❱ 𝗖𝗛. 𝗜𝗜𝗜, 𝗔𝗖𝗧 𝗜𝗩: 𝖬𝖯𝖫𝖳𝖣𝖠 ❰
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Attenzione: in questo capitolo ci saranno menzioni di tentato self-oof e scene esplicite di vomito. Per chi fosse sensibile a questi temi chiedo di procedere con cautela quando vedrete degli asterischi (*) fra un paragrafo e l'altro. Ho cercato di limitare la scena il più possibile affinché possiate godervi la lettura senza problemi! Oltretutto vi avviso già che i primi asterischi si riferiscono al primo tema delicato ed i secondi al secondo. Infine, essendo solo in paio di paragrafi, userò un altro asterisco per segnare il termine di quella parte.
Esempio:
*****
(Paragrafo)
(Paragrafo)
*****
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" non me lo merito "
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Capitava di starsene al parco dopo scuola.
Capitava di giocare fino a tarda ora.
Capitava di riscontrare piccoli imprevisti.
Quella giornata, però, capitò una volta nella sua vita.
E mai più.
Era tutto normale, finché non lo era.
Erano tutti insieme, finché la pioggia non iniziò ininterrottamente.
Erano tutti felici, finché Asahi fece quella telefonata.
" perché chiami quest'ora? "
" non è che potresti venirci a prendere in auto? "
" pensavo fossi occupata col tuo nuovo gruppetto "
" sì, uhm- sai che preso il massimo nell'ultima verifica di matematica? "
" oh davvero? Brava così la mia ragazza! "
" eheh, quindi non è che..? "
" sigh, mi spiace, fatevi una corsa a casa, tuo padre ed io siamo occupati all'agenzia "
" mh... "
Axel uscì dal negozietto cui avevano preso riparo con due con in mano due pacchetti di Pocky, una classico e l'altro al gusto matcha, quando notò l'amicx voltato di spalle. Nonostante fosse preoccupato per questo cambiamento improvviso, cercava di sorridere e mostrarsi calmo.
Perché non era ancora tardi per tornare a casa.
" tutto bene? "
Quella domanda fu spontanea chiedere, avvicinandosi sempre più all'altrx confuso. I capelli che coprivano il viso voltato in basso, il corpicino che tremava e la stretta forte attorno al cellulare che possedeva. Tirò su col naso ma non rispose, guardando altrove.
" allora? Tua madre viene a darci un passaggio? Avevi detto che lavoravano qui vicino "
Boom.
L'oggetto elettronico cadde sul cemento.
Le mani dell'altro finirono per coprire il viso ora in lacrime.
Ed dei singhiozzi rumorosi attirarono l'attenzione dei passanti.
" ah- che ti prende? "
Nessuna risposta, se non i singhiozzi persistenti. Le lacrime che andavano a ritmo delle gocce d'acqua piovana. Svelte e senza fine.
" Ho detto qualcosa di male? Scusa- "
Ancora nessuna risposta, tuttavia fu notabile il suo tentativo di rispondergli senza successo. Solo suoni incomprensibili e lacrime.
" e-ehy, li vuoi questi? Sono i tuoi preferiti dopotutto! "
Come metodo di consolazione tentò di donargli cosa ebbe già in mente di fare in precedenza a questo scoppio. Il pacchetto verde al matcha finì nelle mani di Asahi, xlx quale sembrò starsi calmando adesso.
Finì per mangiarne un paio in silenzio... Se proprio si voglio scordare i piccoli singhiozzi qua e lá ed i respiri a naso tappato. Usò la manica già bagnata per pulire il casino che era in volto, rimanendo con gli occhi rossi.
I due trovarono una buona idea sedersi davanti alla finestra del locale, aspettando che la pioggia cessasse.
" questo sì che è imbarazzante "
La voce un po' rotta e bassa rimbombò nelle sue orecchie.
" non ti preoccupare, non lo dirò a nessuno- "
" meglio per te se non cerchi guai "
Sbraitò subito minaccioso, masticando l'ennessimo pasticcino glassato.
Axel ridacchiò nervosx, grattandosi la guancia con l'indice.
" se ne vuoi parlare, basta che me lo chiedi, okay? Può capitare di sentirsi giù per via dei genitori dopotutto. E da qui non me ne vado "
" ... Sì, ovvio, sei sempre qui per tutti "
Alzò le sopracciglia, confuso dall'amarezza con cui l'altrx fece uscire quel commento.
" uhm, scusa... "
" dubito tu possa mai essere un problema per i tuoi "
" la stessa cosa vale per te- "
" sei sempre così carino, disponibile e altruista. Come potresti mai capire come mi senta... "
Un peso invase il cuore del francese, portandolo in totale silenzio.
" è ovvio che i tuoi ti ricoprano d'attenzioni. Tutti a scuola lo fanno. Anche nel gruppo! Vogliono sempre stare con te! Come potresti mai capire cosa significhi essere invisibile, od addirittura un ostacolo per gli altri?! "
Man mano il volume della voce si alzava, paralizzando l'amico sul posto con lo sguardo fisso in avanti, mentre l'altro si mise la faccia nelle ginocchia tremante.
" ... scusa. Non avrei dovuto"
Bisbigliò alzando lo sguardo e incrociando le braccia al petto, ancora più imbarazzatx per la scenata fatta. In fondo Axel non gli aveva fatto nulla di male. Ma, cielo, certe volte provava questa sensazione di rabbia quando lo vedeva lontano da lxi, in mezzo alla folla, venendo ignoratx completamente. Perché doveva andarsene? Perché non poteva star con lui? Perché non poteva essere come lui?
" n-non fa nulla. I tuoi motivi per sentirti così sono validi. Se vuoi lamentarti di altro sono a tutte orecchie "
Axel strinse le braccia attorno al suo corpo. Asahi portò una mano nei capelli, guardando altrove.
" no, davvero, non c'è nulla. I miei sono solo molto impegnati e non voglio essere un problema. Mi sono solo alzato con la luna storta... "
Sembrava di star assistendo al loro primo incontro.
Axel che cercava di parlare per entrambi.
Asahi che risultava il più timido ed insicuro fra i due, nonostante una volta che si era aperto altro non era che un uragano di energia e onestà... Forse anche fin troppa.
Portò una mano a giocare col caschetto.
Sentivano di trattarsi di un momento vulnerabile per entrambi.
Non avevano modo di scallare con quesro diluvio.
Quindi perché non continuare la scena? Proprio come se fossero in un filmato.
" vuoi sentire la mia? "
" se proprio ci tieni "
" non devi fingere di essere qualcun altro intorno a me "
La fermezza di quelle parole lx presero alla sprovvista, spalancando gli occhi.
" non devi sentirti costrettx a limitarti solo perché hai paura di essere giudicato. Non lo sei. E mai lo sarai. Ti trovo simpaticx e amichevole a tua volta! Essere te stesso non mi ha mai dato fastidio! Anzi, è questo pensiero di trattenersi che mi irrita! "
Si avvicinò all'amico, tenendogli entrambe le mani.
L'altro non riusciva a guardarlo in faccia. Era una sensazione strana. Voleva ma non voleva farlo. Sentiva il cuore battere forte e la faccia morire dal caldo improvviso. Perché? Perché sentiva le farfalle nello stomaco? Perché improvvisamente il suo cervello si era spento?!
" Anche se pensi di essere invisibile, ti vedrò. Anche se ti senti perso, ti troverò! Non sarai mai da solo. Non importa quanto voglia sparire. Ai miei occhi avrai sempre i riflettori puntati addosso così come tu pensi io li abbia! Te lo prometto! "
Quello sguardo determinato.
Quei occhi colorati e pieni di volontà.
Lo invidiava.
L'ha sempre fatto.
Invidiava come fosse il migliore nonostante non avesse un talento.
Invidiava come fosse capace di dire queste cose con facilità nonostante la paura.
Invidiava... Tutto.
Non era giusto. Perché doveva avere tutto e lxi niente?
Eppure... Non poteva odiarlo.
Quei gesti delicati.
Quei sorrisi solari.
Quelle volte che diceva il suo nome in maniera dolce e felice nel vederlo.
Addirittura il suo unico hobby era passato in secondo piano da quando entrò nella sua vita.
Lo ammirava.
Gli voleva bene.
Forse anche più di un amico.
Sin dal primo giorno si era sempre chiesto:
" voglio essere con o come lui? Voglio che stia al mio fianco o che lo rimpiazzi? "
Non crede troverà mai la risposta a questo dilemma.
Lo perseguiterà per il resto delle loro vite.
Però almeno l'avrà sempre in mente, anche quando non voleva.
Non si sarebbe mai scordato del suo primo amico.
Del suo primo amore.
Di Axel.
Non si accorsero di essersi avvicinati così velocemente.
Non si accorsero delle facce ad una distanza pericolosa.
Non si accorsero che entrambi stavano per avere il suo primo bacio.
Finché Axel non notò qualcosa di fatale.
Si allontanò distogliendo ogni tipo di contatto con Asahi.
Guardò in basso, verso la manica della sua maglietta.
Coprì.
Coprì quello che stava per sfuggire.
No, non doveva mostrarlo.
Non era il momento.
Non poteva appesantirlo dopo aver saputo dei suoi problemi.
Lo sguardo di Asahi era un misto di perplessità e malinconia.
Perché si era fermatx?
Era troppo presto?
Aveva sbagliato il processo?
Perché stava giocando con la manica così violentemente?
" uhm, scusa- scusa- davvero- non volevo farti sentire in una posizione scomoda- e- aaaah, cosa mi è preso! Stai bene? "
Annuì leggermente senza parole.
" cosa posso fare per farmi perdonare? Non volevo- davvero- "
" non fa nulla... "
Borbottò, tuttavia l'altrx sembrò impanicare ancora di più.
" no- fa qualcosa! Non è giusto, davvero- scusa- lascia che ti accompagni a casa come minimo! Domani ti offro pure il pranzo! "
" ma- "
" non accetto rifiuti! Te lo meriti dopo questo! "
E non voleva fare tardi e preoccupare suo padre.
Si alzò, all'inizio quasi cadendo, e tirò su l'altro con il braccio. La pioggia non era ancora terminata, anzi, ora stava andando più forte di prima.
Decisero di usare le loro giacche per coprire la testa e correre a gambe levate. Ormai i vestiti era già bagnati e a nessuno importava se peggiorasse ciò.
Deve ammettere che dopo quel momento imbarazzante, fu ciò che serviva per alzare il morale.
Due ragazzini, sotto la pioggia.
Correvano e ridevano.
L'unica loro preoccupazione era tornare a casa prima che si ammalassero.
Però si divertivano.
Quanto gli sarebbe piaciuto provare questa sensazione ogni volta che correva.
Che scappava via dalla realtà.
Certo, Asahi l'avrebbe pur visto come il migliore delle persone.
Ma quello era perché odiava dimostrare altro.
Soprattutto odiava la realtà.
Odiava sapere che non poteva essere ciò che appariva.
[ ... ]
Era in ritardo.
Per la prima volta nella sua vita aveva sforato l'orario che gli era stato imposto in famiglia.
Assieme all'altro, erano gli unici due ad uscire di casa quotidianamente, mentre sua madre e la sua sorellina rimanevano lì, escludendo le lezioni a scuola.
L'aria in casa era sempre soffocante.
Non appena entravi dovevi camminare in punta di piedi per non svegliare l'orco.
Non appena entravi, l'atmosfera sicura e amorevole si tramutava in un campo da battaglia.
Certe volte avrebbe preferito vivere sotto un ponte che lì dentro. Era decisamente più al sicuro...
Più al sicuro e equivaleva più lontano da qui, da lui.
Per questo si era unito al gruppo.
Per questo amava le favole.
Perché questo sporco non si presentava.
Perché la realtà ha sempre fatto male.
Di quanti minuti aveva sforato? Dieci? Forse quindici? Venti addirittura se di vuole esagerare?
Fissava la porta d'entrata tremando.
Se nel mondo di fuori Axel era determinato.
Lì dentro diventava l'opposto.
La paura, il dolore, lo scontro.
Odiava. Odiava quel posto con tutto se stesso.
Sarebbe scappato tempo fa, se non fosse che sua sorella si trovasse lì.
Non l'avrebbe lasciata.
Sin dal primo giorno cui era riuscito a tenerla in braccio.
Le aveva promesso di proteggerla.
Le aveva promesso di renderla felice.
Perché si meritavano quel finale.
Mano nella mano a camminare durante il tramonto.
Non rinchiusi sulla torre alta.
Crack.
" AAAAAAA- "
Da dietro la porta le urla lo chiamavano.
Le conosceva fin troppo bene.
Il vetro che si rompe.
La voce di Axelle.
Non ditegli che era colpa sua?
Si era arrabbiato con lui e se la prendeva con cosa xlx stava più caro?
Perché?! Cosa gli aveva fatto del male per meritarsi questo?!
Aveva paura.
Il cuore batteva.
La mano sulla maniglia tremava.
Sudava.
Il respiro accelerava.
Gli occhi erano già lucidi.
No, no, no. Non lascerà che le faccia questo.
Perché l'esitazione allora?
Perché quesro blocco?
Perché non poteva essere più coraggiosx?!
Spalancò la porta, chiudendo gli occhi come per aspettarsi una scena orribile davanti a sé.
... Invece fu tutto pulito.
Dalle porte aperte non si vedeva nessuno e l'appartamento sembrava ordinato.
Che se lo fosse immaginato..?
" mamma, papà, Axelle, sono a casa. Scusat- "
" dove cazzo eri andato a finire?! "
Dal salotto comparve.
Tutta le sue ansie e paure.
Tutti i suoi dolori.
Tutte le sue ferite e cicatrici.
Il suo inferno fatto a persona.
Suo padre.
I pugni già stretti, lo sguardo incazzato e deluso.
Entrambi sapevano il perché e come sarebbe andato a finire lo scenario.
Fece un passo in avanti.
Arthur uno indietro.
Passo in avanti.
Arthur uno indietro.
Finché non colpì la porta, ora chiusa, con la schiena e facendo cadereo zainetto per terra.
Le parole si bloccavano in gola anche solo incrociando il suo sguardo.
" dove eri stato, Arthur? "
" ... Stava- piovendo- non volevo- bagnarmi- "
Ti prego, ti prego, ti prego.
Abbi pietà.
Non l'ha fatto apposta.
Non l'avrebbe commesso una seconda volta.
Quindi, per favore, papà, lasciaci in pace.
Quando fu a pochi centimetri dal figlio si abbassò, arrivando al suo livello per guardarlo in faccia.
Dritto nei occhi.
I suoi occhi eterocromatici.
Perché era proprio da egli cui aveva ereditato quel tratto cui tutti lo complimentavano, ma in fondo odiava poiché gli ricordasse la sua provenienza.
Guardò in basso, in ansia.
Non ce la faceva.
Era agghiaciato anche solo dallo sguardo.
Come stava Axelle? Perché non rispondeva? Giura che se le ha fatto qualcosa.
" sai, vero, che mi hai fatto preoccupare? "
Annuì leggermente.
In quel istante provò la mano ruvida e forte accarezzargli prima la guancia, poi i capelli corvini.
Inconsciamente tirò un sospiro più calmo, abbassando la guardia.
" scu- "
Non ebbe tempo di proferire il resto della spiegazione che fu sbatutto a terra con tanta forza. Di capo.
" non me ne faccio nulla delle tue scuse! Qua le cose vanno come dico io, senza se e senza ma! Sai già cosa succede quando mi arrabbio o te lo devo ricordare adesso, eh?! "
Non ricevette altro che un lamento dal dolore per la botta ricevuta, cercando di alzarsi. Era fin troppo famigliare con queste situazioni, eppure l'angoscia mai spariva, anzi, aumentava. Si alzò e raccolse i suoi averi. Non lo guardò in faccia. Se se ne fosse tornato in camera sarebbe tutto calmato... Bastava non guardarlo. Bastava non fargli capire che faceva male. Perché non faceva male. Aveva sopportato di peggio. Molto peggio.
" ah te ne vai subito? "
Questa volta lo spinse, facendolo cadere nuovamente per terra mentre tentava di scappare. Le ginocchia ora bruciavano e non riusciva ad alzarsi interamente. Tentò di gattaoilare via. Non importava se fosse ridicolo. Voleva andarsene. Più di ogni altra cosa al mondo.
" lascialo stare, rozzo! "
Una vocina femminile attirò l'attenzione dei due e presto un corpicino minuscolo si mise in mezzo.
Una bambina armata di una bottiglia dal fondo rotto e tagliente, quale puntava esso verso l'adulto con aria minacciosa.
Arthur riuscì a vedere del sangue colare giù da quellr piccole mani, forse perché si era fatta male nel processo pulire
" huh? Levati dalle scatole! "
Con uno schiaffo la mandò al suolo, facendo cadere l'arma e tagliandosi i palmi ulteriormente.
" Axelle! No! "
Si parò davanti ad ella, inginocchiandosi al cospetto dell'uomo pur di convincerlo di lasciare almeno lei in pace. Perché non aveva fatto nulla di male.
L'ira dell'uomo aumentava ogni secondo di più.
" ahia- ahia- ahia- "
Quella presa per i capelli faceva così male.
Sentire come se volesse staccargli lo scalpo faceva così male.
Separarsi dall'altra, ora in lacrime, faceva così male.
Prima si prese degli schiaffi da ogni guancia.
Dopo diventarono pugni che si sporcavano di sangue.
Quel maledetto sangue rosso...
Quando non si reggeva in piedi venne preso a calci nello stomaco se non dappertutto.
E non poteva fare altro che piangere.
Pregarlo di smetterla.
Perché non sapeva difendersi.
Nonostante le suppliche da parte della madre nel fermarsi.
Nonostante le lacrime versate.
Ed il mondo iniziava a farsi sempre più nero e cupo.
Vedeva doppio finché non vedeva più niente.
Solo la furia dell'uomo.
Le orecchie fischiavano.
Registravano a malapena i suoni.
Non sentiva niente se non le voci nella sua testa.
Arthur, Arthur, Arthur.
Odiava quel nome con tutta la sua passione.
Certe volte non voleva esserci mai nato con questo.
[ ... ]
Riaprì gli occhi ad un soffitto sconosciuto. Bianco.
Nessuna luce trasandata.
Niente urla.
Solo delle chiacchiere in sottofondo.
Cosa dicevano? Dove si trovava? Cosa xlx era successo?
La testa girava.
Tutto il corpo faceva male.
Sentiva qualcosa pizzicargli l'interno del gomito.
Si trovò vedere un ago penetrargli la pelle, seguito da un tubicino che continuava a trasferire del liquido nel suo sistema.
Dopo un piccolo spavento capì di trovarsi in ospedale.
Tentò di alzarsi, ma la schiena e stomaco lo bloccavano.
Si fermò ad osservare.
Era pieno di bende sugli arti.
Pieno di cerrotti in faccia.
Dove erano sua madre e sua sorella?
Stavano bene?
Non erano finite lì perché si erano fatte male a loro volta, vero?!
Fu risollevato di vederle entrare una alla volta.
Axelle aveva solo dei cerotti sulle mani.
Meno male.
Rimaneva comunque una domanda: cosa gli sarebbe successo quando torneranno a casa?
Non era mai finito in ospedale dopo quelle evenienze perché il padre non voleva che se ne facesse parola.
Se peggiorasse la punizione? Se se la prendesse con le due? Ora non aveva alcun potere di fare niente, soprattutto in quelle condizioni.
Quel dolore, quelle urla, quel sangue...
Non le voleva vedere.
Solo al pensiero tremava.
Sapere di non esser capace di proteggere cosa xlx stava più caro lo faceva impazzire.
Odiava quel colore.
Odiava il rosso.
Non fece in tempo di chiedere spiegazioni e scuse che la piccola saltò sul lettino, per poi buttarsi ed abbracciarlo.
" sei sveglio, non ci credo! "
Sentire le sue piccole braccia attorcigliarsi attorno al suo collo.
Sentire quella voce preoccupata per la sua incolumità ma felice di star bene.
Sentire che non aveva ferite.
Sentiva gli occhi pizzicare.
Gli dispiaceva, fin troppo.
Era un problema.
L'aveva fatta preoccupare.
Da bravx fratello maggiore avvolse le braccia sull'altra, coprendo il dietro della testa con la mano. Per proteggerla.
Ogni volta glielo prometteva.
Prometteva di non lasciare che nulla le accada.
Ogni volta rompeva quella promessa perché era troppo debole.
Ma continuava.
Continuava a fare così purché un giorno avrebbe esaurito il suo desiderio.
Mettere fine a questo.
" scusa, prometto che quando arrivo a casa- "
" dimenticati di quello schifo! Non ci torniamo più! "
Fu confusx da quella frase, tanto che la lasciò andare e guardò in cerca di risposte.
" non lo vedrai più! Te lo prometto! "
" che hai fatto..? "
" stamattina sono andata dalla polizia mentre ti medicavano. Ero preoccupata. Da giorni che non ti alzavi..! Così sono andata alla polizia ed ho detto tutto- e- e hanno detto che ci avrebbero pensato loro e- e li ho visti portarlo via "
Strinse la presa delle mani alle sue.
" sei uno scemo, Arthur! Non avresti dovuto farlo! Hai fatto piangere mamms per giorni..! "
Si buttò nuovamente addosso al maggiore, questa volta le braccia stringevano il torace.
Axel rimase... Immobile.
Doveva metabolizzare cosa fu riferito.
Non ci credeva.
Continuava a ripetersi di trattarsi di un sogno.
Doveva essere lui a rompere questo ciclo perché era troppo piccola per farlo da sola.
Invece...
Invece alla fine non poté mantenere la promessa.
" Axelle... "
Ma non importava.
Se ne sarebbe pentito dopo, con gli anni a seguire.
I sensi di colpa sarebbero arrivati più tardi.
Ora... Ora voleva solo piangere dalla gioia.
Tremante l'abbracciò di nuovo ormai ij lacrime e, fra un singhiozzo e l'altro.
" s-sono così fiero di te... "
La strinse più che poteva.
Il sollievo.
La speranza.
Tutte queste emozioni che aveva represso negli anni si facevano a galla.
Pur di non ferirsi si era dimenticato cosa significava la famiglia.
Ed ora che se l'è ricordatx... Cielo, non c'era sensazione migliore di quella.
Piangere fino allo sfinimento.
Sapere di andarsene via da lì.
Di avere una nuova vita.
Un nuovo lui.
Axel.
Abbandonare quel primo nome per sostituirlo con cosa l'aveva liberato era la scelta migliore della sua vita.
L'inizio di un cambiamento e la fine di una catastrofe.
Non fu l'unica cosa che cambiò.
Ce ne furono miriadi.
La prima il suo trasferimento in Francia direttamente dopo essersi dimesso dall'ospedale. Voleva andarsene via il prima possibile. Cosa non sapevano sarebbe stato il loro ritorno in Giappone per via della Hope's Peak Academy.
Dopo arrivano la scuola, la lingua e le persone.
Poi la relazione con la famiglia.
Infine con se stessx.
Si era promesso di non essere più il codardo di una volta.
Avrebbe ripagato per i suoi errori.
Sarebbe cresciuto, diventato forte.
L'eroe che ha sempre sognato di essere.
Il capo che ha sempre sognato di essere.
Axelle pure cambiò, in meglio seppur risultasse più fastidiosa.
Mentre egli sembrava fare amici a stento, ella era più espansiva. Ogni giorno invitava nuova gente che non conosceva e cambiava amicizie almeno una volta alla settimana. Inoltre iniziò ad essere più... Fredda e onesta. Litigavano come fratelli ma certe volte la tirava anche fin troppo, facendolo sentire male. Perché non sembrava importarle abbastanza della loro relazione, cosa cui lxi teneva più di ogni altra cosa. Però, alla fine del giorno, se era felice lei, pure lui lo sarebbe stato.
Perché ora è tutto finito.
Ora nessuno ci farà del male.
Ora posso pure scordarmi di esser legato di sangue ad un mostro.
Magari quest'ultima cosa fosse durata per sempre...
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...
La sua mente era vuota.
...
Era rosso.
Era su di sé.
Era ovunque.
Era sporco.
Era viscido.
Era rosso.
Rosso.
Su di sé.
Ovunque.
Sporco.
Viscido.
Rosso.
Ne era spaventosamente famigliare.
E già sentiva le conseguenze dopo la visione.
Faceva male.
Faceva male dappertutto.
Il naso, il labbro, la gola.
Le braccia, lo stomaco, le gambe.
Le cicatrici si riaprivano.
I lividi diventavano sempre più neri.
Il respiro sempre più corto e trattenuto.
Le sue orecchie venivano straziate da quelle urla.
Le urla della persona più cara che soffriva mentre lxi stava in disparte.
Le preghe di dolore di una misera bambina, quale voleva solo vivere una vita tranquilla.
I ricordi quali pensava di aver sotterrato nei meandri più bui del suo cuore, ritornarono a galla ora.
Mi dispiace!
Ti prego, smettila!
Non lo faccio più!
Urlò più forte di quelle voci.
Urlò pur di non sentirle.
Urlò dallo strazio.
Urlò dal dolore.
Urlò dal ricordo.
Il resto del gruppo lo guardò scioccato a quella reazione, incapace di muoversi o parlare.
Doveva correre.
Correre.
Scappare via.
Scappare via dal pericolo.
Mettersi al riparo.
Trovarla e prottegerla.
Perché glielo aveva promesso.
Faceva così male.
Non doveva provarlo.
Le gambe tremavano e mossero da sole.
Usò tutti i muscoli per correre via.
Al riparo.
Dove poteva togliersi quello schifo di dosso.
Quel viscido.
Quella sostanza nauseabonda che scorreva nelle vene.
L'unica cosa che non voleva vedere al mondo, con tutto il suo cuore.
Alla prima porta col simbolo di un omino sopra corse dentro.
Neanche usò la maniglia.
Solo una spinta gigante.
Mise le spalle su di essa e controllò l'area circostante.
Piastrelle, bagni, lavandini...
Lavandini!
La soluzione.
Per pulirsi da quell'orribile rosso.
Perché addosso portava a galla incubi non voluti.
Avanzò. Questa volta piano.
Come se le gambe avessero perso ognu forza di sorregerlo.
Come se dovesse strisciare uguale ad un verme.
Per raggiungere la pace.
L'acqua che scorreva senza interruzioni fu così famigliare.
Gli ricordava il bagno della sua vecchia casa.
Gli ricordava come si chiudeva dentro pur di non farsi male.
E gli ricordava i battiti sulla porta senza interruzioni, seguiti da urla ed insulti.
Gli ricordava anche la mattina dopo gli accaduti.
Quando doveva pulirsi e prepararsi per uscire.
Quando doveva nascondere le sue imperfezioni.
Sul riflesso di quel bagno vedeva due persone.
La prima era unx ragazzx, tale e uguale a lxi.
Coperto di una sostanza rossa.
Lacrime che non smettevano di scendere.
Lacrime rosse.
Corpo instabile.
La seconda era un bambino, a malapena di dieci anni se non di meno.
Triste.
Talvolta aveva un occhio nero.
Altre una ferita in fronte.
Altre ancora naso e labbro sfasciati.
Lo sguardo malinconico rimaneva lì.
Lo sguardo di chi si voleva arrendere ma non poteva.
Lo sguardo di chi voleva sparire pur di non soffrire.
Perché non era riuscito a farlo anni?
Dopotutto nulla va bene per lxi.
Mise le mani in una coppa e si buttò l'acqua in faccia.
Lavava e strofinava.
Lavava e strofinava.
Ma altro sangue continuava a scendere giù.
Cercava di fare lo stesso con la chioma corvina, ma era impossibile.
Ogni volta che alzava lo sguardo rimaneva faccia a faccia con la stessa patetica persona: un ragazzo debole e inutile.
Il maglione, una volta blu, portava la stessa colorazione sporca.
Sentire come la lana si impregnava di quest'ultima, facendo la propria strada sulla pelle piena di lividi, botte e ferite... Oh cielo.
Oh no.
Non poteva sopportarlo ulteriormente.
Doveva fare qualcosa!
Con tutta fretta e forza alzò il bordo alla fine del capo e lo tirò verso l'alto, quasi cadendo nell'intento e rimanendo a petto nudo.
Buttò via, non importa dove finché fosse lontano, quella spazzatura.
Le lacrime scendevano e scendevano e scendevano.
Arrivavano fino al mento prima di raccimolarsi in gocce più grande e sbattere sul bordo del lavandino.
Gli faceva schifo quella persona.
Si faceva schifo.
Lo odiava.
Lo detestava.
Avrebbe voluto rompere lo specchio.
Picchiarlo poiché l'avesse messo in questa situazione.
Menarlo per avergli fatto ricordare tutto.
Ancora una volta il corpo si mosse da solo.
I palmi delle mani si aprirono davanti a sé.
Piano piano si alzarono.
E con tutta la sua forza la sinistra cercava di strappar via parte della chioma.
E con tutta la sua forza la destra tirava colpi, pugni, in testa.
Faceva schifo.
Faceva schifo.
Faceva schifo.
Era un'idiota.
Un'idiota.
Un'idiota.
Uno scemo.
Uno scemo.
Uno scemo.
Perché ha creduto di poter uscire da questo circolo?
Perché ha creduto a quel "per sempre felici e contenti"?
Perché ha avuto speranza quando era palese che soccombesse in una disperazione più profonda?!
Era uno stupido.
Per averci creduto.
Per essersi mentito.
Doveva correre via.
Doveva scappare.
Doveva morire.
Tutti questi segnali che il suo corpo dava ormai gli urlavano di prendere la prima arma e ferirsi.
Anche a mani nude.
Bam, bam, bam.
Colpisci la testa finché non crolli.
Bam, bam, bam.
Fatti del male finché non ci rimani secco.
Perché non te lo meriti.
Non meriti di essere felice.
La porta si spalancò.
Oh.
Oh no.
Oh nononono-
Non fargli del male.
Vattene via.
Ti prego.
Ti scongiuro.
Non volevo farti arrabbiare.
Cadde a terra dallo spavento e usò le ginocchia per nascondersi.
Dietro ad un lavandino.
Nell'angolo della stanza.
Nella sua mente una cosa urlava.
Vattene via, vattene via, vattene via.
Appena la schiena provò il freddo delle mura mise la ginocchia all'altezza del collo.
Vattene via, vattene via, vattene via.
La testa affondò su di esse e le mani tornarono a massacarlx.
Vattene via, vattene via, vattene via.
Sentì una presa sui polsi.
" NO- "
Lasciami in pace, lasciami in pace, lasciami in pace.
Non voleva essere toccato.
Scusa, scusa, scusa.
Lo spinse lontano.
Vattene via, vattene via, vattene via.
Sentì la voce di qualcuno dirgli qualcosa.
Non urlare, non urlare, non urlare.
Era lui o l'altro davanti a sé?
Smettila, smettila, smettila.
" non gridare, non gridare, non gridare "
" perfavore, guardami- "
Chi era adesso.
Non ricordava questa voce in casa.
Dei lunghi capelli viola fu ciò che vide per prima cosa.
Dopo una faccia preoccupata.
Cercava di dire qualcosa.
" va tutto bene, ci sono io "
Rimase confuso.
Ma la stretta sui capelli si allentò.
" fa paura, lo so, ma va tutto bene "
Cosa ci faceva Mitsuki lì?
Perché era venuta in suo soccorso?
Non se lo meritava.
Non dopo quello che ha fatto.
Non ora che l'odiasse a morte.
Come il resto del gruppo.
" respira con me "
La prima volta ella ispirò ed è espirò a stento la seguì.
La seconda volta tirò su col naso ed espirò da quest'ultimo.
La terza usò la bocca.
Ad un ritmo lento e calmo.
Ed ogni volta poteva sentire un "bravo" da parte dell'altra.
Ad un pezzo afferrò pure i palmi delle mani.
Non combatté.
Si lasciò trasportare.
Ora niente poteva fargli del male.
Nemmeno se stessx.
" stai facendo un ottimo lavoro "
Aveva il controllo dei suoi dintorni.
Aveva il controllo della situazione.
Aveva il controllo di sé.
Il respiro era controllato.
Le mani erano controllate.
Era in controllo di sé.
Guardò in basso verso i palmi.
Erano ancora rossi.
E l'allarme nel suo cervello di attivò ancora.
Questa volta, però, aveva qualcuno al suo fianco.
" non è quello che pensi "
In che senso?
" è finto "
...
Sangue finto?
Era sangue... Finto?
Non reale?
Non di nessuno?
Nessuno si era fatto male?
Non si era fatto male?
Alla notizia il corpo crollò.
Le braccia diventarono flaccide.
A stento teneva la testa in alto.
Dal sollievo.
Era viscido, appiccicoso.
Ma non era vero.
Almeno quello...
L'unica cosa cui si poteva aggrappare adesso.
" li abbiamo trovati- "
La porta si aprì violentemente, mostrando Koharu con dei asciugamani fra le mani, respiro affanato e sguardo preoccupato.
Il rumore lo fece sobbalzare ma la narratrice fu lì a calmarlo prima che tutto degenerasse di nuovo.
Le sopracciglia della castana si corrugarono a vedete l'altro a petto nudo. Quando Axel lo realizzò si abbracciò il torace imbarazzato alla ricerca del capo superiore, ora in un angolo della stanza... Ancora sporco.
Lasciò un sospiro deluso.
Fortunatamente la castana era riuscita a trovare anche una t-shirt in lavanderia, luogo dove si trovavano gli asciugamani. Quando gliela passò poté vedere qualcuno dietro la cornice della porta. Altre persone l'avevano seguito? ... Diamine.
" ti aiuto a pulirti, aspetta "
La voce della lillà rimbombò nella sua testa afferando uno dei teli e pulendo i suoi capelli lentamente.
Non fiatò nè di mosse da quella lì. Come se avesse paura di fare l'ennesimo passo sbagliato e precipitare da un dirupo ancora più ripido. Nonostante quella mano fosse delicata e gentile. Nonostante chi fosse davanti a lxi fosse magnanima e comprensiva.
Solo dopo il suo via si vesti della t-shirt bianca, quale ancora si sporcò di rosso poiché dei residui eran rimasti. Addirittura dovette farsi alzare su dalle due pur di incamminarsi fuori, in un ambiente più tranquillo come la sua camera da letto, lontano da tutto e tutti.
Non voleva altro che isolarsi in quel momento. Scomparire dalla pena, dall'imbarazzo ma soprattutto dall'odio che provava.
Fuori dalla porta si scontrò con qualcun'altro. La stessa persona che aveva intravisto poco fa. Con uno sguardo preoccupato? Per cosa? Perché lui fra tutte le persone sembrava scioccato nel vederlo così? Non era ciò che voleva? Non faceva altro che insultarlx in fondo.
Guardò Asahi con uno sguardo spento, quale ugualmente riusciva a pungere l'altrx con l'odio che provava, mandando il messaggio forte e chiaro.
Il giocatore fece per dire qualcosa.
Non voleva sentirlo. Cosa avrebbe fatto? Insultarlo? Prenderlo in giro? Ridergli in faccia? Tutte e tre?
Se ne andò prima ancora che gli desse la possibilità di dire la prima sillaba.
E l'altro lo osservò andarsene in silenzio.
___________________________
Una volta chiusa la porta dietro le sue spalle tirò un sospiro di sollievo.
Quell'evento è stato alquanto scioccante, ma ancora peggio fu per la vittima. Ora chiusa in camera sua dopo essersi fatto una doccia, sdraiato sul letto.
Xlx aveva promesso di tornare dopo, portare il maglione in lavanderia per una pulita così che potesse tornare come nuovo.
Sempre se si fosse tolto quel rosso di dosso.
Non era quello l'unico motivo cui era uscita.
C'era qualcosa di più importante di una lavatrice.
Raccogliere indizi sul misfatto perché era palese di non trattarsi d'un incidente.
Qualcuno aveva preparato qualcosa del genere, mirando alxx fanciullx. Ne era convinta. Altrimenti non si sarebbe azzardata fino a tanto senza contare il fattore della sua paura.
È vero, ha fatto qualcosa di spregevole e doveva delle scuse serie a Valeria.
Ma... Non poteva lasciarlo così.
La sua mente le diceva di lasciare stare, eppure il suo cuore la spingeva a toccare il fondo.
Forse per via del suo senso di giustizia sviluppato recentemente.
Forse perché voleva credere che fosse innocente, con una motivazione valida dietro tanto. Era assurdo, sì. Ma la perseguitava.
Dopo averlo visto in quelle condizioni soprattutto.
Magari sarebbe stata l'unica a volerlo.
Ma era comunque qualcuno.
E Axel rimaneva qualcuno.
In corridoio già notò due persone da interpellare.
Shiori stava davanti alle scale in silenzio, guardando la lillà con fare serio.
Da quest'ultime fece il suo ingresso Valeria, sembrante piena di domande. Che si fosse imbattuta nella pozza di sangue?
Si salutarono e la narratrice decise di andare dritto al punto:
" sai qualcosa riguardo questo incidente? "
" mh, non ero presente quando accadde quindi non posso dire molto al riguardo. Perché chiedi? "
" voglio sapere chi sia stato. Non importa se lavorerò da sola. Pur di acchiaparlo con le mie stesse mani sono disposta a fare di tutto! "
Strinse i pugni per chiarire il messaggio.
Valeria alzò le sopracciglia divertita.
" vuoi dare giustizia alla stessa persona che ha tradito la nostra fiducia? La stessa che ha cercato di mettermi fuori gioco "
" è-è strano... Lo so. E capisco se non vuoi lavorare "
La critica semplicemente scrollò le spalle.
" se proprio ci tieni a sapere qualcosa: quel secchio stava in cucina già durante l'avvenimento. Quindi controllare un paio di alibi non sembra una cattiva idea "
Annuì convinta. I suoi occhi si illuminarono.
Era una partenza stabile che già la portava a domandare altre cose.
" vorresti aiutarmi? "
" io sì- "
La corvina che stava facendo da spettatore ai lati si unì alla scena, ancora con quello sguardo serio in volto.
" beh, se proprio ci tieni. Avvisatemi quando trovate quanti più indizi possibili "
Avvisò semplicemente prima di tornarsene in camera sua, ora più rilassata.
Mitsuki rimase ferma a guardare la medium.
" m-mi vorresti aiutare? "
Nonostante si stesse scaldando col gruppo, Shiori rimaneva una delle persone che più teneva qui dentro, per quanto calma cercasse di apparire. Non solo era la più grande, non solo aveva una specialità, ma possedeva anche forza bruta. Mandò giù con la saliva, spostando i capelli dietro un orecchio.
L'altra annuì chiudendo gli occhi.
" sempre se me lo permetti, anche io ho delle domande su Axel "
Alzò le sopracciglia pensieriosa su cosa intendesse, ma accettò e si diressero verso il luogo del misfatto: la porta della cucina.
Sorprendentemente da quel posto non si scansarono Hyosuke e Naomi, quali già erano occupati a discutere di qualcos'altro. Perché starsene lì allora? Cercarono di origliare e la coppia sembrava discutere ancora della storia del teatro.
" oh, Mitsuki and Shiori! "
Non poterono ascoltare ulteriormente a causa dell'attore, quale si lanciò subito sulla lillà e la tenne per le mani.
" how is Axel feeling? How are YOU feeling especially? Are you tired? Would you like a cup of coffee? Or perhaps are you a fan of tea? "
Ad allontanarlo fu la mano della corvina sulla spalla, quale le fecero saltare dalla paura.
" oh, is something the matter? Is it Axel? "
Annuì per affermare.
" oh dear... I admit I, indeed, hated them for some time. But! This is just too much! And cruel! Why would someone do such a thing to them! "
" per questo volevamo investigare? "
L'attenzione di entrambi fu attratta.
" investigare? Ti serve sapere qualcosa magari? "
" la sai, mangiatore di cemento? "
" basta chiamarmi così! "
Sbottò il biondo con rabbia.
" cosa intendi, Hyo? "
Si riprese subito alla domanda della narratrice, lanciando un'occhiata all'attore prima di parlare.
" vedete, io, il grande Hyosuke, ho scoperto un sacco di cose riguardo questo incidente grazie al mio caro e sorprendente intelletto! "
Nessun commento.
Tutti aspettavano in silenzio che continuasse.
Addirittura si poté vedere la balla di fieno venir trascinata via dal vento arido e desertico.
Riprese dopo qualche secondo a metabolizzare la delusione.
" il secchio caduto conteneva del sangue finto! E ce n'è un sacco di questo a teatro! "
" ... sì, ce lo avevi già detto... "
Internamente si poté sentire il suo ego sgretolarsi, ma rimase con lo sguardo confidente.
" e-e ha fatto un casino! Ed Axel è molto sensibile alla vista del sangue! "
" credo che tutti ormai lo abbiamo capito "
Commentó Shiori stavolta.
Altro piccola pausa.
" E- "
" Hyo, sweetie, it's enough. You did your best. Now let the adults talk, okay? Okay. "
Naomi lo fece tacere accarezzandogli la schiena con una mano. Anche se erano parole amorevoli, lo sguardo era più simile a quello di una madre che voleva zittire il figlio per non farle fare ulteriori figure di merda.
" Do you need something else aside from the bucket? "
" uhm, fammi pensare... Ah sì! Gli alibi! Ci servono per capire chi possa essere stato a piazzare quel secchio stamattina! "
Shiori corruggòle sopracciglia, chiedendo più dettagli al riguardo.
Naomi e Mitsuki raccontarono di come prima dell'incidente un gruppo si era formato. Prima erano Mitsuki e Hyosuke, dopo si unì Naomi, dopo ancora Sumire, poi Asahi e Koharu, i quali erano assieme e provenienti dal dormitorio, ed infine Axel. Quando l'attore arrivò aveva dichiarato di avere delle informazioni sulla situazione, quale aveva speso l'intera notte a cercare.
" mh... Capisco. Quindi avrebbe senso escludere questi sei perché non vi siete mai separati di vista ed entrati in cucina, giusto? "
" suppongo di sì. Però non abbiamo nemmeno visto nessun'altro entrare o uscire da lì... Ah! Ricordo di aver sentito dei rumori prima ancora della riunione! Mentre ero nella stanza affianco con Hyosuke! "
Il biondo si dovette veder costretto ad annuire a quella affermazione per supportare il suo alibi.
" quindi il colpevole arrivò prima ancora di voi ed aspettò dentro la cucina. Non è strano che non sia più uscito? "
" I mean- potrebbe esser sgattaiolato dalla sala pranzo. You know they're connected "
Aveva fatto un punto valido.
C'era da pensarci più profondamente.
" non credi sia sensato andare a domandare ad Axel se ha visto qualcuno dall'altra parte? "
Propose la corvina grattandosi il mento.
" suppongo tu abbia ragione. C'è sempre la possibilità che non si sia nascosto o l'abbia visto di pelo "
" oh, before you go, I would like to point something out! "
Aggiunse il monologo, portando una mano sulla bocca come se si trattasse di qualcosa di segreto.
" se analizzaste meglio la situazione, noterete che il comportamento di una certa persona sia sospetto..."
Lo scrutò con gli occhi.
" dicci di più "
" can I? I'm worried I'll look suspicious if I start pointing fingers... "
Ammise con sospiro deluso.
Mitsuki tentò di rassicurarlo che non lo terrebbe in questa lista per voler collaborare, anzi, lo apprezzava.
" oh, if it's you who's asking... "
Le fece di avvicinare con un cenno di mano.
" you see, if it wasn't for a certain someone, Axel wouldn't have entered that door... And said person isn't even here right now even though they assisted to the scene "
Si allontanò portando una mano a grattarsi il dietro della testa.
" but, hey, just letting you know..! I wish you'll prove me wrong perché ci tengo molto a lei. My heart wouldn't bare this truth..! "
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" ecco qua, ora dovrebbe pulirsi "
Aveva detto di mettere a lavare il maglione sporco ed nulla l'avrebbe costretta a non farlo.
Non ci voleva nemmeno tanto.
Metti il capo in lavatrice, un po' di detersivo, aziona a temperatura stabile ed aspetta che finisca fra una mezz'ora se non di più.
E Shiori rimaneva al suo fianco, anche se adesso appariva persa fra i suoi pensieri. Dopo questa pausa sarebbero andate a chiedere gli alibi od opinioni in giro, vedendo se ci fosse qualcosa che potesse aiutarle ad avanzare nella cerca del colpevole.
A prenderle di sorpresa fu un grosso "bam" proprio fuori dalla porta della lavanderia. Era come, come se qualcosa fosse andata a sbattere sul muro.
" ahia... "
Oppure una persona.
Si affacciarono fuori ed ad incontrarle mentre massaggiava la fronte dal dolore fu Sumire.
" tutto bene?! "
" sì, sì, ero disattenta... Ouch "
Tranquillizzò la lillá quale sembrava già pronta ad una corsa in infermieria per un cerotto o del ghiaccio.
" cosa ci fai qui? "
" niente di che, solo- "
" 'chiedere testimonianza a V, A, S, K' ... huh "
Shiori aveva nel frattempo preso il suo taccuino caduto per terra, leggendo una parte degli appunti con fare serio.
Sumire glielo strappò dalle mani per poi nasconderlo dietro la schiena.
" ahah- non è nulla di che- non preoccupatevi. Non faccio più la detective solitaria dopo quello che è successo con Airi "
Ridacchiò nervosetta facendo un passo indietro.
" a me sembrava alla fine che ci stessi scrivendo prima di andare a sbattere contro il muro. C'è pure il segno della penna sviata "
Osservò la più grande con fare del tutto indifferente. La schiena di Sumire si raddrizzò di più.
" e-era solo un pensiero. Niente di che- fate pure come se non ci fossi "
Fece per andarsene ma la lillá aggrappò il la sua spalla.
" V, A, S, K... Se chiedi una testimonianza saranno sicuramente qualcuno di noi... Valeria, Asahi, Shiori e Koharu magari? "
Le altre due la guardarono stupite.
" wow, sei così sveglia per nasconderti qualcosa che è affascinante... "
La complimentò anche se sembrasse qualcosa di più incantevole.
" cosa? "
" cosa-? "
Ci fu un momento di silenzio prima che continuasse a parlare.
" sbaglio o non eravate il gruppo sul rapimento di Haruki? "
" sì, ma cosa volevi chiedermi? "
Shiori guardò Sumire. Questa guardò altrove fischiettando innocentemente.
" non dirmi che stavi ancora investigando sul rapimento di Axel? Aw, Sumire, è molto dolc- "
" pff- ma figurati! Lui? Dopo quello che ha fatto a Valeria? Io? Che investigo per lui? "
La interruppe arrosendo in viso.
" non ho detto che fosse per lx- "
" chissene! Ne vuoi far parte? Fai pure! Tanto ho ben altre cose da fare che stare a sentirmi dispiaciuta per un quasi assassino e la sua fidanzatina persa- "
" ma di che stai parlando? "
" ecco, se proprio ci tieni e perché sei tu a chiedermelo e non qualsiasi altra persona qui dentro. Non mi servono e tanto ne ho altri in camera! "
Strappò il foglio dal taccuino e lo passò alla lillá, prima di incamminarsi via con passo frettoloso.
Shiori e Mitsuki si scambiarono delle occhiate confuse prima di leggere il foglio.
Indizi:
- Axel si è sentito male dopo aver bevuto una bevanda. Offerta da chi?
- nastro adesivo: sala d'ipnosi. stesso del gruppo con Haruki.
- vetro e macchia : sono nel passaggio segreto della sala ipnosi. Vicino c'è un aggeggio strano bianco (tappo??) .
- Passaggio segreto usato???
CHIEDERE TESTIMONIANZA A V, A, S, K!!!
Un'ultima cosa rimase impressa nella sua mente.
Anche se lo negava, Sumire continuava ad avere quel suo caratteristico senso di giustizia quale le diceva di toccare il fondo pur di scoprire la verità.
In un certo senso la inteneriva questa sua caratteristica perché le ricordava che, alla fine del giorno, si muoveva per il bene altrui.
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Una volta che sono andate in giro a domandare i rispettivi alibi durante quella sera e la mattina seguente, le due fanciulle credevano di aver finito con questa faccenda. Era già diventato pomeriggio tardo a questo punto.
C'era chi era stato in camera, come Hyosuke, altri invece erano in gruppi poiché casini successero quali volevano fortemente dimenticare.
Domandare su altre situazioni fu una buona idea anche se non portava molto a quella attuale. Avere un'informazione in più sarebbe stata utile prima o poi, soprattutto se registrata su carta così che il tempo non sballasse la realtà dei fatti nella memoria.
Mitsuki si ricordò di cosa le disse la più alta all'inizio della ricerca, chiedendo spiegazioni al riguardo. Ella continuava a ripetere solo di trattarsi di una cosa importante e che potrebbe aiutarli a scovare nuove cose.
" perché mi hai seguita se potevi andare direttamente da lxi? "
" uhm, insomma sei quella più tranquilla e non si sente minacciato in tua presenza "
O in altre parole 'si sarebbe cagato sotto e non avrebbe parlato' nel dizionario della medium. La lillà arrossì e portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, incamminandosi per la stanza.
Bussando alla porta si poté sentire le lenzuola disfarsi da dietro di essa in modo abbastanza rapido e veloce. Tuttavia nessuno aprì.
Mitsuki bussò ancora.
" Axel? Sono io, apri per favore "
Ancora nessuna risposta.
Tentò una terza volta ma dopo due battiti Shiori la fece da partire ed sbattè i palmi sulla superficie fortemente.
" no- guarda che lo spaventi! "
Protestò la più piccola.
" cos'è? Un animale randagio che si spaventa per dei rumori? Sa chi c'è là fuori "
" sì- ma- un po' di gentilezza, su! "
Cercò di rimproverla per le maniere brute.
Un click si sentì e la porta finalmente si mosse, anche se di poco, rivelando uno degli occhi del fanciullo.
Osservò la lillà in silenzio, convincendosi ci fosse solo ella.
Quando aprì la fessura ulteriormente si trovo faccia a faccia con la medium.
Sbattè la porta chiusa quanto più veloce possibile.
Non abbastanza però perché l'altra mise la scarpa fra la cornice e la porta, bloccando così ogni mezzo per chiuderla definivamente.
La riaprì a mani nude e il creatore di effetti speciali non si trovava più davanti ad essa, piuttosto dietro il materasso del letto con le mani nei capelli, come se volesse nascondersi dalla sua ira funesta.
Da una parte poteva comprendere la paura, ma la trovava così... Esagerata? Sembrava una persona totalmente differente ai occhi della narratrice.
" su, non voglio farti del male. Solo un paio di domande e sarò fuori da qui "
Non ricevette alcuna risposta dall'altrx.
Mitsuki si incamminò vicino al letto e si sedette sul materasso di quest'ultimo.
" preferisce che te le faccia io? "
Scosse la testa di poco.
Ancora però non apriva la bocca.
Shiori tirò un sospiro deluso, considerando di andarsene e lasciare la faccenda a questo punto.
" di cosa volevi parlare? "
La domanda e sguardo diretti di Mitsuki la presero alla sprovvista.
Aprì bocca ma nulla uscì la prima volta.
Scosse la testa e ci riprovò.
" hai- hai presente quella situazione con Valeria? "
Fece di sì con la testa.
" ecco, quando avevo cercato di tenerlo fermo ho notato qualcosa di strano nei suoi occhi "
Corruggò le sopracciglia confusa prima di dire "vai avanti".
" dammi pure della pazza, non è la prima volta che qualcuno lo fa, ma, insomma, erano... Non il tipico colore di quelli di Axel "
" e come allora? "
" erano una sorta di tonalità di rosa "
Quella seduta rimase in silenzio, confusa. Occhi che cambiano colore? Solo nei libri e film dei vampiri aveva visto qualcosa del genere.
" cosa pensi che derivi questa colorazione? "
" è quello che vorrei capire pure io. Se lo scoprissimo potremmo pure far capire agli altri che- insomma- penso che Axel non sia del tutto colpevole di ciò che ha fatto..? "
La testa dello specialista si alzò guardando dritto a sé. Non girò il capo per vederle però.
" nel- nel senso che è stato qualcun'altro a costringerlo?! "
" no- cioè, non lo so. Ma più che un qualcuno, ti direi un 'qualcosa'... "
" siediti qui vicino, voglio capire meglio il tuo ragionamento "
Le fece dello spazio sul materasso e la fece sedere al suo fianco.
" vedi, credo di aver avuto un evento simile ad Axel qualche tempo fa qui dentro. Ti ricordi quella- quella lotta fra me ed Asahi? "
" sì. Avevi negato fino alla fine che non fosse successo. Come se te ne fossi... "
" dimenticare? Sì. Però dopo qualche giorno una sorta di flashback seguito da un mal di testa mi vennero addosso e- ed effettivamente avevo fatto ciò. Ancora oggi non capisco come... "
Guardò in basso stringendo i pugni.
" ci pensai per altri giorni finché non mi venne altro in mente. Qualche giorno prima mi ero sentita veramente male. Non avevo mangiato e le medicine nemmeno aiutavano. Sentivo come di non essere me stessa, un mal di testa assurdo, la sensazione di vomito... Tutto e niente percorreva nel mio sistema. Come se non ne fossi più in controllo "
Non disse niente.
Però le prese la mano e la strinse con fare confortevole ma dispiaciuto nel dovere andare attraverso questa cosa.
" e quando aggreddì quell'altro avevo notato qualcosa in me: dei occhi rosa. Nuovamente tutti quei sintomi mi colpirono e- "
" stai dicendo che non sono stato io? "
La voce rotta di Axel attirò l'attenzione delle due. Ora le fissava entrambe con sguardo perso, come quello di un cucciolo smarrito.
" questo non posso confermarlo se non mi aiuti. So che è difficile, ma so anche che siamo gli unici a poterlo e doverlo scoprire. Quindi, dimmi, dimmi cosa hai provato prima del tuo rapimento. Dimmi se questo combacia con quelli di ieri notte. Dimmi se hai provato quello che ho provato io. Possiamo scoprire la fonte se uniamo i pezzi del puzzle "
Guardò in basso, indeciso.
Non voleva.
Davvero, ora non aveva le energie per fare niente e nulla.
Non aveva la voglia di fare niente e nulla.
Perché sa di aver fallito dal principio.
" dopo mi lascerai in pace? "
" non ti parlerò più se proprio desideri "
Girò il capo in avanti, pensoso.
Le sensazioni e memorie represse erano difficili da riportare a galla.
Non si poteva fare una cosa alla volta.
Tutto sarebbe arrivato in un colpo solo.
" ... era strano. Ero allarmato ma allo stesso tempo non lo era il mio corpo. Come se avesse perso la capacità di sentire lo stress. Quello era la prima volta. La seconda invece era tutto il contrario. Era come se mi fossi mosso contro la mia volontà. E- e non ho capito niente finché non era troppo tardi. Però... Suppongo quello che hai descritto sia giusto "
" non un 'suppongo'. Dammi una risposta chiara. Hai o non hai provato ciò? "
" ... sì. La testa e lo stomaco mi stavano torturando. Era tutto sudato e certi tratti faticavo a respirare e... Uhm... Eh... "
Mise le mani sugli occhi e un peso scese nello stomaco, cominciando a tremare ai ricordi.
Mitsuki si avvicinò ad egli e accarezzò la schiena con conforto.
" basta così, hai fatto abbastanza. Vero Shiori? "
" mh... Suppongo di sì. Se contiamo che secondo teoria popolare qualcosa nel tuo sistema ti si è rivolto contro. Abbiamo questo, più i sintomi, più la frequenza ed un target suppongo "
" target? Nel senso che colpisce un certo tipo di persone? "
Scrollò le spalle.
" un motivo ci dovrà pur essere per cui solo noi due abbiamo provato ciò "
Si grattò la schiena.
Dopodiché spalancò gli occhi alla realizzazione di qualcosa.
" e se fosse- "
Si interrompè sul posto, vedendo le condizioni in cui era l'altrx. Doveva dirglielo? Era solo una sua ipotesi in fondo, non la realtà. L'avrebbe allarmato per nulla. Del fatto che... Che fosse una sostanza la causa dei loro malesseri.
" ... no, lasciate stare. Vado a farmi una passeggiata per schiarirmi le idee "
Si alzò dal materasso ed Axel la seguì deluso, in cerca di risposte. Avrebbe voluto sapere di cosa si trattasse ora ed adesso. Ed aveva un'idea! Perché non l'ha detta?! Perché?! Pensava di offenderlo?! Di peggiorarlo?! Ci avrebbe voluto più di una parola per rovinarlo ulteriormente a questo punto?! Perché?!
... Eppure la sensazione di sconforto non lo lasciava, come se veramente avesse paura di scoprire la risposta.
Ora seduto sul materasso, continuava a dare le spalle alla lillá. Continuava a fissare il muro intensamente.
La tensione si alzò così come l'imbarazzo in quel silenzio.
Poté sentire l'altra sfregare le sue unghie sulla mano per grattarla.
Ed i suoi respiri incerti.
Ma non sentiva i suoi passi.
Non sentiva un "ci vediamo".
Non sentiva la porta chiudersi.
Non sentiva la solitudine.
" ... scusa "
Questo non pensava di sentirlo, proprio da lei. Proprio adesso.
" perché ti scusi? "
" non- uhm, se davvero non eri in te quella notte. Ho fatto male a non parlarne "
Sentì un tonfo dentro di sé.
Il cuore si era appesantito.
Non lo giustificava.
Aveva comunque compiuto ciò.
Anche se non ricordava l'atto.
Anche se c'erano altre cause.
Alla fine del giorno è stato lui a rinchiuderla verso la sua morte certa.
Alla fine del giorno sarebbe stata colpa sua se fossero finiti ad un processo.
Non si meritava scuse.
Non si meritava perdono.
Preferiva soffrire in questa agonia piuttosto che afferare ad anche la più minima speranza.
La caduta e delusione avrebbero fatto più male.
Il perdono e la redenzione avrebbero fatto più male.
" no... "
Si mise le mani in faccia, gli occhi pizzicavano di nuovo e questi sentimenti marcavano la sua anima dolorosamente.
" non dirlo... "
" axel- "
" non me lo merito "
" sì, invece- anche se- "
" non è giusto- non è giusto- non è giusto "
Lacrime percorrevano le sue guance nuovamente.
Ancora una volta tentava di fermarle inutilmente.
Cercava di asciugarle frettolosamente.
Eppure non si fermavano.
Eppure il mondo continuava ad andare avanti.
Senza di lxi.
Mitsuki gattonó per arrivare dalla sua parte, abbracciandolo da dietro.
Sentì la presa afferare il suo torace.
Una presa calorosa addirittura.
" va bene... sentirsi così "
Non era giusto.
Non era giusto.
Non se lo meritava.
Non meritava nulla.
Non questo trattamento.
Non questa comprensione.
Non quella ragazza.
Il figlio di un mostro non meritava questo.
Eppure non voleva che se ne andasse.
Era come il sole.
Calda ma che bruciava.
Si girò verso di lei ed affondò la faccia sulla sua spalla.
Pianse.
Pianse come non avesse mai fatto prima.
Come un bambino in cerca di protezione.
La stessa che non aveva mai ricevuto quando ne aveva più bisogno.
Perché voleva sempre dimostrarsi forte.
Così forte da non far preoccupare nessuno.
E con fare delicato la voce gli sussurrava.
" sh- va tutto bene "
" scusa- "
" ti perdono "
" non dovresti "
" lo faccio lo stesso "
Ed andarono avanti così.
Secondi, minuti, ore non importavano.
Era rimasta al sua fianco nonostante ciò. Nonostante le cose orribili fatte.
Finché non buttò tutto fuori e si accasciò sul materasso, stanco, deprivato da ogni energia nel corpo.
La testa era sul cuscino, Mitsuki alzata lo coprì col lenzuolo del letto e accarezzò la sua guancia scoperta con un piccolo sorriso.
" la prossima volta ti racconterò una storia, va bene? "
___________________________
La mattina seguente partì alla stessa maniera: Hyosuke in cucina che faceva colazione. Questa volta in assenza di Naomi perché sembrava essere crollato dal sonno dopo esser stato sveglio per così tanto. Non ne fu tanto sorpreso perché non era né la prima né l'ultima volta che questa cosa sarebbe accaduta.
Quindi si trovava lì.
Da solo.
Davanti al frigorifero.
Cercando qualcosa di buono da mangiare per colazione.
Stava pensando a delle uova all'occhio di bue, od un'insalata di frutta, ma davvero aveva la voglia di cucinare? A stento aveva voglia di camminare in giro.
Sentì la porta della sala da pranzo aprirsi. Credendo che qualcun altro si fosse svegliato per la sua stessa motivazione borbottò un semplice "buongiorno" senza distoglierelo sguardo dagli alimenti.
Dopodiché una pressione forte si fece sentire sulla porta, come per chiuderla.
" ma che fai?! "
Si fece un po' più in là per evitare di essere schiacciato.
Funzionò.
Circa.
Perché la mano finì per essere schiacciata e Hyo tirò un urlo poco virile dallo spavento.
Da dietro comparì un Akihisa abbastanza scazzato ma energetico.
" AHIAAAAA- "
" DIMMI QUELLO CHE SAI "
" MI STAI SCHIACCIANDO LA MANO- "
" RISPONDI ALLA MIA DOMANDA PRIMA "
" MA SE NON MI HAI CHIESTO UNA CEPPA "
" COSA SAI?? "
" NON SENTO PIÙ LA CIRCOLAZIONE "
" DIMMI E BASTA "
" SE MI LASCI MAGARI LO FACCIO- "
Il cartomante sbottó ma fece come richiesto. Aprì la porta di poco e fece strisciare via la mano del regista, il quale tirò un sospiro di sollievo nel poter ancora sentire l'arto attacco al resto del corpo.
Fece dei piccoli passi indietro.
Magari faceva ancora in tempo a salvarsi e scappare via.
Non capiva nemmeno cosa voleva sapere da lui. E non voleva capirlo.
Piano, piano.
Magari.
Finché non era vicino alla porta d'uscita.
Magari...
" eh no- da qui non scappi bello mio! "
Magari avesse funzionato anche se avesse i suoi occhi puntati addosso.
La stretta sul braccio con la mano integra lo fermò dal sue tentativo di fuga, arrabbiando solamente l'altrx fanciullx.
" cosa? Hai paura? "
" n-no! Figurati se ho paura di un essere inferio- "
Strinse la presa, affondando il pollice nella parte interna del gomito.
" ahia- ahia- "
Usò la mano libera per cercare di allentare il colpo.
" che diamine vuoi sapere, insomma?! "
Esclamò poi sbuffando e dimenandosi.
" dimmi quello che hai visto durante il teatro. TUTTO QUANTO. Come si sono mossi tutti e chi è entrato ed uscito, ma soprattutto dimmi cosa facevano Axel e Naomi. Soprattutto soprattutto Naomi!! "
" se ci tieni così tanto, vai a parlargli direttamente- "
" c'hai criceti nel cervello o fai solo finta di essere scemo? "
" c-cosa ne dovresti sapere io una più di Naomi rispetto al resto del gruppo! "
" sei il suo cagnolino, ovvio che devi saperne di più. Gli stai dietro tutte le ore del giorno ed ogni volta che parli in sua presenza si sente solo 'bark bark bark' "
" ugh, non è vero!! "
Arrossì in volto dall'imbarazzo di quella insinuazione.
Hisa però non provò empatia, continuando a fargli la vocina.
" bark bark bark "
" e smettila! Tutto questo è assurdo! "
" bark bark bark bark "
" non sono il cane di nessuno! "
" woof woof bark bark. Sento solo questo. Ma l'hai imparato il giapponese? "
Si portò la mano nei capelli e si spettinò dalla frustrazione.
" e tu pensi davvero che ora ti dirò tutto! Dopo avermi insultato in una così vile maniera! "
" sì "
Rimase sbalordito dalla confidenza e velocità di quella risposta.
L'albino lo prese per il colletto della camicia e guardò dritto nei occhi.
" perché se non lo fai significa che sei un complice, se non il colpevole "
Ci fu un secondo di silenzio.
" di aver fatto cadere il lampione su Naomi?! Assurdità! Devi farti visitare da uno bravo se la pensi così! "
" nuh-uh, guarda che se non confessi tutti la penseranno come me. Pensi davvero che nessuno ti abbia sospettato nel aver manovrato i fili? Apparte Axel, eri l'unico dietro le quinte in quel momento. Ed eri quello che controllava l'attività sin dall'inizio! "
" ah- uh- "
" 'ah- uh-' inizia a fare frasi di senso compiuto. Cosa hai visto prima che il riflettore cadesse? "
Fece per aprire la bocca e parlare.
La chiuse.
La riaprì.
E la chiuse.
Pensoso.
Non aveva altro scampo? Poteva star bluffando in fondo... Ma l'idea di tutti lo trovassero sospetto neanche lo garbava...
" è inciampato sui fili "
Guardò in basso.
Hisa mollò la presa d'istinto.
" era caduto e- quando ha provato a rialzarsi qualche nodo si sarà slegato... Ha fatto partire una reazione e- ed il resto della storia già la conosci "
" quindi davvero non è stato Axel... "
Borbottò fra sé e sé.
" p-però non sono stato nemmeno i- "
" cosa era successo durante le prove? Niente di sospetto? "
Scosse la testa.
Non che se lo ricordava.
" cioè, erano sempre le solite cose. Sumire che faceva domande, Naomi e Mitsuki che praticavano, Valeria che continuava a portare vari oggetti per il palco e dietro le quinte, Axel era l'unico vicino alle corde mentre le sistemava. Tutto andava secondo i miei piani! Se qualcuno avesse cercato di intervenire l'avrei sicuramente scovato! Parola di regista! "
" non la prenderei sulla fiducia. Molte cose sono irrisolte- "
" cosa vuoi che ti dica al- "
Un'altra volta una porta si aprì, quella del corridoio. Rimase aperta con lo sguardo libero sul corridoio.
Ed un'altra persona fece il suo ingresso. Anch'essa alla ricerca dell'obbiettivo del cartomante.
" oh, Hyosuke, ti ho trovato! Vieni con me un attimo che devo farti qualche domanda in privato! "
Oh no...
Non dirmi che pure lei lo sospettava.
Non lei fra tutte le persone. Non l'avrebbe più lasciato in pace.
" forza, parlerai con Akihisa dopo- "
" no, allora, aspetta il tuo turno- ci sono prima io- "
" senti, ho cose più importanti delle vostre chiacchiere da fare. Puoi aspettare qualche oretta senza di lui. Dai, Hyo, andiamo "
Afferrò il braccio libero del biondo, tirandolo verso l'uscita.
" eh no, guarda che anche io sto facendo qualcosa di importante qui! Non sei l'unica che investiga. Smamma! "
La presa tornò ad essere forte e tirò il regista verso di sé.
" gne gne gne. Piangici su per quel che mi riguarda "
Tirò verso l'uscita.
" sei proprio viziata, lo sai?! Tuo padre non ti ha mai detto di essere paziente?! "
Tirò verso di sé.
" boohoo, quanto sono triste. Should I call you a wah-mbulance?"
Tirò verso l'uscita.
" io volevo solo fare colazione- "
Bisbigliò Hyosuke mentre continuava ad essere tirato qua e là, con ora un mal di testa assurdo.
" lascialo! "
" no, lascialo tu! "
" no, tu! "
" no, tu! "
" no t- ma quello è Yuri? "
Ebbe uno sguardo confuso nel vedere il rosso correre per il corridoio tenendo in mano qualcosa. Certo l'aveva visto per qualche secondo usando la porta fuori. Ma perché tutta quella fretta?
" ah! Come se ci cascassi ad un trucchetto da bambini dell'asilo! Pensa a qualcos'altro la prossima volta! "
" sono serio, e poi- oh c'è Mitsuki che lo segue "
" con 'qualcos'altro' intendevo un'altra scusa, non un nome! "
" davvero- guarda che stavano correndo di fretta- e- "
" YURI- ASPETTA- PARLAMI "
Fece eco la voce della fanciulla nominata, distaccando le menti dei tre dalla situazione attuale.
" che ha combinato adesso? "
Domandò retorico Hyosuke e Sumire uscì a controllare.
Già scomparsi.
Perché tutta quella fretta? Perché quel panico nella sua voce? Si dovevano preoccupare?
" ... dovremmo seguirli! Separiamoci se proprio è neccesario "
" pf- non prendo ordini da te "
Incrociò le braccia al petto il più basso.
" lo farai se in ballo c'è il rischio la sicurezza di tutti. Mai dire mai! "
Spiegó prima di scattare via.
Egli sbuffó verso l'uscita.
" verrai con me perché non abbiamo finito qui il discorso, intesi? "
Hyosuke mandò giù la saliva, tuttavia non combattè e si fece trascinare dall'altrx. Sperava che ci andasse più piano con le mani questa volta.
___________________________
La castana continuava a camminare velocemente, girando la testa ad ogni angolo che vedeva.
Come diavolo avevano fatto a volatilizzarsi nel nulla?! Mitsuki soprattutto?! C'era qualcosa di così importante nel metter tutta questa fretta? Cosa? Cosa avevano scoperto?
" Mitsuki! Yuri! Dove state?! "
Addirittura chiamava i loro nomi, senza ricevere alcuna risposta in cambio per sua sfortuna.
Chissà come se la cavavano gli altri due.
Sperava li avessero trovati. Se non lei, loro. Capire quale era la situazione importante.
Si fermò a riprendere aria nel corridoio sbloccato recentemente, appoggiando una mano al muro ed una sulle ginocchia. Odiava correre, eppure lo faceva ugualmente. Se fosse per uno scoop, una novità, un evento, od addirittura per un'amica.
Afferrò il tablet per controllare i messaggi. Forse li avevano trovato ed hanno avvisato.
Tirò un sospiro nel non vedere una notifica nuova, decidendo dunque di fare lei la prima mossa.
Sumire Hamasaki
" se vedete Mitsuki e Yuri, fermateli "
Inviato: 09:24
Cliccò invio e si rimise all'opera.
Ancora il vuoto totale nei dintorni.
Niente voci, né passi.
Avrebbe dovuto iniziare a controllare le stanze.
E lì vicino non si trovava altro che il teatro. Da qualche parte si doveva pur cominciare, no?
Aprì le porte e la tipica marea di sedili vuoti si presentò.
In fondo, sul palcoscenico enorme, trovò invece una sorpresa.
Mitsuki che camminava, o meglio, tentava di correre verso la sua direzione con uno sguardo preoccupato, anzi, spaventato a morte.
" Mitsuki! "
Si allarmò nel sentire il suo nome.
Alzò il capo e la vide.
Al confine.
Fra la luce e l'oscurità.
Fra il salvarsi e soffrire.
Fra la vita e la morte.
Sumire fece un passo avanti, ma lei urlò di no.
" SCAPPA- NON STARE LÌ- CORRI-! "
Urlava.
Disperata.
Un tono di voce mai sentito prima d'ora da lei.
Neanche sembrava lei stessa.
La ragazza gentile, educata, altruista e coraggiosa.
Ora spaventata sia che per se stessa, ma anche per la sua amica.
Era spaventata.
Spaventata che morissero.
Sumire si fermò.
Un passo dentro al confine.
Non capiva, cosa succedeva?
" NON- CORRI! TI PREGO! CHIAMA AIUTO-! "
Entravano ed uscivano dalle sue orecchie le parole.
Come se fossero una lingua straniera.
Come se non le capisse.
Finché non fu troppo tardi.
Mitsuki era nel corridoio centrale dei sedili.
Sumire ad un passo dall'uscire fuori.
Ed un suono le raggiunse, seguito dai più grandi dolori della loro vita.
Boom.
Sentì... Tante cose in pochi attimi.
Sentì...
... Un tonfo.
... Un terremoto.
... Dell'aria calda.
... I suoi piedi in aria.
... Il suo corpo sbattere contro il muro.
... Calore.
... Tanto calore.
... Così tanto che bruciava.
... La schiena bruciare.
... La sua voce urlare in preda al dolore.
... I suoi occhi chiudersi.
... Confusione, panico, ansia.
Era... La sua fine?
Sarebbe finita così?
Spazzata via nel aver seguito qualcuno?
Sapeva che la curiosità prendeva il meglio di sé, eppure morire a causa di essa così?
" che succe- AAAA- ODDIO- SUMIRE-! "
Chi l'avrebbe detto che la voce di Koharu sarebbe stata la sua salvezza?
La più bassa si avvicinò e la scosse per le spalle, in cerca di una riposta, un segno di vita.
Era difficile trovare la forza di dire qualsiasi cosa. Un nome uscì piano dalle labbra.
" m-mitsuki... "
" che è successo?! Aspetta- chiamo il resto- resisti. Andrà tutto bene, okay?! "
Heh.
Come poteva questa situazione andare peggio? Sentiva di aver toccato il fondo proprio adesso. Ovvio che l'unica opzione era andare in su.
La vide correre via, ancora Sdraiata sul freddo e sporco pavimento, per poi tornare con altre persone nei paraggi avvertiti sia dal messaggio che l'esplosione. Tutti ebbero la stessa reazione. Tirarono un urlo scioccati, dopo si avvicinavano preoccupati e chiedevano spiegazioni.
Odiava quella sensazione.
Quella di essere nel centro dell'attenzione circondata da gente che voleva sapere la realtà dei fatti.
Quella di non potersi muovere e scappar via.
Quella di ansia e pressione nel dire una cosa errata, segnandosi il resto della sua vita.
Era proprio quella sensazione una delle grandi cause nel averla fatta diventare essa stessa, così da nascondersi nella folla. Pur di non brillare ed essere seguita.
Tutti erano lì, tutti.
Koharu, Asahi, Shiori, Valeria, Naomi e persino Axel.
Fu Shiori l'unica che ebbe il coraggio di alzarle il busto nonostante le varie lamentele di dolore sulla schiena come tosse, grida e lacrime.
" Sumire, ti prego, ascoltami, cosa è successo? "
Non se posto quel quesito prima d'ora.
Cosa era successo?
Tutto andò bene, finché andò male.
Era un istante di distacco dall'impatto.
" l-la bomba- e- e- Mitsuki- è dentro ancora... E Yuri- "
" COSA?! "
Esclamarono all'unisono.
Non solo l'aveva ritrovata ma è pure esplosa?!
C'erano stati altri feriti?!
Ma soprattutto, che fine aveva fatto Mitsuki?
Axel non ebbe avuto il coraggio di guardare la condizione della giornalista, ma questo non lx limitava a sentirla. Si era già allarmatx da quando aveva ricevuto il messaggio.
Voleva, voleva restare dentro in camera.
Ma se qualcosa le fosse successo?
Se- se fosse...
No, no, no.
Non può essere.
Si sta sbagliando Mitsuki non può andarsene così, vero?
Vero?!
Spalancó le porte che a stento stavano sui cardinali e una nuvola di polvere lo colpì fino in gola.
Tossì e si grattò gli occhi per rendere la visione più chiara.
E, cielo, sembrava tutt'altro che un teatro.
Era tutto rovinato.
Le sedie rotte e accasciate una sull'altra, il pavimento praticamente grigio, addirittura dei macigni parti del muro e del soffito erano caduti.
L'aria irrespirabile. La visione era ostacolata dalla nebbia di polvere.
Eppure lontano vide qualcosa.
Della luce seguita da del verde.
Un verde che pensava di veder più da quando fosse intrappolato qui.
Un prato si affacciava sulla enorme voragine al muro, cui un tempo si sarebbe trovato il palcoscenico.
Era... Una via d'uscita?
Potevano scappare!
Tutti, adesso!
No, ma che dici, Axel! Devi trovare prima Mitsuki. Non lascerai mica la struttura senza di lei? Dopo quello che ha fatto per te?
" Mitsuki! Mitsuki! Dove stai?! Mitsuki?! "
Si incamminò per la nuvola tenendo bocca e naso coperti dalla manica del maglione ora pulito.
Chiamava, urlava il suo nome, invano.
Più si addentrava e più doveva faticare.
Vista appanata, grossi pezzi di struttura da saltare o gurare attorno.
Dove stava?!
Per favore, anche solo un segno?!
Non te ne puoi andare via così!
Non dopo ciò che avevano passato!
" Mitsuki! Rispondimi! Ti prego! "
Chiamava e chiamava.
L'unico suono che ascoltava erano le rocce muoversi.
Arrivò alla metà e si imbatté in più pezzi enormi sopra l'altro, quali formavano una barriera.
Continuò a guardarsi attorno per raggirare esso, trovando come umica risposta il dover scalare.
Qualcuno lo tirò per la maglia.
Si girò e incontrò Asahi, il quale aveva uno sguardo serio.
" torna indietro, qui non si respira "
Axel lo guardò alla stessa maniera.
Con violenza lo scosse via e gridò contro:
" non prendo ordini da te- potrebbe essere ancora viva e- "
" pensala razionalmente. Sta per cadere tutto qui! "
Si tramutò in rabbia.
" e dovrei lasciarla morire così?! E da quando ti frega di me?! Vattene! "
Gli diede una spinta per rendere chiaro il messaggio.
Non reagì. Continuava a guardarlo e basta. Con quello sguardo serio. Non sapeva cosa dire.
" A-Ax... "
" Un cadavere è stato ritrovato! Dopo un certo periodo di tempo, quale potete sfruttare a vostro piacimento, il processo di classe inizierà! Vi prego cortesemente di trovarvi a teatro in cinque minuti! "
Spalancó gli occhi.
Nessuno dei due aveva aperto bocca, no?
Allora chi?
" Ax....el? "
Ancora!
Da dove?
Era così vicino! Ma dove?!
Si guardò intorno come unx pazzx, facendo giri e giri finché non portò lo sguardo in basso, fra le roccie.
Era lì.
Sepolta e schiacciata da quei cosi.
Piena di polvere sui capelli ed il viso.
Vedeva la testa, parte del busto ed il braccio almeno fuori. Conciati male. I vestiti erano in parte neri, bruciati e la pelle era di un rosso inteso ed ammaccata.
" Mitsuki-! Oh cielo...! "
Gli portava così sconforto a vedere quel rosso.
Ma non poteva farsi prendere dal panico adesso..!
Non pensarci, non pensarci, non pensarci.
" Ti tiro fuori da qui, aspetta "
Afferró il braccio e tirò, fallendo e facendole più male.
Asahi si aggiunse, inginocchiandosi al suo fianco mentre esaminava il masso.
Tentò di spingerlo ma senza successo.
Trovò però un asta di metallo vicino, appartenente ad una delld sedie e la ficcò nella fessura. Una leva.
" forza, aiutami a spingere! "
Si dovette veder costretto ad ascoltarlo, spingendo al "3" con quanta più forza in corpo. In due.
Ed il masso si spostò da sopra la fanciulla.
Axel la tirò fuori da lì, facendola strisciare.
Il suo intero corpo era a pezzi.
L'intera parte dietro era rossa, bruciata. Addirittura i suoi capelli era parzialmente andati ed altri risultavano neri.
I vestiti avevano fatto la stessa fine, seppur coprivano ancora gran parte del corpo.
Le gambe però... Cos'era quella roba bianca che usciva dalle ginocchia..?
N-non era un osso, vero?
Guardò in alto prendendo respiri profondi.
Il cuore scoppiava.
Sentiva la polvere attaccarsi alla sua pelle da quanto sudava.
L'avrebbe salvata, glielo promette.
Non doveva farsi prendere dal panico.
Ti prego.
Non adesso fra tutti i momenti.
L'afferrò per il busto, continuando a sussurarle che tutto sarebbe andato bene ora che l'avevano trovata. Continuava a ripetere questo non stop finché non uscì fuori dalla stanza con quell'altro.
Tutti urlarono una seconda volta vedendo le sue condizioni.
" respira, vero?! Era un falso allarme, vero?! "
Esclamó Koharu mentre teneva le mani davanti alla bocca.
... Quale falso allarme?
" p-perchè è partito l'annuncio then?! There must be someone else inside! "
Aggiunse Naomi.
" ovvio che c'è qualcun altro "
Haruki comparve da dietro l'angolo con le dita pronte sul grilletto. Su una tempia vi fu un cerotto che copriva il colpo subito qualche giorni addietro.
Lo sguardo serio, minaccioso, addirittura arrabbiato facevano capire che la faccenda non gli andò giù bene, nonostante non potesse pareggiare i conti adesso.
" c-che vuoi te, adesso?! "
Sumire cercò di gridare, avendo in volto il suo stesso identico sguardo. Se non fosse per la ferita si sarebbe alzata e l'avrebbe strozzato con le sue stesse mani da quanto dolore provasse e volesse fargli provare. Eppure non volle incrociare il suo sguardo, piuttosto quello di Shiori che la teneva. Frugò nella tasca della sua giacca.
" apri la mano "
Lo fece anche se esitante.
Il ragazzo le mise delle pillole e le chiuse il palmo in un pugno, prima du tornare a guardare il resto.
" devo assicurarmi che non pensiate di scappare "
" e dove, scusa?! "
Koharu chiese.
" c'è- "
Asahi attirò l'attenzione del gruppo.
" c'è una voragine che porta fuori... È pieno di alberi e non sembra esserci civilizzazione "
" cosa?! Come nessuna civilizzazione?! Siamo alla prima Hope's Peak Academy! Almeno un'autostrada ci dovrebbe essere! O- O uno di quei così grandi che portano elettricità e segnale! "
Fu allora che realizzò.
Non erano mai stati alla prima Hope's Peak Academy.
Era da un'altra parte. Molto più lontano di quanto potessero immaginare.
Non ci credeva, tantoche volesse vederlo con i suoi stessi occhi.
Non appena spalancó le porte sentì il ferro puntato dietro la testa.
" prova anche solo a fare brutti scherzi e puoi dire ciao alla tua vita. Non pensare che stavolta mi farò sottrarre la pistola da te. Inoltre c'è una recinzione elettrica attorno. Prova a toccarla e ti fa fritta. E se pensate che urlare attragga l'attenzione vi sbagliate. Nessuno qui può né sentirvi né guardarvi "
Strinse i pugni.
Provava così tanta rabbia che stava per esplodere.
Non voleva credergli.
Avrebbe preferito saltargli addosso e strappargli tutti i capelli che aveva.
" non abbiamo bisogno di altri feriti, su "
Il giocatore di scacchi la tirò indietro, lasciando passare Haruki nel teatro a fare la guardia, non prima di aver tirato fuori uno dei death files e fatto scivolare sul pavimento.
Valeria lo raccolse e guardò le informazioni prima di leggerle ad alta voce.
Vittima: yuri endo, ultimate herbalist
Stimato orario della morte: ~ 09:30
Causa della morte: esplosione
Luogo del ritrovamento: teatro
... Yuri era morto... Per via della bomba?
Era lui... Quello che l'aveva rubata dopo tutto questo tempo?
Era questo il motivo per cui nessuno l'avesse visto negli ultimi giorni?
Rimasero in silenzio.
" in che condizioni era il corpo? "
Valeria guardò Asahi, xlx quale strinse le braccia al petto.
" non- non l'ho visto. Non c'era. È tutto un caos lì dentro. "
Tutti si scambiarono sguardi confusi.
Se fosse morto, come faceva a non esserci un corpo? Che fosse nascosto? Se fosse nascosto allora l'annuncio non sarebbe partito! Di già si iniziano con i misteri?
La critica tirò un sospiro delusa e sconfitta.
" troveremo noi il restante. Voi due accompagnatele in infermieria, intesi? "
Il creatore di effetti speciali e la medium non se lo fecero dire due volte, trasportando entrambe le ferite verso una zona più calma.
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" aaaah- gesù cristo che sollievo "
Sentire il freddo dell'asciugamano bagnato sulla propria schiena doveva essere la sensazione più piacevole mai provata in vita sua.
Dopo aver sentito la schiena in fiamme, dell'acqua faceva sentire i suoi effetti diminuendo il dolore anche se temporaneamente.
" stai ferma "
Le ordinò Shiori tenendole un braccio mentre l'altro premeva il panno sulla schiena scoperta.
" scusa ma non sei tu quella con un'ustione di secondo grado! "
Sbuffò la corvina, portando lo sguardo a guardare la lillà sdraiata nel lettino accanto, intenta a fissare le ginocchia bendate ed immobillazate per evitare ulteriori guai. Prima cosa che ebbero fatto non appena arrivarono fu cercare di sistemare le gambe e bendare ogni ferita e ustione disinfettata. Grazie a Sumire trovarono addirittura un anestetico locale in siringa, quindi nemmeno poteva sentire le gambe.
Eppure quello sguardo vuoto che aveva.
Come se tutti i suoi sforzi fossero stati invani.
Come se fosse delusa da se stessa.
Come se quella fosse l'ennesima prova della sua debolezza. Nell'essersi fidata della persona sbagliata.
" tutto bene? Fa ancora male? Se c'è qualcosa che non va basta dirlo "
Puntò con lo sguardo nella stessa direzione cui l'altra guardava.
L'altra su svegliò ed annuì numerose volte nonostante il suo sguardo suggeriva altro.
Certo, faceva male. Ma non solo a livello fisico.
" ehy! Puoi continuare per favore?! "
" n'attimo, cretina "
In contrasto Sumire parlava a vanvera eccome. Aveva addirittura cacciato il creatore di effetti speciali nel trovare dei antidolorifici il prima possibile da quanto male facesse. Che diamine di fine avevano fatto?! Eppure non faceva abbastanza male da farla tacere. Era sia confortante che fastidioso.
Mise il panno nel secchio e lo strizzò prima di continuare a passarlo sulla schiena.
Almeno qui dentro l'atmosfera si era calmata.
Non metteva in dubbio che fosse ancora intensa, tuttavia era meno intensa di poco fa. Era già qualcosa.
Sperava avrebbe migliorato da qui con le loro condizioni.
Una porta si spalancó.
E non era Axel ma un nuovo guaio che si aggiungeva alla lista.
Merda.
Non potevano dare una pausa a questi?
Vide prima le spalle di Hisa, seguito a pochi centimetri di distanza da Hyosuke. Entrambi tenevano qualcosa, o meglio, qualcuno: Airi.
********************
La sua pelle era pallida, occhi chiusi e a stento si vedeva il petto salire e scendere.
" Shiori-! Shiori, l'abbiamo trovata così e- e aveva questo in mano "
Il cartomante mostrò alla più alta la confezione di antidolorifici cui erano a caccia da prima... Vuota. Dove erano finite le pillole?
...
La realizzazione la colpì ed il panico e adrenalina presero il sopravvento.
Non c'erano lettini su cui appoggiarla, così prese una delle sedie a rotelle e la fecero sedere lì.
Hyosuke rimase in un angolo della stanza, spaventato a morte da... Tutto!
Insomma l'annuncio di un cadavere ed ora una loro compagna aveva provato a... Insomma! Era chiaro il concetto! Cazzo, doveva trattarsi di un incubo.
Di un brutto ed orribile incubo.
Perché in questi giorni non andava mai una giusta?!
" Airi- Airi mi senti?! "
Akihisa la prese per le spalle e la scosse quanto più potesse, senza risposta. La testa pendeva verso il basso e stava per cadere giù dalla posizione seduta cui stava. Che si faceva in quelle situazioni?! Come si fermava un fenomeno del genere?! Si chiamava la polizia o l'ambulanza, sì. C'era il piccolo problema nel nON POTERLO FARE PERCHÉ NON AVEVANO UN CAZZO DI TELEFONO.
Respiri profondi, Hisa. Respiri profondi.
Non era il momento di farsi prendere dalla rabbia.
" ci dovrebbe essere del naloxone nei cassetti "
Sumire informò dovendo rimanere seduta a guardare.
Hisa corruggò le sopracciglia confusx.
" nalo- che? "
" naloxene! Serve per invertire l'effetto di overdose da oppioidi! Prendi una siringa ed innietaglielo in un braccio "
" ma come cazzo fai a sapere queste cose?! "
" internet! Ora smettila e fai come ti dico prima che sia troppo tardi "
Raddrizzò la schiena a quelle parole e si buttò a cercare questo "naloxone" di cui parlava con una siringa.
Grazie al cielo trovò l'occorente in un batter d'occhio e fece come xlx fu stato istruito. Siringa nella sostanza, siringa nella vena, spingi, tirala fuori e tieni premuto con della carta per qualche minuto per non sanguonare ovunque.
La fissava. La fissava così intensamente quando le emozioni nei suoi confronti lo erano.
Certo, era parte dei cattivi.
Certo, non le augurava chissà quante cose belle.
Eppure sapere che si fosse fatta questo da sola era... Controverso.
Non era dal tipico cattivo di in libro, ma più da una ragazzina impaurita ed in cerca di aiuto.
Airi stessa fu scioccata di aprire gli occhi vedendo un altro giorno.
Si sentiva... Strana ma pressoché normale.
Che le era successo?!
Perché era ancora qui?!
Tutti i presenti la guardarono preoccupati e seri.
Non erano sguardi di benvenuto, ma nemmeno di sconfitta.
Erano... Emozioni contrastanti.
" dove stanno gli altri antidolorifici? Ci servono per loro due- e- tanto altro è successo ma non è il momento di raccontarti la storia della buonanotte "
Guardò tutti confusa, perplessa.
Triste.
Imbarazzata.
Cosa...
Cosa doveva dire?
Era troppo.
Era stanca.
Non voleva più star lì.
Hisa scosse le sue spalle in cerca di una risposta.
Tuttavia la bionda cominciò a piangere a dirotto, portando le ginocchia al petto e coprendosi la testa con le mani.
Non capiva.
Non capiva.
Non capiva.
Cosa stava succedendo?
Dove sono gli altri?
Perché era qui e non in quel camerino a marcire?
Perché Sumire e Mitsuki erano ferite?
Perché era ancora qui?
Continuavano a chiamarla senza successo.
Rimaneva raggomitolata lì.
A piangere su se stessa.
Non voleva parlare con niente e nessuno.
Non sapeva cosa voleva.
********************
Dalla porta entró Axel sconfittx a mani vuote.
Niente, nemmeno lxi era riuscitx a trovare ciò che cercavano.
E l'orologio continuava a ticchettare.
Tic, tic, tic.
Fu stranito nel vedere i tre arrivati, ricevette una breve spiegazione seguito da un "non vuoi sapere nel dettaglio" dopo aver domandato. Lasciò andare subito la faccenda e corse al fianco della narratrice per tenerle la mano, cosa che aveva fatto anche prima di uscire.
" scusa- davvero- ho cercato ovunque dove si potessero trovare e- "
" f-fa niente, non è colpa tua "
Prese qualche respiro prima di continuare.
" non sto così male adesso, il poco anestetico rimasto sta facendo effetto "
Cercò di forzare un sorriso per confermare il suo status, Axel però strinse ancora più forte la mano e guardò in basso.
" andrà tutto bene, te lo prometto! Troverò un modo! "
" davvero..? Allora ti credo "
Rispose guardando verso l'alto.
La giornalista la osservò con occhi con scrutinio.
Mentre la medium si ricordò di cosa avesse dato Haruli ad ella poco fa.
Era delle pillole, ma a cosa servivano?
Non voleva usarle perché, appunto, non sapeva il loro effetto.
Se rimanevano la loro unica speranza non poteva ignorarle...
Si avvicinò alla sarta e gliele mostrò con forza, chiedendole se fossero le stesse pillole che avesse preso prima.
La sua risposta? Pianti e lamentele, ma anche un annuire di capo.
Se stava mentendo l'avrebbe fatta fuori con le sue stesse mani. Era meglio per tutti se non stesse giocando in modo sporco.
" provate queste "
Mostrò due pillole alle fanciulle, la quali le presero, anche se con comprensibile esitazione, e buttarono giù accompagnate da dell'acqua.
Ora... Dovevano solo aspettare supponevano.
Shiori tornò all'attività di prima con Sumire, Axel rimase al fianco della lillà, Akihisa controllava che Airi non fuggisse o semplicemente pensasse di fare qualche scherzetto. Hyosuke... Era lì.
" come ti senti? "
" già meglio, davvero. Non ti devi preoccupare così "
Spiegò Mitsuki con fare calmo, tirando successivamente su col naso e grattandosi gli occhi.
" non scherzare! Ovvio che mi preoccupo! Se ti serve qualsiasi cosa- basta dirmelo, chiaro? Me lo dirai, vero? "
Strinse il pugno pieno di frustrazione.
" ... sì, te lo prometto "
Alzò lo sguardo quasi incredulo e ancora una volta aveva un piccolo sorriso in viso. Era mossa dalla sua preoccupazione e, con quella poca forza che le rimaneva, usò la mano più vicina per accarezzargli la guancia.
" 'andrà tutto bene' "
Lo citò.
Dovette girare il capo per qualche motivo strano.
E Sumire ricevette un messaggio forte e chiaro.
" a-ahem. Di sicuro dovremmo informare Akihisa e Hyosuke della situazione intera, dico bene Shiori? "
L'interpellata la guardò confusa ma concordò.
" ecco, e dato che sta già facendo qualcosa, Axel, puoi andare a mostrare a loro dove sta il resto? "
" posso benissimo andare da soli e, no, non mi sposto da qui. Voglio starle affianco "
" mmmhh, un cavaliere degno del suo nome. Eppure il dovere chiama per altri cittadini. Su, forza, ci metterete cinque minuti massimo "
Hisa guardò tutti quelli che hanno parlato confusi, facendo ricadere gli occhi su Shiori che cercava di segnarli di seguire cosa la castana diceva. Non capì il motivo, però lo fece. Prese per il braccio il creatore di effetti speciali, il quale cercava di staccarsi inutilmente, ed uscì dalla stanza assieme al regista.
Shiori guardò Sumire che guardò Mitsuki.
" dimmi, cos'hai? "
Il tono preoccupato della fanciulla allarmò entrambe.
Mitsuki guardò prima Sumire, dopo Shiori ed infine davanti a sé.
Il suo stomaco iniziava a sentirsi strano.
I suoi occhi si appanavano.
Le guance arrossivano.
Usò entrambe le mani per coprire la faccia, eppure il fiume di lacrime che seguì fu impossibile da non vedere.
Pianse.
Pianse dal dolore.
Pianse dalla tristezza.
Pianse dalla delusione.
Pianse dalla disperazione.
Pianse perché sapeva che aveva i minuti contati e non poteva farci nulla al riguardo.
La medium si alzò allarmata e si sedette davanti ad ella cercando di calmarla, senza successo. Solo dopo qualche minuto speso a tirare tutto fuori che riuscì a tirare le parole fuori.
" s-sto... sto per morire, vero? F-fa così paura saperlo... "
" non dirlo neanche per scherzo! Ovvio che non morirai! "
" n-non ci credo... Mi vedi come sono adesso... Come puoi dirmi che mi posso ancora salvare? "
" smettila di dire stronzate! "
" vorrei sperarci... Davvero.. Però- "
" no! Non puoi morire, Mitsuki! Non qui e non adesso! Non te lo meriti! "
Esclamò Sumire stringendo i pugni e battendoli sul lettino arrabbiata. Arrabbiata perché non poteva star a sentire a queste chiacchiere stupide da parte sua! Perché non doveva andare così!
" sei la ragazza più gentile che esista, non puoi morire. Non te lo meriti! Tu fra tutte le persone non te lo meriti! Quindi smettila di dire queste cazzate! "
Ancora in lacrime riuscì la guardò.
Con uno sguardo spezzato, rotto, frantumato in mille pezzi.
Eppure... Eppure ancora una volta, nonostante il dolore, riusciva a porre alle due quel sorriso grato. Grato di sentire che almeno loro ancora ci credevano.
" g-grazie... mi rende felice sapere che pensi questo... di me "
Sentì lo stomaco bruciare.
Non adesso.
Contieniti.
Per favore.
C'erano ancora così tante cose che voleva dire.
" però non me lo merito... H-ho lasciato Yuri morire così perché- perché ero spaventata... "
Guardò davanti a sé.
Se lo ricordava a memoria ancora.
Da stamattina quando si era svegliata ed era andato a cercarlo per fargli compagnia.
Lo vide con in mano quell'aggeggio.
E lo seguì.
Ci doveva essere una ragione dietro questo comportamento! Yuri non era cattivo in fondo!
Lo seguì fino al retroscena del teatro.
Voleva che andassero assieme a dire a tutti quanti che la bomba non era smarrita.
Lo sguardo che incrociò non fu quello dell'erborista.
Era... Vuoto, privo di ogni emozione, privo di speranza.
" non voglio che nessuno si faccia più del male con questa. Allontanati prima che sia troppo tardi "
" c-che intendi dire? Dai, non fare questi scherzi. Possiamo risolvere la questione insieme! "
" no! Vattene! Vattene se non vuoi morire "
" ... Non senza di te "
" ti prego... "
" lasciala lì e andiamocene assieme! "
" NO! È COLPA MIA SE CASINI SONO SUCCESSI! NON HAI FATTO NIENTE, INVECE! "
" Yuri-! "
" CORRI, SCAPPA MITSUKI, VATTENE VIA DA ME. SE CI TIENI A VEDERE LA LUCE FUORI DA QUI INIZIA A CORRERE! "
Non se la dimenticherà mai quella conversazione.
Si ripeteva in loop.
E ancora e ancora e ancora.
Non smetteva, proprio come un disco rotto.
Era colpa sua per essere corsa così.
Era colpa sua per non essere riuscita a convincerlo.
Era colpa sua per averlo seguito.
Queste altro non erano che le consequenze delle sue azioni.
" non dire così- non potevi sapere cosa stava per succedere! "
" lo sapevo invece... E sono comunque corsa via- l'ho lasciato in... In quello stato... Come una codarda... "
Scoppiò di nuovo in lacrime, le bende si bagnavano sempre di più.
La gola si chiudeva sempre di più.
La testa si restringeva sempre di più.
Le orecchie si tappavano sempre di più.
Braccia e gambe formicolavano sempre di più.
Lo stomaco brontolava sempre di più.
Il corpo si indeboliva e raffredava sempre di più.
Questa volta a tenerle la mano fu Shiori.
" capisco come ti senti. Con il talento che ho capisco come ti senti. Fa male dover lasciare le persone così, però dovresti lottare per loro. Non disperarti. "
Il pianto si calmò in maniera tale che riuscisse a conversare nuovamente.
Voleva tanto farlo, ma il suo corpo cedeva ad ogni secondo.
" v-voglio vivere... "
Era un sentimento vero che continuava ad essere sepolto dalla convinzione di non farcela.
" s-sumi... puoi farmi un favore? "
" dimmi tutto "
La giornalista scese finalmente dal lettino e si sedette accanto alla medium.
" ci sono dei orecchini... nell'armadio... con delle piume nere... Potresti darle ad Axel..? Credo li amerebbe "
Rimase confusa ma annuì.
" perché non lo fai tu dopo che ti sei ripresa? Anzi, perché volevi che se ne andasse da qui per dirci questo? "
" non... non volevo farlx preoccupare... dopo quello che ha passato... E poi sei mia amica... Mi fido di te... sei buona... Anche tu Shiori "
" m-mitsuki... "
Le altre due non poterono respingere le lacrime che si costruivamo davanti al loro occhi.
Dopo tutto questo dolore, come poteva mettere gli altri prima di sé?
Come poteva preoccuparsi più per loro che per sé?
Non voleva semplicemente stringerle la mano, voleva accoglierla nelle sue braccia, tenerla stretta a sé.
Non voleva vedere nessuno morire.
Non avrebbe lasciato che qualcuno morisse davanti a lei, soprattutto se erano persone meritevoli di vivere.
Ha speso la sua vita nel voler punire il cattivo, perché anche il buono doveva scendere con esso?!
Non se lo meritava.
Mitsuki non se lo meritava.
Tutti non si meritavano di stare qui a soffrire.
********************
La lillà portò la faccia a guardare il lato opposto, iniziando a tossire non-stop.
Sentiva qualcosa dallo stomaco invaderla, soffoccarla. Cos'era?!
Tirava i colpi di tosse più forti che mai pensasse di fare e delle gocce rosse uscirono dalla bocca miste alla saliva.
Sangue.
Era sangue.
Stava tossendo sangue a volontà.
Ad ogni secondo sentiva questo liquido infestare i polmoni e la gola.
Una forte pressione le stava distruggendo il cuore, eppure lo sentiva battere più forte che mai.
Il senso di ansia e confusione aumentavano al secondo.
Sputava e tossiva, tuttavia continuava a tornare molto più forte.
Shiori tentò di passarle un secchio per non far finire tutto sul pavimento, assieme ad altri colpi sulla schiena, forti, per espellere il tutto.
Cos'altro avrebbe dovuto fare?!
" Mitsuki-! Mitsuki che ti prende-! "
Sumire non poté far altro che vedere quella scena scioccata.
Stava... Stava sanguinando dall'interno tutto questo tempo?
Merda!
Merda merda merda!
No, no, no, andiamo!
Non potete farle questo!
Non a lei fra tutte le persone!
Andò avanti a tossire, vomitare, cercare di respirare finché non si fermò.
********************
Fu un attimo.
Un solo attimo nel vedere la vita di qualcuno sparire dai suoi occhi.
Shiori non si scorderá mai come essi cambiarono aspetto in quell'attimo.
Il corpo cadde sul materasso con la testa inclinata di lato, labbra ed intera bocca sporche di rosso.
Ora con le palpebre chiuse, labbra e punta delle dita di colore bluastro.
Sumire la prese per le spalle per scuoterla.
" Mitsuki! Mitsuki! Rispondimi, Mitsuki! Dai! "
C'era ancora sperenza! Si poteva svegliare! Finché quell'annuncio non-
" Un cadavere è stato ritrovato! Dopo un certo periodo di tempo, quale potete sfruttare a vostro piacimento, il processo di classe inizierà! Vi prego cortesemente di trovarvi in infermieria in cinque minuti! "
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Vittima: mitsuki oba, ultimate story teller
Stimato orario della morte: ~ 10:30
Causa della morte: perdita di sangue
Luogo del ritrovamento: infermieria
Le mani tremavano a tenere quel file.
Lo sguardo tremava mentre lo portava avanti ed indietro fra esso ed il suo corpo.
Eppure risultava vuoto, assente da ogni emozione.
Ne aveva perso la capacità oppure era la sua mente che cercava di difenderlo per un'ultima volta?
Mentre tutti si muovevano, lxi rimaneva ferma.
Mentre tutti si lamentavano, lxi non lasciò nessuna lacrima.
Mentre tutti parlavano, lxi taceva.
Eran tutti così veloci, non riuscì a stare al passo.
Investigazioni, teorie, quel che è...
Il cervello di Axel sembrava aver perso ogni capacità nel pensare.
Ormai tutti si erano riuntini in infermieria tempestando di domande le tre ragazze lì. Come aveva fatto a morire? Cosa ci fa Airi qui? Quando è accaduto? Perché è accaduto?
Non ce la faceva più.
Aveva solo un peso enorme sulle spalle da quando era qui dentro. Voleva liberarsene.
La sua persona marciva ogni giorno sempre di più.
Ed ora era troppo tardi per tornare indietro.
Valeria, rimasta al fianco della giornalista, girò il capo nel vederlx incamminarsi verso di sé. Non parlarono. Nemmeno respiravano. Si guardavano negli occhi e basta.
Finché l'altrx cadde sulle sue ginocchia, mani chiuse in pugni e sulle coscie e capo chino in avanti.
Strinse gli occhi e, davanti al silenzio di tutti, sussurrò.
" ... avevi ragione "
La critica non lo degnò di una risposta o domanda, solo continuò a guardarlo dall'alto in cui stava.
" non sono in grado... di essere un capo... ma ho continuato... ed ora è troppo tardi... "
Una lacrima bagnò il dorso della mano sinistra.
" ti prego... ti supplico... fai qualcosa... "
Fu allora che sentì la mano dell'altra toccargli la spalla. Non fiatò. Non lo guardò. Solo un tocco.
" Ding dong! Siete emozionati? Siete carichi?! È tempo che il processo di classe inizi! Come un scoppio di fuochi d'artificio, come uno scontro fra vita e morte! E senza sé o ma... cari studenti, vi è cortesemente chiesto di giungervi davanti alla segreteria! Guai a voi se non vi presenterete! See you soon! "
Ancora una volta quell'annuncio.
Ancora una volta quella camminata.
Ancora una volta davanti a quella segreteria.
Ancora una volta ad entrare in quell'ascensore.
L'aria lì dentro è sempre stata soffocante, sia per lo spazio ristretto che per la tensione.
Questa volta l'ansia era a mille.
Due persone.
Due loro compagni di classi.
Due amici erano morti.
Dopo essersi promessi di non tornare qui dentro, le condizioni si fecero solo peggiori.
" quindi, che farai? "
La voce di Sumire attirò l'attenzione del creatore di effetti speciali, quale alzò lo sguardo da terra ma non rispose. Che farai quando? Che farai perché? Che farai cosa?
" hai deciso di lasciare stare tutto, non aiuterai nelle investigazioni? "
Ancora nessuna risposta, solo quello sguardo vuoto.
La castana si mise una mano in testa prima di sospirare.
" provo ancora del disprezzo nei tuoi confronti, però... non darti per vinto proprio quando possiamo ancora farci giustizia. Se non lo vuoi fare per te, fallo per tutte le persone cadute qui dentro. Fallo per lei. Perché voglio combattere questa battaglia fino alla fine e per farlo mi serve anche io tuo di aiuto "
" che vuoi... "
" dico solo, uhm, più in basso di così non si può scendere. E questo è un momento per rialzarsi, almeno per un po'. E se ti alzi con niente, per cosa cadrai? "
Un piccolo terremoto segnò l'arrivo a destinazione: la maledetra sala del processo.
Tutti, tranne lui, si incamminarono verso di essa.
Guardava avanti però.
Guardava sentendo qualcosa dentro il cuore.
Dopo tutto quello che aveva passato, come poteva deluderla così? Senza combattere per lei?
Non importavano le conseguenze.
Non importava il tempo cui ci avrebbe impiegato.
Non importava se altri si ferissero.
Non importava se dovesse morire pur di smascherare il colpevole.
Almeno ora.
Almeno per un po'.
Voleva usare la forza rimasta per un ultimo atto.
Il prezzo da pagare era alto, ma non lo spaventava.
E solo dopo sarebbe dovuto tornare come prima.
Un processo di vita e morte.
Un processo di verità e bugie.
Un processo di fiducia e tradimento.
Un processo di realtà e finzione.
Un processo di suppliche e scuse.
Un processo di amici e nemici.
Un processo come non altri.
Il processo di classe.
Era determinato a portarlo al termine con le sue stesse mani.
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YOOO!
Allora.
Non so proprio come iniziare questo angolo autrice se non che questo è probabilmente il mio atto preferito fino ad ora.
Spero che sia riuscita a colpirvi e che stiate ancora bene dopo tutta questa montagna di emozioni una dietro l'altra.
Piccolo parere è sempre accetto, soprattutto adesso dato che, appunto, mi sono divertita a scrivere tutto ciò.
Also avevo messo una canzone all'inizio del capitolo ma conoscendo wattpad probabilmente la toglierà per via dei bugs, quindi la metto pure qui ✨
Sì, è di Kingdom Hearts.
Mi piace fare le references.
Detto ciò, come al solito spero vi sia piaciuto, mi scuso per gli errori grammaticali e la mia pigrizia nel voler correggere gli errori di battitura.
E ci vediamo il prossimo capitolo!
- 𝕰𝖑𝖎𝖟𝖆
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