❱ 𝗖𝗛. 𝗜𝗩, 𝗔𝗖𝗧 𝗜𝗜𝗜: 𝖣𝖱𝖤𝖠𝖬𝖲 𝖠𝖭𝖣 𝖭𝖨𝖦𝖧𝖳𝖬𝖠𝖱𝖤𝖲 ❰
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" SONO ANCHE DEI RAGAZZI COME NOI CAZZO! TUTTI QUI DENTRO HANNO A MALAPENA 16-17 ANNI, TE INCLUSA! "
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Oh cielo, oh cielo, non sapeva se esserne contenta o meno.
Quella mano si era mossa.
L'aveva vista chiaramente.
La mano di Axel si era mossa.
Le telecamere non mentivano mai ai suoi occhi.
Non aveva preveduto un risveglio così precoce! Da quel che sapeva ella doveva stare in quelle condizioni per altri giorni a venire! Non era nettamente possibile si fosse ripreso così in fretta! Soprattutto nelle sue condizioni da quel poco che avesse raccimolato durante la sua ultima visita!
Doveva fare in fretta allora.
Se Shiori avesse scoperto di lxi per prima non era certa di cosa sarebbe capace. Non in quelle condizioni in cui l'aveva ridotta. Poteva lasciarlx stare così come poteva ferirlo. Una cosa era certa.
Non doveva osare torcergli un capello.
L'avrebbe trascinato dal suo amichetto, pur usando minacce, e tenuto sotto la sua attenta osservazione, se una volta inoltrata quella porta l'avrebbe visto sveglio. Di nastro adesivo ne aveva abbastanza nel tentativo di ribellione. Era preparata a qualsiasi evenienza, facendogli quanto meno male possibile. Doveva solo sperare di essere la prima ad attraversare quella porta da stamattina.
Un sospiro sollevato scappò dalle sue labbra.
Shiori non era lì e sul letto giaceva come l'aveva lasciato. Due desideri eran già stati avverati. Le macchine funzionavano, i dati erano rimasti praticamente gli stessi.
Uhm.
Eppure era ancora sdraiato. A questo punto si sarebbe alzato col busto come minimo e cercato delle risposte, no?
Passi lenti e delicati si avvicinarono al letto. Gli occhi del fanciullx serrati, proprio come una bella addormentata nel bosco. Dava così pace quello sguardo. Se solo sapesse cosa stesse succedendo qui fuori. Quasi quasi voleva vedere la sua reazione al caos. Il panico e la paura nei suoi occhi colorati... Una scena fantastica.
Si appoggiò sul lato del materasso, quasi sedendosi mentre i piedi toccavano per terra pronti a scattare in qualsiasi momento. Passò una mano fra i suoi capelli, portandoli a lato per scoprire ancor di più il viso.
Nessuna reazione.
Non era possibile.
Doveva star fingendo.
" dai su, è inutile che provi ad ingannarmi "
Bisbigliò, anzi, affermò con tanta sfacciataggine e disinteresse in mandare avanti la scenata. Era stupido metter su questo atto. L'aveva beccato con le mani nel sacco. Poteva andare avanti quanto volesse, ma tanto stava solo rimandando la sua condanna. Era sveglio, no? Meglio se si alzasse prima che di toccare un nervo e lo tirasse per i capelli.
" conto fino a tre, se non ti alzerai prenderò seri provvedimenti "
Lo guardò ferma e seria.
" uno... "
Faceva un favore ad entrambi ad alzarsi adesso.
" ... due... "
Voleva seriamente che lo ferisse?
"... tre! "
... Non reagì minimamente.
Come se non l'avesse sentita.
La prendeva in giro? Voleva spingersi così tanto pur di non darle obbedirle?
Afferrò le sue spalle quanto più forte potesse. Affondò i pollici poco sotto le clavicole scoperte. Lo scosse, prima appena e dopo con molta più forza. Gli dava così tante concussioni sul cuscino che doveva alzarsi! No?! Forza, alzati cretino! Lo lanciò sulla superficie morbida trattenendo un urlo irritato. Insomma, avrebbe dovuto aprire almeno gli occhi!
Fu allora che gli diede un pizzicotto sul braccio.
Forte.
Fortissimo. Quasi poteva sentire le punte delle dita toccarsi. La pelle attorno si fece rossa. Non distaccava lo sguardo per non perdersi la smorfia di dolore.
Eppure non rispose.
Schioccò la lingua sul palato.
I respiri regolare appanavano la maschera dell'ossigeno. Gliela tolse, afferrò il capo, tiltò leggermente indietro e mise la guancia vicino a naso e bocca. Sì, era decisamente migliore rispetto a prima. Allora perché non si svegliava con questi impulsi?
Si mise a mangiare le sue unghie dal nervoso. Pensava solo ad una frase in loop: "svegliati, cazzo, svegliati". Scese dal materasso ed iniziò a camminare avanti ed indietro, cercando delle possibilità nel fargli aprire gli occhi senza ferirlo troppo. Era così difficile quando il tuo primo istinto ad ogni cosa fosse la violenza senza tener conto delle conseguenze. Le conseguenze facevano così schifo.
Fu quando si fermò davanti al letto libero che ebbe un'idea. Un'idea per non lasciare segni sul suo esile corpo ma comunque accertarsi che si sarebbe alzatx, magari urlandole di smetterla. Sì, era l'idea definitiva. L'idea finale.
Raccolse il cuscino vuoto, schiaffeggiandolo con entrambe le mani per sistemare il volume irregolare della massa. Pochi passi. Pochi centimetri lontano. Il cuscino era pochi centimetri lontano dal naso all'insù. Piano piano, si avvicinavano sempre di più. Fargli mancare il fiato per qualche secondo avrebbe sicuramente funzionato. Se continuava a persistere anche qualche minuto sarebbe ottimale.
Fu bloccata da dei passi.
Dei passi svelti, pesanti, che strisciavano dietro tanto ma tanto peso.
Potevano solo appartenere ad una persona in quella struttura: Shiori.
Diamine.
Diamine, diamine, diamine.
Merda, merda, merda!
Come mai da questa parte così in fretta?!
Doveva nascondersi!
Se l'avesse beccata sarebbe stata la fine.
Pensava che non l'avesse capito?
Era. Ovvio.
La voleva morta.
L'unico motivo per cui le avesse lasciato così tanta potenza, regalandole praticamente quella pistola, era per movimentare di più le cose in qui dentro. Si era già annoiata.
Ma si sa, la noia porta a fare cose estreme.
Questa era una di quelle.
Non c'era tempo di pensare né ad un piano, né ad una ragione per cui fosse lì. I passi si avvicinavano e avvicinavano.
Mandò la saliva rumorosamente. Non aveva alcuna chance di correre fuori adesso. Doveva nascondersi!
Dove però?!
Uhm, all'orfanotrofio...
All'orfanotrofio quando non volevo farti acchiappare...
Sotto il letto!
La crepatura ai tempi riusciva a far passare un bambino ma non un adulto.
Non importava se anche qui valesse la stessa storia! Si buttò sotto il letto di Axel e si tappò la bocca con la mano.
La visione era così limitata da quel punto. Il massimo che poteva vedere erano i piedi dei mobili.
La porta si aprì ed i suoi stivali apparirono. Camminarono per la stanza, come se la controlasse alla ricerca di qualcosa. Qualcuno.
Non avrà potuto vedere la sua faccia da lì sotto, però era chiara l'irritazione e l'ansia. Rimaneva comunque un ragazza che dimostrava i primi sintomi di astinenza. Si aggiungevano la debolezza e la stanchezza che la buttavano giù ancor di più.
I primi passi verso il letto furono fatali.
D'istinto premette più forte entrambi i palmi, scordandosi di respirare.
" ... axel? "
Che filo di voce... Rotto... Nasale...
Aveva... Aveva pianto? Per qual motivo?
" augh! "
L'esclamazione di dolore prese alla sprovvista la sorvegliante, quasi colpendo la testa su una lastra di legno.
Batté il piede con forza mentre si lamentava.
Scattò nuovamente davanti al letto, appoggiando un piede su di esso.
Il materasso soprastante si mosse. Anche lei cercava di svegliarlx?
Si allontanò nuovamente, questa volta aprendo uno dei cassetti.
Si arrese subito, tirando uno dei contenitori di pillole contro il muro, facendo cader tutto il contenuto.
Tornò da Axel ancora.
Ancora una volta si dovette scordare di respirare.
Shiori lo scosse ancor di più, facendo ballare il letto.
Fece molti, troppi passi per la stanza che aumentavano nel ritmo e velocità. Tap tap. Taptaptaptaptaptaptaptap-
Proprio come una pazza che soffriva di allucinazioni.
" lasciatemi stare! "
Gridò d'un tratto saltellando sul posto furiosa.
Corse fuori respirando
Uscì fuori dal nascondiglio una volta assicurata che non sarebbe tornata presto.
Incrociò lo sguardo con il creatore si effetti speciali, dormiente nonostante tutte le scosse subite.
Forse... Forse aveva visto male?
Forse era così concentrata con quella punizione che la gioia l'ha fatta allucinare? Effettivamente l'Amenoseo rimane sempre una sostanza instabile, quale non si possono estimare gli effetti per un tempo preciso. Sta di fatto che non avesse altre prove per dimostrare la sua coscienza attiva.
Se ne andò, avendo altre discussioni da riprendere con Asahi.
...
La smorfia fu involontaria.
Tutto il corpo si irrigidì.
Che brutto sogno che ebbe fatto...
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" UNO! "
La carta di Naomi fu svelta a colpire il mazzo che si costruiva ad ogni turno, gridando la famosa parola d'ordine prima di chiunque altro.
" I WON! "
" ma che cazzo stai dicendo, devi mettere l'ultima carta "
Lo rimproverò Hisa. Era la quarta volta di fila che faceva così.
" yes but, perché sono io mi lascerete vincere! "
Si spiegò confidente mentre si guardava le unghie. L'occhio dell'altro albino si contrae ripetutamente dal nervoso. Perché stava giocando a questo fra tutti i giochi.
" proprio perché sei te ti butto giù "
Constatò Sumire, mettendo una carta cambio-mazzo. Tutti i giocatori dovettero passarsi il mazzo uno a destra. Il cuore di Naomi si frantumò quando dovette cederle la sua carta vincente - 2 giallo. Tuttavia ricevette uno ancora decente. 4 carte aveva in mano Hyosuke.
" coff coff "
Tossì la castana, sapendo già il trucchetto dell'altro. Il registra gonfiò le guance ma non ammise a niente.
" hyosuke... "
" sì? "
" tira fuori le carte che hai nascosto sotto quel culo piatto che ti ritrovi! "
" non ho delle carte sotto il mio didietro! "
" alzati dalla sedia allora! "
" NO- sono troppo stanco "
" Hyo giuro che se non le tiri fuori-"
" OKAY OKAY LO FACCIO- "
Leggermente spaventato dall'altra dopo l'ultima partita in cui era stato preso a pizzicotti, dimostrò il mazzo. Il nuovo mazzo di Naomi passò da 4 a 24 carte in un attimo, distruggendo ogni suo sogno di gloria.
Akihisa lanciò il suo in aria dalla frustrazione.
" MA INSOMMA È LA SETTIMA VOLTA CHE BARATE, POTETE GIOCARE PER BENE?! "
E non esagerava, anzi, c'era andato piano coi numeri.
" È IMPOSSIBILE GIOCARE CON VOI! PRENDO SUL PERSONALE QUESTA OFFESA SULLA CARTE! "
" f-forse dovremmo- "
" ZITTA AIRI! "
Le gridarono tutti e quattro in unisono.
Airi tornò a guardare in silenzio le sue carte senza fiatare.
Da ormai una mezz'ora che queste partite ad UNO ebbero fatto scoppiare la guerra in quella stanza, soprattutto fra Naomi e Hyosuke, Hisa e Sumire. Cioè, almeno si intrattenevano, tuttavia stava iniziando a salire i nervi in una maniera assurda. Oh, e spesso Hisa, Sumire e Naomi si mettevano a fare delle piccole lezioni d'inglese.
" you fucking... Uh... Gerk? Jurk? "
" jerk "
Corresse la castana.
" or wanker if you want to sound more classy "
L'albinx corruggò le sopracciglia.
" che significa? "
" è la stessa cosa, solo che 'jerk' è l'inglese americano mentre 'wanker' proviene dagli UK "
" ma... Ma non parlano la stessa lingua? "
" cioè sì- alcune cose cambiano però. Tipo dei dialetti. Per esempio melanzana in America si chiama 'eggplant' ma in UK 'aubergine'. Stessa cosa con 'fall' and 'autumn', entrambi significano autunno "
Hisa annuì lentamente.
Di norma non si sarebbe fatto fare delle lezioni di lingua, soprattutto da Naomi, eppure le carte avevano stabilito un futuro diverso dalle aspettative. Difficile negare certe cose quando mai pochissimo spazio disponibile.
" 'autumn' is way more clever if you ask me "
" of course you're the one sayin' it. Fammi indovinare, pensi sia più intelligente aggiungere una 'u' dal nulla per complicarvi la vita? "
Entrambi la guardarono male.
" sai no, ci sono parole diverse che significano la stessa cosa, ma altrettante che hanno uno spelling simile. Tipo, negli USA scrivono 'color' mentre negli UK 'colour'. Aggiungono 'sta u dal nulla "
" perché. "
" because it's the way it is! Americans are just lazy e pare la fine del mondo aggiungere una lettera. Have you seen French? Lì pronunci metà delle cose che scrivi! "
Sbuffò offeso l'attore.
" non mi vedrai manco legata e sotto tortura aggiungere una 'u' solo per farti un favore "
" oh yeah? So you're admitting to not wanting to use proper English? Ugh! Such a disgrace! "
" go back to drinking tea, wanker "
Sbottò invece Akihisa protettivo al minimo attacco contro la giornalista.
Bisognava revisionare pronuncia e coniugazione del verbo. Almeno si era fatto comprendere dai due e questi erano enormi passi dopo tempo bloccati lì.
" è meglio cambiar argomento "
Tirò un sospiro deluso la giornalista, rivelando le sue carte al resto del tavolo come segnale d'arresa. Preferiva mettersi a fare altro.
Durante questi battibecchi era facile per lei perdersi nel suo mondo. Piena di pensieri e supposizioni. Ancora non si toglieva dalla testa la storia degli Shini Goro.
Più che fuori, stava pensando a cosa avessero combinato qui dentro e si imbatté su un piccolo dilemma.
" hey Airi, avresti risposto a tutte le nostre domande, no? "
Il silenzio calò in sala.
Tutti gli occhi puntati su Sumire.
" avete accesso alle telecamere qui dentro? Hanno una funzione audio? "
Tutti furono straniti da questo quesito casuale. Perché voleva sapere qualcosa del genere adesso?
Semplice.
" sai no, mi è venuto un dubbio riflettendo a molte cose successe qui. È mi stavo chiedendo, uhm "
Esitò.
" Dae-jung sembrava sapere fin troppe cose, no? "
Per esempio che Asahi avesse dei sospetti su di egli. Certo, l'avrà sentito. La domanda si poneva sul come quando non era presente a quella conversazione. Eppure non voleva renderlo troppo chiaro a cosa mirasse per paura di finire sul suo stesso destino.
" uhm- no? Cioè, Hana e Haruki hanno accesso a delle videocamere, sì. Ma noi direttamente non proprio... Uh... Non credo si possa sentire nulla però "
La bionda più più insicura a scandire le ultime parole.
Un'altra realizzazione colpì Sumire d'un tratto.
" ... merda ma Axel? "
" in che senso? "
Chiese l'amico albino.
" l'abbiamo lasciato da solo..? "
" parli come se fosse colpa nostra that Shiori locked us in! He's asleep! Don't worry about it! "
Cercò di ignorarla e diminuirls in qualche maniera Naomi.
" no- lo so- ma non dovremmo andare fuori?! Insomma! E se gli succedesse qualcosa di male?! Rimane comunque indifeso! "
" Shiori non gli farebbe del male "
Arrivò Hisa subito alle difese.
" uhm, hello? Ci ha rinchiuso qui dentro?! "
Fece notare Naomi.
" sh, taci te che stai sul filo del rasoio "
Il suono di una campanella scolastica famigliare stordì le loro orecchie, attirando l'attenzione.
" Ding dong! Successivamente sentirete un messaggio importante. Miraccomando: orecchie ben aperte! "
Non avevano mai sentito un messaggio del genere provenire dalla sorvegliante prima d'ora. Si chiedeva cosa potrebbe mai essere? Un avviso su Shiori forse? Insomma, la situazione era estrema a livelli assurdi!
" ti consiglio di prendere un bel respiro. Al mio tre, okay? Uno... Due... Tre! "
Era la voce di Hana.
Prendere un respiro per cosa? Si riferiva a loro? No, stava parlando al singolare... Parlava con qualcun altro dall'altra parte del microfono?
Le loro risposte non furono date a parole.
Ma ad urla.
A lamenti.
A dolore.
Una persona dall'altra parte cacciò un grido in preda al panico, spaventando i ragazzi intrappolati nella stanza.
Ognuno coprì le loro orecchie, i timpani venivano fraccasati da quanto alto il volume fu alzato d'un tratto. Per non parlare dei brividi... Ma chi era?
" sei... malata cazzo "
Era la stessa voce dell'urlo, già consumata e rotta.
Una voce familiare.
Una voce che non avevano ancora sentito abbastanza oggi.
La voce di Asahi.
Sumire mise le mani davanti alla bocca alla realizzazione.
Era Asahi..?
Quello era Asahi con Hana?!
Cosa cazzo stava succendo?!
" come scusa, puoi ripetere? "
Il tono scherzoso con cui l'avesse detto le diede il volta stomaco.
" sei- AAAAAA- AAAAA- AAAAAAAA- "
... Ora ne aveva la conferma.
Era Asahi.
E, come loro, non se la stava spassando bene, se non addirittura peggio.
Cosa- cosa gli stava facendo?!
Il panico appesantiva il cuore di tutti loro, i brividi facevano tremare i loro corpi.
Airi, più di tutti, era quella scioccata. Si accovacciò a terra stringendo le mani attorno alla sua testa. Guardava in giù, con già le lacrime agli occhi.
Borbottava cose insensate.
" scusa... scusami... "
... C'entrava qualcosa?
Fece per aprire bocca ma Hisa si catapultò all'uscita.
Batté le mani così forte che quella bendata poteva rompersi per la seconda volta.
Ora più che mai voleva essere fuori.
Era piccolo. Era soffocante. Era in trappola.
In trappola, in trappola, in trappola...!
" TIRATEMI FUORI DA QUI! TI PREGO! SHIORI TORNA QUI, CAZZO! APRI QUESTA CAZZO DI PORTA! "
" SMETTILA- SMETTILA- BASTA- BASTA- BASTA- TI PREGO-! "
Qualsiasi cosa gli stesse facendo, non voleva che capitasse pure a loro.
Hyosuke sentì lo stomaco contorcersi. Già da prima si era sentito male per via delle rivelazioni di Airi davanti a sé come se nulla fossero. Ora- ora si metteva pure questo in mezzo?!
Ricordi e cibo volevano essere sprigionati, intrappolandolo ulteriormente in uno stato d'ansia costante.
Naomi tentò di fargli da supporto standogli vicino, tuttavia anche lui era profondamente scosso da ciò che sentisse. Era... Hana era capace si fargli così tanto male?!
"BASTA- BASTABASTABASTABASTABASTA- "
Sumire voleva, voleva muoversi così tanto da quella posizione per aiutare Hisa.
Come il resto di loro, rimaneva una stupida 16enne bloccata in una scuola.
Come il resto di loro, voleva uscire fuori da questo luogo.
Come il resto di loro, pregava che nulla di grave accadesse.
Come il resto di loro, la paura la divorava dall'interno.
Andava avanti a parlare e parlare.
Prendeva in giro il giocatore di scacchi.
Alcune botte furono udibili.
Ma cosa esattamente gli provocava così tanto dolore era incerto.
" non... non più... "
" shh, siamo al capolinea "
Nessuno dei due parlò.
Asahi non faceva altro che piangere e lamentarsi attraverso versi che non stavano né in cielo né in terra, in preda alla paura più agghiacciante di sempre.
Mai quanto l'urlo che cacciò l'attimo.
" AAAAAAAAAAAAAAAAAAA- "
Fu lì che Sumire realizzò.
Realizzò di essere caduta nuovamente nella sua stessa trappola.
La trappola dell'empatia.
Perché si sentiva uno schifo per egli e per avergli fatto quello che avesse fatto poche ore prima. Lo odiava, sì, ma questo... Era troppo! Era in troppo troppo! Assurdo! Inimmaginabile! Venire trattati come degli animali in tale maniera! Nuove lacrime iniziarono ad irrigare il viso. Voleva tornare fuori, voleva tornare da sua madre, nel loro piccolo ma comodo appartamento. Yasu o mamma! È uguale! Una delle due le sarebbe andata bene! Diamine le sarebbe andata bene pure Haruki o suo padre a tenerla stretta a sé!
Cazzo, erano solo dei ragazzini!
Cazzo, non se lo meritavano!
Cosa avevano fatto di male per questo?!
Il campanello segnò la fine del messaggio.
Il silenzio successivo fu... Scomodo.
Airi era finita per piangere per l'ennesima volta.
Hyosuke sembrava sul punto di fare lo stesso.
Sul volto di Naomi e Akihisa erano dipinto puro orrore, panico e shock.
Sumire... Cosa doveva sentire?
Per qualche motivo sentì gli angoli delle labbra andare verso l'altro, in una sorta di piccolo sorriso isterico.
Ah- ahahahah...
Ben fatto.
No davvero, ben fatto Hana!
Sei la migliore nell'incutere timore a tutto ciò che la circondava.
Ci è voluto tanto ma finalmente ti sei aggiudicata il titolo!
Prima la notizia del killing game, dopo i mille feriti e morti a causa tua, dopo ancora l'Amenoseo, poi quei dannati articoli di giornali che riducevano il cuore in pezzi ed infine... Questo.
" heh- "
Mise le mani davanti alla bocca una volta che fu cosciente della mezza risata che stava per scapparle.
" ahah- ahah-! Oh cazzo, oh cielo, ma che cazzo-! "
Akihisa prese sul suo ruolo, strisciando lentamente verso il pavimento. Davanti alla porta. Proprio come un cane aspetterebbe il suo padrone. Anche se più distanti di prima, erano chiare le pupille lucide sul punto di scoppiare.
" cosa- cosa cazzo dovremmo fare in questo fottuto posto?! Ahahah- siamo spacciati, vero? Vero?! Non... "
Si mise le mani in faccia.
" non voglio morire... "
Sumire si buttò e lo abbracciò lateralmente.
Nessuno aveva parole da dire.
Nessuno.
Si tenevano per mano e stretti cercando di non crollare dopo quella tortura. Dopo esser stati lasciati con la coscienza sporca, sapendo che un loro compagno fosse in pericolo grave, ma senza poter farci nulla al riguardo.
Nessuno fiatò.
O, almeno, nessuno di quelli nominati fino ad ora lo fece.
Koharu infatti, stranamente, rimase in un angolo della stanza. Occhi spalancati che fissava il pavimento.
" A-asahi... "
Voleva sprofondare.
Non erano le sue urla, vero?
Era uno scherzo, no?
Uno brutto scherzo.
Tipo quelli che Rieko le faceva.
Asahi stava bene.
Doveva star bene!
... A chi stava prendendo in giro?
Cosa faceva ancora li ferma come una cretina?! Perché non si era ancora alzata?! Il caldo della stanza la faceva sudare, allo stesso tempo tremava come pochi. Wow, da quando le temperature giocavano brutti scherzi con lei?
Si alzò, incamminandosi verso l'uscita.
La spalla e testa facevano un male cane.
Il respiro si accorciava al secondo. Allo stesso tempo non riusciva più a provare niente in quei punti. Era... Come se non fossero suoi... Era confusa.
Piccoli e minuscoli passi iniziavano a irrigidirsi.
Si sentiva sempre più debole.
Diamine, perché adesso?!
Perché ora che si era alzata?!
Cosa... Che le stava succedendo?!
Non era il tempo di pensarci Koharu! Dovevi uscire da lì! Dovevi trovare Asahi! Trovarlo e proteggerlo! Come gli aveva promesso quella notte! Non puoi startene con le mani in mano per un leggero mal di testa, diamine! Non dimostrati una codarda! E- ed una volta che troverà Hana gliela farà pagare!
Sì, aveva i giorni contati! Una volta uscita da qui!
Una volta uscita da lì..!
Una volta... Uscita... Da lì...
" Koharu?! "
La voce preoccupata di Sumire la raggiunse appena.
... Huh, dove si trovava?
Non era... Da sua zia a Wakayama?
Cosa... Cosa stava facendo qui..?
Huh?
Eh...
" KOHARU?! "
Collassò per terra, andando a sbattere la spalla sana.
Era difficile respirare.
Faceva così, così caldo che sudava senza sosta.
Faceva così, così freddo che tremava senza sosta.
No..! Doveva... Alzarsi!
Per! ... Per?
" diamine, sei bollente! Perché non hai detto di avere la febbre? "
L'aveva davvero? Ahah, quando l'era venuta? Non se lo ricordava proprio... Per lei era tutto come un altro giorno... Forse solo la spalla che faceva male.
Gonfia come ora.
Pulsava come ora.
Sentiva che avessero qualcosa a che fare qui...
Qualcuno la trascinò lontano dalla porta su un divanetto. Molto... Molto più comodo del pavimento... Però! Doveva alzarsi! Doveva..! ... Huh?
Non capiva.
Non capiva più niente.
I suoi occhi serrati erano bloccati lì, come il suo intero corpo.
Si ricordava quelle poche volte che sua zia si prendeva cura di lei durante un malanno.
La faceva sdraiare sul letto.
Le preparava della frutta da mangiare dopo il brutto sapore delle medicine.
La copriva di ogni coperta che avessero a casa, ma anche di attenzioni e baci per farla tornare in salute. Magari guardavano anche un film e lei si addormentava sulle sue cosce mentre pettinava i suoi capelli.
Eheh, le mancava quella scena.
Magari... Magari doveva solo immaginarselo, no?
No?
" Koharu, rispondici insomma! "
Akihisa la scosse leggermente cercando qualsiasi segno di comunicazione, senza successo. Rimaneva lì, sdraiata lateralmente sul materasso mentre la temperatura saliva e saliva senza sosta.
" z-zia... "
" cosa... Che dobbiamo fare?! "
" n-non lo so! "
Disse Sumire.
" ah- Koharu, Koharu per favore! "
La voce impanicata di Airi faceva eco per la stanza, continuando a versare lacrime.
" per favore...! "
Voleva tenerla fra le sue braccia, dirle che andrebbe tutto bene, che si sarebbe presa cura di lei. Se solo Sumire e Akihisa si levassero..!
Osservò la castana, quale iniziò a cercare una possibilità causa della febbre sul suo corpo.
" Naomi, passaci il tuo mantello "
" but- "
" non adesso, cristo! "
Gli ordinò e si vedette costretto a fare come richiesto, coprendo il piccolo corpicino indifeso.
Fu lì che il cartomante notò qualcosa.
La spalla... Era più alta dell'altra?
Abbassò la manica della T-shirt della compagna.
Rivelò bende piene zeppe rovinate e sporche. Non erano cambiate da almeno due giorni. Toccò un punto sotto che fece dimenare Koharu da dolore. Era... Era la ferita la causa? Per cosa? Non fu timidx a strappargli via quella stoffa mezza sudata e sporca. Cosa rivelò sotto?
Una ferita dalla crosta giallina. Era gonfia e pulsava a ritmo del cuore.
Non ditegli che...
La ferita che Valeria ebbe riaperto... Si era infettata così presto?!
Iniziò a mordersi le unghie.
Dovevano creare un piano d'uscita.
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Era come un sogno.
Surreale e sfocato.
Era come un incubo.
Inquietante e pericoloso.
Era un incubo, forse più simile ad una paralisi notturna.
Percepiva tutto, eppure non poteva reagire.
Era immobile.
Doveva trattarsi di un sogno...
Ormai la testa stava facendo i viaggi più intricati che avesse mai raggiunto prima d'ora.
Per quanto si sforzasse, nessuno suono usciva dalle corde vocali distrutte ed anche se riuscissero a farlo, nessuno avrebbe potuto sentirlo. Perché era rinchiuso da qualche parte, lontanx da tutto e tutti. Perché la bocca faceva male. Perché era imbavagliato. Perché era legato. Perché era solo, come l'è da sempre stato.
Nessuno sarebbe venuto in suo soccorso, perché a nessuno importava. Insomma... Non è stato le migliori delle persone lì dentro. Lo sapeva. Ma certe cose andavano fatte per mantenere la propria sopravvivenza... Vero?
Minacciare Sumire.
Rompere il braccialetto di Akihisa.
Incolpare Shiori per poi essere menato da quest'ultima.
Sminuire Hyosuke e Airi.
Insultare Naomi.
Ferire Axel...
... Era azioni giustificate sotto un punto di vista, vero?
Se davvero lo fossero, perché nessuno arrivava?
Nemmeno di Koharu ce n'era traccia. Ormai ci ha perso le speranze. Non poteva incolparla dopo aver pensato di voler rompere con lei l'unica cosa che portava sicurezza lì dentro. Perché dovrebbe, dico bene? Non ha mai fatto niente per quella. Se i ruoli fossero scambiati, l'avrebbe lasciata lì dentro. O almeno così credeva.
Iniziava ad odiarsi per questo.
Per quello.
Per tutto.
Ora che rifletteva sulle conseguenze delle sue azioni, notava di quanto in basso fosse cadutx. C'erano mille e mila modi cui tutti quei scenari potessero svolgersi.
E cosa aveva deciso? Le scelte peggiori.
Avrebbe potuto parlarne piuttosto di tirare insulti, ignorare, litigare, addirittura minacciare.
Avrebbe potuto rifiutare scelte palesemente crudeli piuttosto che metterle in atto senza pensarci due volte.
... Ora capiva di essere un'idiota.
Ora capiva perché Valeria l'aveva avuto fra le sue grinfie così facilmente.
Ora capiva perché nessuno gli importava.
Perché non se lo meritava.
Non meritava alcuna attenzione una volta ceduti così in profondità. Oppure ci è nato proprio lì dentro?
Doveva essere il karma questo.
Una qualche sorta di corrente universale che finalmente si era svegliata, quale decise di colpirlo in pieno volto dopo tutto il dolore causato.
L'ennesima goccia scese giù dalle guance. Ormai queste avevano scavato una galleria nella pelle dall quantità immensa che scendeva.
... Perché l'aveva fatto?
Da quando era sceso così in basso?
Da quando era capace di essere la merda delle merde?
Ed un'altra lacrima si susseguì.
Faceva male ovunque. Braccia, gambe, ma anche il collo.
L'eco dei singhiozzi soffocati riempì la stanza assieme ai suoi pensieri.
Cazzo, poteva andare meglio.
Poteva andare decisamente meglio.
Poteva aver chiarito con Axel invece di ignorarlo.
Poteva aver interrogato anziché minacciato Sumire.
Poteva starsene zitto al posto di essere buttato in quella piscina.
Poteva rivelare a tutti quanti pericolosa Valeria fosse al posto si farsi accecare dalla rabbia.
Ed ora? Cosa gli sarebbe aspettato da qui in poi? Solo immaginare la risposta aumentò il tremore ed il fiume.
Non vedeva alcun futuro se non intrappolato qui dentro, da solo. Se Hana tornasse equivalerebbe alla fine. Era ovvio, palese, segnato nelle stelle addirittura.
Era morto, anche senza esser decesso.
Faceva male saperlo.
Faceva male... Tutto.
La testa dai colpi con la mazza.
Gli occhi dalle lacrime infinite.
La bocca dai morsi procurati da solo.
La gola dalle urla cacciate.
Lo stomaco dai calci.
Le braccia e gambe dalle ustioni.
Quest'ultime erano probabilmente le peggiori. Non sapeva se lo tormentasse più il dolore oppure l'irritazione e la voglia di grattare via tutti quei strati di pelle bruciati. Entrambi i casi non aveva la possibilità di farci niente.
Non quando hai le mani legate ed una forza corporea che ti attacca al pavimento sottostante.
Era lì.
Un corpo giacente lì.
L'unica differenza dall'essere morto era la capacità di provare ancora dolore.
Per il resto era tutto e per tutto un corpo assente di vita.
Assente di una voglia di vivere.
Ahah... Ahah...
Si rideva in faccia per... Perché era ridicolo.
Cazzo se era ridicolo.
Come ci era riuscito a finirci così?
Era come se l'avesse fatto apposta, come se se l'è andata a cercare. Doveva essere così, no? Se l'è cercata, perché non si poteva finire così miserabili per sbaglio. Dunque sorgeva la domanda sul perché l'avesse fatto.
Non aveva risposte.
Solo colpe.
Dopo tanto tempo si dava di nuovo la colpa.
Chi altro doveva farlo se no?
Non c'era nessuno.
Non c'è mai stato nessuno.
Nessun amico, nessuna Koharu, nessun genitore, nemmeno Axel che l'ha lasciato da quanto odioso fosse. Se fosse stato in lxi se ne sarebbe fuggito il più prima possibile senza mai più tornare qui. Magari cambiare identità e cancellarsi la memoria.
Il naso si tappò ancora una volta dopo lacrime e lacrime. Da dietro il bavaglio era difficile respirare. Tirava su con così tante forza mentre emetteva versi. Si insultava alla scenata che stava mettendo in atto.
Stupido, idiota, senza speranza, coglione.
Tutte le peggiori parole che non avrebbe voluto sentire, ora la sua mente ripeteva all'infinito. Perché era ciò che dicesse. Inutile negarlo soprattutto adesso, sul punto di non ritorno.
Due gocce caddero in fronte.
Due gocce non provenienti dai suoi occhi.
Due gocce lo svegliarono da quello stato paranoico e depressivo.
Tirò il capo leggermente indietro continuando a singhiozzare seppur più piano.
" ancora sveglio? "
Era tornata.
Oh no.
Oh nononono- perché così presto?!
Cosa voleva adesso?! Usare di nuovo quella piastra o qualsiasi cosa fosse?!
No, ti prego, basta- ne ha già avuto abbastanza. Non c'era parte del corpo non toccata da quell'oggetto.
Tentò di alzarsi, muoversi, fare qualsiasi momento, eppure le energie sparivano al minimo movimento brusco. Tremeva come pochi.
Doveva starle lontano, per forza. Xlx avrebbe solo procurato altro dolore ed entrambi lo sapevano.
Ridacchiò, abbassandosi al suo livello.
Asahi provò la mano del diavolo afferare il mento e tirarlo verso l'alto. I denti affondarono sulla stoffa e duolevano.
" mh- "
" non ti preoccupare, l'ho messa via "
Era così tanto facile leggerlx nel pensiero? Non si sorprendeva che Valeria l'avesse ingannatx sin da subito.
Cosa voleva da lxi allora?
Lasciò la presa al collo e passò ai suoi capelli. Fu delicata, andò a sfiorare il bernoccolo formato dal colpo di Airi e scaturì nell'altro uno scatto dal lato opposto pur di fermarla. Tutto ma non la testa. Tutto ma non la testa, per favore.
Le dita andarono altrove, sul bavaglio che aggirava la parte inferiore del capo. Afferrò questo con due dita sulla guancia.
" vero che non urlerai? "
Entrambi sapevano quanto retorica la domanda fosse. Con quale voce avrebbe dovuto farlo? Con quale forza sarebbe riuscitx a massacrare già quel che era rimasto?
Allentò leggermente il nodo, tanto abbastanza da farlo cedere fino alle fine del collo e l'inizio delle spalle. Per la prima volta notò quanto arida la gola fosse. Un deserto nel più caldo dei giorni. Mancava così tanta saliva che il gusto del sangue invadeva tutto l'apparato. Tossì leggermente girandosi su un lato, ma fu tirato col busto su dall'altra. I respiri erano affannati e tagliavano la gola in malo modo. Era una piccola ulteriore tortura a quell'inferno che stava passando.
A fermarlo tuttavia fu la sua stessa creatrice. Prima sentì il boccale di una bottiglia sulle labbra, successivamente un liquido comparabile al nettare degli dei venir versato dentro la bocca. Acqua. Era della cazzo di acqua fresca. Anche se scientificamente non avesse senso, era la cosa più gustosa che avesse bevuto nel giro di... Qualsiasi tempo fosse trascorso da ieri notte. Non fu timidx a prendere sorsi su sorsi su sorsi. Più beveva e più il corpo urlava di andare avanti.
Fu Hana stessa a bloccarlo nel finire l'intera bottiglia. Quando lo fece Asahi non solo si sporcò con qualche goccia caduta sulla pelle e quel che rimaneva dei suoi vestiti, ma tentò di ribellarsi per averne altra. Ne aveva disperatamente bisogno.
Si alzò da terra portando via il calice in plastica, camminando verso l'altro angolo della stanza.
" ... che-? "
Tirò su col naso come residuo del pianto isterico.
" mh? Già pronto a parlare? Avrei scommesso saresti stato muto "
" ... "
La prima cosa che voleva dirle era il semplice "vaffanculo", ma ci pensò due volte. Aveva imparato la sua lezione e non voleva provocarla ulteriormente.
" come mai il silenzio? Pensavi ti avresti lasciato andare dopo tutto questo? "
... Forse una parte di sé lo sperava, sì, anche se fosse stupido.
Rise fragorosamente, come se la battuta migliore del secolo fosse appena stata detta.
" oh no, ahahah- siamo solo al secondo capitolo su un'infinità "
Fece dei passi svelti ed il momento dopo Asahi fu buttato di nuovo a terra, con sopra il viso quello che sembrasse un asciugamano... Bagnato. Hana lo calpestò proprio sulla ferita che ella stessa aveva chiuso tempo fa.
" chissà, forse dae-jung è stato un minimo utile in fondo "
Si sedette, anzi, lasciò il suo corpo cadere sopra lo stomaco dell'altro, provocando non solo un senso di pressione e limitazione nei movimenti, ma anche altra tosse e la sensazione dell'acqua tornare da dove fosse entrata.
In che senso non era finito lì?
In che senso sarebbe continuata la tortura?
Nonononono- ti prego no- ti scongiuro-
Il petto cominciò a salire su e giù irregolarmente, il freddo si era trasformato in calore assurdo sul viso ma anche collo e spalle. Sudava freddo.
Cosa stava succedendo cosa stava succedendo cosa stava succedendo-
Sentì un pacco di plastica avvicinarsi ai due e Hana strappare qualcosa da esso. Tentò di alzare o muovere il capo per levare l'asciugamano ma la fanciulla continuava a spingerlo giù e far tornare la testa dritta.
" stai fermo una buona volta- "
" ti prego, ti prego, non farlo, farò qualsiasi cosa! "
" mh, no grazie "
" asp- "
Fu interrotto nella frase quando una fontana d'acqua fu versata sulla sua testa come se nulla fosse.
Il respiro iniziò a mancare.
... Oh.
IL RESPIRO INIZIÒ A MANCARE.
NO-
NO-
NON ANCORA, SMETTILA.
GLI ERA BASTATA LA PISCINA PER METTERGLI PAURA DI AFFOGARE.
COS'ERA QUESTA CRUDELTÀ?!
Cercava di trovare della luce dell'ossigeno, eppure fu impossibile. Il battito aumentava senza sosta, l'acqua riempiva sia polmoni che stomaco.
Era come se fosse sott'acqua.
Era come se fosse tornato lì dentro.
Solo, disperso in un mar blu profondo e freddo.
Scalciava, tentava di alzarsi, ma invano.
Era bloccato dall'altra in qualsiasi movimento, anche della testa.
E l'acqua veniva versata senza alcuna sosta. Ancora e ancora e ancora.
Tremava, sudava, una grossa voragine al petto iniziava a divorarlo.
Pensava solo ad una parola: basta.
Voleva smettesse.
Voleva tornare indietro nel tempo.
La testa girava e lo stomaco bruciava dalla quantità rapida d'acqua.
Le punte delle dita perdevano pian piano la sensibilità. Quando le muoveva sembrava di aver addosso la pelle di qualcun altro.
Ancora qualche secondo e sarebbe mo-!
Si alzò da egli e lo fece girare a pancia in giù. Acqua uscì da tutti i pori del viso in mezzo alla tosse, i singhiozzi, i respiri e le suppliche incomprensibili di smetterla di fargli rivivere uno dei suoi incubi peggiori. Era palese stesse soffrendo un attacco di panico ma non sembrava nemmeno importarle tanto.
Lo girò di nuovo a faccia in su e lo bloccò come prima.
Asciugamano in faccia e acqua versata che andava direttamente dentro il naso.
Ancora una volta cercò di liberarsi invano.
Il peso al petto divenne così estremo che sembrava di essersi appena strappato il cuore. Ci avrebbe creduto se non fosse che quest'ultimo battesse all'impazzata per via della mancanza d'ossigeno.
E la sua mente gridava una sola cosa: ti prego.
Ti prego smettila.
Ti prego fammi tornare indietro.
Ti prego fammi vivere un altro giorno.
Ti prego fammi... Vivere...?
Voleva vivere davvero oltre a questo punto?
Vedere cosa ci fosse dall'altra parte?
Non poté rifletterci poiché la quantità iniziò ad aumentare in poco tempo, facendolo impazzire ancor di più.
Era come quel dannato momento.
Lui che pian piano affondava, mentre cercava di raggiungere la superficie con le mani. Dae-jung che lentamente indietreggiava sconfitto. Il blu che si dipingeva di rosso nella vasca enorme.
Riusciva a provarla.
La pienezza nei polmoni.
Chi necessitava dell'ossigeno, dico bene?
Affondare lentamente, dentro una parte più buia della sua mente.
Scordarsi della situazione, del panico.
Come se non fosse lxi, ma un avatar che controllava.
Sentiva come scalciava eppure non era lxi che dava tali ordini.
Almeno era da solx, in pace.
Hana non poteva ferirlx anche qui dentro.
Finché non lo girò facendogli espellere l'anima da quanta acqua avesse ingorgato. Questa volta dei colpi sulla schiena lo aiutarono ad espellere più acqua. La pienezza si trasformò in vuoto. Da vuoto a panico. Era ancora in panico.
Bastabastabastabastabastabastabastabastabasta-
" non c'è due senza tre- "
" NO- "
Fu girato e coperto per la terza volta.
Si aspettava il peggio, i sentimenti di prima - peggiori - riaffiorare come niente. Mentre moriva. Lentamente. Molto lentamente. Troppo lentamente.
...
Voleva morire.
...
A questo punto era inutile continuare.
...
...
Non è vero, voleva vivere!
Doveva vivere!
Più di ogni altra cosa!
Ma per cosa?
Per se stessx!
Perché?
Perché se l'era promesso!
E quale era questa promessa stupida?
Di vivere lontano da loro!
Di diventare qualcuno!
Di fare qualcosa per cui essere ricordato!
Dopo tutto questo?
Ovvio!
Sei già tutte queste cose.
Vivi lontano da loro.
Sei un ultimate.
E fidati nessuno qui dentro si scorderá cosa hai fatto.
Taci! Non è quello che intendevo!
Ne vale davvero la pena? Sii onestx.
... Sì.
...
Credo...
Dopo tutto quello che hai combinato?
Ci hai provato e sai cosa ne è uscito fuori?
Disprezzo e delusione.
Non è vero!
Allora spiega, cosa hai fatto qui dentro!
Ho vissuto!
Hai sopravvissuto! Non c'è un momento da quando ti hanno fatto finire in quell'ospedale cui hai pensato a vivere! Solo sopravvivere!
NON È VERO-
SÌ CHE LO È. NON NEGARLO.
Volevo rendere la mia vita qualcosa di speciale..!
AHAHAH- E LO SARÀ.
SE CONTINUI DI QUESTO PASSO SARÀ COSÌ SPECIALE CHE FINIRAI SOTTO UN PONTE A FARTI DI EROINA PUR DI SENTIRTI COMPIACIUTO. OPPURE IN PRIGIONE SE PROPRIO TI VA BENE!
...
È INUTILE!
QUALSIASI COSA TU FACCIA.
ALLA FINE TI RITROVERAI AL PUNTO DI PARTENZA SE NON PIÙ INDIETRO.
PERCHÉ SEI INUTILE.
DOVRESTI SPARIRE.
MORIRE.
MORIRE MORIRE MORIRE MORIRE MORIRE-
Voleva essere qualcuno...
Per i suoi genitori.
La donna tirò un sospiri esausto appena tornata a casa, sbottonandosi i primi bottoni della camicia stretta e levandosi i tacchi alti per lasciare il tallone toccare il pavimento freddo dopo ore ed ore di lavoro.
Finalmente era finita la giornata.
Finalmente poteva filarsi a letto e riposarsi per... La giornata seguente impegnativa come quella di oggi.
Certe volte si chiedeva se fosse veramente questo ciò che volesse della sua vita, però le servivano quei soldi per la sua famiglia.
Dei piccoli passi per l'appartamento si fecero sempre più veloci e forti secondo, e dal corridoio una piccola testolina sbucò curiosa di chi fosse appena entrata. I suoi occhi azzurri si illuminarono di gioia non appena vide la donna, seguita dal marito, esser tornati a casa.
" siete tornati! "
Si aggrappò subito alla gamba dell'uomo, volendo un abbraccio. Quest'ultimo accarezzò la testa corvina della figlia.
" vado a preparare la cena "
Insistette, facendosi strada nella cucina mentre la piccola continuava a girargli attorno facendo mille e più domande sul lavoro e raccontandogli cosa avesse fatto oggi. Le risposte? Dei miseri movimenti di testa su e giù, senza un commento o altro.
Lasciata in pace tirò nuovamente un sospiro. Voleva del tempo con sé, senza nessuno dei due, per quanto la cosa possa suonare crudele. Si avviò nella camera matrimoniale e per strada, nel corridoio, vide sul tavolino un gioco da famigliare: degli scacchi.
Uhm... Strano...
Pensava di averla messa via...
Lo stress le stava dando così tanto alla testa che stava soffrendo vuoti di memoria?
" tesoro, sai se ieri sera abbia fatto una partita? "
Chiese con tono più alto del normale per farsi sentire nonostante la distanza.
Ricevette un eco di "non credo, perché?" quale non fu risposto più. Rimase ad osservare e rintracciare i passi fatti da entrambe le parti. Ogni pezzo era in qualche modo mosso di almeno una casella, formando un vero e proprio campo di battaglia.
Oh, la Regina nera è sotto attacco. Anche se fa scacco sarebbe una brutta mossa perderla, soprattutto per la sua forza. La mosse di due case oblique, andando a minacciare un Pedone e una Torre.
Una piccola manina sbucò e posizionò il Cavallo in maniera tale da difendere sia quei due pezzi che il Re, mettendo ancora una volta la Donna in pericolo.
Alzò lo sguardo e sua figlia, con un gran sorriso, la guardava impaziente della prossima mossa. Pensò che si fosse incuriosita, e che questa mossa sia stata pura fortuna. Insomma, una bambina della sua età mica sapeva in cosa consistesse questo complicato gioco di strategia e logica, no?
Mosse questa volta un Alfiere, attaccando il Cavallo. Si aspettava una qualsiasi mossa sbagliata adesso, tipica dei ragazzini. Magari avrebbe mosso la Regina dall'altra parte oppure avrebbe mangiato due pezzi alla volta, dicendo che queste fossero le regole del SUO gioco. Tipica cosa da bimbi.
Invece mosse il Cavallo e mangiò la Regina.
Rimase sorpresa a fissare prima il campo e dopo la figlia, quale adesso avesse assunto un po' di insicurezza dalla reazione.
" stavi giocando da sola? "
Annuì timidamente.
" certe volte me la porto pure a scuola per giocare con gli altri "
" davvero? E, dimmi, sono bravi? "
Scosse la testa, questa volta più confidente.
" mai perso una partita "
" però... "
Si lasciò sfuggire un sorriso.
" che ne dici di una partita fra noi due mentre papà finisce di cucinare? "
Annuì energetica.
[...]
... Per i suoi amici...
Ha sempre avuto dei problemi nel farsi degli amici.
Non sapeva perché ma era più difficile di quanto i cartoni animati mostrassero. Forse era l'assenza di magia? Forse era il suo non essere protagonista? Un motivo o l'altro, questa cosa sembrassero averla tutti tranne lei. Soprattutto le sue compagne di classe. Non era mai stata attratta fin troppo dalle bambole e giocare alla casa, ciò non significasse che le odiasse e giocasse con loro quando la invitavano. Eppure nemmeno le tipiche cose da ragazzi come sporcarsi mentre si gioca a calcio l'attraevano.
Niente e nessuno l'attraeva.
Niente e nessuno era attratto da lei.
Finché non incontrò Arthur, o meglio, Axel.
Era come lei, se non meglio.
La capiva e le aveva fatto capire chi fosse veramente lei.
Anzi, lui.
Il gruppo delle recite era come una piccola seconda casa dove poteva stare. Tutti chiacchieroni e simpatici, non lo escludevano mai.
Era bello avere degli amici.
Così come era bello batterli e vantare delle proprie abilità mentre avevano le mani nei capelli.
" aaah, andiamo! Rivincita, voglio la rivincita! Non ero concentrato! "
Disse uno del gruppo, seduto dalla parte opposta, mentre sbatteva i pugni ripetutamente sulla superficie del tavolo.
" perderesti lo stesso, questa è la mia quinta vittoria di fila per tua informazione! "
Il sorrisetto da sbruffone difficilmente si cancellava dal volto e proprio questo era la ragione di così tante partite. Tutti quanti a scuola volevano provare di essere meglio e potergli mettere i piedi in testa, fallendo. Erano tutti delle sfide, delle sfide fin troppo facili per Asahi. Ed ogni vittoria era solo l'ennesima opportunità nello sfoggiare cosa più irritava il mondo intero. Di tanto in tanto ci aggiungeva pure una spiegazione su cosa il suo avversario avrebbe potuto fare per batterlo. Un incentivo per farli arrabbiare ancora di più.
Il resto del gruppo era accerchiato ed incuriosito. Non capivano completamente cosa succedesse, tantomeno le mosse che Asahi facesse. Solo un certo ed unico europeo cercava di decifrare tutto perché alcuni passi erano nella sua lingua madre. Faceva ridere come venissero detti con un accento giapponese pesante. Di tanto in tanto lx correggeva.
" eh taci, almeno io so coniugare il congiuntivo "
" almeno io so pronunciare bene entrambe le lingue "
" ma se si sente lontano da un chilometro che vieni dalla Francia. Secondo te perché alcuni si mettono a parlare inglese con te quando siamo fuori? "
" non è mica colpa mia se assumono! "
Piccoli battibecchi come questi erano tipici nella loro relazione, soprattutto adesso che si era scaldato e reso più sicurx in questa nuova atmosfera. Finivano sempre per ridere, perché si trattavano di semplici scherzi e prese in giro. Cioè, lxi era abbastanza permaloso, ma Axel riusciva sempre a metterci una pietra sopra e continuare a parlargli come se fosse nulla. Forse era questa una delle cose che ammirava.
Axel non era una sfida, o almeno, non una cui veniva sottopostx il resto dei giorni. Quando giocavano non era per distruggere il suo ego. Ogni volta che perdeva non si disperava. Era solo un po' delusx, ma si riprendeva subito e complimentava per la sua bravura. Gli faceva venire mal di pancia ogni singola volta. Ma non uno di quelli dolorosi.
La loro relazione non si fermava solo a partite scarse. C'erano sempre cose in più. Trucchetti da ragazzini o chiacchierate sui cartoni animati.
" ho una rana fra le mie mani "
Disse Axel, mettendo i palmi in una coppetta.
" non è vero "
Rispose Asahi vedendo il nulla cosmico.
" immaginala! Ora farà 3 salti all'indietro! "
" ... Okay? "
Passò lo sguardo dal basso verso l'altro tre volte. Asahi lo seguì confuso.
Dopodiché Axel fece il gesto di prendere qualcosa dalla suddetta rana.
" puoi tenere il suo capellino? "
Gli passò l'indumento invisibile fra il pollice e l'indice.
" huh? "
L'altro fanciullo, ancora perplesso, fece come detto usando le sue dita.
" ora ne farà altri tre "
Rifece lo stesso movimento di testa ripetuto.
" ... Come ha fatto i salti mortali con il cappello? "
" pensi che ci sia davvero una rana fra le mie mani? "
" ... No??? "
Axel già sorrideva, cercando di rimanere composto.
" allora perché stai tenendo il suo cappello? "
E lì scoppiò a ridere.
L'amicx corruggò la fronte.
" non l'ho capito "
Questo però fece solo più ridere l'altro, tenendosi lo stomaco forte. Rideva così forte dall'averlo contagiato, ancora confuso su cosa avesse appena assistito.
Riusciva sempre a cambiare il suo umore e le sue espressioni.
Anche se non volesse cancellare quel sorriso odioso, ci riusciva eccome. Era l'unico capace di trasformarlo in qualcosa di più sincero, più divertito, più amabile.
" uuuuhh, guardate Asahi con le guance rosse! Non dirci che hai una cotta per Arthur? "
Se fossero veramente di quel colore prima rimarrà incerto per lxi. Dopo che glielo hanno detto però era certx di assomigliare a tutto e per tutto un pomodoro.
" n-non è vero! State zitti! "
" ahahah, guarda che non c'è niente di male nell'ammetterlo "
Rise una delle ragazze del cerchio mettendo la mano davanti alla bocca.
" l'amore è bello! Sai quanto romantico sarebbe aspettare il tuo cavaliere azzurro sulla torre alta? Pronto a proteggerti e starti affianco per sempre felici e contenti? "
Si alzò dal tavolo ed uscì dalla stanza, ancora caldo in viso.
Affianco per sempre, felici e contenti...
Non l'avrebbe mai ammesso a nessuno, nemmeno a se stesso.
Non sarebbe stato così male se ci fosse stato Axel al suo fianco.
Era simpatico.
Lo faceva star bene.
Come nessun altro.
[...]
... E per se stesso?
Tutto andò a rotoli anche fin troppo presto, ma soprattutto fin troppo velocemente.
Era iniziati come semplici giorni d'assenza, a settimane ed ormai ad un mesetto. Di Axel non c'era più traccia. Né al club, né in classe, né fra i corridoi. Persino i suoi compagni erano confusi per questa scomparsa improvvisa. Un giorno però venne a scoprire la verità.
" oh Bonnett? È girata voce che sia andato in Francia "
Non capì cosa l'avesse più irritato. La notizia, il tono più neutrale e disinteressato al mondo del ragazzo cui l'aveva riferita, o che fosse proprio questa la maniera cui veniva a saperlo. Era andato in Francia... Senza dirgli niente? Dopo tutte quelle giornate passate insieme? Dopo quel... Uhm... Quasi bacio? Gli faceva così schifo da doversene andare così?
E dopo si mettevano in mezzo pure i suoi. Lo stesso pomeriggio cui sentì la notizia scoprì di esser statx iscrittx ad un torneo di scacchi giovanile che avrebbe preso parte qualche ora a breve. Dire che ne fu preso alla sprovvista era un eufemismo. Non sapeva se esserne felice o meno.
Scoprì dopo l'ennesima vittoria che avevano preso meno turni di lavoro per aiutarlo con la scuola ed il torneo.
Da pochi turni alternati passarono a turni uguali e prolungati, a giorni, a settimane, chissà a questo punto Asahi credeva veramente che fossero andati in banca rotta con quella stupida agenzia. Ma almeno lo rimpievano d'amore, no? Dopo ogni partita lo complimentavano.
Finché per loro non si fece ovvio che dovette vincere. Come avrebbe dovuto prendere il titolo di Ultimate se no?
Era grave se non portasse dell'oro a casa.
Era grave se risultasse meno delle aspettative.
Era grave fallisse.
Questa ansia, questa preoccupazione, questa rabbia nel vivere sempre e costantemente sorvegliato da loro come se non avesse cercato delle attenzioni da quando fosse nato, anni dopo, lo portarono ad un collasso.
Oh non si scorderà mai quella giornata.
Era ben impressa nella sua mente.
La realizzazione che di questo passo non sarebbe stato nessuno.
La realizzazione di esser voluto solo come trofeo cui vantarsi.
La realizzazione che non gli volevano bene.
La realizzazione di essere in trappola, soffocato sotto pressione e pressione e pressione non solo da loro, ma anche dal pubblico.
Quel giorno voleva tornarsene a casa più che mai. Era una sensazione sgradevole allo stomaco, alla testa, a tutto il corpo. Camminava in giro mordendosi le unghie, pensando a tutti i possibili scenari di cosa sarebbe accaduto se avesse fatto la mossa sbagliata. Il massimo che si poteva prendere era qualche innocui schiaffo da parte loro, no? Le parole facevano decisamente più male. Rovinare quell'immagine che avevan costruito l'avrebbe devastato, se non ucciso.
Sbatté la porta dietro di sé, schiena attaccata ad essa mentre guardava il gabinetto piccolo della struttura in cui si trovava.
Un blocco al petto che lo impediva a respirare per bene.
Oggi non riusciva proprio a sopportar niente. Non dopo ciò che successe a casa poche ore prima.
Non capiva... Come diavolo c'era arrivato qui?!
Aveva attenzione, amici, successo.
E allora perché si sentiva così solo?
Così abbandonato?
Non capiva perché tutto non poteva tornare come un tempo!
Poteva starsene a casa a giocare con sua madre, oppure col gruppo!
Poteva starsene in camera a fare i compiti, oppure prendersi cura di quelle piantine sul punto di sbocciare fiori bellissimi.
Invece no! Li hanno gettati via come se nulla fosse! Come se non ci avesse speso mesi e mesi nel farli crescere! "È per tenerti concentrata sul torneo" un corno! Ora non riusciva più a togliersi quell'immagine dalla testa! Era orribile! Tutto quel lavoro prezioso buttato nella pattumiera "dove meritava di trovarsi".
Ma diceva lxi, era così sbagliato arrivare secondo una volta? Era così errato non brillare, non sorridere, non essere felici per una volta?!
I respiri continuavano a farsi sempre più veloci e affanati.
Non voleva tornare fuori.
Tutte quelle facce a guardarlx, a giudicarlx. E se avesse fallito un'altra volta? E se non fosse mai statx all'altezza per queste competizioni? Non voleva essere deriso! Visto male! Non voleva rovinare anche questa cosa! Non voleva vedere le facce deluse dei suoi genitori!
Lo schermò del telefono si illuminò, mostrando la notifica della conversazione del gruppo di recita.
Solo l'anteprima fu abbastanza da affondare il coltello nella piaga.
" wow Asahi, proprio geniale da parte tua darci buca per la quinta volta di fila. Non farti più vedere al club e buona fortuna con quei fottuti concorsi! "
Morse il labbro inferiore per trattenere, ma le lacrime scesero senza alcun freno. Non voleva essere lì, ma con loro a divertirsi. Davvero, non l'aveva fatto apposta allontanarsi ed isolarsi! Pensava di trattassero di incontri innocui! E- ed mamma era sbadata nel dimenticarsi di avvisarlx fino all'ultimo...
... vero?
Lanciò il telefono dalla frustrazione, i singhiozzi si fecero più rumorosi e tremava come una foglia.
Cosa stava facendo qui...
Cosa stava facendo nella sua vita...
Odiava questo posto!
Odiava questo modo di vivere!
Preferiva tornare indietro e ricominciare tutto da capo!
Gli mancavano quei momenti di pace.
Gli mancavano saper di poter contare su qualcuno.
Gli mancava... Axel.
Perché se n'era andato?
Perché aveva dovuto strappargli via tutti quei bei ricordi?
Perché non poteva tornare?!
Proprio quando l'aveva abbandonato tutto andò a rotoli.
Proprio quando l'aveva abbandonato lo necessitava più che mai al suo fianco!
Un sorriso, un messaggio, qualsiasi cosa! Voleva tornare indietro a quando poteva contare su di lxi! A quando non doveva preoccuparsi di niente!
Toc toc
" asahi, va tutto bene tesoro? "
Era sua madre.
Oh no.
Non doveva vederlo così.
" s-sì, sì... Ho solo mal di pancia "
Il tono rotto e nasale fu difficile da nascondere. Sperava che la barriera avesse reso il tutto più indecifrabile.
" esci da lì, immediatamente "
Oppure no.
Merda.
Si alzò dal pavimento lurido e si asciugó le lacrime con le maniche della felpa zip che indossava sopra il vestito costrettx a mettere. Faceva freddo lì dentro. Lasciò come marchio quel poco make-up che sua madre aveva messo intorno ai suoi occhi azzurri per dargli più risalto.
Aprì la porta con la testa bassa, sperando che quei ciuffi più lunghi del suo caschetto cresciuto nascondesse lo sguardo.
La mano della donna svelò il casino che era la sua faccia, dandogli pietà.
" va tutto bene, tesoro? "
" mh... "
Non stava bene.
Non stava affatto bene.
Era così vicino dall'urlarle contro cazzo.
Si fece trascinare fuori quando ebbe un aspetto più presentabile, in una stanzetta privata dotata di tavoli e sedie, nella quale suo padre aspettava.
" come mai ci avete messo così tanto? "
Tono freddo e disinteressato.
Non gli fregava del perché finché non compromettesse i risultati.
" ... non voglio più giocare a scacchi "
Solo dopo averlo detto realizzò che quelle parole fossero uscite da exlx.
Il tono apatico con cui lo disse rese solo i due più sorpresi. Insomma, doveva star scherzando!
" ma che dici, a te piace giocare! "
" a voi piace che io ci giochi. Voglio tornare a casa, per favore "
Strinse con le mani il fondo del vestitino.
" ma- forza tesoro, non puoi essere seria. Guarda che fra poco inizia il torneo! "
La mano della donna sulla spalla fu respinta malamente, portando lo sguardo altrove. L'uomo schioccò la lingua sul palato.
" perché ti importa tanto "
Crack.
Un vaso che non sapeva essere sull'orlo della distruzione divenne polvere in un secondo.
" perché...? Perché non mi prendete seriamente! Volete solo che giochi e vinca dalla mattina alla sera! E- e se non lo faccio mi guardate così male! Non lo voglio! Non mi piace! Odio questo stupido gioco! "
" abbassa il volume, potrebbero sentirti "
Disse la madre ferma.
" anche adesso non vi frega nulla di me! Volete solo che siano gli altri a credere che mi volete bene! "
" che stai farfugliando?! Ovvio che ti vogliamo bene! "
" solo quando faccio quello che volete! Solo quando potete vantarvi di me ai vostri amici! Prima non eravate così! Prima nemmeno sapevate esistessi perché eravate ossessionati con quella stupida agenzia! "
La visione si fece sfocata a causa delle lacrime pronte a scendere. La rabbia l'accecava ulteriormente.
" oh quindi ci stai dando degli ipocriti adesso? Dopo tutto quello che abbiamo fatto per te? "
Il padre si avvicinò al più basso, dandogli una piccola spinta.
" ti rendi conto che senza di noi non saresti qui? "
Ed un'altra.
" non avresti la pulita immagine che ti abbiamo regalato? "
" non ve l'ho mai chiesta! Volevo solo che mi calcolaste per una volta nella vostre misere vite! Scommetto che nemmeno a voi piaceva essere chiusi in ufficio per anni e anni! Scommetto che se scomparissi domani ve ne fareste una ragione senza batter ciglia! Useresti la notizia per sfamarvi a vita Scommetto che se non avessi tirato fuori la vostra merdosa scacchiera sarei stato ugualmente un addobbo, ma almeno non mi sareste stati sulle pa-"
L'ennesima spinta fu cruciale.
Cadde all'indietro. Inciampò su se stesso.
Lo spigolo del tavolo fu colpito dalla nuca così di fretta, con così tanta forza. Gli sembrava di aver visto le stelle.
La seconda botta che prese sul pavimento su altrettanto dolorosa, intontendolx completamente.
Le urla di sua madre furono agghiaccianti, come se avesse appena visto un morto. D'istinto mise la mano sul punto colpito. Provò del bagnato. La riportò avanti. Non vedeva niente, solo colori. E quello della sua mano aveva assunto un rosso accesso. Rosso sangue. Suo padre era inorridito da cosa avesse appena combinato, raccolse il figlio fra le sue braccia chiamando il suo nome disperato, portandolo fuori ad aspettare un'ambulanza. Arrivò presto e fu portatx in ospedale, saltando completamente il torneo e molti giorni a scuola.
Tutte le scuse che i genitori continuavano a porgergli erano... Niente. Entravano ed uscivano da un orecchio. Aveva paura di quelli. Paura che una volta tornati a casa avrebbero fatto di peggio. Paura di tornare in gabbia e non farlo mai più uscire, non importavano i mezzi.
A meno che...
Non usasse lo stesso errore contro di loro.
Era sbagliato, lo sapeva, ma cosa doveva fare? Non voleva finirci secco per questi lunatici di merda.
"Lasciatemi in pace e non dirò a nessuno cosa sia successo quel giorno" fu la prima di tante minacce e ricatti.
Allo stesso tempo iniziò a non curarsi più di niente.
Voleva uccidere quell'immagine con cui l'hanno cresciuto.
Voleva rovinarla pur di poterla costruire da capo.
Ma solo lxi era autorizzato a farlo.
Con quel taglio di capelli, con quella tinta, con quel modo di vestire pigro ed orribile.
Voleva solo una cosa: andarsene il più in fretta e cominciare da capo.
Eppure continuava ad essere legato a quelle catene robuste, ad un passo dalla libertà.
" ASAHI? ASAHI MI SENTI?! "
Xlx ragazzx scosse con così tanta forza.
Nononono- non dirgli era arrivato troppo tardi?! Forza, forza! Non poteva essere arrivato tardi! Doveva ancora chiedergli scusa! L'aveva fermato in tempo, no?! Era riuscita a cacciarla - non ha capito come - prima che versasse quell'acqua. Allora perché non rispondeva?!
Tu, Asahi Fujikawa...
Sulla scrivania piena di schermi vi era appoggiata una forbice con accanto dei pezzi di stoffa famigliari neri. La prese per tagliar via il nastro adesivo sulle caviglie ed i polsi.
Si paralizzò alla visione delle gambe.
Cosa... Cos'erano tutti quei segni... Rossi? La pelle in rilievo che formava tante minuscole bollicine scoppiate.
... Sei il più grande stronzo ed ipocrita che ci sia...
Lo stomaco non sopportava quella vista, dovendo mettere la mano davanti alla bocca pur di non cedere alla nausea. Pensava solo "che schifo", prima di riprendersi e sentirsi lxi uno schifo per averlo pensato.
Cosa diamine gli aveva fatto Hana? Da quanto andava avanti tutto questo? Era cosciente durante il processo?
Mille e mila domanda ma non poteva stare lì a risponderle. Aveva altro!
Certo, non avrà avuto le migliori delle relazioni ed in questo periodo lo odiava più del solito. Ma non significava che volesse vederlo in quelle condizioni!
E in momenti come questi mi fai pentire di averti salvato da quella piscina.
Non era vero! Non se ne pentiva!
Si pentiva invece di averglielo detto!
Era solo arrabbiatx, non nella condizione perfetta per esprimersi!
Non lo voleva vedere sotto terra!
Non dopo averlo rivisto finalmente!
Non voleva perdere il suo migliore amico ancora un'altra volta!
Le mani tremavarono nel processo, ma tagliò via quel nastro rinforzato grigio dalle caviglie. Rimanevano i polsi schiacciati dalla schiena. Tentò di girarlx di lato per avere più spazio e, per suo orrore, notò come le braccia fossero ridotte alla stessa maniera. Prima separò i polsi e dopo liberò una delle mani forzate in pugni.
Le dita di una si mossero.
Sbatté gli occhi più volte, incredulx.
Si mossero ancora.
" ... Asahi? "
Bisbigliò con shock.
Posò le forbici mezze aperte per terra e lo aiutò ad alzarsi.
Il corvino avvicinò le mani alla benda per toglierla e permettergli di vedere.
Non appena sentì la faccia venir sfiorata iniziò a tremare.
" NO- "
La mano libera andò a terra come spinta per allontanarsi.
" Asahi- "
" VOGLIO... VIVERE- "
Iniziò a singhiozzare.
" Asahi va tutto bene- "
" STAMMI LONTANO-! "
La mano andò sulla forbice. Afferrò quest'ultima da una delle lame, stretta, così stretta che penetrava la pelle.
" Non voglio- "
" VOGLIO VIVERE! VOGLIO VIVERE VOGLIO VIVERE! "
" A- "
" NONONONONONONO- "
Falla smettere, falla smettere.
Quella voce ripetitiva e fastidiosa.
Non era inutile!
Non era al punto di partenza!
Non ha fatto del male!
Non dovrebbe sparire!
Non doveva morire!
Stategli lontano, non lx avrete mai!
Non lo vedrete mai mortx!
Avrebbe vissuto come promesso!
Avrebbe cercato di andare avanti!
Perché non era una disgrazia!
Fu il capolinea una volta che ebbe le spalle al muro.
La mano tremava, però l'altra era ancora intrappolata per sostenerla.
Respirare era difficile.
Il cuore sarebbe scoppiato da un momento all'altro.
Tutto faceva così male.
Bruciava.
Bruciava così ardamente che senza accorgersi si stava grattando uno dei tanti segni freschi con il pugno.
Bruciava, bruciava bruciava.
Fallo smettere, fallo smettere, fallo smettere!
Lacrime su lacrime irrigarono il viso.
Basta dirgli che doveva sparire...
Basta...
Non era vero...
No...
Si meritava di vivere...
Come ogni altra persona...
Stava solo aspettando di farlo per bene una volta uscitx dalle grinfie dei suoi...
Perché non gli volevano bene.
Perché era un semplice animale da circo per loro.
Un trofeo da sventolare sopra le teste di tutti da quanto bravo fosse.
Se non eccelleva perdeva significato, valore, motivo di esistenza.
" ASAHI- "
Una mano afferrò il polso, portandolo a sbattere contro il muro. L'altra disarmò dall'oggetto appuntito.
" levati- "
" ascoltami. "
" no- nononono- devo vivere-... non farmi male- non mi uccidere- "
" ma cosa- non lo farei mai! "
L'hai fatto.
L'hai appena fatto per l'ultimo tempo cui stava intrappolatx lì dentro!
Perché Hana insisteva così tanto?!
" per favore- per favore...! Non farmi del male! Farò di tutto... Per favore-"
Lascialo stare.
Cercò di liberarsi senza risultati.
La mano teneva il polso attaccato e l'altra era andata sulla spalla. Le gambe erano troppo stanche per calciare via. L'arto libero continuava a prendere a pugni la schiena di chiunque avesse davanti pur di cacciarlo.
" respiro profondi- "
" non voglio- non lo fare- mettila via- "
Le frasi si interrompevano fra un singhiozzo e l'altro, scuotendo la testa come un dannato.
Niente respiro profondi, niente piastra.
Per favore.
Non lo voleva ancora.
Per favore.
" ascoltami "
Non voleva sentirla.
Non voleva nessun "idiota", "stupido".
Non voleva nessun "va tutto bene", " siamo al capolinea".
Continuava a scuotere e tremare.
Scuotere e tremare e colpire.
" non- non- non- "
Le parole si disperdevano nell'aria, producendo solo suoni incomprensibili.
Ci mise un sacco, eppure l'energia iniziò a diminuire.
Si muoveva meno, anche quando non volesse.
Fu allora che provò di nuovo quelle dita in viso. Non poté combatterle stavolta.
Presero la benda e l'abbassarono.
Luce.
Luce di tanti schermi andò a trapassare la pupilla stanca e rossa.
Davanti a loro c'era una sagoma mezza oscurata.
Non di Hana.
Non di un pericolo.
Ma di Axel.
Lo sguardo preoccupato e spaventato lo rese immobile.
Si fissarono così per quelli che sembrarono istanti.
La mente di entrambi vuota.
" ... axel..? "
Era... Lui? Ancora?
Non era un trucco di Hana, vero?
Non era un inganno, vero?
La mano chiusa andò sul viso dell'altro, toccandolo da quanto incredulo fosse.
" sei salvo, è finito "
Continuò a fissarlo.
" lascia che ti aiuti "
Il polso cadde e con entrambe le mani fu delicato a togliere il nastro adesivo finale. Finalmente poteva muovere tutte e dieci le dita.
" va tutto bene, davvero "
Non rispose.
" non ti farò del male "
" promesso..? "
" ... promesso. "
Gli occhi videro tutto sfocato prima di continuare a piangere. Forse più di prima. Forse come non avesse mai fatto prima d'ora. Si buttò fra le sue braccia in cerca di qualche tipo di sicurezza.
" asahi- "
" scusa... "
" perché ti scusi? "
" scusa- scusa- scusa- "
" non hai fatto niente! Smettila! "
" mi spiace- davvero- scusa- scusa- "
" forza, dobbiamo andarcene- "
Strinse di più le braccia attorno all'altrx.
" scusa, scusa, scusa, scusa- "
Tirava sul col naso ogni volta che lo diceva.
Era come se il suo dizionario si fosse disintegrato, lasciando questa come unica risposta adeguata.
Anche se inizialmente stesse protestando a causa della fretta, si dovette lasciar andare e abbracciare.
Fu insicurx nel gesto, alla fine ricambió. Strinse le braccia poco sotto la schiena.
Asahi scavò fra la spalla ed il collo, affondando il viso rovinato. Sporcò il maglione dell'altrx. Non voleva lo vedesse così miserabile.
" scusa- "
" shh, va tutto bene, va tutto bene "
Axel sentiva un senso di deja-vu in quella situazione.
Era simile a tutte quelle volte che doveva consolare la sorellina dopo il dolore causato quando non potesse difenderla.
Supponeva sentisse questo senso di colpa anche qui con Asahi.
Addirittura portò una mano dietro la testa, accarezzandolx.
" scusa, scusa- "
" prendi dei respiri, okay? "
Scosse la testa leggermente.
In quei momenti era impossibile respirare come volesse. Non importava quanto ci provasse.
" ce la puoi fare "
Le braccia sulle spalle lo staccarono dall'abbraccio per dargli più spazio.
Dopo i primi tentativi cedette mettendosi le mani in faccia e singhiozzando più forte di prima. Scelta strinse la presa per supporto.
Alcuni minuti dopo cessarono i lamenti.
Dall'essere la persona più rumorosa divenne più muto di un pesce. Non sapeva cosa dire in queste situazioni. Si sarà pur calmatx ma ancora sentiva quella voce nel fondo della sua testa, non aspettava altro che abbassasse la guardia.
Fu allora che incrociò lo sguardo sugli arti. Vide per la prima volta in che stato erano conciati.
Oh...
Oh.
Facevano... Schifo.
Oltre a bruciare erano così ripugnanti da vedere. Contemporaneamente non riusciva a distaccare lo sguardo. C'era un tale senso di non familiarità, come se non fossero veramente le sue braccia e gambe. E la testa tornò a fare male, e il labbro inferiore a pulsare sporco di sangue, e il palmo rosso dalla lama che avesse tenuto prima stretta.
Solo la presa della mano dell'altrx lo risvegliò da quello stato di trance.
" lo so che stai provando tante cose ma, uhm, dobbiamo uscire da qui, okay? "
Si alzò dopo avergli detto ciò.
A sua volta Axel barcollava, le gambe tremavano ma l'equilibrio c'era.
Dov'era "qui" precisamente?
Una stanza piena di schermi su una scrivania e sedia, proprio come in quei film americani. I cassetti erano mezzi aperti, alcuni vuoti altri no. Sulla superficie, oltre a mouse e tastiera, c'erano una miriade di fogli e la cornice di una fotografia. Al lato vicino alla porta vi era un altro tavolo, quale era un disastro: ciottoli di vasi, vetri, chiazze piene di liquidi, c'era anche un contenitore di provette famigliare, fucsia. Era Amenoseo quello? Dove erano finiti? In una sorta di laboratorio misto a stanza di controllo? Dove si trovava questo luogo nella scuola?!
In un angolo, invece, incrociò finalmente due cose famigliari e di sua appartenenza: la maglietta ed il giubbotto scuri. La realizzazione di trovarsi mezzo nudo davanti a qualcuno lo colpì malamente, sentendo il bisogno di vestirsi più che mai e nascondere quei brutti segni. Cercò di alzarsi e mantenersi in piedi, eppure Axel dovette afferrarlo in tempo pur di non cadere faccia a terra. Prese il braccio e lo avvolse dietro il collo per supporto. Indossò solo la giacca, essendo che la maglietta fosse troppo stretta sulle maniche ed avrebbe fatto solo più male. Il freddo di quest'ultima portava un senso di sollievo misto a brividi.
Ora il problema stava nel trovarsi dei pantaloni.
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Il respiro profondo che prese tentava di scaricare tutta l'ansia che aveva in corpo. Ne avevano parlato per... Non lo sa, 20 minuti? Forse dovevano farlo di più? Forse di meno? C'era il rischio che l'infenzione peggiorasse da un momento all'altro! Febbre era già un segno grave, ma forse con dei antibiotici potevano salvarla? Dovevano trovarli prima. Era ora o mai.
Prima di prendere il suo e-handbook mise una chiavetta usb dentro una delle tasche dei pantaloni di Koharu. Una chiavetta che deciderà lei se vederla o meno. Sumire le aveva solo dato una possibilità quando si sarà svegliata.
Rimase a guardarla per qualche istante. Anche se il mantello di Naomi coprisse maggior parte del suo corpicino, tremava come una foglia nei più forti dei venti. Non apriva gli occhi, la smorfia di dolore continuava a persistere e bisbigliava cose insensate di volta in volta. Una mano sulla sua fronte potè confermare che la febbre non era affatto scesa. E la ferita... Non voleva nemmeno vederla. L'era bastata la prima volta.
" resisti... "
Le fu naturale dire portando una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Le... Dispiaceva. Soprattutto dopo quell'abbraccio che l'avesse dato. L'aveva rammollita così facilmente.
" psh, sumire! Non abbiamo tempo! "
Le ricordò Hyosuke, attaccato ad una delle pareti.
Si sveglió e scrisse finalmente il messaggio.
Sumire Hamasaki:
" Hisa, una volta fuori dall'impianto di ventilazione ti dovresti trovare vicino alla porta, c'è una sedia. Levala per liberarci prima che Shiori torni "
Inviato: 17:02
Lasciò l'ennesimo respiro di scarico. Pregava avrebbe funzionato.
Pregava tutto andasse per il meglio.
Riusciva a vedere Hyosuke rovinarsi i capelli dall'ansia. Come dargli torto dopotutto. Nemmeno Naomi riusciva a scandire una parola dalla tensione. Airi... Airi era rimasta fra lei e l'attore.
Potevano solo sperare che avrebbe colto la trappola in fragrante.
Passarono minuti in silenzio.
Finché dei passi rimbombarono svelti e pesanti.
Era arrivata.
Shiori era arrivata.
Ed Hisa non era fuori dall'altra parte.
Si sentì dell'esitazione nel silenzio successivo, sicuri che fosse proprio davanti alla porta. Era confusa o contenta che non fosse già aperta?
Sumire buttò la saliva.
La sedia fu lanciata via e la porta si spalancó.
Era arrivata.
Shiori era arrivata.
I suoi capelli era rovinati e scompigliati, come una pazza.
La sua smorfia dimostrava rabbia, come una pazza.
L'indice sul grilletto della pistola, come una pazza.
Nessuno osò muoversi per quei istanti, facendo due passi dentro la stanza.
" oh no, oh god, we failed! We're done for! I told my mother I should have become a Catholic and not stick with monarchs! Oh god, oh god, oh god- "
Naomi si alzò da quanta energia scorreva nelle sue vene. Che fare?! Che fare?! Si paralizzò di nuovo una volta che il ferro fu puntato contro.
Un altro passo in avanti.
Hyosuke non poté contenersi da un piccolo grido.
Leva quell'indice, leva quella pistola!
La giornalista tentò di prendere parola.
" Shiori, ascoltami- "
" mh... "
" per favore, lasciaci andare! "
" zitti, zitti, zitti! "
Si diede due manate al lato del viso dalla frustrazione, mentre il braccio opposto tremava senza sosta.
" Koharu è malata- "
" grr..! "
" porta fuori almeno lei, medicala! "
" tacete, tacete, tacete! "
La pistola ora puntava contro la castana. Sudore freddo scese per la sua schiena. Si paralizzò. Non riusciva a tirar fuori altre parole. Il terrore che potrebbe premere il grilletto da un momento all'altro la pietrificava. Che idea di merda! Perché l'aveva pensata I'm primo luogo?!
Qualcuno da dietro colpì il braccio della medium, facendo volare la pistola via dalle sue mani verso l'altra parte della stanza. Shiori d'istinto lanciò un urlo dal dolore e sorpresa. Si girò tenendo il gomito stretto.
Hisa..?!
Perché era lì?!
Non dirle che... Era una trappola?!
Nessuno era mai uscito da lì?!
Scattò verso l'arma ma Hisa fu più veloce a saltarle dietro le spalle e tirarla verso l'altra direzione.
Apparte loro due nessun altro si mosse dallo shock.
Akihisa strinse le braccia attorno al collo della corvina per più tenuta e l'altra continuava a tirare pugni su di essi pure di liberarsi. Non funzionò. Fece alcuni passi indietro e fece colpire Hisa verso uno dei tavoli.
" ah..! "
Entrambi caddero all'indietro e l'altra si alzò subito verso la pistola.
" sumire-! "
La chiamò. La castana realizzò la situazione e finalmente corse verso quella dannata pistola.
Una delle due.
Una delle due l'avrebbe presa.
Una delle due stava per avere il coltello dalla parte del manico.
Una delle due stava per ribaltare la situazione completamente.
Entrambe la presero.
Strinsero la presa. Sumire dalla parte del grilletto mentre Shiori dalla bocca da fuoco. Riuscì a tenerle testa nonostante le sue ferite, tuttavia sapeva che non sarebbe stato per molto.
Akihisa si buttò di nuovo sull'altra per indebolirla ma finì per buttar giù pure l'amica. Erano praticamente in tre a lottare per un'arma. Due contro uno. Nonostante tutto Shiori non si faceva domare.
" k-koharu, cazzo! Hyo! "
Chiamò il cartomante il regista per dargli segno di uscire da lì con la badante il prima possibile.
" LEVATEVI-! ANDATEVENE-! "
Continuava ad urlare l'altra.
Esitò inizialmente ma il biondo riuscì a trovare coraggio e prese Koharu sulle sue spalle, un po' debolucce, correndo fuori quanto più potesse. Airi lo seguì.
Sumire riuscì a prendere fra le mani la pistola, distaccandosi ed alzandosi dal pavimento.
Aveva il fiatone. Un fiatone così enorme e pesante. L'ultima volta che avesse provato una pressione così immensa era l'ultimo viaggio all'ospedale. Le spalle si muovevano su e giù mentre la teneva puntata contro la medium. Il sudore sulla fronte si raccimolava in gocce sempre più enormi.
C'era riuscita però! Aveva la pistola! Erano liberi! Ora potevano uscire!
Akihisa era rimasto sopra l'altra, intrappolando un braccio con entrambi i suoi. Come ella e Shiori, aveva un tal fiatone che rendeva impossibile chiudere la bocca.
" o-ora... "
Tentò di dire qualcosa la castana.
Fallì, dovendosi ancora riprendere dall'impatto.
Due respiri.
Inspira ed espira.
Inspira ed espira.
Era finito.
Calmati.
Era finito.
Va tutto bene.
" AAAAAAAAA- "
Shiori si alzò d'un tratto, usando tutta la grinta che avesse dentro di sé. Hisa volò via come un accessorio insulso. Shiori si catapultò sull'altra facendola cadere a terra tutta d'un pezzo sulla sua schiena.
La schiena bruciava.
I polmoni bruciavano.
Il cuore stava per scoppiarle in gola.
I suoi organi sembravano esser stati mischiati fra di loro.
Sembrava di esser tornata al giorno dell'esplosione.
Il colpo l'aveva sia intontita che indebolita.
Fu facile strapparle la pistola dalle sue grinfie.
" sumire! "
Hisa la chiamò preoccupato dalle sue condizioni.
" h-h... "
Le parole si bloccavano in bocca.
Shiori si alzò di nuovo da terra, questa volta lo sguardo più furioso che mai.
E lei poteva solo stare lì, per terra, senza potere muovere.
" voi..! Voi tutti-! Volete lasciarmi in pace?! "
L'ennesima lamentela e l'ennesimo colpo alla testa.
I piedi tremavano
Le gambe tremavano.
Le braccia tremavano.
Le mani tremavano.
La pistola tremava.
Per sbaglio oppure di proposito, un proiettile era destinato ad essere sparato da un momento e l'altro.
Bam!
" eat this! "
Una sedia la colpì sulla schiena e capo.
Dal nulla.
Cadde a terra esausta e la sedia la bloccò dal rialzarsi.
Ancora una volta la pistola cadde ai loro piedi. Akihisa seguì con lo guardo il colpevole dietro questo gesto.
Naomi si trovava la davanti strofinandosi i guanti per togliere della possibile polvere.
... Aveva seriamente tirato la sedia?
Era in debito con lui? Davvero?
" no need to thank me, dear "
L'attore abbassò lo sguardo verso la giornalista, la quale era ugualmente sorpresa dalla notizia.
" 'no need' it's for courtesy. You should definitely thank me now "
Sumire non rispose.
" ANDATEVENE- LASCIATEMI STARE! "
Il piccolo momento di gloria fu interrotto dalla colpevole, ora con le mani nei capelli che continuavano a scompigliarsi senza alcuna sosta.
Hisa rimase a fissarla preoccupatx.
Rimaneva comunque Shiori quella.
Emozioni contrastanti lo pervasero.
Proprio come con Dae-jung.
" well, you heard the lady "
Naomi lo svegliò prima ancora di soccombere allo stesso treno di pensieri senza fine.
" can you stand up? "
La giornalista fece di no con la testa.
" ti aiut- "
" fear not dear, for I, Naomi Sawyer, remain your fellow knight even after our terrible fight. Honor comes always first! "
Passò un braccio sotto le ginocchia e l'altro sulle spalle, cercando di essere delicato data sensibilità di Sumire. Una smorfia di dolore comparve ugualmente sul suo viso.
Piano piano la tirò su in un abbraccio a stile di sposa. Una volta che trovò l'equilibrio guardò Akihisa con un piccolo sorriso.
" c'mon, dobbiamo sbrigarci prima che si rialzi. Prendi la pistola e chiudi la porta con quella sedia "
" ... certo "
Forse era una sorta d'istinto, forse era la situazione che lo turba va di per sé, ma non si fidava né di lasciare Shiori da sola, isolata, né Sumire in compagnia di quello lì. Si dovette costringere a scegliere una delle due opzioni, con ormai l'altro albino che si incamminava verso l'infermieria.
" ... verrò a visitarti, te lo prometto "
Borbottò alla corvina per terra.
" ma ora è meglio se stai lì, senza fare male a nessuno "
Aggiunse, chiudendo la porta alle spalle.
Quando Shiori realizzò di aver fallito, si coprì la faccia dall'umiliazione e frustrazione.
___________________________
" antibiotici, antibiotici, antibiotici... "
Airi continuava a borbottare il farmaco nella speranza di trovarlo.
Ora Koharu si trovava sdraiata su uno dei lettini dell'infermieria, quello più lontano dalla porta. Le lenzuola la coprivano fino alle spalle, il mantello di Naomi poco sopra di ella per darle più calore. Hyosuke era seduta al suo fianco mentre continuava a misurare la sua temperatura nella speranza che scendesse.
Erano lì da un bel po' di minuti.
Non sapevano cosa fosse successo agli altri tre, anzi, era talmente in panico nel dover trovare una cura che non registravano metà delle cose che li circondavano.
" aaaah- come sono degli antibiotici, diamine! "
Esclamò Airi buttando via l'ennesima scatola di pillole per terra dal nervoso. Si grattò la testa mentre si malediceva nel non ricordarsi una cosa basilare come questa! Siamo sicuri che c'erano veramente dei antibiotici per queste evenienze?!
... Certo, ci dovevano essere.
Perché? Perché Hana li aveva dati ad Asahi quando era stato attaccato in piscina. Dovevano esserci qui!
Altrimenti sarebbe morta!
A... A meno che...
A meno che non glieli rubasse.
Aveva tempo per farlo se fosse ancora intrappolato. Ora o mai più.
" a-airi..? "
La voce spaventata dell'altro biondo attirò la sua attenzione. Occhi spalancati e bocca neutrale.
" sì? "
" ... Andrà tutto bene, ne sono sicuro "
Le spalle si sciolsero leggermente quelle parole. Neanche si era accorta del suo corpo rigido. Perché lo disse dal nulla?
" sei... Tesa "
Fece notare, anche se era ovvio. Per tesa non intendeva il semplice panico provato in quel momento, ma i pensieri negativi che si susseguivano. Hyosuke li conosceva fin troppo bene. Quei pensieri che pensi ti appartengono anche se non vorresti averli. Quei pensieri che ti spingono a fare cose estreme. Airi, in quel momento, stava cadendo sotto l'influenza di essi per l'ennesima volta. Doveva fermarla prima che potesse peggiorare la situazione.
" koharu si sveglierai, vedrai "
Non lo degnò di una risposta, fissando la porta d'uscita. Era tentata. Era così, ma così tentata di fare l'ennesima cosa sbagliata. Ormai delle conseguenze poco le importava.
" so che ci tieni a lei... lo capisco "
Ora guardò verso il basso. I pugni si strinsero così tanto che le unghie affondavano nella carne.
Antibiotici.
Doveva trovarli senza se e senza ma.
La porta si spalancó. Ad entrare furono il resto del gruppo: Akihisa, Naomi e Sumire. Akihisa teneva in mano la pistola mentre Naomi Sumire fra le sue braccia. Cosa era successo?
" would you rather lay down? "
" fammi sedere..."
Anche se tremante, la voce era più chiara da poco dopo l'impatto ricevuto. Naomi annuì e la appoggiò sull'altro lettino libero. Un colpo di tosse si susseguì da parte della castana, mentre Hisa si sedette vicino ad ella.
" quali sono gli antibiotici? "
Chiese ferma la sarta.
" arancioni, tappo bianco "
Spiegò breve l'altra prima di tornare a tossire.
" vuoi un bicchiere d'acqua? "
Chiese dunque l'altrx, preoccupato per la sua salute e notando con la coda dell'occhio una bottiglia mezza piena.
Annuì e gliela passò prima di mandar giù gran parte del liquido contenuto. Tirò un sospiro di sollievo prima di dire:
" dio santo che male, poteva andarci più piano "
" l'importante è che tu stia bene adesso "
" suppongo di sì... Però le bende... "
Doveva cambiarle?
Controllare che fossero pulite?
Da sola non ci sarebbe mai riuscita ed ora, nonostante il dolore, non ne aveva proprio le energie.
" koharu? How is she? "
Chiese Naomi guardando Hyo.
" stessa di prima, più volte ha cercato di dire qualcosa ma torna sempre a dormire "
Fu diretto, ancora teso.
L'atmosfera era tesa.
Cosa avrebbero dovuto fare adesso? Dopo quello che è successo?
... Akihisa notò qualcosa di strano.
" ma se Koharu è in quel letto... E noi siamo in questo... Ed in infermieria ci sono solo due lettini... "
... Che fine ha fatto Axel?!
Come avevano fatto a farsi sfuggire questo dettaglio?!
Ancora una volta la porta di spalancó.
Chi entrò? Proprio il ragazzx che stavano cercando, seguito da Asahi con addosso la solita giacca chiusa fino al collo e delle tute di color grigio. Aveva un'aura molto più... Esausta. Ma quello si leggeva sul volto di tutti quanti.
Akihisa saltò giù dal lettino.
" Axel! Sei sveglio?! "
Anche il creatore di effetti speciali fu sorpresx nel vedere tutti lì dentro.
" ... a quanto pare? "
" oh cielo, come ti senti?
Fece una piccola pausa.
" stanco... Non mi va di parlarne "
Lanciò un'occhiata ad Asahi, il quale guardava verso il basso senza proferire parola. Certe volte grattava parte del collo.
Il silenzio fu molto imbarazzante e teso.
Tutti sapevano che c'era qualcosa che non andava, tuttavia nessuno sembrava voler effettivamente parlarne. Tutti erano stanchi, tutti volevano farla finita, tutti volevano essere altrove e non qui dentro. Eppure di questo passo nessuno saprebbe niente ed il gruppo rimarrebbe separato proprio come gli altri giorni.
Airi si pose davanti al giocatore di scacchi, allungando la mano.
" dammi quei antibiotici "
Asahi alzò lo la testa.
La fissò.
Mille emozioni passarono dentro di sé.
Con quel cazzo di audacia aveva le palle di parlargli dopo quello che era successo poche ore fa?
Se sguardi potessero uccidere Airi sarebbe stata cenere.
Dopo quella mazzata in testa pensava seriamente che l'avrebbe ascoltata?!
Voleva... Voleva farle così tante cose.
Tutte che si concludevano in vederla soffrire tanto quanto lui, se non peggio.
Oh quanto la voleva vedere strisciare.
Oh quanto la voleva sentire urlare.
Strinse i pugni dentro le tasche della giacca.
Aveva così tante cose da dirle in faccia.
Aveva così tanti insulti da tirarle.
Ma erano davanti a tutti e col diavolo che avrebbe spifferato dove fosse stato fino a pochi minuti fa.
E la stanchezza e l'esaurimento che gli aveva procurato lo rendevano solo ancor più distrutto per fare altro.
La fissò.
Senza dire niente.
Lo capirà da sola.
" asahi... "
Lo capirà da sola, no?
Tutti li guardarono tesi.
" sono per Koharu, okay?! Sta morendo proprio in questo istante e necessita di cure immediate! Quindi dammi quelle cazzo di pillole, okay?! "
Il resto fu colto di sorpresa nel cambiamento di tono della bionda, persino Asahi. Anche se nei gesti, a parole non l'aveva mai vista così aggressiva. La temeva quasi.
" ... che le hai fatto? "
" niente! La sua ferita si è infettata ed ora ha la febbre! Quindi sbrigati! Ti possiamo spiegare anche tutto dopo ma prima dacci quelle cazzo di medicine! "
...
Non se lo fece dire due volte.
Per quanto avrebbe voluto farle un dito medio in faccia e sputare addosso, la preoccupazione iniziò ad accelerare il suo cuore.
Koharu stava per morire?
Koharu...
Dov'era Koharu?
Si spostò e la vide. Lì, sdraiata suo lettino in condizioni penose. Le gambe già tremavano a causa delle ustioni, ora assomigliavano più a gelatina mentre si avvicinava.
" koharu..? "
Perché... Perché è successo?!
Cosa era successo?! Dove proveniva quell'infezione?!
Non dirgli che...
No...
Era la ferita che Valeria le aveva riaperto?
La stessa ferita che si provocò dopo aver istigato Hana pur di salvarlo dalla piscina?
Dalla tasca della giacca tirò fuori il contenitore.
Lo diede a Hyosuke, sempre meglio che ad Airi.
Si sedette su uno sgabello lì vicino, testa bassa.
Era stancx, era troppo stancx per tutto ciò. Ed ora l'unica persona che gli importava qui dentro stava per morire per colpa sua mentre... Mentre passava altre pene dell'inferno?
" m-mi devo sedere pure io... Non mi son ripresx affatto "
Il creatore di effetti speciali si resse sulla ringhiera del letto, trascinandosi e sedendosi vicino a Sumire grazie all'aiuto di Akihisa. Aveva mal di testa ed i muscoli indolenziti, oltretutto stanchezza e... In generale la sensazione di essere uno schifo. Sarà pur stato in grado di trascinare qualcuno fin qui, ma il serbatoio d'energia era ristrettissimo.
" dovremmo spiegarti tante cose mi sa "
Affermò Akihisa a braccia conserte.
Hyosuke aveva dato da bere un di quelle pillole a Koharu nel mentre.
Iniziarono da cosa successe dopo il processo. Lo trovarono svenuto per terra e l'hanno portato in infermieria pensando fosse solamente stanco. La mattina dopo, ossia ieri, Hana li informò della situazione e l'ebbe tenuto sotto controllo nonostante negassero il suo aiuto. Nuove zone si erano sbloccate e... Successe quel che successe oggi con Shiori.
" e dove sta adesso? "
" nella sala giochi. L'abbiamo dovuta rinchiudere lì per ora... "
Guardò in basso leggermente triste xlx cartomante.
" e la schiena? "
Si girò verso Sumire.
" è okay... No, scherzavo, fa male, ma meno di prima "
D'istinto la ragazza appoggiò la testa sulla spalla dell'altro.
" però siam felici che ti sia risvegliato. Ci hai fatto seriamente preoccupare e- abbiamo già perso troppe persone- e- "
Alzò gli occhi verso l'altro. Fu lì che notò qualcosa di nuovo. Un accessorio nuovo. Un orecchino pendente con una piuma nera. I suoi occhi divennero lucidi solo ad immaginarsi la scena. Svegliarsi tutto da solo, nessuna anima viva attorno, sentirsi confusi e trovare quel bigliettino...
" per favore non iniziare a fare la depressa che con questa atmosfera non aiuta "
Mise l'albinx una mano in faccia.
" e tu Asahi... Va tutto bene? "
I muscoli del giocatore di scacchi si irrigidirono talmente in fretta che si fece del male da solo. Soprattutto per Venom. Ancora- non voleva sentirla- non voleva sentire quel nome mai più-!
Non gli dirà cosa sia realmente accaduto, manco per sogno! Ci mancherebbe solo che avessero un'altra presa in giro.
Gli fece strano che nessuno portò a galla l'argomento più e più volte
" è stato il primo a trovarmi. È arrivato in infermieria e siamo andati a cercarvi. Basta. Non fate altre domande"
Rispose il ragazzo dagli occhi eterocromatici questa volta. Asahi fu confuso ma grato.
Tutti annuirono, lasciando stare l'argomento prestissimo. Nessuna obiezione. Perché? Perché sapevano cosa le loro orecchie avevan sentito. Asahi invece non sembrava far lo stesso, e forse era meglio così.
Le labbra di Hisa lasciarono un enorme respiro, stancx.
" ... Come usciamo da qui? "
" huh? "
Sumire lo guardò male.
" ci servirà un piano, no? "
" cioè- ma di che parli? "
" volete o non volete uscire da questa fogna? Ci serve un punto di partenza! "
" e come pensi di andartene da qui? Volando? "
" ci sarà un modo! "
" ci abbiamo già provato Hisa, non importa cos'altro facciamo. Siamo bloccati qui! "
" ohoh quindi preferisci arrenderti? Davvero Sumire? Tu, che sei sempre piena di determinazione, ti arrendi a questo stupido gioco? "
" non è 'uno stupido gioco', è una tortura psicologica- "
" ragion in più per andarcene! "
" non possiamo andarcene! "
" invece sì! Dobbiamo solo esplorare! "
" e con chi?! Ti ricordo che fra noi c'è già una Shini Goro ed altri ancora! "
" 'E STI CAZZI' CE LO VOGLIAMO AGGIUNGERE, EH?! "
Il tono altissimo fece prendere uno spavento a tutti, Hisa stesso.
" hai sentito cosa ha detto Airi: sono innocenti! Sono anche loro in trappola! Se non lo fossero potrebbero andarsene da qui quando cazzo gli pare e piaccia! "
" sono anche la ragione- "
" SONO ANCHE DEI RAGAZZI COME NOI CAZZO! TUTTI QUI DENTRO HANNO A MALAPENA 16-17 ANNI, TE INCLUSA! "
Senza offesa Shiori, anche tu conti nel gruppo.
Sumire fu ad una perdita di parole.
Da quando Hisa era così determinato e magnanimo e compresivo?
Da quando era lei quella a buttare la spugna prima di tutti?
" sono stanco- tutti noi qui dentro lo siamo-! Shini Goro o meno, non vogliamo star qui! Altrimenti Dae-jung ed Izumi non avrebbero fatto ciò che hanno fatto! Altrimenti Subaru non sarebbe morto! "
Strinse le mani in dei pugni.
" se continuiamo con questa caccia nessuno si salverà! Insomma guarda me! Ho una mano mezza rotta ed una cicatrice in fronte! Guarda te! Hai la schiena bruciata! Guarda altri come Axel che si è appena risvegliato dopo esser stato drogato contro la sua volontà! Asahi menato per qualsiasi cazzata che facesse! Koharu con un'infezione! Naomi con la mano fasciata! Airi che si è quasi ammazzata! Lo volete capire o no che stiamo scendendo sempre più in fondo?! Siamo un fottuto disastro perché continuiamo a cedere ai stupidi giochi mentali di quella lì! E- e anche del biondino di merda! Vogliamo davvero continuare a dare una faccia a qualcosa che nemmeno siam sicuri che esista?! "
Il cuore batteva a mille.
" se continuiamo di questo passo saremmo tutti morti! Ne ho le palle piene di tutto ciò, okay?! Dobbiamo- dobbiamo cercare di collaborare per una cristo di volta! "
Prese un altro respiro profondo.
" NON LASCERÒ CHE ALTRA GENTE MUOIA! "
Era il suo volere.
La sua rabbia.
La sua paura.
La sua speranza.
La speranza di tutti loro.
Di Dae-jung.
Anche se mai prima di quel momento si sarebbe sognato di dire questa cosa del genere.
Possiamo mettere questa storia dei shini goro qui dentro come cattivi da parte? Per favore?
Tutti avevano ascoltato ma nessuno rispose. O almeno, non per i primi secondi. L'atmosfera era strana. Sia in un senso negativo che positivo. Aveva tirato fuori quello che teneva dentro da prima. Aveva fatto sentire agli altri qualcosa che non avrebbero mai avuto il coraggio di dire. Ci era proprio voluta. Come un martello che ruppe le lastre di ghiaccio che li dividevano sempre di più.
" ... Dobbiamo comunque essere sicuri per la nostra incolumità "
Aprì nuovamente la bocca Sumire.
" non so cosa tu voglia fare, ma inizieremo queste suddette esplorazioni domani. Ormai è ora di cena. Però ho un'idea per la notte "
Schiarì la voce.
" nessuno dormirà da solo, dovremmo sorvegliarci e guardarci le spalle costantemente. Propongo di dormire in coppie o a trii in stanze vicine "
" ... sì, è un inizio "
Annuì convintx xlx cartomante.
Axel li seguì con un cenno di testa. Stessa cosa per il resto di tutti loro.
Le coppie quindi si son divise così: Akihisa e Sumire, Hyosuke e Naomi, Asahi avrebbe portato Koharu in camera sua, questo lasciava solo Airi ed Axel...
" ... voglio dormire da sola "
Constatò semplicemente.
" non hai sentito cosa abbiamo appena detto? "
" lo so! Però- uhm- "
Esitò.
" non credete che Hana si insospettirebbe? Io con qualcun altro e- e Axel potrebbe essere in pericolo se mi sta vicino una volta che l'ha capito- "
Tutti la squadrarono, capendo parzialmente.
Sumire fece per protestare ma l'interessato la fermò.
" per me va bene "
" allora Axel starà con noi due, okay? "
Propose Hisa.
Tutti annuirono.
Era deciso.
Per quella notte sarebbe andata così.
" aspettate, cosa facciamo con la pistola? "
Chiese dunque il regista.
" forse- "
Le parole di Hisa si interruppero a metà una volta che vide dello spazio vuoto sul cassetto in cui l'aveva riposta... Vicino alla porta.
Haruki e Hana son riusciti a riprendersela senza troppi problemi.
Diamine.
Nessuno ebbe molto appetito dopo tutta quella vagonata di emozioni. Si filarono subito a letto. Naturalmente aiutarono a trasportare Koharu e sdraiarla sul suo letto, con ora la fronte che non bolliva troppo. Misero pure un panno bagnato gelido sulla sua fronte per abbassare ulteriormente.
Quella giornata era da dimenticare.
___________________________
Ora era tempo di tornare alle loro camere. Sarà stato più presto del solito, ma questo a Sumire poco importava se poteva essere sincera. Soprattutto dopo quello che è successo. Le mancava già il conforto che un semplice materasso lì dentro riusciva a darle. Non che sia stato molto. Anche se non fosse di sua appartenenza ma di Akihisa, il quale attualmente stava in bagno mentre si finiva di fare una doccia.
Sdraiata su di esso a pancia in giù per ovvie ragioni, vestiva del suo fidato pigiama, ossia la gigante t-shirt bianca ma con dei pantaloncini neri sotto. Non faceva molto in quella posizione. Muoversi era sconsigliato soprattutto adesso che aveva cambiato le bende e trovato la posizione meno dolorosa in cui stare e possibilmente dormire, sempre se ci sarebbe riuscita.
Guardava attorno la stanza.
Axel era andato in camera sua a recuperare il suo di pigiama, Hisa in doccia, ed un macello di coperte e cuscini per terra vicino al letto. Dormire in tre su di esso non sembrava proprio le migliori delle idee, il massimo di persone cui stava lì eran due senza darsi calci e schiaffi involontari. Dunque uno di loro si doveva sacrificare e quella non era sicuramente lei. Insomma, come si sarebbe alzata la mattina? E poi aveva la giustifica della schiena. Se la contendevano Axel e Hisa. Anche qui, Axel aveva la giustifica di essersi risvegliato dopo tante ore spese fermo. L'ultima cosa che voleva era un mal di schiena oltre ai muscoli arrugginiti.
Faceva ridere che in camera sua il proprietario doveva lasciare il suo letto agli ospiti. Un po' l'aveva irritato, ma dall'altra parte pure comprensivx.
Naturale fu ricordare passo per passo i frammenti di quella eterna giornata che ora poteva finire.
Era partita da un semplice risveglio.
C'è stato quel discorsetto con Asahi.
Shiori che la minaccia e rinchiude insieme ad altri. Il regalino di Hana...
Oh.
Ora che ci pensava.
Che fine aveva fatto quella fiala di Amenoseo vicino al biglietto? Se l'erano dimenticati lì dentro? Mh...
...
Davvero suo padre l'ha fatto? Dopo tutti questi anni spesi all'organizzazione, dopo aver dedicato la sua intera vita - anche di Sumire per molti tratti - se ne andato... Così? Mentre lei era ancora qui dentro?
Il cuore si strinse ed affondò la testa sul cuscino.
E se... Fosse stata colpa sua?
Tutto era iniziato andars a rotoli già tempo fa con quell'attacco. Non l'ebbe sentito per mesi e quando è ricomparso gli ha schiaffato in faccia una delle sue più grandi vittorie.
E se... Fosse stata lei la causa?
Se non avesse fatto niente, sarebbe ancora vivo? Magari se non avesse mai cercato di essere una Ultimate sarebbero rimasti una famiglia normale? Magari dopo quell'incidente sarebbe tornato da ella e scuserebbe?
Qualsiasi risposta sia, ora non aveva più la possibilità di confermare. Rimarrà con quel pensiero in testa per sempre.
Il pensiero che le cose potrebbero essere andate molto più diversamente.
Cosa avrebbe dovuto provare in questo momento? Rabbia, tristezza, addirittura gioia? Hisa avrà pure cercato di consolarla, eppure un evento del genere non passa mica dopo aver versato alcune lacrime. Niente passa piangendo. Lo sapeva. Allora perché nuove lacrime si formavano anche adesso?
... Perché l'ha fatto?
Era... Era così sbagliata?
Se non fosse nata malata, non avrebbe speso così tante ore all'ospedale a visitarla, non avrebbe litigato troppo con sua madre perché era gelosa di tutte le attenzioni che le aveva sottratto, non avrebbe adottato un ragazzino ambiguo qualsiasi solo per farla stare meglio.
Se non avesse voluto diventare Ultimate, non avrebbero mai litigato, non l'avrebbe mai denigrata di ogni sua incapacità, non sarebbe mai stata cacciata, non sarebbe tornata a casa scovando la scena del crimine.
Se quello non sarebbe accaduto, non sarebbe corsa dalla polizia, suo padre non sarebbe sparito nel nulla, non sarebbe abbandonata a se stessa inseguita da delle rotture di scatole, non avrebbe voluto diventare una di esse.
Se non avrebbe voluto accettare il titolo non sarebbe qui dentro in uno stupido killing game, non avrebbe visto così tante persone affezionarsi e morire, non sarebbe ferita gravemente nel processo, e soprattutto suo padre non sarebbe morto lasciandola a questo mondo in queste condizioni.
Forse se non fosse nata...
La porta del bagno si aprì, rivelando l'albino già vestito col suo di pigiama mentre si asciugava i capelli con un asciugamano. Si spaventò dal rumore e lo guardò scioccata.
" cosa? "
Vi fu un attimo di silenzio.
"... oddio ti arrivano quasi alle spalle i capelli "
Hisa socchiuse gli occhi guardandola male.
" pensavi seriamente che fossero alzati di loro spontanea volontà? "
" no però nemmeno pensavo potessi essere un modello per pantene "
Ridò palesemente ironicx.
" spiritosa, domani li sistemo non ti preoccupare "
" aw, secondo me dovresti farti il ciuffo alla emo, ti starebbe bene "
" scordatelo, e poi emo col bianco? "
Fece notare con sguardo serio.
" non lo so, vado a prendere dell'inchiostro per colorare? "
" a stento riesci ad alzarti da lì "
Fece una piccola pausa, prima che un sorriso da sfotto apparve.
" e poi mica mi voglio rovinare la tinta! Sai quanto brutto sarebbe il nero se vorrò farmi biondo platino. O rosa pastello? Come faranno gli altri a capire che non sono come altre ragazze? "
Prese in giro portando una ciocca dietro l'orecchio e portando le pupille in alto.
Sumire gli tirò un cuscino in faccia.
" ah ah ah come sei divertente "
" aw, sorry, could I fare le tue unghie in cambio? Le preferisci nere emo o ROSA FLUORESCENTE? "
Scandì le ultime parole prima di ridacchiare e sdraiarsi affiancò ad ella a pancia in su, mani che soreggevano la chioma mezza bagnata per non inumidire pure la stoffa sottostante.
" perché non lo lasci decidere alle tue carte? "
" vorrei... se non fosse che le ho perse da un sacco ormai "
" oh... "
" già "
Fu silenzio allora.
Entrambi sapevano quanto ci tenesse a quel mazzo per un motivo o l'altro. Eppure Hisa sembrava così... Disinteressato al riguardo?
" spero solo mio padre non si arrabbi. Erano un regalo di compleanno "
" non sei furioso? "
" sì, non si vede? "
Fece di no con la testa.
" mi sarei aspettata qualche insulto. Questo è inusuale. Sicuro che Koharu non ti abbia attaccato la febbre? "
Scrollò le spalle.
" ... Forse perché mi fa imbestialire su un altro livello. Più che altro sono arrabbiatx con me per aver perso qualcosa di così importante senza avergli potuto dire addio "
Guardò verso il basso con aria triste e delusa. Sumire avvicinò una mano al gomito vicino.
" comunque oggi sei stato fantastico con quel discorso, sai? "
Fu preso alla sprovvista da quelle parole. Più che altro sul motivo dietro di esse.
" uh... grazie? "
" ci voleva proprio. È stato figo "
" forse koharu ha attaccato la febbre pure a te "
Non c'erano altre spiegazioni dietro questo tono tenero improvviso dopo gli scherzzetti.
Sumire ridacchiò.
" sono seria, hai alleggerito l'ambiente per un minimo. Ed è stato abbastanza "
" davvero? Ora che ci penso mi sembrava la cosa più imbarazzante al mondo da fare "
" non lo era, davvero "
Cercò di raggiungere per la sua mano. Quando Hisa lo capì le facilitò il movimento togliendo un palmo da sotto la testa.
" sei figo così, mi piaci "
" sumire ti voglio fermare qui perché questa sta sembrando una dichiarazione d'amore ed è l'ultima delle cose che voglio nella vita in generale, figurati qua dentro "
Gli tirò un pizzicotto sul braccio.
" ahia-! E dovresti essere te quella delicata?! "
" solo quando si tratta di dormire sul tuo letto "
Disse con punta di sarcasmo.
" e no, non è una confessione d'amore ma la verità. Hai detto la cosa giusta al momento giusto, anche secondo i miei gusti critici "
Accarezzò lo stesso punto cui aveva fatto male.
" dico solo che, forse, mi hai dato un po' di quella speranza che avevo perso dopo gli avvenimenti di qualche giorno fa. Te ne sono grata. Se serve qualcosa, basta solo dirmelo, intensi? E domani voglio essere io quella ad investigare comunque "
Unì le labbra insieme con sfacciataggine.
Un piccolo sorriso scappò da Hisa.
" ne son felice allora, spero solo che tutti la pensino come te "
Questa volta fu lxi a cercare contatto, accarezzando la testa all'altra come un piccolo ringraziamento.
Bussarono alla porta e Axel entrò già cambiato. Akihisa rotolò giù dal materasso per cadere sulle mille coperte e lasciare lo spazio ad Axel, xlx quale camminava a passi lenti e piccoli, molto pensieroso.
" uhm, va tutto bene? "
Fu spontaneo chiedere.
" detto per dire? Sì. Sinceramente? Potrebbe andare meglio "
Rispose alla giornalista una volta sdraiato al lato estremo del letto per lasciarle spazio.
" posso dirti anche io qualcosa in modo sincero? "
Volle andare dritto al punto.
Axel annuì lentamente, ancora perso nel suo mondo.
" mi spiace per averti tirato giù tutti quei insulti dopo... Insomma, quello che è successo giorni addietro. Non sapevo delle circostanze in cui ti trovassi "
Girò il capo verso di lei.
" solitamente tendo ad odiare le persone che si atteggiano come ebbi fatto te... Però non riesco a reputarti uguale a loro. Sì, insomma, sei una brava persona. E- mi spiace per quello che hai dovuto patire sin ad ora. E so- scusa se la porto nel discorso- so che ha fatto male quando è andata... Entrambi ci tenevano. Per questo se vuoi parlarne ci sono sempre "
Un silenzio angosciante avvolse la stanza, credendo di aver premuto un tasto sbagliato. Che aveva tirato giù l'atmosfera era oramai ovvio. Axel non sapeva cosa provare. Era come... Un vuoto nel petto. Una parte fondamentale del corpo mancare. Faceva strano vivere senza di essa.
" quali erano le sue ultime parole? "
Domandò xlx corvinx cercando di mantenere fermezza, ma era palese che tratenesse lacrime amare.
Esitò.
" ... le indossi proprio adesso "
D'istinto portò una mano all'orecchio, sentendo il materiale in cui era fatta la piuma artificiale. Strinse l'accessorio dentro il palmo.
Aveva letto il bigliettino vicino quando si svegliò. Da una parte era confuso da tutto quanto, dall'altra sapeva a chi si riferisse.
" grazie... "
" ... amici? "
" ... amici "
Forse perché da una parte era perso.
Forse perché dall'altra sapeva che la fanciulla sdraiata vicino a sé compiangeva per gli stessi motivi.
Non la odiava, ma nemmeno le piaceva.
Era successo tanto.
Così tanto che sembrava aver perso la capacità d'empatia in quei istanti.
Un guscio vuoto.
" ora la smettete con i discorsi sdolcinati? Ne stiamo facendo abbastanza per oggi, eh! "
Hisa interruppe il momento, spegnendo la luce della camera ed augurando la buona notte ad entrambi.
Sumire chiuse gli occhi, scaricando energie e pensieri finalmente.
Uno di quelli?
Devo trovare l'ultimo Shini Goro.
Aveva già un'idea di chi fosse l'altro.
___________________________
La stanza in cui si trovava aveva qualcosa di famigliare, troppo famigliare. Eppure una nebbia di estraneità l'avvolgeva, così forte dal soffocarlo. Se fosse familiare, doveva essere sicura, no?
Allora perché ansimava nascosto dentro uno dei mobili lì dentro?
Perché aveva paura di uscire come se la sua vita nel dipendesse?
Come se sapesse cosa sarebbe accaduto una volta fatto ciò?
Dalla fessura riusciva a vedere tutto.
I muri, la luce soffusa.
La signora Tai che gli dava le spalle coi suoi capelli grigi.
E Subaru con lo sguardo più spaventoso che possa aver mai visto.
Un grande e disumano sorriso.
Gli occhi spalancati e ridotti per le grandezze di un uomo.
Uno sguardo intenso.
Uno sguardo assetato di... Sangue.
Il braccio del fanciullo era fermo e dritto.
La mano aggrappava esso con le lunghe dita e l'indice era impaziente di premere il grilletto.
Puntava il ferro contro la donna.
La stessa donna che avrebbe dovuto fargli da guida durante quella piccola ed insulsa gita all'accademia più acclamata del Giappone.
Contro sua nonna.
" ultime parole? "
" non puoi farlo, non ne hai il coraggio. Ti conosco più di chiunque altro al mondo "
" ah sì? Perché non ti dimostro il contrario allora? "
A stento riusciva a percepire e far senso ai loro discorsi. Era come se andassero avanti da una vita, come se fosse stato rinchiuso lì dalla nascita. Non riconosceva alcuna sicurezza fuori dal mobile. Non riconosceva alcuna familiarità fuori da questo. La paura di scoprire cosa succeda in seguito lo impediva di qualsiasi movimento volontario. Poteva solo stare lì, a guardare.
La stretta sul grilletto si fece più stretta ad ogni parola.
" questo è per mia madre-! "
" S- "
BAM!
Tirò un urlo inconscio.
Lo sparo gli trapassò le orecchie rendendolo sordx. Un fischio aveva rimpiazzato tutti i suoni. Un fischio che aumentava al secondo.
Il proiettile perforò il suo intero corpo, strappandole il cuore. Sangue sporcò tutta la stanza. Tai stessa, Subaru, persino Hyosuke chiuso lì.
La donna anziana si accasciò per terra, anzi, cadde proprio come un morto.
Alcuni passi in avanti e Subaru spostò la mira verso il basso, ora uno sguardo serio, e premere il grilletto per la seconda, terza, quarta, quinta, sesta, settima, ottava, nona-
I proiettili non finivano.
Più ne sparava e poi la stanza si macchiava di rosso.
Più l'aria diventava disgustosa e soffocante.
Ormai in lacrime cercava di non urlare.
Sapeva.
Sapeva che se l'avesse scovato questo luogo sarebbe stato anche la sua bara.
Si rifugiò in un angolo, coprendosi la bocca e la testa. Vedeva ancora fuori.
Subaru non si era mosso di un millimetro.
Dopodiché fece il primo passo, usando il cadavere come uno zerbino. Le suole macchiavano di rosso ogni piastrella.
E si avvicinava sempre di più a Hyosuke.
Non vederlo, non vederlo, non vederlo.
Non faceva altro che ripetere la sua testa.
Non pure lui, non lui, non lui.
Esci, esci, esci.
Subaru fu così vicino al mobile da esser costretto a tenere il fiato per quelli che sembrarono secoli.
Per favore, per favore, per favore.
Fece un passo indietro.
Oddio, oddio, oddio.
Stava funzionando?
Se ne era andato?
Lo vide chiudere la porta.
Fu lì che si buttò fuori da quel posto ristretto.
BAM!
L'ennesima volta sentì quel fischio straziante, da tagliarsi via le orecchie.
Hyosuke fu paralizzato dalla testa ai piedi.
Alzò gli occhi verso la porta e fu lì che lo vide. Dopo aver fatto una finta.
Provò un vuoto sulla fronte, come se un piccolo foro fosse stato fatto.
Provò anche del bagnato uscire da quest'ultimo, attraversando il naso, le guance e il mento.
Rosso.
Era stato appena sparato.
Hyosuke si alzò di soprassalto, cuore in gola e respiro affanato.
Come primo gesto fu naturale alzare entrambi i palmi alla fronte, spettinando il ciuffo già rovinato.
Nessun buco.
Non c'era nessun buco.
Stava bene.
Stava... Bene.
Il sollievo non fu comunque abbastanza dal distogliere quell'immagine orrenda dalla mente.
Quel incubo, oppure doveva definirlo quel ricordo? Era difficile distinguerlo fra queste due cose. Era accaduto. Però la sua testa non voleva accettarlo. Una nebbia di confusione rendeva difficile questa distinzione, rendendolo solo più vulnerabile.
Perché si trovava su un letto?
Perché non c'erano gli altri due?
Perché era parzialmente buio?
Si guardò attorno in cerca di risposte e fu lì che vide Naomi seduto vicino alla scrivania che ogni stanza deteneva, un blocco in mano mentre pasticciava su di esso con una penna. Probabilmente stava facendo qualche attività casuale nel tentativo di stancarsi abbastanza.
Si fissarono negli occhi per qualche secondo.
Il biondo si grattò dietro il collo nervoso.
" uhm "
Era ancora scosso da quello che avesse appena rivissuto. Il sudore dietro il collo confermava ciò. Non voleva dimostrarlo tuttavia.
" ... va tutto bene? "
Chiese l'attore esitante.
Era ovvio che non lo fosse, potendo la definire quindi una domanda retorica.
Eppure fu proprio quella domanda a far traboccare il vaso.
No, non andava bene.
Si sentiva una merda.
Perché era tornato quel ricordo?!
Pensava di essersene sbarazzato una volta per tutte! Allora perché, proprio adesso, proprio qui, era riapparso assieme all'impotenza e perdita!
Tutti quei sforzi nel dimostrarsi indifferente si rivelarono inutili, scagionando un fiume di lacrime che presto bagnò il viso.
L'albino si allarmò, alzandosi subito dalla sedia e sedendosi vicino all'altro.
" ehy, ehy, it's okay, stai bene "
Provò una mano sulla spalla confortarlo.
Voleva dirgli che sarebbe passato, che fosse solo un innocuo incubo, però uscivano solo singhiozzi che peggioravano solo l'articolazione di qualsiasi frase.
" n-non- "
" incubo? "
Annuì mentre si asciugava le lacrime invano.
" è per... Quella cosa? "
Neanche a lui piaceva riportargli in mente brutti ricordi, tantomeno nominargli. Glielo avrà raccontato tempo fa di cosa si trattasse e si era promesso di non portarlo in discorso direttamente senza che sia lui a dargliene il consenso.
La stretta divenne più forte.
Perché Naomi aveva capito di chi fosse la colpa, chi avesse accesso la miccia di quell'esplosione contorta.
E di sicuro non aveva paura a insultarla davanti all'altro.
" a dico io, how stupid and insentive can someone like her be?! "
" ma va... non fa niente- "
" oh but it does! Look at you! Scommetto che non ti ha nemmeno chiesto se andasse bene rivelare tutto ciò davanti a noi! "
L'altra mano andò l'altra spalla, tenendolo forte a sé.
Il suo sguardo arrabbiato gli incuteva timore, evitando contatto visivo.
Naomi tirò un sospiro per ritornare composto.
" hyo, look at me, it's over, okay? Non ti devi preoccupare di quello. He's gone now "
Prese il mento con la mano con fare delicato.
" non ti farà altro male, ci sono io adesso, okay? "
Annuì, tirando sul col naso per finalmente fermare le lacrime.
" posso... Uhm... "
Cercò di tirare fuori le parole, insicuro se l'avrebbe lasciato fare.
Capì subito cosa intendesse ad aprì le braccia. Hyosuke si buttò fra quelle.
" sei freddo... "
" succede quando non stai sotto le coperte per tanto "
" ... è bello "
" not more than I am "
Disse con tanta sfacciataggine.
Un piccolo sorriso comparve sul viso del regista. La mano di Naomi andò sui suoi capelli.
Si sentiva al sicuro.
Credeva alle sue parole.
Anche perché non aveva altre di veritiere.
Ormai era l'unica persona lì dentro che non lo avrebbe giudicato per le sue affiliazioni.
" ti serve una mano ad addormentarti? "
Annuì mentre affondava la testa sulla sua spalla.
Fu così che si sedette al suo fianco mentre tentava di riaddormentarsi. Per la gioia di entrambi ci riuscì.
Quando fu certo che fosse soccombuto nel sonno portò la ciocca enorme dietro l'orecchio per vedere tutto il suo viso.
" you can stay here for a while "
___________________________
Buon pomeriggio a tutti quanti!
Anche questa volta mi farò breve perché tbh non so che dire.
Also non ho controllato niente come sempre perché troppo sbatti 💔💔
Mi spiace per eventuali errori grammaticali, ortografici etc. 😔😔
E spero che questo capitolo vi sia piaciuto, mwah.
— 𝕰𝖑𝖎𝖟𝖆
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