❱ 𝗖𝗛. 𝗜𝗩, 𝗔𝗖𝗧 𝗜𝗩: 𝖸𝖮𝖴 𝖭𝖤𝖤𝖣 𝖳𝖮 𝖣𝖨𝖤! ❰

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" va bene essere arrabbiati certe volte, è una parte di ciò che ci rende umani dopotutto "

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Quei piccoli ricordi li collezionava come tesori. Non importava quanto insignificanti fossero, per ella valevano più dei soldi.
Il caldo.
L'affetto.
Addirittura le piccole litigate.
Amava esser presa in cura.
Soprattutto dalla sua cara zia.
Che la ricopriva di baci, attenzioni, e soprattutto amore.
Amava essere ammalata.
Perché diventava più importante in un attimo.
E non doveva fare nulla in cambio.
Solo fare la brava, sdraiata a letto.

Sì, aveva fin troppo ben in mente quella scena.
Era una brutta giornata non solo per l'ennesima disputa scolastica.
La pioggia iniziò senza preavviso.
Dovette correre a casa con addosso una stupida uniforme leggera.
E quando tornò a casa stava già sentendo i brividi della febbre.
Fu sua zia ad aiutarla a cambiarsi e riposarsi.
Come sempre, fu sua zia quella a dimostrarle quanto bene le volesse.
Era l'unica che si preoccupava veramente di lei.
Non papà, non mamma, tantomeno i suoi compagni di classe.

Sorrise una volta cosciente del cuscino sotto la sua testa.
Poteva dormire in santa pace.
Tranquilla.
Felice.

Dei rovi si strinsero attorno al suo braccio, conficcando le loro radici sulla spalla.
Sentiva pulsare.
Bruciare.
Il dolore l'ammazzava.
E la portò fuori dal dolce mondo dei sogni.
Verso la cruda realtà.

Fece una smorfia da quanto scavasse nella carne. Allo stesso tempo, però, era troppo debole per alzarsi e grattarsi.
Tentò di aprire gli occhi con tutte le sue forze.
Sentiva ancora Sumire chiamare il suo nome, Akihisa che cercava di calmarla ed Airi disperata in qualche possibile pianto represso.

Questa volta i ricordi la assalirono.
La pistola.
La stanza.
Il panico.
La paura.
Le urla.
Di chi erano?
Perché facevano così paura?

... Oh.

Le palpebre finalmente si aprirono, dandole possibilità di vedere.
Dove stava, dove stava, dove stava-
Cosa xlx avevano fatto?!

Cercò di usare le braccia per alzare il busto.
Mossa sbagliata.
Un minimo movimento e lo shock perforò il suo intero corpo, lasciandola immobile.
Doveva alzarsi, doveva alzarsi, doveva alzarsi-

Aspetta... Non è la stanza cui erano rinchiusi...?

Respirando affannosamente, osservò i suoi dintorni da quella posizione limitata.
Era... Era in una camera da letto dei dormitori. La sua? Eran tutte uguali in fondo.

Come ci è finita lì?
Questa volta usò mooolta più lentezza nei gesti. Analizziamo ogni singolo punto.

Il dolore.
Proveniva dalla sua spalla.
La stessa spalla cui aveva provato ad ignorare per questi ultimi giorni.
La stessa spalla cui aveva cercato di medicare in modo scorretto per non far preoccupare nessuno.
Insomma, era solo un taglietto... Giusto?
Perché faceva così male adesso?
Il braccio buono si mosse, andando a toccare con la mano l'arto opposto.
C'erano delle bende. Liscie. Molto probabilmente più pulite di quelle lasciate.

Si mise una mano in faccia, poco sotto gli occhi.
Il viso era sia freddo quanto caldo.
Oppure erano le sue mani?
Era certa solo di una cosa: si sentiva uno schifo.

Le coperte.
Morbide.
Calde.
Era rimboccata come un piccolo fagotto sotto di esse.
Era piacevole.
Non voleva alzarsi.

Tentò di tornare nel suo mondo fantastico.
Perdersi nuovamente in tutta quella nostalgia pur di dimenticare il dolore.
Lì dentro era bello.
Qui fuori era brutto.

Spostò le gambe per mettersi più comoda e notò la presenza di qualcosa di pesante al lato sopra le coperte. Ma cosa?
Abbassò lo sguardo e fu lì che lo vide.
Braccia incrociate sul materasso, la testa appoggiata su di esse lateralmente, le spalle si alzavano ed abbassavano a ritmo del respiro, come se tentasse di dormire in quella posizione seduta scomoda.

Fece per aprire bocca.
Nulla uscì.
Scosse le gambe.
Nessuna reazione.
Mise una mano in faccia dalla frustrazione.
Notò allora di avere qualcosa di bagnato sulla fronte: uno straccio freddo.
Da quando lo aveva? Era da poco cambiato?

Lo afferrò e, con tutta la forza del braccio funzionante, lo tirò verso la direzione delxx ragazzx dormiente. Centrò la nuca anche da sdraiata.

Il corvino raddrizzò la schiena impanicato dall'improvviso attacco.
Si girò attorno a sé come per controllare nessuno gli stesse dietro le spalle.
Quando incontrò lo sguardo stanco della castana, Asahi snuff.

" non ancora... puoi lasciarlo in testa una buona volta? "

Come se non fosse la prima volta che cercasse di attirare la sua attenzione. Allora perché suonava così indifferente e scocciato? Era cosciente! Confusa ma cosciente!
Si mise sulle sue ginocchia e portò il tessuto verso la fronte dell'altra. Prontx a tornare nel riposarsi.

" a... A... "

Prese un piccolo respiro.

" Asa... Asa-chan? "

Sbiancò come se avesse visto un fantasma.

" K-koharu? Non sei solo in una fase casuale di coscienza? "

Di che diavolo stava parlando?
Cosa le era successo?
Perché era qui e non laggiù?
Dove era il resto?
Ma soprattutto, come stava egli?

Fece di no con la testa, occhi socchiusi.

Le pupille di Asahi si dilatarono ulteriormente.

" stai- stai-! "

" una mano? "

Bisbigliò la fanciulla avvicinando l'arto all'altro. Asahi mise anche una mano sotto la sua schiena e la tirò con il petto in su. Lo straccio cadde ancora una volta sulle sue mani. Nessuno dei due sembrava crederci, tantomeno riusciva a dire un'ulteriore parola. Che fosse per lo shock o la stanchezza.

Le braccia del giocatore di scacchi si mossero da sole. Tremanti, insicure di toccarla nonostante morivano dalla voglia di accertarsi non stesse sognando. L'avvolse, la strinse, la strinse così forte da non volerla mai più lasciare via come prima.

" stai- "

Stringeva e stringeva.
Voleva assicurarsi al cento percento non fosse un sogno. Le lacrime si formarono sui bordi degli occhi. La gola era bloccata. Un peso gelido dal cuore si stava sciogliendo. Era lì! Era lì! Stava- stava-

" ahia- "

Ruppe il contatto non appena l'altra si lamentò, probabilmente perché avrà usato troppa forza sulla ferita. Diamine, si era scordato esistesse. Abbassò leggermente il capo.

" scusa- scusa- "

" fa niente... "

L'apprezzava davvero. Anche lei moriva dalla voglia di ricambiare. Il problema eran le energie.

Vi fu un breve silenzio.
Doveva chiederglielo?
Mh...
Non poteva sapere se non lo faceva.

" stai bene? "

" stai bene? "

Si guardarono stupiti.
Avevan fatto la stessa domanda all'unisono. Quasi le venne da ridacchiare. Asahi tuttavia guardò altrove, imbarazzato ed insicuro. Si portò una mano a grattare la parte inferiore del collo.
Huh... Da quando portava il colletto della giacca così alto e...
Perché c'era un segno rosso?

Il cuore si gelò.

" che hai... Lì? "

" ... dove? "

Spalancò gli occhi. Koharu indicò il collo con un gesto della testa.
L'altrx portò la giacca più in alto, affondando la testa come un fungo.

" sei ferito? "

" no, e di sicuro non ho un'infezione e della febbre "

Rispose più acido.
Fu... Sconfitta? Delusa? Triste di questa aggressività e repulsione?
Non poteva mica, uhm, costringerlo a dirglielo dopotutto... Non ne voleva chiaramente parlare al momento. Sapeva che... Insomma... Tutti...

" ... vado a prenderti dell'acqua "

Annunciò finalmente alzandosi da quel materasso verso la scrivania. La visuale che prima copriva si rivelò una bacinella piena d'acqua. Le prime teorie crebbero. Si stava prendendo cura di lei? Mancava un pezzo della storia.

" cosa... È successo? "

Chiese quando le fu dato il bicchiere.
Asahi si sedette sopra il letto stavolta, incrociando le gambe.

" uhm... Da quel che ho capito siete stati ri-rapiti, da Shiori, e sei crollata di punto in bianco. Hanno fatto un piano per uscire, ci sono riusciti, ed ora Shiori è rinchiusa da qualche parte. Poi si son decisi di dividerci in coppie per la notte bla bla bla, insomma, hai capito "

Aveva un quadro generale, sì.
Capito? No, non proprio.
Annuì ugualmente prima di prendere qualche sorso dalla bottiglia.

" perché l'hai tenuto nascosto, me lo puoi spiegare? "

Uh oh... Ecco la temuta domanda.
C'era davvero una risposta adatta?

" ho... uhm... Non pensavo fosse grave "

" non pensavi fosse grave una pugnalata alla spalla? "

" non era al cuore! Sarebbe guarita da sola! Credo... "

Il sospiro deluso dell'altro portò sconforto.
Effettivamente la stessa logica si poteva contare tanto tempo fa, quando i ruoli eran inversi. Quella pugnalata allo stomaco era stata grave, quindi perché non pure questa?

" ... scusa, non volevo farvi preoccupare "

Ricevette del silenzio.

" ... l'importante che stia bene, ci mancherebbe solo un'altra vittima "

" aw, ti eri preoccupato così tanto? "

Le fu istintivo domandare con fare scherzoso per alleggerire l'atmosfera. Si sarebbe aspettata la solita difensiva. Qualcosa fra le righe di "ma chi io? Preoccuparmi di te? Sono il grandioso Asahi! Il mio ego è così enorme che le emozioni non fanno per me!"

" ... stavi morendo praticamente, che razza di domande fai! "

Huh?

" sei- sei svenuta dal nulla con una grave infezione - fattelo dire quella roba sembra tutt'altro che invitante -, hai avuto la febbre a quaranta per più di una giornata intera, alcune volte ti svegliavi e borbottavi cose strane prima crollare nuovamente, ad una certa hai iniziato ad avere convulsioni o quel che so io- e non dovrei preoccuparmi? Seriamente? Mi prendi per il culo?! "

" uhm- eh... "

Portò la mano sulla tempia, distruggendo ancor di più l'ottimismo. Non voleva offenderlo, davvero.

Si scordò che non fosse l'unica cui aveva passato le pene dell'inferno in quei giorni.
No, non sapeva cosa gli fosse successo, ma era cosciente fosse grave... Altrimenti quelle... Quelle urla...
Doveva dirglielo? No, xlx avrebbe rovinato l'umore. E se lo sapesse ed aspettasse glielo dicesse di persona? Cosa gli avevano detto gli altri in sua assenza?

" ... hai fatto tutto da solx? Grazie "

Era confortevole.
Era familiare.
Esser presa in cura da qualcuno a cui tieni.
Anche se non fosse perfetto, le bastava per esser soddisfatta.

" come... Hai fatto abbassare la febbre? E perché non ricordo di essermi svegliata? "

" non sono un medico per la seconda, per la prima: i miei antibiotici. A quanto pare hanno funzionato "

" i-i tuoi? No! In che senso- non servono a te? Perché-"

" prima di tutto servivano più a te. Secondo, non sto così male nonostante sappia non guarisca subito. E terzo, no, non accetto se non li vorrai prendere. È grazie a te se li ho in primo luogo e... "

Esitò.

" ... Te lo devo per quella volta insomma "

Arrossì leggermente, affondando la testa ancor di più dentro la giacca. Dal naso in su era visibile.
Un piccolo sorriso sfuggì dalle labbra dell'altra.

Tornò subito seria.

" hey... Asahi? So che te l'ho già detto, ma... "

Strinse con un pugno le coperte sottostanti.

" se ti serve qualcosa, qualsiasi cosa, sono qui per te, okay? "

" da dove viene fuori questo adesso-"

Mise una mano sopra quella dell'altra.

" mi fido di te, quindi voglio che ti fidi di me... Per qualsiasi cosa... Per favore... Me lo prometti? "

" ... Cazzo, sei bollente, torna a sdraiarti. Non posso prenderti seriamente se è la febbre a parlare al posto tuo "

La guidò verso il cuscino delicatamente prima di coprirla di mille e più coperte. Avrebbe dovuto fare- uh- cosa si fa per le persone ammalate? Vabbè, qualsiasi cosa purché parlare ulteriormente! Magari fare un salto in infermieria per pescare altri antibiotici... Sempre se ce ne fossero ancora.

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Era presto.
Oh, se era tanto presto.
Per Akihisa "presto" ormai equivaleva a prima dell'annuncio mattutino, ossia le 7. Era certo che la maggior parte di loro dormiva sereno nelle camere.
La maggior parte... Tranne una certa fanciulla, che tanto fanciulla non era, bensì una giovanissima adulta. Un'adulta quale non era in camera sua e tantomeno aveva sogni d'oro. Quello era poco ma sicuro. Eppure fu proprio questo pensiero nella sua coscienza che lo spinse verso la stanza cui il gruppo stesso la teneva rinchiusa. Era la preoccupazione? Il senso di colpa? La speranza di vederla migliorata?

Ammetteva che dopo la situazione di ieri aveva timore a starle vicino senza avvisare nessuno... Ritrovarsi una pistola puntata alla tempia non è stato affatto gradevole, anzi, il peggior risveglio mai avuto da quando fossero rinchiusi lì dentro. Peggio di quello non poteva mica andare, no?

E poi non andava senza una valida motivazione! Aveva con sé una piccola merendina da offrirle come spuntino, poiché dubitava avesse trovato qualcosa di commestibile lì dentro. Ed anche qualcosa da bere non mancava mai.

Una volta tolta quella sedia dalla maniglia, prese un respiro profondo per tenere i nervi saldi. L'aprì con una mano e fu sorpreso di non vedere un macello. Pensava avrebbe ridotto la stanza in poltiglia pur di farla uscire da lì. Invece Shiori si trovava sotto uno dei tavoli e sdraiata a faccia in giù.

" shiori...? "

Chiamò il suo nome per controllare fosse sveglia o stesse dormendo.
Ricevette solo dei respiri risposta. Concluse si trattasse della seconda opzione. Fece due passi verso il tavolo più vicino e appoggiò le risorse lì, senza mai distaccare lo sguardo.

Si accorse che c'era qualcosa che non andava.

" shiori? "

Sotto attenta osservazione capì che c'era decisamente qualcosa che non andava. Perché tremava? Perché sembrava faticare nel respiro? Perché si abbracciava lo stomaco in quella maniera?

D'istinto si avvicinò alla sua posizione, preoccupatx delle sue condizioni.

" oi, ci sei? "

Si abbassò al suo stesso livello, sulle sue ginocchia.

La corvina borbottò qualcosa di incomprensibile, non solo per il volume basso ma anche il minimo movimento delle labbra.

" come? "

" ... v-via- "

" huh? "

La girò di lato, scovando il viso pallido e sudato, tanto che alcune ciocche dei capelli erano attaccate ai lati. Li spostò con mano tremante, sentendo la temperatura della fronte più calda del normale. Anche lei aveva la febbre? Era possibile? No, mica aveva qualche ferita infettata! Vero?

Controllò spalle, stomaco e gambe, con dovuta limitazione alla privacy, e non trovò niente di grave. Allora, cosa era? Cosa aveva fatto di diverso dal resto per finire così?

" shiori! hey! riesci a sentirmi?! "

Scosse la sua testa contenendo il battito cardiaco a mille. La medium aprì gli occhi leggermente.

" vi... a... "

Via? Da dove? Da chi? Perché? Perché continuava a borbottare le stesse cose di ieri? Che diamine le era preso d'un tratto?

Sentì il polso essere afferrato.

" fu... o... ri... "

Da cosa? Sotto il tavolo?
Non aveva la più pallida idea di cosa volesse da lxi, ma la assecondò. Con tutte le forze nelle braccia la trascinò fuori da quel basso tetto.

Okay, ora cosa avrebbe dovuto fare?

" vuoi dell'acqua? Del cibo? Ti serve qualcosa dall'infermieria?! "

Scosse la testa. A quali delle tre cose? Tutte e tre forse?

Più i secondi passavano e più sembrava svegliarsi, eccetto che...
Che iniziò ad escalare fin troppo facilmente. Afferrò il polso del cartomante, il quale era già alzato.

" via! Via! Via! "

" da che cosa?! Devo andarmene da qui e lasciarti così, non ho capito?! "

" uscite! Uscite! Via! Via! Via! "

" ma che cazzo ti prende?! "

La stretta si fece ancora più forte. Pur di non lasciare si alzò sulle ginocchia. Avendo una visione più ampia della sua espressione, notò con orrore quei occhi blu vuoti, pieni di terrore, di disperazione, come fosse rinchiusa da qualche parte di oscuro e maligno... Senza via d'uscita.

" testa! Fuori! Dalla mia! Testa! "

Iniziò sempre di più a gridare a pieni polmoni.
Se Hisa non fosse allarmatx già da prima, ora lo era di sicuro.
Cosa c'era nella sua testa?
Cosa doveva tirare fuori?
Cosa voleva che facesse?

Il respiro era sempre più corto, sempre più forte, sempre più soffocante. Teneva la bocca spalancata pur di ricevere quanta più aria. La mano libera si era attorcigliata attorno al suo stomaco, stringendolo così forte sa volerlo tirare fuori dal corpo.

" vi- a-! "

Cosa vedeva in quel momento Shiori, che Akihisa era impossibilitato?
Tante cose. Più che vederle le sentiva. Sentiva tutte le loro voci. I gridi disperazione, le lacrime amare, la rabbia vogliosa di vendetta. Tutti loro, dal primo all'ultimo morto, le stavano dando la caccia.

" è solo colpa tua! "

" mi spiace, mi spiace, mi spiace! "

" siete degli incapaci! "

La testa non lo reggeva, non reggeva così tante entità in una botta sola. Per quello odiava i cimiteri! Ora come se ognuno la trapanasse da un buco diverso del cranio. Senza sosta. Senza vergogna. Tutta la loro disperazione le veniva trasmessa, tutti i loro risentimenti, disgrazie, scuse e... Minacce. Come se la volessero dalla loro parte. Come se non credevano fosse meritevole. Non quanto loro almeno. Insomma, cosa aveva fatto lei per il gruppo?

È stata una vittima innocente come Hiroko?
È stata quella con una motivazione valida a fare un killing game come Subaru?
Ha cercato di impedire il killing game come Dae-jung e Izumi?
Si era sacrificata come avevan fatto Yuri e Mitsuki?
Ha condotto il gruppo come Valeria?

No!
Non ha fatto nulla del genere!
Nulla di nulla!
Era solo lì a fare la prepotente, la bulla, perché era la più grande!
Almeno era riuscita a raggiungere la maggior età! Almeno ha vissuto la sua adolescenza come si deve! Gli altri non aveva alcuna possibilità di vedere quel futuro brillante strappato, solo perché non voleva prendersi le dovute responsabilità! Fermare il killing game, fermare il killing game, fermare il killing game... Era una cazzo di frana! Non ci era riuscita! Ogni cosa che combinava finiva con qualcuno di morto perché ha ceduto alla violenza!

Ed ora le conseguenze delle sue azioni l'avevano acciuffata.

" Shiori, prendi dei respiri profondi! "

Le ordinò l'albino, stringendo il polso a sua volta per supporto. Voleva capire, davvero, ma non ci riusciva.

" possiamo risolverla! Ma devi calmarti, okay?! "

Iniziò a sua volta a prendere respiri profondi.
Tentò di imitarlo. Provò a calmarsi con tutta se stessa. Davvero. Non voleva essere vista così. Davvero. Davvero.

" così, brava, vai avanti così "

Si sentiva un po' come suo padre il giorno prima di una verifica importante. Gli era capitato di andare nel panico perché non riusciva a fare alcuni esercizi, ed in cambio cercava di aiutarlo quanto potesse nonostante non li afferava a sua volta. Non capiva, ma ci provava e soprattutto ci teneva.

" d-devo- "

Cercò di parlare da sola.
Un mal di testa assurdo la colpì.

" AAAAAAAA- "

" morire morire morire- devi morire! "

" BASTA! FALLI SMETTERE! "

Si colpì la testa da sola. Akihisa afferrò i polsi per fermarla.

" no! Non ti far del male! Shiori! Per favore! "

Sembrava di sentire la voce di Yumeri in quel momento. Una voce autoritaria ma preoccupata. Una voce famigliare ma lontana. Sin da quando fossero nate che era il suo scoglio. Gemelle per sempre, fino alla fine, non importava se non fosse un membro importante di quella gang. Rimanevano sorelle! Ed ora non voleva altro che sua sorella la venisse a prendere!

Perché Yumeri è forte!
Perché Yumeri è resilente!
Perché Yumeri sapeva combattere!
Perché Yumeri stava apposto con la testa!
Perché Shiori non ha mai avuto qualcosa del genere in sé!

Avrebbe fatto prima a togliersi la vita piuttosto che ascoltare la morte respirarle sul collo!

No, no, no, no! Non andava bene! Non andava affatto bene! Forza Akihisa! Pensa a qualcosa! Perché non sta funzionando?! Cazzo, perché non sta funzionando?! Cosa voleva Shiori in quel momento, eh?!
Il panico iniziava a prendere il sopravvento, non importava quanto saldi cercava di mantenere i nervi.

E Shiori tirò l'ennesimo urlo inorridito. Finché la gola non faceva male. Finché non riusciva a coprire quelle voci. Quanto cazzo voleva strapparsi le orecchie in quel momento!

Le dispiaceva, okay?!
Non aveva avuto nulla contro di loro!
Quella pistola serviva solo per minacciare! Non avrebbe mai sparato a nessuno! Voleva solo tenerli a sicuro! Sott'occhio! Così che nessuno potesse farsi del male! Davvero! Lo giurava sulle sue sorelle che non voleva far del male a nessuno! Non voleva più sentire altre voci! Perché sarebbe stata la sua fine!

" SMETTETELA! "

E continuavano.

" BASTA! "

E urlavano.

" ZITTI! ZITTI! ZITTI! "

E la ammazzavano.

Fu lì che la realizzazione colpì il cartomante.
Il motivo per cui adesso è avvenuto questo e non dalla prima morte.
Era perché...
Perché l'Amenoseo aveva finito il suo effetto su di lei.

Se l'effetto era svanito, se cosa le impedisse di sentire quelle voci era finito... Significava tornare a sentire queste tutte ad una volta sola.

Era per questo che era impazzita?!
Perché ora aveva quelle... voci dei morti tartassarla?!
Per quello non sembrava ascoltare nessuno?!
Perché non l'ha detto prima, cazzo! Perché! Perché non l'hai fatto Shiori al posto di metterti nella merda!

" AAAAAAAAAAA- "

L'ennesimo grido perforò i suoi timpani.
Cosa doveva fare per aiutarla?
Cosa poteva fare per aiutarla?
C'era qualcosa che potesse realmente aiutarla?

" BASTA! BASTA! BASTA! "

Ora le orecchie fischiavano.
Nemmeno lxi capiva cosa stesse succedendo.
Pensare chiaramente era diventato difficile.
Come aiutare, come aiutare, come aiutare-

Shiori si mise le mani sopra le orecchie, tirandole con forza.

" TI PREGO- VI PREGO- "

FAI QUALCOSA CAZZO AKIHISA!
DEVI FARE QUALCOSA!
FALLA!
FALLA FALLA FALLA!
FALLAFALLAFALLAFALLAFALLA-

Fu lì che si ricordò di quella cosa.
Andò ad indagare una delle tasche dei pantaloni per controllare fosse ancora lì.

... Lo era.
La tirò fuori.
Un fiala con una sostanza rosa familiare.
La stessa fiala che Hana voleva rifilare a Sumire dopo quel disgustoso scherzetto. Glielo aveva rubato prima che la giornalista poteva metterci le mani addosso. E meno male che l'aveva fatto. Non poteva immaginare quale schizzo poteva partire ad ella con una sostanza così potente.

Una sostanza così potente.
Qualcosa che era riuscito a fermare quelle voci per molto tempo.
Se Shiori...

No! Ma che dici! Quella roba è pericolosa! Hai visto come l'ha ridotta prima! Oppure Axel! Erano un disastro!

" è un anestetico emotivo, serve per aiutarvi a passare un trauma "

No! Era anche instabile! Non sapeva che effetti collaterali avrebbe avuto su di ella in quelle condizioni!

" AAAAAAAAAAAA "

Basta! Basta! Basta!
Non l'avrebbe fatto!
Piuttosto legatelo e prendetelo a mazzate! Non le avrebbe fatto questo!

Chiuse la presa in un pugno. Strinse gli occhi pur di non vederlo. Il fischio continuava, le urla lo pizzicavano...
Aveva altre scelte? C'era davvero un modo sicuro per farla tornare come prima?

Mandò giù la saliva.

" ... Scusa, scusa, scusa- "

Afferrò il suo mento.

" spero tu possa perdonarmi! Capiscimi ti prego! "

Aprì la fiala.

" lo faccio per il tuo bene! "

E verso quella sostanza sulla sua lingua, facendola scivolare giù il palato.
Era come dell'acqua tiepida mandata giù. Nessun sapore od odore. Solo qualcosa scivolava giù nello stomaco.

Shiori tossì come se non ci fosse un domani. Si grattó il collo come per voler sputare fuori cosa avesse appena ingerito.

Akihisa rimase immobile davanti a quella scena.
I sensi di colpa si creavano come delle gigantesche gocce di sudore, scivolando giù la sua schiena come cubetti di ghiaccio.
L'ha fatto veramente?
Le aveva appena dato quella roba... Senza il suo permesso... Perché non sapeva cos'altro fare? Si guardò i palmi. Proprio con quei palmi lo fece. Lui. Ha fatto qualcosa di così crudele.

Alzò lo sguardo e vide la corvina tornata sdraiata per terra, questa volta con un fiato più regolare ma ugualmente pesante. Aveva già fatto effetto? Effettivamente non aveva mangiato praticamente nulla da ieri pomeriggio...

Cercò di tirarla su, mettendo un braccio attorno al suo collo per appoggio, e la trascinò fuori dalla stanza verso la sua camera da letto.

Il minimo che poteva fare era prendersi cura di ella dopo tutto questo.

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" Shiori! Shiori, mi senti?! "

La ragazzina di appena 15 anni si svegliò di soprassalto dall'ennesimo incubo avuto. Sudava, era agitata, guardava davanti a sé inorridita, come se ci fosse qualcuno lì, e stringeva le coperte nei suoi pugni.

Yumeri, la sorella gemella, sentendo i movimenti agitati nel letto accanto al suo, si era da un pezzo svegliata. Vedendola così turbata, si avvicinò lentamente, porgendo una mano sulla spalla di Shiori, cercando di risvegliarla delicatamente dalla prigionia del suo incubo senza interromperla bruscamente.

" va tutto bene, era solo un brutto sogno, okay? "

Per quanto orribili, erano frequenti. Ormai per le due era routine svegliarsi nel bel mezzo della notte. Yumeri non aveva la minima idea di cosa trattavano quei incubi e Shiori non era mai disposta ad aprirsi al riguardo. Però era sempre lì a confortarla quando si svegliava. Shiori si chiedeva se fosse rimasta sveglia tutta la notte solo per lei oppure i suoi lamenti erano la causa. Yumeri diceva sempre che fosse una cosa da gemelle. Se una sta male, anche l'altra lo sarà. Qualsiasi la possibilità sia, si sentiva in colpa a dover disturbare il sonno.

" s-scusa... "

" non ti scusare, non puoi farci niente al riguardo dopotutto "

Si chiedeva anche come sia riuscito a tenere nascosto il suo segreto pure alla sua altra metà sorella. Si chiedeva come Yumeri sapesse esattamente cosa dire quando non ne era a conoscenza.

" mh... "

" vuoi raccontarmi qualcosa? "

Scosse la testa. Neanche si ricordava cosa avesse visto in quell'incubo. Il terrore era vivido, ma le memorie sfocate. Fu così tanto orribile da dimenticarsene?

L'altra tirò un sospiro deluso.

" hai... stavi piangendo ed urlando tutto il tempo... mi hai fatto preoccupare "

Guardò verso il basso stringendo le mani in dei pugni.

Yumeri l'avvolse in un abbraccio.
Quello che le serviva.
La proteggeva da ogni male.
Da qualsiasi cosa volesse portarla giù con sé.
Quel nero e nuvoloso e tempestoso cielo non poteva prenderla qui.

La porta della loro camera condivisa si aprì, spaventando Shiori. Si nascose fra le sue braccia.

" va tutto bene? "

Era la voce della loro sorella maggiore: Kaori. I muscoli si rilassarono.

" sì, niente di che. non ti preoccupare "

Parlò la gemella per lei, distaccandosi dall'abbraccio. Guardò in basso i suoi palmi. Sentì i passi della maggiore avvicinarsi e si sedette sul bordo del materasso. Accarezzò la sua testa con fare amoroso.

" se ti serve qualcosa, puoi sempre contare su di noi, chiaro? Sorelle prima di tutto quanto. Voi due soprattutto avete qualcosa di più speciale, fatene buon uso "

La maggior età le aveva già dato alla testa? Aveva fatto i diciotto giusto l'altro giorno ed improvvisamente sembrava una gran saggia. Le sorrise, annuendo.
Fu lì che le braccia andarono intorno ai colli delle due e, con un sorriso da sbruffona, disse:

" sapete cosa? Son riuscita a riaggiustare la Korean! "

" quella dello zio? Ma non era in gravi condizioni? "

Domandò Yumeri.

" ho fatto un miracolo allora! Ora sembra nuova di zecca! "

Si sentiva la fierezza nel suo tono.
Il loro zio era l'unica figura genitoriale decente che ebbero avuto. Mamma e papà non facevano altro che urlare in contro dalla mattina alla sera, eppure non volevano divorziare, creando un'aria soffocante per le cinque piccoline. Zio Tatewaki le prese sotto la sua ala e le crebbe come se fossero sue. Una delle passioni che trasmise furono le motociclette. Come ne andava pazzo lui, ne andavano pazze pure loro. La Korean era la sua preferita seppur vecchia e dopo rimetterla in sesto dopo averla ereditata significava qualcosa di più profondo.

" cosa vorrai farci con quella allora? "

" guidarla, ovvio. Però fare solo quello non le rende onore! "

Le gemelle corrugarono la fronte, guardandosi confuse.

" noi siamo le più grandi della famiglia, no? E sapete già come guidare un pochino. Che ne dite di formare un gruppo? "

Un gruppo?

" tipo una di quelle gang che vediamo in giro verso tarda notte davanti al supermercato sempre aperto? "

Shiori chiese.
Annuì.

" faremo tremare l'intero Giappone da quanto saremo inarrestabili! "

" wah! Suona fighissimo! Vero Shiori? "

Osservò Yumeri, quale ormai si era fatta cogliere dalla fantasia. Shiori era forse l'unica ancora coi piedi per terra. Forse solo le punte. Annuì senza dire altro.

" ed una gang merita un nome da mettere i brividi! Tipo- "

" Le quattro sorelle della morte! "

Una nuova voce familiare si unì al trio.
Una delle due sorelline, Juri, aveva origliato la conversazione nel bel mezzo della notte.

" che ci fai sveglia a quest'ora, non hai scuola domani? "

Domandò Kaori.

" e voi invece? Pensate che di saltarla ora che volete fare le delinquenti senza di me? "

" n-no! Nono! Assolutamente! "

" guardate che andrò a dirlo a tutti quanti cosa volete fare! "

" Juri, no- dai- "

" a meno che non mi facciate entrare! "

Le tre la guardarono perplesse.

" sei troppo giovane, non sai nemmeno come si guida "

" non mi importa, posso salire dietro sulla Korean dello zio! Voglio farne parte pure io! Non è giusto che facciate bella figura solo voi! "

Insistette con il suo sorriso da far paura.
Dopo varie discussioni, dovettero accettarla.
E fu così che nacque ufficialmente la Shi No Shi Shimai, le quattro sorelle della morte.

[...]

In pochi anni tutto cambiò in fretta.
Molte fanciulle si unirono all gang, connesse dallo stesso amore che avessero per i veicoli. Loro quattro erano le più rispettate. Kaori era palesemente la regina, mentre Yumeri il suo braccio destro e Juri... Era Juri. Shiori risultava quella meno conosciuta di loro. Non amava le attenzioni. Preferiva guardare tutto dalle ombre in silenzio. Alcune non pensavano esistesse e chi lo faceva si riferiva a lei con il suo soprannome... O la scambiavano per Yumeri.

Kuroishi, la pietra nera.
Shiori Kuroishi, la pietra nera.
Quello fu il suo soprannome, quello con cui era conosciuta nella gang. Era simile ma contrastante al nickname di Yumeri, Shiraishi. Sarà pur stato solo il loro cognome, ma l'idea rendeva.

Dall'essere quattro passarono ad essere tre. Kaori presto fu incinta e lasciò la gang per badare a sua figlia. Ecco qui che Yumeri diventa il capo, Shiori il vice nascosto nell'ombra, mentre Juri quella alla luce.
E da tre divennero quattro. Chi era la nuova quarta sorella? Eri, la più piccola di tutte. Anche se era più una mascotte che una regina.

" perché siamo qui? "

Una notte alcune ragazze della gang stavano parlando di una tipica festa clandestina nei vicoli di Tokyo. Alcool, sigarette, quel che era, sarebbero state all'ordine del giorno. Shiori era totalmente contro l'idea di andarci, seppur non lo disse in modo diretto a nessuno. E per qualche diavolo di motivo quel gruppetto era riuscito a convincere Yumeri fosse una buona idea farci parte.

" dai, su, giusto per provare! Se proprio non ci piace ce ne torniamo a casa! Tanto Juri ed Eri staranno dormendo a quest'ora "

Shiori ruotó gli occhi, non credendo alle sue parole, però le accettò addentrandosi per i stretti corridoi. Anche da una semplice camminata si notava l'importanza e la gerarchia fra tutte loro. Le fanciulle novelline dietro, Yumeri davanti e Shiori giusto un passo dietro di ella come se fosse la sua ombra.

La serata sembrò essere così lunga e soprattutto noiosa. Se ne stava in disparte coperta dal gruppo, alcune andavano ed altre uscivano, c'era chi beveva e chi ballava sul campo da ballo. Addirittura Yumeri si era fatta prendere dallo spirito della festa.

Non voleva dare l'impressione di una di quelle ragazze vogliose di dimostrarsi diverse. Genuinamente non era il tipo da festa. Poi posti come questi erano la rappresentazione accurata di qualche filmato dell'orrore. L'odiava. E bere? Col cavolo. Non sapeva cosa c'era là dentro, in più poteva farla uscire di matto per via della sua particolarità. Si sarebbe dovuta arrangiare da sola, guardando tutto da uno sgabello sul bancone.

Chiunque fosse seduto vicino ad ella si alzò, mezzo brillo tanto che camminava storto. Non poté tirare un sospiro di sollievo che un'altra persona prese posto. Una fanciulla dai capelli raccolti in due cipolle ai lati, biondi, più sul giallo caldo, probabilmente ondulati se lasciati liberi. Aveva grandi occhi ambrati. Il suo outfit rispecchiava abbastanza l'atmosfera di questa festa. Top nero, tuta nera lunga e scarpe da ginnastica del medesimo colore. Non mancavano un cerchietto in testa e degli occhiali abbastanza rettangolari!

Aveva entrambi i gomiti sulla superficie, una mano si sdraiava mentre quella alzata reggeva il mento. Nel viso si notavano delle tipiche guance rosate da alcool sotto la luce neon bianca, ed il sorriso da sbruffona dava un'aria di confidenza esagerata. Non disse nulla tuttavia, la osservò. E Shiori osservò lei. E non disse nulla. Si guardarono senza proferire una parola.

" ... vuoi un autografo? "

Ruppe finalmente il silenzio Shiori, corrugando la fronte da quanto perplessa fosse da questa presentazione iniziale.

" non mi dici nemmeno come ti chiami? "

L'altra fanciulla mise il broncio come risposta.

" sei tu quella che si è avvicinata, presentati per prima come minimo "

Ribatté tenendo conto di un buon punto a suo favore.
L'altra aumentò ancor di più l'espressività.

" ah-ha! Ho capito! "

Sorrise d'un tratto, avendo avuto un'illuminazione mentre giocava con la cannuccia di un drink vuoto lasciato lì.

" ti fai desiderare! Pure dalle ragazze? Prima in pista sembravi un'altra persona "

Due dita picchiettavano la gote rosa, pensosa su quel che Shiori pensasse fosse il motivo della sua freddezza. In pista? Intendeva dire Yumeri? Non era la prima volta qualcuno le scambiare dopottutto.

" non ho mai lasciato questo posto "

" uh certo, certo, un gioiello prezioso come te mica si vuole sporcare fra il carbone "

Scoppiò in una fragorosa risata, fiera.
Per Shiori quelle parole invece somigliavano più a delle unghie che graffiavano una lavagna. Doveva tener a mente che questa avrà bevuto più di un bicchiere, punti in meno sulla credibilità.
L'altra avvicinò la mano alla sua, reazione naturale fu portarla indietro.

" eddai, sai che ho perso il mio numero di telefono. Potrei avere il tuo? "

Ennesima battutina imbarazzante.
Stessa reazione da parte di entrambe.
Solo che questa volta la perplessità della medium aumentava... anche la preoccupazione sulla quantità d'alcool bevuta da questa.

" non hai nessuno con te? "

Domandò, con l'intenzione di riportarla da chiunque appartenesse non solo perché non voleva parlarle, ma anche per assicurarsi nulla di grave le sarebbe accaduto se lasciata così in solitudine. Fischiò.

" oh la la, già prendendiamo passi da elefante? "

Quella poca preoccupazione si frantumò a sentire ciò. Si sarebbe alzata in quel momento esatto andando a cercare la sorella per andarsene, ma si soffermò su cosa stesse succedendo dietro le sue spalle.

Due fanciulle della gang entrate di recente continuavano a ridere fra di loro vicino al bancone. Una giocava con il bicchiere al banco, mentre continuava a girare la cannuccia, come un intruglio della strega. Fu lì che notò una piccolezza: teneva nell'altra mano qualcosa di trasparente in vetro.

La sua attenzione si spostò nuovamente sulla bionda davanti a sé. Una mano attraversava il tavolo.

" erika uchimura, finalmente incontro qualcuno degno della mia attenzione! Come ti chiami? "

" ... shiori "

Fu naturale dirle senza resistuire la stretta. Non importò molto a questa Erika.

" huh? Sei così fredda persino davanti ad una ultimate? Non mi conosci per caso? "

Ultimate?
Intendeva uno di quei studenti privilegiati?

" cosa ci fa un ultimate qui? "

" perché non dovrei essere qui? Solo per via di un titolo? Guarda che so divertirmi come qualsiasi teenager... Tranne te a quanto pare "

Man mano che parlava la fanciulla iniziale sbruffona scompariva, rivelando una nettamente più sobria.

" c'è qualcosa in te che mi attira, sai? "

" cosa? "

" i tuoi occhi "

" oh cielo... "

No, si rimangia ciò che avesse appena detto. Non era affatto sobria con quelle battutine.

" si dice che siano lo specchio dell'anima dopottutto. Ecco perché li amo. Si leggono così tante cose da uno sguardo "

" ah sì? Tipo? "

Disse sarcastica.

" spesso guardi altrove anziché fissare il tuo interlocutore. Sembri evitare il confronto, come se nascondessi un segreto pronto a emergere da un momento all'altro. Il tuo istinto cerca costantemente di valutare l'ambiente circostante, preparandoti per ogni eventualità, ma questo ti fa perdere facilmente il filo del discorso. Potresti apparire disinteressata o annoiata, ma in realtà c'è ansia e insicurezza dietro tutto questo. Forse eviti le feste e preferisci non parlare con estranei per paura di essere emarginata, di essere solo un'ombra invece di una luce visibile. O forse sei stata oscurata per tanto tempo, convinta che fosse la scelta giusta "

Fu... Presa alla sprovvista da questo discorso. Non credeva qualcuno di brillo riuscisse a tirare in gioco discorsi del genere così... Profondi e spaventosamente accurati. Chi era veramente questa ragazza?

Erika schioccò le dita.

" ah-ha! Ora sono cambiati! Ho fatto centro nel tuo cuore! "

Era fin troppo fiera di sé.

" ora che siamo al pari passo, voglio chiederti una cosa: quante storie conosci? "

" storie? "

" fra tutte le persone qui dentro, quante di loro sai delle loro avventure? "

Si guardò attorno prima di scrollare le spalle.

" forse una o due? "

" bene, facciamo un gioco allora, vedi quel ragazzo lì che sembra provarci con quelle due? "

Indicò la schiena tatuata di uno.

" lo osservo da un po' e posso dirti alcune cose sul suo conto in base all'aspetto. I tatuaggi giganteschi, i muscoli ben definiti, il sorriso confidente, l'abbigliamento leggero sono tutti per attirare l'attenzione. Quando succede i suoi occhi si illuminano. Forse vuole anche provare un punto a qualcuno - i suoi genitori o così. Rispetto a te, è una luce perché non sa cosa significhi vivere all'ombra. Rispetto a lui, i tuoi occhi sono più profondi che superficiali "

La corvina fu interdetta. Non sapeva come reagire. Cioè, forse poteva essere come avesse detto, ma lo era veramente? Non poteva mica confermarlo.

" giudicare il libro dalla copertina non è una cattiva cosa, anche perché è proprio la funzione di quest'ultime. Senza ogni libro sarebbe uguale e nessuno si divertirebbe "

Tirò un piccolo sospiro.

" ma concordo sul fatto che l'interno abbia più importanza. Le storie rendono il libro interessanti, non una semplice foto. Non concordi? "

" suppongo di sì? "

" tu, shiori, sembri sapere tante storie. Io amo le storie. Non sarei una scrittrice altrimenti "

Tante storie? No, non sapeva niente di nessuno qui. Osservava quanto potesse, anche se magari si rendeva conto dei messaggi, non era mica ai suoi livelli.

" storie speciali, fuori dal comune, che solo tu sei in grado di leggere. Forse perché sai che nessuno capirebbe che le tieni tutte per te "

Aggiunse poi, fissandola nei occhi scuri.
I muscoli si irrigidirono per qualche secondo.

" come- "

" PAHAHAHAH- scusa, scusa! Ti stavo prendendo in giro, dovresti proprio vedere la tua faccia! Sembri aver visto un fantasma! "

La risata la infastidì, mordendosi l'interno della guancia.

" nota più seria: sei diversa da altri. Non so perché. Ma lo sei. Sei anche disturbata. Porti un bagaglio pesante ed enorme con te. Credo di essere in grado di aiutarti con esso "

Prima che potesse ribattere, il ragazzo indicato prima comparve da dietro le spalle della bionda. Avvolse un braccio attorno al suo collo prima di stringerla a sé per un bacio sulla fronte.

" come va? Ti diverti? "

" ovvio! Ti presento Shiori! Shiori, questo è Kouyou, un mio amico! "

Oh, ecco perché sapeva così tante cose su di egli. Wow. Questa ragazza giocava bene la parte della bugiarda. Quasi era scioccata in maniera positiva da quanto scaltra fosse.

" yo, come sta andando con te? Non sei con quelle due laggiù? "

Indicò la coppia di ragazze di prima. Shiori annuì.

" potresti dirle che solo perché mi hanno offerto un drink non significhi abbiano il diritto di sbavarmi addosso? "

Seriamente, quante persone uscite da uno stereotipico film americano imbarazzante avrebbe incontrato stasera?

" dai su, torna sul campo da ballo, Casanova. Anche la tua amante sta cercando fiamme per la nottata "

" ci vediamo più tardi allora "

Fece un'occhiolino prima di darle un bacio sulla guancia e perdersi fra la folla.

" fumi? "

Chiese Erika.
Shiori scosse la testa.
Aveva sentito abbastanza storie inquietanti sui rimorsi del fumo per iniziare a farlo.

" peccato, usciamo un attimo mentre lo faccio? Se ti va, ovvio. "

" cosa offri in cambio? "

" qualsiasi domanda tu abbia sarà risposta "

Fissò la pista in cerca della gemella, quando la vide le sussurrò che si sarebbe appostata fuori per un po'. Ricevette un cenno di testa come conferma.

" woah! È tua questa motocicletta? Magnifica! "

Una volta lontano dalla musica a palla, Shiori sembrò avere i pensieri decisamente più ordinati.

" si chiama aka-chan "

La presentò mentre spolverava via il suo amato caschetto.

" aw, dovresti portarmi in giro in una di queste uno di questi giorni! Siamo amiche dopottutto! "

Dubitava fortemente della cosa ma non si oppose.

Erika andò avanti a chiederle di tutto e di più su questo piccolo gioiello. Dopodiché scovò la storia della gang, avendo sentito voci al riguardo. Era onorata di star parlando con una delle leaders! Gang di sole donne erano assai rare in zona, forse era proprio l'unica esistente.

" allora sputa il rospo: cosa vuoi sapere? "

Dopo tante chiacchiere fu Erika stessa a ricordarle della ricompensa. Shiori picchiettò il cemento con la punta del piede. Aveva una domanda ma era insicura se chiederla veramente.

" ... come puoi aiutarmi? "

" parlandone ovvio "

" eh? "

" hai mai provato a parlarne con qualcuno? "

" no, non proprio "

" come mai? "

Non lo sapeva nemmeno lei.
Forse per la paura di esser ritenuta una matta da legare, forse perché non voleva far preoccupare le sue sorelle.

" solitamente si dice di confidare i propri problemi solo alle persone più strette. Invece secondo me parlare con degli sconosciuti può avere lo stesso effetto, se non migliore. Perché? "

Il silenzio le suggerì di continuare.

" perché sai che non incontrerai mai più quella persona. È come usare un mezzo per sfogarti e poi lasciarlo andare, senza offendere nessuno, perché alla fine, siamo solo luci fugaci, momenti brevi e insignificanti. Non vale la pena preoccuparsi troppo. E tu non sarai mai un peso con la tua storia, perché fuori dagli occhi è anche fuori dal cuore "

Fece un tiro, sputando il fumo dal naso.

Shiori rimase in silenzio. Non aveva mai visto la sua situazione sotto questo aspetto. Aveva un suo senso. Addirittura la stava convincendo, dopo anni ed anni, di fare il primo passo.

" oh- hey! Koko! Da questa parte! "

Erika si voltò verso l'entrata, notando l'amichetto di prima camminare fuori. Non sembrò notarle tuttavia.

" Kouyou! Siamo qui! "

Gridò abbastanza da farsi sentire da chiunque. Niente da fare. Ma che era diventato sordo? Continuava a camminare dritto, dirigendosi verso la strada principale per ipoteticamente attraversarla verso il supermercato sempre aperto.

Erika sbuffò, lasciando stare.
Si rigirò verso la corvina.

" dove eravamo rimas- "

SBAM!

Un'auto comparì dal nulla.
Prese in pieno il ragazzo.
Volò via atterrando sulla sua testa.
Il resto della notte fu un black-out per Shiori.

Sapeva solo che c'entrassero le due novelline, perché furono cacciate il giorno dopo.

___________________________

Una volta entrato in infermieria se ne pentì subito.
Axel era lì dentro, cercando qualcosa fra i cassetti.
Axel, l'unicx che sapeva veramente cosa gli fosse successo, lo guardava sorpreso e interdetto su come iniziare una supposta conversazione.

" hey? "

Un telo d'imbarazzo e silenzio si alzò nella stanza. Asahi, più di tutti quanti, voleva sotterrarsi in quel momento. Cosa avrebbe dovuto dirgli dopo l'ennesimo salvataggio? Ciao? Grazie? Come va? Splendida giornata oggi non trovi?

" yo "

Si diresse verso la parte opposta.

" ... come va con... Insomma... "

Le ferite. Da Dio guarda! Proprio alla grande! Non desiderava altro!
Afferrò la prima cosa sott'occhio - una garza - ed aumentò il passo verso l'uscita.

" no- dai- Asahi aspetta! "

Asahi aumentò il passo.

Axel fece la stessa cosa e al bordo dell'uscita riuscì a prenderlo per il braccio pur di trattenerlo e parlargli.
Tuttavia usò una stretta fin troppo forte sul punto del braccio sbagliato. Il giocatore fu in uno stato di shock per pochi secondi dal dolore improvviso prima di lamentarsi.

" AHIA- VACCI PIANO CAZZO- "

Axel allentò la presa ma non la mollò. Con l'altra mano alzò la manica della giacca. Scovò sotto di essa un lungo e spesso segno rosa-rosso, bagnato di qualsiasi fluido corporeo fosse, malconcio e sudato, e gonfio. Non proprio un bello spettacolo insomma.

Cercò di mandare giù la saliva dall'ansia. Perché continuava a fissare quella roba? Non gli dava fastidio la vista del sangue? Perché stava in silenzio?

" lascia che ti bendi "

" no "

Rispose secco.
Portò il braccio a sé e rimise giù la manica prima di dargli le spalle. Questa volta lo afferrò per la spalla.

" per favore "

" no! E se qualcuno entra e le vede? "

" possiamo andare in camera tua "

" Koharu è sveglia "

" nella mia allora? "

" no! "

" se non fai qualcosa al riguardo finirà peggio di Koharu! "

" so cosa sto facendo "

" quindi sai che di questo passo ti beccherai un'infezione a tua volta? Hai visto come sei messo! Lo vuoi davvero? Proprio quando non si è ancora ripresa? "

Questa volta non rispose. Fece delle smorfie che andavano dalla rabbia, alla preoccupazione, alla tristezza pur cercando qualcosa da ribattere. Nulla da fare. Non aveva né argomenti, né voglia di mandare avanti il discorso. Voleva solo tornarsene da Koharu. Però...

"Chi tace, acconsente" si suol dire. Axel prese questa frase alla lettera, chiudendo le porte dell'infermieria e mettendo delle tende davanti al letto più lontano dell'uscita. Asahi si sedette su di esso e si levò la giacca. Rivelò sotto di essa cinque dei... Non si sa quanti segni. Tutti conciati allo stesso preoccupante e rivoltante modo. Lo guardò interrogativo sul perché non avesse una maglietta.

" fa male metterla, okay? "

Rispose guardando altrove.
Axel si sedette vicino ad egli con tanto di garze e bende e si mise all'opera. Mise due garze sterilizzate sulla prima ustione.

" puoi tenere premuto? "

Lo fece senza dire nulla.
L'altro aprì il rotolo ed avvolse il braccio con le garze. Prese una piccola pinzetta medica per evitare si riaprisse dal nulla.

Non sa perché, ma un senso paradossale fra la tensione ed il relax nel vederlo fare questo fece rabbrividire il corpo. Relax per non provare più quella sensazione di carta vetrata ogni volta che metterà la giacca? Tensione perché non erano le uniche ferite presenti sul corpo? Cosa avrebbe fatto alle gambe?

Le garze dovettero coprire le ustioni più gravi più in alto. Quelle che formavano una sorta di X. Al sol pensiero sul perché se le fosse procurate lo fecero tremare. Aveva provato a ribellarsi e finì solo per ancor più grave dell'inizio. Solo perché non voleva farsi altro male.

Spuntarono di conseguenza altri ricordi sull'evento. Quello che lo colpì maggiormente fu una delle sue paranoie e preghiere quando fu completamente da solo.
"Giuro che se esco vivo chiederò scusa ad Axel per cosa gli ho fatto".
Inconsciamente lo guardò, concentrato a fare l'infermiera.

" io- uhm... "

" qualcosa non va? "

" no... no... "

Portò lo sguardo altrove, già contemplando di arrendersi.

" te? "

Il creatore di effetti speciali si fermò.

" sì, insomma, il solito. Come mai? "

" così "

Cessò nel silenzio più forte conosciuto.
Non ebbe coraggio di dire altra parola dall'ansia. E se dicesse la cosa sbagliata? E se ora non fosse il momento? E allora quando lo sarebbe stato?

Persx nei suoi pensieri non si rese conto che Axel ebbe già quasi finito di bendare l'ultima ustione sulle braccia.

" se metti delle maniche lunghe non si noterebbero nemmeno "

Gli consigliò svegliandolo da quello stato di trance.

" huh? "

" sembri non voler che gli altri le notino. Piccola idea "

" ... E tu come fai a sapere tutto questo? "

" sapere cosa? "

" perché sei così bravo a bendare e nascondere? "

" uuuuuuh corso di pronto soccorso? "

Corruggó le sopracciglia, totalmente non convinto da quella storia.
Questa volta Axel rimase in silenzio interdetto.

" quando, uhm, te ne sei andato... "

Fino ad ora è stato l'argomento più temuto su cui discuterne. Lo odiava con tutto se stesso, perché proprio quell'evento fu l'inizio della sua sciagura. Eppure era statx lxi stessx a portarlo a galla? Geniale, Asahi. Come rimandare delle scuse in maniera totalmente non dolorosa.

" è successo qualcosa di... male? "

Voleva saperlo.
Per una volta voleva veramente sapere il motivo dietro. Niente teorie o supposizioni. Voleva la realtà.

Perché allora Axel non gli rispondeva? Perché rimaneva impalato a guardarlo, come se avesse paura di dirgli tutto? Era veramente colpa sua? Aveva seriamente fatto qualcosa di male e si sentiva in colpa? Oppure...

Per la prima volta, la mente di Asahi prese in considerazione qualcos'altro.
Per la prima volta, considerò che forse non fossero loro il problema, ma qualcos'altro.

Si ricordò di tutte quelle volta che si dimostrava timido a mettere t-shirt o vestiti che coprivano poco.
Si ricordò tutte quelle volte che si ritrovava dei lividi, facendoli passare per un "incidente con sua sorella".
Si ricordò addirittura di quel quasi bacio il giorno prima, dove aveva paura di scovare qualcosa sotto il braccio.

La realizzazione lo colpì così forte che la sua unica reazione fu:

" oh... "

L'altrx corvino guardò altrove, come se se ne vergognasse.

Entrambi i loro cuori provarono un peso così enorme da farli cadere sottoterra. La realizzazione che questo evento non fosse controllabile da nessuno di loro e che, forse, quella separazione fosse stata la miglior scelta... Almeno per Axel. Forse aveva fatto male ad odiarlo tutto questo tempo. Una domanda, anzi, multiple, sorsero spontanee.

" perché non mi hai detto nulla? Perché mi hai mentito tutte quelle volte quando non stavi bene? "

Poté vedere i suoi occhi eterocromatici divenire lucidi in quel momento, pieni di scuse e pietà.

" eravamo amici, fra amici ci si dice tutto "

Realizzò quanto ipocrita fosse a dirgli questo in faccia. Ma era così, no? Fra amici ci si aiutava? Perché allora non ha richiesto il suo aiuto? Perché allora faceva finta che tutto andasse bene e lo supportasse come se non stesse affondando a sua volta?

" è colpa mia, non volevo esserti un peso... "

Bisbiglió quelle parole.

" mi sarei rotto in due in ogni caso, tanto valeva evitare altri danni... "

Aggiunse guardando completamente per terra. Asahi fece lo stesso, sentendo questo blocco al petto, ancor peggiore dell'essere sott'acqua. Alcuni minuti passarono finché Axel non tirò su col naso e prese qualcos'altro dalla cassetta: un grosso cerotto bianco quadrato.

" leva i capelli "

Disse aprendolo ed avvicinandolo al collo. L'altro non si mosse, dovendo arrangiarsi a farlo da solo. Fu leggermente doloroso, come un pizzico, una volta fatto sentì come se fosse parzialmente impossibilitato a muovere. Axel portò le ciocche dietro il suo orecchio.

" scusa per averti augurato la morte... "

Riportò alla sua mente altri ricordi.
Quella litigata finita malissimo.
"Tu, Asahi Fujikawa, sei il più grande stronzo ed ipocrita che ci sia, ed in momenti come questi mi fai pentire di averti salvato da quella piscina".

Fu lì che un nuovo pensiero, estraneo, spaventoso, nacque.

Forse sarei dovuto morire lì.

No, no, no, e ancora no!

" perché ti scusi?! "

Gridò d'un tratto.

" asahi- "

" perché cazzo ti scusi?! Non ti capisco! Perché?! Non hai fatto niente di male! Tantomeno qualcosa per cui scusarti! "

Batté un pugno sul bordo del letto ripetutamente.

" perché devi essere sempre gentile! Perché devi essere sempre il migliore! Perché mi devi precedere in tutto quanto! Perché ti devi sentire in colpa al riguardo! Non ti capisco! Non ti capisco! "

Doveva essere il suo momento di scusarsi, non quello di Axel.
Era lui quello nel torto, non Axel.
Era lui quello che aveva delle colpe, non Axel.
Allora perché era lxi a scusarsi?!
Perché l'ha fatto per prima?!
Perché deve sempre rubargli quel poco che ha da offrire?!

Fu si che si alzò in piedi per pararsi davanti ad egli, portandosi una mano al petto.

" IO dovrei chiederti scusa! Non te! MA IO! Perché ti ho odiato tutti questi anni senza motivo! Perché sono IO quello che ti ha ignorato! Sono IO quello che ha deciso di insultarti! Di maltrattarti! Senza darti una seconda possibilità quando te la meritavi! Non puoi scusarti per aver fatto la cosa giusta! Non puoi scusarti quando hai sempre cercato di essere buono verso tutti quanti! Non puoi scusarti quando sei sempre stato perfetto! "

Dire ogni parola bruciava la gola.

" scusa! Ti chiedo scusa! Dopo tutti questi anni ti dico che mi dispiace! Perché- "

Esitò.

" perché è solo colpa mia! Quindi smettila di pensare il contrario ed accetta la realtà una volta per tutte! "

Forse erano riferite verso Axel, forse erano più verso se stesso. Sta di fatto che l'ennesimo silenzio calò, quale veniva rotto dai costanti respiri profondi del giocatore di scacchi.

" pensavo- pensavo te ne fossi andato... perché mi odiassi, perché pensassi fossi ridicolo dopo quel... Qualsiasi cosa fosse! "

Un bacio. Era un bacio. Un bacio che pensava di meritarsi dopo tutto questo tempo.

" così ho pensato di fare lo stesso! Solo perché ho assunto non mi volessi, allora ho deciso di non volerti più! Però, cazzo, non riuscivo a toglierti dalla mia testa! Non c'era notte dove non passavo a pensare come fosse solo colpa mia a meno che non te la rifilassi tutta! Solo per sentirmi meglio con me stesso! "

Prese un respiro profondo.

" sono IO quello che dovrebbe essere odiato dopo tutto questo tempo! Non te! Dovresti odiarmi per quello che ti ho fatto! Quando ti vedo non penso ad altro se non che mi dovresti prendere a pugni per tutto quanto! Perché mi odi! Dimmelo in faccia! Ammettilo! Che mi odi con tutto te stesso dopo tutti questi anni! "

Il corpo di Axel era rimasto teso tutto questo tempo. Quel discorso era andato troppo veloce. Capì tutto e niente. Era spaventato sotto sotto. Sbatté le palpebre più volte prima di aprire bocca.

" Io... Non ti odio... "

L'animo di Asahi si sentì distruggere.
Doveva essere una cosa positiva, no?
Allora perché faceva così male?

" dovresti! "

" non ci riesco... "

Lo sguardo perplesso di Asahi segnalò ad Axel nel dover spiegare meglio cosa intendesse veramente. Il creatore di effetti speciali mise le mani sulle coscie e li strinse in pugni.

" non ci riesco! Non riesco ad odiare come fai te! Non- forse è perché penso che- "

" che?! "

" che abbiate una buona ragione per essere arrabbiati con me. Non importa quanto ci provi non- per me avete ragione a comportarvi come avete sempre fatto! "

" e quindi vuoi lasciare stare tutto questo come se nulla fosse?! "

" no! Cioè- non è nulla! Però- "

" ... "

" ... "

" ... che vuoi fare allora? "

Per quanto emozionale questo momento potesse essere, nessuno dei due aveva pianificato cosa sarebbe successo dopo. Non si aspettavano che avvenisse un primo luogo, insomma.

...

Che imbarazzo, cazzo.
Entrambi volevano sotterrarsi adesso.

" possiamo... riprovarci? Non lo so... "

Riprovarci? Adesso? In questo Killing Game? Quando erano così pochi e così andati? Era una buona idea? D'altro canto se non ora, allora quando? Avrebbero avuto questa possibilità se mai uscissero fuori?

" non sarà come prima, quello è sicuro... Però... Magari... "

" no, lo capisco. Non dobbiamo per forza essere amici. Lo capisco se non vuoi parlarmi. Proverò ad accettarlo... "

Fu un sentimento contrastante quello che si seguì. Era felice potessero avere una seconda possibilità? Era triste non sarebbero mai riusciti a ricostruire cosa avessero da piccoli?

Axel porse delle garze e delle bende.

" dubito tu voglia che mi occupi pure delle gambe... Hai visto come si fa, no? "

Poté giurare di vedere un piccolo sorriso. Asahi fu incerto, ma afferrò il palmo in una sorta di stretta amichevole.

" farò si che questa volta ne varrà la pena... grazie di tutto "

___________________________

Chiuse la porta molto ma molto lentamente. Non voleva disturbarla dopo quello che le aveva fatto. Fino all'ultimo secondo non staccò contatto visivo con la figura sdraiata sul letto, come se avesse paura si potesse rialzare da un momento all'altro per fare altre cose estreme.

Quando la parete fu in mezzo, tirò un sospiro, deluso. Da cosa? Da se stesso. Mise la fronte sulla porta e chiuse gli occhi, riflettendo su tutto quello successo. L'ha fatto. L'ha veramente fatto. Aveva usato un'invenzione di una scienzata pazza contro i suoi amici. Era orribile. Un'altra parte di sé tuttavia cercava di confortarlo, di giustificarlo. Perché l'ha fatto con buone intenzioni. Huh... Aveva sentito una cosa del genere durante filosofia. Fare qualcosa con una buona intenzione dietro la rendeva morale... Davvero però? Solo perché volesse aiutarla andavano bene questi metodi? C'era un altro modo per risolvere la faccenda? Di quel passo ne sarebbe uscita pazza! E- e avrebbe combinato lo stesso errore! Era giustificatx!... No?

Pensieri contrastanti come questi gli facevano venire il mal di testa, per non parlare della rabbia contro se stessx.

" scusa... "

Mormorò come se potesse sentirlx.
Però era vero. Gli dispiaceva. Gli dispiaceva un sacco. Sapeva che fosse colpa sua. Non si sarebbe sorpreso se Shiori l'odiasse dopo tutto quello.
In quel momento avrebbe voluto andarsene da suo padre. Essere coccolatx, amatx, rassicuratx... Lo necessitava davvero. Da quando era qui si pentiva di essersi sempre lamentatx di quest'affetto "eccessivo" ed invece ora... Era un lontano ricordo. Si abbracciò le spalle. No Hisa! Non è tempo di cadere nella miseria in questo modo! Doveva cercare di essere forte! Per tutti! Per suo padre! Ma soprattutto per se stesso!

Tirò fuori il suo E-Handbook volendo distaccarsi da tutto.

Akihisa Nakamura:
" Shiori è in camera mia, si è calmata, non vi preoccupate la terrò d'occhio "

Tenne premuto il tasto d'invio con il pollice. Avrebbe dovuto ammetterlo cosa ha fatto? E se scaturisse altro chaos? Non lo voleva, era l'ultima cosa che voleva in questo momento. Che razza di figura avrebbe fatto poi? L'ultima cosa che mancava qua era non esser più affidabili.
Inviò il messaggio così, prima di andare a bussare in camera di Sumire.

L'aveva vista solo una volta la mattina presto, dormiente con Axel accanto, così pacifica e contenta. Le faceva tenerezza sotto molti aspetti. Addirittura le tolse qualche ciocca da sotto la faccia e rimboccó le coperte prima di uscire. Dopo non la incontrò più. Doveva parlare a Sumire. Sentiva il bisogno di farlo perché... Perché era sua amica. Almeno lei poteva aiutarlo. Oh cielo- bisognava anche tener conto della sua lingua biforcuta e del suo esagerato senso della giustizia. Ma voleva del conforto. Anche da ella. Soprattutto da ella.

Akihisa Nakamura:
" Sumire dove stai? "
Inviato: 8:14

Si mise a mordere l'unghia del pollice con cattiveria dalla tensione, mentre le altre dite cercavano di giocare con l'anello anti-stress che si ritrovava.

Sumire Hamasaki:
" in camera mia, why? Che è successo a Shiori? "
Inviato: 8:15

Fissò lo schermo intensamente.
Di persona. Glielo avrebbe detto di persona.

Akihisa Nakamura:
" l'ho trovata esausta e l'ho portata in camera mia. Tu ed Axel potete dormire insieme "
Inviato: 8:15

Axel Bonnet:
" a me non cambia 👍 "
Inviato: 8:15

Sumire Hamasaki:
" non me la sento di dormire con qualcuno... "
Inviato: 8:16

Il cartomante corruggò la fronte altamente perplessx. Come mai?

Sumire Hamasaki:
" non mi sento bene per quello che è successo ieri... Voglio stare un po' da sola a processare "
Inviato: 8:18

Akihisa Nakamura:
" ma abbiamo letteralmente stabilito che dovremmo dormire in coppie come minimo eccetto Airi?? Mandiamo già a quel paese i nostri piani??? "
Inviato: 8:18

Sumire Hamasaki:
" prova te a scoprire attraverso un articolo di giornale che tuo padre, cui ci tieni molto, sia morto! Dopo vieni a dirmi come ci si sente! "
Inviato: 8:19

Fu ad una perdita di parole.
Giusto. Se a qualcuno di loro sia andato proprio di merda ieri, quella era proprio Sumire. Ora sarà passato per uno stronzo. Ottimo Hisa, ottimo.

Akihisa Nakamura:
" oh, scusa... "
Inviato: 8:20

Sumire Hamasaki:
" fai bene a scusarti. "
Inviato: 8:20

Vaffanculo pure a te allora! Cosa le doveva dire?

Akihisa Nakamura:
" proprio perché ti capirei, ti va di parlarne e passare tempo insieme? "
Inviato: 8:21

Ci provò una seconda volta.

Sumire Hamasaki:
" thanks but no, non sono nella mood di parlare con qualcuno. Also, vorrei tenere una certa professionalità con voi tutti "
Inviato: 8:25

Corruggò le sopracciglia ed alzò una mano all'aria perplessissimo. Da dove cazzo è uscita questa storia della professionalità adesso? Che son rimasti così pochi?

Sumire Hamasaki:
" se non hai altre domande, vado a riposarmi "
Inviato: 8:26

Akihisa Nakamura:
" ah sì, avrei una domanda. Cosa ne farai di tutti quei diari vocali? Avresti detto che ne avresti parlato uno di questi giorni perché avevi trovato qualcosa"
Inviato: 8:28

Sumire Hamasaki:
" ??? "
Inviato: 8:29

Sumire Hamasaki:
" no, non era niente. Lascia perdere. "
Inviato: 8:30

Akihisa sentì come un vuoto nel petto. Come se fosse stato appena respinto in malo modo da chi più tenesse. Perché era così dura? Aveva chiesto scusa dopotutto!

Akihisa Nakamura:
" scusa Sumire, non volevo farti arrabbiare. Quando te la senti di parlare scrivimi, okay? "
Inviato: 8:31

Esitò, ma lo scrisse.

Akihisa Nakamura:
" ti voglio bene "
Inviato: 8:32

Sumire Hamasaki:
" aw, sei così adorabile <3
Ti voglio bene anche io.
This is why you're my favourite xoxo "
Inviato: 8:33


Esalò un altro respiro, spegnendo lo schermo davanti a sé. Guardò la porta della camera di Sumire. Si avvicinò. Alzò il pugno. Fece per bussare e confrontarla di persona.

Si fermò.

Lasciò perdere. Non doveva per forza dirglielo.

Si diresse verso la cucina e durante il cammino incontrò Naomi, il quale stava tornando in camera sua.
A proposito, dove era Hyosuke?

___________________________

Il resto del giorno non fu un granché.
Principalmente tutti rimasero in camera loro. Chi perché era troppo debole, chi si prendeva cura di loro e chi mentalmente non ci teneva a vedere nessuno. Come poterli biasimare dopo tutto ciò che è successo? Si saranno pure promessi di cambiare, ma una tragedia rimane una tragedia. Curare l'animo non era poi così facile.

Con questo silenzio susseguì la noia.
E la fame.
E la sete.
Insomma, per un motivo o nell'altro la maggior parte di loro si riunì inaspettatamente in cucina per mangiare verso l'ora di pranzo.

I primi furono stranamente Shiori e Akihisa. La prima sembrava così stanca e debole nonostante l'autorità che aveva imposto fino a l'altro ieri. Il secondo le stava accanto, appiccato, per qualsiasi evenienza. Ad unirsi fu poco dopo Axel, il quale aveva passato altro tempo coi due durante la notte. Dopo ancora Naomi, schietto e riluttante a parlare con quei tre soggetti. Infine, per loro sorpresa, Asahi fu seguito da Koharu.

Avevano fin troppe domande da farsi a vicenda. Perché Shiori era qui precisamente? Perché Koharu era lì? Stavano bene? Avete visto gli altri tre? Perché non sono arrivati?

" Hyosuke ha deciso di chiudersi in camera for some reason "

Annunciò Naomi tirando un sospiro deluso mentre accarezzava la guancia.

" quindi hai dormito in solitudine pure te? Ma qualcuno qui può tenersi ai piani? "

Sbottò il cartomante incrociando le braccia al petto. Prima Airi, poi Sumire, adesso lui. Cazzo che lavoro di squadra!

L'attore notò lo sguardo arrabbiato e di ripicca disse:

" what? Vuoi dormire con me per caso? "

" che schifo no, manco se mi pagassero! "

Tirò fuori la lingua.

" aw, why not, I thought you liked me... "

" sii felice non salti sul tavolo a prenderti a sberle "

" mh ~ I see, then, I should sleep with Axel! "

" assolutamente no "

Rifiutò subito il creatore di effetti speciali alla proposta. Neanche se fosse l'ultima persona rimasta sulla Terra lo farebbe. In breve: nessuno voleva Naomi.

" you are all so mean to me... "

" mi chiedo proprio perché "

Axel giocò con il suo cibo fissandolo nell'anima praticamente. Fu lì che tutto il gruppo realizzò che questa fosse la prima volta dove i due si confrontavano dopo il processo. E dire che l'aria era tesa non era un eufemismo. Nessuno dei due voleva l'altro fra i piedi ma nemmeno volevano ammetterlo direttamente. Fu così che un battibecco di parole schiette cominciò.

" since when does Axel hate so much? "

" da quando te invece ti preoccupi per
cosa penso sul tuo conto? "

" oh, don't make me sound like a villain now! That was ancient history! Dovresti sorridere di più, sai? "

" non se è un sorriso più falso di una plastica facciale. Te ne servirebbe proprio una "

" my face is wonderful, thanks for the concern. Lascia che ti dia un consiglio estetico da amico ad amico allora: dovresti indossare più rosso. Ti dona più di quanto tu creda! "

Il corvino sbatté la mano sul tavolo prima di puntargli il dito contro.

" a te donerebbe un occhio nero e qualche sberla invece, sai?! "

Nessuno rispose a quel commento aggressivo.
Era inaspettato sentire qualcosa del genere da parte sua soprattutto. Un ragazzo calmo e gentile, quale odiava la violenza. Ora invece sembrava peggio di Akihisa nel controllo della rabbia. Che gli stava prendendo? Tutto apposto, Axel?

Si mise una mano sulla tempia, ricevendo in cambio un leggero mal di testa.

" s-scusate... non so cosa mi sia preso "

" maybe you're finally showing your true colours! Have you ever thought that, maybe, the apple doesn't fall far from the tree? "

" infatti si vede come una faccia da culo come la tua sia nata dentro un gabinetto "

Ribatté Asahi mangiando tranquillo il suo dolcetto, intromettendosi nella conversazione. Akihisa dovette trattenersi dallo scoppiare a ridere, anche se fallì nell'intento. Koharu ridacchiò.

" ora capisco dove viene questa somiglianza "

Aggiunse.

Questa cosa irritò Naomi ancor di più.
Lo sguardo minaccioso fu quasi terrificante.
Cosa fu ancor più pauroso fu il sorriso che scoprì dopo, dicendo:

" did I hear that right? Axel, ho sentito bene cosa ha appena detto il tuo amichetto? "

Axel corruggò la fronte, non capendo dove volesse andare a parare.

" chiedo perchè sei te quello con un buon udito dopotutto! Senza, mica saremmo riusciti a ritrovare Asahi in tutto quel casino che combinava! "

Fermi tutti... Cosa?
Xlx fanciullx chiamatx in causa lo squadró malissimo. Che significava quel casino? Che casino aveva combinato? In questi giorni era sicuro di essersi comportato come un fantasma!

" cioè, dai, andiamo! Non devi fare il modesto! Sei stato per la seconda volta il suo eroe! Son sicuro Asahi ne sia grato! Quelle urla esprimevano un dolore quale un misero plebeo come me non può nemmeno iniziare ad immaginare "

Oh...
No, aspetta.
No, in che senso?
Come faceva Naomi a sapere di quelle urla?
Come cazzo faceva Naomi a sapere di tutte quelle urla?! Non era bloccato in quella stanza assieme al resto?!
No, no, no. Si deve trattare di un'incomprensione. Per forza! Starà dicendo una delle sue solite cazzate! È impossibile che Naomi l'abbia sentito urlare!
Vero?

" dear Asahi, you look a bit pale- "

" Naomi taci, cazzo! "

Gridò Akihisa, alzandosi dalla sedia.

" davvero nessuno te l'ha detto? "

Il cuore di Asahi aumentava a battere, scoppiando nel petto.

" Naomi, no! Smettila! "

Questa volta fu la voce di Axel a coprire la sua.

" ti abbiamo sentito proprio da questi megafoni qua! Hai presente? "

Indicò quello presente in stanza.

Gli occhi del giocatore di scacchi si spalancarono.

" tutti noi ti abbiamo sentito urlare "

" NAOMI CAZZO- ABBIAMO DETTO DI NON PARLARGLIENE! "

Basta, basta, basta!
Non era vero.
Non era vero.
Non era vero.

Era solo la sua immaginazione che giocava un brutto scherzo.
Ahah! Esatto si doveva proprio trattare di quello!
Sai quanto imbarazzante sarebbe stato per egli se non lo fosse?

" e perché mai dovremmo tenergli nascosto del fatto che Hana ha aperto il microfono mentre Asahi soffrisse... You're so mean! Ha il diritto di saperlo "

Fece una piccola pausa.

" sapere che lo abbiamo sentito durante il punto più basso che abbia mai toccato "

Quelle parole uscirono ovattate.
La sua visione fu sfocata.
Sentiva il corpo leggero.
La testa pulsava.
I polmoni si riempivano di qualcosa lontano dall'aria.
Si sentiva sott'acqua.
Mentre sprofondava in un abisso d'umiliazione.

Attorno a sé si creò un campo di guerra, pieni di urla ed insulti contro l'albino.

Tutti loro... Sapevano dove fosse tutto questo tempo?
Avevano sentito in che condizioni fosse?
Avevano sentito tutte quelle urla? Preghiere? Suppliche? Pianti di disperazione?
Mentre lxi... Non sapeva nemmeno di esser stato registrato?
E non volevano dirglielo? Koharu ed Axel sapevano e non si sono presi nemmeno la briga di dirglielo?!

Da una parte xlx sarebbe piaciuto vivere nell'ignoranza.
Dall'altra lx irritava che tutti l'avessero preso per un debole.
Man mano affondava sempre di più, essendo impossibile tornare a galla.

Non sapeva nemmeno da dove iniziare.
Il viso era in fiamme. Tremava. Voleva piangere. Eppure sapeva lo avrebbe reso solo più ridicolo.

Aveva passato la sua adolescenza a provare ai suoi che non gli interessava nulla del parere altrui. Loro, così tanto fissati con le apparenze e la reputazione. Non importava quanto lo negasse: era proprio il loro figlio.
L'umiliazione più estrema era il suo peggiore incubo.
Cosa pensavano di egli?
Che fosse un idiota? Uno stupido? Uno patetico? Debole? Senza speranza? Una vittima da difendere perché incapace di farlo da sola?

Saresti dovuto morire.

Chi era quella voce?

Sei ridicolo, guardati!

AHAHAHAH- dovresti proprio vedere la tua faccia! È inestimabile!

'OoOoOh salvatemi. Mi chiamo Asahi e non riesco nemmeno a difendermi da solo. Così mi faccio rapire da una biondina idiota mentre una psicopatica usa il mio corpo come una parrucca'

AHAHAHAHA

AHAHAHAHAHAHAHAHAHAH

AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA-

BASTA BASTA BASTA.
TACETE TACETE TACETE!
NON PRENDETELO IN GIRO!
NON RIDETEGLI IN FACCIA!
STATEVI ZITTI!

Afferò le sue orecchie, anch'esse bollenti come le guance, e le coprì con le mani per bloccare quelle voci.

Niente prese in giro, vi prego!
Niente risate!
Non c'era nulla da ridere!
Smettetela!
Non era un animale da circo per il vostro intrattenimento!
Era una persona!
Non poteva farci nulla al riguardo!
Quindi basta con questa esibizione!

Crash.

Il rumore del bicchiere lanciato verso la direzione di Naomi lo risvegliò da quello stato patetico. Alzò lo sguardo. Koharu aveva il braccio esteso in avanti ed uno sguardo che gridava furore. L'albino, d'altro canto, sudava freddo da quanta ravvicinata fu la distanza fra egli ed i frammenti.

" you're- you're sO AGGRESSIVE! "

" grazie per aver constato l'ovvio! Vuoi un'altra prova?! "

Afferrò questa volta una tazza quasi vuota.

" ANIMAL! YOU'RE AN ANIMAL! THEY REALLY SHOULD KEEP YOU IN A ZOO! "

Gridò a sua volta portando le braccia in avanti da usare come scudo contro il nuovo possibile lancio. Questo alimentò ancor di più la rabbia, porse il braccio indietro e-

" WHAT THE FUCK-! "

Fu fermata da un'altra persona, Axel, il quale era spuntato da dietro l'attore con una brocca di succo in mano e gliela versó in testa fin all'ultimo goccio. Sbatté questa sul tavolo, proprio davanti all'altro. Si guardarono pieni di rabbia per qualche secondo.

Naomi voleva dire così tante cose. Oh, non sapeva nemmeno perché si stesse trattenendo. Alla fine aveva avuto ragione. Tutti loro lo odiavano. Ovvio che lo facevano! Nessuno voleva Naomi senza volere qualcosa in cambio da egli! Ed ora che non avesse niente da offrire stavano sfogando la loro rabbia repressa su di egli! Lo doveva sapere, tutti son fatti così dopotutto. Tutti, tutti, tutti, tutti erano avidi a crudeli. Allora che male c'era nel ricambiare queste energie?

Si alzò dalla sedia ed uscì fuori mentre mordeva le unghie guantate. Lasciò un silenzio confuso, forse perché si aspettavano che se ne andasse urlando? Forse credevano che avrebbe voluto avere l'ultima come durante il processo?

In quei momenti di silenzio, Asahi si alzò dal tavolo con la colazione appena mangiucchiata. Nessuno parlò. Cosa dovevano dirgli dopo aver tenuto questo segreto rivelato nascosto? Non si sarebbero sorpresi se li avrebbe mandati a quel paese. Anzi, forse sotto sotto sapevano di meritarlo questa volta.

Eppure inchinò il busto in avanti verso Axel e Koharu.
Bisbigliò qualcosa di incomprensibile prima di scappare fuori dalla stanza.
Koharu si alzò a sua volta.

" aspetta! "

E lo rincorse fuori.

___________________________

Il resto del pasto fu decisamente silenzioso ed imbarazzante. Ognuno ripensava a come Naomi doveva starsene zitto riguardo quell'argomento. Quanto insensibili si può essere nei confronti di qualcuno quale ha appena subito una delle peggiori esperienze della sua vita?

D'altro canto Axel dava la colpa anche a se stessx. Il motivo? Sarebbe stata una cosa positiva essere anche sinceri al riguardo, non esser convinto dal resto a non aprire bocca al riguardo.

Tirò un sospiro all'ennesima delusione quale era.
Giocava coi cereali ormai pieni di latte senza mangiarli, mentre l'altra mano teneva il mento pensoso.

Più ci pensava e più sentiva la testa leggera, incapace di andare avanti nel processo. Probabilmente sarebbe andato a riposare... Effettivamente in questo periodo aveva passato molti cali abbastanza casuali. Poteva immaginarsi l'origine, ma non la cura. Ed era frustrante come cosa. Vedere tutti quei puntini neri sbucare dal nulla e le gambe diventare degli slime... Non lo augurerebbe a nessuno.

" vado un attimo in bagno "

Proclamò Akihisa, uscendo dalla stanza e lasciando dunque egli da solx con Shiori.
Come per Axel, anche ella sembrava una sorta di zombie. Non mangiava, non beveva, tantomeno parlava. Probabilmente per la stessa ragione, anzi, ne era certo. E questa certezza non solo lo rabbrividiva, ma anche preoccupava per le condizioni dell'altra.

" c-come ti senti? "

Non si scordava nemmeno del casino che avesse combinato qualche giorno prima. Ora sembrava tutta innocua ma l'allarme interno scattava. Coltelli e pistole rimanevano lontano dalla sua portata. E non sembrava pronta a qualche strano attacco.

" mh... "

Borbottó semplicemente, non avendo nemmeno la forza di alzare lo sguardo.

" strana "

Aggiunse.
Axel annuì, senza proferire altra parola. Dopo qualche secondo la medium lasciò andare il cibo con cui giocava.

" mi spiace... per tutto. È colpa mia "

" o-oh... No- "

" lo è, lo ammetto. Mi sento una scema per tutto quanto. E non ha nemmeno portato a niente- cioè- guarda che disastro con te, Asahi, Naomi, Hisa- non so nemmeno da dove iniziare a scusarmi "

" shiori, non eri in te. Più di tutti quanti lo capisco "

Cercò di tirar fuori quella poca determinazione integra.

" perché... Insomma... La storia dell'amenoseo... "

Guardò in basso.

" non eri in te, non puoi farci niente, tantomeno scusarti "

" ma l'ho fatto! Ho preso quella pistola e- e- "

Si mise una mano sulla fronte, come se volesse nascondersi.

" e vi ho attaccato. Non dovevo! Volevo solo evitare altre morti! Invece- "

Invece ha creato ancor più danni di prima.
Era uno schifo.
Era la colpevole.
Odiava se stessa con tutto il suo cuore.
Lei, che doveva essere la più responsabile di tutti.
Lei, che doveva proteggere il resto poiché la più grande.
Lei, che ha creato solo un macello.
Non era capace di far niente.

" ... no, lo capisco anche fin troppo bene "

Disse xlx corvinx dall'altra parte del tavolo.

" senti come una grande responsabilità sulle spalle, vuoi che sia te quella a brillare per una volta, aiutare tutti per il bene comune. Ma fallisci perché senti di mancare qualcosa. Lo capisco "

Davvero lo faceva?

" poiché lo capisco, ti dico che non è interamente colpa tua. Sei una vittima, come il resto di noi dopottutto "

Aggiunse.

" e per questo puoi parlarmene, proprio perché capisco la tua posizione. In più in passato sei stata quella che mi ha aiutato di più. Ti restituisco il favore "

" a-axel... "

Guardò in basso.

Fu lì che Akihisa rientrò nella stanza, lasciando i due in silenzio.

Forse era meglio così per Shiori.
Forse era meglio se rimaneva in disparte come ha sempre fatto.
Forse Akihisa aveva fatto bene a darle quella dose di Amenoseo.
Non lo dirà a nessuno.
Rimarrà un'ombra, l'ombra di tutti quanti.

___________________________

Due brutte figure.
Alte, nere, sorridenti.
Saranno pure state famiglia ma davano più allarme di qualsiasi criminale in zona.
"Sorridi di più!"
"Prova questo vestito! "
"Comportati in maniera più raffinata! "
Perché non bastava essere se stessi?
Perché doveva sempre fingere?
Di questo passo si chiedeva se un se vero esistesse in primo luogo, oppure l'abbia scordato tempo fa.
L'odiava.
Odiava questa sensazione.
Era soffocante, ustionante, ti lasciava dei marchi aperti sulla pelle.
E la delusione? Ancora peggio della morte.

Voleva fuggire, eppure quelle sagome erano attaccate alle sue spalle come la sua ombra.
"Sistemati i capelli"
"Mangia di meno davanti a tutti"
"Vinci, perché è l'unica cosa che sai fare"
Non aveva altre qualità? Oltre essere bravo in un gioco da tavolo? Era così... Così noioso? Per questo nessuno lo voleva? Per questo fingeva?

Seduto.
Davanti a quella scacchiera.
Con le due figure dietro.
Inclinavano la sua schiena sempre di più. Un peso così inarrestabile da spezzarsi in due sotto la pressione.
La coscienza di essere sempre osservato, di avere perennemente i riflettori addosso, di sbagliare e creare una discrepanza irreparabile a cosa la sua famiglia avesse costruito.

L'ansia del fallimento.
L'ansia che lo perseguitava per gran parte della sua vita.
Aveva smesso di curarsene, oppure così si era convinto.
La realtà? Nemmeno lxi la conosce veramente.
Una cosa era chiara: non sarebbe rimasto a lungo.

Pesava pesava e pesava.
Pesava così tanto che addirittura le gambe delle sedie si piegavano su se stesse.

"Asahi fai questo"
"Asahi non fare quello"
"La nostra Asahi è la migliore, la più tenera di tutti, siamo contenti di averla come nostra figlia! Soprattutto quando vince!"

Detestava quelle parole con tutta la sua anima.
Non c'era momento dove mostravano le loro vere intenzioni.
Non c'era sera dove non piangeva nel volere altri genitori.
Perché questi lx rovinavano dall'interno.
Erano l'acido più corrosivo che conosceva.
Erano il veleno più letale iniettato fra le sue vene.

Aspettative, vittorie, voti, apparenze.
Apparenze, voti, vittorie, aspettative.
Vittorie, aspettative, apparenze, voti.
Voti, apparenze, aspettative, vittorie.

Era l'unica cosa che conosceva.
Era l'unico amore che aveva.
Un amore falso.
Un amore catastrofale.

Si meritava veramente questo trattamento?
Voleva solo una famiglia felice.
Una famiglia semplice ma felice.
Era davvero così tanto da chiedere?
C'era bisogno di fare tutti quei salti mortali?

Crack!

La sedia si ruppe come la sua schiena.
Cadde in eternità.
Verso un luogo più lugubre della sua anima.

All'inizio c'era il vuoto.
Il nulla cosmico.
Il più bianco dei bianchi.
Mura, pavimento, soffitto... Era difficile distinguere tutte e tre le cose l'una dall'altra.
C'era un inizio?
C'era una fine?
C'era un'uscita prima di uscirne pazzo?

Asahi non ne era certo.
Il suo cervello diceva di no.
Ma il suo cuore sperava in un sì.
Per questo camminava.
Camminava in cerca di una risposta.
Di un'uscita.
Di una speranza.
Non trovò niente durante il suo cammino.
Non importava dove andava: tornava sempre al punto d'inizio.
E non c'era cosa più stressante di quella.

Si sbagliò.
Oh, come si sbagliò di grosso.
Quei fili rossi ne erano la prova.
Davano gioia, speranza, sì.
Naturalmente li seguì pure.
Eppure alla fine di essi c'era altro che l'evasione.
Anzi, una prigionia peggiore l'aspettava.

Alzò lo sguardo verso l'alto.
Fu lì che lo vide.
Fu lì che si vide.
Vide se stesso appesso da mille e mila corde infinite.

I polsi e le caviglie tenute salda in aria, quasi lo strappavano in quattro.
Non parliamo delle strette prese per il resto degli arti, impedendo ogni singolo movimento.
Il suo sguardo? Spento.
Non sembrava vivo.
Non era vivo.
Quei occhi ceduti alla disperazione.
Quella bocca semi aperta, arresa nel chiamare aiuto.

No, no, no, no!
Non era lxi!
Non poteva essere lxi!
Non doveva essere lxi!

Non era in trappola!
Poteva scappare da quella cella!
Ne aveva la possibilità!
... Vero?

Corse.
Corse come non avesse mai fatto prima.
Il più lontano possibile da quel scenario.
Qualcosa lo stava seguendo.
Qualcosa che voleva solo intrappolarlo.
Non voleva farsi acchiappare.

" aiuto! Aiuto! "

Chiamava.
Ma nessuno accorse.
Nessuna anima voleva farsi viva per lui.
Il più solo dei cani.
Il più trasparente dei vetri.
Perché non era come gli altri volessero.
Perché voleva agire d'egoismo.

Qualcosa afferrò le sue caviglie, tirandolo all'indietro.

" no, no, nO NO NO NO- "

Inciampò ma non cadde.
Prima che potesse farlo un'altra corda si avvolse attorno al torace.
Ed un'altra.
Ed un'altra.
Ed un'altra.
Fino a formare una gabbia inespugnabile. Era impossibile non farsi trascinare adesso.

Eppure non smise.
Voleva la libertà.
Voleva l'indipendenza.
Voleva aver la scelta.
Perchè quella era la sua unica speranza.
L'immaginazione di un futuro più brillante.

Mentre le mani cercavano di disfare i nodi, i fili aumentarono. Fecero unire i palmi insieme in modo forzato prima di girare attorno all'intero corpo, facendo incollare le braccia per lungo.

" BASTA- "

Gridò.
Come se avesse una scelta.
Oh no, non è mai statx lxi a scegliere.
Più si dimenava e più fili si attorcigliavano. Presto pure il collo, la bocca ed il naso furono presi di mira.
Non poteva urlare.
Non poteva chiedere aiuto.
Era disperato.

La vista fu l'ultima cosa che perse, prima di sentire l'intero corpo immobile. Non c'era punto libero lasciato. Era coperto da cima a fondo. Immobile. Debole. Penoso. E cosa poteva farci al riguardo? Muoversi? Urlare? Sperare?

" ma dove scappi? Sei al sicuro qui! "

Disse una voce femminile famigliare.

Sua madre?

" è un brutto luogo là fuori, sai? Non ne usciresti viva "

Cosa doveva saperne lei? Rinchiusa in quell ufficio dalla mattina alla sera? Cosa doveva saper lei del mondo lí fuori.

" oh, non hai idea di quanto mi fai preoccupare ogni volta "

Il tono contento, ironico addirittura, spediva brividi giù per la schiena.

" mi chiedo che fine abbia fatto la mia bimba, perché non torni quella di una volta? Abbiamo fatto di tutto per te! Quindi su, non fare i capricci! Ti vogliamo bene, piú di qualsiasi altra cosa al mondo! Siamo la tua unica certezza! "

La sua unica certezza? La certezza di non vivere! Ma sopravvivere! Là dentro non era nulla! E sarebbe rimasto nulla! Là dentro era solo un pupazzo! Non una persona! E lxi voleva essere una persona! Costi quel che costi!

Cercò ancora di liberarsi. Scosse il capo, strinse le spalle, scalciava a tempi irregolari le gambe.
Ma niente da fare.

" oh... vedo come stanno le cose "

Che voleva adesso?

" credi ancora di avere una una scelta? Che sei tu a decidere cosa sia meglio?"

Vai via, vai via, vai via!

" fai cosí perché non mi vuoi bene? Sei arrabbiata? Non vedo perché dovresti! Sono tua madre! Capita di fare errori! Tuo padre non lo ha fatto apposta! PERCHÈ NON LA SMETTI DI FARE LA VIZIATA?!"

Lascialo andare, lascialo andare, lascialo andare!

" ... Sei ridicolo, non hai speranza qui fuori. Non sei niente senza di noi! Nessuno si preoccuperebbe per te come facciamo noi!"

Scosse la testa.
No, ci dovranno pur essere!
Per questo doveva vivere!
Perché là da qualche parte avrebbe trovato veramente qualcuno a cui teneva!

" dopo quello che hai fatto a tutti? A Valeria? A Sumire? Ad Axel? A Koharu? A papá? A me? Meriti solo di soffrire!"

Furono le ultime parole.
E le corde iniziarono a bruciare.
Ogni parte del corpo aumentava la temperatura infernale.
Male, faceva male.
Non era sopportabile.
Le braccia cadevano a pezzi.
Le gambe perdevano sensibilità.
Ed il collo non trasmetteva aria ai polmoni.

Urlò.
Urlò eppure nulla si sentì.

Nulla, se non delle bollicine comparire davanti a sé in quel nero diventato blu.
Era... Era sott'acqua?
Non respirava, non respirava-

Doveva l aveva giá sentita prima di ora? Ahah! Non respirava!
Quanto volte se lo sarebbe detto? Non bastava mai tutta questa sofferenza?

" Asahi Fujikawa, sei il più grande stronzo ed ipocrita che ci sia! "

" Non ti far più vedere alle recite dopo averci dato buca! "

" è lui il criminale che mi ha attaccato! "

" morire! Dovevi morire in quella piscina!"

" morire! DOVEVI MORIRE SBATTENDO QUELLO SPIGOLO!"

" Morire morire morire-„

" non meriti questa vita, sei un'idiota, uno stronzo, una disgrazia! Hai fatto male a così tante persone! Sei peggio di chi odi! "

" MORIREMORIREMORIRE-„

" ... devo morire "

Asahi si svegliò di soprassalto, il cuore martellante nel petto come un tamburo impazzito. Il respiro affannoso accompagnava il buio della sua camera. Ancora intrappolato tra la realtà e il sogno, cercò di riprendere fiato, stringendo con forza il lenzuolo che si era in parte arrotolato attorno al suo corpo sudato.

Gli occhi, sbarrati dall'orrore dallo scenario appena vissuto, si sforzavano di adattarsi alla penombra della stanza. Il sogno era ancora troppo vivo nella sua mente. Vedeva ancora l'oscurità che lo circondava, le voci ripetere tutte quelle orribili cose, il corpo bruciare. Era così grave che dovette togliersi la giacca appiccicosa per far respirare la pelle.

Le bende di Axel, fatte con cura, erano carta vetrata che sfregava sulle ferite.
Bruciavano, bruciavano, bruciavano.
Grattarsi, grattarsi grattarsi.
Non doveva, non doveva, avrebbe solo fatto del male. Ma diamine quanto lo faceva impazzire quel formicolio!
Strinse le braccia attorno alle spalle, tremando, arreso. Voleva andarsene, voleva sparire. Voleva urlare, voleva scoppiare.

Si ricordò della piccola ragazza dormiente vicino al suo letto.
Ancora non capiva come riusciva a vederla in faccia dopo la discussione di oggi.
Prese alcuni respiri profondi.
Dormiva tranquilla.
Almeno non l'aveva svegliata.
E se fosse rimasto lì non sarebbe durato per sempre.

Si alzò e prese il cuscino con sé.
La mente era andata in auto-pilota.
Più che pensieri, erano comandi.

Bagno, bagno, bagno.
Andò in bagno.

Chiudi, chiudi, chiudi.
Chiuse la porta dietro di sé.

Urla, urla, urla.
Affondò il viso sulla superficie morbida.

Non riuscì a gridare.
Perché? Sentiva così tanto la necessità di farlo! Allora perché nulla usciva?!

Era così- così-
Non- non-
Dire qualsiasi cosa era così difficile e frustrante!

Sbatté il cuscino a terra con tutta la sua forza.
Una.
Due.
Tre.
Quattro.

Se non poteva esprimersi vocalmente l'avrebbe fatto con le azioni!

Cinque.
Sei.
Sette.

Non era in trappola!
Non era in trappola!

Otto.
Nove.

Non doveva morire.
Non doveva morire.

Dieci.

... Giusto?

Lanciò la nuvoletta dall'altra parte della stanza, sbattendo contro le porte di vetro della doccia.

La foga aveva procurato il fiatone.
O forse era il panico?

Quello che sembró uno spiraglio di lucidità gli ricordò di quanto tardi fosse, di come doveva calmarsi prima di escalare la situazione.

Mise le mani sul bordo del lavandino, tremante, guardava in basso verso il rubinetto. L'aprì e si bagnò la faccia per darsi una rinfrescata e riflettere.

Cosa... Cosa aveva visto?
Dal nero, al bianco, al rosso, al blu.
Al blu...
All'acqua.
Il rubinetto scorreva.
Gettò via l'acqua dalla viso prima di strofinarlo a più non posso.
Non ce la faceva.
Anche solo una goccia gli ricordava quei momenti.
Non solo la piscina, ma anche... Qualsiasi cosa Venom volesse fargli.

Era- era- era-

Si soffermò sul collo. L'angolo del grosso cerotto bianco si stava staccando.
Non sapeva perché, ma le mani sfiorarono quel punto.
Afferarono quell'angolo.
E strapparono via parte del benda.

" ah-! Ah! Ahia-! "

Si imbatté nella solita scena. Un segno spesso rosato, ora gonfio di qualsiasi liquido vi fosse lì dentro.

Ne fu come ipnotizzato.

Non smetteva di passare due dita su di esse.
Non smetteva di fissare quanto viscida ed orribile fosse sul suo corpo.

Faceva schifo.
Cazzo, quanto ribrezzo gli dava.
Era così- così- era davvero lxi?
Sembrava di vedere nel riflesso un'altra persona...
Una debole, una penosa, una vittima.
Era bruttissimo, orribile, sembrava un mutaforma con quel segno, stonava così tanto con la pelle candida.

Si guardò le braccia bendate.
Da cima a fondo erano tenute salde.
Eppure si immaginava quanto schifoso fosse sotto di esse.
I brividi.
La coscienza di non poterle eliminare.
Il prurito che davano.

Sentiva ancora il rumore di quell'arsene friggerle.
Sentiva il formicolio doloroso divorarlo dall'interno.
Si grattò con foga, affondando le unghie quanto potesse.
Non bastava. Quella poca soddisfazione non bastava. Doveva continuare a grattare e grattare e grattare.

" ah-! "

Afferrò il braccio destro con il polso sinistro forte, toccando un punto fin troppo delicato. Da sotto la benda vide una piccola chiazza di rosso formarsi.
Cazzo, cazzo, cazzo- l'aveva resa peggiore? Si sarebbe infettata come quella di Koharu?

" non sei capace di far niente "

Disse una voce nella sua testa. O era se stesso?

" te lo meriti, è colpa tua "

Lo era.

" te lo meriti, perché sei orribile "

Lo era.

" te lo meriti, sei orribile "

Lo era.

" sh, è inutile "

Ancora sentiva la sua voce.

" pensavi davvero sarebbe finita? Oh no, siamo solo all'inizio! "

Flla smettere, falla smettere!
Si batté i palmi in testa.
Esci fuori da lì, esci fuori dal suo cervello!

" moriremoriremorire-"

Uscite da lì! Toglietevi! Vi prego, levatevi!

" morire, morire, morire- "

Non era vero! Non pensava veramente a queste cose! Non l'avrebbe mai fatto! Non erano i suoi pensieri! Quindi perché erano lì dentro?!

" devo morire "

Strinse le mani nei capelli, tirandoli via.
Uscite, uscite, uscite da lì!

" eh, pensi davvero di avere una scelta? "

Sentì la mani della strega passare fra la chioma.
Un tocco maledetto, permanente.
Lo faceva sentire così sporco, sudato, penoso, debole.
Era così sudicio da fargli venire il voltastomaco.
Non importava quanto continuasse a grattare.

" morire morire morire - "

" VAI VIA- VAI VIA- "

Il capo iniziò a bruciare, un dolore così acuto da togliere qualsiasi pressione nel cervello. Era insopportabile, allo stesso tempo liberatorio.

" ... Asahi?! Che cazzo fai?! "

Girò lo sguardo verso la porta.
Koharu sembrava aver visto un fantasma da quanto fosse inorridita.

" i- il collo- i tuoi capelli- cosa- "

Nemmeno riusciva a tirare fuori frasi a senso compiuto.
Lo lasciò confuso sul perché.
Lentamente, a scatti, tornò a guardare lo specchio.

Con quello sguardo sfinito.
Con quelle lacrime.
Con quel respiro affanato.
Con quel naso bloccato.
Con quell'ustione al collo.
Con quelle spalle che salivano e scendevano senza sosta.
Con quelle bende sulle braccia rosse.
Con quelle mani chiuse in pugni.

Le guardò.
Aveva terrore ma le aprì.
Si ritrovò miriadi di capelli fra i palmi sudati.
I suoi capelli.

Alzò i palmi dove li aveva prima e fu scioccato di sentire solo il gonfiore.
E niente capelli in quei punti.
Perché li aveva strappati via.

Fu lì che sbroccò.
Non solo tutti sapevano di cosa gli fosse successo.
Non solo l'avevano sentito cacciare quelle urla.
Non solo non si era riuscito a difendere quando Naomi aveva portato a galla la realtà.
Ora pure Koharu doveva vederlo in quelle condizioni così orribili?
Era disgustoso! Era imbarazzante! Che cazzo faceva ancora lì?! Perché non era corso a nascondersi?!

Si buttò verso l'uscita, ignorando completamente il fatto che Koharu la bloccasse. Infatti lo afferrò con entrambe le braccia.

" Asahi-! "

" NO- nononono- vattene! "

" Asahi, calmati! Non sei te! "

" non mi guardare, non mi guardare, non mi guardare- "

Ad ogni parola le lacrime si facevano abbondanti, la gola si bloccava, le smorfie diventavano sempre più esagerate. Credeva fermamente di star perdendo il controllo in quel momento. Cercò di scuoterla via.

" per favore, non fare così! Ci sono per te! Non correre via! "

Oh quanto voleva urlare contro in quel momento.
Non ci riusciva.
Anche solo pensare era impossibile.
Bruciava ovunque, il petto si stringeva e la testa era leggera.
Cadde sulle sue ginocchia, portando giù l'altra a sua volta.

" Asahi, per favore, guardami! Non ti farò del male! Lo prometto su tutto ciò che vuoi! "

Cercava di chiamare mentre continuava ad abbracciarlo forte a sé.
Non... Non era assolutamente certa di cosa stesse dicendo... M-ma doveva provarci, no?!

Ed Asahi andava avanti ad ansimare senza sosta. Scosse la testa. Il viso era praticamente inguardabile da quanto espressivo fosse.

Lo staccò dall'abbraccio mettendo le mani sulle spalle e lasciandoxlx dello spazio. Il giocatore di scacchi si piegò in due, affondando la testa sul pavimento. Mise le mani sopra la nuca per protezione.

" Asahi, ti giuro, non ti faccio niente! Ti giuro che va tutto bene! Ci sono io! Non ti lascerò mai e poi mai! Non ti odierò! Ma per favore cerca di ascoltarmi! "

Dal panico sentiva delle lacrime formarsi pure sulle sue guance. Vederlo così faceva così, così male. Ma doveva essere forte per entrambi adesso! Morse il labbro inferiore e strinse i pugni.

" ASA-CHAN GUARDAMI PER FAVORE! SONO KOHARU! SONO LA TUA MIGLIORE AMICA! "

Portò il palmo davanti alla bocca, scioccata da quello scoppio improvviso.
Non... Non l'aveva spaventatx, vero?

" K-Koha... ru? "

Ancora era uno schifo inguardabile.
Ancora tremava.
Ma almeno aveva attirato la sua attenzione.

" ... Sì, sono io "

Gli mise una mano sulla testa, accarezzando con amore.

" cosa c'è che non va? "

Gli occhi si spalancarono nuovamente, come se si fosse reso conto adesso del casino appena combinato.

" h-ho... p-paura "

Ancora sentiva quelle voci.

" ho... paura- "

Continuava a ripetergli le stesse cose.

" d-di-... Di- me- "

Di cosa c'era nella sua testa.
Di cosa provava dentro il suo cuore.
Era così ma così spaventoso.
Era certo di aver toccato il fondo.

Koharu avvolse le braccia attorno ad egli.

" fa paura, lo so "

Strisciò la guancia sulla schiena.

" va tutto bene, nessuno ti farà del male, ci sono io, te lo prometto. Scusa se non sono riuscita ad arrivare prima- davvero, mi spiace non sai quanto- ma ora ci sono! Solo per te! Sei l'unica persona rimasta d'importante qui! Non voglio perderti per nulla al mondo! "

Si fece sfuggire una lacrima, quale asciugò subito con la manica del pigiama. Rimasero così per molto tempo, il respiro delxx corvinx si faceva sempre più calmo. Alzò il busto finalmente, rivelando il viso pallido, occhi e guancia rossi, stanchezza da ogni parte. L'abbracciò di nuovo di sua spontanea volontà. Per la terza volta avvolse le braccia attorno ad ella in cerca di conforto.

" n-non capisco... perché siete tutti così gentili con me- non- non me lo merito- dopo tutto quanto- "

" che cazzo stai dicendo?! Ovvio che te lo meriti! Non osare pensare anche solo per un istante che tu debba soffrire da solx! Così poi! Cosa ti è preso?! "

Quasi le faceva ridere quel tono rimproverante, quasi come una sorella maggiore di qualche tipo. Era così inusuale dato che spesso urlava come una bambina. Cioè, non che fosse adulta. Era un contrasto cui portò una leggerezza di qualche tipo.

" incubo... "

Mormorò fra sé e sé.

" oh... mi spiace... "

" fa nulla, sto meglio, torna pure a dormire- "

" eh no signorinx, col cazzo che vado a dormire lasciandoti così! Dai su, ti aiuto a sistemarti! "

Cercò di tirarlo su.

" e la prossima volta me ne puoi parlare? Non voglio costringerti a fare cosa non vuoi, non devi raccontarmi nulla di quel che hai passato se non vuoi, però... Mi hai fatto preoccupare così tanto... "

Asahi strinse le braccia intorno a sé, guardando altrove.
Si sentiva in colpa ad averla fatta preoccupare così. Aveva un modo per rimediare adesso? Dimostrarle che lo apprezzava? "Non voglio costringerti a fare cosa non vuoi" portava così tanta sicurezza, era quello di cui aveva bisogno. Una scelta. La libertà di scelta. Quella che gli era stata da sempre strappata. E- e forse era proprio quello cui piaceva di Koharu... La sua migliore amica...

" ... era buio, dopo bianco, poi rosso, ed infine blu "

Iniziò a raccontare tutto nei minimi dettagli, sorbendosi le espressioni stranite della badante.

" non credo di poter dormire dopo questo. Insomma... Stare a pancia in su o giù, al buio totale... "

"... mi porta in mente quando ero stato rinchiuso con Venom" avrebbe voluto aggiungere, ma si trattene. E l'altra annuì comprensiva. Xlx piaceva. Piaceva il fatto che non se la prendesse e potesse fermarsi quando volesse.

" possiamo mettere una luce! E- e non saprei se dormire di lato non faccia male... Però! Uhm, se vuoi, ovviamente, possiamo, uhm... "

Esitò prima di concludere.

" ... sembri necessitare di un abbraccio "

Stava dicendo che potevano dormire abbracciati?
Si addolcì a quelle guance rosse e fare timido.

" ... mh, forse mi serve... "

___________________________

La mattina seguente non riuscì a poltrire sul letto per l'ennesima volta.
Qualcosa turbava Akihisa.
Qualcosa di nascosto.
Cosa si celava dietro quel portone in metallo ad uno dei piano superiori?
Secondo Haruki c'era qualcosa di simile ad una sala tubature, dove tutti i sistemi d'acqua e calore passavano per la struttura. Ma solo quello? Non lx convinceva affatto.

Infatti trovò già un ostacolo all'entrata: delle catene. Teneva le maniglie attaccate ed erano impossibili da aprire per via di un lucchetto. Avrebbe proprio voluto un martello in quel momento. Ugualmente diede una prova e spinse le ante avanti ed indietro, facendo casino, dopodiché si buttò su di essa con la spalla, arrabbiandosi ancor di più.

Nulla.
Era insepugnabile.
Cosa c'era di così importante dietro, huh?

Dal casino che stava combinando, ovviamente attirò l'attenzione di qualcuno nei paraggi: Axel. Egli infatti aprì la porta dell'ufficio scovato giorni fa e sbucò la testa per vedere cosa stesse succedendo.

" che stai facendo? "

Xlx cartomante si girò verso la voce.

" hai visto un piede di porco da qualche parte? "

Chiese diretto.
Axel scosse la testa.

" non si apre lo stesso "

" grazie per aver costatato l'ovvio "

Rispose mordendosi la lingua e giocando con uno dei suoi anelli.

" che stai facendo lì dentro? "

Domandò successivamente.
Xlx creatore di effetti speciali fece cenno di raggiungerlo.
Fu interdetto, ma lo assecondò entrando nell'ufficio. Un cassetto della scrivania era semi aperto e fra le mani teneva un documento particolare.

" ho trovato questo... Credo tutti debbano leggerlo "

╔══════════╗

Despair Effect - La pestilenza giovanile

Da qualche mese ormai son stati registrati il quintuplo dei suicidi giapponesi. Questa tassa è la più elevata che la popolazione patisca. Il suddetto fenomeno, Despair Effect in lingua popolare, viene definito tale per via di semplici criteri, fra cui:

- età affetta: adolescenti fra i 14 ed i 18 anni d'età

- luogo: Giappone, più precisamente nella regione del Kantō.

- metodo: buttarsi in mezzo a strade affolate d'auto ad alta velocità (es: autostrade)

In più di mille studenti hanno tentato il suicidio in tale maniera, in pochissimi ne sono usciti vivi con permanenti danni fisici e psicologici (traumi cranici, coma, rottura spina dorsale, depressione, etc.), in molti sono sfortunatamente deceduti. Non si sa l'origine di questa epidemia e del perché sia nata. Si è riscovato tuttavia la sua prima vittima: Kouyou Onishi, ultimate taekwondo practitioner. La sua morte risale a quasi un anno fa. Durante una festa il ragazzo è uscito e, secondo le testimonianze del proprietario (redacted) del veicolo ed anche della cassiera (redacted) del supermercato (redacted), quale lavorava quella notte, si è lanciato davanti al veicolo. Ha subito gravi danni e si è proclamato deceduto dai medici due settimane dopo l'accaduto.
Ulteriori informazioni sono ignote o non aperte al pubblico.

╚══════════╝

Rimasero a bocca aperta durante la lettura di questo documento. Cosa significava?! Avevano sentito delle voci al riguardo, ma erano certi non si trattasse della realtà! Cinque volte più alto? Metodo ben definito? Cosa diamine volevano dire? Che anche fuori da qui c'è un'epidemia di quelli della loro età? Perché?!

" h-ho bisogno di un attimo... "

Axel si sedette sulla sedia imponente alla scrivania tenendosi la testa con entrambe le mani. Ecco lì la stessa sensazione di sconforto e debolezza. L'odiava con tutto se stessx. Prese alcuni respiri profondi nel tentativo di calmare il cuore che batteva all'impazzata. E se qualcosa del genere fosse capitato alla sua sorellina? Era sull'orlo dei 14 anni dopotutto! Ne sarebbe distruttx! Perché non è capace di fare nulla in quelle condizioni, tantomeno uscire da qui! Oh, quanta frustrazione! Quanta rabbia!

Una mano sulla spalla gli dava supporto, quella di Hisa. Axel alzò lo sguardo verso l'altrx.

" è normale essere arrabbiati "

Huh?

" non tenere tutto dentro "

" io... "

" ne hai passate di tutte i colori, okay? Non devi sempre reprimere i tuoi sentimenti! Soprattutto quelli negativi! Intesi? "

Non capiva tutta questa motivazione nel discorso, però quelle parole rimasero impresse nella sua testa.

" va bene essere arrabbiati certe volte, è una parte di ciò che ci rende umani dopotutto "

Fece cadere le braccia sulle coscie, stringendo il tessuto dei pantaloni.

Hisa tirò fuori dalle tasche una palla anti-stress relativamente piccina quanto pesante.

" ci sono mille modi per sfogarsi, questo è uno di essi "

Gliela regalò.

Axel sorrise appena, sentendosi confortato.

" grazie... "

___________________________

Si presero una piccola pausa da tutte quelle informazioni ed esplorazione. Forse sarebbero andati avanti più tardi o direttamente domani. E forse avrebbero dovuto riunire tutti quanti per discuterne perché, diamine, tutti meritavano di sapere cosa stesse succedendo qui fuori.

Per un motivo o nell'altro Axel si dovette allontanare poiché si sentisse stancx. Forse aveva intenzione di riposarsi in infermieria? Vabbè, Akihisa non si fece tante domande al riguardo, principalmente perché ne aveva già fin troppe. Aggiungerne altre non aveva alcun senso.

Doveva schiarirsi la mente, prendere una cosa alla volta e cercare magari di analizzarla. Mica poteva sempre affidarsi al resto per fare il lavoro di testa! Non era poi messo così male.

Un luogo che dava aria fresca? La serra. Sarebbe pure andatx fuori se non fosse che del forte vento faceva alzare le foglie. Forse da lì a breve si sarebbe messo a piovere. La serra aveva un tetto come minimo. Era come essere fuori, ma al chiuso. E poi c'erano tantissime piante! Non aveva chissà quanta conoscenza in botanica, tuttavia non serviva essere un esperto nel capire quanto alcune piante erano fantastiche!

Si soffermò su una strana fila di vasi.
Nove vasi di fiori.
Li osservò.

Il primo aveva una rosa blu.
Rosa blu? Esistevano?

Vicino c'era un grande fiore di Bach bianco candido, ricercante di attenzioni.

Quello affianco invece era un girasole, quale volto puntava verso la vicina ortesia viola.

Successivamente delle Bella Di Giorno e Non Scordar Di Me si mischiavano nonostante la distanza dei vasi.

Vicino al Bonsai un mughetto portafortuna lo distanziava dal resto.

L'ultimo vaso lo lasciò di stucco.
O meglio, il fiore era ciò che stonava fra il resto.
Non era né bello, né imponente, né gli ricordava di qualcuno qui dentro come il resto.

Finché la realizzazione non lo colpì.

Dove stava Sumire?

CRASH!

Si girò di scatto verso l'enorme e centrale statua dell'angelo.
Dei pezzi di vetro finirono per graffiarlo, poté sentire il sangue colare dal ponte del naso, seguendo la stessa traiettoria della cicatrice. L'aveva riaperta.
E non era l'unica cicatrice, oh no.
Quella del suo cuore si sfasciò in due.
Come se xlx fosse appena strappata dal petto e divisa in tanti piccoli frammenti vetrati.

Fu lì che la vide cadere ed atterrare proprio fra le braccia dell'angelo.
Sporcò di sangue tutto vicino a sé.
Ed esalò l'ultimo sospiro prima di spegnersi.

Sumire Hamasaki, la super giornalista liceale, era appena caduta dall'alto della serra verso la sua morte, lasciando dietro di sé il caos più assurdo.

No.

No.

No.

La bocca era spalancata.

No.

No.

No.

I passi pesanti.

No.

No.

No.

Non respirava.

No.

No.

No.

Cadde sopra i frammenti.

No.

No.

No.

" s-sumi-i...? "

No.

NO.

NO!

NONONONONO-!

" AAAAAAAAAAAAAAAAAAAA- "

...

Non di nuovo.

" HISA? HISA MI SENTI?! "

Furono le parole di Axel a risvegliarlx.
Era sdraiato sul freddo pavimento della serra. Gli occhi bagnati. Anzi, la faccia era bagnata. Sudore, lacrime, sangue.

" stai bene! "

Tutti accorsero all'albino.
C'era familiarità in quella sensazione.
Una familiarità tenebra e spaventosa.
Proprio quando... Dae-jung era morto.

...

Si alzò di scatto sulle ginocchia.
Dove stava, dove cazzo stava Sumire?!

Alzò gli occhi alla statua.
Non c'era nessuno.
Ma era sporca di sangue ovunque.
Oh cazzo...
Dove stava?!

" Sumire?! Sumire?! "

" Hisa- "

Cercò di calmarlo Axel.

" dove sta?! "

" Hisa-! "

Dove stava, dove stava, dove stava!

Tentò di alzarsi sulle gambe ma fu trattenuto.

" HISA! "

" COSA VUOI?! COSA STRACAZZO VUOI?! SUMIRE- SUMIRE- "

" ... è morta "

Fu come un proiettile al cuore.
Guardò ai piedi della statua.
Shiori la stava tenendo fra le sue braccia, stretta a sé.
Nuove lacrime si fecero abbondanti in viso.

No...
Sumire...
Non poteva essere...
Come...

Le mani tremarono.
Da quanta disperazione e rabbia provasse non sapeva nemmeno come reagire.
Poteva solo piangere.
Eppure sapeva che così facendo non sarebbe tornata.
Forse era proprio questo il perché lacrime scesero a prescindere.

Axel strinse le braccia attorno ad egli.

" mi spiace! Mi spiace! Mi spiace! "

Era ad Akihisa? A Sumire? A sé? Al gruppo?

" n-no... non è- "

Sumire non poteva morire.
Sumire era scaltra.
Sumire era determinata.
Sumire era pronta ad uscire da qui per portare a termine tutti i suoi obbiettivi.
Sumire era addirittura riuscita a registrare ogni singolo giorno qui.
Dunque non poteva morire!

" m-morta...! morta! Non- "

Strinse le braccia attorno al creatore si effetti speciali, esasperato.

" no! No! No! NO! "

Batté i pugni sulla sua schiena.

Si sentiva uno schifo.
Si sentiva una merda.
Si sentiva un fallimento.
Aveva lasciato che un'altra amica morisse qui dentro.

Akihisa Nakamura era una delusione.

" Hisa! "

Koharu si avvicinò ai due, abbracciandoli come supporto. Pure ella aveva gli occhi rossi dal pianto.
E questo lo fece delirare ancor di più.

Voleva urlare.
Calciare.
Distruggere qualsiasi cosa avesse davanti.
Allo stesso tempo voleva tenere Sumire stretto a sé, senza mai lasciarla andare.

Perché Shiori non si era ancora avvicinata?! Perché rimaneva ferma come una statua mentre stava soffrendo?!

E perché Asahi e Naomi e Airi rimanevano in disparte come dei fottuti baccalà?! Fate qualcosa! Qualsiasi cosa!

La disperazione era chiara.
Era ovunque.
Era in tutti loro.
Tantoche nessuno pensò di investigare per una bella mezz'oretta, occupati a processare cosa fosse accaduto.

Fu Shiori quella a rompere questo limbo senza ritorno. Mise il corpo della giornalista delicatamente per terra per poi alzarsi e prendere il Death File.

Vittima: hamasaki sumire, ultimate journalist
Stimato orario della morte: ~ 12:00
Causa della morte: impatto da caduta
Luogo del ritrovamento: serra

Morse il labbro interno dalla frustrazione che quelle lettere davano.
Hana era già venuta prima a dare l'annuncio del ritrovamento quando ella si trovava in camera di Akihisa a riposare. Fu fra le ultime ad arrivare, scovando davanti a sé Asahi, Axel e Naomi che cercavano di svegliare Akihisa. Dopo di ella si seguì Koharu.

Nessuno era disposto ad investigare il corpo, quindi vide naturale essere lei la responsabile. L'aveva portata giù per poterla analizzare meglio.

Lo sguardo di Sumire era terrorizzato e sporco di sangue probabilmente dall'impatto. La schiena era ciò messo peggio del corpo. Tutta rossa, aperta, disgustosa, come se quelle ustioni non bastassero a farla soffrire. I vestiti erano bagnati di qualcosa. Acqua? Una bevanda? Da dove proveniva? Sui polsi aveva dei strani segni rosa. Da quel che poteva ricostruire: era caduta dall'alto. Ma dove precisamente? Esisteva un punto dove cadere?

" c'è qualcosa che non va "

Fece notare il giocatore di scacchi, addentrandosi nella stanza dell'omicidio.

" qualcuno ha visto Hyosuke? "

Tutti lo fissarono esterefatti dalla realizzazione, mettendoxlx panico totale. Dove stava Hyo? Non l'avevano visto da tutta la giornata! O forse di più?! E se fosse in pericolo?!

Naomi, Shiori, Koharu e Airi scattarono, dicendo di andare a trovarlo non importa dove stava. Doveva assicurarsi che almeno lui stesse bene!

E così rimasero lì Axel, Akihisa ed Asahi.
Tutti e tre distrutti da questa nuova morte.

" dovremmo, uhm, investigare qualcos'altro? "

Chiese il terzo al resto.

" e che cazzo vorresti investigare?! Non vedi che casino! "

" dicevo altrove magari! Scusa! Da qualche parte sarà pur caduta, no?! O-o magari ha lasciato qualcosa di importante in camera! "

Si difese subito mettendo le mani in avanti.

Forse era la rabbia,forse era la determinazione oppure il fatto che avesse versato così tante lacrime da non averne più nessuna.
Ma Hisa si alzò, deciso ad esplorare ogni singola zona strana.

Il giardino fu il primo poiché il più vicino. La fontana era un disastro. Sul bordo c'erano impronte di sangue di qualche mano. Ma chi? Di Sumire? I suoi palmi erano unti dopottutto.
E perché Asahi sembrava così teso alla loro vista?

" non- non c'è altro- "

Il cartomante non lo fino di striscio.
Cambiò direzione ed andò ad esplorare altrove.

___________________________

Il quartetto salì le scale di fretta.
Pensarono che esplorare i dintorni per prima fosse la cosa più astuta da fare.
E così lo fu.

Infatti al secondo piano vi era una scia di goccioline di sangue fresche, quali entravano dal balcone. Entrarono in quest'ultimi e notarono macchie di sangue, altre impronte di palmi, sul bordo.

" che diamine... "

Borbottó Koharu grattandosi la fronte.

" ehy! La porta qui è aperta! "

Shiori attirò l'attenzione verso i due grandi portoni, quali precedentemente erano serrati da una catena. Tale catena si trovava sul pavimento adesso. Le goccioline sembravano creare una strada verso quella parte.

Si affrettarono e quando l'aprirono rimasero a bocca aperta.

Hyosuke Sekita, il super regista liceale, giaceva per terra in maniera pietosa. Sulla tempia aveva una grande ferita sanguinante. Il collo era avvolto da bende. I polsi erano legati davanti a sé con del nastro adesivo rafforzato. Ed infine sulla coscia, bucando i pantaloni, aveva un taglio netto e profondo.

Naomi tirò un urletto a quella scena, accorendo al biondo.

" HYO?! HYO MI SENTI?! "

Lo prese fra le sue braccia e lo scosse disperatamente.

Le altre tre osservarono attorno la situazione critica.
In centro era piazziata una sedia familiare, dallo schiena sporco di sangue sia secco che fresco.
Attorno c'erano vari frammenti fra vetro e ceramica. Uno era più grande di essi, ma soprattutto il più sporco di sangue. Da dove cazzo veniva tutto questo liquido diamine?!
Oltre a questi, però, anche delle strisce di nastro adesivo usato, lo stesso che Hyo avesse attorno ai polsi, riposavano per terra. Il rotolo era più vicino al biondo. Rimanendo a queste distanze, un tubo proveniente dalla sala delle tubature, così almeno dava l'aspetto da quanto buia fosse, era parzialmente ammaccato. Due oggetti furono estranei alla situazione all'apparenza: una bottiglia d'acqua non ancora aperta ed un E-Handbook dallo schermo frammentato. Provarono ad accenderlo, ma fu tutto inutile.

" c-che...? "

" Hyo! Hyo stai bene! "

Dire che stava bene era una bugia. Non solo fisicamente, ma anche emozionalmente. Infatti il fanciullo, non appena realizzò dove si trovasse, andò praticamente nel panico più totale.

" c-cosa?! Che- che è successo?! "

" Hyo! "

Naomi cercò di abbracciarlo, ma si oppose.
Ci misero anche fin troppo a farlo calmare come si dovrebbe.

Eppure Hyosuke sembrava tanto confuso quanto il resto di loro.

___________________________

"Qualcosa in camera" quella frase lo colpì per due motivi. Perché Asahi voleva saperlo? E secondo, la storia delle videocassette era vera? Il tempo stringeva ma un tentativo dovette pur farlo!

Si ritrovò davanti alla porta Haruki, schiena contro il muro e sguardo basso.

" apri la porta "

Ordinò con freddezza.
Non gli interessava delle sue emozioni in quel momento.
Poteva deprimersi quanto volesse ma tutti sapevano fosse parte della causa di sua sorella. E ad Akihisa non poteva fregare di meno della sua offesa.

Non si oppose.
Con un semplice gesto lasciò il passaggio libero.
Xlx cartomante mise sottosopra la stanza pur di trovare quei diari speciali.

Erano proprio sotto il suo letto.
E cazzo se ce n'erano in abbandonza.
Afferrò uno di essi e premette su play. Magari sarebbe riuscito a trovare qualcosa riguardo la sua morte.

Come mise l'orecchio sull'audio un fastidioso messaggio suonò per le mura.

" Ding dong! Siete emozionati? Siete carichi?! È tempo che il processo di classe inizi! Come un scoppio di fuochi d'artificio, come uno scontro fra vita e morte! E senza sé o ma... cari studenti, vi è cortesemente chiesto di giungervi davanti alla segreteria! Guai a voi se non vi presenterete! See you soon! "

Merda. Doveva affrettarsi.
Avrebbe cercato per bene dopo.
Prima...

Prima avrebbe trovato l'assassino della sua amica.
E gli farà passare le peggio pene dell'inferno.

In un processo di vita e morte.
Un processo di verità e bugie.
Un processo di fiducia e tradimento.
Un processo di realtà e finzione.
Un processo di suppliche e scuse.
Un processo di amici e nemici.
Un processo come non altri.
Il processo di classe.

Akihisa era determinato a renderle giustizia. Quella che ha sempre cercato.

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Buon salve!
Finalmente pubblico questo capitolo.
Vorrei solo dire che se le scenette finali sono molto eeh è per via della febbre. E sì, so che mi sarei dovuta riposare da malata ma non avevo niente da fare sO. In più stavo per far scadere la consegna personale di un mese quindi mi dovevo sbrigare.

Non dirò molto se non le solite cose: spero vi sia piaciuto, perdonatemi per possibili errori, se avete commenti sul capitolo generale fateli.

Also buone feste a tutti quanti è felice anno nuovo! Ve le siete tutti meritati <33

Detto ciò, ci vediamo al prossimo capitolo!

- 𝕰𝖑𝖎𝖟𝖆

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