.
L'unica persona che osava muoversi fra le bare delle sue stesse vittime, un tempo persone cui lei doveva stare "care".
Per Hana, questa scena era come un blocco temporale. Nemmeno secondi passavano, tutto rimaneva uguale, solo lei era in grado di sprigionare qualche forza fra gli oggetti.
O forse era più la fine di un film dell'orrore? Quando il protagonista realizza di essere l'unico sopravvisuto del gruppo? Oh, oh! Meglio ancora: era il serial killer cui ha brutalmente ucciso tutte le vittime del film nelle maniere più stupide possibili poiché non ci voleva troppo ad acchiapparli. Erano entrati nel suo territorio per una stupida scommessa e mai più usciti. Lezione imparata: non disturbare l'orso nella sua tana.
Lasciò sfuggire una piccola risata a quel paragone. Era finita così giù che persino la visione di se stessa era talmente contorta? Si considerava davvero un essere spregevole?
Ma che essere spregevole! Quelli hanno ricevuto cosa si aspettassero. Chi era l'idiota che punzecchiava il pericolo pensando di scomparsela?
... Lo stesso cui non entrava in piscina da settimane oramai.
Quel luogo era diventato il suo rilievo di stress proprio perché sapeva che nessuno dei 'inferiori' - questo nomignolo l'ebbe iniziato ad usare solo di recente - avrebbe osato metter dentro un passo, impauriti di fare la stessa o simile fine a due dei loro compagni d'avventure. Questo per lei significava mettersi un costume - talvolta stare solo in intimo -, legarsi i capelli e immergersi nell'acqua, fredda se si trattasse della piscina, calda, come adesso, se si trattasse dell'idromassaggio.
Sì, in questi giorni aveva fatto il bagno in due dei luoghi più maledetti della struttura. Chiamatela pure pazza, ma l'acqua era purificante per lei rispetto all'opinione popolare. O meglio, era tutt'uno con essa.
Entrambe erano state sporcate in precedenza, sangue o ferite quali fossero.
Entrambe erano cambiate, 'pulite'.
Ma entrambe ancora portavano i ricordi indesiderati. Non importava quanto si pulissero, sarebbero ugualmente considerate sporche. Per sempre.
Prese un respiro a piani polmoni, abbassò il corpo dentro l'acqua bollente ed in continuo movimento. Dal mento in su il vapore colpiva cosa non era immerso. 'Concentrati sul calore' si ripeteva, nella speranza che una temperatura così alta potesse sostituire qualsiasi calore Haruki riuscisse a portare dentro il suo cuore. Ora Haruki non c'era, non aveva intenzione di cercarlo, si diceva arrangiare con questo. E le andava bene così. Anzi, doveva farsela andare bene così.
Mentre si forzava a rimanere immobile, i battiti del suo cuore iniziarono a rallentare, e la sensazione di calore si trasformò in un abbraccio avvolgente. Chiuse gli occhi, lasciando che l'acqua cocente la isolasse dal resto del mondo, il suo corpo sprofondava in uno stato di rilassamento profondo.
Uhm, come era nuovamente la storia del calore in relazione con il rilassamento? L'aveva letto in uno di quei libri riguardanti le cliniche mentali del 1800. Scientificamente, il calore estremo dell'acqua induceva il corpo del paziente a liberare endorfine, gli analgesici naturali del corpo. Queste sostanze chimiche agivano sui recettori del dolore, riducendo la percezione del disagio e promuovendo una sensazione di benessere generale. Inoltre, il calore aumentava la circolazione sanguigna, dilatando i vasi sanguigni superficiali e permettendo al sangue di fluire più liberamente. Questo processo aiutava a rilasciare la tensione accumulata nei muscoli e nelle articolazioni, facilitando una forma di rilassamento muscolare profondo che si diffondeva in tutto il corpo.
Si porse poi una domanda stupida: perché una temperatura troppo alta, al posto di rilassare, procurava così dolore? Dove stava il paradosso?
Secondo la sua esperienza, vi sarebbero stati danni ai tessuti. Le proteine e altre strutture cellulari nel corpo sono sensibili alla temperatura. Quando la temperatura supera una certa soglia - era attorno ai 45-50 gradi? - le proteine cominciano a perdere la loro struttura tridimensionale normale. Questo danneggia dunque le cellule e può portare a morte cellulare, causando bruciature e altre ferite. Inoltre, l'attivazione eccessiva dei nocicettori, i sensori di dolore nella pelle, invia segnali intensi di dolore al cervello come avvertimento di potenziale danno. La risposta infiammatoria locale che ne segue può intensificare il dolore e causare ulteriore disagio. Questi effetti non solo compromettono il benessere fisico ma possono anche perturbare l'omeostasi corporea, spingendo il sistema di termoregolazione del corpo al limite.
... O qualcosa fra queste righe secondo libri di medicina letti per noia. Non era diplomata in questa materia dopotutto, tantomeno era abbastanza grande per andare all'Università. Ah! L'Università, come se ci sarebbe andata sul serio di questo passo. Sin da piccola quel luogo è sembrato un utopia, un luogo solo per grandi ragazzi adulti e intelligentissimi.
Lei, sfortunatamente, non era intelligente. Aveva solo tempo libero e noia.
La morale? Quella vasca le stava facendo sia bene che male. L'impatto termico con la pelle la avvolgeva in un malefico abbraccio. Il derma chiedeva pietà mentre i muscoli perdevano la capacità di contrarsi. Una prigione senza fuga. Una sensazione famigliare di-
Di-
Con gli occhi chiusi, vide l'immagine di un grosso, alto, spregevole uomo e le sorridette in maniera malsana. Rise, anzi. Rise di lei, di quanto patetica fosse a cercare uno stato di prigionia dopo anni ad esserne sfuggita da un'altra. Le mancava così tanto? Per caso amava quei momenti di disperazione? Impossibilitata dal muoversi per via di ferite alle gambe e braccia legate? Per alla piccola Hana piaceva farsi del male?
Il cuore tornò a battere a velocità assurda, i muscoli si indurirono, la ferita fresca di un giorno bruciava come se fosse stata messa sotto acido.
" A- AAA- "
Si lasciò sfuggire mentre, ora impanicata più che mai al suo orribile ritorno, scalciò e nuotò fuori da quella pozzanghera di lava. Lo sbalzo termico freddo non aiutava affatto a calmare il respiro. Seduta sul bordo, strinse le braccia attorno a sé, premendo forte la benda, ora rossa, quale nascondeva un taglio profondo. Quello causato dal cartomante barbone quando ebbe cercato di farlo fuori con le sue stesse mani.
Proprio come aveva provato con Fukui, ma fallendo.
Proprio come aveva provato con Subaru, ma avendo successo.
In tutti e tre i casi, finiva sempre per farsi del male da sola.
In due di essi, le memorie di codardia e risentimento la perseguitavano e divoravano dall'interno.
Ed ora ogni ferita si riapriva, bruciando fino alle ossa.
Le braccia vi erano tagli di qualsiasi arma: coltelli, forbici, vetri, addirittura pinze e ustioni di oggetti in metallo o sigarette.
Lo stomaco e torace presentavano una situazione simile, solo che due delle cicatrici più grandi altro non erano il risultato di operazioni per restaurare la cassa toracica che marciava al suo interno.
Il makeup alle gambe si era sciacquato, rivelando mille cicatrici su polpacci, cosce ma soprattutto segni attorno alle caviglie. Erano un misto fra ustioni, segni di corde troppo strette, colpi di mazze pur di diloscarle e tagli pur di impararle una lezione a vita: mai scappare dal tuo aggressore, a meno che non voglia di peggio.
Doveva ammetterlo: odiava dal primo all'ultimo quei segni, perché non erano altro che prova della sua debolezza. Di come non fosse in controllo. E mai lo sarà.
Fissò l'acqua calda, rivelando due occhi spenti ed una faccia neutrale alla vista di essi. Una ragazzina oramai andata fuori di testa e senza speranza. Perché non era sotto controllo. Perché non riusciva mai a portare le cose al termine come voleva. Perché tutto doveva sempre andare male per lei.
Alzò un pugno e lo tirò verso la pozzanghera, tentando di colpire il suo riflesso per renderla così brutta.
Era un'idiota diamine! Una cosa avrebbe dovuto fare: mettere la bomba nei dormitori così che tutti morissero! E nemmeno quello è riuscita a fare, cazzo! Tutti quanti erano sopravvisuti! E lei ha fatto solo la figura dell'idiota.
Quando a trovato il corpo di Airi? Sapeva perfettamente che non fosse lei la colpevole dietro quello! E non sapeva se esserne fiera o meno! Perché qualcun altro, un certo qualcun altro, ha deciso di giocare fin troppo con quella fottuta pistola. E- e quindi non valeva.
Hana non aveva ucciso nessuno.
Hana ha fatto solo la figura della gallina.
Perché Haruki aveva insistito?
Perché era ancora lì?!
Doveva andarsene cazzo!
Non aveva bisogno del suo aiuto!
La sua presenza la faceva passare solo per una cretina quale senza il fratello era spacciata! Ma non era così! Hana era qualcuno anche senza di lui! Era capace di gestirsi da sola! ... Vero?
Dopo infinite ore seduta sul pavimento gelido, ossa indolenzite, si alzò da terra e si diresse verso i spogliatoi per cambiarsi nei suoi vestiti normali. Si arrese all'idea di ricoprire le cicatrici. Oramai non aveva senso farlo se continueranno a sanguinare fino alla sua morte.
Prima di uscire si guardò allo specchio. Un'immagine più chiara di quella distorta nell'acqua, quella di una ragazzina al commando. Di una dittatrice.
" sei in controllo "
Mormorò il riflesso.
" sei superiore a loro "
La rassicurò come una madre farebbe.
" la prossima volta, li farai fuori, vedrai "
La incoraggiò come una tutrice.
" basta soli essere pazienti ed aspettare il momento giusto "
_____________________________
Alla fine ebbero deciso di stazionarsi in sala cinema per questa notte. Perché non l'infermieria? Perché sarebbe stato un luogo troppo pericoloso a causa delle miriadi di medicine e armi scovabili. Meglio essere prudenti.
Koharu e Shiori avrebbero condiviso il divano, mentre gli altri tre usavano coperte e cuscini trovati ovunque per creare un letto sul pavimento. Non era proprio l'opzione più comoda, ma col tempo avrebbero dovuto abituarsi ad arrangiarsi qui dentro. L'importante è che nessuno stava da solo.
... Circa.
Questo pensiero aveva invaso la mente del cartomante, non rispondendo una volta che il gruppo si diede la buonanotte. Guardò invece il soffitto serix, internamente urlava che qualcosa era assolutamente sbagliato.
Non fu certo di aver chiuso occhio o meno per via dall'oscurità e non fu l'unico.
" ... qualcuno riesce a dormire? "
Domandò Koharu sottovoce.
" no "
Rispose lxi.
" nemmeno io "
Si aggiunse Hyosuke.
" m-mh "
E alla risposta di Axel, Shiori si alzò per accendere la luce, accecando tutti per i primi secondi. Xlx corvinx alzò il busto sfregando gli occhi.
" mi chiedo proprio perché "
Borbottò successivamente sbuffando.
Koharu tirò un sospiro.
" che dovremmo fare? "
Aggiunse.
Shiori e Akihisa scrollarono le spalle, a loro volta indecisi.
Hyosuke però sembrava voler dire qualcosa in merito.
" hyo? "
" no, niente, è stupido- "
" ma dai, spara! "
" no, davvero, lasciamo perdere "
" staremo bloccati tutta la notte se non dirai niente "
Avvisò la castana e l'altro mandò giù la saliva rumorosamente.
" potremmo guardarci un film "
Bisbigliò quasi sottovoce.
" siamo in sala cinema dopotutto... "
Fece notare, grattandosi il dorso della mano.
" effettivamente, ma che dovremmo guardarci? "
Ripensò alla dispensa di filmati che avesse visto tempo fa.
" parola ai giurati di Lumet! "
Tutti sbatterono le palpebre un paio di volte.
" e chi è questo mo? "
Il cuore in frantumi di Hyosuke fu come vetro appena rotto da dei massi.
" come fate a non conoscere Lumet?! Sidney Lumet?! "
" Sidney non era una città in Australia? "
Ennesimo colpo al cuore.
Tutti ancora perplessi dalla sua reazione.
" nemmeno te Axel?! "
Axel guardò altrove sentendosi leggermente offeso da quella domanda, seppur fosse chiaro che nemmeno un esperto di effetti speciali come lxi conoscesse quel nome.
Hyosuke si mise le mani nei capelli
" uno dei migliori capolavori del cinema in bianco e nero... e nemmeno quello conoscete... "
Borbottò affranto prima di affondare la testa sul cuscino.
" in bianco e nero?! Non ci sono film più moderni?! Perché non vediamo, non lo so, Kung Fu Panda 4! "
" per motivi di trama e spazio-temporali devo correggerti, Koharu: Kung Fu Panda 4 da noi non è ancora uscito "
" ow... "
Mise il labbro fuori in un broncio.
" ci sono dei giochi da tavolo nella stanza affianco "
Ricordò la corvina e a molti si illuminarono gli occhi.
" se volete vado io. Che gioco? "
Propose il corvinx.
" oh, oh! Monopoly! "
Propose la badante. Tutti concordarono a giocarci — persino Hyosuke nonostante la fitta al cuore.
Misero il campo, decisero le pedine e Shiori come banchiere perché era l'unica adulta, quindi per logica doveva sapere come funzionavano i soldi. Tralasciamo il fatto che non abbia nemmeno una carta di credito sua. Ha più di 18 anni? Sì. Basta come requisito.
L'aria attorno si fece nettamente più leggera per molti. Pensare ad un piccolo ed insignificante gioco faceva scordare dell'altro cui erano intrappolati da un mese oramai.
Meglio escogitare strategie per ottenere più case e soldi, piuttosto che pianificare trappole e morti.
Meglio finire in una casella della prigione, piuttosto che essere prigionieri della mente e corpo.
Meglio urlarsi contro insulti quando non si vuole cedere il proprio denaro, piuttosto che urlarsi contro per torti commessi.
O almeno questa è l'aria sprigionata attorno ad Hisa.
Lxi, invece, era ancora a riflettere su quell'orribile sensazione.
Non era certo come spiegarla, ma la mente gli gridava contro.
" hisa, tutto bene? "
Lo chiamò il creatore di effetti speciali.
Alzò di scatto il capo e osservò attorno a sé. Sbattè le palpebre un paio di volte, sbuffò e prese i dadi.
" sì, sì, scusate "
Non poté lanciarli poiché l'altrx mise una mano sopra il pugno.
" è la terza volta che fai così da quando abbiamo iniziato? "
Davvero?
" suppongo io abbia sonno "
Stiracchiò le braccia e fece un finto sbadiglio.
Nessuno se la bevve.
" ... non so come ben spiegarlo "
Ammise successivamente.
Era come se qualcosa mancasse, se qualcuno mancasse. Si grattò il mento, pensadoci su. Dopo si alzò dal tavolo.
" vado a cercare Asahi "
Tutti rimasero sorpresi.
Shiori lo fermò per il polso.
" che c'è adesso?! "
Gli fece segno con il capo di guardare il resto.
Axel e Koharu sembravano riluttanti all'idea, entrambi guardando altrove e abbracciando se stessi. Nonostante ciò, non erano intenzionati nel fermarlo pur di non sembrare cattivi.
Hisa, a sua volta, fu confuso se andarsene o meno.
" ... mi sento un po' un ipocrita "
Ammise.
" cioè, avevo detto che saremmo dovuti essere più riuniti e... Lo siamo, non lo letto in dubbio- però... Sì, non è lo stesso se non siamo TUTTI "
Cercò di spiegare.
" e non sto dicendo che Asahi sia perdonato, ma, ecco, non mi sento meglio a lasciarlx da solx la notte "
" non crediamo sia una cattiva persona a farlo "
Parlò Koharu.
" anzi, non dovresti nemmeno darti la colpa "
In che senso?
" non fai parte di questo discorso. Non sei tu quello a dover decidere. E poi, è una situazione complicata in generale quindi... Non ti si può dare torto se non ti senta a tuo agio al momento. Però... Uhm... "
Si fermò, giocando con una ciocca.
Borbottò qualcos'altro ma non fu comprensibile a nessun altro.
Hisa tirò un sospiro e lasciò stare.
" scusate, non volevo rovinare l'atmosfera "
" non e fa niente "
Lo assicurò la più grande di tutti.
Fu lì che Axel tirò fuori un mazzo di carte e glielo passò, lasciandolo confuso.
" so che hai perso il mazzo, e so che queste non sono proprio dei tarocchi. Ma magari ci puoi mostrare qualche trick per passare il tempo? "
Le afferrò ed aprì. Era un mazzo di Hanafuda, un gioco di carte assai popolare dalle sue parti. Erano pieni di disegni diversi e colorati, ognuno rappresentante un elemento della natura. Si lasciò sfuggire un piccolo sorriso.
" beh, se insistite così tanto, posso farvi una seduta con lo sconto del 100% su amici e compagni di prigionia oramai andati all'altro mondo con la testa "
Disse in maniera più ironica, mischiando il mazzo.
" no vabbè, i tarocchi tarocchi! Tarocchi al quadrato! "
Commentò poi Koharu e tutti quanti liberarono la tavola per fare spazio al più grande cartomante di tutti i tempi.
Anche con il mazzo sbagliato.
_____________________________
Cosa ci faceva Hyosuke nel bel mezzo della notte sveglio?
Non riusciva a dormire, semplice.
Ogni singola volta che chiudeva le palpebre, lasciandosi abbandonare alla stanchezza, i ricordi tornavano più devastanti del tentativo precedente.
Era come se lo facesse apposta. Aspettare abbasse la guardia per colpirlo dritto al cuore.
Era così che si sentiva lui ogni singola notte? Solo adesso comprendeva le occhiaie e la paranoia.
Persino il buio attorno portava sconforto e paura in sé. Come diamine facevano gli altri a dormire? E se vi fosse qualcosa che li guardasse? E se Hana...?
Alzò il torso, cercando di analizzare la scena intorno a sé. Gli unici respiri erano quelli del gruppo sdraiato vicino, il buio totale non rendeva nessuna figura nella sala cinema chiara, la gola era secchissima e l'aria era quasi soffocante dall'adrenalina che provasse in corpo.
Nessuna traccia del nemico... Vero?
Se non si sente, non significa non ci fosse.
Poteva starai nascondendo, tenendo il respiro e camminando proprio verso di loro.
E se invece fosse proprio davanti a lui, immobile ed aspettando solo il momento giusto per colpire?
Si alzò dal 'materasso' fatto di cuscini e lenzuola e si dirise verso l'uscita della stanza, usando gli oggetti intorno come guida attraverso il tatto.
" chi è..? "
Una voce stanca, Shiori, chiamò in mezzo della notte.
Hyosuke si paralizzó, realizzando dopo che fosse rifinito a lui.
" vado in bagno "
Annunciò seguendo la voce.
" mh... "
La corvina mormorò prima di muoversi fra le coperte.
Passati alcuni secondi di silenzio, andò avanti ed uscì.
Le luci dei corridoi si accesero da sole, come sempre, accecandolo per qualche secondo.
Si grattò gli occhi tirando un sospiro più calmo.
Non c'era nessuno. Nessuno lo stava cercando. Hana non stava tentando di prenderli.
Ora, dovrebbe tornare a dormire in santa pace, giusto? Non c'era alcun problema, quindi nessun pericolo.
Allora perché la sola idea di sdraiarsi lo faceva tremare?
In questi giorni, solo una persona era riuscito a farlo sentire al sicuro. Stranamente, da tutto il giorno che non l'ebbe visto. Cosa stava facendo? Non ha notato un'esplosione di tale calibro?
Si ricordò le parole di Koharu, di come incolpasse lui per aver sparato ad Airi.
Si riufitava di crederci, perché Haruki non era quello tipo di persona! Era meglio! Nettamente meglio! Forse la persona migliore di questo posto! Koharu deve per forza averci visto male!
Le gambe si incamminarono da sole verso l'unica stanza cui era certo di trovarlo: l'aula sorveglianti. No, aspetta- e se ci fosse Hana lì dentro? Non sarebbe camminare dentro la bocca del lupo? Ma quali altre possibilità aveva? Dove altro doveva trovarsi? Mandò giù la saliva, nervoso più che mai.
Girò gli angoli dei corridoi deserti, ogni volta con esitazione pur di non trovarsi una brutta sorpresa davanti.
Nel mentre, a mente viaggiava fra mille pensieri. Uno di tanti fu: perché Haruki dovrebbe calcolarlo?
Con quale scusa pensava di presentarsi? "Hey, scusa se ti disturbo, ma posso dormire con te?". Sembrava un bambino piccolo che cercava i genitori. Si sentiva così piccolo solo al pensiero e l'imbarazzo. Questo però non lo tirava affatto indietro nella ricerca.
Nelle vicinanze dell'atrio, lo trovò. Girato di spalle, Haruki si stava dirigendo verso il corridoi opposto, ossia quello della lavanderia e aula computer. Hyosuke aumentò il passo e lo chiamò.
" haruki! "
L'altro fanciullo si girò verso la sua direzione e, realizzando chi fosse, rimase paralizzato, dando a Hyosuke tempo di raggiungerlo.
" dove sei stato? "
Lo guardò preoccupato.
" hai sentito l'esplosione, no? Stai bene? "
Lo osservò, non notando alcuna ferita apparente in corpo. Una cosa positiva almeno. Fu lì che si fece coraggio.
" senti, uhm- so che può essere strano da chiedere- ma- "
" no "
" eh- huh? "
Haruki si allontanò dal ragazzo con passi all'indietro. Il suo sguardo? Pallido, spaventato.
Corse via.
" haru-ki? "
Perplesso, Hyosuke rimase fermo per i primi secondi. Lo seguì subito dopo, continuando a chiamarlo.
" haruki! Che hai?! "
Il castano aumentò solo il passo, non appena trovò una porta aperta ci fondò dentro, serrando con il suo peso l'accesso a chiunque.
Hyosuke bussò alla porta fortemente.
" ehi! Ci sei?! Che ti ho fatto?! "
Non capiva, era così male?!
No, qualcos'altro doveva essere successo! Ma cosa?
" ha-haruki ha- "
Buttò giù la saliva osservando la porta.
No, si rifiutava di crederci, non importa quanto ovvio fosse.
Haruki non ha fatto niente di male.
Haruki non avrebbe ucciso Airi, perché erano un gruppo.
Nessuno si capiva come loro.
Hyosuke sapeva che fossero gli unici a capirsi, quindi perché avrebbe dovuto strappare via l'unica fonte di sicurezza che avesse? Haruki non era una cattiva persona!
Bussò.
" ti posso aiutare, basta che mi lasci entrare! "
Lo poteva fare! Era disposto a fare questo per un amico! Sempre e comunque. Perché Hyosuke era l'unico che poteva capire i suoi problemi!
Bussò ancora.
" Haruki! Davvero! Sono qui per te! "
L'aveva aiutato, ora era il tempo di ricambiare il favore.
" lo intendo sul serio! "
Perché non rispondeva? Perché continuava ad allontanarlo?!
" non importa cosa tu abbia fatto! Ti perdono, okay? Ti perdono! "
Il fegato stava cedendo a quella orribile storia, al fatto che forse, Haruki l'abbia combinata grossa.
E non glielo avrebbe perdonato... Allora perché continuava a dirglielo? Era così disperato? Davvero, Hyo?
" ti voglio bene! Tutti noi ci vogliamo bene, ricordi? Quindi qualsiasi cosa tu abbia fatto son sicuro-"
Poteva davvero accettare una notizia del genere?
Che Haruki, lo stesso Haruki della notte scorsa, gli avesse strappato via la sua ultima speranza?
Il bussare si fece più debole.
Hyosuke voleva solo che aprisse la porta.
Era stanco di essere respinto, di essere solo. Era così tanto chiedere qualcuno? Era davvero così ridicolo senza Naomi? Era davvero così inutile senza una seconda persona al suo fianco?
" haruki- so che non sei stato te- airi- "
" VATTENE! "
Anche se separati dalla porta, il messaggio era cristallino.
Haruki non voleva il suo aiuto.
Hyosuke era inutile per Haruki.
La notte scorsa era solo pietà.
Pietà da quanto schifo facesse.
Probabilmente nemmeno aveva accettato la morte di Sumire e gliela teneva al collo adesso! Forse questo era solo un atto di vendetta per quello che le ha fatto! Forse era davvero colpa sua se Airi fosse morta!
La porta si aprì.
Hyosuke alzò lo sg-
BAM!
Il proiettile colpì il muro opposto, mancando il regista di qualche centimetro.
Un colpo di avvertimento.
Richiuse la porta.
Hyosuke cadde a terra, la sua vita passò davanti ai suoi occhi.
Non ebbe coraggio di muoversi, né parlare.
Haruki aveva... Davvero..?
" hyosuke?! "
La voce di Shiori lo raggiunse, preoccupata.
" che è successo? Non eri in bagno, scusa? "
Perché la gente continuava a parlargli se era così inutile?
Shiori lo aiutò ad alzarsi e portarlo a letto nuovamente.
Haruki, invece, rimase con le spalle dietro la porta. Una mano davanti alla bocca mentre con l'altra la pistola con tanto di grilletto pronto ad essere premuto. La gravità lo schiacciava, portandolo in una posizione fetale sul pavimento.
Perché lo aveva fatto?
Perché aveva sparato?
Era impulso, ma- perché ebbe continuato? Perché non riusciva a smettere?
Perché Haruki era solo uno sporco assassino, non meritava la pietà di nessuno.
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La mattina seguente era disastrosa quanto quella precedente. Soprattutto per Koharu, quale ebbe dormito malissimo.
Era... Stanca.
Tanto stanca.
Già non riusciva ad abituarsi a quello stretto divano condiviso con Shiori, oramai ci aveva messo così tanto a farsi comoda sul letto della sua camera.
Ed i pensieri non l'avevano lasciata un attimo in pace.
Koharu quella notte non dormì.
Koharu adesso desiderava dormire.
Koharu era stanca. Aveva tanto sonno.
Preferiva crollare piuttosto che provare quel peso immenso al petto.
Sdraiarsi su un comodo materasso, con un comodo cuscino, delle comode lenzuola e soprattutto nel indossando il suo comodo pigiama.
A proposito, dove era finito? Huh... Non si ricordava proprio l'ultima volta dove l'aveva lasciato. In camera? Sarebbe stato un problema poiché non ne avesse più una. Sperava sua zia non si sarebbe arrabbiata al riguardo.
Non voleva starsene in sala cinema col resto, starsene da sola era cui che neccesitava.
Si grattò un occhio ed aprì la porta dell'infermieria, quale si riscontrò con due bei letti ordinati. Come mai non avevano dormito lì? Aah, Shiori ebbe detto qualcosa sul "Hana potrebbe arrivare". E chissene frega? Quei lettini bianchi candidi non sono mai stati così invitanti. Sembrava possedere voce propria, chiamavano il suo nome come un incantesimo. Eppure sapeva benissimo che non si sarebbe goduta l'esperienza per via di incubi.
Passò davanti ad uno specchio dell'armadietto. Si guardò. Una ragazza di non appena il metro e cinquanta, capelli castani, disordinati, slegati apparte due codine frontali, e occhiaie più nere del carbone. Era come un'estranea. Non riconosceva il suo stesso corpo.
Continuò il percorso fino ai cassetti e si mise a cercare per.... Qualcosa. Li aveva visti tempo fa ma mai presi. Non credeva sarebbero tornati utili. Soprattutto a LEI, fra tutti quanti. C'erano altre persone con difficoltà a dormire. Pensare di far parte di una di loro... Koharu non ci avrebbe mai scommesso prima.
Eppure eccola lì, con quella scatola di orsetti gommosi alla melatonina, di quelli che si prendono per aiutarti a dormire. Il pacchetto non era ancora stato aperto. Provò a leggere le istruzioni di dosaggio dietro. Una iniziava ad avere effetto dopo un'ora. Troppo tempo. Ne prese tre. Ci avrebbe messo di meno a colpire.
Doveva ammettere, rispetto alle medicine normali al gusto di fragola, queste erano davvero buone. Non li avrebbe comprati come caramelle, ma come medicinali non se ne lamentava.
Fissò il pacchetto. Intensamente. Leggeva quell'etichetta mille e poi volte.
"Non prendere più della dose prescritta, consultare un dottore".
Perché? Cosa sarebbe successo se ne avesse mangiata una in più? O due? Erano caramelle dopotutto, no?
Le medicine facevano schifo.
Questo orsetti erano la sua salvezza.
Come non avrebbero dovuto prenderli?
E poi... Anche se succedesse qualcosa di male... Non era poi così grave... No?
Insomma, non era da sola dall'altra parte. Airi sì però. L'aveva lasciata. Quindi... Magari... Mangiarsi tutto quel pacchetto di caramelle non era una brutta idea.
Il momento prima vide lei stessa ferma nella stanza, in mano quel contenitore piccino.
Quello dopo era invece una fanciulla dai lunghi capelli biondi che buttava giù quintali e quintali di pillole. Bianche, rosa, blu, verdi, gialle. Cosa non c'era nella sua mano e bocca.
La disperazione.
L'arresa.
La voglia di farla finita.
Si era sentita così tempo fa rinchiusa in quel camerino?
Cazzo... Faceva male... Tanto male...
Strinse la presa.
Buttò il contenitore di medicinali dentro il cassetto.
Non fiatò. Non voleva nemmeno vederle. Mille e più angolazioni di quello scenario sarebbero comparsi nella sua mente. Della ragazza bionda che eseguiva l'azione dopo all'arresa: la morte. E le voci nella sua testa la incintavano a fare lo stesso, perché tanto non aveva niente da perdere.
Il fiato si fece più pesante.
Strinse i pugni fino a rendere le nocche bianche e ficcare le unghie nella carne. Fissava in basso, spalle girate a quel cassetto. Gli occhi bruciavano. Sbattere le palpebre? Nemmeno per sogno.
Era colpa sua, era colpa sua, era colpa sua.
Se è morta, era solo colpa sua.
Era lì, poteva fare qualcosa.
Invece è stata una stupida! Un incapace! A scaldare il posto serviva!
Urlava e si scatenava come una scimmia! Niente di utile ne era uscito! Ed ora era morta! Morta!
Portò un pugno alla faccia, cercando di asciugare le lacrime.
Fu lì che sentì un tocco familiare e stregato sulle spalle. Quello di tutte le sue bulle. Quello di Rieko. Se la ridevano sotto i baffi, lo sapeva. Perché godevano della sua miseria. Aveva cercato di essere forte fino ad ora, davvero, ma era crollata. Così aveva solo dimostrato che avessero ragione: era una nullità, non meritante di un titolo Ultimate. A quel paese il titolo! È solo colpa di questo se fosse in questa situazione in primo luogo!
" saresti meglio sei piedi sottoterra, almeno faresti spazio a persone meritevoli di stare qui "
Cosa ne sapeva lei di meriti?!
Chi era lei per decidere vita, morte e miracoli?!
Odiava quella vocina fastidiosa! Con tutta se stessa! Allora perché le stava dando retta?
Le stava dando retta?
Koharu, sei un'idiota!
Non darle retta!
È una smidollata!
Ma ha ragione!
Se qualcuno di più capace fosse stato al posto mio, non sarebbe morta!
Se qualcuno di più capace sarebbe stato al posto mio, non avrebbe fatto quella sceneggiata!
Se qualcuno di più capace avesse capito subito che ad Asahi non è mai importato nulla degli altri, non avrebbe il cuore spezzato!
Perché sì, faceva male.
Faceva male sapere che dopo tutto quello quello che ebbe fatto per lxi, continuava ad essere egoista.
Perché ormai tutti sono dei cazzo di egocentrici in questo fottuto mondo!
Pensano solo a se stessi! Ai loro obbiettivi! Ai loro desideri! E te, Koharu? Ti prenderai sempre la parte del ramo più corta. Perché credi nella bontà della gente.
Alzò il pugno.
Perché sei una stupida, misera, fallita.
Lo lanciò di piena forza sul muro vicino.
Perché sei un'immeritevole idiota.
Prese quello opposto e colpì lo stesso punto.
Perché non hai alcuna speranza e mai l'hai avuta.
Riprese a colpire con il primo.
Uno e due.
Uno e due.
Uno e due.
Colpiva, colpiva, colpiva.
Voleva vedere un diamine di buco in quel muro!
Ma cazzo se il materiale fosse duro!
Bam, bam, bam.
Ancora.
Bam, bam, bam.
Colpisci.
Bam, bam, bam.
Fino a vedere quel buco.
Fino a tirare fuori il peggio di te.
È quello che sai fare meglio, no?
Eppure questa volta non l'hai scagliato contro qualcuno che consideravi "meritevole" di tale dolore.
Oppure sì, se consideri te stessa un "qualcuno"?
Te lo meritavi quel dolore come punizione?
Come prova della tua stupidità?
Perché lo sei.
Sei stupida, Koharu.
Una grande, fottuta, stupida.
" AAAAAAH-! "
L'ultimo pugno fu leggero.
Oramai i dorsi erano rossi.
Le nocche nere.
Sbatté questi ai lati del lago di sangue schizzato sul bianco muro.
La fronte si porse sotto di esso.
Strisciò lentamente verso il pavimento, le gambe ormai cedute alla gravità.
" ah.... aaaah... - "
Faceva male?
Diamine se faceva male.
Faceva tanto, ma tanto male.
Sia fuori che dentro.
Ora tutta la sua esistenza era solo dolore.
" perché... non ti... rompi..? "
Tirò su col naso mentre singhiozzava.
Le lacrime cadevano giù come cascate.
Si lamentava ad alta voce, attaccata a quel muro come se fosse il suo unico conforto. Nonostante avesse provocato così tanto dolore.
Se si fosse vista in faccia adesso, si sarebbe tirata uno schiaffo da sola da quanto infantile sembrasse.
" vi... odio... "
Non era vero.
Ci sperava lo diventasse.
Se ripeti tante cose prima o poi diventeranno realtà, no?
Così funzionava Shini Goro, no?
Quindi anche lei ci sarebbe riuscita, no?
Non sa quanto rimase lì, a piangere.
Ma finalmente una nuova sensazione la colpì. Sentiva il cuore più leggero, la pelle d'oca dal freddo, gli occhi più pesanti. Stavano... Facendo effetto? Adesso? Dopo tutto questo si meritava ancora di dormire?
Ah, chissene.
Voleva dormire.
Voleva tanto dormire.
Sdraiarsi e dimenticarsi tutto quanto.
In pace nel mondo dei sogni.
Su una nuvola bianca e morbida.
O almeno così descriveva il materasso sottostante del lettino più lontano dell'infermieria.
Si mise di lato, allontanando più possibile le mani dal resto del corpo, come se aiutasse a provare meno dolore.
Diamine, le mancava una coperta sulle spalle ma... Neanche se la pagassero si sarebbe alzata adesso.
Chiuse gli occhi lucidi e rossi piano piano. Per un attimo, quasi sembrò vederla, preoccupata per l'altra nel prendersi il raffreddore.
" ai... "
Ma era solo la sua immaginazione.
Perché non sarebbe più tornata.
_____________________________
Non c'era nessuno fra i corridoi.
Nemmeno la sua di anima, o coscienza, o qual che vogliamo chiamare fosse stato appena svuotato di qualsiasi sensazione lo tenesse vivo, vi era.
Era come... Un corpo morto.
Senza essere effettivamente morto.
Huh, c'era della famigliarità in quelle parole, in quel vuoto.
Ma non era legato.
Ma non aveva pianto.
Ma non si scatenava in cerca di libertà.
Trascinava in giro come un corpo morto.
Tutto pizzicava, anzi, faceva male.
Come punture da mille e più aghi.
Quelli più spesso e forti conficcati sotto le bende rosse.
Le mani addirittura erano di un colore preoccupante fra il rosso ed il blu, mostrando le vene fin troppo chiaramente.
Il viso? Pallido. Assente totalmente di sangue. Dopotutto era andato tutto fuori da ogni apertura presente sui arti. Trattato fino a consumare le unghie. A proposito di quelle, ora più corte, irregolari da quanto le avesse morse in preda all'ansia, sotto alcune si ritrovava del rosso, addirittura scuro in crosticine.
Di pensieri da scrivere, come citato prima, non ce ne sono. Perché non pensava. Camminava e basta. Verso qualche parte. Qualcosa. Qualsiasi cosa che gli avrebbe provocato un brivido. Felicità, tristezza, rabbia, paura. Era nell'essere umano il provare. Senza, sarebbe utile quanto spazzatura. Ecco perché Asahi cercava qualcosa che gli facesse provare. Per tenersi vivo.
Ed i suoi passi lo portarono in una stanza perlopiù bianca. Vi era un letto davanti. Uno famigliare su cui vi sdraio per alcuni giorni a causa di una ferita. Quello che non sapesse ai tempi? Era solo la prima di tante. In giro scaffali e cassetti e affianco al materasso un divisore.
Questa stanza gli faceva provare qualcosa di debole.
Nauseabondo.
Ma così fragile da rompersi prima ancora di crearsi.
Alzò leggermente lo sguardo incollato a terra, camminando dritto verso un cassetto. Lì dentro c'erano delle bende se non si sbagliava. Avrebbe dovuto prenderle? Qualcuno cui si fosse preoccupato per lxi gli avrebbe detto di sì. Ma c'era veramente lì dentro dopo l'ennesima cazzata combinata e scovata?
Fissò quel cassetto già aperto dimenticandosi di respirare. Immobile come una statua. Bende, medicine, bisturi, tutto così famigliare. Tutto al servizio del pubblico per curarsi. Ma che senso aveva curarsi, se poi si finiva nuovamente per ferirsi? Che senso aveva curarsi, se tanto tutti sarebbero morti prima o poi?
Girò i piedi ed il resto del corpo lo seguì a ruota verso l'uscita.
Finché la paura non gli diede la pelle d'oca alla visione di quel muro.
Muro prima bianco, ma ora rosso.
E Asahi conosceva fin troppo bene quella tonalità di rosso.
Di sangue fresco.
Pari ad una scena del crimine, al centro era più scuro e verso i bordi si riconoscevano segni di mani e dita, mentre nella parte più bassa quest'ultime strisciavano fino a raggiungere il terreno.
La bocca si spalancò e si girò dall'altra parte.
Dietro, dove vi era il secondo letto coperto dal divisore, una famigliare figura dai capelli castani sciolti sdraiava e dormiva profondamente su un fianco. Le mani? Sporcavano dello stesso rosso il materasso bianco sottostante.
Koharu stava sanguinando.
Xlx fanciullx si avvicinò, la prese da una spalla ed iniziò a scuoterla:
" koharu? "
Nessuna risposta.
Afferrò il suo braccio e lo alzò, guardando più vicino la ferita, la pelle sulle nocche rovinata. Cosa le era successo?! Perché le era successo?!
" koharu?! "
La scosse nuovamente, preoccupazione prendeva sempre di più il sopravvento.
Eppure nulla da fare, non apriva gli occhi.
Respirava a pieni polmoni, batteva il cuore a ritmo lento.
Ma non rispondeva.
Fu lì che alzò gli occhi, in cerca di un rimedio, che ritrovò una confezione famigliare di orsetti gommosi appena aperta. Non era mai stata usata prima d'ora. Quindi... Quindi Koharu le aveva... Prese? E quante?! Cioè- sembra non mancarne quasi nessuna ma- non ha preso altro? E come si spiegava quelle ferite sulle mani?!
Per quale motivo Koharu avrebbe dovuto farsi del male?
La mente fece un click istantaneo.
Dai, Asahi, dillo. Lo sai benissimo perché l'ha fatto. Fin troppo bene. Che senso ha nasconderlo?
Si era fatta male perché soffriva da prima, dalla morte di una persona che tanto odiavi ma lei amava.
Se non ancora più prima, addirittura precedentemente al killing game.
Ti aveva raccontato la sua storia una volta. Ancora te la ricordi?
Un padre assente, una madre stressata, prese in giro a scuola ed espulsione ingiusta.
Ed ora l'unica persona che considerava amica le aveva voltato le spalle.
Non l'aveva consolata.
Non si era nemmeno scusato al riguardo.
Niente 'mi dispiace per la sua morte'.
Solo l'indifferenza più totale.
Come si sarebbe dovuta sentire a mettere in dubbio i suoi stessi sentimenti?
Magari fosse solo questo.
No, non lo era.
Era solo la goccia che fece traboccare il vaso.
Era solo la punta dell'ice berg.
L'aveva detto pure lei prima, no?
Non era la prima volta che combinava casini.
Era la prima volta che vedeva altri a cui teneva pagare per le sue conseguenze.
Era la prima volta che si sentiva in colpa per chi avesse intorno.
Si sentiva in colpa per chi loro avessero intorno.
Lxi.
Mai e poi mai avrebbe immaginato di poter causare così tanto dolore, ad una persona come lei soprattutto.
Si abbassò a livello del materasso.
" koharu... "
Mai e poi mai avrebbe immaginato di incontrare una persona come lei.
Si sdraiò al suo fianco.
" koha...ru... "
Mai e poi mai avrebbe immaginato di diventare amico di una persona come lei.
Da dietro, l'abbracciò come non avesse mai fatto prima d'ora, impaurito di lasciarla andare.
" ci sono per te "
Non farti del male per colpa mia.
" ci sono, te lo prometto- qualsiasi cosa accadrà "
Per favore, non farlo mai più.
" scusa, scusa, scusa - "
Non soffrire per colpa mia.
" anche se non mi perdonerai. scusa. "
Perché nessuno dei due se lo merita.
" ti voglio bene "
Koharu non meritava di soffrire per causa di Asahi.
" tanto, tanto bene "
Asahi non meritava qualcuno che ci tenesse così tanto.
" sei la mia migliore amica, per sempre "
Era la sua migliore amica.
Ora, solo estranei.
E Asahi deve dire addio, per la seconda volta, alla persona più importante della sua vita.
Si alzò con tanta esitazione, tenendo gli occhi chiusi pur di evitare che lacrime scappassero. Non meritava di piangere.
Lui, fra tutti quanti in quella situazione, era l'ultimo che doveva piangere. Eppure non poteva farci niente se, in fondo, era un piagnone tornato all'asilo, quando tutti lo prendevano in giro al riguardo, assieme alla sua timidezza.
Prese le bende rimaste e fasciò i pugni quanto meglio potesse. Fermò il sangue almeno.
Non sarà molto per alcuni, ma per Asahi era tutto.
Era il suo unico modo di dire "scusa per esser stato un amico di merda".
Perché lo è sempre stato.
Sin dal primo giorno.
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Dove l'aveva messo, dove stradiamine l'aveva messo?!
Guardò attorno a sé la decorazione soffocante che quella stanza creasse.
Per quanto Hana si ripeteva che avesse più spazio, l'assenza di Haruki le faceva credere tutto il contrario.
Certo, aveva due letti.
Certo, aveva più spazio.
Perché la spazzatura aumentava senza fine?
Perché ogni passo era cauto pur di evitare pezzi di vetro affilati?
Perché l'aria era consumata il triplo del normale?
Una persona viveva lì! Lei! Non poteva fare più casino di due! Non era matematicamente possibile!
E, peggio ancora, aveva perso il braccialetto che suo fratello gli avesse regalato tempo fa! Wow, ottimo! Ci mancava solo che la struttura le collasso addosso!
Si mosse avanti ed indietro per la stanza, crollò ogni singolo scaffale e cassetto esistente, giri e rigiri ma nessuna traccia del piccolo gioiello di poco economico valore. Eppure nonostante quel basso prezzo, per lei valeva più dei più grandi diamanti esistenti.
Questo lo riportava alla domanda frustrante di prima: se avesse inestimabile valore, come diamine ha fatto a scordarsi dove l'ebbe riposto prima di andarsene in piscina?!
Oh, quanto si stava maledicendo in quel momento per la stupidità crescente nel cervello!
Scaffali, casetti, sotto vestiti.
Dentro i cestini, sotto i sacchetti, sopra i mobili.
Cerca, cerca, cerca.
Non c'era punto cui il naso non avesse ancora incontrato.
Eppure quel gioiello era scomparso dal nulla!
" AH! "
Sbatté una mano aperta sulla scrivania cacciando un urlo dalla frustrazione.
Il palmo provò la sensazione di mille e più aghi perforarlo al centro con grande affilattezza. Come se fosse appena stata tagliata da qualcosa.
Si paralizzò a ciò. Il corpo segnalò brividi dappertutto. Morse l'interno della guancia. Girò il palmo tremante. Aprì il pugno. Sangue fresco colò. Sul tavolo fu un pezzo di vetro di una fiala precedentemente rotta per uno scatto d'ira. Si fu scordata di ripulire, di nuovo. Ora un casino peggiore le toccò osservare.
Portò le labbra dentro la bocca. Per quanti dolori atroci avesse provato sulla sua pelle, questo ancora riusciva a distruggerla e portarla sull'orlo dell'oblio. Non ce la faceva. Non ne poteva più di vedere ferite riaprirsi sul suo corpo. La mascella tremò senza sosta. Le prime lacrime scesero come fiumi.
Che idiota! Che ingrata! Che ridicola! Cosa pensava di ottenere piangendo in quel modo?! Il braccialetto non sarebbe comparso magicamente di questo passo! Non aveva più 5 anni! Non era il punto più basso della sua vita! Non stava soffrendo come una volta! Allora perché voleva piangere così tanto?!
Idiota! Idiota! Idiota!
Strinse il pugno e lo alzò nuovamente.
Colpì la superficie una seconda volta, ora con più violenza.
Se avrebbe pianto, lo avrebbe fatto per un motivo valido.
Meglio piangere per una mano rotta che un semplice graffio.
Aveva senso, perché uno era peggio dell'altro.
Colpì una terza volta.
" AAAAAAAA- "
Ed una quarta.
Ed una quinta.
Ogni volta prendeva tutta la forza corporea e la scagliava in quel mortale gesto.
Le nocche divennero rosse e poi viola, i vasi sanguigni sprigionati ma intrappolati sotto la pelle.
E, cazzo, se facesse un male cane.
Ma non era abbastanza da meritarsi quelle lacrime. Aveva sofferto per peggiori ferite. Tutti questi anni l'avevano rammollita così tanto?
Si inginocchiò davanti alla scrivania, le braccia e testa sdraiate sulla superficie lurida di quello che dovrebbe ricordare il legno, e le ascelle incastrate sul bordo come pezzi di un puzzle. Il viso affondò sulla lastra mentre lacrime creavano una pozzanghera.
Dietro le spalle poteva sentire una presenza familiare.
Una mano grande, fredda, terrorizzante, quale cercava di confortarla in quei momenti.
La stessa mano che pochi secondi fa l'aveva presa a schiaffi, pugni, calci, persino coltellate e ustioni.
La mano del suo diavolo, mascherato come il salvatore malsano, solo perché Hana altro non era che una ragazzina senza futuro, senza famiglia, e dunque facilmente approfittabile. Il suo caro "papà".
Non era l'unica mano.
Un'altra, poco più piccola e calorosa, accarezzava la testa in maniera rassicurante. La stessa mano del ragazzo avesse ucciso con le sue stesse mani, quando ebbe chiesto pietà e perdono. Subaru non meritava di morire, soprattutto per mano di una lagnona come ella. Perché non si era ammazzata quando ne ebbe avuto il tempo? Perché non lo fa adesso?! Cosa la respingeva dal togliersi da questa Terra dove oramai nessuno più la voleva!
Il palmo intatto andò a toccare prima la superficie e poi la tasca.
Tirò fuori il suo telefono cellulare. Quello che avrebbe usato solo in caso di emergenze.
E questa era una di quelle.
Cliccò sul suo contatto e portò lo schermo sull'orecchio.
Beep, beep, beep.
" la persona che hai chiamato non è al momento disponibile. Per favore, lascia un messaggio dopo il segnale acustico "
No, no, no, no, no-
Rispondi, rispondi, rispondi-
Per favore tutto ma non farle questo.
Aveva bisogno di qualcuno, di qualsiasi persona!
Tutti tranne che Haruki!
Ricliccò il contatto.
Beep, beep be-
" un attimo, lasciatemi un attimo per favore "
Una voce fin troppo famigliare sostituì l'altra lo squillo.
Hana d'istinto alzò il capo, cercando di asciugarsi il viso.
" ehi- "
" chi è? "
Oh, vero. Non aveva salvato il suo numero per queste evenienze. Non si sapeva mai cosa polizia poteva trovare incriminante.
" s-sono io, Hana "
" cosa succede, Hana? "
La voce seria che tentava di contenere la preoccupazione quasi le portava una sottospecie di conforto. Anche se sapesse fosse indirizzato al piano e non lei come persona.
Non rispose. Le parole morirono in gola.
" tutto bene? "
Provò ad aprire la bocca ma niente uscì.
Un sospiro disperato fu udibile dall'altra parte.
" ascolta, tesoro, sono nel bel mezzo di interviste e se non hai niente da riferirmi mi tocca chiudere qui ed in fretta prima che qualcuno si insospettisca. Mi capisci, vero? "
Certo, ovvio, lo capiva.
Si erano divisi i compiti in quel modo dopotutto.
Lei e shini goro qui dentro.
L'altra persona invece fuori.
Annuì, non realizzando non potesse vederla.
" Hana? "
Si lasciò sfuggire dei singhiozzi.
" ei- ei- stai piangendo? Prendi dei respiri profondi "
Le voci in sottofondo si fecero sempre più silenziose, allontanandosi in un luogo più appartato.
Hana però non cessava.
" ascoltami, okay? Ci sono io. Prendi un respiro profondo e calmati "
" n-non- non- ci ries- "
Tirò fuori fra un pianto e l'altro.
" okay, uhm, allora, Haruki non sta con te? "
La situazione peggiorò solo, ma la persona dall'altra parte non sembrava lanciare più di tanto.
" ascoltami, okay? Prendi un bel respiro e al mio tre lascì tutta l'aria nei polmoni. Puoi fare questo per me? "
Annuì prima di mormorare "mh-mh"
Vi fu un primo respiro, poi un secondo, un terzo e ora stava già più calma.
" ricominciamo da capo: cosa succede? "
Esitò.
" puoi venire qui? "
" ... Hana ne abbiamo già parlato- "
" per favore! Ti prego! Non ho nessun altro e- e- "
Mise il labbro inferiore fuori cercando di contenere la seconda ondata.
" perché dovrei? Cosa ti ha fatto pensare questo? "
" per favore! "
" Hana- "
" ti prego! "
" cerca di capire- "
" non ce la sto facendo, è tutto così- orribile qui dentro- "
" lo so, ma abbi pazienza "
" non ci riesco! "
" e cosa dovrei fare? Lasciare tutto e venire lì come se niente fosse? "
Tirò su col naso.
" n-no, però... "
L'ennesimo respiro frustrato trapassò le sue orecchie.
" ... forse trovo un buco in questi giorni. Non prendere questo per certezza. Ma ci proverò. Mi prometti che la smetti di piangere adesso? "
" mh-mh "
Già questa piccola possibilità era riuscita a metterle il cuore in pace, ora respirando normalmente.
" e che sia l'ultima volta. Già ho dovuto saltare un evento per consegnarvi le bombe. Una terza e tutto quanto va giù nel gabinetto. Mi sono chiarito? "
La voce tornò autoritaria e seria.
Qualcun'altro chiamò il suo nome dall'altra parte del telefono.
" ci vediamo "
Chiuse in faccia prima ancora che potesse rispondere.
Fu lì che Hana alzò lentamente la schiena, scordandosi della posizione scomoda in cui era finita.
Ora la spina dorsale era completamente raggrizzita.
Si inchinò indietro, facendo un passo altrettante.
Crack, andò a schiacchiare qualcosa.
Della spazzatura pensava.
No, era il braccialetto che prima cercasse.
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Buon pomeriggio!
Apparte le solite considerazioni, non ho altro da aggiungere.
Se avete commenti aggiuntivi, ditemi pure 💕
E spero il capitolo vi sia piaciuto <3
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