❱ 𝗖𝗛. 𝗩, 𝗔𝗖𝗧 𝗜𝗜: 𝖴𝖭𝖶𝖠𝖭𝖳𝖤𝖣 𝖢𝖮𝖬𝖤𝖡𝖠𝖢𝖪 ❰
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Attenzione: in questo capitolo vi saranno scene esplicite di vomito. Essendo che qualcuno mi avesse avvisato della sua sensibilità, questo avviso è stato creato apposta. Questa volta non vi saranno i soliti asterischi (*) poiché la scena contenente questo contenuto è la prima che leggerete
Una volta finita, ovvero vi sono le linee segnalanti il cambio di scenario, si può continuare a leggere tranquillamente.
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" SMETTILA- SMETTILA- "
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Hyosuke non era l'unico a soffrire.
Oh no, c'era gente che si sentiva uno schifo ancora prima di lui. Col tempo speravano sarebbe passato... Allora perché non passava?
Axel si contorceva dallo sconforto che lo stomaco continuava a procurargli. Non sapeva che ore fossero, se non che si trovassero durante il night-time. Fino ad ora non ha fatto altro se non rovinare il materasso sottostante da quanto continuasse a muoversi, in cerca di una posizione che gli avrebbe dato tregua per almeno qualche ora di sonno. Perché, diamine, stava morendo dal sonno. E dal mal di stomaco. Non pensava di avere le forze per alzarsi e cercava di soffocare ogni lamento con le mani, non volendo svegliare Akihisa, xlx quale dormiva dalla parte opposta dello stesso letto. Anche se la regola di dormire in coppie era andata a quel paese, loro due ebbero deciso di mantenerla per... evenienze.
Questa era una di quelle.
Ma Axel si rifiutava di voler disturbarlo nel sonno. Almeno lxi si meritava di dormire un po'. E poi non era un problema di Akihisa, solo di Axel.
Quindi ora non faceva altro se non raggomitolarsi su se stesso, sperando il dolore passasse.
Passò un minuto.
Dopo cinque.
Poi dieci.
Ancora una ventina.
No, in realtà non sapeva quanto tempo passava.
Per lxi un minuto equivaleva ad un'ora.
Non riusciva più a sopportare niente.
Strinse gli occhi e mise una mano davanti alla bocca, mentre l'altra abbracciava lo stomaco.
La saliva era più densa, addirittura estranea quando toccava la lingua.
Il corpo tremava e certe volte spasmi lo facevano muovere senza preavviso. Andò a sbattere il piede verso qualcosa ma non ebbe la concentrazione per investigare.
Il momento dopo una voce lo chiamò.
Era stanca, ruvida. Era Akihisa. L'aveva appena svegliato.
" Axel? "
Non rispose. Se avesse aperto la bocca tutto tranne che parole sarebbero uscite. E naturalmente l'altro si preoccupò. Lo scosse per una spalla.
" oi, tutto bene? "
Panico si insidiò nel cuore di entrambi.
L'albino si alzò dal letto e corse dalla parte dell'amico, accendendo la luce. Rimase scioccato a vederlo in quella posizione timida, sudato, tremante come non mai.
" bagno? "
Axel annuì, per quanto potesse.
Akihisa lo aiutò ad alzarsi e, con una mano attorno alla spalla, trasportarsi nel luogo richiesto.
Si inginocchiò davanti al gabinetto, le mani tenevano stretta la tavoletta mentre ansimava. Lo stomaco stava esplodere. Si gonfiava ogni istante sempre di più, di più, di più-
" oh cielo-! "
Hisa commentò, guardando altrove quando vomitò, preso alla sprovvista.
Beh, almeno adesso è tutto passato, no?
La saliva tornò in grosse quantità ed Axel strinse nuovamente la presa, avvicinando la faccia all'interno del gabinetto. Questa volta Hisa fu più prontx, tenendogli i capelli indietro così che non si sporcassero.
Quando finì venne spontaneo accarezzare la schiena. Diede un'occhiata veloce al suo sguardo. Era pallido, pallidissimo, saliva colava giù, gli occhi erano serrati, come se non volesse vedere niente.
" hey, va tutto bene, okay? "
Mormorò portando entrambe le mani sulle spalle e massaggiandole. Axel chiuse la bocca e cercò di prendere respiri profondi. L'odore, il retrogusto, le sensazioni, il peso misto alla liberazione. Il tocco di Hisa non aiutava. Più che delle mani in cerca di conforto, strofinavano sul suo corpo in maniera aggressiva, sfregando i vestiti sulla schiena. Una sensazione peggiore della carta vetrata. Aprì la bocca e portò la faccia nuovamente al gabinetto.
Akihisa non smetteva di strofinare.
Lo stomaco non gli dava pace.
L'odore ed il gusto erano nauseabondi.
Ora si aggiungeva pure il mal di testa.
Il peso.
Il senso di liberazione.
I muscoli facciali addolorati.
Più i secondi passavano, più si aggiungeva qualcosa di nuovo.
In un istante è diventato fragile a qualsiasi cosa il corpo provasse.
In un istante, queste cose erano soltanto sensazioni spiacevoli che lo mandarono in sovraccarico.
Era troppo, troppo, troppo.
Fallo smettere! Fallo smettere!
Mosse le spalle dietro così da mollare l'altrx. Si sedette sul muro più vicino e lasciò andare il peso dietro la schiena. La mani tenevano lo stomaco. Gli occhi erano ancora sbarrati. La mascella ugualmente. Le braccia non avevano la forza nemmeno di abbracciarsi. Voleva solo farla finita. Voleva solo tornare a dormire. Magari per sempre. Perché questo era fin troppo.
Hisa d'altro canto rimase... Confuso e preoccupato. Cosa avrebbe dovuto fare in una situazione del genere? Non voleva essere confortatx, ma si vedeva quanto male stesse! Non aveva mai fatto così con suo padre prima d'ora, quindi non sapeva come lui si sarebbe comportato. Uh... Pensa... Pensa...
Forse più che confortatx, non voleva essere toccatx?
Prese un respiro profondo e si sedette davanti ad egli, ad una distanza ragionevole.
" so... so che fa paura "
Tentò di comunicare.
" ma non sei solx, chiaro? "
Ci teneva ad Axel.
Forse perché gli ricordava un certo qualcuno.
Forse perché, man mano che tutti andavano, sentiva il bisogno di proteggere chi fosse rimasto ancora in vita.
Forse perché gli dispiaceva cosa stesse andando incontro.
" possiamo stare qui quanto vuoi, non dobbiamo parlare per forza "
Iniziò a giocare con uno dei suoi anelli, tenendo in considerazione magari regalargliene uno quando questo sarà finito. Insomma, Hisa capiva quanto stressante lo stress fosse... Lasciamo stare la produzione dell'ultima frase.
Punto in chiaro: Axel avrebbe potuto scegliere cosa fare e lo avrebbe seguito a ruota.
" scusa... "
Mormorò il creatore di effetti speciali dopo tanti minuti.
" non ti preoccupare "
Lo assicurò Akihisa.
" non... non volevo svegliarti "
" e ti sto dicendo che non è nessun problema, quindi non devi sentirti in colpa "
Non rispose più. Guardò altrove, portando le ginocchia strette allo stomaco e abbracciandole.
" che schifo... "
" guarda, nelle feste ho visto di peggio. l'odore neanche mi disturba più di tanto "
Hisa si alzò e tirò lo scarico.
Axel coprì l'orecchio più vicino con una mano da quanto assillante fosse.
" vuoi un po' d'acqua? Così passa anche il gusto "
Annuì. Uscì e tornò con bicchiere vuoto, quale riempì dentro il lavandino prima di darglielo. Il corvino prese solo due sorsi per poi poggiarlo per terra.
Non disse altro per un po'.
E poi, cosa avrebbe dovuto mai dire?
Scusarsi era stupido, parlare di altro era difficile.
" grazie... "
Mormorò solamente.
Cosa avrebbe pensato sua sorella di lxi a vederlx così?
Lo stomaco brontolò. Nuovamente quel peso tornò dall'interno.
Cazzo, cazzo, cazzo- non di nuovo non di nuovo non di nuovo-
" axel- respiri profondi, okay? "
Gli occhi ora erano spalancati.
Il respiro si velocizzava.
Le spalle lo seguivano.
La gola si bloccava.
Perché doveva sempre tornare al punto di partenza?!
Di questo- di questo passo sarebbe- sarebbe morto-
" ah... a- "
" mi senti? Ci sono io con te! "
Era inutile. Era tutto inutile. Sarebbe crollato e lo sapeva. Non aveva speranze. Sarebbe caduto proprio lì, in quel bagno penoso, intrappolato dal resto del mondo, senza sapere nemmeno come stava la sua adorata sorellina.
" Axel? AXEL! "
Non gridare, non gridare, non gridare.
Con quel tono sembrava di esser tornato bambino. Indifeso contro ogni violenza. Ti prego, non gridare!
" hey- scusa, scusa non volevo- "
Eppure ora era troppo tardi per tirar tutto indietro.
Così come non poteva tornare indietro da lei.
Come stava? E mamma? Quanto preoccupata sarebbe per non trovarlo più a casa ad aspettarlx? Quanto preoccupata non tornare mai più? Perché l'aveva lasciata da sola?! Perché doveva essere così fallimentare anche come fratello maggiore?! Che razza di persona era?! Rinchiusa in un cazzo di bagno a piangere e vomitare come un neonato?! Era ridicolo! Solo ridicolo!
E se... E se non fosse nemmeno in vita?
Insomma! L'ha letto quell'articolo su quel- quel coso! Gente che si ammazza peggio di un virus! E se Axelle si fosse ammalata? E se fosse già morta e lxi non lo sapeva?
" no, no, no, no- "
Per favore no.
" è- è tutto ciò- "
Non portargli via almeno lei.
La sua piccola e tenera Axelle.
La sua amata sorellina.
" Axel, te lo ripeto e continuerò a farlo, non sei da solo qui dentro! "
La voce di Hisa lo raggiunse, disperato.
E Axel lo ascoltò, disperato.
" non sei solo, posso aiutarti ma devi lasciare che ti aiuti, okay? "
Fra i respiri soffocati annuì.
" prendi un grosso respiro con me al mio tre, chiaro? Uno, due e... Tre "
Aspirò quell'aria nauseabonda. La tenne dentro per qualche secondo per ordine dell'alteo. Infine rilasciò. Fece così un paio di volte. Il corpo si stabilizzò. Era tornato in controllo di sé.
" va tutto bene, va tutto bene "
Dubitava di quelle parole, ma parte di sé voleva credergli.
" ne... Ne vuoi parlare? Cosa pensi in questo momento? "
" non voglio disturbarti- "
" ma figurati se qualche problemino riesca a disturbarmi! Mi prendi per Asahi? "
Okay, ammetteva che quella comparazione fu, leggermente, divertente, per quanto dolorosa.
" davvero? "
" davvero "
Strinse le braccia attorno a sé.
" mi... mi manca mia sorella... "
Vi fu un momento di silenzio.
" sai no, posso solo immaginare quanto preoccupata sarà a non trovarmi... "
Akihisa capiva quella sensazione. Un membro di famiglia preoccupato a morte? Conoscendolo, suo padre avrà messo Tokyo K.O. pur di ritrovarlx.
" e- e- "
Gli occhi tornarono lucidi. Cercò di soffocarli pur di andare avanti a parlare.
" faccio schifo- come fratello! "
" non dire così-"
" ma lo sono! Scompaio senza avviso- e scopro solo ora che una cazzo di malattia potrebbe averla presa e- e se si fosse già- "
Le parole morirono in gola. Solo ad immaginare quello scenario xlx veniva da gridare a pieni polmoni. Perché aveva fallito.
" non lo dire neanche per scherzo! Sono sicuro che tua sorella sia più forte di così! "
" però l'ho lasciata! Da sola! "
" Axel, non l'hai 'lasciata'. Sei stato costretto a lasciarla! Non hai colpe in merito se degli scemi hanno deciso di mettere in atto tutto questo! "
" ma avrei- dovrei proteggerla! "
Se l'era promesso da quando fosse nata.
Se l'era promesso prendendo molti colpi al posto suo.
Se l'era promesso, perché è questo il compito di un fratello maggiore.
Proteggere la più piccola.
" è tutto ciò che mi rimane! "
Allora perché... Perché Axel voleva il conforto di Axelle?
Perché si comportava come se fosse il fratellino di turno?
Perché voleva che fosse lei quella ad abbracciarlo e proteggerlo?
Non era compito di Axelle fargli da supporto! Lei doveva solo vivere felice con i suoi amici! Axel era solo un bastone fra le sue ruote se si comportasse così! Un idiota di alta categoria!
" faccio schifo! Faccio schifo! "
Stava per mettersi le mani nei capelli per poi strapparseli via, ma Akihisa lo afferrò per i polsi prima ancora che sfiorasse la chioma.
" posso dire la mia? "
Si guardarono negli occhi. Dopodiché il più alto — o basso in questa situazione, in quanto Akihisa era in piedi mentre lxi seduto — portò a guardare i piedi.
" sai... anche io avrei voluto una sorellina un tempo. No anzi, ancora adesso "
Corruggò la fronte, confuso da dove tutto ciò esca fuori.
" cioè, so che avere due bambini in casa costa ed è chiassoso per papà, però non sarei mai stato da solo in quel caso "
Ripensava a tutti quei momenti soli loro due.
" avere una sorellina con cui giocare dev'essere proprio bello, soprattutto quando sai che sei te a crescerla da una parte, e dall'altra ti senti questa sorta di terzo genitore da quanto fastidiosa possa essere "
" non so- cosa fanno le sorelline di solito? Shopping? Gossip con le amichette al bar? La tua com'è?"
Lo incitò a parlare.
Il cuore di Axel si scaldò e rilassò, come se fosse rimasto teso sin dal primo giorno fosse lì.
Com'era Axelle?
Prima di tutto era la sua sorellina.
Nulla avrebbe cambiato quel legame di sangue che avessero. Da quando è nata e cresciuta che si era prefissato ad uscire da quella situazione famigliare schifosa. Come se fosse stata un faro. Perché lo era. Axelle era la sua speranza.
" è coraggiosa, tanto coraggiosa "
Così coraggiosa che prese la responsabilità di spezzare quel ciclo in cui erano bloccati sin dalla nascita.
" ed anche testarda. Se vuole fare una cosa, la farà e non c'è modo di cambiarle idea "
Si ricorda tutte le volte che quel coraggio la portava a fare cose rischiose e lui, preoccupato fratello maggiore quale era, cercava inutilmente di fermarla. Alcune volte xlx rispondeva "stai zitto", altre "non sei mamma", altre ancora giocava più sporco facendogli credere di non fare nulla e poi farlo effettivamente mentre non guardava.
Storse il naso appena a quel pensiero.
" sa anche essere fastidiosa. Come, entra in camera tua e lascia la porta aperta. Poi quando le chiedi di chiuderla ti mostra il dito medio "
Oh come si ricorda bene quello scenario da quante volte sia successo.
" e... suppongo che ci stiamo distaccando in questi anni... cioè, sarà perché stiamo crescendo e vuole il suo spazio, però... mi spiace. Non voglio lo faccia "
Perché lei sa andare avanti mentre lxi, bloccatx, poteva solo stare indietro.
" se chiedi a me, tua sorella sembra proprio una tipa simpatica. Si vede che ha preso da te in parte "
" davvero..? "
Annuì con un leggero sorriso.
" e forte soprattutto "
"Forte".
Sì, Axelle era forte.
Ma se lo sapeva... Perché... sentiva ugualmente il bisogno di proteggerla?
" quindi dovresti fidarti di lei e non farti troppi pensieri al riguardo. È forte, se la saprà cavare senza suo fratello per un po'. Non farti in quattro per lei adesso, non portarti giù così... Non aiuti nessuno dei due così. E- son sicuro che non vorrà vedere il suo fratellone piangere perché non sa darle responsabilità "
Piangere?
Portò una mano sulla guancia e acqua bagnò le punte delle dita.
Neanche si era accorto di star piangendo.
Una lacrima scese.
Poi un fiume.
Sì, Axelle era forte.
Sì, Axel lo sapeva.
Forse era proprio quello il problema.
Lei era forte e lo sapeva.
Lei sapeva come andare avanti e lui rimane e muore indietro.
Aveva paura che sia addirittura troppo forte per lui.
Per questo la teneva stretta a sé.
Per ricevere la sua di forza.
Forse non era Axelle quella che chiedeva protezione tutti questi anni.
Forse Axel era lo era, che cercava disperatamente di rendersi la persona più grande pur di non sentirsi inferiore a lei.
Perché Axelle era forte.
Perché Axel era geloso di quella forza.
Abbracciò l'altro e scavò col viso fra la spalla ed il collo pur di nascondersi.
Era contorto come pianto.
Era liberatorio da una parte, rendendolo più agevolato dal fatto che la sua sorellina se la sarebbe cavata.
Era imprigionante dall'altro, rendendogli chiaro in mente chi fosse il vero problema fra i due fratelli.
Akihisa ricambiò l'abbraccio senza aggiungere altro. Rimase in silenzio a supportarlo. Da bravo amico quale fosse. Perché Axel necessitava solo un momento di supporto adesso. Lasciare che questa sensazione venga metabolizzata nel suo sistema.
" sei una brava persona, Hisa "
Bisbigliò nel suo orecchio, mandando l'altro in cortocircuito, incertx da come avrebbe dovuto rispondere. Però apprezzava. Tanto.
Quando cessò, uscito dal bagno per dargli un momento per sciaquarsi la faccia e tornare come prima.
Tuttavia era stanco, infatti si catapultò sul letto senza indugio e Hisa lo seguì.
Qualcuno bussò alla porta prima di aprirla: Shiori.
Si salutarono e si grattò l'occhio.
" pure te non riesci a dormire? "
" no... "
" come mai? "
" incubo... e mal di stomaco... cosa diamine ci mettono in quella roba? "
Per "roba" si intendeva l'Amenoseo.
" fortunata te, possiamo stare alzati tutti e tre stanotte allora. E poi, ho alcune cose si cui discutere "
" tipo? "
" i diari di Sumire "
" oh... "
Commentò il corvino, alzandosi dal letto adesso.
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La mattina seguente, Akihisa aprì la porta della camera di Sumire. Di norma ogni camera da letto verrebbe serrata e mai più aperta dopo l'omicidio, ma fu abbastanza furbo da ficcare un cacciavite nella piccola discrepanza fra porta e cornice. Così facendo, essa non si è mai propriamente chiusa, bensì lasciava un po' di spazio per esser riaperta quando si voleva. E Hisa voleva entrare adesso.
Accese le luci. Lo scenario uguale a quello di sempre. Il letto messo in ordine, alcuni trucchi sul comodino e tanti MA TANTI fogli sulla scrivania che coprivano l'intera superficie. Non le era mai venuto il mal di testa solo a guardarli? Non erano ciò che attualmente interessavano. Riprese il diario elettronico che avesse preso con sé, insieme ad altri, schiacciò il tasto per saltare la parte iniziale e dopodiché "play".
" devo ricordarmi di mostrare a tutti cosa ho trovato in questi giorni nella sala computer. Fra i file della scuola vi erano 2 video che prima non esistevano. Chiunque li abbia messi lì, sta probabilmente cercando di comunicarci qualcosa. Un alleato? Bah, non saprei proprio. Sta di fatto che li ho salvati in una chiavetta USB così da non perderli in caso fosse richiesto. Vediamo... Uhm... Dove posso nasconderla? Oh! Dietro il gabinetto c'è un'incavatura strana effettivamente "
Seguì la sua strada e, infatti, quando mise la mano lì dietro, andò in contatto con un oggetto estraneo: la chiavetta. La strinse fra le sue dita, chiedendosi come mai Sumire non l'abbia riferito a nessuno prima d'ora. Paura? Non è da lei. Pressione? Forse c'erano così tante domande che voleva risolvere da sola prima? O semplicemente se n'era dimenticata? Huh...
Tirò un altro sospiro e continuò la registrazione.
" uff... okay, ora... si passa alle domande difficili. Chi sono quelle due ragazze?- "
Ragazze?
Oh, forse intende quelle nei video.
Fermò la registrazione e si diresse in aula computer per capire meglio queste domande prima di porle. Controllò che nessuno di minaccioso fosse nei paraggi prima di chiudersi dentro con una sedia e inserire la chiavetta. Davvero, quante ne aveva di queste? C'era altro che teneva nascosto? Non era il tempo di pensarci sopra. Cliccò sul primo video con il mouse e fece partire la registrazione.
Cosa vide di preciso?
L'ambientazione era perlopiù buia, probabilmente notte. Solo la luce di qualche lanterna per strada riusciva a distinguere le sagome attorno. La camera puntava il pavimento sottostante, con tanto di due paia di scarpe da ginnastica scure che camminavano.
" dai dai dai! Uh, mi sento su di giri adesso! "
" no pure io- ma credo sia più per la paura "
" forza Hibi-chan! Non ci tiriamo indietro adesso! "
Erano le voci di due ragazze, probabilmente attorno alla sua età se non poco più grandi.
La camera si girò e mostrò il viso di chi la tenesse, mezzo oscurato.
Aveva capelli scuri con le punte decisamente più chiare, un cappuccio che copriva la testa ed un scaldacollo abbassato. Sulla guancia si riconosceva un piercing. La ragazza fece la linguaccia mentre portava la camera verso l'altro in una posa degna di qualche tipica influencer.
" STAI REGISTRANDO?! "
Esclamò Hibi.
" sì, e? "
Rispose con tutta tranquillità riportando lo schermo in basso.
" è il nostro ultimo ricordo da stundetesse, no? "
" e se ci scoprissero? "
" pff-! Vedrai che nulla di male accadrà! "
Non commentò ulteriormente Hibi.
Lo schermo fu puntato verso ella. Si riconosceva ben poco della sua figura, ma era vestita alla sua stessa maniera, oltre ad una tuta e felpa scura.
" sembriamo proprio delle ladre! "
" non dirlo ad alta voce! "
" okay, mamma, scusami "
" e- e chiudi quel coso! Siamo quasi arrivate! "
" man, sei troppo ansi- "
Lo scenario cambiò.
Lo schermo era per terra, appoggiato da qualche parte e dimostrava i corridoi di una tipica classe. Fu Hibi quella a riattivare la camera, allontanandosi per guardare fuori dalla finestra la luna piena.
" ci credi che qualche ora fa abbiamo tenuto matematica lì dentro? Sembra tutt'altra storia questa scuola di notte! "
L'amica del piercing la raggiunse uscendo da una classe per poi abbracciarla. Diedero le spalle alla videocamera.
" guarda là! Ti immagini tutte quelle coppiette a scuola nostra che ora si baciano al chiaro di luna? Mentre promettono amore eterno? Mi fa solo ridere pensarci! Insomma, ora che tutti noi inizieremo a lavorare questi ricordi andranno giù nel gabinetto! "
" già... "
" dovresti fare una foto per il tuo blog! "
Hibi puntò la camera dietro.
L'altra si girò. Dopodiché scoppiò a ridere.
" stai facendo un video, stupida "
" oh! "
Hibi corse verso di essa.
Lo scenario cambiò.
Ora era l'amica che teneva in mano la videocamera facendo un'espressione stupida per alcuni secondi. Dopodiché girò la visuale e dimostrò le mura di quelli che erano i bagni scolastici, ora inchiostrati con vernice. C'erano dei numeri sopra. Sapete quali? 42-56. Anche letti "shini-goro".
" beccati questo Hope's Peak Academy! "
" tecnicamente parlando sono la Ultimate Future Foundation- "
" hai capito cosa intendo! Sempre merda rimane! Andiamo a mettere a soqquadro qualche classe? "
Hibi si grattò il mento in maniera teatrale, rendendo la risposta ovvia.
Fuoco fu ciò che pervase l'ultimo scenario.
Ora le due erano fuori dalla struttura, nel giardino scolastico. Avevano appiccato fuoco a della spazzatura rimasta nei cestini. L'amica si avvicinò ad Hibi.
" come ti senti? Un po' meglio? "
" più o meno... "
La voce della fanciulla era nasale. Aveva pianto? Per cosa?
Si siede tre vicino ad ella.
" non è colpa tua per... tuo fratello... "
" lo so, lo so- però- avrei potuto- "
Mise una mano attorno alla sua spalla.
" non dire così "
Lasciò scappare un singhiozzo.
" lo stiamo facendo per lui, ricordi? E per molti altri come lui. Perché è solo colpa dell'organizzazione... "
Si grattò la nuca.
" oramai nessuno ci prende più seriamente quando parliamo, quindi ci hanno obbligato ad usare le cattive maniere! Se non voglio ascoltare Shini Goro, allora sarà Shini Goro a costringerli ad ascoltare! Per lui e per tutti noi! Perché nessuno ha il diritto di misurare il nostro valore! Non siamo oggetti dopotutto! "
" quando... quando hai detto che quelle coppie non si rivedranno mai più... Intendevi pure noi? "
Domandò Hibi.
Fu presa di sorpresa.
" sai come son fatti i miei genitori... "
Mandò giù la saliva.
" allora... posso baciarti un'ultima volta? "
" e il tuo ragazzo? Lo tradisci così? Okay che sono una figa pazzesca ma- "
" non è tradire... Nel senso... Voglio bene a te tanto quanto a lui... Perché non posso esprimerlo con un bacio? Di amicizia? "
Si guardarono negli occhi.
Le due sagome si unirono.
E quando si staccarono Hibi mormorò:
" ti voglio bene, sei la mia migliore amica, non scordartelo "
" neppure te, intesi? "
Hibi guardò davanti a sé.
" Shini Goro si farà sentire, che quei stronzi lo vogliano o meno! "
" ehy! Cosa diamine state facendo lì?! "
Una voce maschile, grave, richiamò le due. Si alzarono, presero la camera e corsero via da quel posto.
Il video terminò.
Ora comprendeva la domanda di Sumire: chi diamine erano quelle due ragazze?
A quanto pare fanno parte di Shini Goro ma... non sono nel killing game? Tantomeno sono delle Ultimates? I conti non tornavano. Due in più? Eh? Che diamine sta succedendo? Rimase a guardare lo schermo con una mano sul mento, in parte copriva pure la bocca, pensierioso. Capiva anche perché Sumire non l'ha portato a galla prima, se voleva investigare da sola prima.
E cosa ci facevano lì? Per il fratello di una di loro, sì. Ma cosa era successo a questo fratello? Perché vandalizzare una scuola come vendetta? Che colpe aveva la U.F.F. in merito? Il cervello sembrava scoppiare. Si grattò le tempie.
" despair effect...? "
Mormorò sottovoce. Potrebbe essere una spiegazione. Ma era certo che esisteva veramente questa... Malattia?? Non sapeva nemmeno come definirla. Era una malattia? Un fenomeno? Un virus? Troppe domande, troppe possibilità. Poteva solo pregare che delle risposte piovessero dal cielo.
Fece partire il secondo video.
Questa volta vi era luce. Tanta luce. Akihisa trovò tutto familiare non perché c'era stato lì prima d'ora, ma piuttosto perché l'ha visto in televisione molteplici volte. Il notiziario più seguito del Giappone. Due uomini sedevano davanti alla scrivania.
" buonasera, questo è il notiziario NHK "
" oggi è il 18 aprile e vi informeremo io, Satō Kenji, e Takahashi Hiroshi "
18 aprile? Di quest'anno?
" le principali notizie di oggi sono queste "
Una anteprima di tutte le notizia furono dimostrate, ma solo le ultime colpirono il suo occhio. Saltò il video a quella parte.
" passando ad un contesto socio-politico, nelle ultime settimane, abbiamo assistito a un'impennata senza precedenti di atti criminali commessi da giovani. Furti, vandalismo nelle scuole e addirittura aggressioni al corpo docente sono all'ordine del giorno. Le statistiche rivelano un aumento del 20% rispetto a Gennaio "
" esperti ed educatori esprimono profonda preoccupazione per questo fenomeno, attribuendo parte della colpa allo stress e alla pressione scolastica. Ma la sorpresa è generale, e molte domande rimangono senza risposta "
" passiamo ora a un fenomeno ancor più allarmante noto come 'despair effect'. Ragazzi tra i 14 e i 18 anni si stanno autoinfliggendo danni estremi. Il numero di suicidi giovanili è in netta crescita, in parallelo alle statistiche precedentemente menzionate. Lo psicologo, Daisuke Suzuki, ha rilasciato un'intervista riguardante esso "
La scena si taglia lentamente e sullo schermo dietro vi è il video dello psicologo.
" studi recenti dicono non si tratti di una malattia, ma di un fenomeno collettivo. Stress scolastico e la recente ondata di criminalità contribuiscono a questo disperato bisogno di fuga"
Tornò a come fosse prima.
" infine, il gruppo criminale terroristico oramai conosciuto come 'Shini Goro' è sotto accusa per aver incitato queste tragedie. Tuttavia, se da una parte si vuole dare loro la colpa, dall'altra parte alcuni gridano al complotto, implicando che cotali criminali non esistano in primo luogo "
" Erika Uchimura, Ultimate Hope, a capo delle indagini su 'Shini Goro', ha promesso azioni decise contro di loro' "
Nuovamente lo sfondo dimostra un altro video, questa volta mostrando la donna dai capelli biondi ed occhiali, vestita in modo professionale.
" li affronteremo a testa alta. Per il nostro Giappone. Per il futuro. Per noi "
" ed il gruppo ha risposto con messaggi di sfida al Giappone "
Lo schermo mostrò un'immagine grigia di una persona generale, come quando quei profili sui social senza immagine.
" siete più stupidi di quanto sembriate e vi porteremo giù. Per il mondo. Per la giustizia. Per voi "
Infine, tornò a proiettare i due conduttori.
" una situazione in rapido sviluppo, che continueremo a seguire da vicino. Questo è tutto per ora da NHK News. Grazie per averci seguito."
Xlx fanciullx lasciò andare il peso sulla sedia, sdraiando la schiena sullo schienale. La bocca si spalancò appena mentre parole morivano in bocca. Una sola domanda riuscì a vocalizzare fra tutte le altre.
" cosa cazzo sta succedendo fuori? "
Avrebbe dovuto riferire tutto il resto. Adesso!
Prese il suo tablet e premette la chat.
Akihisa Nakamura:
Ho trovat
Inviato alle 10:13
Perché non ha finito di scrivere il messaggio?
Posso dirvelo con una parola.
Boom.
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Koharu si aspettava di tutto, ma questo.
Koharu avrebbe sentito di tutto, ma questo.
Quel botto assordante avevano portato a galla brutte memorie.
Lei che ritrova Sumire ferita.
Lei che scova il teatro a pezzi.
Mitsuki sul punto di morte.
E Yuri oramai andato all'altro mondo.
Koharu odiava questo sentimento che riempiva lo stomaco fino a farlo scoppiare, anche se fosse abituata a provarlo.
Il sentimento della debolezza.
Riaprì gli occhi piano piano, trovandosi faccia a faccia col soffitto pieno di crepe. Dopo qualche istante arrivò la realizzazione che se fosse rimasta un secondo in più, quelle crepe sarebbe diventate voragini e l'avrebbero schiacciata. Si alzò di scatto e gattonò via verso un presupposto riparo.
La castana guardò destra e sinistra prima di tirare un sospiro. La domanda sorse spontanea: cosa era successo?
Partiamo dall'inizio, si trovava nei passaggi segreti della scuola - "segreti" si fa per dire, oramai tutti me erano a conoscenza - finché una bomba scoppiò dal nulla. Come faceva ad esserne sicura? Una botta del genere non si scorda MAI più. O quel che ne rimaneva. Wow, partiamo proprio bene con l'ottimismo qui.
Scosse la testa, si alzò da terra, e scosse dai vestiti tutta quella polvere accumulata. Addirittura un briciolo andò a sporcare le sue guance di grigio. Fu faccia a faccia con l'entrata, ora uscita, dei stretti corridoi. Fece un passo, poi un altro. Le mura sembravano incurvare all'interno man mano che avanzava. Fece un terzo e si fermò, ora con una brutta sensazione allo stomaco. Il suo istinto le stava dicendo che a momen-
Tutto crollò davanti ai suoi occhi.
La sua via d'uscita si frantumò davanti a sé.
Ottimo. Semplicemente ottimo Koharu.
Ora era intrappolata lì dentro. Da sola.
Da sola?
Perché suonava così sbagliata quell'affermazione?
Si grattò la testa. Diamine, forse aveva preso una botta pesante ed ora aveva pure problemi di memoria! O- beh- magari era solo lo spavento del frastuono...
Girò i tacchi e si incamminò, beh, da qualche parte dovrà pur finirci? Insomma, quella non era l'unica via d'uscita e lo sapeva bene! Quindi se ne sarebbe andata tirando dritto! Sì, un piano geniale.
A prova di bomba addirittura.
" ugh... "
Un lamento la prese di sprovvista. Qualcuno era lì con lei. Diamine. E chi?
Si guardò attorno per scovare la persona e a terra, qualche metro lontano, faccia bassa e dalla chioma bionda lunga famigliare.
Airi era stata presa in pieno da un masso, quale bloccava parte della gamba. Anche solo a vederlo doveva far davvero male. Un allarme squillò nella badante e la accorse.
" airi! "
Chiamò il suo nome inginocchiandosi davanti a lei. La sarta riprese coscienza qualche secondo dopo, la smorfia di dolore si contorceva nei peggio modi per via del peso, e bisbigliò invece il nome dell'altra.
" koharu..? "
" aspetta- ti aiuto- "
Si avvicinò al masso e con tutta la forza tentò di spingerlo via. Dopo tanti sforzi Airi si liberò e tenne la caviglia con entrambe le mani, mormorando ulteriore dolore in quel punto.
Koharu ebbe un fiatone da lupi, equivalente ad aver corso la maratona cinque volte consecutive. Guardò la fanciulla. Ora si era ricordata cosa era venuta a fare.
Aveva spiato Airi entrare in questi corridoi durante il corso di questi giorni. Cosa aveva pianificato stavolta? Non si fidava di lasciarla a piede libero così. Dunque ebbe dovuto seguirla e poi... Beh... Il resto della storia già si sa.
Vi fu qualche secondo di silenzio, rotto dall'ansimare della castana, quale piano piano si avvicinava all'altra. Finché il cervello non fece un "click". Si ricordò anche cosa avesse fatto tutto questo tempo. Airi incontrò uno sguardo tanto spento quanto arrabbiato. Arrabbiato con lei. Per tutto quanto. Mandò giù la saliva senza dire niente e continuò a tenersi la caviglia addolorata. Koharu guardò altrove mormorando un "tch", ora realizzando di essere intrappolata proprio con ella. Nemmeno lei parlò. Perché non le voleva parlare. Stava bene da sola piuttosto che rincorrerla. Sapeva tuttavia che il destino le giocava sempre brutti scherzi. Questo doveva essere l'ennesima presa in giro.
Camminò verso di lei e si sedette davanti. Non incrociò quei occhi azzurri, pieni di domande, neanche per sbaglio. Sguardo fisso sulla parte appena schiacciata.
" leva la scarpa "
Più che un ordine era simil ad un avviso. Infatti fu ella stessa ad afferare il piede e toglierla. Airi si paralizzò. Solo una smorfia di dolore osò produrre, più strinse le dita. Levò per metà le calze, rivelando già il rossore procurato su quel punto. Se ne avessero la possibilità, avrebbero dovuto metterci sopra del ghiaccio. E bendare tutto. Bendare?
La castana levò uno dei suoi preziosi fiocchi, precisamente quello che teneva i capelli in una coda bassa, poiché fosse il più grande fra tutti e tre. Lo legò attorno alla caviglia facendo quanti più giri prima di legare le estremità. Non era tanto, nemmeno funzionale. Ma almeno ci aveva provato.
" grazie... "
Ebbe il coraggio di sussurrare l'altra.
Koharu le diede una minuscola occhiata prima di guardare altrove ed alzarsi da terra.
" ti ho aiutato, ma non pensare di averti perdonato "
Mise in chiaro.
Quella frase fu come una pugnalata al cuore per la bionda. I suoi occhi divennero lucidi.
Perché era stata così gentile anche se fosse arrabbiata.
Perché si era presa cura anche quando l'avesse tradita.
Perché mostrava un minimo di pietà anche quando era finita.
Perché il sogno di Airi era Koharu, strappato via proprio per colpa sua.
Ma, hey, era normale.
Airi Sugawara era nata per essere un oggetto, non una persona. Quindi odiarla quanto era inutilizzabile era più che giustificato.
Airi la vide andarsene via.
Quei capelli castani coprivano le spalle. Non li aveva mai visti così prima d'ora. Come rami spogli che seguivano il vento d'autunno. Ebbe un blocco alla gola.
Non la chiamò.
Non urlò il suo nome con tutta la voce in sé.
Nonostante volesse farlo.
Non si mosse di un centimetro perché tutto ora faceva male.
Quel dolore alla caviglia si era sparso come il peggiore dei virus.
Koharu si fermò. Tirò un sospiro e ritornò indietro. La aiutò a rimettersi la scarpa ed ad alzarsi.
" grazie... "
Dalle labbra di Airi nient'altro sapeva uscire. Come se fosse una neonata e quella la sua prima parola imparata.
" sbrigati "
Koharu fu diretta. Non le importava di niente se non andarsene. O almeno, ciò era quello che voleva far credere sia ad Airi che se stessa.
Riusciva a camminare, anche se a piccoli tratti zoppicava, ma aveva provato di peggio nella vita. Bastava non lamentarsi. Come quando Eri l'abbracciava troppo forte. Come quando Nami stringeva la mano fino a romperle le dita solo per testare la sua pazienza. Koharu le ricordava un po' entrambe. Tutte e tre erano importanti per Airi.
" sai... "
Uscì senza preavviso. Entrambe si fermarono.
" cosa? "
Airi esitò a ripetersi.
" sai dove stiamo andando? "
" no "
Spuntò diretta in faccia sua.
In risposata ricevette un "oh", prima di tornare in silenzio.
" te invece? "
Questa volta fu la più bassa a chiedere.
" uhm... "
Giocò con le dita delle mani, guardando in basso. Si bloccò totalmente ed il peso messo sulle gambe non aiutava a ragionare.
Koharu fece per andarsene quando disse la prima parola parlata per bene.
" scusa "
Silenzio per qualche secondo.
" ... ti dispiace? "
" ... no, mi scuso "
"Scusa" ma non "mi dispiace". Avete mai pensato quale fosse la differenza fra i due? "Mi dispiace" porta un senso di empatia, un senso che dovrebbe ravvicinare due anime ma non mostrare la propria responsabilità verso gli avvenimenti. "Scusa" era tutto il contrario. Era un "è colpa mia e ne sono al corrente". Quindi Airi non diceva "mi dispiace", ma "scusa". Perché sapeva fosse soltanto colpa sua.
" per cosa? "
Per cosa si stava scusando?
Per esser mancata in questi giorni?
Per aver pianto davanti a tutti?
Per essersi schierata con il nemico?
Per aver fatto del male al suo migliore amico?
Per essersi presa la responsabilità di uccidere una persona, fallendo?
Per aver fatto parte dei Shini Goro?
Per essersi quasi suicidata, ancora una volta fallendo?
" per tutto "
Koharu non la guardava.
Koharu fissava avanti.
Ma Koharu voleva girarsi.
Ma Koharu voleva perdonarla.
Non ci riusciva.
Mai sarebbe riuscita a farlo.
" perché... perché l'hai fatto? "
Questa conversazione le dava un senso di déjà-vu. Era successa prima d'ora. Le aveva probabilmente riposto le stesse domande. Solo che allora non rispose. Mentre ora ci provava.
" perché... volevo solo una vita normale... "
" normale? Questo lo chiami normale? "
" no! E- e lo so che- che non lo potrò mai essere! Però- però- "
Balbettava come una dannata, non pensava affatto a cosa dicesse. Il suo cuore parlava per lei.
" però mi sei mancata! E vi chiedo scusa! Per tutto quanto! "
" mancata? Ci siamo conosciute per qualche settimana! "
Non erano solo settimane per Airi.
Erano molti di più per Airi.
Erano giorni d'estate di un sole splendente.
Erano giorni di neve di un caldo ardente.
Erano giorni dove foglie cadevano delicatamente.
Erano giorni dove fiori sbocciavano in un nuovo inizio.
Chissà, magari fosse stato il suo.
" lo so! Lo so! E scusa- "
" hai altro da dire? "
Koharu ne aveva le scatole piene.
Mise subito una fine a questo discorso.
Perché avrebbe fatto troppo male parlarne adesso.
Airi si fermò, ora soffocata da tutti quei pensieri che voleva dire ma non poteva.
" quindi? Sai come uscire da qui? "
" ... sì, ho trovato una via d'uscita da qui "
" ... cosa? "
_____________________________
Akihisa corse fuori dalla stanza a quel botto.
Da dove era provenuto?!
Non poteva essere quello che pensasse essere, vero?!
Tutti gli altri stanno bene?!
Corse fuori dall'aula computer verso l'atrio.
Nessuno.
Dall'atrio alla cucina.
Nessuno.
Dalla cucina al dormitorio?
Massi su massi ostacolavano la via.
I massi. Ostacolavano. la via. Al dormitorio.
I massi. Coprivano. Il. Dormitorio.
Nel. Dormitorio. C'erano. Shiori. E. Axel. E. Il. Resto.
Che. Fine. Hanno. Fatto.
Impalato guardò la scena.
Come stavano gli altri?
Come è possibile che...
Dove l'hanno ritrovata una seconda bomba?
Chi l'ha fatta esplodere?!
E, soprattutto, erano tutti vivi?!
Si avvicinò tirando fuori le unghie.
Prese prima i sassolini, dopo i sassi ed infine spinse alcuni dei massi con tutte le sue forze.
Spazio.
Doveva fare spazio.
Per aiutarli.
Per salvarli.
Doveva salvarli.
Non voleva essere l'unico rimasto.
Non poteva essere l'unico rimasto!
" oh... questo era fuori dai miei piani "
Una voce.
Doveva portare gioia, no?
Insomma, se sentiva una voce, significava che una persona in meno fosse stata afflitta dall'esplosione! No?
Allora perché Hisa si congelò sul posto?
Perché?
Non era il problema aver sentito una voce.
Il problema stava nel aver sentito quella voce.
La voce di Hana, quale sembrava ugualmente sorpresa a vederlo lì e non sotto i massi.
L'albinx girò la testa lentamente, trovandosela a pochi passi di distanza.
Lì.
Con una mano sul mento e sguardo leggermente inclinato.
La sua presenza, ad essere sincerx, xlx metteva paura. Una paura totalmente giustificata. Perché Hana era imprevedibile. Perché Hana era tutt'altro che un essere umano. Anche adesso lo mostrava con tutta quella indifferenza che i suoi occhi dimostravano. Come se fosse niente di poco. Come se quell'esplosione non esistesse. Stavano guardando alla stessa massa? Non aveva paura di morire schiacciata? Dall'altra non si capacitava a non guardarla. Come se fosse una di quelle statue angeliche quali, non appena distogli lo sguardo, si avvicinano per ucciderti.
Hana, in un modo ironico, era proprio questo angelo piangente.
Sbatté le palpebre prima di parlare.
" uhm, cosa dovrei fare con te allora? "
Far... Con lui?
Non le andava bene niente?
Non le andava affatto bene ritrovarsi altri 6 morti sulla coscienza?
Voleva... Cosa voleva fare?
D'istinto fece un passo indietro.
Sbatté contro un masso.
" ora che ci penso... Bruciare quel mazzo di carte non è giustizia fatta ad Haruki per quella volta "
Quale volta? Quando l'hanno rapito? Era ancora rancorosa al riguardo?
" insomma, è solo carta. Sai che roba... "
Non era solo carta.
Non era un semplice oggetto.
Avrebbe voluto urlarglielo ma il terrore di svegliare qualcosa di più grande lo bloccò. Mandò giù la saliva rumorosamente.
Un sorriso comparve fra le sue labbra. Lo stesso sorriso di qualcuno che ha avuto il colpo di genio finale.
" quasi quasi son stata fortunata a non averti preso "
Affermò e mise una mano dentro l'uniforme indossata, cercando qualcosa.
Il battito cardiaco di Hisa era più veloce della luce. A breve il cuore sarebbe scoppiato in gola. Si abbassò per prendere alcuni sassi.
" non ti avvicinare, intesi?! "
Era pronto a tirarglieli.
Cazzo, non aveva altre armi addosso! Come avrebbe dovuto batterla altrimenti?!
Prese dei respiri pesanti.
Hana tirò fuori un taglierino.
Col pollice sul tasto alzò la lama.
Il sorriso non aspettava altro di allargarsi alla sola vista del suo sangue.
Hisa, detto sinceramente, si stava cagando sotto.
" perché dovrei ascoltarti? "
" perché- perché ti colpirò! "
Non era affatto minaccioso.
Tutta quella paura, più che un leone, lo facevano sembrare un gattino indifeso.
Hana fece un passo in avanti.
" ferma lì! "
Hisa sapeva di fare schifo corpo a corpo.
Hana fece un secondo passo.
" mi hai sentito?! Non vuoi sapere cosa succederà quando- "
Hisa sapeva di non avere alcuna chance soprattutto quando l'altra teneva un'arma pericolosa.
Hana fece un altro passo.
Hisa si buttò e lanciò quel sasso.
La mancò.
Il pseudo proiettile arrivò ai suoi piedi.
Hana lo calciò via con cattiveria, il suo sguardo pieno di superiorità e stupore dal fallimento.
Hisa raccolse un secondo sasso.
" era solo un avvertimento! "
Hana alzò il braccio verso di lxi.
La lama rifletteva la luce delle lampade.
" questo invece è il mio "
Scattò verso egli. Per fargli del male.
Hisa non sapeva cosa fare- cosa- cosa-
Strinse il secondo sasso e, non appena fu troppo vicina, la lanciò chiudendo gli occhi.
" AIH- "
Riaprì gli occhi per vedere l'altra piegata in avanti. La mano libera teneva l'occhio destro. Il sasso era per terra vicino all'altro, bagnato. La guancia di Hana erano bagnata da quanto male avesse procurato quel colpo. Dritto dritto nell'occhio.
" ai- ai- ai- "
Strinse i denti e le mani. I respiri erano tremanti.
Bruciava. Bruciava peggio di esser sciolti nell'acido. Sentiva il bulbo oculare pulsare sul palmo. Vedeva in parte nero da quella parte.
Hisa guardò la propria mano, scioccato da averla presa in pieno. Quasi non ci credeva di averla fermata.
Fermata? L'aveva fermata!
Perché se ne stava lì impalato?!
Le passò di fianco, correndo via verso una stanza più sicura.
Sarebbe tornato! Sarebbe tornato ad aiutare! Ma dopo essersi sbarazzati di quella lì!
_____________________________
Era finalmente arrivata la sua fine?
Schiacciato da tutti quei massi?
Dentro di sé Hyo sapeva che non sarebbe sopravvissuto una settimana dopo il processo, ma un leggero stupore rimaneva. Morire per via di qualche masso crollato addosso era tutt'altro che la fine che pensava di fare. Avrebbe optato più per un coltello in gola oppure dei sonniferi. Insomma, avrebbe posto lui stesso la sua fine.
Ma ora?
Ora poteva solo guardare il resto del mondo dal basso.
Nei meandri di quel buco creato dalle rovine.
Immobile.
Attraverso un buchetto minuscolo che lasciava penetrare la luce del giorno dritto nella sua pupilla.
Huh, non si vede la stessa cosa prima di morire? Una luce di salvezza pronta a prendere la tua anima e trascinarla all'altro mondo? Anzi, esisteva questo "aldilà"? Hyosuke era morto? Effettivamente non riusciva più a sentire né le braccia né le gambe da quanto peso fosse stato messo su di esse. Ah. Ahah.
Cosa avrebbe pensato Naomi di tutto questo? Che fosse ridicolo! Probabilmente gli avrebbe detto con il suo solito tono sicuro "lo sapevo che non saresti durato perché mi vuoi tanto, tanto bene" o... qualsiasi modo si dicesse in inglese. Forse... Forse gli dava ragione. Questi ultimi giorni son stati i peggiori della sua vita. Ed ora morirà senza aver fatto niente di buono. Peggio di così non poteva andare, dico bene?
" hey! "
Chi era quella voce?
" c'è nessuno?! "
Quale creatura divina era ascesa?
" oh- hyo?! Hyo?! "
Chiamava proprio lui?
Era l'angelo che avrebbe accompagnato la sua anima verso i cieli?
Sentì delle mani tirarlo su per il braccio destro con cattiveria.
" HEY?! "
" AAAAAA- "
Urlò in preda alla paura, ora col busto alzato.
" oddio- allora sei vivo- "
Asahi tirò un sospiro di sollievo e mise la mano sopra il petto per rallentare il battito.
Il biondo non rispose, la mente occupata a domandarsi come diamine avesse fatto il giocatore a tirarlo fuori dal buco.
Si guardò attorno.
Questo buco non c'è mai stato.
Quei massi che premevano sugli arti altro non erano che polvere e sassi grandi e leggeri a rovinare i vestiti.
E la luce divina altro non era che una delle lampadine ancora intere.
E la voce divina altro non era che... Asahi.
Che lo guardava male.
" ci sei? "
Fissò i palmi sporchi.
Li aprì e chiuse alcune volte.
Un respiro improvviso lasciò le labbra.
Dopo un sorriso comparve su queste.
Dopo ancora ridacchiò, piegandosi in due e tenendosi lo stomaco.
" che... "
Poi buttò la testa all'indietro, ora rompendo i timpani del corvino da quanto forte ridesse.
Perché era troppo divertente!
Wow, deve ammettere che la sua mente detiene grande creatività perché
" questo sogno è fin troppo reale- AHAHAHAHAHA "
Asahi corruggò le sopracciglia e spalancò leggermente la bocca.
Un sogno?
Che diamine stava blaterano?!
" ma stai bene? "
Questo fece ridere il regista più ancor più forte.
" AHAHAHA un sogno! AHAHAHAHA un cazzo di sogno! Immagina Asahi che si preoccupa per te, Hyo! Questa proprio te la sei lasciata sfuggire! AHAHAHAHAHAHA "
Rideva e rideva.
E più Asahi veniva avvolto dalla confusione e, sotto sotto, anche timore.
Questo ha perso molto di più di qualche rotella.
" AHAHAHAHAHA- AI- AIAIAIAIAIAI- "
" la puoi fottutamente smettere?! "
La risata passò e dolore sostituì quel senso di pienezza, puntato sul braccio.
Asahi gli stava tirando il pizzicotto peggiore della sua vita.
Le lacrime agli occhi dalla gioia divennero lacrime di dolore. La mano opposta prese il polso per allontanarlo.
" okayokayokay- non sto sognando, non sto sognando, non sto sognando! "
Quando lasciò andare, Hyosuke cadde al contrario verso la polvere, arreso.
" te lo devo dare sulla guancia? "
Minacciò l'altro.
" nononono- "
Tirò un sospiro prima di continuare a parlare a quello seduto.
" cosa cazzo è successo? "
Hyosuke necessitò di un minuto per rispondere.
" ed io come dovrei saperlo? "
" sei o non sei parte dei shini goro? Dovresti saperne qualcosa in merito "
" ma... non lo so... "
Pronunciò guardando verso il basso.
Si prese le mani e si torturò le dita.
" forse è... "
Borbottò incomprensibile.
" puoi- puoi alzare la voce? "
" forse è... bo... "
" hyosuke. "
" è scoppiata la bomba! "
" grazie al ca- "
Si fermò.
Prese un respiro.
" sì, l'ho dedotto. Sai, per caso, il motivo? "
Hyosuke scosse la testa.
Asahi prese l'ennesimo respiro, questa volta deluso.
" non sembri così spaventatx... "
Commentò il biondo.
" oh, sai, dopo un mese quasi ti abitui alle assurdità di questo posto e pensi 'guarda, che qualcosa sia scoppiato è più che plausibile qui dentro' "
Ammise mettendo le mani in tasca e tirando giù leggermente la giacca, rivelando il cerotto enorme, ora pieno zeppo di polvere.
" quindi stai dicendo che siano stati Airi o Hana o Haruki a fare questo? "
" no...? Non lo so? "
" se non sei stato te, allora è per forza uno di loro. Chi altro conoscerebbe dove stava questa bomba e l'avrebbe piazzata qui per ammazzarci? "
" per... 'ammazzarci'? "
" cioè, per cos'altro altrimenti? "
L'indifferenza con cui diceva tutto questo — poteva considerare 'indifferente' un approccio più calmo a tutto questo? — lo sorprendeva. Se fosse stato Asahi di qualche settimana fa, sarebbe andatx in totale panico prendendolo ad insulti fino alla fine dei tempi.
" scommetto siano state Hana e Airi, quelle due sono fuori di senno dopotutto! "
Oh... Oh no.
Airi non potrebbe mai... Vero?
Si dimenticò di rispondere, completamente scollegato dalla discussione appena avuta.
Asahi non sembrava intenzionato a parlare a sua volta. Forse non sapeva di cosa parlare?
" uh... uhm... "
Situazione imbarazzante? Eccola.
Non dissero niente. Anche se dovessero. Rimasero come dei baccalà.
Xlx giocatore si stufò e leccò le labbra per bagnarle da quanto secche fossero. Il gusto della polvere rendeva tutto più schifoso.
" come mai... shini goro? "
Hyo rimase confuso.
" come... "
Si interruppe gesticolando, incertx se porre le domanda o meno.
" ci siete arrivati lì? "
Se sarebbero rimasti lì dentro per un po', tanto vale domandargli qualcosa di questa situazione. Cosa? Non lo sapeva.
Il regista tornò a puntare gli occhi verso il basso. Strinse i pugni.
Da una parte capiva l'avere domande perché, insomma, persino lui ancora oggi ne ha a valanga. Eppure l'amaro in bocca rimaneva.
Perché Asahi conosceva Hyosuke per essere solo un shini goro. Niente di più. Era quella l'unica cosa che gli importava dopotutto. Per il resto, Hyosuke era un essere dimenticabile. Non era grandioso, coraggioso, formidabile.
Non sarebbe mai diventato il miglior regista al mondo, soprattutto dopo tutto questo casino.
Non aveva speranze.
La sua vita era rovinata.
Chissà, forse era veramente meglio morire adesso che vedere il futuro miserabile che avrebbe incontrato in futuro.
Ed il secondo momento di silenzio imbarazzante fra i due prese luogo.
Asahi stava urlando internamente.
Da una parte voleva ignorarlo, ma dall'altra sapeva che si sarebbe sentito in... colpa? Per Hyosuke?? Non sapeva spiegarsi più niente, oramai il suo cervello prendeva fuoco a qualsiasi avvenimento e... Le ferite non facevano altro che peggiorare al secondo.
Forse... Forse era così pure per l'altro?
Si sedette su un masso lì vicino, arrufandosi i capelli con la mano e poi gli fece segno di avvicinarsi e sedersi affianco.
Hyosuke ebbe una sensazione di deja vu.
" sembri pronto ad un discorso filosofico ed emozionale pari ad un film per adolescenti "
" beh, forse perché è l'unico punto di riferimento che ho su come comportarmi in queste situazioni. Ora vieni o no? "
Annuì in fretta, alzandosi e affretandosi ad arrivare. Una volta seduto andò avanti a parlare.
" come... cosa avevate tu e Naomi? "
Ahia. Tasto dolente.
Lo sapeva, ma era l'unico modo che vedeva opportuno portare a galla per riuscire a parlarne.
" ascolta, sarò onesto: non ho la più pallida idea di come consolare qualcuno e tutto ciò che dirò potrà non avere alcun senso. Quindi cerca di essere paziente con me, okay? "
Hyosuke non rispose.
Questo Asahi lo prese come una conferma ed andò avanti a raccontare, occhi chiusi per evitare alcun contatto visivo.
" so che è appena morto e che tu stia soffrendo, bla bla e cose così. E, insomma, da una parte ti comprendo in realtà. Non che sia morto qualcuno nel mio caso- cioè- insomma- è molto simile ecco "
Era chiaro si parlasse di Axel? Lo sperava come no.
" è proprio per questo motivo che sento il dovere di farti questo discorso? Forse. Non lo so. Probabilmente sì. Chissene! "
Vai dritto al punto Asahi. Con questi giri finirai domani mattina.
" e ti dirò già: non voglio cambiare la tua opinione su Naomi, okay? Perché so che non importa quanto ci provi, non crederai alle mie parole. Perché la tua mente è tua e così lo sono i tuoi pensieri dopo aver levato le tende. Quando me hanno detto a me che 'avesse le sue ragioni per andarsene ed in fondo è un bravo ragazzo', dentro sapevo che 'non è vero, perché se lo fosse non l'avrebbe fatto' e cose così "
Come si sentiva Hyosuke nei confronti di Naomi realmente?
Il biondo ci riflette su.
Ci... Ci teneva a Naomi. E Naomi teneva a lui. Per forza. Non avrebbe continuato a sopportarlo se no. Ma considerarlo una buona persona dopo tutto ciò che ha fatto? Hyo... Hyosuke non sapeva cosa dire. Era confuso. Ci teneva. Il cuore voleva tener stretto a quell'immagine formata. Ma la mente? La mente sapeva quanto sbagliato fosse. Non solo nei suoi confronti, ma persino quelli di Sumire. E, chissà, forse Naomi stesso.
" dovresti lasciarlo andare "
Affermò convinto.
" anzi, devi. Perché se non lo fai ti rovinerai fino alle fine dei tuoi giorni. Non avrai pace e finirai per fare cose di cui ti penti fino ad ora "
Di cosa mai si pentiva Asahi? Oh, di fin troppe cose. Ancora oggi aveva paura di esser scovato per alcune.
" perché Naomi è morto, e niente lo riporterà in vita. Non importa quanto ti commiseri, non importa quanto urli e preghi. Non resusciterà. "
Faceva male.
Lo sapeva.
Ma faceva male lo stesso.
Forse perché ci sperava in fondo ad un suo ritorno?
" anche se Naomi non può andare avanti, l'intero mondo lo fa. E tu devi riprendere il passo. Perché Naomi ora è nel passato. Qua invece siamo nel presente! Mi segui? "
Continuò a spiegare.
" ergo, farsi condizionare ancora è stupido "
" e cosa dovrei fare? "
Lo interruppe finalmente.
Si guardò i palmi.
" come... come posso andare avanti nel presente quando non... Non ho un futuro? Non sono come te, non sono una vittima di tutto questo. Per quanto voi tutti speriate di uscire e tornare dai vostri cari io... non avrò nessuno "
Perché verrebbe etichettato come il cattivo.
Perché nessuno avrebbe avuto pietà nei suoi confronti.
E Naomi era l'unico che sarebbe stato al suo fianco.
Perché lo capiva come nessun altro.
Perché erano in quella stramba situazione insieme.
" dovresti... "
Asahi era incerto a sua volta.
" ... trovare un obiettivo "
" un... Obiettivo? "
" sì, come... Leggere il tuo libro preferito? Oppure più in grande come diventare il prossimo presidente degli Stati Uniti! O- non so cosa passa nel tuo cervello! Cosa è importante per te adesso? "
Hyosuke abbassò il capo e portò le ginocchia al petto prima di abbracciarsi.
Un sogno che avesse?
" vorrei diventare il regista migliore al mondo "
Bisbigliò, sperando non fosse stato sentito da quanto ridicolo adesso considerasse quel sogno.
" allora vai a fare quello! Visto? Non è poi così difficile! "
" posso davvero..? "
" sì "
" e quando l'avrò fatto..? "
" non è una cosa da poco, vedrai che lo capirai una volta che ci sarai riuscito! Suppongo tu debba- crederci e sperarci- cazzo sto discorso sta diventando una cosa cartonesca. Hai capito cosa intenda, no? "
" ... sì, credo di sì "
La domanda rimasta era una: era pronto a fare questo passo?
Lasciò un respiro profondo.
Asahi gli mise una mano sulla schiena per supporto morale, senza aggiungere altro. Rimasero così per alcuni secondi.
Dopodiché Asahi fu il primo ad alzarsi.
" dovranno cercare gli altri, non pensi? Sperando che... siano vivi "
Il pensiero colpì entrambi solo adesso, peggio di una sberla.
Però... Finché non li trovavano non potevano accertare niente, vero?
Vero?
Cercarono di farsi strada fra i massi per uscire dalle stanze e quello che era il corridoio di un tempo. Il dormitorio oramai era andato giù.
" c'è nessuno?! "
Gridò inizialmente il giocatore di scacchi.
Hyosuke dopo varie volte si unì.
" ragazzi?! "
Ed infinite chiamate dopo, riuscirono a sentire qualcosa.
" ... Qui "
O meglio ancora, qualcuno.
Si fecero strada fra le macerie e scavarono una volta trovato il punto da cui la voce provenisse.
Lì sotto ritrovarono Axel e Shiori.
Shiori era sdraiata a pancia in su, sotto di Axel e lo teneva stretto per un braccio mentre l'altro tentava di tener su un grosso masso che stava per cascare ai due. Axel, a pancia in giù e sopra la più grande, la stringeva forte come se avesse paura di perderla, bisbigliando parole senza senso. Da quanto tempo erano rimasti lì sotto?
" Axel?! Shiori?! "
Il duo libero li aiutò ad alzarsi e sedersi dove l'aria fosse più pulita. Entrambi erano pieni di polvere da cima a fondo.
Asahi tenne stretta la spalla alxx corvinx.
" hey, tutto apposto? Niente di rotto, vero? "
" s-sì- credo- "
D'istinto lo abbracciò di lato con un braccio. Axel ricambiò solo dopo qualche secondo.
Hyosuke non poté che provare un pizzico di gelosia in quel momento. Perché Asahi aveva ancora quella persona al suo fianco. Mentre lui no.
_____________________________
" AKIHISAAAAAAAA- "
Corri Hisa, cazzo, corri!
Non farti prendere, non farti prendere, non farti prendere!
Tutto ma non fermati adesso!
Ringraziava che la sua corporatura esile stesse portando meno peso ai muscoli.
Il fiato era ustionante nei polmoni.
Sudava così tanto che la fronte colava.
Le gambe facevano male.
Le suole delle scarpe bruciavano.
Hisa non ha mai corso così tanto in vita sua.
" VIENI QUAAAAAAA! "
Dove nascondersi, dove nascondersi, dove nascondersi?!
I passi di quella lì si avvicinavano sempre di più. Presto, l'avrebbe raggiunto. E come poteva seminarla allora?!
Non girarti a guardarla, non girarti a guardarla, non girarti a guardarla.
Pensa a correre e correre e correre!
Dall'atrio passò al corridoio del teatro.
Da lì, poteva o salire le scale o andare dentro la serra.
Ebbe un'idea.
Salì le scale, cosa che fu dannatamente stancante da fare. Fece il primo piano. Verso la sala dei tubi. La stessa sala quando Sumir- NO!
NON ADESSO.
NON FOTTUTAMENTE ADESSO.
Entrò dentro e, per terra ancora, vi erano dei pezzi vetro, al centro la sedia ed il tubo sporco. Prese quest'ultimo e si girò finalmente.
Hana era tanto stanca, rossa in volto, la guancia ancora bagnata dalle lacrime che si erano espanse per la zona. L'occhio destro stava avendo spasmi. Si apriva e si chiudeva a ritmi irregolari e veloci. La sua sclera era rossissima, come se stesse sanguinando.
Si guardarono.
Entrambi avevano un fiatone enorme.
La stanchezza si faceva sentire attraverso i respiri forzati.
Nessuno dei due voleva arrendersi.
" perché- devi essere- così- fasti-fastidioso- "
" ti farei- la stessa- domanda- "
Hana si gettò verso di lui, la lama del taglierino fuori, puntata verso il collo.
Hisa usò il tubo per parare il colpo. Fu faccia a faccia con quel ferro tagliente. Hana mise tutta la sua forza e presto avrebbe ceduto. Con la forza delle gambe la spinse indietro prima di correre verso la porta. Lei si riprese subito e lo raggiunse, nuovamente puntando al collo. Hisa si rimise come prima con le braccia in avanti e-
Hana cambiò obiettivo all'ultimo secondo. Mise il taglierino di lato e colpì il braccio. Tagliò attraverso i vestiti come se fosse burro e lo graffiò. Dalla paura e imprevedibilità Hisa abbassò la guardia e l'arma. Hana si buttò addosso e lo fece cadere a terra. Sbatté la testa in maniera violenta ed il tubo volò via. Tutto il peso dell'altra sullo stomaco lo bloccava. La mano libera lo tenne giù per la spalla, quella col taglierino alzata all'altezza della sua testa. E affondò il colpo.
Hisa la prese per il polso con entrambe le mani. La forza di una misera ragazzina era inusuale.
" perché ci provi? Tanto sai che chiunque tu abbia attorno se ne andrà. Che tu lo voglia o meno "
Non ascoltarla, ti vuole solo distrarre.
" dae-jung e sumire... Ancora non ti entra in testa? "
" ZITTA- "
" sei solo un talismano della fortuna, non servi a nessuno "
TACI, TACI, TACI.
" tanto vale tu muoia. Faresti un favore al mondo intero "
NON È VERO, NON È VERO.
" smettila di respingere! Stai solo prolungando il tuo fato! "
Fato?
Il suo era fato?
Una predizione divina quale non poteva farci nulla al riguardo?
Senza speranza?
Senza forza di cambiare?
" puoi considerarmi come una messaggera di un dio lassù, o un angelo della morte. Perché è arrivata al tua ora. Quindi è inutile che ci provi! Questo è il mio terreno! Le mie regole! Sono io a capo di tutto quanto, chiaro?! NON SARÀ UN MISERO BARBONE A ROVINARE TUTTO QUANTO! "
La pressione si faceva sempre più insopportabile. Diamine, non poteva guarire più in fretta la mano, eh?!
Prese un respiro profondo.
" un... dio? "
Non sbatté le palpebre.
" fato? "
" lascia che- "
" ho smesso di credere a tutto questo tempo fa "
Perché se un dio esistesse, allora perché c'era così tanta cattiveria al mondo? Quale dio avrebbe voluto vederlo in quella situazione proprio adesso?!
" sarai pure- un fottuto angelo della morte- o proclamare 'fato' - "
Era stancx di credere. Aspettare qualche miracolo.
" ma il destino è ciò a cui credo! "
Il destino, fatto nelle mani dell'uomo.
Perché non sarà nessuno se non Hisa a decidere come andrà avanti la sua storia.
Hana allentò la presa.
Hisa lasciò cadere la mano su un lato, prese una delle scheggie e la ficcò sul braccio di lei.
Non si mossero.
Per i primi secondi nemmeno una Mosca fu udibile.
Hana lo fissava dritto negli occhi.
Vuoti. Lucidi.
Come se avesse colpito molto più di un braccio.
Perché quel dolore era sopportabile per qualcuno come lei.
Questo, invece, riportava a galla fin troppe memorie.
" fa... male... "
Bisbigliò.
" tanto... male... "
Era sola.
Era spacciata.
Fukui odiava quando non faceva come voleva.
Perché non ha mai avuto possibilità di scelta.
Perché lei, un destino non l'ha mai avuto.
Hisa la spinse viale corse fuori dalla stanza, chiudendo e bloccando la porta.
Corse verso le scale, osservando la mano. Aveva un piccolo taglio sul palmo. Stessa cosa per il braccio.
Huh... Quante ferite erano adesso?
La cicatrice, la mano mezza sfasciata ed ora questi tagli.
Erano orribili.
Erano pulsanti.
Ma cercava di pensarla come suo padre farebbe.
" se hai delle cicatrici significa che hai combattuto fino all'ultimo senza paura "
Mormorò sottovoce, realizzando solo dopo di star camminando per l'atrio.
" o qualcosa del genere "
Chissà cosa avrà pensato di lxi non appena l'avesse rivisto.
Sì. L'avrebbe rivisto.
Akihisa avrebbe rivisto suo padre.
Ecco perché non poteva morire qui dentro.
" spero solo che gli altri stiano bene "
_____________________________
Una via d'uscita qui?
Una via d'uscita? Qui?
Non importava quante volte se lo ripeteva, Koharu ancora non riusciva a crederci.
Oramai si era arresa all'idea di scappare che preferiva credere Airi le stesse mentendo, piuttosto che vederlo con i suoi stessi occhi.
Forse perché era meglio cedere alle proprie delusioni che aprire gli occhi alla realtà.
" te lo prometto, tira dritto! "
Ora si trovava la sua voce, assordante ma allo stesso gratificante, sull'orecchio sinistro mentre teneva il suo braccio attorno al collo per supportarla nella camminata. All'inizio la bionda si rifiutava di alcun aiuto, ma Koharu decise di non lasciarla stare.
Pur di cambiare argomento la tartassava di domande di quel tipo.
Più che ascoltare, si limitava a sentire le risposte. Le processava ma subito dopo se ne scomparivano via come foglie al vento. Perché il cervello le continuava a chiedere sulla verità riguardante l'uscita. Si ritorna quindi alle due domande di base.
Una via d'uscita? Qui?
" gira a destra "
Si ritrovarono nel atrio che connetteva ogni passaggio all'altro. Oh! Potevano prendere una di queste porte e ritornare fra le mura della scuola! Avrebbero chiamato il resto e- oh...
Le macerie avevano fatto il loro sporco lavoro. Gran parte di quei tunnel erano bloccati dai massi e nubi di polvere appanavano sia la vista che bruciavano la gola.
Airi spalancò gli occhi, mormorando un "no..." mentre camminava da sola verso una delle porte laterali, afflitte in parte dalla nube.
Eccola là.
L'ennesima speranza che si spegneva!
Di sicuro quella supposta via d'uscita sarà stata presa in pieno dai massi ed ora non potranno veramente più uscire da lì! Ottimo! Fantastico! Meno male che Koharu si era preparata psicologicamente all'ennesima delusione! Tanto vale... Non averci sperato dall'inizio... Perché... oramai la sua speranza si era spenta.
Uscì da quel breve stato di trance quando notò lo sguardo preoccupato di Airi fissarla. Come se fosse spaventata di averla fallita per la seconda volta. Mandò giù la saliva ed afferrò la sua mano.
" ehy- che fai?! "
" ti puoi fidare di me? "
" cos- no! "
Lasciò andare la presa.
" me lo stai seriamente chiedendo? "
Ma Airi ci riprovò.
" ti prego, ti prego, ti prego, prometto che non te ne pentirai! "
" ah sì? Cosa ti rende così sicura? "
" io- "
Le parole morirono in gola.
Doveva dirglielo?
Dirle "perché ci sto provando veramente"?
Dirle "perché come oggetto mi sento obbligata a dimostrare di essere utilizzabile"?
Dirle "perché ti ho amata dal primo momento che ti ho vista"?
No, non essere un'idiota, Airi!
Koharu non le avrebbe creduto in alcun caso! Oramai ai suoi occhi era un misero usa e getta. Già usato e già gettato.
Strinse la presa.
" perché voglio finire questo killing game! "
" ai- "
Non le diede tempo di rispondere.
La prese e trascinò verso quella nube.
Per quanto zoppicasse, Koharu si chiedeva dove tutta questa forza nelle braccia uscisse fuori. Non poteva nemmeno difendersi con l'altra mano poiché copriva la bocca pur di non respirare quella nube tossiche. I suoi occhi erano pure serrati pur di non rimanerci cieca realmente. Si poteva solo affidare alle tirate dell'altra. Una fiducia cieca? Qualcosa fra quelle righe, sì. Koharu ora non poteva fare altro se non fidarsi di Airi. E fidarsi che questa cosa la portasse dritto dritto dove lei intendesse. E che non l'avrebbe uccisa con dei massi cadenti nell'intento. E che-
Un soffio di vento fermò i suoi pensieri. Vento? Qui? Aspetta-
Cercò di aprire leggermente gli occhi e la luce offuscata rendeva Airi un'ombra davanti ad ella a causa del contrasto. Luce... Del sole? L'aveva vista in giardino ma- Airi non stava mentendo?
Pian piano la nube venne spazzata via e poté tornare a camminare normalmente. Lasciò la mano di Airi e rimase ferma.
Una via d'uscita? Qui?
Una via d'uscita! Qui!
Proprio qui!
No, fermi tutti, dove stava l'inganno?
Era troppo bello per essere vero.
Ci doveva per forza essere qualcosa che puzzasse! Ora di sicuro le mura tremeranno, tutto cadrà sopra e ciao ciao loro unica speranza d'uscita! Guarda già si sarebbe preparata coprendosi la faccia.
" andiamo, forza! "
Airi invece era di tutt'altro pensiero. Come è possibile che ad ogni loro incontro i ruoli di positività e negatività si scambiassero? Che razza di magia era mai questa?
" no, ora crolla tutto! "
" non è vero, sbrigati! "
Le riprese la mano.
" basta farmi credere a qualcosa di bello! Perché devi essere così crudele con me?! È così ovvio che tutto andrà a rotoli quindi tanto vale rimanere qui! "
Quelle parole furono tanto taglienti quanto in coltello. Lo pensava... Realmente? Che tutte le cose belle erano fatte solo per rovinargliele davanti? E Airi... Era..?
Le mura tremarono.
Koharu aveva ragione.
Ora tutto sarebbe crollato davanti alla due! Era meglio tornarsene indietro!
Fece qualche passo al contrario.
" andiamocene! "
Dissero entrambe in coro, ma direzioni diverse.
Koharu verso l'oscurità, la delusione.
Airi verso la luce, l'opportunità.
Allo stesso tempo però Koharu era quella illuminata.
Mentre Airi una misera ombra.
Fra di loro vi era un'eclissi.
" ascoltami! Dobbiamo andarcene! Almeno noi due! Possiamo essere libere a tutto... tutto questo! "
Koharu la fissò esterefatta.
" non sei felice? Non sei emozionata? Possiamo finire tutto proprio adesso! Prendi la mia mano! "
Koharu era arrabbiata.
" e lasciare il resto di noi qui? "
Airi non rispose per i primi secondi.
" ... possiamo chiamare aiuto "
" non è vero! Non mi sono mica scordata che sei ancora Shini Goro e stai scappando dalla polizia praticamente! È ovvio che non vuoi che ci vada a mia volta! "
" prometto che sarà la prima cosa che faremo! Così possiamo salvare tutti! "
" non sappiamo nemmeno se stiano bene! E se arrivassimo troppo tardi? E se ORA è l'unica occasione di aiutarli! Non scappando, ma assistendoli! "
" Koharu, proprio per questo- "
" NO, ASCOLTAMI TU PIUTTOSTO! "
Le gridò contro.
" i MIEI amici sono bloccati fra le macerie di questo luogo. Non so se stanno bene, tantomeno se sono vivi! E lasciarli così è- è così ingiusto! E se morissero mentre siamo via?! Se non riuscissimo a portarli al riparo?! Non me lo perdonerei se... se loro... se Asahi- morissero... "
Asahi. Da quando ebbe visto quella foto fin troppe promesse si spezzarono. La sua fiducia si spezzò. Eppure ancora ci teneva. Oppure no? Non- non lo sapeva. Non sapeva cosa fare. C'era fin troppo che bolliva in pentola e la stordiva al sol odore. Odiava essere lì. Davvero, voleva uscire da lì.
Ma in questo atto di egoismo puro?
Neanche per sogno.
" perché devi essere sempre così egoista? Perché non cerchi mai di capire come le tue azioni feriscono altra gente? "
Airi? Un'egoista?
Era stata chiamata come tale dalle sue amiche quando non voleva fare la loro schiava.
Era stata chiamata così da Asahi quando ha deciso di ingannare Koharu.
Ma sentirselo dire da ella stessa... Era come se le avesse appena strappato il cuore.
" quindi... quindi non vieni? "
Scosse la testa guardando giù.
" devo assicurarmi che stiano bene. Che senso ha chiamare aiuto per dei morti? "
Bisbigliò.
Airi mandò giù la saliva.
" allora... io... "
Fece un passo in avanti.
Ed un altro.
Fino ad essere a dovuta distanza per abbracciare l'altra.
Koharu non si mosse. Non ricambiò.
" andrò a chiamare aiuto e... e tu ti prenderai cura di loro... okay? "
Koharu annuì lentamente.
Le mancò subito quelle calde braccia attorno al corpo, tanto che avrebbe cominciato a tremare da un momento all'altro.
Non era giusto, non era giusto, non era giusto.
Nulla era giusto!
Come fidarsi di Airi!
L'avrebbe dovuta seguire? No- però gli altri.
Strinse le braccia attorno a sé.
Koharu odiava Airi.
Koharu odiava Airi.
Koharu odiava Airi.
Airi era una buona a nulla.
Airi non le serviva.
Di Airi non si poteva fidare.
La stava ingannando come la strega che fosse.
Koharu detestava Airi con tutto il suo cuore.
" AI- "
BAM!
Fu più veloce di un fulmine.
Addirittura spinse via un tratto della nebbia.
Airi realizzò solo dopo di esser stata appena sparata sulla schiena, in direzione del cuore, quando sangue iniziò a colare.
Koharu spalancò gli occhi, paralizzata dalla scena.
Dei passi la raggiunsero ed una mano fu messa sulla sua spalla.
Il malfattore non voleva far del male a lei, solo ad Airi.
BAM!
Un secondo proiettile, questa volta sulla spalla opposta.
Airi fece due piccoli passi in avanti dall'impulso.
Si girò lentamente per guardare il colpevole.
Haruki teneva stretta a sé la sua pistola, vicino a Koharu.
Voleva farle del male.
Era stata scovata.
Ed ora voleva uccidere sia lei che Koharu.
Lo sapeva, lo sapeva, lo sapeva.
Sapeva che in fondo non era poi così diverso da sua sorella. Che del sadismo si nascondeva in quel ragazzo, per quanto normale apparisse.
Non gli avrebbe permesso di-
BAM!
Puntò al petto, al cuore.
Airi mise una mano su di esso, notando quanto il sangue stesse sporcando i vestiti e il palmo. Non riusciva più a muoversi. Cadde sulle sue ginocchia.
Koharu fece la stessa identica cosa.
Abbassò la pistola per ricaricare il colpo, ma proprio quando la rialzò una mano strinse il braccio. Quella di Koharu.
" NO, NO, NONONO-! "
BAM!
Airi era una traditrice.
" SMETTILA- SMETTILA- "
BAM!
Aveva giocato col fuoco.
" TI PREGO! "
Nulla l'avrebbe fermato.
BAM! BAM! BAM!
Perché, come Hana, anche Haruki era in grado di uccidere.
Come Hana, sapeva cosa significava sporcarsi le mani di sangue.
Come Hana, odiava i traditori.
Abbassò la pistola assente di colpi.
Nove volte.
Le ha sparato ben nove volte.
Koharu non smetteva di strattonare il braccio, ora in lacrime.
" basta... no... perché... "
Si sentiva fra un singhiozzo e l'altro.
Haruki l'aveva uccisa.
Haruki aveva appena ucciso una seconda persona.
Haruki era un assassino.
Uno lurido, sporco, sconcio assassino.
Fece cadere la pistola a terra.
Gli occhi erano lucidi.
L'aveva fatto? L'aveva fatto!
L'aveva realmente fatto!
Sentiva quanto viscide le mani fossero.
Le mani di un orribile assassino.
Le mani insanguinate di tutti i suoi peccati.
" ma- mamma?! "
Haruki si ricordava quel giorno fin troppo bene.
Il giorno che gli rovinò la vita.
Haruki si ricordava tutto quel rosso.
Sui suoi vestiti, sul pavimento e la porta.
Ma soprattutto su Yasu.
Quel rosso fuoriusciva da lei.
" ma-...mma? "
Ripetè la donna, accasciata a terra con vicino il figlio. Non di sangue. Non di quello che scorreva fuori dalle vene ed arterie.
" mi-... hai- chiamato- 'mamma'-? "
" non parlare! Chiamo- chiamo l'ambulanza! "
Il castano si alzò da terra in cerca di un telefono.
La donna ridacchiò, soffocata sia dal sangue che dai singhiozzi. Ora il viso era in lacrime.
" Ha-Haru- ki- non... andare- "
" non me ne vado, sono qui! Sono qui! "
Dove diamine stava quel cellulare?!
Chi diamine era quella figura incappucciata introfulata a casa loro?!
C'era lo zampino dei colleghi di Hamasaki, non è vero?!
Per questo aveva preso quel coltello! Per difendersi! E-eppure...
" diamine! Perché non va?! "
Gettò via il telefono dalla frustrazione, ritornando dalla donna.
Notò ora le lacrime e cerco di contenere le sue.
" non-... non è col- colpa tua... okay? "
" basta, non parlare ti prego! Troverò una soluzione! "
Scosse la testa.
" fa niente... l'importante è- è che tu stia- bene- "
Tossì.
Strinse la mano al fanciullo, ora in lacrime a sua volta.
" mamma... "
No, no, no e ancora no!
Non l'avrebbe lasciata morire così!
" AAAAAAAAAAAAA- "
Un urlo.
Uno che non pensava di dover sentire in tutta la sua vita.
Quello di Sumire.
Si girò e la vide al confine dell'entrata. Ancora vestita con l'uniforme scolastica.
Aspetta, oggi non doveva prendere un esame? Cosa ci faceva lì?
" S-sumi- "
Corse via.
Sumire corse a chiamare aiuto.
E presto aiuto arrivò.
Dei poliziotti su accostarono alla porta.
" per favore, mia madre è- "
" eccolo, è lui il sospettato! "
... Il sospettato?
Di cosa?
Non ebbe risposte. Solo sempre più confusione.
" Haruki Hamasaki, sei in arresto per tentato omicidio. Hai il diritto di rimanere in silenzio. Ogni cosa che dirrai potrà e sarà usata contro di te "
" fermi! Mia madre! Aiutatela, vi prego! "
Gridò al gruppo di uomini mentre uno di loro lo ammanettava. Lo forzarono fuori dalla struttura, mentre un gruppo medico fece ingresso per aiutare la povera vittima.
Chi vide fuori?
Sumire. Guardarlo con disprezzo e paura.
Era spaventata. Da lui.
Come se fosse spazzatura, non una persona.
" sumire- cosa succede? "
Scosse la testa. C'era anche lei dietro tutto questo?
" m-mi credi, vero? "
Scosse la testa.
Il resto della storia?
Sirene lo assordivano.
Le luci rosse e blu lo accecavano.
Fu portato via in quell'auto stretta.
Non ebbe più niente da lì in poi.
Nessuna famiglia.
Nessun cognome.
Nessuna fiducia.
Nessuna speranza.
Era solo un orfano criminale.
Inutile alla società.
Corse via senza guardare indietro, lasciando Koharu da sola.
Koharu era da sola.
Koharu era in ginocchio, pochi passi da lei il corpo giacente di Airi.
Koharu era in un atroce dolore, perché si pentiva di ogni insulto che le avesse dato.
Koharu era spaventata, perché non aveva mai visto nessuno di caro a lei morire proprio davanti ai suoi occhi.
Koharu era impotente, perché non era riuscita a salvarla.
" k...- o... - "
Alzò lo sguardo impanicata.
Airi... Airi era viva?!
Era viva?!
Si avvicinò al suo corpo gattonando.
" airi! Airi- airi! "
Non sapeva cosa dirle.
Era- solo il suo nome poteva pronunciare.
La accolse fra le sue braccia.
Non importava se si sporcasse di sangue.
" airi! Airi! Io- "
" sc-... usa... "
Per cosa?!
Per cosa cazzo ti stai scusando, Airi?!
Per esserti avvicinata a lei?!
Per aver deciso di innamorarla?!
Per star morendo?!
" no... no... ti prego- "
" no...n- vol... evo... - farti... pian-... ere "
" basta! Basta! Basta! "
Se un dio esiste, fatele smettere!
Falla smettere di sentirsi così in colpa!
Falla smettere di provare queste emozioni contrastanti!
Falla tornare indietro così che non l'avesse mai insultata!
Falla tornare indietro così che potesse salvarla!
" son... so-... lo... - un- fal-... fal-... "
Fallimento?!
Neanche per sogno!
Koharu non odiava Airi.
Koharu non odiava Airi.
Koharu non odiava Airi!
Airi era la prima persona che si fosse preoccupata per lei!
Airi non era un semplice oggetto!
Di Airi ci si poteva fidare!
Non la stava ingannando!
Perché Koharu l'amava con tutto il suo cuore!
" ti... - ti amo... ko-... haru... - dav... v... vero- "
" shh, per favore- "
Le disse inizialmente, inarcando la schiena verso di lei.
Airi, con il braccio, prese la sua guancia e l'accarezzò. Koharu mise il suo palmo sopra a sua volta. Quella stretta che fino a pochi secondi fa odiava, ora la necessitava come linfa vitale. Una linfa che sporcò il viso di rosso sangue.
Ora pure Airi era in lacrime, come se di liquidi non ne stesse perdendo abbastanza.
L'aveva detto davvero? Alla ragazza che le piacesse? Finalmente aveva confessato ciò che provasse? Per una volta nella sua vita? Ci voleva davvero così tanto? Tanto vale...
Con quelle poche forze rimaste, cercò di alzarsi. Prese la guancia opposta con l'altra mano e avvicinò i loro visi.
Koharu ebbe il suo primo bacio finalmente.
Airi fu il suo primo bacio.
Il primo bacio più crudele che avesse potuto mai dare a qualcuno.
Lo aveva conservato solo per lei.
Perché l'amava.
Perché l'amore faceva male.
Quindi tanto valeva soffrire come nessuno ha mai fatto prima.
Quando Airi pensava di cedere provò la mano di Koharu sulla schiena per sostenere il peso. Per far durare quel bacio in eterno. Perché voleva solo che questo momento mai più passasse.
Ripresero fiato e fu allora che Airi le porse un piccolo sorriso.
La sua prima confessione ed il suo primo bacio d'amore. Dato alla ragazza più carina della sua classe. Koharu sarà pur stata impacciata e testarda, ma era una persona meravigliosa. Altrimenti non si sarebbe mai innamorata di lei in primo luogo.
" vol-... evo... - far- lo-... da.. - pr- prim... o... - gio-... rno... "
Pianse. Diamine se pianse.
Se si fosse rispecchiata allo specchio nemmeno si sarebbe riconosciuta da quanto orribili quelle smorfie fossero.
" anche io... anche io- ti amo- Airi-! "
Bisbigliò per poi avvicinare le loro fronti. Lacrime bagnarono l'altra.
Airi lasciò andare tutto il peso nelle sue braccia.
Quei occhi azzurri spalancati che guardavano fissa Koharu.
Il calore confortante che man mano spariva.
Airi Sugawara, la super tessitrice liceale, era appena morta.
" AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA- "
_____________________________
" quindi anche voi vi siete risvegliati al botto? "
" sì, praticamente "
Dopo una pausa spesa a riprendere fiato ed energie, il quartetto si avviò verso quella che si ricordavano essere l'uscita dalla catastrofe. Ebbero fatto un giro per cercare il resto di loro — Hisa, Koharu e Airi — ma senza alcun risultato. Supponevano, anzi, pregavano, che non fossero stati coinvolti nell'esplosione. Non avevano alcun modo di confermare questo, se non uscendo e chiamando i loro nomi solo allora. Axel e Shiori faticavano a camminare sia per le botte prese che per il terreno poco stabile e pieno di ostacoli. Hyosuke e Asahi invece non erano proprio i più sportivi, rallentando il passo a loro volta.
" dove diavolo le ritrovano queste bombe?! Una non bastava! "
Sbottò la medium tenendosi la tempia e tirando qualche sospiro.
Un ostacolo si parò per l'ennesima volta davanti a loro. Non era nuovo, no? Allora perché l'ho menzionato?
" oh cazzo... "
Borbottò Asahi.
Perché bloccava la loro strada completamente.
" non dite che... "
Hyosuke parlò.
" siamo bloccati qui dentro? "
Finì Axel, grattandosi il braccio.
Tutti fissarono quel muro gigante di roccia con sguardo scioccato.
Ahah! Erano spacciati!
Hyosuke doveva aspettarselo!
Ovvio che fossero intrappolati!
Quando mai una cosa deve andare bene per lui, giusto?
Dopo quel discorso avvincente, ci stava quasi credendo alla storia del futuro!
Moriranno lì dentro! E nessuno scoverá i loro corpi da quante macerie ci fossero! Il peso addirittura lì avrebbe ridotti in delle frittate che vedeva sempre nei stand dello street food!
Si inginocchiò e si tenne le braccia forti.
Gli occhi erano lucidi.
Sentiva nuovamente quella risata inusuale salire in gola. Perché la situazione era così divertente! Degna di una commedia!
" shh- lo sentite anche voi? "
Chiese Shiori avvicinando l'orecchio ai massi. Gli altri due fecero lo stesso.
Era come un boom, boom, boom.
Non quello dell'esplosione.
Bensì quello di un oggetto contundente che colpiva un altro. Lo tirava e lo faceva cadere. Come se... Cercasse di creare un passaggio.
" hey?! C'è nessuno lì?! "
" HISA?! "
" SHIORI SEI TU?! STAI BENE?! "
I colpi si fermarono ed dei passi su avvicinarono alla barriera. Hisa riuscì a togliere un masso con le sue mani e finalmente vide l'altra parte del casino.
" e Axel! E Asahi! E Hyo! State bene?! "
" niente di rotto fortunatamente "
Borbottò il creatore di effetti speciali.
" okay, okay- fatemi fare. Voi allontanatevi per evitare che qualche masso vi vada in testa! Fidatevi! "
Tutti annuirono, allontanandosi. Akihisa riprese a creare una via con il tubo usato dapprima, ora con molta più forza, molta più speranza. Finché il muro non tremó e tutto quanto cadde, andando ad espandersi addirittura nella parte intatta. Il gruppo bloccato poté finalmente uscire. Hisa non aspettó ad abbracciare Shiori ed Axel, dovendo un poco saltare data la differenza d'altezza fra i tre.
" okay siamo in 5- mancano ancora due persone "
Disse poi tornando serix ed agitato.
" Koharu e Airi "
Precisò la corvina.
" non le abbiamo trovate, forse stavano fuori come te? "
Aggiunse.
" nemmeno io le ho viste... "
Ammise, tirando un sospiro.
" cosa aspettiamo? Andiamo a cercarle! Io cerco Koharu! "
Asahi si affrettò a camminare via dal resto del gruppo pur di ritrovare l'amica. Girò l'angolo ed entrò nell'atrio principale. Fu lì che, da molta distanza, vide qualcuno uscire dalla lavanderia.
" koharu! "
Era lei! Era viva! Grazie al cielo stava bene!
Aspetta... Quello era... Sui suoi vestiti... Sangue??
E perché teneva lo sguardo basso?
La raggiunse e rimasero fermi.
Koharu non aveva nemmeno la forza di guardarlo negli occhi.
" stai bene?! Ti sei fatta male?! "
Non aveva nemmeno la forza di rispondergli.
Presto il resto del gruppo lì raggiunse, tutti preoccupati per la sua incolumità.
La sua.
Solo la sua.
Non di- di-
" hai visto Airi? "
Chiese Hyosuke, preoccupato nel non vedere l'unica ragazza ancora rimasta vicino a lui.
Lacrime bagnarono il volto della castana. Senza fine. Senza imbarazzo. Si mise le mani in faccia e la bocca lasciava singhiozzi ed urla.
No, no, no, no-
" dimmi che stai scherzando- dimmi che sia uno brutto scherzo- "
Hyosuke la prese per le spalle e la scosse.
" dove sta Airi?! "
Koharu pianse più forte.
Hyosuke ebbe gli occhi lucidi.
" dove sta?! "
Koharu urlò.
" È MORTA! "
Hyosuke mollò la presa.
La stessa sensazione lo divoró dall'interno proprio come per Naomi.
Airi era morta.
Ora era l'unico membro degli Shini Goro ancora in vita.
L'unico.
Era l'eccezione fra quel gruppo.
L'unico.
Solo.
Da solo.
Era da solo.
Solo, solo, solo.
Hyosuke era fottutamente abbandonato.
Nella sua paranoia, i passi di Akihisa risuonarono. Batté le mani per attirare l'attenzione.
" ascoltate bene. Ora ci mettiamo in un luogo appartato "
" e che vuoi fare?! Ti pare il momento?! "
Controbattè Asahi, quale stava attaccatx all'amica.
" e parliamo di tutto ciò che volevamo fare dal primo giorno. Nessuno escluso! "
_____________________________
Buonasera a tutti quanti!
Mi farò molto breve poiché è tardi.
Innanzitutto auguro buona fortuna a tutti quanti con il rientro scolastico dopo le vacanze di Pasqua! 💕
Secondo, come al solito, spero il capitolo vi sia piaciuto e non ci siano troppi errori di battitura, grammatica, etc.
Cosa ne pensate? Commenti? Domande sulle informazioni oggi ricevute? Sono aperta a tutto quanto!
Ormai mi conoscete, sono troppo occupata per rileggere e correggere, mannaggia a me /hj
Detto ciò, non credo voglia aggiungere altro.
Ci vediamo nell'altro atto!
— 𝕰𝖑𝖎𝖟𝖆
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