❱ 𝗖𝗛. 𝗜𝗩, 𝗔𝗖𝗧 𝗜𝗜: 𝖥𝖱𝖠𝖦𝖬𝖤𝖭𝖳𝖲 𝖮𝖥 𝖲𝖮𝖱𝖱𝖮𝖶 ❰
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Attenzione: in questo capitolo vi saranno scene esplicite di tortura.
Per chi fosse sensibile a questo tema chiedo di procedere con cautela quando vedrete degli asterischi (*) all'inizio della scena.
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" sei sempre stato il mio sogno, sai? Sin da piccola ho aspirato a diventare come te "
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Pedone in c1.
Promosso a Donna.
Prese i due pezzi e li scambiò, gettando via il più scarso.
Asahi alzò un sopracciglio.
" pensavo fosse la tua prima volta "
Sumire ridacchiò.
" imparo in fretta "
I due si trovavano in camera del giocatore dello stesso gioco da tavolo postato in mezzo ai due. Entrambi seduti ai lati della scrivania, si scrutavano negli occhi senza pudore.
Lei tranquilla e sorridente.
Lui serio e impassibile.
Era iniziata da una semplice richiesta: "puoi insegnarmi qualche mossa?". Si trasformò presto in un ordine da quanto assillante fosse. Si dovette veder costretto ad accettare ma con alcune condizioni: solo una partita e in camera sua. Prendere o lasciare. Sumire, naturalmente, accettò.
Asahi si prese addirittura la briga di iniziare come un Bianco, lasciando alla giornalista la seconda mossa da Nero. Per metterle paura? Da un lato sperava facesse il primo passo falso da poterla finire in fretta. Eppure si stava rivelando un'avversaria tutt'altro che nuova a questo campo. Faceva ancora errori, certo, ma anche altrettante mosse scaltre per essere una semplice novellina. Arrivò allora alla conclusione di trattarsi di una scusa, per fargli qualche domanda inutile.
Tipico di una giornalista.
Si grattò il mento curiosa, aspettando una mossa da parte dell'altro.
" già in palla? "
" no, a differenza tua, penso "
" dimmi a cosa stai pensando allora, sono curiosa di scoprire cosa ti passa nella mente "
Si fissarono a lungo nelle pupille, prima che xlx corvinx tirasse un sospiro.
" il tuo tentativo di rimonta era solo un modo per vantare quelle poche conoscenze che hai. Avrai pure promosso il tuo pedone, ma il mio alfiere lo mangierà subito "
Fece proprio come detto, buttando via il nuovo pezzo forte assieme al resto dei pezzi già eliminati.
Sumire pensò alla prossima mossa gonfiando le guance.
" woah, così freddo sei, non dovresti darmi consigli? "
Ruolo gli occhi in risposta.
Avvicinò la mano verso il cavallo nero.
" non lo farei se fossi in te. Scopriresti la tua torre al mio pedone. E se provassi a fare scacco adesso perderesti altri due pezzi perché l'alfiere e la regina difendono il re "
" cosa dovrei fare allora? "
" oltre a piangere addosso? Direi di andartene e dichiarare sconfitta "
Sbuffò in risposta, mettendo il gomito sulla scacchiera e teneva la guancia con la mano.
" che ne dici di questo: dichiaro sconfitta ma risponderai a delle mie domande "
" no, vattene e basta. Sei già al capolinea "
Mise il suo intero peso sullo schienale dietro di sé, a braccia conserte.
" ma non mi hai fatto scacco "
Asahi prese il cavallo bianco e lo spostò con la sua tipica mossa ad L.
Il re era sotto attacco.
" solo una? Magari riesco a farti cambiare idea "
" quella è la porta "
" ed andarmene senza sapere come ti sei sentito dopo esserti preso la tua vendetta? "
Il silenzio nella stanza diventò spaventoso.
Asahi la guardò confusx.
" dai, su, è inutile fare il finto tonto. Siamo solo noi due qui dentro. Nessuno lo verrà a scoprire se lo ammetti "
" ... di che parli? "
" cosa hai provato in quel momento? Ansia di essere scoperto? Nervosismo? I è tremata la mano? Hai avuto ripensamenti? "
Corruggò la fronte.
" non so nemmeno di cosa parli "
" don't you? "
Chiuse ed aprì lentamente, uno sguardo serio ed impassibile, proprio come quello di Asahi, solo più spaventoso, dipinse il suo volto.
" ti ha fatto sentire bene dopo? Ti fa sentire bene ora? Ti farà sempre sentire bene per il resto della tua vita? "
La mascella si aprì leggermente. Come se volesse parlare, ma le parole mancavano.
" devo saperlo, devo sapere se ne valsa la pena di farlo "
Le mani si chiusero in pugni sulla scacchiera.
" devo sapere, se me ne pentirò io in futuro, se seguire un obiettivo lurido mi riesca a portare soddisfazione e giustizia "
Avvicinò la sua mano al pugno dell'altrx.
" dimmi, come ci si sente a vendicarsi dei torti che qualcuno ti ha fatto per taaanto tempo? "
Lo afferrò, forte.
" oppure hai pensato che fosse giustizia quella che stavi facendo? Ti capirei in quel caso, neanche io so distinguere le due dentro di me. Dove finisce la giustizia? Dove inizia la vendetta? Sono sicura che saprai dirmelo "
I brividi pervase to tutta la sua schiena.
Quella mano era così surreale, proprio come la conversazione. Cercava di coprirlo del tutto, senza alcuna via di uscita.
Non glielo avrebbe lasciato fare così facilmente.
" ... sei una lunatica, hai sbagliato persona "
Tono pacato ma serio.
Fai capire che sei offeso da tali accuse, ma non troppo da sembrare più sospetto di quanto già lo sia.
Rimasero così, in silenzio, per più di qualche secondo. Finché Sumire non lasciò la presa e tirò un sospiro deluso.
" eppure pensavo mi avresti capita e detto tutto... "
Se ne andrà adesso?
Doveva.
Era inutile.
Qualsiasi cosa pensasse di sapere, era falsa.
Beh... A meno che non fosse stato quella cosa.
" perché non parliamo nella tua lingua allora? "
E basta...
" non importa quanti pezzi tu perda, se alla fine riesci a fare scacco matto, dico bene? Non importa cosa tu faccia, finché sia te, il re, a rimanere intatto "
Aggiunse poi.
" rischi, errori, morti, tutto vale finché sei tu a deciderlo. Finché sei te quello vincente "
La guardò senza reagire, deciso sulle sue parole.
" sacrifici per puro senso egoistico, perché alla fine quello a decretare la vittoria è una pedina debole come lui "
Prese il suo re nero.
" ci assomigli molto, sai? Ti muovi di un passo ogni turno, dai comandi al resto che è migliore di te sul campo - questo però tu non riesci a vederlo dal tuo trono. E se qualcuno ti fa un torto lo toglierai di mezzo perché... Perché puoi. Questa è giustizia di un dittatore oppure la vendetta di un ragazzino? "
Alzò un sopracciglio, curiosità raggiunta ma con essa anche il timore.
Una vocina nella sa testa bisbigliava di non darci dentro, eppure...
" spiegati meglio. "
" certo, certo. Diciamo che siamo in tre a sapere del tuo piccolo segreto. Io, te, Valeria "
Valeria?
" ancora niente? Queste ti rifrescheranno la memoria "
Dalla tasca della gonna tirò fuori ben tre fogli stampati, pitturato sopra tre diverse foto di tre diversi attimi ma dello stesso momento.
In tutti e tre c'era Asahi.
Le braccia si sciolsero, lo sguardo sbiancò, la schiena si inarcò
" come diavolo..."
" pensavi che rompendo la fotocamera sarebbe passato tutto? "
Domanda retoricamente, acida e minacciosa.
Asahi d'istinto alzò le braccia ed afferrò le fotografie, guardandole più a fondo e da vicino.
Non c'era ombra di dubbio: era lui, lui colto nell'atto come uno stupido.
Strinse le mani in dei pugni, stroppicciando la carta. Guardò Sumire con uno sguardo arrabbiato.
" ... che vuoi? "
Era questo di cui voleva parlare?
Non una insulsa partita?
Era per questo che non aveva problemi a farne solo una?
Diamine, doveva saperlo.
" uhm, vediamo, ci sono tante cose che voglio nella vita "
Ed ora lo prendeva pure in giro? Ah! Ridicolo! Chi si credeva di essere?!
" e per ora volevo solo che rispondevi alle mie domande, ma, chissà, magari in futuro mi servirà il tuo silenzio "
La castana allungò la mano e l'indice afferrò la foto che tenesse stretta il corvino. Non lasciò andare, presa ferma e rigida. Voleva riprendersela? Col cavolo!
La strappò in mille pezzi davanti ad ella e così fece con le altre due.
Sumire non reagì, ancora quel ghigno stampato in volto.
Dalla tasca tiro nuovamente altre tre copie delle stesse appena distrutte.
Asahi spalancò gli occhi.
" cosa... "
" pensi davvero mi sarei salvata solo una copia, solo in carta? E ne ho tante altre in altri formati "
" dove?! "
D'istinto sbatté i pugni sul tavolo, facendo balzare i pezzi e cadere altrettanti.
" te lo dirò un altro giorno. Collaborerai? "
" Scordatelo! Dimmi dove le hai nascoste! "
" peggio per te, più tardi preparati a- "
" NO! "
Alzò il volume della voce così come fu subito sui suoi piedi al sol pensiero del resto dopo la scoperta.
Ma non del gruppo in sé, piuttosto una di loro.
Koharu.
Come l'avrebbe presa se lo scoprisse?
Male, malissimo, poteva solo immaginarsi la faccia disgustata che farebbe.
No, aspetta, da quando si preoccupava della sua opinione su di sé?
L'espressione perplessa fissò due pedoni, uno affianco all'altro.
Perché ci teneva così tanto per lei? Non era la prima volta che Sumire tirasse fuori una delle sue azioni! Tutti lo sapevano che giocasse sporco, lurido.
Perché ora gliene importava?
Il solo senso delle persone che gli ricordarono questa sensazione gli diede la nausea.
" quindi, abbiamo un patto? Quando ti chiamerò esigerò che verrai subito da me, quando ti chiederò di fare qualcosa dovrai farlo senza domande. Intesi? "
La giornalista si alzò dalla sedia, dirigendosi verso l'uscita mentre Asahi ancora guardava il basso.
Iniziò a ridere, quasi istericamente.
Ahahah, lo prendeva in giro, vero?
Voleva seriamente usarlo come un burattino?
Si era fatto mettere i piedi così facilmente sopra?
Da chi poi? Una finta paladina della giustizia. Parla tanto di correttezza eppure eccola lì con il ricatto!
Si sedette pian piano.
Mise i gomiti sulla scacchiera.
Mise la mano nei capelli.
Ancora sfuggivano piccole risate scioccate.
Doveva trovare un modo per riprendersi quelle prove prima che fosse troppo tardi.
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Chiuse la porta dietro le sue spalle.
Il sorriso contento si trasformò in irritazione e sciocciatura.
Non gli stava simpatico, mai lo sarà.
Almeno era certa che se la sarebbe bevuta. Doveva. Mica voleva cadere più in basso di quanto lo sia già? Mica voleva essere rovinatx ancora da ella?
No, certo che no.
Poteva fiutare la sua insicurezza sin da quando ebbe messo piede lì dentro. Scommetteva che, per quanto indifferente apparisse, alla fine del giorno tutti si preoccupavano della loro reputazione, persino Asahi. La sua particolarità stava nel voler essere lui quello a rovinare la sua immagine. Non un altro. Non un amico. Non Sumire. Solo Asahi.
Queste però, per quanto certe queste affermazioni fossero, rimanevano solo parole. Niente prova concreta finché non lo chiamerà in suo soccorso, od obbligherà a fare altro. Fino ad allora doveva solo aspettare e sperare che si autodistrugesse da solx con i suoi stessi pensieri paranoici.
Aveva nascosto altre fonti di quelle prove, una era la fotocamera, l'altra una chiavetta USB, indirizzata ad una persona precisa di tutti loro. Per le emergenze. Doveva solo trovare il momento giusto di dargliela senza dare troppe attenzioni, soprattutto quelle del giocatore di scacchi. Sarà difficile, ma ne varrà la pena.
Fece due passi e bussò alla porta vicina, la camera di Akihisa. Anche se fosse già tarda mattina era sicura di trovarlx lì dentro a poltrire. Perché? Perché quando si era diretta in cucina una volta alzata non c'era ombra del fanciullo. Erano solo Hyosuke e Naomi. Non perse ovviamente tempo a parlargli e tornò subito in camera a conversare con Asahi.
Nessuna risposta.
Bussò nuovamente.
" oi, hisa, ci sei? Guarda che è quasi ora di pranzo "
Ancora nessuna risposta.
Afferrò la maniglia e la mosse su e giù.
" dormi ancora così profondamente? "
Questa volta fu un commento fra sé e sé, arrendendosi all'idea. L'avrebbe andatx a cercare più tardi. Ora toccava a Shiori per via del solito appuntamento in infermieria.
Altri due passi verso il muro opposto e si trovava davanti alla porta dell'altra. Anche qui, bussò.
Shiori doveva rispondere, dai. Era proprio la tipa dal sonno leggero, anche durante la notte fonda. Almeno, questo lo poteva constatare Sumire che certe volte la sentiva alzarsi e camminare in giro per la stanza durante quell'orario. L'avrà per forza sentita.
... Vero?
" shiori? Posso entrare? "
Afferrò la maniglia anche qui istintivamente. La mosse su e giù.
Il risultato? Nessuno. Bloccata e chiusa a chiave.
" oh... "
Borbottò portando una mano a grattare la nuca. Forse era appena uscita? Forse sarà andata a fare un giro fuori, nel nuovo giardino scovato l'altro giorno? Era solita a fare ciò in solitudine senza dare molti avvisi perché, insomma, è di Shiori che stiamo parlando. La tipica ragazza silenziosa e minacciosa che vuole sembrare misteriosa apportandosi e comparendo dal niente.
Sarà andata a cercarla, se no, si sarebbe medicata da sola. Quanto difficile doveva essere pulirsi la schiena e spalmare della crema per cicatrizzare? ... Sperava non troppo.
Girò il capo verso l'uscita dei dormitori e, guarda che caso, vide la medium venirle incontro a passo rapido e svelto. Lo sguardo abbassato ed una mano dietro la schiena.
" shiori! Ti stavo giusto cercando? Andiamo in infermieria? "
La corvina non la degnò di una risposta. Avanzò più rapida che potesse e quando fu a pochi metri di distanza si fermò.
Fu lì che Sumire cominciò a provare una brutts sensazione attorno a sé, come se l'aura dell'altra fosse sbagliata.
" va tutto ben- "
" scusa "
" huh? "
Del freddo metallo si porse sulla sua fronte, scavando la strada fra la frangia castana. Una pistola. Shiori teneva in mano una pistola. Non una qualsiasi, ma bensì lo stesso modello che possedesse Haruki. Il braccio era fermo, l'indice a schiacciare il grilletto.
La bocca della ragazza si spalancò e, proprio come fanno nelle scene di rapine nei film d'azione, mise le mani in aria all'altezza del petto. Occhi spalancati che fissavano l'altra con uno sguardo così assente e serio, mentre lei non riusciva a contenere il suo shock. Cercava di parlare, eppure la mascella tremava. Cosa voleva farle? Ucciderla così? Proprio adesso? Proprio lì? Sarebbe davvero morta in una maniera così ripugnante? Da lei? Perché?! Cosa le aveva fatto per meritarsi questo?!
" vai verso l'uscita e cammina dritto "
Come lo sguardo anche il tono era privo di emozioni. Freddo ed autoritario, non scherzava affatto.
Fu stranita da quelle parole.
Andare dove? Perché? Non era stupido? Le avranno sicuramente viste e sarebbe finita nei guai!
" mi hai sentita, muoviti! "
Saltò sul posto dall'improvviso cambio di tono furioso, facendo come detto col il capo leggermente volto verso il basso. Camminò ed uscì, in totale silenzio. Non riusciva a girarsi ma sentiva i passi dell'altra giusto dietro e l'arma che sfiorava i suoi capelli.
Andarono avanti così per tutti i corridoi praticamente. Perché non c'era nessuno? Che sfortuna stava avendo nel non aver incontrato nemmeno uno di loro adesso?! Dove diamine erano finiti tutti?!
Per il resto non poteva fare altro anche se lo voleva. Sapere di poter essere il bersaglio perfetto incuteva timore. Un solo passo falso e sarebbe stata la fine! Poteva solo camminare e camminare senza sosta, girando quando l'altra gielo imponeva minacciosa.
Diamine, che idiota. Che stupidaggine! Perché si era fidata di quella?! Perché prendere di mira proprio lei fra tutti?! Si credeva avvantaggiata a causa della schiena ferita? Davvero? Solo per questo e la sua fiducia? Eppure le bastava prendere chiunque con quelle condizioni attuali! E- e poi era la più forte fra tutti loro! Era inutile prendere qualcuno di svantaggiato o meno alla fine!
Arrivarono al nuovo corridoio della zona, quello che Akihisa era andato ad esplorare in compagnia di Hyosuke giusto ieri. Ogni passo l'aria diventava sempre più irrespirabile.
" ferma "
Poco prima delle scale fu comandata, indicando la porta vicina ad essa. Una di quelle accessibili, quale aveva una sedia che bloccava la maniglia dall'aprirsi.
" togli la sedia ed aprila "
" o-okay... "
Bisbigliò buttando l'oggetto a lato.
La pistola continuava a puntare sulla nuca.
Quando aprì, vide tante cose. Innanzitutto la sala di svago era piena zeppa di fogli stampati, facilmente riconoscibili da giornale.
Gli sguardi di tutti i presenti scioccati, spaventati, perplessi. La fissavano come se avessero davanti un fantasma.
Una mano spinse la tirò per il polso, girandola verso Shiori e venendo spinta da una mano sulla spalla di forza.
Cadde a terra senza fiatare, ancora nom realizzando niente della situazione. La medium abbassò l'arma e sbatté la porta in faccia a tutti loro increduli. Hisa corse subito verso quest'ultima e tentò di riaprirla dalla maniglia.
" SHIORI! EHY! MI SENTI?! "
Niente da fare. La porta era serrata senza alcuna possibilità d'uscita. L'albinx tirò un sospiro esasperato prima di battere i pugni violentemente sulla superficie.
" EHY?! TIRACI FUORI DA QUI! SHIORI! SHIORI! SEI ANCORA LÀ?! SHIORI! "
Ogni esclamazione, ogni colpo, ogni tentativo fu solo una porta sbattuta in faccia... Letteralmente.
Non c'era niente che potesse fare adesso. Solo aspettare che tornasse.
Doveva... Aspettare... Qui dentro... Chiuso con tutti loro...
Lì dentro... Chiuso... In una stanza... Da soli...
Si mise le mani nei capelli e messaggiò le tempie con i mignolini.
Calma, calma, calma.
Va tutto bene.
Non era lì dentro.
Era una stanza grande.
Enorme addirittura!
Non era niente di che!
Avrebbe riuscito a farle cambiare idea la prossima volta..!
Quando sarà questa prossima volta?
Si girò verso il resto del gruppo.
Naomi guardava ancora uno dei fogli con sguardo incuriosito e nervoso.
Hyosuke non poteva far altro se nom mangiarsi le unghie di una mano mentre l'altra giocava col ciuffo biondo dall'irritazione.
Koharu, invece, era stranamente quella più calma di tutti quanti. Si avvicinò a Sumire piano piano.
Sumire... Era rimasta lì per terra ancora incredula a cosa fosse appena successo.
Era andato fin troppo in fretta con fin troppa pressione. E- e cos'erano tutti quei fogli?!
Quando Hisa realizzò fu troppo tardi: ne aveva preso ed iniziato a leggere uno.
Mise una mano davanti alla bocca per contenere un urlo.
╔════════════╗
PADRE DEL MILLENIUM DEVELOPMENT MUORE PER SUICIDIO
Dopo anni serviti per il Giappone, Fumio Hamasaki tira l'ultimo respiro da solo in casa sua.
.Tokyo. Oggi i medici hanno confermato le condizioni del celebre ex-politico e uno dei padri del millenium development, Hamasaki Fumio. L'uomo fu stato ritrovato la mattina scorsa in casa sua, da solo, dopo aver assunto sostanze stupefacenti e pugnalandosi nella vasca da bagno. Quando fu stato scovato da un lavoratore i soccorsi furono svelti a portarlo in pronto soccorso ed operarlo. I medici sembrarono esser riusciti a fermare l'emorragia ma l'effetto delle sostanze lo aveva spedito in una situazione di non ritorno. Dopo un attento controllo decedette a causa di un problema cardiaco.
Il dipartimento poliziesco a indagato la scena, constatando che nessuno si possa essere intrufolato ed aver attaccato il Padre. Dunque, la sua morte fu dichiarata come un suicidio. La domanda sorge spontanea: perché un uomo come egli leva le tende in una maniera così crudele? Molti esperti del nostro team hanno cercato di intervistare i famigliari e colleghi di lavoro. Yasu Hamasaki, ora tornata con il cognome d'origine Nakabayashi, "la donna messa a nudo", ha solo constatato di voler essere lasciata in pace. Non si ha traccia della loro figlia e non vi è accesso ad ulteriori informazioni.
Tuttavia nessuno di noi si arrenderà! Giustizia dovrà essere fatta per uno dei personaggi più importanti del nostro sistema educativo! Costi quel che costi!
Sul sito ufficiale della nostra casa editrice sarà disponibile una raccolta di video e discorsi fatti dall'uomo, in onore della sua morte.
Grazie di esser stato con noi, anche se per poco.
╚════════════╝
No...
No, no, no, no.
NO, NO, NO, NO!
NO!
Non era possibile.
No, doveva essere uno scherzo.
Un misero scherzo da parte di tutti loro. Sì, ahahah, ecco cos'era!
Si sono organizzati per prenderla in giro!
Suo padre non era... Morto?
No! Non poteva esserlo!
Non adesso! Non mentre lei era qui dentro!
Non quando doveva ancora portare a termine il suo obbiettivo!
" sumire- "
La voce di Koharu cercò di parlare.
Scosse la testa per scacciare i brutti pensieri.
Invece ritornavano più forti di prima.
Si alzò da terra e si avvicinò al resto dei fogli.
Erano ovunque! Tappezzavano da cima a fondo la stanza! Non c'era angolo libero cui poteva voltarsi senza incrociare quella stupida ed insulsa carta!
Un punto fu leggermente diverso.
Sul tavolo da biliardo si trovava una fiala dal tappo bianco e liquido fucsia.
Un biglietto era vicino:
" in caso vorresti scordarti della bella notizia, sorellona.
- Hana :P "
Lo gettò via.
BASTA!
BASTA CON LE MENZOGNE!
NON ERA VERO!
NO!
NON POTEVA ESSERLO.
Cadde di nuovo sulle sue ginocchia con lo sguardo basso.
Tutti i suoi sforzi...
" no... "
Tutta la sua speranza...
" basta... "
Non pensava la morte dell'uomo che più odiasse al mondo l'avrebbe fatto così male.
Era sempre colpa sua.
Se le sue disgrazie fossero iniziate, se fossero continuate, ed ora continua a tormentarla dopo averla abbandonata nuovamente?! Che schifo! Che razza di uomo! Che razza di padre! Lo odiava! Odiava! Odiava! La faceva sempre stare così di merda anche solo sapere di essergli simile! Come osava deprivarla anche di questo?!
Affondò la testa sempre più in basso, mentre le mani coprivano le orecchie, fino a toccare il terreno.
Se se n'è andato così, lasciandola da sola, cosa avrebbe dovuto fare lei?!
Se si è levato la vita così in fretta per nessuna ragione...
... Che senso aveva diventare una giornalista?!
Che senso aveva portarsi giustizia quando la persona non c'era?!
Che senso aveva andare avanti a vivere?! Quando-
Quando...
Quando il suo sogno era stato appena disintegrato in polvere.
" come ti senti, tesoro? "
" stanca... "
" vuoi che ti porto altri cuscini mentre guardi la TV? "
" mh-mh "
Riconosceva fin troppo bene quella stanza d'ospedale. Era già la terza volta che finiva lì dentro questo mese dopo l'ennesimo mancamento avvenuto.
Ancora il corpo ne risentiva nonostante fosse attaccato alle solite macchine. Mal di testa, stanchezza, certe volte pure il cuore batteva a ritmi instabili ma tornava normale non appena un'infermiera la controllava.
Dire che Sumire detestasse esser rinchiusa lì era poco. L'unico motivo per cui non si fosse ancora alzata ed uscita era la sua debolezza. A stento riusciva a tenersi in piedi. Si malediceva. Malediceva di aver ereditato i globuli fallati e carenti, quali le impedivano qualsiasi attività giornaliera. Non poteva andare a scuola, uscire con le amiche, studiare, mangiare un gelato, senza sentirsi sfinita.
Meno male che suo padre veniva sempre a trovarla. Sapeva il lavoro enorme che avesse sulle spalle eppure riusciva sempre a trovare tempo per lei. Grazie al cielo. Insieme parlavano, o almeno, lui cercava di parlare mentre l'altra annuiva.
Lo adorava per questo.
Adorava suo padre per tutto.
Non capiva molto cosa facesse a capo dell'organizzazione, se non che fosse la cosa giusta. Bastava accendere la TV e sentire i suoi discorsi che portano gioia.
Quando era sola le piaceva immaginare di essere come lui, su un palco, a parlare di rivoluzione, pace e cambiamento. Ispirare altre persone per il loro futuro. Sarebbe stato bello se... Fosse lei stessa a capo di tutto. Le piaceva vedere la gente sorridere.
" ecco qua, alza un po' la schiena "
Fece come detto ed una superficie morbida la teneva più su. Annuì per far capire che andasse bene. Ricevette un bacio sulla fronte ed una carezza.
" dov'è mamma? "
Il sorriso dolce sparì, dando spazio ad uno più serio.
" è occupata col lavoro quella lì "
" verrà dopo? "
Scosse la testa, la piccola guardò giù triste.
La lingua scioccata sul palato attirò nuovamente la sua attenzione.
" sai com'è fatta. Concorsi di qua, là, mangio troppo, poco, make-up qui, make-up lì. E se le dici qualcosa ti rende la vita un inferno. Dico io, oggi aveva pure insinuato che sarebbe stato meglio se fossi rimasta qui piuttosto che portarti fuori a mangiare qualcosa "
" o-oh... "
Afferrò le piccole mani delicatamente.
" non ti preoccupare, non le lascerò che ti faccia del male, sei mia dopottutto e sempre lo sarai. La mia sola ed unica figlia "
" ... vuole farmi del male? "
" non hai visto come ti tratta? "
Aveva... Un punto su ciò.
Per la ragazzina però era sempre stata normalità quell'aggressività, finché non fu proprio lui a portarla a galla.
Faceva... molto male. Non era giusto.
" oggi le cose cambiano "
Tornò con un sorriso.
" perché ho una sorpresa per te, per non sentirti da sola, qualcosa che ti guarirà "
I suoi occhi si illuminarono d'un tratto.
Davvero? Sarebbe potuta uscire di qui? Non sarebbe più svenuta dal nulla? Cos'era? Cos'era quella medicina?!
L'uomo si allontanò dal letto dove la figlia sdraiava, avvicinandosi alla porta.
" entra pure, Haruki "
A sua sorpresa non si trovò qualcosa davanti, bensì un qualcuno.
Un ragazzino, di all'incirca la sua stessa età, se non forse un anno più piccolo. La statura dimostrava che fosse appena entrato in fase di pubertà, i capelli castani erano tagliati corti con sopra un cappello da baseball, quale copriva la fronte timido. Era vestito con una camicia e dei jeans.
Guardò il padre confusa.
" su, forza, perché non ti introduci a tua sorella? "
Sorella?
" ... ciao "
Si limitò evitando ulteriormente.
" ma non ho un fratello... "
" da oggi sì, vedi, abbiamo deciso di prenderci cura di lui! E per pura coincidenza ha molti tratti simili ai tuoi, come il gruppo sanguigno e la compatibilitá. Puoi ringraziarlo perché ha deciso di voler donare quest'ultimi per la tua operazione! Non è così? "
Annuì debolmente, anche se non ne sembrasse convinto.
" significa...? "
" che presto tornerai come nuova! "
Il battito del cuore aumentò dalla gioia ed incredulità.
" davvero?! "
Alzò il busto in alto, un sorriso stampato in faccia.
Annuì, confermando le sue speranze.
" grazie, grazie, grazie! "
Inchinò la testa verso il basso davanti al ragazzino.
" non c'è ne bisogno... "
" hai detto di essere Haruki? Piacere di conoscerti! Sono Sumire! Benvenuto in famiglia! "
[...]
" signorina Hamasaki, aspetti! "
La voce della sua segretaria interruppe la lettura dell'ennesimo documento.
La porta si spalancò, rivelando proprio sua figlia, Sumire, ancora in uniforme scolastica, incazzata come pochi mentre teneva dei fogli fra le mani.
Sapeva esattamente che fogli.
Fu afferrata dal polso da una delle guardie di sicurezza.
" e lasciami, è mio padre! "
" lasciala, e chiudete la porta "
Fecero come detto ed ora si trovava davanti ad egli nella sua stanza imponente.
Non le fece paura, o meglio, la rabbia era così immensa da farla tacere.
Sbatté il foglio sulla sua scrivania.
Sì, proprio quel foglio.
Il foglio per l'approvazione alla Hope's Peak Academy.
Quello di cui stava parlando da mesi e mesi ormai.
" perché c'è la tua firma, eh?! Lettera di rifiuto firmata da te fra tutti quanti! Perché?! "
" vedi di calmarti, non fare come tua madre "
" mettila da parte quella psicopatica e dammi delle spiegazioni. Sapevi benissimo che avrei provato a prendere quell'esame per essere fra i candidati. E- e mi fai questo il giorno stesso della prova?! Non hai visto quanto cazzo ci ho messo a prepararmi per quella merda?! Perché l'hai fatto allora?! "
" modera il linguaggio se non vuoi che ti cacci fuori. Sei una ragazza, abbi più classe "
Rispose serio, aumentando la voglia dell'altra di prenderlo a pugni.
Tirò qualche sospiro nel tentativo di rimanere composta.
" perché mi hai rifiutata? "
" non eri idonea, capita spesso fra gli studenti "
" 'spesso'? Ero l'unica del gruppo ad esser stata cacciata! Persino un mio vecchio compagno di classe che tanto criticavi è entrato! "
" non sono io a decidere chi può entrare "
Batté la mano sul foglio.
" e questo allora come me lo spieghi? "
Ci fu un momento di silenzio.
Guardò in basso, cercando di trattenere le lacrime.
" è stato così umiliante uscire da lì. Come faccio IO a non essere idonea ad essere una Ultimate?! Sono tua figlia, più di tutti quanti so quanto sia difficile gestire un ruolo del genere. Ci sono nata in questo contesto! "
" quante ragazze hai visto prendere l'esame oggi? "
" io- non saprei... Tipo sulla decina..? "
" su? "
" ... trecento. Non capisco dove tu stia andando a parare- "
" non vedi la differenza? Ti avrebbero mangiato viva, ti ho protetta come genitore "
" eliminando l'unica possibilità di entrare in quell'accademia?! Non sono diventata una Future Ultimate nonostante i miei voti, non ho avuto alcun riconoscimento nonostante il tempo impiegato a varie attività. Questa era la mia ultima chance di essere qualcuno d'importante qui, divenire capo come te E ME L'HAI RUBATA- "
" non ne eri adatta. Fine della storia. Se non sei nata talentuosa non è mica colpa mia. Una come te non merita questo posto "
" una come me? Come dovrebbe essere un candidato allora? "
" prima di tutto non si fa prendere in preda alle emozioni dopo il primo ostacolo. Non va a fare i capricci come una bimba e non usa un linguaggio scurrile pensando di essere adulta. Soprattutto non lo fa davanti al genitore che l'ha sempre supportata. Sai che figura mi hai fatto fare lì fuori davanti ai miei colleghi? "
Gli occhi divennero lucidi.
" m-ma... Mi avevi sempre detto che avrei avuto un futuro qui... "
" e lo avrai "
Fece una pausa.
" come segretaria o impiegata "
" impiegata? Vuoi veramente che tua figlia sia una semplice impiegata? "
Scrollò le spalle.
" se è ciò che merita "
" non è così! Ho lavorato sodo tutti questi anni, mi merito di puntare in alto! Mi merito di avere una chance! "
" sumire, di questo passo non andremo da nessuna parte con la conversazione "
" perché non mi stai dicendo la verità! "
L'uomo si alzò dal tavolo.
" la verità? O forse intendi di voler sentire solo cosa vuoi te? "
Tirò su col naso, facendo un piccolo passo indietro.
" sei impacciata, non ti vesti professionalmente, tantomeno con modestà, non hai spirito di collaborazione, non sei capace di pensare razionalmente ma sei così morbosamente attaccata a quell'insulso blog online che ti ritrovi mentre sbavi sulle tue boy bands preferite. Tu, come ogni altra ragazza, come tua madre, come Tai, non fate altro che incolpare il mondo attorno a voi e piangete quando non vi diamo ragione. Ecco perché non sareste mai in grado di prendere un ruolo cruciale come il mio "
Rimase muta, guardando in basso e mordendo il labbro inferiore pur di non scoppiare in un pianto, pur di non dargli retta.
Non se lo meritava davvero?
Non era così degna quanto pensasse?
Un altro uomo fece ingresso nell'ufficio con passo rapido.
" è urgente "
Guardò prima egli e poi Sumire.
" vattene "
[...]
" che ne dici di partire dall'inizio? Cosa hai visto quando eri tornata a casa quel pomeriggio? "
La donna la guardò dritta negli occhi.
Anche se il divano nell'ufficio di polizia era comodo, l'atmosfera attorno a sé le metteva solo più ansia. Perché ci mettevano così tanto? Stava ripetendo la stessa cosa da tre ore oramai! Che interrogatorio era mai questo?
" l'ho già detto: la porta era per metà aperta, quando sono entrata in salotto ho- ho visto mia madre per terra e- Haruki era sporco del suo sangue mentre piangeva e la chiamava- sono subito corsa dopo a chiamare aiuto e avete fatto tutto voi! "
" e non pensi che, per qualche coincidenza, non possa essere stato proprio tuo fratello? "
" huh?! N-no! Non farebbe una cosa del genere. Lo conosco! "
" davvero pensi di conoscerlo? Abbiamo investigato sul suo background e trovato molte informazioni. Sapevi della sua vecchia famiglia? O delle condizioni in cui viveva in quell'orfanotrofio? "
" no... Cosa c'è di importante lì? "
" che rimanga fra noi: ha sempre avuto contatti col mondo criminale. Che fossero furti o aggressioni... Ha praticamente tutti i motivi per essere il colpevole "
Aggiunse poi.
" E Yasu era in fase di diagnosi per possibile BPD. È possibile che si sia scatenata una lite che ha preso il passo sbagliato "
" no- "
" sumire, siamo solo noi due qui, puoi essere onesta con me. Non è stato tuo padre. Magari pensi sia lui per via del divorzio pochi giorni prima? Ti manca tanto? Se ti serve un guardiano temporaneo vedrò- "
" poco prima dell'avvenimento ero stata nel suo ufficio e- ed un uomo che non ho mai visto era entrato- aveva detto che fosse urgente ed era tutto preoccupato e- avrà ingaggiato un sicario per- "
" a me risulta che quel giorno tu stessi prendendo un esame, dico bene? "
... cosa?
" no- cioè sì- avrei dovuto- ma alla fine mi è stato negato accesso..."
" da chi? "
Esitò prima di rispondere.
" da... mio padre "
La donna tirò un sospiro esausta della conversazione.
Sumire portò le gambe al petto e le abbracciò in cerca di conforto.
" non capisco, è tutto così... "
" sei persa dopo un evento del genere, ed è normale sentirsi così. Vedrai che tua madre di sveglierà presto, Haruki verrà incarcerato e sono sicura che il signor Hamasaki abbia le sue ragioni per questo improvviso distacco. Lo starà facendo per proteggerti "
Strinse i pugni e cominciò a tremare.
" non ho bisogno di protezione, non ho mai chiesto di essere protetta! Che senso ha esserlo se si finisce emarginati da tutto quanto?! Perché nessuno mi crede?! "
Si alzò di fretta e corse fuori dalla stazione, la donna cercò di chiamarla anche se la lasciò andare.
All'uscita, tuttavia, non trovò alcuna pace.
Tutto il contrario, un inferno più enorme stava prendendo atto.
I flash e le domande furono più veloci dei suoi pensieri, paralizzandola poco fuori dalla porta.
" miss Hamasaki, la prego, una domanda! "
" la vostra famiglia sapeva del background del figlio adottivo? "
" in che condizioni sta Yasu Hamasaki? "
" si hanno notizie di vostro padre? "
" come ci si sente ad aver adottato un assassino? "
E flash e domande.
E flash e domande e flash e domande e flash e domande.
Le stava scoppiando la testa.
Avrebbe voluto urlare, insultarli, ma sapeva che così avrebbe dato a loro una notizia in prima pagina.
Alzò il cappuccio della felpa che indossava e cercò di farsi strada fra la folla. Tutti quei corpi sudati, ansimanti, volenti di risposte, diavolo quanto fastidio le davano.
Scattò via cercando di seminarli.
Sperava solo che la sua poca sportività a causa di una vecchia malattia non l'avrebbe ostacolata.
Girò per angoli ed angoli di Tokyo.
Entrò in un piccolo locale fra i vicoli della città e si chiuse in bagno.
Accese il telefono, cliccò il contatto in rubrica e lo mise sull'orecchio.
La segreteria scattò, successivamente al beep decise di lasciare un messaggio.
" hey... papà. Puoi richiamarmi quando sentirai questo messaggio? Perfavore... Scusa per l'altro giorno, non avrei dovuto urlare in quel modo. Sono sicura che avrai avuto i tuoi motivi p-però... "
Ormai le lacrime scesero senza fine.
" ... mi puoi venire a prendere? Non ho nessuno, mi mancate tutti... per favore. Prometto di starti ad ascoltare... Per favore... Ti voglio bene... Ti prego... "
Chiuse la chiamata e mise le mani in faccia, continuando a singhiozzare come una dannata. Ora più che mai l'aveva realizzato: non aveva nessuno. Non ha mai avuto nessuno.
Non sua madre, non suo fratello, nemmeno l'unica persona che pensava l'amasse nonostante tutto.
Uscire era fuori discussione adesso: chi non voleva la stava cercando per tormentarla.
Poteva solo stare lì, confinata e sola, senza nessuno, senza niente.
Solo se stessa.
[...]
Seduto sulla scrivania con tanto di microfono incorporato, uno dei padri del millenium development guardava la folla di giornalisti con lo sguardo più serio al mondo. Era la sua prima intervista pubblica dopo ciò che successe mesi fa. L'unico motivo per cui avesse accettato era la restrizione di quesiti, quali dovevano esclusivamente interessare il progetto della nuova Hope's Peak Academy.
" come mai è stato fermato? "
" insufficienza di denaro, ma non preoccupatevi: anche se ora siamo solo in due, Uchimura si sta rivelando una grande aiutante nonostante la sua dimissione. Troveremo presto il tempo ed il denaro "
" eppure il governo giapponese ha sempre fornito la U. F. F. tutto il supporto necessario "
Si sistemò la cravatta.
" hai ragione. Questo... È un caso particolare, fuori dalla mia potenza "
" oh! Quindi l'ottantesima classe si stabilirá nella vecchia struttura? "
" non posso confermare niente... "
" ha notizie di Nagasawa Kiyomizu, il suo collega nella gestione dell'organizzazione? "
" il signor Nagasawa ha dovuto dimettersi per problemi salutari. Non mi è concesso dire altro. Kanemaru ed io ce la stiamo gestendo bene anche in sua assenza "
Tirò un sospiro, mentre le domande continuavano ad aumentare. Costi, progetti, conoscenze, futuri piani, insomma le solite cose cui erano chieste da tanto tempo oramai.
" e cosa mi dice della sua assenza improvvisa dopo il tentato omicidio di Yasu Nakabayashi? "
La folla cadde in un silenzio, guardandosi attorno per capire chi fosse stato a porre quella domanda dal nulla.
L'uomo quasi sbiancò, ma fece finta di non aver sentito.
" come mai avete stabilito il divorzio? "
" come vi siete spartiti gli averi? "
" ha ancora contatti con la modella? "
" era vero che il vostro figlio adottivo era colpevole ed adesso è stato portato al nord del Giappone? "
Tirò un sospiro esausto.
Chi diavolo ua voluto iniziare quella razza di reazione a catena? Perché non poteva starsene zitto? Questo era proprio il motivo per cui odiava i giornalisti, più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Una volta terminata la sessione, nel bene e nel male, vi fu un momento per salire uno alla volta e ringraziare la presenza. Strinse la mano a tutte quelle persone, finché una colpì maggiormente la sua attenzione.
Era abbastanza bassa, vestiva di una giacca marrone tipica da giornalista, stivali neri col tacco ed un cappello che copriva parte del viso.
Mise la mano avanti.
Fu stretta in maniera delicata e... Familiare.
" vedo che sei tornato, mi fa piacere "
La voce risultava più grave, quasi come se fosse fatto apposta.
" la ringrazio "
" sei sempre stato il mio sogno, sai? Sin da piccola ho aspirato a diventare come te "
" mi fa piacere saperlo "
" e continuerai ad esserlo nonostante i torti che mi hai fatto "
" ... in che senso? "
" non importa quanto ci metta, non importa come lo farò, svelerò a tutti la feccia che sei. Porterò giustizia a chi hai voltato le spalle per i tuoi scopi avidi, mostrerò a tutti la verità, ti perseguiterò vestita del tuo peggiore odio, non avrai un attimo di pace. Solo dopo il tuo collasso fatto da me potrò dire di aver avverato questo sogno "
" sumire..?! "
Si guardò intorno in cerca delle guardie, quali erano occupate a trattenere la folla.
Tolse il cappello e dimostrò i suoi occhi castani.
Ardevano. Voleva la sua disgrazia. Volevano giustizia. Volevano vendetta.
E l'avrebbe ottenuta.
" ci vedremo presto, fidati, fino ad allora ti dimostrerò quanto nel torto fossi per averci pugnalato alle spalle così "
Mandò giù la saliva.
Dalla giacca tirò fuori dei documenti.
" questi sono per te, un piccolo regalo di bentornato "
Scese dal palco, fischiettando contenta.
Lentamente portò lo sguardo sui fogli.
Dovette rileggerli più volte per controllare fosse uno sbaglio.
Non lo era, aveva letto bene.
Siamo lieti di accettarti nella Hope's Peak Academy, Hamasaki Sumire, la super giornalista liceale.
Firmato: 𝓚. 𝓝𝓪𝓰𝓪𝓼𝓪𝔀𝓪
Fu sconfitta.
Per l'ennesima volta nella sua vita fu sconfitta.
Aveva perso un altro dei suoi obbiettivi, un'altra delle sue aspirazioni.
E lei non poteva fare nulla per rimediare adesso.
Perché?!
Perché capitavano sempre a lei?!
Ha sempre seguito le regole, ha sempre puntato in alto, ha sempre combattuto. Allora perché tutte queste perdite gravi?! Perché doveva essere così difficile essere lei stessa?! Perché non vi riusciva?!
Davvero quell'uomo aveva ragione? Davvero era così incapace? Pur di non lasciarla brillare si è tolto la vita?
Non importava più nascondere le lacrime.
È andato, il suo sogno è andato.
Nulla aveva più senso.
Il vuoto la divorava dall'interno.
Ancora seduta per terra sui polpacci che perdevano sensibilità, le braccia teneva il busto che andava avanti, le gocce limitavano la sua vista lasciandola praticamente cieca, i singhiozzi rimbombavano per tutta la stanza mentre nessuno osava fiatare.
Era una disgrazia.
Un fallimento.
Una cosa si era imposta.
Niente di maligno, niente di irragionevole, niente di ingiustificabile.
E comunque si era dimostrata una perdente. Cosa doveva fare a questo punto? Sparire dalla faccia della Terra? Non sembrava una cattiva opzione.
Non li notò, ma dei passi la raggiunsero.
Raccolse l'Amenoseo, quale ora si trovava pericolosamente vicino ad ella, e lo mise nella tasca dei suoi pantaloni.
Altri passi e il rumore della carta strapparsi attirò l'attenzione di tutti.
Akihisa prendeva ogni foglio che vedeva e lo frantumava in mille pezzi, come dei coriandoli. Qualsiasi, e dico qualsiasi, articolo non è stato risparmiato. Una faccia seria, il respiro enorme ma silenzioso ed i passi pesanti
davano l'impressione che fosse arrabbiatx. Con chi? Perché si era arrabbiato? Non conosceva quell'uomo, tantomeno aspirava a farlo.
La giornalista lo guardò attraverso quei occhi sfocati confusa, le domande che voleva fare venivano interrotte dai continui singhiozzi che già si arrese nel provarci.
Quando si assicurò di essersi sbarazzatx di tutto, con tanto di calpestamento violento, tornò dall'amica. La guardò in silenzio — Sumire voleva sotterrarsi per non essersi calmata — e si abbassò al suo livello.
Fu un gesto inaspettato anche da parte delxx cartomante. L'avvolse fra le sue braccia, stretta, non volendo più lasciarla.
" non... è colpa tua, chiaro? Se lo pensi sei più stupida di quanto pensassi "
Okay, non era mai stato bravx a parole.
Mai lo diverrà.
Ma voleva provarci perché ci teneva.
" non potevi fare niente al riguardo e... posso solo immaginare quanto male faccia scoprirlo così "
Forse perché empatizzava la perdita di un genitore.
Forse perché si immaginava mettersi nei suoi panni — cazzo non sapeva di cosa potesse essere capace in quel caso.
O forse perché, alla fine del giorno, teneva a lei.
" non- non è giusto-! "
Riuscì a tirare fuori qualcosa finalmente.
Hisa passò una mano fra i suoi capelli.
" no, non lo è "
" perché- "
" perché la vita è una merda "
Finalmente ricambiò l'abbraccio, aggrappandosi forte alla camicia dell'altrx. Affondò il viso bagnato sulla sua spalla.
Hisa non reagì, continuò ad accarezzare la sua testa mentre ascoltava i suoi singhiozzi.
" non è giusto- non è- giusto- non è giusto-! "
Andava avanti a dire solo quello.
Lo fece per quelle che sembrarono ore.
Era incapace di formulare altro.
" lo so... "
Non era mai statx il tipo paziente quando qualcuno si lamentava.
Con lei fece un'eccezione.
" ho fatto di tutto... per renderlo felice... fiero di me... volevo solo che- che mi vedesse al suo l-livello- allora perché- "
" non lo so, so solo che non è colpa tua e mai lo sarà. Intesi? "
Non ci credeva in quel momento.
Non importa quante volte glielo avrebbe detto.
Era fermamente convinta di essere la principale colpevole.
Perché? Perché quell'uomo non le avrebbe mai dato la soddisfazione di una vittoria nella sua vita.
Perché quell'uomo avrebbe fatto di tutto pur di aver ragione. Tutto, pur di dimostrare quanto scarsa fosse.
Era così ingiusto che dovesse soffrire.
Perché era quell'uomo la causa dei suoi malori?
Perché, anche dopo la morte, continuava a farle del male?
Perché era così sconvolta da questa notizia?!
Lo odiava, lo detestava, non c'era giorno dove non passava a pensare alle sue disgrazie!
" è normale, uhm, sentirsi così "
Hisa cercò di aggiungere qualcosa di nuovo alla conversazione.
" sapere che non tornerà più fa male, anche se lo odi, perché rimane tuo padre "
Perché rimaneva suo padre.
Perché, qualche parte profonda nel cuore, continuava a volergli bene.
Ecco perché quelle lacrime.
Quei malori.
Quell'esplosione.
Non importa quanto lo odiasse adesso, teneva ancora stretta a sé i bei ricordi.
Non c'era giorno dove non passava a sognare un possibile universo nella quale nulla di male fosse successo. Lei, lui, Yasu e persino Haruki.
Eppure non sarà mai l'universo in cui ella viveva.
Come sono arrivati così in fondo in così poco tempo?
Quella realizzazione la fece piangere ancor più forte. Odiava quella sensazione. Odiava sapere di tenerci ancora. Odiava sapere che non si sarebbe mai liberata di lui, odiava sapere di non aver completato niente.
Eppure amava capire di non aver perso tatto, amava sapere che un peso sulle spalle le fosse appena stato tolto, anche se nel più crudele dei modi.
Bagnava il tessuto senza sosta e lasciava delle macchie visibili. Per Hisa non era un problema.
Cosa avrebbe fatto suo padre in quella situazione? Se ci fosse stato lui avrebbe sicuramente dato qualche perla di saggezza, molto contatto affettivo e persino avrebbe cercato di rallegrare la situazione. Faceva così con lxi ogni volta che era triste, ogni volta che si ricordava di non essere normale poiché sua madre l'avesse abbandonatx.
Andò avanti a giocare con i suoi capelli, senza dire molto. Non sapeva dire molto. Non doveva dire molto. Quelle azioni era più chiare di mille parole. E sapeva che Sumire fosse grata che qualcuno, qualcuno finalmente nella sua vita, in un punto più arduo che mai, fosse lì a tenerla stretta.
" va bene piangere... Evita di farlo troppo però che dopo ti lamenterai del mal di testa, zoticona "
Controvoglia si fece sfuggire una sorta di risata.
Aveva davvero detto qualcosa del genere in un momento delicato?
Dopo tutti quei gesti amorevoli, quali anche contro il carattere che aveva sempre dimostrato, aveva il coraggio di tirarle qualche amichevole insulto?
Era davvero così diretto o l'aveva fatto apposta nella speranza di tirarle un minimo il morale?
Hisa era davvero buffo.
Ma per questo le piaceva passare tempo con lxi.
" vai al diavolo- "
Lacrime miste ad una risata rotta trasformarono il suo tono di voce in qualcosa di bizzarro. Non stava nemmeno capendo cosa provasse in quel momento per via dell'enorme contrasto ed ironia. Sollievo? Rancore? Supporto? Malinconia?
Presto si ricordò di dove si trovasse perché Koharu si avvicinò ai due. Si sedette vicino a loro e cercò di unirsi all'abbraccio, anche se un po' debole.
" non è colpa tua "
Perché proprio lei? Non era sua amica in fondo. Perché ricambio subito? Perché fu così commossa che tornò a piangere allora?
Anche Hyo pensava di unirsi, si sentiva in colpa per lei. Fece un piccolo passo avanti ma fu fermato da un colpo di tosse veloce. Naomi guardò dall'altra parte con sguardo interessato, dando un messaggio ben chiaro. Fu interdetto, ma rimase in disparte a guardare alla fine.
___________________________
Chi trova tiene, chi perde piange.
La cucina era stranamente vuota quella mattinata. Meno male. Non aveva assolutamente voglia di stupide chiacchierate da parte di chiunque, soprattutto dopo le minacce della giornalista.
Asahi la odiava, ma quello non era nemmeno una sorpresa. Ormai odiava tutti lì dentro.
Axel per il torto fatto.
Airi per essere una Shini Goro.
Sumire per ficcare il naso ovunque.
Shiori faceva paura.
Akihisa era solo un ragazzino scontroso.
Naomi per... essere Naomi.
Stessa cosa per Hyosuke.
Koharu... è un altro discorso.
Va bene, odiava quasi tutti.
Non era quello il punto.
Era da solo, in pace, finalmente.
Quello era importante.
Cosa stessero facendo? Poco xlx importava.
Ora l'unica cosa cruciale era mangiare l'ennesimo dolciume con quel silenzio rilassante, sperando che nessuno lo raggiungesse da lì a breve.
Pensava ancora alla conversazione.
Come una piccola vocina dentro il suo cervello non volesse lasciarla andare.
Lo sapeva, lo sapeva, lo sapeva.
Sumire sapeva, e non una cosa qualsiasi ma quella cosa.
Perché doveva sempre mettersi in mezzo ai suoi affari? Prima la storia del bisturi ed adesso questo. Come altri, quella lì era solo un segno di sfortuna e disastri.
Da una parte voleva non importargliene, tanto nessuno qui ormai lo ritiene un soggetto degno di fiducia. Nessuno tranne...
Forse era lei il problema.
Forse era questo ciò che lo tormentava.
Doveva smetterla, non andava bene così.
La conosceva da quasi un mese, ha visto di cosa era capace e comunque lo guardava con un sorriso.
Era... Amorevolmente detestabile. Oppure odiosamente confortante. Un contrasto.
Forse doveva separarsi da Koharu.
Forse doveva tornare ad essere il lupo solitario quale è sempre stato.
Solo allora potrà scordarsi di tutto e le parole di Sumire non avrebbe avuto alcun effetto se...
Se lx odiasse a sua volta.
... Suonava così sbagliato, ma era la scelta giusta.
Si alzò dal tavolo dopo l'ultimo boccone dato, lasciando che le sue gambe lo trasportassero fuori per i corridoio. Doveva cercarla.
Solo quando varcò la soglia la sua mente ebbe un'altra realizzazione, come un vento gelido alzatosi a fine estate.
Dove erano tutti quanti?
Se prima lo trovava confortante, ora era solo agghiacciante.
Era come se si fossero volatilizzati nel nulla.
Non c'era nessuno, nemmeno la loro ombra.
Come non aveva fatto a notarlo prima? La scuola deserta incuteva più timore.
Scosse la testa forzandosi a credere fosse tutta la sua immaginazione. Magari erano solo da un'altra parte della struttura! Giusto! Ieri avevano trovato qualcosa di nuovo Hisa e Hyo! Doveva trattarsi di quello. Quando andrà lì vedrà tutti i suoi compagni concentrati nelle loro attività quotidiane e tornerà in camera come se nulla fosse.
Bastava solo camminare fin lì.
Anche a passi lenti.
Lentissimi.
Minimi.
...
No, meglio muoversi e girare gli angoli in fretta, non si sa mai. Si sarebbe tolto il peso sulle spalle prima!
Si fermò all'atrio, trovandosi davanti a sé una familiare chioma bionda che xlx dava le spalle. Tirò un sospiro di sollievo mentalmente, ringraziando il cielo fosse tutto nella sua testa. Nonostante ella fosse l'ultima delle persone che volesse vedere.
" ... che stai facendo? "
Gli venne spontaneo chiedere, allarmandola. Si girò con le mani girate dietro la sua schiena. Non disse nulla. Dopo qualche secondo di silenzio Asahi riprese la parola.
" dove sono tutti? "
Scrollò le spalle e la sensazione di sconforto tornò in Asahi.
" non... hai visto nessuno? "
Perché le stava parlando come se fossero amici? A questo punto della conversazione preferiva sputarle in un occhio.
Scosse la testa.
Tirò un sospiro per rimanere compostx.
Dopo comparve un piccolo ghigno.
" menomale, tanto nemmeno Koharu ti vuole vedere, me l'ha detto lei in persona "
Era una mezza verità. No, una mezza bugia si addiceva. Koharu non gli parlò più ieri, tantomeno gli ha detto quelle precise parole. Tuttavia era chiaro, no? Dopo quella reazione chi mai avrebbe voluto andare avanti, no? La stava solo stuzzicando e ricordando dove il suo posto stava. Dalla testa che pendeva in basso capì di aver fatto centro.
" ... lo so "
Huh?
" ma non fa nulla, l'ho accettato ormai "
Alzò la sguardo ed i loro occhi azzurri si incrociarono. Il sorrisetto dell'altro scomparve.
" 'questo è vero egoismo, sai?'. Me l'hai detto ieri, e mi hai detto pure che di passo l'avrei odiata pur di non odiare me "
Fece un passo in avanti.
D'istinto Asahi ne fece uno dietro.
" perché è vero, ora sparisci "
" ho riflettuto sulle tue parole, alle mie origini, a questa situazione. Ho capito una cosa: sono un'egoista. Ho ceduto alle mie fantasie, l'ho ingannata ed infine l'ho ferita una volta che ha scoperto la verità. Eppure lo rifarei ancora ed ancora se tornassi indietro nel tempo "
La tensione si alzava.
" però non la odio, mai lo farò. Sai benissimo quanto non se lo merita "
Bugiarda. Non le credeva neanche per sbaglio.
" non importa quante volte chieda scusa, nemmeno quante buone azione cerchi di fare. Sono senza speranza, sono insalvabile. Rimango una Shini Goro, un inganno buttato in aria, una disgrazia "
Almeno quello l'aveva capito.
" però, qualcosa dentro di me, vuole ancora crederci. Vuole credere che dopo tutto questo male sia in grado di coltivare qualcosa di positivo. Non importano i mezzi, solo il fine "
Strinse le spalle.
Asahi fece un altro passo indietro, ma Airi ne fece due in avanti.
" per farlo, fare ciò che Dae-jung ed Izumi volessero completare, devo avere la sia fiducia "
Ed un altro passo.
Ed un altro.
Asahi era pronto a correre, eppure la sua mente urlava di non distogliere lo sguardo da lei.
Airi sorrise.
L'ennesimo sorriso dispiaciuto.
Bisbigliò qualcosa.
" scusami... "
Fu così veloce che Asahi si trovò presto sul pavimento con la testa quale a stento stava attaccata al collo.
Quello scatto.
Quella mazza nascosta tutto il tempo.
Quel colpo preso in pieno sulla parte laterale della testa.
Nonostante la botta cercò di muoversi, trascinarsi lontano da lei e chiamare aiuto, anche se nessuno fosse nei paraggi.
" a- a... "
I passi di Airi lo raggiunsero.
Alzò gli occhi e fu lì che vide.
Vide lo sguardo più vuoto della sua vita, poco sopra una mazza alzata in aria pronta ad essere buttata al suolo. Cercò di usare le mani per coprirsi eppure io tempismo gli sfuggì per la seconda volta, lasciandolo senza forza al secondo colpo.
Airi gettò la mazza lontano da sé, realizzando adesso cosa avesse fatto.
" a-asahi..? "
Nessuna risposta.
Stava... Stava bene, vero?
Non gli aveva fatto troppo male, vero?
Non era... Morto... Vero?
Mise entrambe le mani davanti alla bocca, occhi increduli e lucidi.
L'aveva fatto davvero?
Aveva seriamente appena sfasciato la sua testa come un mostro?
Era orribile- orribile!
No, nononono-
" wow... non pensavo ne saresti stata in grado "
Una voce interruppe il panico e dietro l'angolo girò lei, Hana, con una faccia sorpresa quanto la sua.
Si avvicinò ai due e col piede girò xlx fanciullx a faccia in su. Occhi serrati.
" potevi pure andarci più piano, meglio per voi se non gli hai dato un'emorragia interna "
Si abbassó al suo livello, afferrò i capelli e si spostò cercando di analizzare le botte prese. Erano vicine, rosse ed in parte già sanguinanti. Scioccò la lingua sul palato dalla scocciatura. Dovrà farci qualcosa al riguardo.
Tornò da Airi.
" beh, almeno mi hai fatto in favore, vedo che sei ancora dalla mia parte "
La bionda annuì debolmente, rimanendo immobile.
L'altra afferrò il giocatore di scacchi per i polsi, trascinandolo via verso la lavanderia, ossia dove si trovava uno dei passaggi segreti.
La sarta si in camminò da tutt'altra parte, la testa era praticamente vuota e leggera pur di non pensare a cosa fosse appena accaduto.
Camminò fra i corridoi, finché non sentì del ferro esserle puntato dietro la nuca.
" ferma "
Era Shiori.
___________________________
" in pratica sì, mio padre era uno dei tre poteri principali dell'organizzazione "
" aspetta, puoi rispiegare che non ho capito? "
Koharu si grattò la testa innocentemente e rise nervosa.
" quando avvenne il millenium development, chiamato così perché avvenne attorno gli anni 2000, i capi della U. F. F. cambiarono per la prima ed unica volta. Non era solo una persona al potere, ma tre: Nagasawa Kiyomizu, Kanemaru Yoichi e Hamasaki Fumio "
" ecco il perché di quella foto "
Borbottò Akihisa fra sé e sé, ricordandosi una parte della sua investigazione ieri.
" come mai cambiarono? "
Domandó la badante.
" uhm, allora, da quello che ebbi sentito da piccola fu per delle accuse di abuso di potere del capo... Che era Tai Kaneko, la nonna di Subaru "
" vedo che scorre in famiglia being an asshole "
Commentò con sottovoce Naomi.
" dunque è per questo che sai già tutto quanto? Quindi sai pure dirci di più sui Shini Goro? "
Chiese Akihisa.
Sumire scosse la testa.
" non so come era con gli altri, ma mio padre teneva lavoro e famiglia severamente separati. O almeno, a me non lasciava mai imparare nuove informazioni a meno che non spiassi le sue conversazioni. Tutto quello che so l'ho scoperto negli ultimi anni e sono praticamente al vostro passo. Forse potrei sapere una o due cose in più, però non mi vengono in mente "
" ... Ancora non riesco a credere che tu ci abbia tenuto nascosto di Haruki "
" ascoltate, non mi sembrava il caso di portarlo a galla, gli avrò parlato sì e no due volte in croce da quando siamo qui... E nemmeno tanto. Ancora io non riesco a comprendere come sia finito qui dentro quando dovrebbe essere in un carcere minorile. E poi mi avreste sicuramente accusato di far parte dei Shini Goro "
" su quello hai punto valido, non ti avrei più parlato "
Affermò l'albinx.
" dove ero rimasta- oh, sì, Nagasawa aveva lasciato il posto per motivi di salute. Quindi al momento c'è solo Kanemaru al potere. Non so a cosa potesse servire ma lo dico "
" shhhhh, sento dei passi "
Affermò lui successivamente, avvicinandosi alla porta.
A metà strada quest'ultima si spalancò, rivelando Airi trattenuta dal braccio da Shiori. Fu spinta e, come Sumire, nessumo fece in tempo reagire che l'ennesima chance di scappare fu spenta.
Tutti tirarono un sospiro arreso, ora avendo a che fare con l'ennesima vittima. L'unica che non volevano appresso. Nessuno la guardò, rimanendo in silenzio ad ignorarla.
Airi mandò giù la saliva, cercando di farsi coraggio.
Si avvicinò al gruppo.
Si inginocchiò, vicino a Koharu.
Ed unì le mani mentre le sfregava velocemente.
" lasciate che vi aiuti, vi prego! Vi racconterò tutto quello che volete sapere su Shini Goro! Basta che non mi ignorate! "
Inchinò la testa molteplici volte, ancora gli occhi non riuscivano a togliersi dalla testa la scena di Asahi svenuto.
Tutti rimasero sorpresi.
Attirò la loro attenzione, la loro curiosità, ed il loro diritto a sapere cosa diamine stesse succedendo crebbe.
" come faremmo a sapere che ci stai dicendo la verità? "
Domandò la giornalista.
" lo prometto, lo giuro sulla mia vita, sulla vita delle mie amiche, su qualsiasi cosa mi stia ancora caro! Non vi mentirò e cercherò di rispondere le vostre domande! A patto... "
" a patto? "
La spinse a parlare.
" che non farò nomi sugli altri membri di Shini Goro. Rimangono miei amici! Sono persone come me, delle vittime! Prendetevela con me piuttosto e lasciateli stare! "
Senza volerlo diede un'occhiata veloce proprio a loro, distaccandola subito.
" oh che palle che sei! È inutile che tu lo tenga nascosto ormai! Chi sono? "
" per favore, chiedetemi qualcos'altro! Qualsiasi altra cosa! "
" gli articoli "
Si intromise Koharu d'un tratto.
Tutti la guardarono confusi.
" li hai letti con noi, no? Dacci di più su quei articoli per cominciare "
Airi alzò il capo, guardando i suoi occhi castani seri.
Annuì, alzandosi lentamente in piedi.
" d-da dove volete che inizio? "
" in quale Hope's Peak Academy ci troviamo? "
" la prima, no? "
Informò Sumire.
" ho i miei dubbi. La posizione della prima è molto più in città. Se vai fuori vedrai che non c'è nulla! Solo alberi. Come se fossimo dispersi in mezzo al niente "
" ha ragione, non siamo nella prima, ma nella seconda "
Commentò l'interrogata.
" non era in fase di costruzione?! "
" sì, lo era... Lo è ancora. Infatti alcune parti sono instabili, dunque inaccessibili. Non le avete ancora viste, per quello vi sembra la perfetta copia finita "
" che diamine... "
" perché avete attaccato la Seishun, la scuola media menzionata nel primo articolo? "
Fu il turno di Koharu.
" ... non abbiamo attaccato niente, tantomeno una scuola "
" certo! Ovvio! Chi è stato allora? "
Il sarcasmo era ovvio.
" ve lo giuro! Noi non abbiamo mai attaccato niente! È il giornale che ha iniziato ad incolparci e tutti ci hanno creduto! "
" quindi non è mai successo? "
" no- è successo, ma non siamo stati noi! Io, Dae-jung, Izumi, Subaru, Hana e persino Haruki! Nessuno di noi è mai andato in quella scuola! Non so chi sia stato ma ci hanno rifilato la colpa! "
" mi sto già scocciando di sentirla "
Si alzò per andare da un'altra parte, l'irritazione saliva al secondo, ma Airi lo fermò tenendogli il polso.
" e mollami! "
" te lo giuro! Dae-jung è innocente! Noi tutti lo siamo! Siamo stati ingannati dalla U. F. F. perché eravamo lì quel giorno! "
" che giorno?! "
Airi esitò.
" il giorno... del primo killing game "
Silenzio calò in sala.
" ... what "
Solo Naomi si capacitò a dire qualcosa, quale spezzò il ghiaccio.
" i-il primo cosa? "
Airi prese un respiro profondo.
Ormai era fatta.
L'aveva detto.
Non poteva più tirarsi indietro.
" c'era scritto in quella bozza, no? Quella su dei futuri Ultimates intrappolati... Eravamo noi. Io, Izumi, Dae-jung, Hana e Subaru... "
" no- aspetta- cosa?! Ma non ha senso! Siete voi ad averlo organizzato, no?! "
Koharu sbottò d'un tratto.
" i futuri Ultimates sono ragazzini giovani che vengono notati dall'organizzazione presto. Perché sono così bravi, riservano un posto a loro e ricevono certi trattamenti prima di entrare alla Hope's Peak Academy "
Cominciò a raccontare.
" siamo andati a visitare la scuola per la prima volta, ci siamo conosciuti lì per la prima volta. Doveva essere una semplice gita pomeridiana, davvero. E d'un tratto tutte le porte erano bloccate. Le finestre non si aprivano ed il segnale era caduto. Eravamo in trappola, da soli. Stavamo nel panico, però con noi c'erano altre due persone: Kiku Takeda e Tai Kaneko "
" certo, erano menzionati nei articoli "
" stavamo cercando un'uscita, eppure qualcosa andò storto. Fu tutto così veloce. Dae-jung persino aveva cercato di fermarlo prima che fosse troppo tardi, ma... "
" ma? "
" ... Dovete sapere che Subaru odiava Tai. Mi ha raccontato tutte quelle volte che si dimostrava così morbosa nei suoi confronti e quelli di suo padre. Ogni volta si lamentava di come venisse pressato a fare qualsiasi cosa perché 'dovevano riprendersi l'organizzazione'. Continuava a dirmi come fosse colpa sua se sua madre fosse morta. Così- così ha trovato una pistola- non so da dove- e- le ha sparato. Abbiamo sentito il colpo ma era troppo tardi... L'aveva uccisa "
" cosa c'entra questo con Shini Goro?! E cosa ci dici di Kiku?! Sbaglio o non era il vostro leader?! "
" Kiku era solo una pedina del loro gioco. Nemmeno lui aveva idea di cosa stesse succedendo. Quando la polizia ci trovò fu arrestato immediatamente come sospettato principale del rapimento... E presto anche dell'omicidio... Ma non era stato lui! Nemmeno Subaru pensava di scamparsela! Davvero, non sapevamo niente! E- dal nulla siamo stati incolpati come questa 'Shini Goro'! Non ho mai sentito questo nome prima di allora! Nessuno l'ha fatto! Eppure scoprimmo che la polizia di stava dietro qualche settimana dopo! E da un semplice gruppo tutti iniziarono a dire che fossimo teppisti, a criminali, a terroristi. Ogni cosa che succedeva riguardante alla scuola era sempre colpa nostra! Ma non facevamo nulla al riguardo! "
" quindi non sapevate nulla di Kiku? "
" niente! Come per lui: ci stava conoscendo per la prima volta. Non so se ha fatto altro per essere arrestato, o se ci avesse rinchiuso lì! "
" in pratica ci stai dicendo che Shini Goro... Non esiste? È un'assurdità! Andiamo! Tutto questo tempo eravate dei poveri illusi incolpati dalla società per qualsiasi cosa e non avete mai commesso alcun crimine? È ridicolo! Allora perché- "
" perché tutti ci hanno creduto? "
Interruppe Sumire le lamentele dell'altrx.
" dire che non esiste è errato. Secondo me Airi sta cercando di dire che è un concetto più astratto. L'effetto della verità illusoria "
Tutti la guardarono confusi e curiosi.
" detto in parole povere, è un effetto psicologico dove un'informazione falsa ti viene ripetuta numerevoli volte che inizi a credere sia vera. Non ha bisogno di un'origine precisa credibile, soprattutto se scritta online. Basta solo che venga ripetuta ovunque e tutti inizieranno a pensare a quella cosa senza sosta "
" in pratica ci sta dicendo che uno ha detto 'Shini Goro, Shini Goro, Shini Goro' e tutti gli son venuti dietro? Che gaslighting è mai questo... "
Borbottò Koharu.
Airi si illuminarono gli occhi.
Cadde di nuovo a terra perché ancora ci stava credendo.
Afferrò la mano di Sumire, piena di speranza.
" mi... credi? "
Qualcuno finalmente lì stava credendo?
" ... no, rimanete degli stronzi per averci messo qua dentro. Però non nego che tu stia dicendo qualcosa di vero. Chiamalo beneficio del dubbio se proprio ci tieni "
Non le importava, era già un progresso per lei. Era già tanto se qualcuno non le abbia sputato in faccia prima di chiamare i rinforzi. Era capitato fin troppe volte lì fuori. Nessuno lo ha mai creduti. Nessuno.
" spiegaci una cosa: come mai Subaru è il vostro leader e mastermind dietro tutto questo? "
" ... si è auto-proclamato come leader al primo processo, probabilmente per farci sembrare più terribili di quanto già non lo fossimo... "
" e mastermind? "
" ... "
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Freddo.
Fu ciò che lo riportò ai propri sensi.
Non solo del pavimento sottostante ma anche dell'aria attorno a sé.
Era gelida.
Tremava senza sosta, anche se non ne fosse cosciente.
Perché era così buio?
La testa girava, non solo per le domande confusionarie senza risposta.
Era come se fosse stata colpita violentemente da un oggetto pesante.
Per quanto spaventosa, c'era della familiarità in quel dolore.
E, cielo, quanto la odiava.
Il momento di realizzazione fu cruciale.
Tutti i ricordi vennero subito a galla, come dei flash di una fotocamera.
La conversazione con Sumire.
Persino quella con Airi.
Vaffanculo Airi.
Era opera sua tutta questa, no?
Ovunque si trovasse, l'avrà trascinato lei come un sacco per qualsiasi piano in mente.
Frammenti di ricordo lo colpivano di quella scena, anche dopo il colpo subito.
Era sfocati, confusionari, eppure c'erano.
E gridavano tutto che tranquillità.
Dove era questo posto?
Il cuore si appesantì.
Dove cazzo si trovava?!
Cercò di alzarsi nel tentativo di correre via.
Fallì ancora prima di poter stare sulle sue ginocchia.
Per qualche motivo, qualche diavolo di motivo, le gambe e le braccia non si muovevano a dovere su quel pavimento gelido.
Le caviglie erano accavallate una sopra l'altra, impossibile separarle per alzarsi.
Non poter usare gli arti superiori però xlx fece ancor più paura.
Erano dietro la sua schiena, i polsi tenuti stretti mentre si incrociavano a loro volta.
Le mani erano forzate in dei pugni.
Quando tentava di aprire i palmi c'era una barriera appiccicosa e di plastica che glielo impediva.
Il respiro si velocizzò.
Rotolò su un fianco e tentò di liberarsi in qualche maniera.
Tirava i polsi lontani, l'unica cosa che si susseguiva era stanchezza alle braccia.
Apriva i palmi, eppure rimanevano bloccati in quella posizione scomoda.
Merda, merda, merda.
Cos'era che lo bloccava? Corde? Nastro adesivo? Perché?! Perché avrebbe dovuto conciarlo in quella maniera?! Cosa cazzo voleva da lui?!
Tentò ancora di liberarsi, rotolando sullo stomaco per più ampiezza.
Niente, cazzo, niente.
Faceva solo un male cane.
Perché ovviamente non bastava il colpo alla testa, eh! Doveva metterci pure questo in mezzo!
E- e si moriva di freddo.
Perché faceva così freddo lì?!
Era come se non stesse nemmeno indossando la sua gia- oh...
E le spalle erano congelate.
Era seriamente rimasto in quel binder e pantaloni?!
Questa è pazza, pazza.
Da portare al manicomio.
Aspetta solo che ne esca da qui ed Airi avrà i giorni contati, cazzo.
Non gliela lascerà passare liscia.
Comunque non riusciva a vedere dove si trovava!
Per quel che gli riguarda poteva stare in una stanza vuota senza via d'uscita.
... E se lo fosse realmente?!
Non aveva alcun modo per capirlo, cazzo. Per quanto si sforzasse, vedeva solo nero in quella stanza... Sempre se non fosse statx bendatx da quella imbecille.
Più rivelazioni scopriva, più il panico aumentava, più voleva che questo fosse un incubo e uscirne fuori.
Appoggiò la testa sulla superficie gelida e la strisciò.
Sì, qualcosa era incastrato fra i capelli e sì, circondava tutta la sua testa.
Bene, wow, ottimo.
Cosa voleva dopo questo?
Un trofeo per migliore rapitrice e bastarda?
Glielo avrebbe decisamente dato. In faccia. Con tutta la rabbia che provasse adesso.
Rilassò i muscoli, cercando di calmarsi e pensare lucido.
Era bloccato da qualche parte senza sapere dove, quando e perché.
Dove aveva sentito ciò prima d'ora?
"Axel" fu il primo nome che gli venne in mente. Merda. Si era sentito così impotente quando fu rapito da Valeria?
No- nono- non pensarci, Asahi.
Non ora.
Non c'è tempo per questo.
Cerca di trovare una soluzione.
Certo, doveva cercare di alzarsi o, almeno, strisciare pur di capire dove si trovasse ed uscirne. Magari qui dentro ci sarà qualcosa che poteva aiutarlo a slegarsi, no? Doveva esserci!
Portò le gambe al petto, aprendole subito dopo farlx muovere in avanti, proprio come un verme.
Oddio- verme era un animale troppo disgustoso a cui essere comparato anche ora, però che altre vie aveva?
Dei passi.
Si fermò.
Le sue orecchie lo stavano ingannando, vero?
C'era qualcuno dentro la stanza con lui?
Quando era entrato?
Non dirgli che stava a guardarlx nel suo tentativo di fuga.
" A... Airi? "
Un piede si appoggiò sul fianco e lx spinse con forza, facendolo nuovamente rotolare e tornare a pancia in su.
" c-che vuoi?! "
" Hana, si è svegliato "
Era la voce di Haruki, non della sarta.
Doveva riconoscerlo dalle suole dure e profonde che andavano nella pelle.
Una domanda sorse spontanea: dove era l'altra?
Quella stessa voce conteneva un nome.
Uno che non voleva sentire per niente al mondo.
Una porta si aprì, seguita passi e la voce della sorvegliante.
" davvero, di già? "
" che significa?! "
Esclamò il giocatore di scacchi cercando di guardare verso la direzione della voce.
" fai quello che devi fare, sono fuori "
" nasconditi, vedi che Shiori ci sta cercando "
" pronto??? Potete rispondermi??? Cosa volete??? "
Era come se lo ignorassero, mentre il suo cuore batteva sempre di più.
" puoi sempre stare con me "
" ... no, non mi va di sentirlo urlare "
" urlare? Siete scemi! Liberatemi, cazzo! "
Cosa significava?!
Urlare per cosa?
Lx stava veramente lasciando da solx con quella pazza?
No, no, no, no.
Tutto ma non da solx con Hana.
Non poteva nemmeno immaginare cosa passasse nella sua mente-
I passi di Haruki si allontanarono e la porta si riaprì.
" no- fermo- "
Ti prego, ti prego, ti prego.
Tutto ma non lasciarlx lì in quelle condizioni da solo.
Perché avrebbe dovuto urlare?
Perché non voleva sentirlo?
Perché Shiori li stava cercando?
La porta si chiuse e con sé qualsiasi possibilità di non cadere nelle grinfie della strega.
Lo stomaco si contorse.
Un respiro profondo uscì dalle labbra dell'altra, uno che doveva esprimere sollievo.
Asahi era tuttaltro che sollevatx.
Tentò di rotolare a pancia in giù, venendo riportato alla posizione di partenza dalla castana per impedirgli di poter muoversi ulteriormente dal pavimento. Riusciva a sentire come se la rideva sotto i baffi a vederlo in tale maniera. Una volta arresx fu afferrato dalle ascelle e portato in una posizione seduta, schiena attaccata al muro ruvido, testa pendente che tentava di alzarsi.
" niente più da dire? "
Suonava così divertita.
L'irritazione e la paura prendevano sempre di più il sopravvento.
Da una parte non riusciva a trovare le parole giuste e assenti di conseguenze, dall'altra non xlx importava altro che non mostrare questa insicurezza.
" ... vaffanculo- "
" come siamo volgari, tesoro "
" giuro che se non mi lasci- "
" 'ti picchierò'? 'Ti toglierò ciò che ti è più caro'? 'Ti ucciderò'? Tenta di essere più originale se proprio vuoi incutere timore "
" la smetti?! "
" perché dovrei? Non sono io quella legata che rischia di dire la cosa sbagliata nel momento sbagliato senza nemmeno chiedere domande "
Nel tentativo di ricomporsi, Asahi fece una piccola pausa.
" dove sono? "
" mh, dovrei risponderti? "
" certo, brutta stro-"
" come non detto, hai appena perso un indizio "
" cos- mi prendi per il culo?! "
" ed anche i privilegi di uno snack "
" ti pare un gioco per caso?! "
" Asahi, non farmi togliere pure l'acqua! Sai quanto ti farà male la gola dopo tutto questo? "
Portò i polsi legati da un lato e li estense quanto più potesse verso l'altra, in un fallito tentativo metterle le mani addosso poiché si sentisse preso per un bimbo dell'asilo nido. Oltretutto di cosa diamine stava blaterando?!
Hana, in risposta, rise.
" va bene, come vuoi te "
Aggiunse accovacciandosi al suo livello.
" niente risposte, niente cibo, niente acqua, e se staremo qui abbastanza puoi anche scordarti di dormire "
" p-puoi chiudere quella fogna per una cazzo di volta?! "
Si fece sfuggire la paura nel tono, risultando più pietoso che aggressivo.
" certo che non impari proprio dai tuoi errori. È inutile parlarti se non fai altro che insultarmi "
" forse perché te lo meriti, idiota. Pensi- pensi davvero di passartela liscia? Vedrai che quando noteranno la mia assenza- "
" chi ti dovrebbe salvare? "
Lo interruppe apatica.
Xlx corvinx mandò giù la saliva.
" dopo tutto ciò che hai fatto, pensi gliene importi qualcosa? "
Si sbagliava, si sbagliava di grosso... Vero?
" ed anche se fosse, questo è il mio gioco. Ti troverò in un batter d'occhio e ti riporterò qui dentro. Non importa quante volte, non importa come, non importa chi morirà nel processo "
Sudò freddo ed aprire bocca fu impossibile.
" così va molto meglio. Ora, ti concederò una seconda possibilità come ricompensa: altre domande? "
" ... perché sono qui? "
La pausa dell'altra lo fece agitare ancor di più. I passi e respiro si allontanarono da egli, tornando subito dopo.
" ho in mano il tuo E-Handbook. Sai le regole al suo interno, no? "
Esitò prima di annuire debolmente.
" e sai che quando un giocatore infrange le regole c'è una sanzione da pagare... No? "
" n-non ho mai infranto una regola- "
" numero cinque: la violenza contro i sorveglianti è severamente vietata "
Oh... Oh...
Era di quello che voleva parlare?
L'attacco ad Haruki giorni e giorni fa?
Perché adesso?!
" è-è acqua passata, dai- "
Si fece prendere dal nervosismo.
" sarò io a deciderlo "
" non puoi prendertela con me! Insomma! Non è stata una mia idea! Semmai sono quello più innocente fra tutti loro- "
" bugiardo. Valeria mi ha detto che siete stati in due ad organizzare tutto "
" ah-ahah- davvero credi a quella scema? Non farmi ridere- "
Vaffanculo pure a lei. Se fosse ancora viva le avrebbe messo le mani addosso.
Hana fece un passo pesante in avanti, spaventandolx e portando le gambe al petto per un minimo di protezione.
" non sei giusta! Non l'ho nemmeno sfiorato- ho solo dato un'idea- non l'ho toccato e, soprattutto, non gli ho fatto male! Te la stai prendendo con la persona sbagliata- è un errore innocente, ti perdono. Che ne dici di scusarti lasciandomi andare? Non ne farò parola con nessuno e- "
Fece un altro passo, facendolo piegare su se stesso.
" tu, lei, Koharu, Shiori ed Akihisa "
" vedi che non sono l'unicx? Se proprio devi punire qualcuno quelli sono Shiori e Akihisa! Hanno sferrato i colpi più pesanti e gli hanno fatto più male e non ti scordare che Shiori ha puntato la pistola contro di lui e quasi fatto soffocare e legato ad una scala- e- e- "
" a Valeria ho sottratto la possibilità di mantenere una promessa uccidendola, a Koharu la sua unica sicurezza dando ad Airi quelle pillole, a Shiori la tranquillità spirituale esaurendo l'Amenoseo nel suo sistema, ad Akihisa l'unica cosa che lo legava all'esterno bruciando quel mazzo di carte. Manca qualcuno, no? "
Aveva paura di chiederglielo.
" cosa vorresti sottrarre da me? Una scacchiera? Sapevi che ci tengo molto a quella giacca- "
" la tua voglia di vivere "
Il battito del cuore cessò così come il respiro.
... Cosa voleva fargli?
Si alzò da terra, allarmandolx.
Tentò di seguirla, cadendo miseramente dalla posizione seduta come risultato.
" dove vai?! Ehy?! "
La sentiva frugare dentro un cassetto. Gli oggetti che sbattevano fra di loro diventavano più rumorosi al secondo.
Era lì, ancora lì, che cercava qualcosa.
Non sapere cosa gli dava solo più ansia.
Doveva uscirne, doveva uscirne, doveva uscirne.
Come, però?!
Che possibilità aveva di farle ripensare tutto questo!?
Provò per l'ennesima volta a liberarsi dal nastro attorno ai polsi, più panicava e più forte era la grinta e, di conseguenza, più si stancava nel suo fallimento.
" v-vuoi delle scuse? Te le concedo! Scusa! Scusa se ho pianificato tutto quello stupido piano! Scusa se ti ho disturbata! Scusa per avergli fatto male! Posso anche dirlo in faccia ad Haruki, se vuoi! Davvero, mi dispiace un sacco. Me ne pento! Sei inarrestabile persino per un trucchetto come quello! Farò di tutto per farmi perdonare ma lasciami andare! "
In tutto questo era riuscitx a tornare sulle ginocchia, abbassando il busto così in basso che la testa toccava terra. L'ennesimo segno di scuse.
Smise di frugare in quell'istante.
Aveva... Funzionato?
Ci era riuscitx?
Alzò il capo sentendola avvicinarsi.
Due lame aprirsi si susseguirono, come delle forbici.
" se rompi qualcosa e chiedi scusa, ritorna ad essere come nuova? "
" ... "
" vedo che sai la risposta "
Con un calcio lo sbatté con la schiena al muro, provocando l'ennesimo mal di testa.
" ah... ahia- "
Sentì un oggetto freddo passare sul proprio corpo, paralizzandolx.
Andava dalla cintura, al diaframma, al petto scoperto, fino al collo esteso verso l'alto. Alla guancia le due lame si riaprono, attaccate sulla pelle e pronte a tagliarla via. La punta di una era pericolosamente vicina alla benda, seppur dovesse protteggerlx aveva la sensazione di poter avere l'occhio cavato da un momento all'altro. La seconda lama stava invece dietro l'orecchio. Anche un solo respiro poteva rivelarsi fatale.
Hana aveva ben impressa in mente questa scena, soprattutto come si sentisse l'altro dall'altra parte.
La paura di muoversi, di dire la cosa sbagliata, di morire.
La voglia di piangere, tornare in un posto sicuro, di vivere.
Questa volta però Fukui non c'era.
Non era lei la vittima, ma la carneficie.
Aveva lei il coltello dalla parte del manico. O, in questo caso, le forbici.
Non sarà lei ad urlare, non sarà lei a soffrire.
Non si dovrà sentire dire ramanzine, insulti, oppure parole dolci che tentavano di calmarla prima che arrivasse l'ambulanza.
Niente "taci", "aborto disubbidiente", "te lo meriti".
Niente "shh, calma", "tesoro", "andrà tutto bene".
E cazzo che sensazione potente che fosse giocare quel ruolo.
Provava questa adrenalina ogni volta che rimanevano da soli?
Provava questa malsana gioia quando sapeva di potersela scampare?
Era così, ma così sbagliato.
Era così, ma così pazzesco.
" sai cosa facevano all'orfanotrofio ai bambini ribelli? "
Avvicinò lo sguardo a quello della sua vittima che, se non fosse cieca, starebbero sicuramente a guardarsi dentro gli occhi.
Sentiva il suo respiro farsi sempre più vicino, sempre più vicino.
Giurava di poter sentire le punte del naso sfiorarsi.
Fu lì che si buttò.
Raccolse la saliva prima di sputargliela in faccia, nella speranza di beccare un occhio.
" EW- ew ew ew- "
La castana si buttò indietro mentre strofinava via con disgusto quella roba viscida.
Per Asahi questa era un'opportunità.
Strisciò verso dove era provenuto il rumore della porta aprirsi e chiudersi.
" AIUTO! C'È NESSUNO?! AIUTO! AIUTO! SONO QUI! VI PREGO, QUALCUNO! "
Gridò nel suo tentativo di attirare l'attenzione.
Doveva attirare l'attenzione!
Qualcuno sarà pur fra i corridoio dietro quella porta, no?!
Fu tirato dalle caviglie, riportandolo al punto di partenza, se non ancora più lontano da quest'ultimo.
Per l'ennesima volta fu un tentativo fallito. Eppure non si arrese.
" NO- MOLLAMI- AIUTO! "
" brutto- "
Iniziò a scalciare avanti e indietro pur di togliersela di dosso.
Niente, teneva duro.
Per quanto ci provasse non lasciava andare.
Fu portato a pancia in giù, mani intrappolate in aria.
E Hana si sedette poco sopra di esse, comprimendo non solo il movimento ma anche il respiro.
" togliti- di mezzo- "
Ordinó fra un affanno e l'altro.
Una mano afferrò il suo mento da dietro, portandolo in alto e scoprendo il collo.
Ancora una volta sentì quelle forbici fredde sulla sua pelle. Questa volta solo la punta che veniva schiacciata sul collo, pronto a trapassarlo in qualsiasi istante.
" shh- fallo un'altra volta e peggio per te "
Bisbigliò nel suo orecchio, facendo scendere un brivido giù per la schiena.
" ora, mi alzerò lentamente. Se proverai a fare altri movimenti bruschi sentirai una fontana uscire dalla tua gola, intesi? "
" mh... "
Fu l'unico rumore in grado di far uscire. Hana l'accettò come un 'sì'.
Allontanò la forbice dal collo, quale già lasciò un punto rosso evidente sulla pelle.
Toccò all'altra mano. Mollò la presa piano piano e la via aerea si liberó di poco.
" vaffanculo... "
Sussurrò a malapena con quel poco di ossigeno.
La testa fu riportata in una posizione scomoda, questa volta però tirato dai capelli della nuca.
" dillo ancora se hai fegato "
Quel tono minaccioso, la presa ferma- perché aveva parlato?
" ... va-vaffanc- "
Qualcosa lo graffiò sul collo, interrompendolo a metà.
Zitto, doveva starsene zitto.
Lo sapeva, ma se non parlasse come avrebbe fatto sentire la sua voce?
Provò del liquido, una goccia, scendere giù fino al petto.
" ah...- "
" questo è un avvertimento, dato che ti piace tanto fare il gradasso "
Lasciò la testa di violenza, sbattendo il viso sul pavimento.
I respiri di Asahi si facevano sempre più corti ed affanati, pensando ancora solo ad una cosa: uscirne da qui vivo.
Il peso del corpo si alleggerì, grazie al cielo, potendo tornare ad inoltre ossigeno come si deve.
Prese respiri profondi, sia per calmarsi che per necessità basilare.
Pensa, pensa a qualsiasi cosa.
Un modo ci dovrà pur essere per uscirne da qui, no?!
Bastava solo non farsi prendere dal panico.
Era un giocatore di scacchi in fondo! Doveva sapere come pensarla più razionalmente in momenti di pressione!
Certo, nel suo caso erano semplici partite a tempo e non un rapimento alla cieca-
Snip snip
Dei brividi per metà di una coscia lo allarmarono.
La forbice quasi toccò la pelle.
D'istinto scalciò per bloccare qualsiasi attività che stesse facendo.
" cosa- "
" e stai fermo- "
" FERMA- FERMA- "
Il corvino pregò da qualsiasi cosa stesse facendo, senza smetterla di muoversi in modo violento.
Doveva andarsene, doveva andarsene, dovevandarsenedovevandarsenedovevandarsenedovevandarsenedovevandarsenedovevandarsenedovevandarsenedovevandarsenedovevandarsenedovevandarsene-
Sbatté la testa sul pavimento, forte.
Una, due, tre, quante volte l'altra continuava a muovere la presa nei capelli.
Non teneva il conto.
Non poteva tenere il conto.
Ad ogni colpo sentiva lo scheletro fare crack.
Ad ogni colpo il respiro si bloccava.
Ad ogni colpo tremava come una foglia.
Ad ogni colpo le lacrime volevano scendere non solo dal dolore fisico, ma anche dei ricordi.
Cazzo che idiota, idiota.
Perché doveva sentirsi così ogni volta che sbatteva la testa?!
Stupido ed impotente.
Mandato in panico per la paura di morire.
Lo odiava, odiava tutto questo.
E nel mentre Hana andò avanti a tagliare via le maniche dei pantaloni, lasciandolx scoperto fino a metà delle cosce.
Era così, così nudo.
Nudo e vulnerabile.
Non poteva fare altro se non continuare a pregare che un miracolo accadesse.
Fu girato a pancia in su, schiacciando le dita sotto la pressione della schiena.
Il piede della castana andò sulla ferita in processo di guarigione. La stessa ferita di quando cadde in piscina.
" mi hai solamente dato un motivo in più per farti questo "
Lascialo in pace, lascialo in pace.
" ti consiglio di prendere un bel respiro. Al mio tre, okay? "
Smettila, smettila.
" uno... "
Non lo voleva.
" due... "
Voleva solo tornarsene in camera.
" tre! "
La mente perse la capacità di pensare.
Era un nucleo vuoto, in grado di ricevere solo stimoli.
E questi non eramo tutt'altro che positivi.
" oggi volevo proprio farmi riccia, ma vabbè, anche così è divertente usare la piastra "
La superficie bollente fu schiacciata su una delle cosce in verticale, seguendo il femore.
Il calore passò subito ad essere insopportabile.
La pelle bruciava sotto il metallo.
" AH- AAAAAAAAAAAAA- "
Toglielo di dosso, toglielo di dosso-
Bruciava, bruciava così tanto che sembrava essere cotto a puntino.
Smettila, smettila, smettila.
Quando lo tolse provò un tale sollievo.
Le lacrime agli occhi non si fecero aspettare, combattendole mordendo il labbro inferiore.
" sei... malata cazzo "
" come scusa, puoi ripetere? "
" sei- AAAAAAA- AAAAAA- AAAAAA- "
Questa volta affondó sulla gamba opposta, sul polpaccio ad esser precisi.
Tentò di scalciare ma fu inutile, anzi, fece più male poiché prendesse più area.
Lo levò, grazie al cielo, però non ebbe tempo di cantar vittoria che andò molto più sopra, sulla coscia opposta, questa volta in orrizontale.
" SMETTILA- SMETTILA- BASTA- BASTA- BASTA-! TI PREGO! "
Lacrime iniziarono a bagnare il suo viso. Passavano attraverso e sotto la benda, diventando presto fiumi.
Voleva che finisse.
Voleva uscire.
Voleva tornare in camera.
Un dolore come questo era fin troppo insopportabile, anche per lxi che aveva un'alta tolleranza.
Inarcò la schiena all'indietro, scuotendo la testa in segno di "no".
Tirava gli arti da una parte all'altra con tutta la forza ed il brivido in corpo.
Come se fosse lui a decidere quando smetterla.
Continuava a supplicarla nel risparmiarlo.
Non riusciva a comunicare in frasi ordinate.
L'ennesima separazione buttò la schiena a terra, tossendo mentre naso, occhi e sudore rendevano il viso una fontana.
" ow, ti ha fatto la bua? ~ "
Stai zitta, cazzo, stai zitta.
Non aveva la forza di dirglielo in faccia.
Ogni volta uscivano solo singhiozzi e respiri pesanti e rumorosi.
Il petto saliva e scendeva ad una velocità mai pensata prima d'ora.
" v-va... vaffa... "
La castana sbuffò, come se fosse annoiata ed esausta da una risposta così poco originale e ripetitiva.
Gli tirò un calcio nello stomaco, portandolo a sdraiarsi di lato e chiudere le gambe al petto.
" b-basta... "
" oh no, siamo già a metà della sessione, mica ti puoi tirare indietro adesso! "
Lo afferrò per il gomito più vicino, ricevendo strittonate deboli come protesta.
" no... No- t-ti prego... "
" dovresti parlare più forte, sai? A stento riesco a sentirti- "
Per l'ennesima volta provò quella sensazione di bruciore pervaderlo, più precisamente sul braccio.
Morse il labbro, forte.
Stava usando tutte le energie pur di non darle ciò che voleva.
" sei uno stupido! "
Eppure il metallo affondò ancor più di prima, scavando un buco sotto l'epidermide.
Asahi pianse ed urlò allo stesso tempo, ferendosi in mal modo alla bocca, lanciando la testa all'indietro, tirando via pateticamente.
Dal braccio passò all'avambraccio dello stesso arto, anche lì affondando quanto più poteva, finché non vedeva lo strato sottostante rosato.
" BASTA- BASTABASTABASTABASTABASTABASTA- "
" vedi, ora sei più chiaro "
Lo prese in giro.
Lasciò la presa ed xlx corvinx cadde, raggomitolandosi su se stessx.
" non essere timido, mostrarmi l'altro braccio "
Gli lasciò il tempo di formare una parola di senso compiuto fra quei singhiozzi.
" n-no... "
" 'no'? "
Scosse la testa debolmente, rendendo il messaggio chiaro.
L'istante dopo fu tirato di forza sull'altro lato.
L'utensile infuocato andò a contaminare il restante arto sano, lasciando l'ennesima scia rossa e calda e dolorosa. Non una, non due, ma bensì tre volte. Una sull'avambraccio, due sul braccio che formavano una X assai irregolare.
Le lacrime continuavano a irrigare il viso e pavimento sottostante.
Ad ogni colpo sentiva di starsi distaccando sempre di più con la realtà.
Erano le sue urla quelle?
Era il suo dolore quello che provava?
Perché era tutto così... Ovattato?
Doveva trattarsi di un incubo, vero?
Un brutto, crudele ma insignificante incubo.
Il corpo tremava, scattava di movimenti bruschi ed involontari fra un singhiozzo e l'altro.
Basta, ti prego basta.
Sarebbe morto di questo passo.
Un altro colpo e sarebbe stata la sua fine.
Almeno una volta, risparmialo.
" shhhh "
Cercò di zittirlo, sedendosi sulle sue gambe affianco all'altro. Prese il suo capo e lo fece sdraiare sulle sue cosce a faccia in su.
Sarà pur stato metà scoperto, ma la sua intera miseria era chiara.
La guance ed il naso rossi.
Il naso che colava.
Il labbro inferiore sanguinante a causa dei morsi.
I capelli scompigliati.
Il tutto coperto da uno strato di liquidi.
Lacrime, sudore, sangue quel che fosse.
Era così ridicolo mentre tremava.
Era così umiliante mentre gemeva.
Era così distrutto mentre cercava di comporre frasi di senso compiuto.
Non poté contenersi da un sorriso contorto, malsano, quasi come se ne andasse fiera.
Era proprio quella la reazione che desiderava vedere perché sapeva di esserci riuscita.
Lo stava distruggendo, rompendo in mille pezzi.
Proprio come Fukui faceva con lei da piccola.
Passò una mano sulle sue guance, togliendo ogni ciocca attaccata per via del sudore.
Cercava di staccarsi da quelle carezza con movimenti brevi e veloci, ovviamente senza successo.
Qualsiasi tocco, qualsiasi, era un possibile danno a sé.
Percepiva tutto come un pericolo.
Anche le sue carezze.
Con il pollice tentò di asciugare uno dei fiumi di lacrime, delicata e dolce quanto potesse.
" ah... Ahia... "
" shhh, è quasi finito "
Scosse la testa leggermente.
Hana afferrò il ciuffo più lungo della sua acconciatura. Ci giocò facendo nodi fra le dita.
Il ritmo del petto stava lentamente frenando.
" no... non più... "
" sii paziente, siamo al capolinea "
Da una mano accarezzante si trasformò ad una presa al mento rude, girando lo di lato per rivelare parte del collo.
Da una mano giocosa fra i capelli si trasformò nell'ennesima ustione sulla parte laterale del collo.
L'intero corpo si paralizzò.
Prese un respiro prima di gridare ad interi polmoni, ad una altezza e rumore che mai pensava appartenere alle corde vocali distrutte.
" AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA- "
Era questa la sua fine?
Sarebbe morto così?
Poté sentire una falsa speranza influenzarlo quando lasciò fin troppo presto la pelle, tornando più atroce di prima al secondo giro.
Quanto passarono?
Istanti? Secondi? Minuti? Ore?
Stava perdendo sensibilità da ogni parte immaginabile, allo stesso tempo bruciava più forte che mai.
Ah... Ahahahah.
Ahahahahahaha.
Era questa la sua morte, vero?
L'avrebbe strozzato con quell'oggetto pur di divertirsi.
Era questo il karma per le sue azioni?
Per non esser sempre stato buono?
Per esser un'egoista?
Per aver fatto ad male ad altri?
Se questo era un assaggio dell'inferno, non desiderava sapere come fosse il resto.
Non lo voleva.
Non voleva finirla così.
Non ora.
Se l'era promesso a se stessx tempo fa.
Che avrebbe vissuto pur di dimostrare di esserne in grado.
Però, cazzo, era impossibile.
La fila di pensieri frenó quando finalmente quella tortura fu gettata via.
Tornò brevemente ai suoi sensi.
Hana si alzò e corse verso l'altra parte della stanza.
" cosa... "
Si lasciò sfuggire preoccupata, prima di correre verso l'uscita.
Aprì la porta.
Ed Asahi non sentì niente per un paio di secondi.
La porta si chiuse.
Era... Uscita?
L'aveva lasciato lì da solo?
Dove andava così di fretta?
Da quel gomitolo formato, alzò la testa verso dove era provenuto quel rumore.
Aveva ancora una speranza?
" a-aiuto... "
La gola, come il resto del corpo, era stata massacrata.
Le corde vocali rendevano la voce debole e rotta.
Non poteva rinunciarci adesso!
" sono... qui-! "
Ancora un po'.
Doveva resistere ancora un po'.
" vi prego... "
C'era ancora speranza.
Prese un respiro profondo.
" AIUTO! QUALCUNO! PER FAVORE! AIUTO! "
Strisciò verso l'ipotetica via d'uscita con le forze rimaste. Minime, ma erano lì.
Anche se di pochissimo, si muoveva.
Una volta che pensò di essere abbastanza vicino riuscì addirittura ad alzarsi sulle sue ginocchia.
" SALVA- MPFH- "
Fu interrotto da un pezzo di stoffa che andò fra i denti, venendo avvolto attorno al capo.
" dovevo saperlo "
Cosa ci faceva lì?!
Non era uscita?
Non dirgli che... Aveva fatto finta?
Asahi scosse la testa violentemente, sperando di rallentare il processo, eppure il nodo dietro la nuca si legò anche con fin troppa facilità.
Non solo non poteva alzarsi.
Non solo non poteva usare le mani.
Aveva perso anche l'abilità di parola.
Le mani di Hana strisciarono le sue spalle, andando verso la fine del collo, massaggiandolo e mandando segnali di rilassamento nel sistema dell'altro.
" sh, è finito. Non ti farò del male adesso. Starai zitto per me, vero? "
Smettila.
Non voleva questa sensazione di piacere, di sonnolenza.
Si buttò in avanti e gridò da dietro il bavaglio per tenersi sveglio. Niente di abbastanza forte da essere sentito dal di fuori.
" shh, è inutile "
Lo riprese fra le sue grinfie, andò avanti a massaggiare quel punto, nonostante le numerose ma deboli proteste.
Quei movimenti, quel filo di voce morbido e sicuro.
La stanchezza stava prendendo il sopravvento, lasciandolo come un bambolotto senza vita.
Voleva continuare a lottare, scalciare, urlare, però era fin troppo stancx...
Hana lo tirò verso un punto più lontano della stanza, lentamente, dolcemente.
Asahi oramai non rispondeva più, intrappolato dalla stanchezza.
Una mano toccò il suo capo, delicatamente portandolo sempre più in basso.
Si aspettò quel freddo pavimento andargli incontro, invece provó del morbido.
La sua giacca come cuscino.
La familiarità portava un senso di pace sbagliato.
Nei ultimi momenti di lucidità capì.
Di esser abbandonato a se stesso.
Altre lacrime presto fuggirono.
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Ancora una volta buonasera signoria di buona corte.
Eccoci finalmente con un capitolo!!!
Come sempre spero vi sia piaciuto, che non abbia fatto troppi errori grammaticali, e che non vi abbia destabilizzato troppo.
I commenti sono sempre aperti, anzi, per la parte delle informazioni mi piacerebbe sapere se sia stato tutto chiaro perché credo che le cose si complicheranno da qui. Insomma, se non capite adesso posso sempre farvi un riassunto delle informazioni importanti 😭.
Ma anche altri commenti sul resto del capitolo sono sempre accettati.
Non credo di voler dire altro, quindiii
Buonanotte a tutti <33.
— 𝕰𝖑𝖎𝖟𝖆
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