❱ 𝗖𝗛. 𝗜𝗩, 𝗔𝗖𝗧 𝗜: 𝖠𝖥𝖳𝖤𝖱𝖬𝖠𝖳𝖧 ❰

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" perché non mi rispondi, insomma?! Non startene lì ferma e dimmi qualcosa! Qualsiasi cosa! Che mi odi! Che ti dispiace! Che avevi una ragione dietro! Che vuoi provarci ancora! Ti prego! Tutto ma non farmi questo! "

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Da ieri notte non aveva smesso di fissare quella fotografia.
Anche quando dormiva, cercando riposo dopo il terzo processo, riusciva a vederla chiara e cristallina.
Quella posa.
Quel contenuto.
Quell'intento.
Non c'erano dubbi che l'avesse fatto.
Aveva tutti i motivi, anche se stupidi a suo parere, per agire in quella maniera.
Nonostante ciò una parte si sé si domandava "perché? ".

Perché farlo? Lo odiava così tanto?
Perché farlo? Non se ne sarebbe pentito?
Perché farlo? Perché farlo?
Andava sempre così con ogni individuo che reputava indecente.

Il suo cervello le diceva semplicemente come fossero dei bastardi, senza animo né empatia, disposti a fare di tutto per il loro compiacimento.
Niente di più, niente di meno.
Le persone così non meritano spiegazioni.

Mentre il suo petto le poneva sempre questa domanda: perché?
Perché comportarsi in maniera così vile?
Perché ferire gli altri per il proprio compiacimento?
Voleva sentire le loro spiegazioni.

Forse era proprio questo contrasto che l'aveva portata sulla strada del giornalismo. Tuttavia, alla fine del giorno, anche se avesse ottenuto le sue benedette risposte, li odiava con tutta la propria anima.
Proprio come odiava quella persona nella foto.

Un azione che aveva scaturito una reazione a catena enorme, oppure una parte del dominio che cade?
Qualsiasi ruolo avesse preso parte una cosa non vedeva l'ora di fare: usare ciò contro di lui.

Ancora non era soddisfatta da quell'attacco ed ora non solo aveva del materiale da ricatto, ma anche in motivo in più per odiarlo? Due numeri importanti in questa equazione complicata, quale risultato era solo uno: la derisione cui verrà sottoposto.

Si poteva definire sadica o giusta per questo? Forse proprio entrambi. Rimaneva un motivo per alzarsi quella mattina nonostante il processo e... L'incontro con Haruki.

Non ne voleva proprio parlare.
Lo detestava e, per quanto avesse provato a convincersi del contrario in passato, dopo l'inizio del killing game non poté far altro che vederlo alla stessa maniera. Oh, sapere di avere una storia dietro con quel soggetto la irritava ancor di più. Non poteva fare a meno di rosicare e mangiarsi le unghie lunghe al sol pensiero, cosa che stesse facendo inconsciamente in quel momento.

Basta, non pensarci più.
Ci sono fin troppe cose a cui pensare.
Non solo questa nuova informazione, non solo la presenza di quello, in mezzo c'erano anche le varie morti ed il processo.
Anche qui, al sol pensiero la negatività cercava di divorarla dall'interno velocissima.

Perciò, non pensarci per ora.
Non è che non hai obiettivi in futuro per dover pensare al passato.
Non è che devi soffrire quando sapevi che davanti poteva ancora andare come volevi te.
... O almeno così la pensava.

Fu allora che si alzò realmente dal materasso e già si dovette buttare di nuovo giù su di esso sentendo la schiena bruciare.

" a-ahia... "

Si tappò la bocca per evitare altri gemiti di dolore. Era riuscita a sdraiarsi nella posizione perfetta che si era completamente scordata del piccolo regalino fatto da quella esplosione.
Era... Una sensazione così rivoltante.

Come se stesse andando tutto in fiamme.
Come se mille aghi la pungevano.
Come se le ossa fossero visibili.
La pelle era così irritata che a sfregarsi con la miriade di bende si paragonava alla carta vetrata.
Come se fosse un tessuto sconosciuto e non voleva far altro che strapparlo via dai muscoli.

Prese alcuni respiri profondi tentando di metabolizzare ciò e già malediceva il ieri con tutti gli insulti in tutte le lingue a lei conoscenti. Come diamine era riuscita a sdraiarsi la notte prima senza troppi problemi? Effetto di quei antidolorifici? Come diamine si sarebbe alzata senza l'aiuto di qualcuno?

Guardò il soffitto con le mani unite, pensosa.
Dopodiché cercò di spostarsi d'un lato usando come appoggio il gomito di quello opposto. Il corpo si staccò dalle lenzuola, tornando a bruciare. Questa volta tentò di ignorare il dolore altrimenti non avrebbe più lasciato quel letto.

Quando ci riuscì si tirò su lateralmente, anche se la lentezza in cui lo fece era enorme.
Pensare che questa sarebbe stata la sua vita per un bel po' le faceva venir voglia di affondare nuovamente la testa nel cuscino a pancia in giù. Sentiva di non aver dormito abbastanza quella notte nonostante, per qualche oscuro motivo, era riuscita nell'intento da sola.
Supponeva un Killing Game le facesse questi effetti dopo un pezzo, anche se abituarsi a ciò non la faceva sprizzare gioia da tutte i pori. Chissà perché...

In quel momento vestiva solo una grande t-shirt bianca come pigiama che quasi faceva da vestito corto per la notte. Di sicuro non sarebbe andata a dormire con il proprio outfit quotidiano! Gonna, calze a rete, catenine... Non solo era scomodo da dormirci ma rischiava di rovinar pur tutta quella curazetta! Mica poteva permettersi tutto questo, anche se la situazione non si incentrava sulla moda.

Si diede una sciaquatta e si pettinó i capelli prima di vestirsi ed uscire di camera con l'intento di andare in cucina a fare colazione. Solitamente queste mattine quasi nessuno era presente, meglio per lei da un lato, ma peggio dall'altro perché dopo tre omicidi starsene in solitudine non era proprio le migliori delle idee.

Magari potrebbe andare a bussare alla porta di Shiori per chiederle di passare del tempo assieme.
Strano ma vero, nonostante i primi giorni l'avesse giudicata nel più crudele dei modi, ora riusciva a sentirsi al sicuro sotto la sua ala. Non andrebbe così lontano da ammettere di essersi sbagliata davanti alla sua faccia, eppure dentro di sé era cosciente di questo errore. La sua fierezza? Non proprio.
Tanto neanche Shiori sembrasse volesse avere delle scuse. Meglio per entrambe, o solo per ella stessa. In fondo rimaneva la persona che l'aveva medicata e alla fine si era sempre dimostrata una valida alleata. Ancora: non ammetterà mai ciò davanti alla sua faccia. Se lo sarebbe portato con sé fino alla bara, sepolta 6 metri sottoterra.

Anche camminare era risultato strano, non doloroso quanto alzarsi ma nemmeno tranquillo. Era più sopportabile... Se andava piano piano senza troppa fretta ma tutta la calma del mondo. Ed i muri certe volte aiutavano a tenersi su quando era già stanca.

Una volta aperta la porta di camera sua si ritrovò già compagnia presente nel corridoio, anch'egli sembrava essersi appena svegliatx data la postura ed il camminare flaccidi.

Akihisa continuava a battere il pugno sulla porta di fianco alla sua, quella di Shiori, con nessuno esitazione nel fermarsi prima di aver sentito la porta vicino aprirsi. Dunque si fermò sul posto con la mano in aria mentre guardava la giornalista sorpreso.

" ... Che fai? "

Ci fu un piccolo momento di silenzio prima che rispondesse in modo sarcastico.

" i cazzi miei "

Dopodiché tornò a bussare, evitando ulteriore contatto visivo.

" hai mai pensato che magari non è in camera sua adesso? "

" hai mai pensato che fare la saputella dà fastidio? "

Quando si rigirò per controbattere riuscì ad avere un occhiata più attenta al suo viso. Era leggermente più rosso sulle guance, la punta del naso e gli occhi lucidi. La mano libera invece non smetteva di giocare con uno deo tanti anelli fra le dita.

" stai bene? "

Corrugò le sopracciglia.

" a te che ti importa... "

" ow, did baby Hisa have a little and spooky nightmare ~ ? "

Fece un piccolo passo in avanti.

" ... la voglia che mi dai di tirarti un cazzotto ogni volta che ti vedo... "

Sbuffò xlx più bassx prima di allontanarsi dalla porta facendo qualche passo indietro e dirigersi verso l'uscita del corridoio stretto.
La castana inclinò la testa di lato prima di schioccare la lingua sul palato e prendere la stessa via, decisamente in modo più lento.

Ancora con sorpresa si imbatté in altre persone in cucina già a quell'ora. In sala da pranzo, infatti, quasi tutti i sopravvissuti alla notte scorsa stavano seduti alle loro sedie assegnate con dovuta distanza gli uni dagli altri. Questo vuoto pervadeva il cuore di chi facesse ingresso, paragonando lo scenario a quando tutti riempivano la stanza e conversavano rallegramente. Ora invece il silenzio più religioso li soccombeva a mangiare, chi più e chi con meno voglia, la colazione con gli occhi fissi sul proprio piatto, sempre se ne avessero uno.

" buongiorno "

Uno dei saluti più miseri che avesse mai lasciato uscire dalle labbra. Poche sillabe che facevano eco per tutta la stanza. Nessuna risposta. Solo qualche occhiata stanca e massimo un cenno di capo per riconoscere il tentativo di esser rimasta educata.

Si diresse in cucina e prese uno spuntino dolce ed una mela, era esitante di starsene in mezzo a quel silenzio eppure filò comunque poiché, di nuovo, stare da soli non sembrava le migliori delle idee.

Si prese un momento per analizzare ogni singola persona presente.

Akihisa l'aveva dapprima preceduta eppure non stava conversando con chi stesse cercando poco fa, huh...
Si chiedeva se la storia dell'incubo fosse vera e l'avesse tirato indietro in qualche modo.

Shiori invece cercava di star concentrata davanti al piatto anche se senza successo. Dava occhiate una volta ogni tanto come per accertarsi che niente cambiasse. Certe volte incrociava sguardi con ella ed il cartomante.

Koharu e Hyosuke era contraria alla medium. Tenere la testa in su sembrava impossibile ed a stento riusciva a non cederla e farla sbattere sulla superficie sotto la ciotola di cereali e latte.

Asahi era stranamente quello più tranquillo di tutti, tenendo gli occhi chiusi mentre masticava silenziosamente.

Naomi, rispetto al resto, era l'unico seduto a gambe incrociate e teneva la merendina fra le mani, nel frattempo la schiena si sdraiava sulla parte posteriore della sedia, guardando in avanti tutti con il mento leggermente verso l'alto.

Le venne spontaneo un ghigno a vederlo così.

" well, dear Naomi, qualcosa da dire? "

L'attore la squadrò, non capendo cosa volesse intendere con ciò. O, meglio ancora, facendo finta di non comprendere. Era certa che tutti aspettavano quel momento - ella più di tutti - ed erano certi che una riunione così non sarebbe successa da qui a breve per la seconda volta.

" ti sei scordato tutto il processo di ieri? Niente scuse? Suppliche? If I were you ammetterei che fosse stato imbarazzante "

Ora l'attenzione di tutti era rivolta su di egli, come degli spettatori silenziosi davanti al palcoscenico. La tensione saliva all'istante.
Mise la mano guantata davanti alla bocca mentre mandava giù l'ultimo boccone.

" I'm not speaking to you, no friend of mine treats me this poorly "

Diede un altro morso al pasto dopo il commento infantile.

" that's all you can say dopo aver traumatizzato un ragazzo innocente? "

" listen, non mi ha dato alcuna ragione per credergli "

" eppure ha passato un quarto del processo a provare la sua non-colpevolezza "

" well, they didn't state who else could have done it "

Shiori tirò un colpo di tosse, come se volesse correggerlo.

Fu allora che l'attore si alzò dal tavolo e lasciò la merendina su di esso.

" seriously guys? Parleremo ancora di questo? Right after three of us went the way of the dinasours? "

Domandó esasperato da tutte quelle occhiattacce che stava ricevendo.

" what if Axel doesn't want to hear about this, huh? È crudele da parte vostra continuare a portar a galla questo argomento senza il suo consenso "

" è anche crudele buttar gli addosso un secchio pieno di sangue che credeva vero "

Borbottò Hisa allora, seppur non guardandolo dritto negli occhi.

" it was an accident. At the end of the day, tutti fanno errori! Get over it! Separare il gruppo non è la migliore delle idee ora che siam pochi! "

" parla il santarellino. Cosa vorresti dirci adesso? Una parabola su come la vendetta sia spregevole e bisogna sempre perdonare il prossimo nonostante ti abbia fatto un torto? "

" n-no..! "

Si fermò pochi istanti prima di continuare.

" but that's because I don't know such story "

Aggiunse poi, facendo tirare dei sospiri esausti al tavolo intero, tranne Hyosuke il quale evitava con tutto se stesso di alzare il viso.

" well, se non farete altro che insultarmi, allora faccio prima a rifugiarmi in camera mia. You should be ashamed of yourselves! As Shakespeare says and I quote: ' hell is empty and all the devils are here! '. Non venite a cercarmi quando avrete disperato bisogno della mia presenza perché questo gruppo non vale niente senza qualcuno di carismatico like me! "

Eppure quel discorso non ebbe avuto alcuna influenza sugli altri, anzi, erano contenti di vederlo uscire di scena. Sentirsi in colpa? Pff- era lui l'unico a dover provare ciò. Sia fortunato che Axel non era presente fra loro in quella conversazione perché, dato come avesse reagito l'ultima volta, non sarebbe finita bene. Soprattutto nessuno l'avrebbe fermato se ci avesse provato.

" oh, hey Asahi? "

Il giocatore di scacchi si girò già esaurito nel sentire parlare la giornalista direttamente a lxi.

" mi vai a prendere un bicchiere d'acqua? "

" no "

" per favore? "

" aspetta... "

Si grattò il mento ed alzò gli occhi al cielo.

" no "

Ripeté seccx.

" guarda che mi fa male la schiena per alzarmi "

" allora non ti sedevi a prescindere. Non c'ho scritto 'schiavo' in fronte e di sicuro non faccio favori a te "

" uh, come ci siamo alzati male stamattina. Sicuro di non avere le tue cose? "

" anche se fosse, non sto perdendo sangue da altre parti del corpo fino allo sfinimento "

Ridacchiò a quell'affermazione, dando perplessità all'altrx. Che aveva così tanto da ridere a questo? Dare fastidio le portava così tanto intrattenimento?

Sì e no. Si divertiva adesso come una sorta di antipasto al suo senso da... "sadica"? Si potrebbe definire così? Era solo felice di avere il coltello dalla parte del manico anche quando il corvino non ne fosse a conoscenza.

All'improvviso la porta si aprì nuovamente, rivelando che un altro di loro si volesse unire al gruppo.
A loro dispiacere non si trattava altro di Airi, la fanciulla che si era rivelata parte dei Shini Goro pochi giorni e... Ha fatto cose molto controverse fino ad adesso.

Si spaventó a vederli tutti lì, radunati, eppure la sua voce non emise alcun suono. Rimase ferma per qualche istante. Infine cercò di sedersi in una delle sedie più lontane, rimanendo a dovuta distanza.

Fu lì che quella piccola sensazione di gioia si sgretolò in polvere e cenere.
Corruggò la fronte.
Sbatté le mani sul tavolo e si alzò quanto più velocemente possibile.

" seriamente? Sei seria, Airi? "

Si stava facendo prendere fin troppo dalle emozioni quella mattina?
Una domanda che si pose subito ma che finì in un angolo isolato del cervello senza risposta. La bionda non aprì bocca, continuando a guardare la superficie vuota. Se la si osservava attentamente stava tremando come pochi.

" perché? Perché sei qui? Pensavi ti avremmo lasciato fare colazione con noi come se nulla fosse? "

Ancora nessuna risposta, cosa che irritò ancor di più la castana.

" pensavi davvero che saremmo tornati tutti amici dopo ciò che hai fatto? "

Niente.
Tutti la guardavano con disprezzo, poteva sentirlo.
Eppure non si mosse.
Era davvero così stupida?
Era davvero così disperata?
Era davvero capace di presentarsi alle loro facce dopo le ultime rivelazioni?

" non hai nemmeno rispetto per te stessa per capire quanto imbarazzante sia presentarsi così dal nulla? "

La castana si avvicinò alla sua sedia.

" lasciatelo dire allora: dai solo fastidio adesso. Nessuno qui ti vuole. Nessuno. Faresti prima a scomparire perché è già tanto se non ti abbiamo rinchiusa in quello sgabuzzino per la seconda volta. Anzi, Shiori, vuoi fare te gli onori di casa? Sono sicura che nessuno di noi vuole una lurida, miserabile, ripugnante bastarda-"

Koharu si alzò di scatto facendo volare la sedia all'indietro.
Koharu, quale ancora non aveva guardato nessuno da quando fosse entrata la bionda, battè le mani sul tavolo e fece tacere l'altra per qualche istante per via della sorpresa.

" che fai? "

" me ne vado. Non lo sapevate? Mi viene il voltastomaco a mangiare vicino persone che odio "

Un tono così gelido, privo di empatia. Fece scendere un brivido non solo alla diretta interessata, ma anche al resto del gruppo. Era così incoerente dal carattere cui si è sempre dimostrata. Seppur fosse chiaro fosse arrabbiata, non lo mostrava così 'tranquillamente'.
Era strano.
Spaventoso addirittura.
Airi poté spalancò gli occhi e sudò freddo sentendo quello sguardo colpirla in pieno. Non ebbe il coraggio di alzare il capo per incrociarlo.

" ... ho mal di testa "

Borbottò successivamente la castana, uscendo dalla stanza in totale silenzio.
Dopo alcuni secondi il giocatore di scacchi la seguì.

Era solo mattina presto e già tre persone non volevano più stare in compagnia.

" chissene... "

Borbottò la giornalista dando una piccola spinta cattiva alla sarta, uscendo successivamente dalla sala da pranzo a sua volta.

Ora erano diventati quattro.

" Sumire, aspetta... "

Fu fermata già ai corridoi dalla voce di Shiori, la quinta alla lista.

" devi pulire la ferita "

" non ora... "

Sussurrò semplicemente continuando a camminare lontano. In realtà non aveva una meta precisa dove andare, forse tornare in sala computer a controllare la fotocamera.
Eppure la medium afferrò il suo polso.

" ora "

Ribatté con una parola, decisa, non volendo sentire altre spiegazioni.
Sumire ruotò gli occhi per non dimostrare di essere intimorita - lo era, questa ragazza sapeva farle paura come pochi dopo ciò che ha visto fare.

In cucina ora erano solo rimasti Hyosuke, Akihisa ed Airi.
La situazione? La stessa.
Silenzio totale mentre mangiavano ed Airi non si muoveva.

" yo, andiamo a vedere se si è sbloccata una nuova zona? "

Domandò d'un tratto il cartomante con tranquillità.

" p-perchè chiedi a me? "

Hyosuke si pettinò il ciuffo più nervoso del solito.

" di sicuro non vado con una che fa parte degli Shini Goro. E, poi, vedi altra gente intorno? "

" o-oh, giusto... "

Annuì.

" mi stai ancora sulla scatole per la storia con Naomi, sappilo "

" m-mh "

Commentò brevemente, facendo sorgere molte domande all'albinx sul perché questo cambio nel comportamento improvviso. Insomma, l'altra volta era decisamente più loquace. Ora sembrava come...

" un piccolo cagnolino indifeso "

Si lasciò sfuggire dalle labbra ridacchiando.
Lo adorava prendere in giro con questa storia? Assolutamente.
Punti in più per il fatto che se lo meritasse. Certo, l'altro sarà pur stato uno stronzo senza cuore, ma non gli andava giù che questo ego gigante coprisse il regista in un modo o nell'altro. Dunque ecco la sua piccola dose di sfogo.

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" ancora dorme, huh? "

Commentó Sumire una volta entrata in infermieria con Shiori.
Ah giusto, da ieri dopo il processo che si era addormentatx dal nulla mentre l'ascensore li aveva portati su, salvi dagli inferi di quella sala delle torture.

In silenzio si erano messi d'accordo di non disturbarlx dopo tutto ciò che avesse passato, tuttavia per precauzione l'avevano portato in questa stanza. Si stavano domandando se quella droga, Amenoseo, avrebbe avuto delle ripercussioni quando si sarebbe alzato o semplicemente avevano timore di chiuderlo dentro camera sua senza poterla aprirla e controllare come stava. Naturalmente fu Shiori a trasportarlo lì.

Non si era mosso di un centimetro dalla posizione di ieri, sdraiato sul fianco destro e coperto dal lenzuolo leggero e bianco fino alle spalle. Le scarpe erano ai piedi del letto.

" lascialo stare, si sveglierà da solo "

Ordinò prima di avviarsi sull'altro letto e farle cenno di sedersi, come se fosse la prima volta che facessero ciò.
Sbuffò leggermente ma fece come segnato, non prima di lasciare sul comodino vicino al letto del creatore di effetti speciali un paio di orecchini. Erano d'argento, con entrambe delle piume nere che prendevano da entrambi. Insieme c'era un bigliettino.
Shiori la squadrò confusa inizialmente, ma quando si ricordó poté sentire un vuoto allo stomaco.

" cosa hai scritto? "

Anche se non sapeva se fosse necessario dire qualcosa, la sua curiosità prese il meglio di sé.

" 'voleva che li avessi' "

Finalmente andó a sedersi lateralmente al materasso. La medium prese un divisore e lo mise in mezzo ai due letti, coprendo pure la visuale dall'entrata in caso qualcuno di non desiderato facesse ingresso al momento sbagliato.

" odio tutto questo "

" perché a me piace farti da babysitter, no? "

Rispose con una domanda sarcastica, riempiendo una bacinella d'acqua e lasciando che un piccolo asciugamano si bagnasse. Una volta che fu abbastanza piena si sedette vicino alla giornalista, la quale si levò la felpa rosa. Con l'aiuto dell'altra tolse pure il top nero, lasciando come unica fonte di copertura alla ferita le bende, alcune sporche ed altre solo piene di righe. Si disfarono anche di quelle e finalmente si rivelò il vero orrore. Al contatto con l'aria fredda mille brividi trasformati in aghi la punsero.

L'intera schiena era ancora rossa e calda, qualche macchia più scura e ferite che rivelavano il tessuto inferiore rovinavano quella tinta unica. In molteplici punti c'erano gruppi di vesciche, alcune più piccole ed altre più grande, dove si poteva già vedere la formazione di fluidi e quello strano apparente colore giallo. Faceva... Schifo, doveva ammetterlo mentalmente, ma non glielo avrebbe detto in faccia per una questione di rispetto.

" come va? È così grave? "

" no, ti sono spuntate delle vesciche ma è normale. Significa che la pelle-"

" sì, sì, sta guarendo lo so, mi dà comunque il voltastomaco sapere di averle "

" mh... "

Non sapeva come altro commentare.
Non era proprio la migliore in discorsi motivazionali o carismatici. Quelle cose era più per... Yumeri, sua sorella, che era la leader della loro gang. Cioè, 'loro', lei non si considerava chissà quale membro importante. Non era mai stata troppo presente in quel gruppo. Non che lo odiava, ma aveva altre cose a cui pensare... Più... Uh... Supernaturali.

E come parli del diavolo, spuntano le corna.

" sai, shiraishi non mi è un cognome sconosciuto ora che ci penso "

In qualche modo Sumire sapeva leggerla nel pensiero.

" mh? Dici? "

" credo di averlo letto una volta sul giornale, una banda di motociclisti solo femmine che va in giro per Tokyo a mostrare i loro gioiellini. Se non sbaglio la Pietra Bianca ne è al capo, vero? "

Shiori si fermò.

" ti assomiglia molto, sai? Che strana coincidenza! "

" beh, sì, è mia sorella "

Constatò semplicemente, mettendo subito le mani avanti.
Aveva presente il giochetto che voleva farle fare, però non si sarebbe fatta ingannare così facilmente.
Fu confermata la sua tesi quando sbuffò.

" uffa, così non è più divertente. Perché non mi racconti altro di loro? "

" insomma, sono ciò che hai detto: una banda di motocicliste. Niente di più e niente di meno "

" sicura sicura? "

" ci sono alcune che fanno a botte certe volte "

" e te? "

" mi è capitato, sì, ma non sono quale professionista "

" wow, ecco perché sembri così brava a schiaffeggiare gli altri "

Ridacchiò al suo palese riferimento.

" perché allora non ti ho mai vista? "

" ... non sono chissà quale membro vitale lì, le mie sorelle sanno fare un buon lavoro anche senza di me. Ho... Altre cose a cui pensare, come ben sai "

" mh-mh, e come ti chiamano lì? "

" 'la pietra nera' "

" uuuuh, fancy, come mai questo parallelismo con la leader? "

" siamo gemelle "

Mise le labbra a forma di "o" alla realizzazione.

" hai sentito che alcune del vostro gruppo aveva qualche collegamento agli yakuza ed il circolo dello spaccio? "

Onestamente, Sumire, non potevi startene zitta? Perché affondare un secondo colpo proprio adesso.

" può essere, se è così se ne sarà già occupata Yumeri "

" Yumeri la Pietra Bianca Shiraishi? "

" sì "

" e tu sei Shiori la pietra nera Kuroishi? "

" ugh gesù mi stai dando su i nervi "

Tirò un sospiro arresa, mentre strizzava il panno bagnato prima di continuare a pulire le ustioni.

Fu in quel momento che la porta si aprì di scatto, allarmando le due. Sumire coprì subito il petto senza fiatare.

" che volete? "

La corvina suonò più aggressiva di quanto volesse.

" delle pillole per del mal di testa, datti una calmata "

La voce di Asahi, ovviamente sarcastica e poco amichevole, non fu proprio una soddisfazione.

" va tutto bene, davvero "

Quella di Koharu, anche se stanca, le rese più tranquille.

" no invece, perché dopo ti lameti tutto il giorno che ti fa male la testa e onestamente non voglio che mi scassi le palle al riguardo "

" allora, la libertà di espressione esiste per un motivo. Se mi voglio lamentare, lo faccio! "

" no! "

" sì! "

" no! "

" sì! "

" no! "

" e basta voi due, c'è gente che dorme ancora qui! "

Disse la castana riferendosi ad Axel.
I due tacquero per pochi secondi.

" le pillole sono nello scaffale solito "

Informò la corvina. Quando sentirono dei passi avvicinarsi verso di loro tuttavia, andarono leggermente nel panico.

" state fermi lì "

" perché? "

" perché se no vi taglio le mani. Soprattutto a te, Asahi "

Il giocatore di scacchi issò all'idea. Solitamente avrebbe ribattuto perché non si sentiva minacciato. Però, ecco, i bassi avuti con Shiori fino ad ora non si potevano considerare "pacifici". La medium si incamminò nello scaffale vicino, raccolse le pillole e le lanciò al duo.

Quando tornò aiutò l'altra a bendare le ferite. Teoricamente avrebbero pure dovuto spalmare una crema specifica alle ustioni, ma si concordarono telepaticamente di rimandare ciò a più tardi. Nel mentre si potè sentire la badante dei panda che mandava giù una delle pillole. Quando il lavoro era fatto levarono la tenda che divideva.

" che stavate facendo là dietro? "

Chiese dunque il giocatore di scacchi.

" ma, tipo, i cazzi tuoi? "

" ma, tipo, parli te che sei una giornalista? "

Rispose con lo stesso tono insolente che xlx aveva dato.

" non dovremmo fargli fare colazione? "

Chiese d'un tratto l'altra castana, guardando verso la direzione di Axel.

" si sta facendo tardi. Cioè, capisco se ha ancora sonno ma dovrà pur mangiare qualcosa"

Aveva ragione su quello, Shiori doveva ammetterlo. Ecco perché si sedette lateralmente sul materasso sulla parte destra prima di scuote leggermente la spalla del fanciullo addormentato.

" Axel? Sveglia "

Aspettarono un paio di secondi, senza ricevere alcuna risposta.

Lo scosse per una seconda volta con un po' più di forza.

" puoi tornare a dormire dopo, mangia qualcosa prima "

Ancora non ricevette alcuna risposta.
Guardò verso la direzione del giocatore di scacchi, xlx quale era tanto perplesso quanto loro.

" cosa? "

" sai quanto dorme di solito? "

" perché diavolo dovrei saperlo? "

Terminò lì la conversazione. Non aveva tempo di sentirlo lagnarsi.

Lo scosse per una terza volta.

" Axel, oi, mi senti? "

Inconsciamente alzò il volume della voce.
Sentiva che qualcosa non andava.

Lo prese per entrambe le spalle, alzò leggermente verso l'alto e scosse ancora.

" su, forza, alzati "

Eppure il corpo sembrava senza vita.

" Axel! AXEL?! "

Lo lasciò andare, rimbalzando leggermente sul materasso come se fosse un bambolotto appena caduto. D'istinto si mise a cercare per segni di vita. Mise due dita sul collo in cerca di battito cardiaco mentre l'altra mano stava davanti al naso. C'erano entrambi. Respirava ed il cuore batteva. Almeno quello.

" che gli è preso?! "

Chiese Koharu preoccupata a morte.

" n-non lo so! Axel! Axel! Mi senti?! Svegliati! "

Continuò a chiamare il suo nome invano.

" Asahi vai a chiamare qual- "

" oh, non ce n'è bisogno. Sarà solo entrato in uno stato comatoso. "

A fare ingresso nella stanza fu l'ultima persona che volevano vedere: Venom.

" 'solo'?! Sei seria? "

Asahi spalancò gli occhi a quelle parole messe all'aria come se nulla fossero.

" che gli hai fatto?! "

Esclamò Sumire infuriata.

" io? Niente. Non sono stata io a dargli l'Amenoseo "

" m-ma è colpa tua per averlo creato! "

Precisò la badante.
Scrollò le spalle.

" come volete voi, non aiuto e me ne vado "

Si girò subito pronta all'uscita.
Shiori la fermò.

" che dobbiamo fare? "

" allontanarvi mentre lo esamino. Rimane comunque un buon affare per i miei esperimenti "

" ci prendi per il culo?! "

Koharu strinse i pugni.

" volevo solo fargli un prelievo del sangue. Il massimo che potete fare adesso per aiutarlx è usare un ventilatore polmonare se la respirazione non va come dovrebbe, sperando si alzi "

" ripeto: ci prendi in giro?! "

Batté un piede sul pavimento.

" magari col prelievo posso trovare la cura e svegliarlo "

" non ti lasceremo mica farlo! "

" e perché no? Non ti fidi? Eppure con Asahi eri tutto il contrario "

" n-non è questo il punto! "

Sbraitò semplicemente avvicinandosi all'altra. Il braccio della medium la bloccò.

" prendi il mio "

" no Shiori, ma che dici- "

" anche io ho ancora dell'Amenoseo nel sistema. Se ti serve del sangue prendi io mio e lascialx in pace. Va bene? "

" mh... "

Hana usò tutta la forza che aveva per alzarsi quanto potesse sulle punte, pensando se accettare o meno.

" facciamo così: tu vieni con me adesso e per oggi lo lascerò stare "

Tirò un sospiro sconfitto, accettando il tutto. Un piccolo prelievo non le avrebbe fatto male. O, almeno, ciò si stava ripetendo in testa.

Prima che le due uscissero, Hana rimase a guardare Sumire minacciosa. La fanciulla sentì un brivido, eppure rimase seria. Perché entrambe sapevano. Non c'erano parole da scambiare per confermare questo. Sapevano sin dal primo giorno di questa loro rivalità.

" andate pure, rimango io con lui "

Avvisò gli altri due prima di sedersi sul letto affianco e tirare fuori il blocco.

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" dobbiamo per forza? Magari dovremmo aspettare il resto del gruppo prima di investigare! "

" no perché tanto si finisce per litigare, quindi facciamo prima da soli "

" perché mi devi trascinare?! Ho altro da fare! "

" ah sì, tipo? Leccare gli stivali di Naomi? "

" no, ew, che schifo! "

" sai che brutta influenza che è? "

" non lo è! "

" dopo l'ultimo processo? Seriamente? "

Hyosuke dovette rimanere muto alle parole di Akihisa, venendo messo con le spalle al muro, ed si arrese anche alla più piccola possibilità di poter sfuggire dalle sue grinfie. Si pentiva di non essersene andato prima dalla cucina, magari adesso sarebbe tranquillo senza avere quella costante voce che non faceva altro che tormentarlo con frecciatine e battutine sul suo essere.
Era ufficiale : Akihisa era una delle persone più fastidiose qua dentro. Una sorpresa per molti, anche per lui.

Per i corridoi veniva tirato dal polso, forzato a stare al passo del più basso che, diamine, non si aspettava di avere così tanta forza.

Come gli era venuta l'idea, ma soprattutto la voglia, di esplorare adesso? Non era sconvolto come il resto di loro dopo il processo? Davvero no? L'aveva messo determinazione in qualche modo oppure aveva così poca non curanza che voleva andare avanti per i fatti suoi? Perché proprio lui poi? Cosa lo attirava? Perché non Shiori od un altro dei suoi amichetti?

Oh, giusto...
Dae-jung non c'era più.
Ancora doveva ingoiare quella grossa pillola inceppata in gola.
Dalla morte di Subaru che tutto per loro diventò strano. Non se l'erano aspettati per niente, e dopo vanno a scoprire che c'era non solo il suo di zampino ma anche quello di Izumi? Ed entrambi sono morti la volta dopo?
Diamine, merda, cazzo...
Non andava bene.
Ed ora che Airi si è fatta scoprire erano solo rimasti in due.

La pressione si alzava ogni giorno che passava e, di recente, il battito saliva sempre alle stelle dalla paura di essere smascherato da un momento all'altro.
Doveva sempre pensare a cosa dire, rifletterci per bene, ma non troppo da occupare tempo innecessariamente e dubitare la loro veridicità. Doveva mostrarsi tranquillo ma diamine se fosse difficile quando ti senti solo abbandonato a te stesso con una brutta visione di te che potrebbe peggiorare da un momento all'altro.

Incosciamente si portò a pettinare il ciuffo con maniera così nervosa che finì per mettersi un dito nell'occhio.

" ahia- porca di quella- "

Si piegò in due mentre si copriva l'occhio. Le lacrime già si facevano sentire così come una risatina da parte del cartomante. Non commentò al riguardo. Se dicesse qualcosa di sbagliato? No, non poteva rischiarsela.

Si grattò cercando sollievo e, una volta che si alzò, notò come fossero appena arrivati davanti al teatro... O almeno, quello che ne era rimasto. Si sentiva un po' male al riguardo. Nonostante fosse un regista provava un senso di appartenenza a questo luogo. Sapere che dietro a quelle porte ci fosse solo un chaos era... Molto triste.

" forza, dalla voragine creata potremmo esplorare fuori "

Prima ancora che finisse la frase afferrò la maniglia per aprire i due portoni.
Non si mossero, come se qualcosa li bloccasse. L'albino tentò di nuovamente con una spinta più forte. Niente da fare: erano serrate.

" Akihisa, sei un'idiota, lo sai? "

Camminando per il corridoio c'era Haruki con le mani in tasca. Sguardo stanco e leggermente irritato, ma da cosa?

" aprì 'sta porta, belloccio! Da quando chiudete le aree disponibili? Ci volete far morire di ossigeno? "

" ma che diavolo stai dicendo, non funziona così l'aria "

Scosse la testa guardando verso il basso.

" pensavate che non vi avremmo preceduti? Sei uno stolto. "

" e ma che due palle però! Non si può mai far niente qui dentro se non sta routine di merda del killing game "

" buongiorno fiorellino, è proprio questo il punto "

" si sta morendo di noia! Davvero non c'avete niente? Nella Hope's Peak Academy? "

" cosa offri in cambio? "

" non ti insulto per due giorni "

Il castano ruolo gli occhi prima di lasciarsi sfuggire un sospiro arreso.

" altrimenti inizio a rompere tutto come ha fatto Koharu "

Aggiunse successivamente.

" ... Vai nell'altro corridoio: c'è una porta per una nuova sezione. Se tocchi qualcosa ti spacco in due "

" certo, certo- andiamo, Hyo! "

" okay... "

Il cartomante tirò per il braccio il biondo. Quest'ultimo e Haruki incrociarono lo sguardo per pochi istanti.

Al piano terra della nuova sezione vi fu una novità: delle scale. Oddio, allora esistevano anche questa da altre parti! Iniziava a pensare che questo posto fosse solo un tunnel enorme senza via d'uscita.

Come al solito molteplici porte si affacciavano ad ogni lato, ma solo due di queste era accessibile. Dall'altra parte, infatti, si rivelò per prima una stanza totalmente nuova. Una per lo svago, il divertimento. Finalmente avrebbero avuto qualcosa di nuovo da fare qui dentro!

Il cartomante si alzò inconsciamente sulle punte dei piedi, guardandosi attorno proprio come un ragazzino farebbe nel suo negozio di caramelle preferito.
Stanze come queste avrebbero scaturito una reazione neutrale da parte sua, se non fosse per il contesto particolare in cui si trovasse.

Tirò subito fuori il suo E-Handbook e scrisse nella chat riguardo questa nuova scoperta, aggiungendo in seguito che avrebbe presto dato aggiornamenti sulle altre zone.

Si guardò nuovamente intorno ed analizzò in modo più preciso cosa vi fosse lì.
Il tavolo da biliardo fu l'oggetto più grande. Verde, già attrezzato di stecche e palline colorate posizionate nella tipica forma a triangolo.
Un altro tavolo da gioco si trovava nella parte opposta, sempre verde, questa volta con una retina che divideva i due campi. Sulle superficie c'era pure delle palline arancioni e racchette. Ping pong? Ping pong!
Gli scaffali ai muri erano tappezzati di giochi da tavolo: monopoly, gioco dell'oca, scarabeo, shangai, mazzi carte vari fra cui addirittura quelli da uno!
Non scordiamoci delle postazioni per giocare a freccette al muro. I grossi cerchi attaccati pronti a tenere conto del punteggio!
Non scordiamoci del tavolino all'angolo con delle serie attrezzate di cuscini.
Era una sala ricreativa fatta apposta per non annoiarsi. Cazzo, quanto non vedeva l'ora di mettersi a giocare a sua volta.

Prima però doveva controllare una cosa: i mazzi di carte.
Era cosciente quanto stupido fosse considerare le carte dei tarocchi "da gioco", però controllare mica faceva male! ... A meno che non li trovassi senza successo, come nel suo caso. Tirò un grosso sospiro, guardando l'altro. Il biondo in tutto questo era rimasto a pochi passi dall'entrata a fissare tutto quanto.

" ti va di fare un round di ping pong? "

" huh? Ma non so giocare... "

" aw, piccolo Hyo non si è mai divertito in vita sua prima d'ora? "

Gonfiò le guance per prenderlo in giro con la faccia del dispiaciuto.
Per l'ennesima volta si lamentò borbottando parole incomprensibili per l'altrx. Non che gli importasse adesso.

Si misero a fare qualche tiro - Hyosuke era una frana - ed il vincitore fu abbastanza semplice da stabilire. Tuttavia Hisa preferisce dire di "esser magnanimo e non prendere troppo seriamente la vittoria ".

Era tempo di tornare ad esplorare.
La stanza affianco a questa aveva una funzionalità simile, seppur fosse a parer suo più vuota. Al suo interno si trovavano su due angoli dei divanetti neri, mentre da uno delle sedie girate ad un tavolo e dall'altro una televisione con tanto di un lettore di CD abbastanza nuovo per i tempi. Si accovacció sullo scaffale affianco ed effettivamente vi erano numerose cover di filmati da poter vedere.

Questa volta Hyosuke si buttò addosso a quest'ultimo, tirando fuori ogni titolo che trovasse.

" non ci credo, non ci credo, oddio, oddio! "

Tirò fra il mucchio una delle tante cover dei CD.

" hiroshima mon amour di alain resnais! Aaa- da quanto non vedo questo filmato. Uno dei capolavori della Francia! Oddio, oddio, certo che il romance non fa per me ma questa è l'eccezione alla regola aaa- scommetto che a Naomi piacerebbe un film del genere- "

Si fermò in mezzo al discorso notando un'altra cover. La tirò fuori e cercò di trannere l'ennesimo ur letto da ragazzina.

" interstellar di christopher nolan, oddio- uno dei film con le migliori colonne sonore di sempre! Vogliamo parlare di come la maggior parte degli effetti speciali nEANCHE LO SONO, PIUTTOSTO ARTIGIANALI?? Adoro troppo come Nolan non si affidi del tutto al CGI e sa creare- "

Basta, già si era rotto di ascoltarlo nel suo piccolo rant.
Momenti come questi che Akihisa si ricordava il motivo dell'ultimate dell'altro.

Tirò un sospiro tornando a guardarsi intorno. C'era un altro tavolo nel mezzo della stanza leggermente più grande, dove tante sedie facevano un giro completo attorno ad esso.

Se quella fosse una stanza di svago, questa sarà una per riposarsi quando si aveva del tempo libero fra le lezioni. Huh, interessante. Perché non provare uno dei divani?

Alzò le braccia in aria e caddè all'indietro, finendo sul morbido materasso che alzò una leggera onda di polvere. Non gli diede fastidio, era abituato a materiali come questi.
E parlando di materiali, questa era la seconda cosa fino ad ora di comoda. Apparte il letto, il resto degli appoggi erano le solite sedie di plastica scomode che invadevano l'intera scuola. Un cambiamento aveva fatto bene. Quasi quasi si sarebbe addormentato lì.

" AAA! "

L'urlo del regista fece battere il suo cuore a mille, alzandosi in un balzo dalla posizione comoda per ritrovarsi... Una scena normalissima. Aveva trovato l'ennesimo film che gli interessasse e non riusciva a contenersi.

" parola ai giurati di sidney lumet?! Aaa- cos'è questo? Il Natale è arrivato presto? I film bianco e neri sono così sottovalutati, come diamine si fanno a perdere perle come queste per via dell'assenza del colore?! E poi è stato il primo film che io abbia mai visto e- e- mi sembra ancora ieri la prima volta che lo vidi- basta, devo guardarmelo adesso oppure non respiro più- "

" ... mannaggia a te, ed io pensavo qualcuno fosse appena morto- "

Borbottò mettendosi le mani nei capelli prima, dopo strisciandole fino agli occhi.

Tempo di esplorare qualcos'altro prima che tirasse l'ennesimo sclero da ragazzina quattordicenne al concerto del suo cantante preferito.
Anche se controvoglia da parte di Hyosuke, il quale si fece trasportare strisciando poiché non volesse abbandonare a se stessi i suoi nuovi tesori, lagnandosi addirittura.

Salirono ai piani superiori.
Il primo era praticamente vuoto ma il secondo aveva un'altra stanza a disposizione, ossia una sorta di ufficio. La scrivania e la sedia davano proprio aria dell'ufficio del preside scolastico, tuttavia non capiva il senso nell'essere così lontano dall'inizio. All'apparenza nulla di strano. Un normale ufficio.

Eppure dietro la sedia c'era una fotografia. Erano tre uomini ed una ragazzina attorno alla loro età attuale. In qualche modo avevano un'aria familiare, come se li avesse visti alla televisione prima d'ora. Questi dubbi divennero certezze una volta letti i loro nomi sotto nella descrizione.

" kanemaru yoichi, nagasawa kiyomizu, hamasaki fumio e uchimura erika "

Li aveva già sentiti tutti questi nomi! Per forza! Ecco dove stava la familiarità! Kanemaru Yoichi stava in alcuni articoli di giornale che avevano letto qualche giorno fa, un membro potente della U.F.F. Nagasawa era l'uomo menzionato nell'articolo-bozza. Erika Uchimura era l'ultimate hope e writer, da cui vengono gli articoli ed i suoi trofei acclamati. Molto amata fra le persone. Ma dove aveva sentito questo Fumio Hamasaki prima d'ora? Cosa ci faceva con tutti questi personaggi importanti all'organizzazione? A chi apparteneva questo ufficio?
Cercherà di tenere questo a mente quando faranno l'ennesimo incontro per le informazioni. Portarli qui sarebbe un'ottima idea per esplorare ulteriormente il segreto dietro tutto questo. Tentò di aprire il cassetto della scrivania, senza successo. Era chiuso da una piccola serratura e rom per la sembrava impossibile. Sbuffò, già stressato da tutto questo.

" vado ad esplorare il terzo, controlla pure qui "

Anche se palesemente non volesse farlo, Hyosuke annuì prima di andarsene su per le scale oramai sconfitto.

" huh? "

Quando arrivò all'ultimo gradino notò per prima cosa al lato una porta vetrata. La seconda dopo secoli chiusi qui dentro. Non portava ad un nuovo corridoio tuttavia, bensì al... fuori?
Una porta accessibile che ti portava fuori?
Era il cielo quello che vedeva oppure stava avendo le allucinazioni pesanti?!

Si spiaccò su di essa come una falena in cerca di luce. Esisteva un fuori?
Potevano stare fuori?!
La mano si mosse da sola, affermando la maniglia e spingendola su e giù nella speranza che si aprisse.

Click.

Oh cielo.
Oddio.
Oddio oddio oddio.
Non ci stava credendo.
Mettere quelle mani al bordo del balcone, sentire il vento andarlx in faccia, l'aria pulita nei polmoni, il paesaggio pieno di alberi ed il cielo azzurro come un giorno estivo.
Era... Era così bella la natura?
Era così bello questo passaggio?
Non era stupido se si mettesse a piangere adesso, vero?

Il sollievo, la soddisfazione.
Mai avrebbe creduto di amare una cosa così semplice, realizzando solo adesso quanto gli fosse mancata l'aria del fuori. Sarebbe rimasto per sempre in questo balcone ampio, con dei vasi, le piastrelle bianche e la recinzione che arrivava alle sue spalle. Per sempre.

Qualcosa da dentro i suoi polmoni voleva uscire.
Gonfiò il petto. Quanto più potesse.
E gridò.

" C'È NESSUNOOOOOOOOOOOO?! "

No, non c'era nessuno.
Doveva aspettarselo.
Dispersi in quella che sembrava la foresta più lontana del Giappone, era naturale che nessuno venisse in proprio soccorso.
... Dispersi in un luogo così isolato?
Ma questa non era affatto la Hope's Peak Academy.
Certo, sarà pur un po' più lontano da Tokyo, ma dalle foto si vedeva giusto lì vicino altri segni di civiltà.
Qua invece era del tutto vuoto.
Cosa... Cosa era questa struttura?

Se la prima Hope's Peak Academy sta vicino a Tokyo.
Questa allora doveva essere... La seconda.
Ma non aveva senso! La seconda Hope's Peak Academy era ancora sotto costruzione! Da quel che ha visto lxi era tutto apposto! E la prima era quella abbandonata! Quindi questa struttura doveva essere la prima! Ma non lo era! Cosa significava tutto questo?!

Abbassó lo sguardo verso il terreno, mille domande che passavano per la sua testa. Il risultato? Altrettante iniziarono a comparire.
Cos'era quella grossa cupola di vetro proprio attaccata alla struttura?
Cos'era quella recinzione con del filo spinato nella parte più alta? Perché era così limitato? Era una fontana quella lì al centro? C'erano altri balconi oltre a questo?

Scosse la testa, dirigendosi nuovamente giù. La prossima tappa sarebbe stato trovare quell'uscita per il fuori.
L'avrebbe trovata.
Costi quel che costi.

Al piano inferiore Hyosuke era ancora fra i corridoi con le mani in mano. Spiegò brevemente di aver trovato nient'altro al secondo piano, anche se Hisa notò con la coda dell'occhio che alla fine di esso c'erano due porti grandi in metallo. A quanto pare pure quelli erano chiusi.

Alla fine del corridoio al piano terra vi fu un'altra porta vetrata! Si aprì subito, portando i due fanciulli ad un nuovo luogo mille volte più ampio delle stanze accessibili: una serra. Naturalmente quest'ultima era piena di piante. Molte per terra nei vasi, altri si arrampicavano sui muri, altre ancora prendevano dai soffitti! Insomma, il verde dominava l'atmosfera.

Cosa invece fu più particolare fu una statua nel bel mezzo della sala. Non una statua qualsiasi. Una enorme, in marmo bianco, con un Angelo seduto su quello che sembrasse un lenzuolo volante perpendicolare. Una delle gambe era coperta da esso, mentre l'altra era cavalcata sopra di essa. La mano teneva dalla parte opposta il lenzuolo, mentre il braccio libero faceva come un gesto simile ad un semi-cerchio. Lo sguardo puntava verso di esso. Le ali erano alzate e ben visibili, quasi come se se ne vantasse.

Entrambi rimasero a bocca aperta a quest'opera. Così imponente, così enorme, in un certo senso li faceva sentire inferiori e piccoli al suo confronto.

Non c'era altro da vedere oltre a questo, dirigendosi dalla parte opposta all'entrata poiché avessero notato anche un'uscita.

Era quella del giardino.
Finalmente l'avevano trovato.
Finalmente potevano stare lì fuori quanto volessero! Finalmente potevano respirare come si deve, senza tutta quella area chiusa e soffocante.

Un prato d'erba verde, qualche panchina, una fontana semplice, un sentiero che portava ad essa, insomma un tipico scenario scolastico.
Cosa stonava era la recinzione in metallo.

Un cartello era appeso su di esso, il quale avvertiva del pericolo di prendersi la scossa se lo si toccasse.
L'albino si fece prendere comunque dalla curiosità, avvicinando il dito in modo pericoloso all'oggetto. Vide un piccolo fulmine cercare di toccarlx e cambiò subito idea: provare ad arrampicarsi qui non sarebbe proprio un'idea intelligente.

Capì dunque di trattarsi del capolinea.

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Gli armadi, i vestiti, il divano bianco, i camerini.
Koharu si domandava perché proprio questo posto, fra tutti quelli accessibili.
Perché andare qui e non dall'altra parte quando aveva detto ad Asahi di volere del tempo in solitudine?
Odiava questo luogo.
Per i troppi ricordi, gradevoli e non.

Odiava quei momenti felici.
Sapere che un tempo si divertiva senza pensare a niente.
Sapere che un tempo tutti erano più uniti.
Sapere che un tempo la stanza fosse più affollata.
Sapere che fu qui dentro che la freccia di cupido colpì cieco il suo cuore.

Odiava quei momenti tristi.
Sapere che giorni fa qualcuno stava per morire qui.
Sapere che giorni fa stava credendo ad una bugia.
Sapere che giorni fa voleva ancora crederci.
Sapere che giorni fa fu tradita, proprio dalla stessa freccia che la fece innamorare.

Il tutto era successo proprio qui.
Proprio in questa stanza.
Ecco perché la detestava.

Eppure teneva stretta a sé, come se una parte della sua personalità dormisse qui dentro, senza poterne farne a meno.

Il braccio faceva ancora male.
Ogni singolo movimento era doloroso.
Anche lasciarlo in pace era doloroso.
Non solo, sotto quelle bende sapeva quanto la pelle fosse iniziata a cambiare.
Era rossa, così rossa che il sangue voleva esplodere dai capillari per raggiungere la superficie.
Non era dunque una sorpresa quanto gonfio fosse diventato.
E la temperatura in quel punto non faceva altro che salire.
Giurava di sentire il battito pulsare anche attraverso quella spalla, che scontrava le bende in maniera ritmica e scomoda.

Insultava mentalmente Valeria per tutto questo.
Dall'inizio dei suoi atti, a questa ferita finale.
Perché proprio lei?
Perché riaprire una ferita che stava guarendo?

Huh...
Perché farlo?
Quando si era riaperta quella ferita dentro di sé?
Quando aveva effettivamente iniziato a guarire?

Fino a qualche mese odiava ogni tutto e tutti.
Odiava i ragazzi come le ragazze.
Odiava i vecchi come i bambini.
Odiava i brutti come i belli.
Odiava gli stupidi come gli intelligenti.
Eppure da quando era qui dentro apprezzava le piccole cose.
Ogni persona, la sua storia dietro, era come leggere un libro aperto in qualche modo.
Forse sarà la situazione particolare, però da quando era qui aveva visto una nuova prospettiva della vita.
Non era una filosofa, tantomeno desiderava esserlo.
Il pensiero, detto a parole semplici, era: c'è poco tempo per odiare.

Il primo dei tanti esempi era Hiroko.
La odiava e morì.
Eppure non era felice di questa cosa.
Per quanto contorta questa aspettativa fosse, Koharu era fermamente convinta di pensarla in quella maniera.
Non si aspettava un vuoto mangiarla dall'interno.
Ha odiato tutta la sua vita, ma ora che questa è in pericolo aveva cambiato idea?
Dove era andato a finire tutto quell'odio? Scomparso? Dentro sé? Contro di sé?
Si voleva ridere in faccia. Era troppo ironico.

Ironico quanto la situazione complicata in cui fosse.
Ironico quanto le sue emozioni contrastanti l'un l'altra.
Ironico come la stereo tipica battaglia fra cuore e cervello.
Ironico come lei: un macello.

" ... per quanto ancora starai lì? "

Chiese a ciò che apparisse il nulla.
Lentamente, da dietro l'angolo della porta, una volta chioma bionda attaccata a quei occhi azzurri spenti si fece avanti. Dalla paura e dalla curiosità.

" cosa... Cosa vuoi da me? "

Non ebbe nemmeno la forza di guardarla negli occhi, anche se provava quanto l'altra era disperata nel vedere quest'ultimi, in silenzio, come un fantasma che voleva sparire, osservare come il mondo sarebbero andato avanti senza di lei.

Era stanca.
Era debole.
Era vulnerabile.
Con lei nelle vicinanze tutto diventava così difficile. Veniva messa a nudo, la faccia da dura si dileguava come neve al sole. Unì le mani insieme.

" ci sto provando. sto provando così tanto a non odiarti... Perché è così difficile...? "

Già qui la voce si ruppe.
Già qui si sentivano le lacrime agli occhi.

" perché l'hai fatto? "

Perché hai creato questa tortura?
Perché hai cercato di uccidere uno di noi?
Perché hai cercato di uccidere te stessa?

Nessuna risposta.
Nessuna cazzo di risposta.
Stava lì ferma, a pochi passi dall'entrata, a guardarla come se fosse una statua, come se fosse una bambina sgridata dalla madre per un capriccio.

" pensavo ci tenessi, ci ho creduto per così tanto tempo "

Il più a lungo che ella avesse mai creduto ad un sogno.
Lasciò la rabbia e la malinconia parlare. Spense il cervello. Voleva solo sgonfiare quel palloncino che si riempiva ogni secondo sempre di più.

" perché mi devi fare questo? "

Era egoista.
Era egoista e non si vergognava a mostrarlo.
Forse perché Airi da una parte si è atteggiata alla stessa maniera.
Forse perché dall'altra non ha mai potuto mettersi in questi panni.
Per una volta nella sua cazzo di vita voleva fare la vittima egocentrica.
Per una volta nella sua cazzo di vita voleva essere lei al centro del mondo.
Anche se sapesse di essere nel torto.

Koharu si alzò dal divano, pugni stretti e ancora la testa china.
Tutti quei sforzi nel tenere tutto dentro.
Tutto quel chaos fra odio ed amore.
Non ce la stava più facendo.
Faceva male.
Sia al corpo che allo spirito.

" perché non mi rispondi, insomma?! Non startene lì ferma e dimmi qualcosa! Qualsiasi cosa! Che mi odi! Che ti dispiace! Che avevi una ragione dietro! Che vuoi provarci ancora! Ti prego! Tutto ma non farmi questo! "

Gridò a pieni polmoni.
Gli affanni successivi erano l'unica cosa udibile lì dentro.
Perché Airi ancora non aprì bocca.
Se le prendeva e basta.
Perché sapeva di meritarselo.

Questo scaturì ancor più rabbia nella castana.
Si lanciò su di ella ed afferrò il colletto della sua maglietta, scuotendola come in bambolotto.

" cosa?! Hai provato ad ammazzarti perché non ti sopportavi più?! Non mi supporti più, vero?! Solo a vedermi ti viene così tanto schifo che hai fatto tutto questo, vero?! Dai, allora! Uccidimi! Uccidimi come se uccidersi te stessa. UCCIDIMI COME SE FOSSI DAVANTI ALLO SPECCHIO! FAI QUALCOSA, QUALSIASI COSA- "

Si aggrappò ai suoi vestiti.
Cercava qualsiasi tipo di reazione.
Voleva che facesse qualcosa.
Tutto pur di non starsene lì.
Tutto purché togliesse quella merda di barriera che avesse appena alzato.
Non voleva essere l'unica a soffrire così apertamente, per quanto crudele la cose suoni.

Voleva vederla a pezzi.
Voleva vederla in colpa, che pregava pietà.
Allo stesso tempo voleva che la confortasse.
Allo stesso tempo voleva che la calmasse come solo lei sapesse fare.

Strinse le braccia attorno alle sue ed il suo petto, intrappolandola in quella sorta di abbraccio. La stringeva quanto forte potesse, nella speranza di rom per la in due. Allo stesso tempo si stava ugualmente trattenendo, come se avesse paura di sgretolarla. Era così frustrante, era così confusa. Queste emozioni erano fin troppo.

La strinse e ben presto fiumi di lacrime bagnarono le sue guance senza sosta, unendosi in un sola strada e finendo assorbite dal maglioncino azzurro di Airi.

" ridammi la mia Airi, ridammela indietro... "

Cercò con tutta se stessa di trannere i singhiozzi. Voleva sprofondare dalla disperazione, serrando la bocca pur di zittirsi. Non funziona. Tutti quei versi continuavano a trovare una via d'uscita da quanto patetica fosse.

Entrambe crollarono sul pavimento.
Airi non si era mossa prima d'allora.
Stava ferma, mentre l'altra dava del suo peggio. Cosa provava? Stava provando effettivamente qualcosa?
Delle lacrime calde, scendere a sua volta giù per le guance. Le sue guance.
Voleva scomparire, morire.
Voleva buttarsi in un lago ghiacciato ed affondare, non lasciando alcuna traccia del suo corpo.

Rimasero così.
Piansero.
Una che l'abbracciava e l'altra immobile.
Non c'era niente che potesse salvarle.
Niente.
Oramai era la fine di una storia che non doveva esistere dall'inizio.
Entrambe le sapevano.
E cielo quanto male facesse terminare tutto così.
Nessuna lo voleva.

Quando le lacrime cessarono finalmente si alzò Koharu, la quale corse fuori dalla porta senza girarsi.
Airi rimase ferma in quella posizione a guardare verso l'alto, ancora apatica nell'espressione. Non si girò quando se ne andò, tantomeno mostrò alcun segno nel volerla ancora attorno.

Era lei.
Da sola.
Ufficialmente da sola.
Miserabile e sola.
Sola, sola, sola.
Senza nessuno che la capisca veramente.

Si alzò dopo tanto tempo sentendo la necessità di chiudersi in camera.
A metà però fu spinta nuovamente a terra, cadendo a pancia in giù.

" mi fai schifo, lo sai? "

Era la voce di Asahi.
Cosa voleva da lei adesso?
Ah, certo, sarà per via di Koharu, non è così?
Almeno lei aveva ancora qualcuno su cui contare...
Gli altri due erano troppo occupati nel loro mondo per averla fra i piedi.

Alzò il busto e girò il capo per vederlo.

" anche il tuo sguardo non è da meno, come diamine fai a vederti allo specchio? "

Ehe, bella domanda. Come poteva ancora farlo dopo aver conciato così la ragazza che amasse? Come poteva vivere ancora se fosse la causa di tutti i suoi mali?

Fece qualche passo in avanti, toccandole la fronte con l'indice.

" sei una scema, un'idiota! Sei così disperata di essere amata ma l'hai respinta? "

Era vero, non voleva altro che provare dell'amore sulla propria pelle, anche se intendesse bruciare nel tentativo. Perché l'ha fatto? Perché se l'era lasciata sfuggire?

" meglio se le stai alla larga d'ora in poi, intesi? L'hai persa per sempre! "

Tentò di alzarsi ma fu spinta di nuovo giù.

" l'hai persa ed è colpa tua. Non seguirla, non parlarle, tantomeno non guardarla! Ti farà così male che inizierai ad odiarla pur di non odiare te stessa. Questo è vero egoismo, sai? "

Airi lo guardò nei suoi occhi verde acqua. Nuove lacrime che scendevano giù.

Un sorriso li accompagnò.
Un sorriso sia malinconico quanto grato.
Aprì la bocca.

" mi capisci, non è così? "

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Dire che fosse incazzato era un eufemismo.
Dopo quella conversazione l'intero viso era rosso e dalle orecchie poteva sentire il fumo uscire.

La detestava.
La odiava.
La odiava con tutto se stessx.
Non ne combina una giusta, mai.

Ed osa pure reagire così?
Con quale cazzo di coraggio.

Era ufficiale: Airi era entrata nella sua lista nera, proprio in cima. Solo poche persone son riuscite a raggiungere questo traguardo in così poco tempo.
Congratulazioni per questo almeno.

Per il resto? Dio sa solo come si è limitato ad una semplice spinta.
Avrebbe voluto fare di più.
Più pensava a quel faccino penoso e disperato, più il nervosismo e il battito del cuore salivano alle stelle.
Giurava addirittura di sentire le vene in fronte pulsare a ritmo.

Eppure quella non era l'unica emozione che scaturì nel rivedersi nella bionda.
C'era dell'altro.
Risentimento verso i propri confronti?
Pentimento per certi atteggiamenti avuti?
E proprio lei fra tutti quanti li aveva scaturiti? Ma per favore, che idiozia.

Era completamente separato da lei.
Asahi non si faceva prendere dalle emozioni.
Asahi non agiva in base ad essi.
Asahi usava la logica perché era la soluzione di tutto.
Asahi lo sapeva e lo faceva.
Perché non era un idiota.

Quindi nulla con questa conversazione aveva a che fare con il suo arrivo in infermieria.
Nulla.
Proprio niente.
Zero.
Nada de nada.

...

Perché stava andando lì comunque?
Gli suonava giusto, come se avesse qualcosa da fare. Poteva immaginarsi cosa.
Eppure non ci voleva credere che fosse sceso così in basso dopo l'ultimo processo.
Non sapeva come definire bene questo sentimento. Non voleva smetterla di odiarlo per paura di commettere lo stesso errore, nonostante ciò sentiva qualcosa di simile alla pietà nei confronti del creatore di effetti speciali... Non proprio pietà. Era più come... Non lo sapeva... Senso di colpa? Empatia?

Era a conoscenza che fosse colpa sua se si ritrova in quelle condizioni instabili.
Però, andiamo, sentirsi in colpa? Che stupidaggine!
Gli aveva salvato il sedere durante il processo. Senza di lui l'avrebbero votato e sarebbero morti. Non doveva scusarsi, anzi, era Axel che gli doveva dei ringraziamenti come minimo!

La sua mente andava avanti e indietro con questi pensieri caotici e confusi. Descrivevano il suo stato d'animo attuale. Nel mentre la mano afferrò la maniglia della porta. Esitò per un attimo prima di farlo, pensando di potersi risparmiare tutta quella scenata.

La aprì.
Ebbe una perdita di parole nel vedere lo scenario davanti a se.

Sdraiato a pancia in su c'era Axel, ancora con gli occhi chiusi.
Fin qui, tutto normale.

Il problema inizia dall'ago che perfora va l'interno del gomito, collegato ad un tubicino che portava ad una sacca appesa di qualche liquido strano.
Il problema continua nel vederlo a petto nudo con una miriade di stickers attaccati sul petto, collegati ad un monitor attraverso altri fili.
Il problema era anche quella maschera trasparente che copriva naso e bocca. Quest'ultima fu famigliare.

" ch-che succede?! "

Esclamò allarmato avvicinandosi al corvino, come se potesse rispondergli.
Afferrò uno dei fili con l'intento di levarli dal corpo, ma il polso fu afferrato a sua volta da una mano sconosciuta.

" che diavolo pensi di star facendo? Guarda che rovini tutto! "

Alzò lo sguardo e vide il diavolo in persona: Hana, con un mazzo di fogli sull'altra mano ed uno sguardo irritato.
Come se dovesse essere lei quella arrabbiata! Seriamente?!

" che diavolo stai facendo TE semmai?! Non avevi un compromesso con Shiori o sbaglio?! "

" sì, però non me ne faccio niente del suo sangue. Ormai l'effetto è quasi svanito. Qualche ora e tornerà in sé. Quindi è saltato. Ora, per gentil cortesia, potresti non toccare il mio paziente? "

" paziente? "

Era seria?
L'aveva appena chiamato così?
Sembrava tutt'altro che un paziente!
Sembrava una cavia da laboratorio!
Chi si credeva di essere?!
Lasciò la presa al polso e si avvicinò pericolosamente a lei.

" a te mancano delle rotelle del cervello, cazzo. Sei una matta! "

" che gentile, per altri feedback non voluti il cestino è dall'altra parte "

Non poteva...
Non poteva semplicemente crederci.
Non stava capendo.
Era l'unicx qui a vedere la gravità della situazione?!
Era l'unicx qui che pensava quanto immorale fosse questo sotto molteplici punti?!
Certo, non si aspettava di meno da una che ha rapito 16 cretini e lasciati ammazzarsi a vicenda, però lo shock rimaneva!

" non puoi fargli questo! "

" definisci 'questo'. Non sai nemmeno cosa sto facendo "

La castana puntò verso l'ago.

" questo trasferisce fluidi così che rimanga idratato "

Dopodiché agli stickers.

" questi monitorano il suo battito cardiaco "

Ed infine alla maschera.

" questo perché aveva avuto problemi respiratori d'un tratto, gli ho salvato la vita! E poi... "

Lo guardò dritto negli occhi.

" non vorrai mica che un processo iniziasse, vero? Sarebbe un peccato se Axel morisse in queste condizioni. Chi sarebbe allora l'assassino, mh? Valeria magari? Oppure c'è lo zampino di qualcun altro? Ne sai qualcosa? "

Lo stava prendendo in giro.
Lo faceva apposta.
Giocare con lui come se fosse un bambolotto.
Strizzarlx fra le sue dita finché non scoppiasse.

" vattene via! "

Ordinò indicando la porta d'uscita.

" cosa ti fa pensare- "

" adesso! "

La interrompè senza batter ciglia.
Voleva togliere quella faccia da smorfia da davanti. Era irritante tanto quella di Airi! Se non di peggio! Era chiaro che fossero dello stesso gruppo! Si sarebbe morso le dita pur di non urlarle in faccia. Era già irritato da prima ed ora si mette in mezzo tutta questa assurdità?!

Uno dei macchinari iniziò a ticchettare più velocemente. Quello del cuore. Hana inclinò la testa di lato come se cercasse di capire il motivo dietro quel cambio. Guardò l'espressione, quale risultava neutrale. Allora era vero che alcuni pazienti riescono a provare stimoli esterni seppur non possano reagire.

Tornò a guardare il giocatore di scacchi, quale espressione dettava altro che armonia e pace.

" va bene "

Sorrise semplicemente.
Asahi fu sorpresx da ciò.

" ma sappi che abbiamo un conto in sospeso "

Si incamminò verso l'uscita saltellante.

" i-in che senso?! Ehy, torna qui! Spiegati almeno come si deve razza d'idiota! "

Niente da fare, ora se n'era andata del tutto. Dunque era lui da solo con Axel.

Uhm.
Ora diventò più imbarazzante del dovuto.
Cioè, non si era aspettato tale collisione dal nulla.
Era tutto finito per ora.
Poteva ancora provarci.

Si sedette ad uno dei lati del letto, incrociando le gambe e guardando verso il basso.

" non la sopporto, sai? Credo nessuno qui dentro lo faccia, nemmeno Haruki "

Stava parlando a se stesso? Sembrava più che un inizio di un dialogo. Ma con chi? Axel? Non poteva sentirlo in ogni caso, non avrebbe senso parlarlx.

" cioè, andiamo, a chi piacerebbe? È l'anti-cristo fatto a ragazza. Pensare che sia più bassa di me e fa comunque paura. Mi ricorda Koharu sotto questo aspetto, solo che lei è decisamente più... Buona come persona. Forse fin troppo "

Già si immaginava la sua reazione se l'avesse sentitx. Probabilmente gli avrebbe tirato un gomito nello stomaco prima di insultarlo. Dopo l'avrebbe insultata a sua volta, sviluppando un battibecco.

Non era qui per parlare si ciò nonostante tutto.

" uhm... è strano stare qui. Per quasi un mese poi, o sbaglio? Oppure sono passate due settimane? Qua il tempo sembra tutto un paradosso: va fin troppo veloce e piano "

Sbuffò appoggiando le mani sul materasso, mettendo tutto il peso su di loro e guardando in alto.

Lo stomaco si contorceva in maniera inusuale. Non era tipo da fare discorsi. Non voleva fare nessuno di essi. Preferiva immaginarsela più come una conversazione fra... Amici. "Amici". Una rara parola nel suo dizionario. Non ne ha mai avuti tanti e comunque sono finiti per andarsene via in un modo o nell'altro. Alla fine del giorno era solo. Solo.

" è... leggermente triste vederti così, sai? Soprattutto ripensando a pochi giorni fa. Dicevi ancora di voler portare tutti fuori. Non credo nessuno ti abbia mai credo, però rimaneva qualcosa dentro di loro "

Non osò girarsi a guardarlo.

" ora ti ritrovo attaccato a delle macchine in questa sorta di coma. L'unico motivo per cui non ti sto togliendo niente è l'incertezza. Non so cosa accadrebbe. Quella non spiega mai niente e detta la regole come le pare e piace "

Si ricordò dell'avvenimento di una settimana fa. Quando era lxi quello a quasi morire. E chi l'aveva salvato? Axel. Lo stesso che stava usando quella maschera per l'ossigeno.

...

" è tutto così strano con te. Vorrei odiarti quanto posso, eppure anche qui sento che c'è qualcosa di sbagliato. Mi hai fatto un torto dopotutto, no? Ho il il diritto di essere arrabbiato, no? "

Allora perché si sentiva così in colpa?
Non voleva che tutto si ripetesse.
Credere ad una bugia prima di cadere dal settimo piano una volta scoperta la verità.
Cosa c'era di male nell'avere paura di essere feriti di nuovo?

Aveva paura?
Aveva davvero paura di tutto questo?
No, dai, è da stupidi.
Era solo arrabbiatx.
Doveva essere solo arrabbiatx.
Perché se lo meritava.
Per una volta nella sua vita poteva provare ciò che volesse, no?!

Allora perché era così sbagliata ogni decisione che scegliesse?
Perché ci finiva sempre lxi a fare la parte del cattivo senza cuore?
Lo aveva, come tutti lì dentro.
Eppure nessuno lo considerava.

" trasferirsi in un altro continente senza nemmeno un messaggio è stato scortese da parte tua, non trovi? "

Esitò prima di continuare.

" tuttavia ammetto di non esser stato molto magnanimo nei tuoi confronti. Non che tu sia meglio dato che mi hai augurato la morte praticamente... Suppongo che siamo pari "

Realtà dei fatti era che Asahi potesse capire da dove provenisse. Se fosse stato lxi avrebbe sicuramente fatto lo stesso. Cosa non comprendeva era che gli andava contro nello scenario attuale.
E, sì, aveva mentito. Nemmeno lxi credeva che fossero al pari passo.

" non ti capisco. Perché continuavi ad essere gentile? Perché ci tenevi così tanto a chiarire tutto? Era senso di colpa oppure volevi davvero farci qualcosa al riguardo? "

E qualsiasi risposta non sarebbe stata abbastanza forte da evitare quel cambio pochi giorni addietro. Se lo ricorda ancora. Quello sguardo pieno di odio e risentimento per... Tutto ciò che aveva a che fare coi due. Se fosse stato al posto suo lo avrebbe mandato al diavolo ed insultato sin da subito.
Perché Axel non faceva la stessa cosa?
Perché ci ha messo così tanto?
E perché faceva male dopo che era riuscito nel suo intento?

" in qualche modo sei sempre davanti a me. Non importa quanto ci provi a superarti... "

... Rimarrà sempre nascosto dalla sua ombra. L'ombra di un ragazzino carismatico, pieno di energie e bontà. Un ragazzino ambizioso che era riuscito a farlo sognare a sua volta. Un'ombra così grande che accidentalmente non gli ha lasciato alcuno spazio nella luce. Lxi era la sua ombra. Lo era sempre stato, soprattutto da giovani.

" come nel gruppo. Tutti volevano starti attorno, eppure finivi sempre a stare con me, da soli. Mi ricordo quella volta che dimenticassi il pranzo ed ho dovuto offrire il mio perché 'sembrava l'unico buono'. Devo ammettere all'inizio credevo che sia stata una scusa solo per mangiare dal mio piatto. Però te l'avevo lasciato fare... "

Presto altri ricordi che sfiorarono a galla invasero la sua mente.
Era sia dolci che amari.
Nostalgici ed odiosi.
Se potesse tornare indietro nel tempo per riviverli l'avrebbe già fatto.
Tuttavia avrebbe voluto bruciare cosa successe dopo per sempre.

" oppure quella volta che ti ho lasciato vincere ad una partita di scacchi. Era molto stupido da parte mia, avevo in record da mantenere, eppure te l'ho lasciato rompere solo per vederti saltare in giro felice. Dicevi le solite cose da cretini come: 'ah-ha, ce l'ho fatta. Ho battuto il ragazzo migliore della scuola quindi significa che sono io il nuovo campione' e bla bla bla "

Si grattò la nuca, ora il cuore batteva a mille. Quando quel palmo tornò verso il basso si mosse vicino al corpo incosciente dell'altrx. Il respiro corto e la goccia di sudore freddo che si mischiava alle lacrime che tentavano di uscire.

" ... Mi manchi, okay? Mi dà fastidio vederti così. Mi dà fastidio che ti ho dovuto incontrare qui dentro e non in un altro momento. Magari allora potevano davvero tornare ad essere amici "

"Amici".
Rise dopo aver detto quella parola.
Si asciugò le lacrime prima ancora che potessero scendere.
Si sentiva così stupido in quel momento.
Si sarebbe sotterrato se qualcuno fosse entrato.

" sarebbe bello se ora ti svegliassi come nei film. Così tornerei ad odiarti come prima e negare che abbia fatto tutto questo discorso da scemi "

Fu timidx nel gesto e afferrò la sua mano. La strinse quanto più potesse, non con l'intento di farxlx male. Era più di... Disperazione. Come se quel gesto gli avrebbe veramente segnalato di alzarsi ed Axel l'avrebbe fatto in un batter d'occhio.

Non successe.
Lasciandolo con questo peso schiacciarsi addosso.

Alla fine del giorno, Asahi si faceva controllare dalle sue stesse emozioni.

___________________________

Akihisa vedeva il ragazzo nel riflesso che lentamente passava l'indice ed il medio sul viso. Andava leggero, seguendo una traiettoria precisa. Una traiettoria più rosa rispetto al colore della pelle. Partiva dal ponte del naso, percorreva l'intera guancia, fino al mento.

Un segno indelebile, pronto a seguirlx per il resto dei suoi giorni.
Un segno doloroso, che riportava a galla memorie pentite.
Aveva coperto tutti gli specchi per un motivo. Non voleva vedersi. Non voleva ricordare.
I primi giorni con questo segno erano stati i peggiori, la situazione sarà comunque migliorata ma rimaneva di merda.
Il suo stato d'animo era di merda.

Ricordi, dolori, fasce, incubi.
Era già fin troppo.
Si sommava il continuo del Killing Game. Non aveva tempo per finire un capitolo che già un altro ne iniziava.
Andava tutto così, così in fretta.
Era stancx? Assolutamente.

Aveva provato a fare qualcosa al riguardo.
Non lo so, distrarsi con qualcosa che gli piacesse, per esempio.
Eppure aveva perso il mazzo di carte.
Parlarne con qualcuno? Non voleva disturbare Shiori e poi mica era un bimbo che neccesitava di aiuto!
Tenere tutto dentro? Faceva male. Troppo. Più passavano i secondi, più quella vocina nella sua testa continuava a ripetergli quanto fallito fosse.
Andava e andava e andava avanti.
Senza smettere.
Come se voleva farlo uscire pazzo.

Era sempre la solita storia: voleva tornare a casa, da suo padre.
Lui avrebbe saputo cosa fare.
Lui saprebbe come tirarlo su di morale.
Ma con quel segno? Sarebbe esploso dalla preoccupazione. Addirittura piangerebbe mentre gli chiedeva scusa per non esser stato con lxi 24 ore su 24.
Non era colpa sua, anche se gli dicesse il contrario non l'avrebbe creduto.

Forse poteva concentrarsi su qualcosa di positivo?
Ahah, non farxlx ridere... Non c'era niente di positivo qui dentro.
Niente.
Zero.
Da 16 studenti sono passati a 9.
Quasi la metà.
E tre di loro erano membri degli Shini Goro.
3 su 9.
Un terzo di loro era cattivo.
Ma chi? C'erano tanti tipi di cattivi qui dentro.
Valeria era la prova schiacciante di questo.
Non era Shini Goro, ma diavolo se si era rivelata una persona schifosa come loro.
Pensate a come abbia ridotto Axel...
Non era stato suo amico, però ammetteva che fosse una persona migliore, se non la migliore moralmente fra quelli vivi.

" uhm, ciao "

Si girò di scatto tremante nel sentire una voce, seppur familiare, così ravvicinata alle sue orecchie, quasi cadendo dentro la fontana.

Il panico e la paura svanirono quando vide Sumire davanti ai suoi occhi. L'angolo del labbro superiore si alzò leggermente, esprimendo non-curanza con un tocco di disgusto.

" che vuoi? Prendermi il culo? C'hai altri sacchi da box cui insultare "

Era ancora arrabiatx con lei? Sì, e allora? Non era mica colpa sua se lei fosse lunatica! Parla parla tanto di giustizia e voglia di cambiare ma è da più di una settimana che lx sta evitando per paura del confronto. E con chi era andata a spassarsela poi? Con Naomi. L'ultima persona cui si dovesse avere contatti qua dentro! Se durante i primi giorni Akihisa avesse avuto almeno un briciolo di voglia di iniziativa nel venirle incontro, dopo questo tempo si è completamente disintegrato. Era ufficiale da giorni: Akihisa non voleva niente a che fare con Sumire. Zero.

La castana lo guardò per quello che sembrarono minuti prima di aprire bocca.

" so che è strano dirtelo adesso, soprattutto dopo gli avvenimenti avvenuti ieri, ma ho finalmente deciso di prendere iniziativa e ammettere che colpe che ho. Anche se sotto certi aspetti credo ti stia comportando in modo irrazionale e stupido, dagli altri comprendo il tuo punto di vista e le ragioni per cui non mi hai voluto parlarmi. Effettivamente dovrei essere stata io a lanciare la palla, non aspettare di prenderla al balzo ignorando tutto quanto e non ammettendo di essere nel torto. Cioè- non è che non l'ho ammesso- ti ho ignorato e basta perché non valorizzavo così tanto la nostra relazione, anche perché c'erano altre persone allora ed ora siamo in rimasti in quattro gatti e- e- non ricordo cosa volevo dire collegato a questo, merda. Però sì, ora siamo in pochi, e credo che cercare di formare alleanze di qualche tipo non è una brutta idea... E poi Shiori mi stava altamente scassando di parlarti e non posso proprio dirle di no anche perché sono in debito con lei per star prendendo cura delle mie ferite. Inoltre credo di avere- "

" ferma. "

Mise il palmo davanti alla sua faccia volendo darci un taglio.

" huh? "

" non ti credo "

Sumire fu presa alla sprovvista.

" come 'non mi credi'? "

" non ti credo. Punto. Se stai cercando di scusarti queste sono le scuse più false e confusionarie che io abbia mai sentito. Sembra che ti sei preparata a fare un presentazione con slide incorporate "

Spiegò con tono irritato.

Vi fu un'altra piccola pausa, nel quale si poté sentire la perplessità della fanciulla.

" ho fatto un discorso convincente che hai pure interrotto- "

" è quello il problema: non farmi discorsi inutili per aggirare la parte critica perché, detto sinceramente, mi sento più preso per il culo "

Non rispose, guardando altrove.

" e poi ti vieni a scusare proprio quando Naomi ti ha lasciato. Cosa? Ti senti sola perché il tuo ex si è rivelato un pezzente dopo le numerose red flags che hai liberamente ignorato? "

Wow, stava imparando l'inglese.

" cioè- "

" sì, tutti lo sappiamo che è uno stronzo per quello che ha fatto ed ovviamente te ne sei andata perché hai un po' di sale in zucca. Rimane il fatto che adesso queste più che scuse siano un richiamo di aiuto perché non vuoi essere sola. Cioè, è molto triste, sì, ma se sono solo un sostituto allora faresti un favore ad entrambi andandotene "

Lo mise in modo diretto e chiaro, non come aveva fatto lei.
Se veramente fossero quelle le sue intenzioni avrebbe girato i tacchi, fine.
Non era uno stupido nato ieri, doveva saperlo, e soprattutto non si fa approfittare dagli altri. Mai.

Lo sguardo di Sumire si rivolgeva in basso, trasformandosi in una persona dal carattere timido ed insicuro. Se queste scuse fossero un evento raro, allora vederla così doveva essere una singolarità.

" ascolta, anche se per la maggior parte del tempo non lo sembro, rimango dall'animo spirituale. Cerca di essere onesta con me prima di fare questi passi. È una perdita di tempo mentire. Quindi: come ti senti? "

Non commentò più.
Aspettò che fosse lei a decidere.
La giornalista unì le sue mani al petto, iniziando a massaggiarle dal nervoso.
La scena si fermò a questo frame per molto tempo.

" ... abbastanza sola "

Borbottò fra sé e sé sperando che l'altrx non l'avesse sentita.
D'istinto schioccò la lingua sul palato. Doveva immaginarselo.

" mi sento in colpa, sul serio "

Ah sì?

" è difficile esprimersi quando ho poche parole a disposizione in realtà. Sono solitamente dire di più per via del giornale e- "

Si interruppe da sola non appena capì di star rifacendo lo stesso errore di poco fa.
Al cartomante quasi sfuggì un piccolo sorriso divertito nel vederla in difficoltà. Era così soddisfacente sotto questo aspetto.

" su, Sumire, quale è quella bella parola che i genitori ti insegnano a dire per farsi perdonare? "

"Non sono una cazzo di bimba" avrebbe voluto sbattergli in faccia sentendosi presa in giro. Non lo fece. Non aveva la parte del manico in quella situazione. Odiava non essere quella avvantaggiata. Avrebbe potuto finirla lì ed andarsene, mandandolo al diavolo per non aver accettato i suoi sforzi.
Eppure non lo fece.

" ... scusa per tutto. Di averti insultato, cacciato via dalla festa, fatto vivere quella brutta esperienza, ignorato ed abbandonato tutto questo tempo... Sì, insomma, sono io la stronza qui "

Il sorriso compiaciuto si trasformò in uno di sollievo, quasi gioia nel vederla così onesta. Visto? Bastavano poche parole per risolvere tutto. Non quei lunghi papiri insensati che alla fine non valgono nemmeno niente.

" davvero? "

" davvero, posso fare altro se non mi credi. E scusa se ti ho dato una brutta impressione: non sei comparabile ad uno stronzetto quanto Naomi anche se lo rimani "

" lo prenderò come un complimento "

" ... e Mitsuki era una delle poche che mi piaceva veramente "

Bisbigliò sottovoce guardando di nuovo in basso. Le mancava? Assolutamente. Voleva essere egoista e dire che le mancasse tanto quanto mancasse ad Axel. Anche se non avessero speso molto tempo insieme, anche se avessero prospettive ed approcci diversi, alla fine era una delle poche persone cui credeva meritasse tutto il bene del mondo. Una delle poche che meritava un finale felice. Una delle poche che non doveva morire davanti ai suoi occhi in un modo così... Orribile.

" ... è così che ti sei sentito dopo la morte di Dae-jung? "

Akihisa guardò in basso, stringendo le braccia al petto, occhi lucidi, segnalando forte e chiaro anche con quel silenzio la risposta a quella domanda.
D'istinto l'abbracciò.
Un abbraccio di scuse, pentimento, empatia, supporto... Poteva significare mille cose.
Oppure era un semplice abbraccio, senza motivazioni dietro.

" ora basta, non voglio piangerti addosso "

Strinse le mani sulle braccia dell'altra, sentendo ancora una volta tutti quei ricordi pervaderlo. Tutto quel sangue colare giù dalla faccia.

Fece come detto e lasciò andare.
Vi fu un momento di silenzio fra i due.
Un lungo tanto quanto compresivo.
Si capivano.
Capivano come affrontare una perdita fosse così difficile, anche se per entrambi fosse già successo in passato.
Avevano perso qualcuno di importante in famiglia, ora anche in amicizia.

E, parlando di amicizie, in qualche modo Sumire era riuscita a scalare subito la lista verso in cima solo per essersi scusata. Perché?
Perché nessuno l'aveva mai fatto con lui, apparte suo padre per cose cui non aveva controllo.

Di persone rompiscatole ne conosce assai e, guarda caso la giornalista da tempo che gli ricordava una certa persona.

" sai, avevo una migliore amica da piccolo. Mi ricordi molto di lei "

Il cartomante si sedette sul bordo della fontana, facendole segno di stargli affianco.
Corruggò la fronte dalla casualità di quell'informazione, facendo come detto.

" d'aspetto o...? "

" no, di carattere. Entrambe siete due stronzette senza un senso della privacy altrui "

Lo guardò come per dire "sei serio?".

" si chiamava Ohiri. Ai tempi mi ero già fattx una reputazione nella mia scuola, anche se controversa per molti perché, wow, guarda caso, proprio come te, non credevano che la cartomanzia fosse vera "

Iniziò il suo monologo. Perché lo stava facendo? Non lo sapeva nemmeno exlx.
Da una parte sapeva che fosse ripetere la storia con la fanciulla: lxi raccontava e dopo se la ritrova messa dove non batte il sole. Dall'altra credeva che Sumire sapesse fare di meglio perché l'altra non si era mai scusata. Dall'altra ancora pensava che, forse, se ne sarebbe scordata subito da quanto ridicolo sembrasse. E dal quarto lato sentiva questa necessità di... Sfogarsi in qualche modo. Offensivo o meno. È da tanto che non parlava di sé a qualcuno. Se fossero semplici compagni di classe non se lo sarebbe mai sognato - avrebbe preferito esser torturato piuttosto. Non lo erano. Erano delle povere vittime di un gioco poco allegro. Potevano morire da un momento all'altro. Forse vedeva se stesso morto in qualsiasi momento e non voleva seppellire le sua storia così. Se fosse veramente deceduto, altri dovevano sapere almeno come se l'era cavata in tutta la sua vita.

... Era sicuro che le altre vittime volevano lo stesso. Sapere che la loro storia non fosse finita alla loro morte, ma che sarebbe persisitita negli anni.
Voleva essere qualcuno. Ecco perché la lettera d'ammissione l'aveva reso gioioso. Perché voleva lasciare un'impronta.
Un'impronta indelebile nella storia.
Perché ne era capace e lo sapeva.
Lui come Sumire, Shiori, Axel, Koharu, diamine pure Asahi, Naomi, Airi e Hyosuke! Pure Hiroko, Mitsuki, Yuri e Valeria!

E...
Ed anche Dae-jung.
Non lo conosceva veramente.
Si pente di non avergli chiesto la storia.
Cosa l'aveva portato a fare questo.
Cosa l'aveva colpito nel passato per arrivare a tal punto.
Magari, allora, non sarebbe stato così deluso dalle sue azioni.
Magari, allora, l'avrebbe ancora creduto una persona come tante altre.

" un giorno le dissi riguardo ai miei problemi in famiglia: mio padre che non riusciva ad arrivare a fine mese e mia madre che ci ebbe lasciato per andare a seguire il suo sogno da cantante. Sai cosa scoprì qualche settimana dopo, durante il giorno della mamma? Che spifferò tutti i miei problemi agli altri come se nulla fossero perché alcuni miei compagni mi vennero a fare un discorso di quanto dispiaciuti fossero per me "

" che bastarda- "

" lo so, vero? Non si è nemmeno scusata e quindi ho tagliato contatti con tutti loro. Sai, certe volte ho come l'impressione che potresti fare lo stesso. "

" io? Non essere ridicolo. Sarò pur una giornalista ma so cosa significhi rispetto fra amici. Quelli cui 'invado la privacy' "

Fece il segno delle virgolette.

" se lo meritano pure perché nascondono sempre le loro vere intenzioni "

" certo, certo "

Disse sarcastico prima di continuare.

" mi ricordi questa, ma in modo più positivo. Sei una sorta di remix migliore "

" ... Grazie? "

" almeno tu hai dei principi e dei morali su cui ti basi, quella lo faceva per puro egocentrismo "

" oh... "

Essere riconosciuta per le sue intenzioni era una bella sensazione. Pochissimi erano quelli che veramente si mettevano dietro a pensare dei motivi, in molti su internet la criticavano invece. Ribadivano come fosse una rompiscatole, una 'paladina della giustizia scrausa', una 'che non esce mai di casa, vai a toccare dell'erba piuttosto'. Certe volte facevano male, altre se la rideva sopra. In pochi la supportavano nei socials. Ma, hey, era questa la vita di una celebrità, no? Sapeva a cosa andasse incontro. Ci era nata con questa base.

" ... giusto, dovevo darti questo "

Fuori dalla tasca della gonna - Hisa si chiede da quando avesse delle tasche? - tirò fuori un figlio piegato quattro volte.

" ieri notte stavo controllando la fotocamera e sono riuscita a recuperare questa foto. La prossima volta basta chiedere permesso, intesi? "

Un sorriso spuntò mentre alzava il braccio verso la sua direzioni. Hisa confuso afferrò l'oggetto per poi aprirlo.
Era quella foto.
L'ultima ed unica fatto che si erano fatti insieme.
La mente aveva completamente scordato della sua esistenza, forse per paura di soffrire più del necessario.
Mise una mano davanti alla bocca, cercando di contenere le lacrime.

Gli mancavano quei tempi, okay?
Gli mancava sapere di avere qualcuno di allegro e sprizzante nella sua vita.
Gli mancava l'unione che si era formata nel gruppo.
Gli mancava poter scherzare e divertirsi.
Gli mancava sentirsi così libero e privo di sensi di colpa.
Gli mancava avere la sua faccia.
Il suo sorriso.
Il suo sguardo.
Gli mancava tutto.

" dai, su, non vorrai mica piangerti addosso? "

Scherzò l'altra volendo tirare su il morale. Questa foto non doveva essere un simbolo di tristezza, ma di gioia. Non doveva piangersi sopra, piuttosto sorridere che fosse accaduto.
Akihisa d'istinto le diede una spinta della per farla tacere.

" non sto piangendo, idiota "

" ti porto una foto ed è così che mi ringrazi? "

" taci! "

Cercava di contenere qualsiasi cosa stesse per uscire dalle labbra. Singhiozzi o risate, qualsiasi cosa fossero. Si sentiva grato e malinconico allo stesso tempo.

" sai, anche mia madre non era proprio la migliore figura genitoriale che si potesse avere "

Come Hisa aveva promesso a se stesso di non aprirsi a nessuno, anche Sumire aveva un conto del genere, per i stessi identici motivi: la paura di essere messo a nudo davanti a tutti.
Come Hisa, anche Sumire stava facendo quello che non credeva di aver mai fatto. Si rendeva poco interessante apposta, per evitare domande, ma anche lei voleva essere ricordata.

" credo che fosse gelosa di me. Mio padre mi dava sempre così tante attenzioni, mentre lei rimaneva con niente se non una routine rigida da seguire. Certe volte la insultava pure e mi diceva di farlo a mia volta. Effettivamente ero troppo piccola per capire quanto instabile fosse il loro matrimonio "

" anche i miei non erano proprio stabili ma quello era perché mia madre era una lunatica. Una volta mi diceva di sì e l'altra di no. Altre volte si metteva ad urlare per nessun motivo. Altre ancora si incazzava con me se osassi dimostrarmi nervoso perché 'la facevo stare male'. L'ultima volta che mi parlò era per rimproverarmi di essermi mangiato le unghie. Dopo? Sparita nel nulla come se non fosse mai esistita."

" damn bro... "

Gli diede una pacca sulla spalla in solidarietà.

" a me non dà così fastidio che se ne sia andata perché non mi sopportasse. Mi dà fastidio sapere come avesse abbandonato mio padre a se stesso. Sai quante volte l'ho beccato piangere su se stesso, stanco di questa vita? "

Sumire scosse la testa e Hisa si mise le mani nei capelli.

" fin troppe, cazzo! E sai di chi è la colpa? Di questa bastarda che non sapeva prendersi le proprie responsabilità! Non è giusto! Papà non dovrebbe soffrire solo perché quella scappa via! Non se lo merita, cazzo! "

" figlio di papà, eh? "

Un sorriso amaro si formò sulle labbra dell'altra.

" Lo ero anche io. Ammiravo un sacco mio padre e aspirato diventare come lui. Mia madre? Non faceva altro che andarmi incontro. Certe volte mi ridicolizzava in pubblico, altre si lamentava di cosa mangiassi, altre ancora insultava cosa indossassi... "

" insomma, non è una sorpresa che la odi "

Riassunse l'albinx.

" un tempo? Avrei preferito vederla sottoterra. Ora invece? No, credo di volerle stare affianco invece "

Alzò lo sguardo perplesso a quelle parole. Cosa significava? Stare con chi ti avesse maltrattato tutta la tua vita?

" sai, una critica del giornalismo dice 'non credere a tutto ciò che leggi, l'apparenza inganna'. Credo si applichi anche a lei. Non era semplicemente una pazza, era... Stressata da tutto e tutti. Non dico che la perdono, anzi, le ho detto in faccia che non l'avrei mai fatto e neanche più la consideravo mia madre. Infatti ora la chiamo solo 'Yasu'. Ed è stata comprensiva, sapeva che delle semplici scuse non avrebbero guarito anni ed anni di maltrattamenti ed ora sta cercando di essere una persona migliore. E, diamine, sai una cosa? Non sarà una brava madre ma è una donna iconica! Non ti dice niente il nome? "

" yasu hamasaki? forse..? "

Inclinò la testa di lato.
In qualche modo suonava famigliare. Avrà sicuramente sentito il nome ma gli sfugge quando, dove, perché e da chi.

" è una modella rivoluzionaria. Va contro i standard di bellezza giapponesi e sa comunque come togliere il fiato alla gente. È incantevole, divina addirittura, nulla sembra portarla giù dopo che è stata divorziata da mio padre "

" mh... "

" c'è stato più di uno scandalo riguardante ella. Non hai mai sentito della 'donna messa a nudo'? "

" intendi quella scema che è finita sui giornali senza vestit- oh, era tua madre... TUA MADRE HA FATTO COSA?! "
Spalanca la bocca.
Sumire annuì, non arrabbiandosi del commento sgradevole fatto, anzi, cercava di contenere la risata per via dello shock.

" insomma, diciamo che ora si sta molto meglio. Non è una situazione normale, ma funziona. No idea su come si possa definire questa relazione. Forse solidarietà fra donne?"

" cioè, quindi, non ti rompe le scatole? Non va più in giro a dirti cosa dovresti o non dovresti fare? "

Scosse la testa.

" non ti insulta? "

Scosse per la seconda volta.

" e non ti dice proprio niente? "

" nope, carta bianca. Anzi, è lei a dirmi sempre di non farmi mettere i piedi in testa, di domandare il perché di certi ordini e di uscire fuori spesso a divertirmi perché l'adolescenza si gode una volta sola "

Akihisa tirò un sospiro, incrociando le braccia al petto. Sentì un peso enorme al cuore come... Come se ne fosse geloso. Era geloso della loro relazione? Davvero? Perché mai dovrebbe esserlo? Ha sempre detto quanto felice fosse di non avere sua madre lontano. La odiava per averlo fatto, sì, però preferita che rimanesse lì piuttosto che tornare. Forse... Forse non era così? Forse, in fondo, anche a lxi sarebbe piaciuto avere una madre come si deve come il resto dei ragazzini? Eppure non si era mai sentito così geloso prima di adesso. Cosa aveva la madre di Sumire in più? Il fatto che fosse ugualmente una pezzente ma un po' migliore perché ha voluto affrontare le conseguenze delle sue azioni? Il fatto che si fosse scusata ed ha provato ad avere un secondo rapporto senza dare fastidio alla figlia, al posto di esser scappata a gambe levate a farsi chissà quali giri inutili?

" hai fratelli e sorelle? "

Chiese d'un tratto.
Hisa scosse la testa.

" figlio unico, sempre stato "

" oh, anche io in realtà "

Cioè, era parzialmente vero.
Non aveva aveva proprio un fratello, anche se teoricamente l'avesse avuto.
Si poteva considerare una mezza verità.

" tuo padre invece? Che tipo è? "

Chiese dunque il cartomante.
Sumire scrollò le spalle senza rispondere direttamente la domanda.

" il tuo? "

" oh- beh- insomma, il migliore che potessi avere. Come detto, è stato al mio fianco nonostante tutto e si spacca dalla mattina alla sera al lavoro solo per arrivare a fine mese. Ho accettato la lettera d'ammissione solamente per lui. Continuava a dirmi come un giorno sarei sicuramente diventato un cartomante migliore di egli. Se trovassi dei soldi per un luogo migliore poi, sarebbe stato l'affare del secolo. Invece mi ritrovo rinchiuso qui dentro "

Tirò l'ennesimo respiro deluso facendo oscillare la testa verso il basso.
Questa volta quella gelosa sembrava esser Sumire. Non sapeva perché ma poteva sentire il suo sguardo trapassargli la testa.

" sai quando ha visto la foto di Yasu è diventato subito un suo fan. Questo spirito rivoluzionario l'ha preso in pieno "

Commentò poi alleggerendo la situazione e cercando di cambiare un po' il tema.

" oh wow, che sorpresa "

" è molto strano tutto ciò "

" ... confermo. Dici che lo vorrà un autografo? Magari geloso del figlio che ha incontrato "

Ridacchiò leggermente ed Akihisa la seguì.

" direi che sarebbe su di giri solo a saperlo "

Passò una mano, quella bendata, nei capelli chiari.

Dopo qualche minuto calò di nuovo il silenzio e la fanciulla finalmente prese coraggio nel chiedere:

" uhm, scusate accettate? "

La squadrò da cima a fondo senza sbatter ciglia, in silenzio.
Poteva perdonarla? Gli sarebbe servito a qualcosa provare a darle una seconda possibilità? Avrà pur ammesso che gli ricordasse Ohiri ma Sumire rimaneva diversa. Più fedele.

" solo se mi lasci fare una cosa "

" cosa? "

" questo! "

Senza avviso si alzò e la spinse all'indietro, facendola atterrare di sedere sul fondo pieno d'acqua.
Si bagnò tutti i vestiti e le bende.

" perché l'hai fatto idiota?! "

" piccola vendetta dopo tutto questo tempo. Ora mi sento in pace con me stesso- AHAHAHA- oh sì, ti perdono anche- AHAHAHA "

Le rise in faccia talmente forte che si tenne lo stomaco stretto. L'espressione della giornalista era fin troppo comica per contenersi.

" ah-ah-ah spiritoso, ora mi pulisci i vestiti "

" col cazzo! Puoi farlo da sola! Ho altro di più importante a cui pensare! "

" ah sì, tipo? "

" respirare "

Rispose con tono sarcastico prima di continuare a ridere.

Una volta calmata la risata si avvicinò al bordo, allungando una mano verso l'amica per aiutarla a rialzarsi.

Afferrò il polso stretta, prima di tirare l'altro verso di sé dentro la fontana, bagnandosi dalla testa ai piedi.

" ahia- le ginocchia cretina! "

" così siamo pari "

Ridacchiò ella adesso.

" no, oh, non è giusto! "

Si alzò subito prima di prendere dell'acqua nelle mani a forma di coppa e buttargliela direttamente in faccia.

" eh no, bello, tu il make-up non me lo rovini per poi passarla liscia! "

Cerco di alzarsi a sua volta prima di fare la stessa cosa con un'onda più grande.

Andarono avanti a schizzarsi per quelle che sembrassero ore.
A Sumire faceva male la schiena ma ignorava il dolore.
A Hisa faceva male la mano ma ignorava il dolore.
Erano fradici dalla testa ai piedi a quel punto, mentre ridevano come due ragazzini spensierati della loro età farebbero. Mancava questo divertimento per entrambi, anche se portava nostalgia, la voglia di giocare era più forte per tirarli giù. Magari rimanere in questo momento per sempre.

" che diamine state facendo? "

Una terza voce di aggiunse ai due, quale fece girare le loro teste e davanti alla fontana ora c'era Shiori con un sguardo perplesso misto a preoccupazione.

" perché state giocando lì dentro come dei fessi? Mica è una piscina! "

La sgridata tuttavia non arrivò alle loro orecchie, sembrando preoccupati per altro. Xlx primx ad aprire bocca fu il cartomante.

" dove ti eri cacciata tutto il giorno? "

" stai bene, vero? Non ti ha fatto niente di male? "

La domanda di Sumire fece in arcate le sopracciglia dell'altro. Chi avrebbe dovuto farle del male?

" no, come ha detto lei: era solo un prelievo. Mi ha dato qualcosa per evitare inconvenienze dopo e mi sento okay "

Annuì alla risposta della medium.
Quando chiese risposte il terzo le due si guardarono un po' insicure prima di spiegare meglio la faccenda con Axel.

" ... quella mi sta sui coglioni in una maniera incredibile "

" siamo in due "

" tre "

" ora mi spiegate perché siete fracidi? Sembrate due ubriachi usciti dalle disco alle 4 di notte "

Il duo riformato la guardò leggermente offeso al paragone.
Dopo si guardarono negli occhi.
Ebbero la stessa idea e...

" tre, due, uno- "

" huh? "

Spruzzato no altra acqua in faccia alla più grande prima di scoppiare in una risata all'unisono.

Shiori si arrabbiò all'inizio, eppure vederli così la intenerì.
Era felice che avessero finalmente fatto pace.

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Ayo finalmente si inizia questo capitolo dopo settimane di pause.
Me la son presa comoda dopo l'ultimo capitolo.

Vabbè non voglio dilungarmi troppo neanche qui, spero che vi sia piaciuto come inizio!!!

E come al solito chiedo scusa per eventuali errori grammaticali, ortografici, eccetera, ma come ben sapete non controllo troppo nei dettagli e dopo ci piango sopra durante la notte /i

It's spooky month yall omg.

Vabbè la gif non si fa più grande.

E detto ciò, alla prossima!

— 𝕰𝖑𝖎𝖟𝖆

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