❱ 𝗖𝗛. 𝗜𝗜𝗜, 𝗔𝗖𝗧 𝗜𝗜𝗜: 𝖬𝖠𝖲𝖪𝖲 𝖥𝖠𝖫𝖫𝖨𝖭𝖦 𝖮𝖥𝖥 ❰

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" HA TENTATO DI UCCIDERMI, QUELL'IDIOTA! "

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Affondò il colpo.

E la mancò di qualche centimetro.
Nessuna delle due capiva come era successo.
Entrambe erano scioccate che Sumire sia riuscita a sopravvivere a questo.
Ciò non significava che Airi si sarebbe arresa così.

Dal basso verso l'alto fu il primo colpo.
Il secondo invece da destra verso sinistra, essendo che si trovava di lato e non di fronte ad ella.
Questa volta la colpì, graffiandole una spalla.
Ciò non significava che Sumire si sarebbe arresa così.

Dai suoi polmoni venne spontaneo cacciare l'urlo più forte mai fatto in vita sua. Doveva attirare l'attenzione! Qualcosa sarà pur stato nei paraggi! Pregava che qualcuno fosse nei paraggi! Non poteva morire così. Non per mano di un Shini Goro. Non per mano sua. Ma soprattutto non adesso, rinchiusa in uno schifoso gioco.

Provò la lama sfiorarla per l'ennesima volta.
Ed un'altra volta ancora le venne istantneo gridare aiuto.
Perché?!
Perché andava tutto fin troppo in fretta?!
Perché la via d'uscita era così lontana?!
Addirittura allargó il braccio verso di essa mentre correva.

Eppure non fu più veloce della bionda.

Presto finì col suo intero peso addosso, spiaccicata sul pavimento.
Si girò a fatica per essere faccia a faccia e soprattutto cercare di levarla di dosso.
Giorni come questi si pentiva di non aver fatto l'abbonamento annuale in palestra. Eppure fra le esperienze comuni della vita il 'star per essere ammazzata con un paio di forbici da una fuori di senno' non risultava in alto nella lista.

" d-dai su- perché non proviamo a parlarne?! "

Nonostante i suoi tentativi di apparire più calma, la pura paura era fin troppo forte per essere nascosta. Lo stomaco stava venendo schiacciato dal corpo dell'altra seduta su di ella. Le braccia continuava a spingerla via senza alcun successo notevole.

Airi era lì.
Con le forbici in mano.
Alzate in Airi.
Pronta a sferrare l'ennesimo.
Il suo sguardo era così... Vuoto.
Così spento.
Le lacrime aveva cessato ma il segno era evidente.
Gli occhi arrosati erano evidenti.
La sua espressione? Completamente assente.
Cosa passava dietro essa non era leggibile.

" pensaci su- ti prego- ti scongiuro- so che non vuoi tutto questo- "

" perché devi separarci? "

" h-huh? "

" andava tutto così bene. Andavamo tutti d'accordo. Perché hai dovuto credere alle sue menzogne? "

Di chi? Subaru?

" perché vuoi isolarci così? Siamo uguali a voi in fondo. Siamo una classe. Dovremmo essere tutti uniti. Non siamo i veri cattivi "

Troppe domande. Cosa stava andando a parare?!

" perché devi voler vedere la parte brutta delle persone? Perché non quella bella? Non li vuoi degli amici? "

" airi- "

" NO! NON TE LO LASCERÒ FARE! VOGLIO BENE A TUTTI QUANTI- VOGLIO CHE SAREMO INSIEME PER SEMPRE- E COME TE PORTERÒ A TERMINE CIÒ A CUI CREDO- "

" AIRI ASPETTA- "

Prese lo slancio.
Con entrambe le mani aveva ora in pugno l'arma.
L'alzò in aria.
Quanto più in alto possibile.
No, non voleva più perdere nessun altro.
Cosa avrebbero pensato di lei se l'avrebbe lasciata andare?
Bugie! Bugie! Bugie!
Non erano i cattivi!
Erano dalla loro parte!
Lo son sempre stati!
Li hanno ingannati!
Come l'hanno fatto con il resto delle persone.
Come hanno fatto quel giorno.
Lo stesso giorno cui miss Tai morì.
Volevano solo mentire. Mentire su tutto.
Ingannare tutti per avarizia.
Separarli per scopi malefici.
Erano solo loro a sapere come veramente andò la faccenda.
Eppure nessuno gli creddete!
Avevano scavato fossi dove non dovevano e messo parole più sporche della terra.
Come facevano ad essere loro i cattivi?!

... Non li avrebbe lasciato fare ciò una seconda volta.

Amicizia.

Reciproco affetto, costante e operoso, tra persona e persona, nato da una scelta che tiene conto della conformità dei voleri o dei caratteri e da una prolungata consuetudine.

Sin da piccola aveva scoperto quella parola come se fosse un lontano sogno.

Vedeva il resto dei ragazzini.
Vedeva come avessero tutti amici.
Vedeva come si volevano bene.
Vedeva come volevano passare del tempo assieme.
A giocare a palla, a carte, a creare braccialetti e parlare delle proprie cotte.

Avere un amico significava avere attenzioni.
Avere una persona al suo fianco significava affetto e amore.
E lei era piena di amicizia da condividere.
Una bimba piena d'affetto ed amore da condividere.

Eppure era rimasta in disparte.
Tutti sorridevano.
Tutti chiacchieravano.
Tutti si muovevano.
Tutti erano amici.
Tranne con lei.

Come facevano?
Risultava più difficile di possedere queste qualità, nonostante fosse uguale a loro.
Risultava più difficile di solo volerlo, nonostante fosse il suo sogno nel cassetto.

Voleva attenzioni.
Voleva affetto.
Voleva amore.
Non bastava?

Perché rimaneva lì, in un angolo della classe, seduta, ferma, immobile, mentre tutti si muovevano?
Perché il suo mondo era grigio e monotono, mentre il loro colorato e allegro?

Uno dei temi cui sentiva discutere era il vanto della famiglia.
Di come i fratelli maggiori fossero i migliori ed i più fighi che conoscessero.
Di come i fratelli minori fossero faticosi ma adorabili.
E lei non aveva fratelli.
Di come la mamma aiutava coi compiti scritti.
Di come il papà giocava con loro appena tornato dal lavoro.
E lei non aveva queste esperienze.

A casa era silenzioso e buio.
Lavoravano tanto per comprare tanto.
Le davano tanto, ma non era mai abbastanza.
Perché non era ciò che voleva.
Voleva passare del tempo assieme.
Ma tempo mai esisteva.
C'era solo lavoro, lavoro, lavoro.

All'inizio credeva che fosse normale.
Che così risultasse la famiglia.
Una volta iniziata la scuola però si sentì presto isolata.
Ecco perché stava lì seduta a non fare niente.
Per la paura di essere diversa.

" ciao, sono Eri Nishikawa, ti va di essere mia amica? "

Fu come un'esplosione.
Era tutto troppo all'improvviso.
Quando era comparsa davanti a lei?
Quando era entrato del colore nel suo mondo?
Aveva un caschetto di colore biondo. Proprio come lei.
Aveva degli occhi azzurri.
Proprio come lei.

Ma era meglio.
Era sorridente.
Era allegra.
Era gentile.
Era colorata.

" io invece sono Nami! Piacere di averti nel gruppo, uhm, Airi, giusto? "

Un'altra ragazza si unì.
Questa volta avente capelli castani ed occhi viola.
Colorata! Anche lei aveva dato colore al suo mondo!
Come era possibile?

Sentì tanto calore.
Sulla faccia ma anche nell'animo.
Ed anche confusione.
Perché proprio lei?
Perché voler essere sua amica?

" ti vediamo sempre sola soletta, non sarebbe bello avere qualcuno con cui stare? "

Annuì d'istinto alla domanda.
Voleva qualcuno.
Voleva chiunque.
Basta che loro volessero lei.
Ed il momento era veramente arrivato dopo tanto tempo? Adesso? Non era pronta!
Non ci si doveva preparare un discorso al riguardo?
Non bisognava scambiarsi un regalo?
Era... era troppo veloce!
Però... Era felice che glielo avessero chiesto.

Aveva finalmente qualcuno a cui poteva voler bene ed essere voluta bene da loro.
Due ragazze. Eri e Nami.
Due amiche. Eri e Nami.
Le uniche cui nome sarà per sempre impiantato in testa. Eri e Nami.

Da lì furono un gruppo unico, più attaccate della colla.
Se una andava da qualche parte, le altre la seguivano.
Se una rimaneva ferma, le altre l'aspettavano.
Erano il gruppo perfetto.

Airi faceva pure dei regali per loro.
Il più importante fu un maglione disegnato solo per loro.
Rimasero sorprese dalle abilità di cucito dell'altra a quest'età!
La riempirono di complimenti e ringraziarono per i regali.

Se volesse qualcosa indietro? Niente se non dell'amore! I loro sorrisi rendeva anche le sue peggio giornate le migliori.
Le bastava sapere di essere voluta.  Amata. Un'amica. L'amica perfetta.

" Airi, puoi farmi un favore? "

" Airi, puoi passarmi i compiti? "

" Airi, va a prendermi una bevanda dalle macchinette! "

" ecco, tienimi la borsa anche oggi perché sono stanca! "

" passami dei soldi- come non li hai?! Come faccio a comprarmi la merenda?! Aah, di questo passo morirò di fame e sarà colpa tua! "

Erano semplici richieste.
Erano semplici, innocue, amichevoli richieste.
Fra amiche ci si aiutava.
Fra amiche ci si supportava.
Si usava il materiale altrui.
Si passavano soldi.
Si tenevano borse quando l'altra dra stanca.
O, almeno, quello è ciò che Airi faceva per loro.
Senza chiedere nulla in cambio.
Solo amore e affetto.
Solo che non fosse riportata al suo mondo grigio.

Questo sentimento, però, aveva persino i suoi cali.
In quei momenti era sosituito da un'altra emozione strana.
Era calore, era fuoco.
Ma non quello piacevole.
La bruciava.
La bruciava dall'interno.
La faceva stare male.
Era paragonabile ad un mal di stomaco dopo aver mangiato cibo scaduto.
Era paragonabile ad un pianto dopo essersi sbucciato un ginocchio.
Era rabbia.
Era gelosia.

Era gelosa di vedere le sue amiche farsi altre amiche.
Perché? Lei non bastava?!
Avrebbe fatto di più!
Le avrebbe addirittura fatto il pranzo e la merenda!
Sarebbe migliorata!
Solo... Fatele smettere di provare questa sensazione.
Smettetela di parlare ad altre!
Smettetela di giocare con loro!
Sono io la vostra migliore amica, perché non ve ne rendete conto?
Perché non mi volete?

C'erano molti lati di sé che non conosceva.
Questo era uno di essi.
C'erano molti lati delle sue amiche che non conosceva.
Eri era un esempio.
Ma crescere non significava imparare a conoscersi meglio?
Imparare ad accettare i difetti degli altri?
Sapere vedere oltre al peggio delle persone perché in fondo tutti hanno della bontà?
Nessuno è nato cattivo!
Nessuno è nato per fare cose cattive!

Un giorno, anni dopo il loro primo incontro, il telefono dell'adolescente Airi squillò.
Occupata da cucire l'ennesimo capo d'abbigliamento per cui ormai era stata riconosciuta dal governo, si fermò per rispondere.
Era Eri.
Ed era agitata.
Non gli ha dato una spiegazione logica.
Solo dei impanicati "vieni qui", "sbrigati ti prego", "ti spiegherò tutto dopo!", "ho bisogno del tuo aiuto", "ho bisogno di un'amica!".

Chi era Airi per ignorare i gridi d'aiuto della sua migliore amica?
Corse. Corse se non avesse mai fatto prima al luogo dato.
Già la sua mente viaggiava nei peggio meandri delle possibilità!
Che aveva combinato stavolta?!
Cosa le era successo?!
Era finita in un incidente?!
Stava bene, vero?!

Tirò un sospiro di sollievo quando la vide ancora intera.
Addirittura l'abbracciò.
Ma venne respinta dall'altra bionda, cui ancora panico e paura non erano scomparsi al suo contrario.
Solo dopo notò il sacco che avesse fra le mani e sembrava... Pesante?

" ascolta, per quanto pazzo ti sembra, sì, l'ho fatto, ho derubato una gioielleria qui vicino. Volevo fare una sorpresa a Nami con i soldi che ci ricaverei! Però- ho paura di essere scoperta- e per questo ti ho chiamata! "

Il sangue di Airi si fermò, sbiancando in viso dalla storia.
Non era possibile!
Perché l'aveva fatto?!

" m-ma è sbagliato! Perché non hai chiesto ai tuoi genitori per dei soldi? "

" chissene dei miei! Mi stai dicendo che non mi vuoi aiutare?! "

" è-è pericoloso... Insomma... È un furto! "

L'altra fece cadere il sacco a terra e la afferrò per le spalle.

" Airi, ho bisogno di un'amica. Una vera amica. Ho bisogno di te! Perché fra amiche ci si aiuta sempre! Non importa la causa! Non importa i mezzi! Io copro te come tu copri me! "

" p-però "

" giuro che se non mi aiuti non sentirai più nè da me nè da Nami. Ti odierò a morte perché non sai valorizzare la nostra relazione. Perché sei una codarda. Perché sei un'egoista senza cuore "

Il respiro della ragazzina si fermò.
I suoi muscoli si paralizzarono.
Sentiva gli occhi lucidi.
Era sbagliato. Sapeva che fosse sbagliato.
Ma non voleva essere lasciata!
Non saprebbe cosa sarebbe capace di fare in cambio di amore e affetto.
Nami ed Eri erano le uniche persone a cui importava lei.
E a lei importava solo loro.
Perché voleva essere così egoista?!
Perché voleva essere così codarda?!

Annuì lentamente e tremante, accetando di fare qualsiasi cosa per migliorare la situazione.

" nascondi i gioielli nel giardino di casa tua! "

" p-perché proprio casa mia? Non pupi farlo da te? "

" no, idiota! I miei lo noterebbero subito! I tuoi no, perché tanto non sono mai presenti per te! "

... Ahia.
Fece male.
Fece tanto male.
Ma accettò.
Perché erano amiche.
Perché erano il gruppo perfetto.
Perché non voleva essere lasciata.

Mi chiedo come abbia ancora fatto a scoprire del furto... Come sapeva che fosse stata Eri? Come sapeva che ne facevo parte? Perché non era andato subito a dirlo alla polizia?! Perché mi ha dovuto ricattare così per una stupida menzogna?!

Voglio un mondo di bene ad Eri.
Voglio che rimaniamo per sempre insieme.
Perché?! Perché mi avete separato da loro?!
Perché miss Tai morì nel mentre?!
Perché mi fu impedito di rivedere le mie amiche?!
Perché... Perché è dovuto succedere?

L'ennesimo miracolo avvenne quel giorno.
L'ennesimo salvataggio che stava per costare la vita di un'altra persona.
Dal nulla, Valeria sbucò.
E, afferando subito la situazione, si lanciò verso la bionda.
La prese e scaraventò via con quanta più forza possibile dalla giornalista.
La fece sbattere contro il muro.
E dalla scossa l'arma cadde subito.
Tentò di controbattere, certo.
Ma stava tutto andando fin troppo veloce per lei.
Questo cambiamento non doveva succedere!
Perché nessuno la capiva?!
Perché nessuno le credeva?!

E l'istante dopo finì nel buio più totale.
In una stanzetta, buia e profonda e sola.
Era da sola.
Senza via d'uscita.
Impanicata aprì la luce, debole quant'era, e batté i pugni contro la porta. L'unica porta. Quella che divideva l'armadio dal camerino.

" LASCIAMI ANDARE- LASCIAMI- "

Era bloccata lì.
Valeria si era messa davanti all'uscita, tenendola salda e chiusa.
Niente poteva entrare o uscire.
Battè ancora i pugni.

" INSOMMA, MI HAI SENTITO?! "

Questa volta con i palmi.

" TI PREGO- VALERIA- "

Una nuova scia di lacrime le bagnò il viso, assieme al pavimento per via delle gocce che piano piano cadeva dal mento.
Sbattè ancora.

" TI SCONGIURO- "

Ed ancora.
Abbassò il volto.

" scusa... "

Presto i battiti si fecero più e più deboli.
Presto cessò al suolo, privata da qualsiasi energia, forza, motivazione.
Ti prego, ti scongiuro, non è come sembra, dobbiamo rimanere insime per sempre, perché vi voglio bene, perché... Non voglio essere da sola. Non di nuovo. Non posso accettarlo.

La faccia collassò a lato del corpo, girata lontana dalla porta.
E dietro ad aspettarla non era che un'altra ragazza allo specchio.

Era una fanciulla bionda dagli occhi azzurri.
Era brutta, patetica, vergognosa.
Era devastata, in lacrime, sdraiata su un pavimento sporco quanto le sue azioni.
Era orribile in viso, con guance rosse, naso rosso, occhi rossi.
Era bagnata ovunque in viso. Lacrime che colavano, acqua che sporcava sotto il naso, addirittura la bava voleva uscire dal suo sistema.
Era arresa a tutto quanto.
Era spenta e deprivata da ogni energia.
Era inconcepibile.
Era orribile.
Chi era?

Una ragazza uguale a lei.
Era lei la fanciulla bionda dagli occhi azzurri.
Era lei brutta, patetica, vergognosa.
Era lei devastata, in lacrime, sdraiata su un pavimento sporco quanto le sue azioni.
Era lei orribile in viso, con guance rosse, naso rosso, occhi rossi.
Era lei bagnata ovunque in viso. Le sue lacrime che colavano, acqua che sporcava sotto il naso, addirittura la bava voleva uscire dal suo sistema.
Era lei arresa a tutto quanto.
Era lei spenta e deprivata da ogni energia.
Era lei inconcepibile.
Era lei orribile.
Era lei.

E, dio santo, quanto schifo si faceva.

Si faceva così schifo che urlò.
Urlò dalla frustrazione.
Dalla rabbia.
Dal disgusto.
Dall'imbarazzo.
Perché?! Perché doveva essere lei quella ragazza?! Perché doveva essere lei la cattiva?!

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Non fu una sorpresa il fatto che l'intero gruppo si radunò proprio in quella stanza sia per essere al corrente dell'evento appena successo che per discutere sul dafarsi ... Sempre se qualcosa "da farsi" esistesse.

Sumire era seduta sul divano bianco centrale con accanto Mitsuki che teneva la sua mano in modo dolce e supportivo, di volta in volta bisbigliando qualche parola amorevole per rassicurarla.

Nonostante l'apprezzamento di tale gesti, la giornalista sembrava più minimizzare la situazione con "va tutto bene adesso, sto bene, davvero!" per poi perdersi nel suo mondo a pensare profondamente cosa fosse effettivamente successo. Doveva metabolizzare appieno perché era incredula che fosse accaduto nella realtà in così poco tempo.

Shiori aveva aiutato Valeria a portare uno degli armadi più piccoli davanti alla porta cui l'altra era intrappolata, cosicché si assicurassero ella non scappasse in loro assenza.

Il resto rimaneva più lontano possibile al colpevole ma allo stesso tempo più vicina alla povera vittima. L'unica cosa che saltava all'occhio nelle conversazioni erano i vari commento subdoli e pizzicanti del giocatore di scacchi, quali venivano risposti a tono dal creatore di effetti speciali, creando così un battibecco su chi insultasse più pesantemente l'altro e vincere la coppa di "miglior insultatore di ex-amici dell'anno". Da quando i loro litigi erano diventati così... Rompiscatole, numerosi ma soprattutto... Forti?

L'unica mostratosi ad una distanza più... Vicina era la critica domanda che tentava di ancorare una partenza con tutti quei quesiti che chiedeva all'altra.
Insomma, ora avevano confermato la sua identità? È ovvio che esigano risposte da parte sua.
Airi, da come si era visto in precedenza, non era la migliore delle collaboratrici.
Certe volte piangeva.
Altre mormorava disperata di tirarla fuori da lì.
Altre ancora stava addirittura in silenzio.
Ma neanche l'ombra di informazioni utili a loro.

Una porta venne spalancata, dimostrando l'ultima persona mancante all'appello piena di rabbia: Koharu.
Niente saluti.
Niente spiegazioni.
Si diresse senza interruzioni verso la porta bloccata e tentò di communicare con l'altra, dopo aver ingoiato della saliva.

" hey Airi, mi senti? "

" ... Koharu? "

" va tutto bene, okay? Adesso ti tiro fuori da lì "

Nessuno la credette all'inizio.
Non dopo essere al corrente di cosa la sarta avesse combinato.
Shiori si dovette ricredere e la fermò dal spostare con tutta forza il mobile, tenendola per i polsi.

" no "

Aggiunse secca.

" lasciami stare! Non le potete fare questo! "

Protestò, sentendo i passi della critica avvicinarsi alle due.

" ti abbiamo spiegato la situazione, perché non te lo ficchi in testa? Airi fa parte dei Shini Goro! "

" non potete rinchiuderla lì dentro solo per questa accusa! Che prove avete al riguardo, eh?! "

Scosse la testa delusa.

" testarda come sempre, vedo... "

" cosa significa? Vuoi che ti arrivi un pugno per caso?! "

Sbraitò incazzata, liberando un polso dalla grinta della medium e stringendo la mano in un pugno per farle capire che non scherzava affatto.

" cos'altro ti serve per farti capire? "

" una spiegazione da Airi stessa! Anche lei ha il diritto di parola in questo discorso! "

" no, non l'ha. Non dopo quello che ha fatto. Non ci troviamo in una casa della giustizia qui! "

La castana tentò di buttarsi di nuovo alla porta, ma la stretta glielo impedì.
Lanciò qualche insulto all'altra, eppure non mollò. Anzi, la ignorò completamente.
Altri passi si aggiunsero alla conversazione fra le ragazze.
La persona cui subì l'attacco: Sumire.

" Koharu, insomma, te lo vuoi ficcare in testa?! "

" no! Neanche fra cent'anni! Non se lo merita! "

Altri passi avvicinarono le due.

" cosa? Pensi davvero che mi sia procurata queste ferite da sola? "

" no, però- "

" pensi davvero che la relazione fra Izumi ed Airi non fosse sospetta? Insomma, sembravano così amici nonostante si conoscessero da poco! "

" la vuoi smettere- ti sbagli! Voi tutti vi state sbagliando di grosso! "

Scosse la testa come per scacciare le parole della giornalista entrare nel suo cervello.
No, si doveva trattare di uno sbaglio!
Un'ingiustizia!
Non è la prima volta cui vengono imbattutti con delle bugie!
Non è la prima volta cui si saltavano a conclusioni affrettate!
Quindi perché questo caso non poteva esser così a sua volta?!
Deve trattarsi di uno sbaglio!
La sensazione dentro il suo cuore contorto non la stava ingannando!

Quest'ultima le afferró le spalle, guardandola dritto negli occhi.

" ha cercato di uccidermi, accettalo, non è la persona che credevi che fosse "

I suoi occhi marroni si spalancarono.
Rimase a guardarla con una faccia sorpresa per tanto tempo.
Non poteva accettarlo.
Il suo cuore non lo poteva accettare.
Non... Non potevano andare così le cose, vero?
Airi, Airi non potrebbe mai fare qualcosa del genere!
Airi è gentile, educata, paziente, altruista!
Airi non era parte dei Shini Goro!
Airi non era uno di quei mostri!
... No, no, no.
...
Stava giocando con i suoi sentimenti tutto questo tempo?
Senti gli occhi lucidi.
Sul punto di piangere.
Perché?!

" K-koharu? Sei lì? "

La voce nasale rotta di Airi attirò l'attenzione di tutti, calando un silenzio in sala.
Shiori lasciò andare l'altra, quale fece alcuni passi verso la barriera.

" hey... per favore... fammi uscire... "

Perché continuava?
La prendeva per stupida?
Ah!
Taci.
Taci, taci, taci.

" ti prego... prometto che mi comporterò meglio... "

Comportarsi meglio?
Ormai il danno era già stato fatto.
Ormai il cuore si stava sgretolando in mille pezzi.
Ormai, nulla era più recuperabile.

" non... non voglio stare da sola... ma con te... "

Strinse i pugni.
Strinse i denti.
La testa diventava sempre più calda.
Più bollente.
Più piena di dubbi e pensieri.
Cosa doveva pensare in questo caso?!
A chi doveva credere?!
Quella voce così spaventata, quel tono così dolce...
Erano davvero una menzogna?
Le piaceva... Qualcosa che non esisteva?

" Koha- "

" INSOMMA, BASTA- MI FARETE USCIRE FUORI DI TESTA DI QUESTO PASSO- "

Gridò.
Gridò guardando in basso.
Come doveva reagire a questo?!
Ah, questa confusione!
Troppe domande!
Troppi dubbi!
Non ce la faceva!
Non ce la faceva più!

Batté addirittura i suoi pugni sulle anti dell'armadio, come per sfogare la sua ira e voler zittire la voce che proveniva dietro di essa. Infatti ella si spaventò assai e, se si ascoltava bene, piagnucolava chiamando il nome dell'altra invano.

Scappò via fuori dall'armadio, mettendo in chiaro di voler star da sola.

L'attimo dopo un silenzio devastante dominò l'area.
Era... Doloroso vederla in quelle condizioni.
Sembrava esser tornata alla stessa ragazzina dell'inizio. Diffidente, aggressiva, testarda, ma soprattutto spaventata.
Era triste.

Sfortunatamente di soluzioni ideali qui non ne esistevano.
Non importava mettere dei turni di guardia! Tanto oramai anche con essi qualcosa di spiacevole accadeva!
Però non potevano mica lasciarla stare lì in solitudine! Cosa avrebbero fatto se fosse uscita per cercare di ucciderli?!
Perché tutto stava essendo così complicato?!
Una catastrofe dopo l'altra.
Senza mai un attimo di pausa.

Ecco perché la riunionr durò breve.
Non c'era altro di cui parlare.
Non c'era altro di cui volevano parlare.
Lasciarono lì solamente Sumire e Shiori, sembrando che volessero parlare in privato di qualcosa.
Il resto andò per le proprie strade.
Tanto. Cos'altro potevano fare?

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Il giocatore di scacchi sbuffò all'ennesimo silenzio ricevuto da parte della ormai prigioniera del camerino.
Si era fatto tardi e mancava poco che l'annuncio delle dieci rimbombasse per le mura della struttura.
A sua sorpresa, non tutti erano andati nelle loro camere a dormire.
Molti vagavano per i corridoi.
Molti, tranne lui, camminavano ed ignoravano la presenza di colei che stesse segregata dietro quella porta.

Il suo obiettivo era riuscire a tirar fuori delle risposte da parte della sarta.
Qualsiasi risposta.
Perché erano qui?
Perché c'era questo Killing Game?
Cosa era Shini Goro?
Perché ne faceva parte?
Cosa sapeva riguardo gli articoli di giornale?
Ma niente da fare: ogni domanda perdeva la sua esistenza dopo aver fatto eco nell'armadio.
L'altra o rimaneva in silenzio o, anche se a malapena percepibile, singhiozzava di voler esser lasciata in pace piuttosto che rivivere tutti quei momenti di violenza e pentimento.

Asahi era un osso duro.
Quando nessuna reazione proveniva, la ripeteva più volte così che la capisse fino alla fine.
Quando non funzionava quello, si metteva a spiegare come aiutarli l'avrebbe fatta vedere meno come un nemico e più come un'alleata.
Quando non funzionava quello, la minacciava proclamando che nessuno l'avrebbe più creduta e che ormai fosse spacciata.
Quando non funzionava quello, la pregava e supplicava, spiegandole come queste informazioni non erano un bene proprio, ma di tutti quelli intrappolati e che sapesse che in fondo ella volesse bene a tutti loro.
Erano metodi vili, ma bisognava provarli tutti affinché una risposta non sarebbe uscita fuori.
Ebbene così non fu tuttavia.

Airi era un osso duro.
Più duro e fermo di Asahi da quello che aveva ormai dimostrato.
Era spaventata.
Quella stanza piccola.
Minuscola
Buia.
Soffocante.
Senza via d'uscita.
Lo odiava.
Odiava tutto e tutti in quei momenti.
Ma soprattutto se stessa.
Perché si comportava così?!
Perché non riusciva mai a fare la vosa giusta?!
Perché ha esitato a dare quel colpo?!
Era stupida.
Stupida, stupida, stupida!
Un'imbecille.
Non riusciva a portare mai al termine niente per via della paura.
Era con la cosa fra le gambe.
In lacrime.
Una bambina che voleva solo che tutto finisse.
Tornarsene dalle sue amiche nei momenti prima di quel disastro.

" oh, Asahi, eccoti qui "

Una voce famigliare fece ingresso nella stanza delle interrogazioni, una voce che gli portava il nervoso anche solo al più piccolo monosillabo esistente proveniente dalla quella fogna.
Anche quel suo sorrisetto non era da meno.
Lo odiava.
Odiava chi stava davanti a lxi.
Gli doveva tante ma tante di quelle spiegazioni.
Non poté controllare la sua rabbia, anzi, qualsiasi emozione in sua presenza.
Era come una sorta di maledizione cui lo prendeva in pieno ogni volta.
E realizzava ciò solo dopo qualsiasi loro conversazione.

" vattene via "

Borbottò rimanendo seduto dove era, ossia affianco alla porta bloccata.

" non è un po' tardi per parlarle? "

" no, ora smamma "

" ow, perché tutta questa cattiveria? Sembra esser tornati a prima della fine del processo. Non ti è piaciuta la nostra conversazione? "

" ascolta, o te ne vai o, se proprio devi stare qui, perché non mi dai qualche spiegazione ed aggiornamento sulla situazione? "

Xlx corvinx si alzò in piedi, avvicinandosi piano piano all'altra persona.

" tipo, come dire, perché non mi spieghi perché quella cazzo di bomba è sparita e tutti credono sia stato io?! Il tuo obiettivo non era collaborare per uscire insieme?! Diventerò carne da macello di questo passo! "

La sua reazione fu ridacchiare a quanto impanicato l'altrx fosse.

" hai ragione, quello che hanno fatto gli altri è proprio ingiusto. Ma non potevo difenderti senza calcolare che il nostro piano sarebbe saltato "

" parli sempre di questo tuo 'piano' ma ancora non mi hai detto nulla! Lo vuoi capire o no che ci sto rimettendo più del- "

Non appena furono ad una distanza ravvicinata, l'altro fece un passo in avanti e, interrompendo le lamentele del giocatore di scacchi, lo avvolse fra le sue braccia.

Asahi rimase in silenzio con occhi spalancati, sorpreso da quel gesto.
Perché l'aveva fatto?
Ci mise un po' a realizzare tutto e notò come ora stesse tremando. Non egli, l'altra persona.

" mi spiace, non pensavo tutti i sospetti sarebbero caduti su di te così, tantomeno che Shiori ha reagito con tale maniera... Farò del mio meglio per scagionarti, fidati di me. "

Fidarsi... Fidarsi fino a quando? È dall'inizio che gli aveva riposto la sua fiducia. Certo, era risultato schivo all'inizio ma era normale! Insomma, chi entra nella tua stanza scassinando la tua porta per provare a parlarti come se nulla fosse?! Chi si credeva di essere?!
Fidarsi fino a quando? Finché non sarebbe troppo tardi? Per quel che gli riguardava poteva esserci di già qualcuno dietro l'angolo pronto ad attacarlo purché riveli dove la bomba sia nascosta - non ne ha idea.
Aveva solo scavato più in fondo la sua fossa.
Quando aveva intenzione di rimediare a ciò?!
Quando?!
Quando?!

Mise le mani sui bracci dell'altro.

" lasciami... "

Ordinò, usando leggera pressione per mandarlo indietro.
La strinta invece si fece più stretta.

" mi hai sentito? Lasciami! "

Ora il tono della voce si alzò e affondò le dita nella carne dell'altro, il quale non sembrava arrendersi.

" brutto stronzo, lasciami andare ho detto! Guarda che andrò a dire a tutti del tuo doppio gioco se non mi lasci entro questo istante- "

Lo lasciò, con ora uno sguardo che communicava sia rabbia che delusione.
Uno sguardo che xlx faceva ribollire io sangue nelle vene.
Questa volta fu Asahi a buttarsi sull'altro, prendendolo per il colletto della maglietta che indossava. Egli, tuttavia, non sembrava affatto spaventato al riguardo.

" dimmi subito dove hai ficcato quella bomba! Non capisci il casino che hai combinato facendo tutto questo! "

" e chi ti dice sia stato io a far ciò? "

" m-ma è ovvio che sia stato te! Chi altro dovrebbe esser stato se no?! "

" mh, chissà, forse avrei una risposta, forse no. Ma non so con precisione dove si trovi quell'arma esplosiva "

Asahi strinse la presa, avvicinando la sua faccia e per farlo si dovette mettere leggermente sulla punta dei piedi.

" MI PRENDI IN GIRO?! E QUANDO PENSAVI DI DIRMELO, RAZZA DI IDIOTA?! TI MANCA SALE IN ZUCCA O COSA?! PERCHÉ SEI COSÌ CALMO AL RIGUARDO?! NON TI RENDI CONTO DELLA GRAVITÀ DELLA SITUAZIONE?! FA PROPRIO SCHIF- "

A controbattere ora fu tutto tranne che un gesto o parole calme.
Fu tutto tranne che mantenere la sua pazienza.
Come osava anche solo pensare di poterlo insultare in tale maniera?!
Non ci voleva tanto a sovrastrarlo.
Un pugno nello stomaco, proprio dove faceva male, ed ha già abbassato il capo tenendosi quell'area stretra a sé.
Lo afferrò per i capelli quanto più forte poteva.
Non era più quella carezza che gli diede giorni addietro. Una tenera, gentile, che gli aveva portato un senso di sicurezza ed un calo della sua guardia.
Era una stretta forte, dura, violenta, poteva sentire i capillari uscire dal cranio.
E quanto odiava la gente per volerlo beccare proprio in quel punto.

Voleva urlare.
D'istinto invece si paralizzò, solo dopo provando a staccarsi dall'altro.
Ma la sua presa era così serrata che era praticamente impossibile, da quella posizione in cui si trovava, uscirne.
Gli tirava insulti, pugni, dio sa solo cosa poteva fare in quel momento!
E continuava a non bastare!

Il braccio si mosse ed ora erano di nuovo faccia a faccia.
Questa non aveva più uno sguardo emozionale. Niente rabbia, paura, felicità, tristezza.
Solo la sensazione di disgusto, come se stesse venendo percepito come un animale, non una persona.

" ho detto che forse non so dove si trovi. Dopo questa tua scenata puoi anche scordartelo che te lo dica, o, anzi, perché non ti dò un indizio? Sarebbe brutto non ricevere una ricompensa dopo esserti messo in imbarazzo per l'ennesima volta "

Avvicinò le sue labbra all'orecchio del corvino.

" è molto più vicina di quanto tu pensi... Molto, ma molto più vicina. Abbassa anche solo una volta la guardia e non avrai nemmeno il tempo di pentirtene da quanto veloce sparirai "

Con l'altra mano accarezzò la guancia apposta.
Un contrasto a cosa stesse facendo ai capelli.
Era la stessa carezza gentile e delicata.
La stessa carezza per cui cadde in trappola.
La stessa carezza che ora gli faceva ribrezzo, se non paura.

Quando lo lasciò cadde per terra, tremante al sol pensiero di poter saltare in aria da un momento all'altro.
Lasciando andare l'altro camminare via con un sorriso soddisfatto.

Guardò davanti a sé, sentendo pizzicare gli occhi.
Con un sol pensiero che vagava nella sua mente, quale lo portava ulteriore ansia.
Non voleva morire.

___________________________

Wow.
Solamente wow.
C'erano davvero parole apposite per descrivere lo shock che subiva ogni giorno di più? "Wow" era uno dei pochi, se non l'unico, dei candidati. Si potevano forse affiancare domande come "cosa sta succedendo?", " perché sta succedendo?" o esclamazioni del tipo "ma che cazzo!", "dio santissimo!". La piega che le giornate ebbero preso sin dall'ultimo processo era notevolmente brutta. Sembrava un lontano ricordo i momenti di pace, dove tutti ancora credevano di essere vittima di Venom e Haruki, e non di un gruppo criminale! E- ed il resto della storia non la vuole nemmeno ricordare... Odiava esser preso in giro da quello con gli occhiali, così come odiava il non riuscire a mollarlo.

Hisa si passò una mano nei capelli, l'altra invece era in una delle tasche dei pantaloni, intento a camminare per i corridoi della struttura. Ormai quella non si poteva più definire una "scuola". Più come un'arena. O un campo di battaglia in generale. Ma non era questo il punto. Il punto erano i vari avvenimenti che li colpivano senza mai una pausa. Proprio quando pensi di poter esalare un respiro di sollievo, la realtà tira un colpo pesante nello stomaco, che sia tuo o quello di qualcun altro. Ormai qui dentro gli affari altrui diventavano pure i tuoi stessi. Badare ai cavoli propri era una delle peggiori idee che si potesse avere perché significava ignorare il pericolo eminente... Cosa che il cartomante voleva fare nonostante tutto, ma naturalmente parte di sé xlx ricordava lo svantaggio cui verrebbe sottopostx.

... Parlando di carte, non è più riuscito a trovare il suo mazzo. È da giorni che lo cercava, senza successo. In camera, in cucina, nella salla da pranzo, diamine pure nei bagni o nella spazzatura! Eppure nessuna traccia di quel dannato mazzo che suo padre gli aveva regalato per il compleanno! Come glielo avrebbe dovuto spiegare quando sarebbe uscitx da qui? Come avrebbe portato valore al suo titolo e talento senza l'elemento fondamentale della comunicazione? "Guarda che il tuo non è nemmeno un talento". Vai al diavolo, Sumire! Anche se fosse veramente quello, non hai il diritto di rinfacciarglielo in tale maniera! Perché non sai... Non sai cosa veramente significava questo per lxi... Non sai nulla dietro il motivo per cui aveva iniziato a praticare ciò... Non sai cosa aveva passato, perché l'aveva passato... Avrai sicuramente una famiglia migliore della sua data la tua audacia! Questo non ti dà ugualmente il permesso di criticarlo così!

L'ultima delle sue speranze era il luogo che definiva come l'inferno, i resti di un incidente caloroso. Non sapeva dove altro guardare se non lì. Non aveva perso solo una persona amica, la sua dignità e confidenza, ma anche ciò che più gli stava caro. Chiamatelo materialista o quel che vi pare! Quel mazzo di carte valeva più di qualsiasi altra cosa. Se fosse... Se fosse veramente bruciato in mezzo alle fiamme ardenti causate da quel spilungone... Non se lo sarebbe mai e poi mai perdonato.

La ruota della fortuna non girò a suo favore. Quando mai dovrebbe? In questa situazione neanche ne era sorpresx! Insomma, perché mai dovrebbe andarxlx una giusta?! Perché mai QUALCOSA poteva andare bene ormai?! Che senso aveva sperarci?! Che senso aveva andare avanti così?! La testa stava per scoppiare da quanti pensieri di furia la comprimevano. Poteva sentire tutto il calore in viso farlo diventare più rosso di un pomodoro. Perché?! Perché non potevano lasciargli almeno quello?!

Volle correre via da quella zona. I piedi lo diressero verso un'altra parte. Quella più vicina al teatro. Non aveva alcun motivo per dirigersi proprio in quella direzione, ma riuscì a trovare qualcosa di nuovo. Fra le porte bloccate, uns risultava semi-aperta anche se a malapena. Huh? Strano. Nessuno gli aveva riferito che nella nuova zona non vi era altro che il teatro. Glielo tenevano nascosto oppure era davvero il primo a trovare tale stanza?
Anche se esitante, la mano bendata andò sulla superficie verticale e diede una leggera spinta, rivelando un'aria più... Legnosa? Era una stanza normale quale conteneva molti tavoli alti in legno. Sulle pareti c'erano appesi molti strumenti come martelli, seghe, e sui comodini riposavano occhiali enormi e guanti per la sicurezza. Inoltre in tutti i tavoli vi era una lama tagliente, affiancata da un pulsante blu lì vicino.

Osservò finché non arrivò ad una conclusione: si trattava di un'aula dedicata alla falegnameria. Sì, la creazione di vari oggetti in legno. Infatti alcuni stavano in un angolo della stanza, opposto a quello dell'entrata. Sedie, piccole figure, addirittura delle scatole! Huh, sembra davvero non esserci passato nessuno. Dubitava che non avrebbero avvisato il resto di una stanza così pericolosa. Perché lo era. Era piena zeppa di possibili armi, così come oggetti latenti attaccati alle superifici. Era davvero il primo?
Meglio avvisare tutti. Per la sicurezza.

Akihisa Nakamura:
" ho trovato una stanza di falegnameria vicino al teatro. Se qualcuno vuole, può raggiungermi per osservare. Vi stavo solo facendo sapere "
Inviato: 17:34

Quando cliccò sul tasto inviò tirò un sospiro, mettendo in seguito via l'E-Handbook.
Ma le sorprese non finiro qui. Quando si girò verso l'uscita - o entrata -, oramai andato più in fondo il luogo, vide una testa sbucare da essa. Dei capelli bianchi come i suoi ma le punte rosate. Chi altro aveva tale colore in questo posto?

" oh, Naomi, ciao "

" well, good day to you too! Cosa fai qui tutto da solo? "

Il suo solito sorriso smagliante e confidente non mancò, ovvio. Non era nemmeno sorpreso al riguardo.

" niente, guardavo in giro "

" oh, sure. And quando avevi intenzione di dirci dell'esistenza di questo posto? "

" ... Ho letteralmente appena mandato un messaggio in chat "

" mh-mh, suuure. You just so happened to do that, of course "

Reagì con tono sarcastico, cosa che iniziò già a pizzicare l'altrx, aggiungendo il fatto che continuava a parlare in una lingua cui era ben conosciente di non sapere chissà quanto al riguardo.

" guarda la chat. C'è il mio messaggio "

" but of course! Perché mai non dovrei credere che tu abbia fatto tale cosa. Am I right? "

Ancora. Quel tono. Sarcastico.
Lo stava facendo apposta? Lo stava facendo apposta. Concordava nonostante metteva in chiaro di non credere a mezza parola.

" sul serio, controlla- "

" no, I'm good. You say that, I say otherwise. My word against yours "

" apparte che puoi veramente andare a guardare- "

" obviously I can. But will I? What if... Mi stai inganando "

" oh, e allora vai a fare in culo- "

Hisa protestò, dandogli le spalle nervoso ed incamminandosi dentro l'area.

" perché ti stai movendo così?! Cosa hai intenzione di fare?! "

" sto solo camminando, dio santo! Non si può più camminare in questo luogo! "

" sì ma, stai lontano da quelle parti! "

" perché? "

" because I said so. Non pensare che sia uno scemo! So cosa stavi complottando "

Ora capì che l'altro era così stupido da aver mal interpretato la scena.

" ... ma che ti è preso tutto d'un tratto? "

Non ebbe avuto una interazione personale con l'attore sin da solo l'incidente a teatro, però una cosa era certa: sembrava più... Ansioso? Dubbioso? Paranoico?
Da una parte poteva capire il sentimento, dall'altra non gli andava giù esser incolpato ingiustamente in questa maniera.

" me? Absolutely nothing. As I said, sei tutto quello sospetto "

" ma stai bene? "

Inconsciamente Hisa un passo in avanti. Brutta mossa.
Il monologo saltò in aria, prima di correre verso la parete piena d'attrezzi e, con tutta fretta, afferrare uno dei martelli lì presenti per poi puntarlo verso l'altra persona presente.

" stay back! Non un altro passo! "

Afferrò il messaggio chiaro e forte, facendo questa volta un passo all'indietro.

" woah- con calma- non voglio far del male a nessuno "

" certo, certo, e pensi davvero che riesca a bermi ciò? Riesco a capire una bugia da un chilometro. And you, my dear, are lying! "

" n-non è vero. Metti giù quel coso. Vuoi che me ne vado? Me ne andrò! "

" oh no, no, no, you don't get it, do you? I know you also planned this ahead. Cosa vuoi fare? Darmi la colpa? Lying to everyone and say you didn't attack me- "

" sei te il cretino armato! "

" it's self-defense, idiot! "

" ma che ti ho fatto?! "

" you wanted to kill someone! Just like they try to do it with me- "

Si mosse verso l'altra parte della stanza per allontanarsi dal più basso che si avvicinava. Ora era al centro della stanza.

" loro?! Intendi Axel? Ancora gli dai la colpa? "

" because è stato lui! Don't you get it?! This is why sta cercando di essere la vittima! He's tricking you! "

" hai mai pensato che magari entrambi siete le vittime di quell'incidente?! "

" no! Never! Because they're the only one who could have done it! "

" quindi nessuno poteva aver sabotato i fili prima della recita, mentre eravate occupati a fare altro? "

Naomi rimase per qualche secondo in silenzio, prima di mettersi una mano in faccia e singhiozzare. Delle lacrime si poterono vedere scendere giù dal viso pallido.

" it's not fair- why doesn't anyone believe me?! My, what did I do to be treated like this- there must be a culprit-! Someone who did this all and tried to- to make it look like they're the victim- just like me- "

Akihisa non aveva la minima idea su come reagire con ciò. Insomma, c'era un modo giusto per reagire?
Però una realizzazione lo colpì. Come un colpo di fulmine. Certo, era improbabile inscenare la tua quasi morte da impiccagione e sopravviverci, però...

" non sarebbe così difficile memorizzare dove sarebbe caduta la luce "

" ... what- "

" Naomi, non dirmi che- "

Smise di singhiozzare a comando.
In che senso 'perché l'hai fatto'?! Cosa stava insinuando di aver fatto?! Come anche solo osava dargli la colpa?! Era la vittima! La vittima, diamine! E osava dargli tali colpe ingiustamente?!

" DI CHE DIAVOLO STAI PARLANDO?! NON LO VEDI?! THEY'RE THE CULPRIT- NOT ME! YOU MUST BE DUMBER THAN YOU LOOK TO EVEN DOUBT ME "

Il martello puntava verso Hisa, eppure non sembrava spaventatx da quest'ultimo. Anzi, veder Naomi scoppiare in tale maniera lo convinceva ancor di più della sua ipotesi. Perché reagire così drammaticamente? Anche per un individuo bizzarro come egli. Era un errore oppure la verità dei fatti? Perché avrebbe dovuto farlo in quel caso?

" sei stato tu? "

Hisa fece un passo in avanti.

" no- "

Naomi fece un passo indietro.

" perché sei così, disperato ad incolpare Axel allora? "

Akihisa fece un passo in avanti.

" perché è stato lui-! "

Naomi fece un passo indietro.

" perché l'hai incolpato appena l'hanno tirato giù- "

Akihisa fece un passo indietro.

" perché- "

Naomi fece un passo indietro, andando a sbattere contro qualcosa.
D'istinto appoggiò le mani sulla superficie.

Ed una fontana rossa uscì dalla sua mano.
Una fontana di sangue.

I momenti seguenti furono difficili da registrare da parte di entrambi.

L'attore provava una sensazione di calore ardente.
Il palmo, dal intermezzo fra il medio e l'anulare fino a poco sopra il polso, era stato punto da mille aghi che entrarono nei miscoli della carne.
Così profondamente.
Così violentemente.
Il suo intero corpo tremava dallo shock.
Lo shock del dolore e non solo.
Vedere tutto quel sangue, quel rosso e caldo sangue, partire per ogni dove...
Dear God.

Il cartomante ebbe visto quelle gocce andargli direttamente in viso.
Lo sporcarono.
Sporcarono dello stesso sangue cui vide il suo migliore amico morire.
... Era uno scherzo, vero?
Naomi non era così stupido, così idiota, da mettere una mano sul pulsante per azionare la lama rotante. Non era così stupido da mettere l'altra proprio su quella lama di forza... Vero?
Il cuore gli si appesantiva.
Lo stomaco si stringeva e contorceva.
I polmoni cedettero nella loro funzione.
Gli occhi spenti.
Non poteva esser vero.
Stava sognando. Doveva star sognando!
La sua mene era così... Separata dal corpo. Come se si stesse dividendo in due. Perché non era possibile.

Naomi si staccò dal tavolo e cadde sulle sue ginocchia.
Teneva con la mano intatta il polso di quella ferita.
Guardava quest'ultima con faccia basita.
Tutto quel sangue che usciva senza alcun freno.
Tutto quel dolore senza sosta che lo mangiava vivo.
Di questo passo...
Di questo passo sarebbe morto per una perdita di sangue eccessiva.

Prima sul volto comparì un sorriso nervoso, disperato.
Addirittura si fece scappare una risatina.
Era fin troppo, fin troppo per lui.
Era solo uno scherzo.
In realtà questa era solo una scena a teatro, non è così?
Ahah, ci era cascato in pieno, ahah.
Gli capita di entrare fin troppo nella parte.

Urlò.
Urlò dal dolore.
Dal panico.
Dalla disperazione.
Perché non si fermava?!
Perché non cessava?!
Perché stava andando avanti?!
Fermati, diamine, smettila di sanguinare!
Gli occhi bruciavano.
Non riusciva a sbatterli.
E le lacrime della frustrazione non si fecero aspettare.
Era insopportabile.
Uno dei dolori più agghiaccianti che avesse dovuto provare.
Perché, perché quello scemo di Akihisa gli ha fatto questo?!
Perché ha voluto spingerlo in tale trappola?!
Cosa gli aveva fatto per meritarsi questo?!
Perché lo stupido rimaneva lì impalato a guardarlo come se fosse tanto sorpreso quanto egli?!
Perché voleva giocare lo stesso gioco di Axel?!
È colpa sua!
È colpa loro!

Delle porte si spalancarono, rivelando non una ma bensì un paio di individui entrare nella stanza.
Anche qui. Altre urla ed espressioni scioccate.

" Akihisa- Naomi- state bene?! Che vi è successo?! "

Domandò una voce.

" cazzo, sta perdendo troppo sangue! Che facciamo?! "

Esclamò un'altra.

Non riusciva ad alzare il viso dalla ferita.
Ne era come ipnotizzato.
La testa pure era pesante.
E non registrava niente di quello che stava accadendo.
Solo un "che male, che male, che male".
Finché una mano non gli sfiorò la schiena.

" NO- STAI LONTANO- NON MI TOCCARE- "

Sumire, ormai inginocchiata davanti a lui, fu spinta via con la mano ancora sana dell'albino. Dopodiché indietreggiò quanto più potesse fino a sbattere verso una gamba del tavolo.

Akihisa invece era rimasto ancora lì fermo, non importava quanto Shiori lo scuoteva, non sembrava stare lì con la testa.

" Hisa, Hisa, guardami sono qui, ehy, torna fra noi! "

Quella sensazione che l'altrx provava la conosceva fin troppo bene. Le duoleva vederlo così. Usare il distacco come meccanismo di difesa.

" stringimi la mano, okay? Stai qui, dai! "

" Shiori... "

Fu l'unica cosa che fu capace di far uscire dalla sua bocca.
Cosa ci faceva lì?
Quando erano arrivati?
Perché erano arrivati?

" sì, così, bravx, dillo ancora se ci sei "

Funzionava.
Ovvio che funzionava.
Sua sorella Yumeri faceva sempre così per confortarla, farla tornare alla realtà. Cielo, quanto volesse ringraziarla per tutto in quel momento.

" Shiori... "

Sfortunatamente però non c'era solo l'albino da aiutare in quella stanza, anzi, un caso più grave era proprio dietro le sue spalle e, come sempre, doveva prendersene la responsabilità.
Grazie all'aiuto degli altri riuscirono a portare la cassetta del pronto soccorso e tamponare la ferita enorme che continuava a perdere. Naomi in tutto questo non faceva altro che guardare, anche lui con lo sguardo spento. Ancora una volta ringraziava sia sua sorella che la sua esperienza in strada da partecipe ad una gang di moticicliste. Senza ciò probabilmente non sarebbero mai riusciti a fermare il continuo fuoriuscire di quel rosso. Alla fine dovettero bendare pesantemente quella parte e cercare spiegazioni da parte di entrambi.

" è... Difficile da spiegare "

" è solo colpa tua- "

L'attore tentò di alzarsi, o a stento di muoversi, ma cadde subito dopo vedendo tutto doppio. Aveva perso le energie, oltre che a tanto sangue. Era così stanco. Più stanco di quelle notti passate insonne, cui falliva di addormentarsi ogni singola volta per la paura che qualcosa, qualcuno, potesse prenderlo.

Li aiutarono a portarli fuori dalla stanza per non vedere più quel caso insaguinato, provando a pulire ciò che si poteva pulire, ma molte macchie rimanevano ancora impresse... Non solo sulla stoffa, ma anche in mente.
Ed ancora non avevano la più pallida idea di cosa gli fosse successo! Voleva delle spiegazioni! Insomma, non era un evento normale! Come poteva esserlo?!
Eppure nessuno dei due era capace di dare un qualsiasi tipo di spiegazioni.
Il cartomante era troppo scioccato e rimase muto.
L'attore invece o faceva la stessa identica scena oppure si lamentava drl dolore, dello sporco, di come nessuno doveva star nei suoi paraggi.
Entrambi erano usciti fuori di testa da questo evento.

Ovviamente furono allontanati l'unx dall'altro data l'ostilità che non cessava.
Cosa si sarebbe dovuto fare adesso? Esisteva una procedura per questi casi che escludeva la possibilità di andare in un ospedale? Cazzo, che questo rapimento vada all'altro mondo. Perché ne stavano accadendo di tutti i colori in questi giorni?!

Shiori si prese in disparte il più basso, mentre Sumire cercava di comunicare e convincere l'altro a parlarle, dirle qualcosa di utile, magari un desiderio cui pensava l'avrebbe aiutato a migliorare fisicamente. Qualsiasi cosa! Qualsiasi cosa che non fossero lamentele inutili, insulti o pianti! Diamine, era così difficile mettere tanta pressione a qualcuno mentre pure te condividevi tale emozione?

" oh dear, non capisci! Tutto questo- tutto ciò- don't go- "

Le frasi variavano da egli che sembrasse il suo solito.

" lasciami stare! Vattene via! Non voglio l'aiuto di nessuno "

A qualcosa di completamente nuovo ai suoi occhi. Era per via dello stress e shock probabilmente... O almeno ella supponeva ciò. Andarne più a fondo? Ora non c'era questa possibilità! L'incolumità dell'altro risultava più importante. Cosa fare però? Pensa.
Erano al sicuro.
La ferita era stata tamponata.
Eppure era ancora isterico e diffidente.
... Magari mancava di energie.
Ma certo!
Disidratazione e cose così! L'aveva letto un sacco di volte che dopo i prelievi si dava qualcosa da mangiare per ridare le energie.

La castana si alzò e corse in cucina, svaligiando praticamente tutto finché non trovò una merendine zuccherata accompagnata da un succo di frutta. Perfetto, ottimo, ora mancava che li avrebbe mangiati.
... Lo avrebbe fatto però?
Chissene, era quello che poteva fare al momento!
Non per sorpresa ma al suo ritorno Naomi stava ancora cercando di scappar via, anche se a stento si teneva in piedi.
Infatti cadde.
E si dovette far aiutare dall'altra a rialzare il busto, per poi dargli in mano quel cibo.

Lo guardò più volte con fiato pesante, spostando lo sguardo sull'altra successivamente e, sembrando capire le sue intenzioni, aprì la merendina e praticamente divorò assieme al succo.
Dopo alcuni minuti di silenzio, l'unico ringraziamento che uscì dalla sua bocca era un sospiro sollevato. Niente di più. Be', non che poteva aspettarsi chissà quale discorso poetico adesso...
Le venne naturale copiarlo nel gesto, guardandolo fissare attentamente il cartone del succo come se la sua vita ne dipendesse.

" non è che... "

" huh, sì? "

I suoi occhi si illuminarono, credente che il ragazzo avesse ripreso lucidità.

" non è che andresti in infermieria a prendere dei antidolorifici? Tutto il corpo mi fa male "

" non dire altro! Ti porto un bicchiere d'acqua già che ci sono "

" ... sì, fai quello "

Annuì leggermente non incrociando l'espressione dell'altra.
Quando sentì dei passi allontanarsi sapeva. Ne aveva la conferma. Via libera. Con le poche forze rimaste e quelle rigenerate, si alzò e corse via... O camminò via, dipende da come si voglia definire la sua lentezza nonostante gli sforzi.
Alcuni minuti passarono.

" ecco qua- Naomi? Ehy?! "

La giornalista fu sorpresa di non trovare nessuno al posto di prima, tenendo da una mano un pacchetto di pillole mentre dall'altra un biccher d'acqua fresca.

" Naomi?! Dove stai?! "

Fece alcuni passi per il corridoio, ma non c'era più traccia dell'albino. Diamine! Dove si era andaro a cacciare adesso?! Perché se n'era andato?! Dtava bene?! Doveva cercarlo! Non poteva semplicemente andarsens senza spiegazioni! E se invece qualcun altro l'avesse preso?!

" lascialo, stare è scappato via appena ebbe via libera "

La voce della corvina Shiori la fece girare di scatto, vedendola mezza nascosta dietro un angolo della curva del corridoio.

" in che senso? "

" l'ho visto. Ti ha detto quella cosa perché non vuole il tuo aiuto "

" io- "

" ascolta, a meno che non sappia come cucire una ferita, non credo potrai aiutarlo pressandolo - solo innervosirlo di più. Hai fatto ciò che era necessario ma altro di significante non rientra nelle tue capacità "

Rimase in silenzio a quel discorso.
Se n'era andato... Aveva capito che non gli era più utile?
Se n'era andato... Dopo che tutto questo tempo era stato lui ad insistere nel passare del tempo insieme?
Se n'era andato... Perché non si fidava?
Se n'era andato... Usando la sua gentilezza comr distrazione?
Sumire arrossì dalla rabbia, dalla testa fino al collo.
Strinse entrambe le mani, facendo quasi cadere il bicchiere e distruggendo il pacchetto in plastica delle medicine.

" ... quindi mi ha preso per una stupida, huh? "

Forse gliela lascerà passare liscia questa volta.
Ma non se lo dimenticherà facilmente.

___________________________

Non tutti dormivano durante quell'orario.
Non tutti avevano conversazioni profonde e momenti piacevoli.

Altri, come Axel, rimanevano svegli tutto il tempo.
Altri, come Axel, stavano in cucina a mangiarsi uno spuntino, persi nei loro pensieri, intento a fissare un sospettoso secchio nell'angolo della stanza.

Pensava a tutto e niente.
C'era così tanto su cui pensare che la sua mente cercava di buttare tutto nel dimenticatio. Eppure la sua parte curiosa esigeva delle risposte riguardo questo casino.
Due volte... Due fottute volte stava per morire per... Per cosa precisamente?
Cosa aveva fatto per meritarsi questo trattamento?
Chi ce l'aveva così tanto con una persone come lxi per doversi spingere a tanto?
Perché non provar a parlarne?!

Ogni domandava spuntava ad ogni chicco d'uva che masticava.
E se ne andava una volta che mandava giù il boccone.
Il risultato? Una mente stance e confusa.
Si chiedeva se avesse senso continuare di questo passo...

Voleva essere lasciato in pace in questo periodo.
E la notte sembrava il momento migliore.
Tutti - o quasi - a dormire.
Nessuno che combinava guai.
Il silenzio assoluto.
Era come esser entrato in un altro mondo.
In pace, in solitudine.
Tutto calmo.
Niente caos.
Niente disastri.
Niente conversazioni pesanti.
Nessuna persona pesante-

" buonasera Axel, di già sveglio a quest'ora? "

Parli del diavolo e spuntano le corna.
Dalla sala da pranzo entrò Valeria con uno sguardo leggermente stanco ma compiaciuto. Cosa? Era venuta qui per mettergli i bastoni fra le ruote ancora una volta?
Questi erano gli unici momenti belli che poteva avere. Le voleva tirarle qualche insulto per averli appena sottratti.
Però neanche voleva iniziare una litigata.
Quindi la fissò e basta.
E dalla reazione si capiva che quello non era uno sguardo di benvenuto.

" come mai così scontroso? Disturbo? "

" ... no, figurati. Fai come se fossi a casa tua "

Rispose con tono sarcastico, facendole capire che, sì, disturbava.

" non me lo farò dire due volte "

Lo stava facendo apposta.
Voleva essergli una spina nel fianco.
Era palese.

Si incamminò proprio dove si trovava e rimase a guardarlo in silenzio.

" sì? "

" ti sposti? Devo prendere qualcosa "

Si mise di lato, afferando saldamente l'uva e portandola via con sé.
Valeria guardò dentro uno dei cassettini, dopo l'altro ancora.
Infine chiuse i due e guardò il presente nella stanza.

" ah, che sbadata che sono. Dovrebbe trovarsi lì dentro invece "

Puntò col dito dove adesso il corvino si trovava, cosa che xlx fece tirare un sospiro esasperato prima di muoversi definitivamente via dai cassetti della cucina, vagando in giro per quest'ultima.
La castana ancora una volta aprì i cassetti, senzs però tirar fuori niente.
Lo stuzzicava.
E lo sapevano.
Però Axel non sembrava riuscire a trovare un modo per non farsi prendere dalle emozioni, cosa ormai che accoreva più volte che no.

Si avvicinò ancora una volta.

" cosa? "

" mi passi dell'uva "

Si sentì costrettx a farlo, tirando alcuni chicci e lanciandoli nella sua direzione.
Valeria, tuttavia, non li prese al volo.
Neanche ci provò ad afferarli.

" ops... Altri? "

" ma insomma! Che ti costa prenderli dal frigorifero?! "

Esclamò d'un tratto irritatx da questo comportamento pungente.

" ti senti bene? Mi è corsa voce che in questo periodo tu non stia dormendo molto "

" ma i cavoli tuoi, scusa?! "

" yikes, si vede che ti meriti del riposo... Perché non vai a in camera tua? "

" no! Semmai quella ad andarsene sei tu! Sono arrivato prima io, in caso non l'abbia ancora notato! "

Valeria continuava a guardarlo con quell'espressione di finta preoccupazione.
E più sentiva il sangue ribollire.

" huh, mi chiedo cosa ti abbia fatto diventare così... Emozionale. Da sin dopo il processo che fai così "

La fissò incredulo di aver appena sentito quelle parole. Dtava scherzando, vero? Voleva solo fargli portare a galla memorie non volute, vero?
Lasciò andare le braccia, sbattendole ai suoi fianchi.

" che vuoi da me? "

" io? Assolutamente niente. Sto consigliando ad un alleato di dover dormire perché non sta affatto bene in questo periodo "

" oh, insomma, taci anche tu con la storia dell'amicizia. Pensate veramente di prendermi in giro? "

" huh... "

" allora fattelo dire da me: sto bene e non voglio il tuo aiuto e queste sono solo tue idee! "

" ... oppure stai iniziando a capire di non essere chissà cosa "

Silenzio cadde in sala per la seconda volta.
Si morse l'interno della guancia, offesx da quella insinuazione.
Quindi era venuta qui per rinfacciargli di essere migliore di lui? Be' perché non si metteva nei suoi panni e dopo parlasse al riguardo? Perché, ovviamente, lei era tutta quella gran roba, no?!
Pungeva... Faceva male.
Faceva tanto male sapere che non avesse tutti i torti.
È da dopo quel rapimento che quel pensiero non lasciava la sua testa.

" non ne sei capace, non lo saresti mai stato "

E lo divorava dall'interno.
Piano piano.
Lentamente.
Dolorosamente.
Così come il pensiero di non sapersi proteggere.
Di ricadere vittima di questi atti violenti.
Voleva sprofondare dalla vergogna mentre brutti ricordi tornava a galla.
Tuttavia non lo farebbe davanti ad ella.

" magari non sei il gran leader cui credevi di dimostrare "

" è un po' complicato dimostrarlo quando c'è QUALCUNO che altro non fa che sabotarti e prendersi dei meriti che non le si addicono! "

" stai dicendo che sono stata io a farti tutte quelle trappole? "

" no- cioè sì- forse. Sai benissimo di cosa parlo! "

Scosse la testa dubbiosa.

" perché non me lo spieghi, così siamo sulla stessa pagina? "

" sei- sei sempre lì quando qualcosa accade! Wow! Che coincidenza proprio! Sei sempre quella che dà ordini a tutti! E- e lo fai per cattiveria! È palese che sei un'egoista! Che casualmente sei sempre l'eroina della situazione mentre io vengo messo in disparte perché vengo coinvolto anche fin troppo nella situazione- "

" oh... Quindi credi che fare delle buone azioni non possono essere da me? Che non mi importi di niente di tutti i presenti? Che voglio solo vendicarmi di te, cavaliere dalla grande bontà, nonostante tu non mi abbia fatto niente di male? "

" non mettermi parole in bocca! "

" è quello che ho capito io, mi spiace. Sento che qualcuno è geloso... Molto geloso di me. Cosa ti pizzica? Il mio aspetto? Il mio modo di fare? O pensi così penosamente di te stesso da doverlo proiettare sugli altri? "

Strinse i pugni.
Sentiva la testa esplodere.
Ogni parte del corpo riempirsi sempre più di polvere da sparo.
Come... Come se fosse una bomba.
Con un conto alla rovescia che diminuiva ad ogni parola.

Tic, tic, tic.

Rimbombava nella sua mente.
Odiava sentire ciò.
Provocava brutti ricordi, brutte emozioni...
Sentiva di perdere il controllo.

" sei tu quella gelosa! Mi odi. Non è palese che dal primo giorno ti stavo sulle scatole?! "

" e perché dovrei odiarti? "

Tutta quella calma.
Tutta quella pazienza.
Come faceva a stare così composta?
Perché, invece, lxi non riusciva a pensare razionalmente?
La testa pulsava.
Pulsava un sacco.
Ad ogni colpo faceva:

Tic, tic, tic.

" la smetti?! Smettila! Mi stai facendo uscire pazzo! "

" cosa sto facendo che tanto ti disturba? "

" t-tutto! Ogni cosa che fai mi è sempre rivolta contro! La tua sete di potere! Il tuo ego! Le tue trappole! Perché non lo ammetti che è colpa tua, eh?! Perché vuoi fingere di essere una brava persona, eh?! Perché non smetti di mostrarti così invulnerabile, eh?! "

Ad ogni domanda la distanza fra i due si restringeva.

Tic, tic, tic

Valeria con la schiena attaccata al mobile, braccia incrociate e ghigno in volto.

Tic, tic, tic.

Le gambe di Axel instabili, di vita propria moventi verso di ella.

" cosa vuoi da me, eh?! "

Si slanciò.
Si buttò verso la sua direzione.
La sensazione di volere farle del male.
Tutta quella rabbia da sfogare.

Tic, tic, tic

La voglia di toglierle quel sorriso dalla faccia.
La voglia di strapparle i capelli fino allo sfinimento.
La voglia di romperle ogni parte del corpo così come questo luogo stava rompendo la sua anima.
Gli ricordava un certo qualcuno...

Tic, tic, tic

Il momento prima la critica di moda era lì ferma.
Quello dopo Axel andò a sbattere contro il mobile.
Dove era finita?!
Sentì un peso enorme inarcargli la schiena in avanti.
Una mano nei capelli sudati che xlx fece schiacciare il viso sulla superficie pulita di lato, notando solo adesso della presenza di un pioggia coltelli pieno nella sua direzione.

Tic, tic, tic

Allungò il polso, anche se fosse quello ferito, eppure l'azione fu bloccata da un'altra mano che gli sbattè quella parte sulla superficie.
Stringendo e stringendo.
Sempre più forte.
Sempre più doloroso.
Non poté che piagnucolare in reazione a quel senso pungente.

Tictictictic

Sentì Valeria avvicinare il viso al suo.
Come un'onda di venti gelido, facendolo tremare ad ogni secondo in più che passava. Le labbra furono così tanto vicino al suo orecchio scoperto che quasi lo toccavano.

Tictictictictictic

E, con bisbigliando con tono amorevole ma minaccioso, pronunciò ciò che lo fece esplodere.

" ti voglio vedere cadere così in basso, distruggere che nemmeno polvere rimarrebbe, e solo dopo eliminare il tuo guscio vuoto. Se ti avessi voluto veramente fuori dal gioco, non saresti sopravvissuto a ciò. Che fosse per una trappola o che fosse atto delle mie stesse mani. "

Boom!

Improvvisamente xlx corvinx si sentì debole, privo di ogni energia, assente con la mente. Così stanco che ogni tentativo di liberarsi cessò, le gambe cessarono, facendolo strisciare giù sul pavimento.
Non riusciva a pensare a niente.
Dietro quei occhi non si leggeva più nulla.

Lo lasciò andare, incamminandosi per l'uscita soddisfatta, gioisa, vendicata.
Cielo, era sul punto di ridere da quanto patetica si fosse dimostrata l'altra persona! Era così esilarante vederlo cadere nelle sue mani, era così potente sapere di aver sempre avuto il coltello dalla parte del manico.

...

" huh? "

Dei passi velocissimi la presero alla sprovvista, girandosi per vedere se provenissero realmente da chi sospettava.
Non fece in tempo di girarsi completamente che il peso di Axel, assieme alle braccia, l'afferarono ed intrappolarono.
Riuscì tuttavia a intravedere una stranità nelxx fanciullx: i suoi occhi eterocromatici diventarono rosa.
Cercò di liberarsi.
Si mise a gridare.
Come osava?! Come cazzo osava metterle le mani addosso?! Non gli è bastata quella lezione?! Chi si credeva di essere?!

Incrociando il suo volto si sorprese nel vedere che quell'espressione vuota si tramutò in furore e gelosia ma, soprattutto, poca lucidità nelle azioni.
Come aveva fatto a contrastarla così?!

Era praticamente una lotta corpo a corpo sul chi sarebbe ceduto prima. Valeria tentava di liberarsi, Axel cercava di tirarla dietro con sé verso la cella frigorifera.
E, per qualche miracolo, riuscì ad aprire la porta e buttarci dentro l'altra.

Era pazzo! Che stava pensando di ottenere così?! L'aria attorno a sé era così gelida... Così raccapricciante...
Sbattè i pugni sulla porta in ferro, urlando il nome dell'altro a squarciagola.

" AXEL! AXEL APRI SUBITO! "

Il creatore di effetti speciali, però, stava immobile tenendo la maniglia della porta serrata per assicurarsi che non sarebbe uscita. Non aveva intenzione di farla uscire. Non le avrebbe lasciato rovinare la sua vita per il suo puro intrattenimento. Non si sarebbe fatto mettere i piedi sopra da una come lei! Una sadica! Un mostro!

" AXEEEEL! GIURO CHE QUESTA ME LA PAGHI! "

Un acuto impanicato perforò le sue orecchie.
Ancora una volta quel dannato mal di testa si fece sentire.
Ancora quella sensazione di nausea e vomito si fece sentire.
Ancora le orecchie fischiavano.
Era stordito, confuso.
Cosa stava facendo?!
Perché lo stava facendo?!

" va tutto bene?! Abbiamo sentito delle urla- "

... Oh.
Oh no.
No, no, no, no.

Si doveva trattare di uno scherzo, vero?!
Cosa... Cosa ci facevano lì Mitsuki, Shiori, Sumire e Akihisa?!
Perché erano lì?!
Perché adesso?!

Le quattro persone si guardono confuse sul perché il creatore di effetti speciali stesse tenendo la porta salda della cella frigorifera, e perché adesso li stava fissando con una espressione di shock puro. Realizzarono solo dopo le parole deboli di Valeria l'atto che stava accadendo.

" AXEL, COGLIONE, MI UCCIDERAI DI QUESTO PASSO! "

... Huh?

" Axel, che sta succedendo?! "

Huh?
Scambiava il suo sguardo dalla porta al trio, ogni volta che il suo nome veniva chiamato.

" AXEL! "

" Axel! "

" AXEEEEL!! "

Le orecchie fischiavano.
Gli occhi bruciavano.
La testa girava.
Cosa stava accadendo?!

" Axel! "

La voce di Mitsuki era così distante, eppure si era avvicinata ad egli, cercando di convincerlo a parole sul lasciar andare la presa.

" Axel, per favore- "

Non riusciva a registrare altre parole se non quel nome.
Da dietro provò due braccia afferrarlo e allontanarlo, anche se controvoglia, dalla porta. Scalciò e tentò di farsi lasciare andare, senza successo.
Probabilmente ha tirato alcuni insulti, sentendo le vibrazioni della sua voce ma non essa stessa.

Shiori lo portò praticamente all'angolo della stanza, poco più lontano dal cartomante, girandolo faccia a faccia con lei e quest'ultima si tramutò in shock nel vedere quella particolarità...
Gli occhi rosa.
Gli stessi occhi rosa che intravise sul riflesso del bisturi tempo fa.
Che gli era preso?!
Cosa significava questo?!

Tremava, tremava come una foglia.
Perché non lo lasciavano andare?
Perché la stavano liberando?
Era il nemico! Stava facendo un favore!
Però... Perché aveva agito così? Perché la cella frigorifera?

Valeria cadde nelle braccia della narratrice.

" HA TENTATO DI UCCIDERMI, QUELL'IDIOTA! "

" c-cosa- aspetta- "

Il tono incredulo di Mitsuki pungeva il cuore dell'altrx.

" SÌ- COSA PENSATE?! CHE MI ABBIA RINCHIUSO QUI PER SPORT?! HA ATTENTATO ALLA MIA VITA! VOLEVA FARCI TORNARE IN UN PROCESSO PER POI SCAMPARSELA! "

Spalancò gli occhi.
No... Non era vero!
Non- non ha mai provato ad ucciderla!
Neanche sapeva perché si trovasse lì in primo luogo!
Si era ritrovato a tenere la maniglia d'un tratto!
Cosa ci faceva Valeria lì dentro?!
Non avrebbe mai potuto fare qualcosa del genere!
Non avrebbe mai voluto tornare nella sala del processo!
Erano assurdità!

Shiori strinse la presa delle mani che aveva sulle spalle del fanciullo.

" tu cosa? "

Sumire si avvicinò al corvino con sguardo disgustato, come se le venisse da vomitare al sol pensiero di sapere che lui fra tutti quanti abbia provato a fare questo.

" n-no! Non è come sembra! "

" AH SÌ?! ALLORA SPIEGA UN PO'! "

Esclamò Valeria.

" NON- NON LO SO, OKAY?! "

" casualmente non lo sai, wow! Che convenienza! Fai schifo! Sei più viscido di una lumaca! Di un serpente! Con che cazzo di coraggio pensavi di farmi questo e scampartela?! "

" i-io... "

Guardò in basso, senza parole.
Non aveva difese.
Non sapeva cosa stava facendo.
... Davvero aveva provato ad ucciderla?

Il resto delle persone lo guardò scioccato.
Come- come doveva reagire a questo?

" che cazzo ti passa per la testa?! "

Esclamò il cartomante tentando fortemente di non tirargli un cazzotto.

" cosa ti dice il cervello?! Che hai fatto?! "

" Mitsuki- "

Cercò di trovare supporto nella lillà.
Eppure quest'ultima aveva un'espressione che rappresentava così tante emozioni negative.
Dolore, malinconia, shock, tradimento, delusione.
Credeva.
Per quanto male facesse ammetterlo, non c'erano altre spiegazioni ai suoi occhi.
Axel aveva tentato di ammazzare qualcuno.
E ci credeva.

Xlx corvinx tentò di avvicinarsi ma la giornalista lx precedette, tenendo stretta a sé l'altra come mezzo di conforto e di protezione. Rendeva chiaro che non doveva neanche solo avvicinarsi di un passo e toccarle con quelle mani sporche e luride.

" provaci solo e te la vedrai brutta! "

Commentò minacciosa.

Fu allora che realizzò.
Fu allora che capì.
Capì che non era così diverso dal mostro che l'aveva cresciuto.
Che non era una grande persona dall'animo buono.
Che non era il principe azzurro a cavallo.
Che non era un eroe.

Ma solo una vittima.
Un idiota.
Un debole.
Un codardo.
Uno che si rivolgeva alla violenza quando non aveva ragione.
Un fallito.

Sentì presto tutte quelle voci, domande, insulti attaccare la sua mente.
Perché? Perché stavano parlando in così tanti?
Mitsuki e Shiori e Sumire e Hisa e Valeria non facevano altro che parlargli sopra, ricordandogli di cosa fosse diventato, ossia ciò che più odiava con tutto il suo animo.
Era... Era lui il mostro.

Come aveva potuto?!
Come- con che faccia si faceva ancora vedere lì?!
Si sarebbe voluto menare da solo da quanto schifo si facesse!
Si sarebbe voluto strangolare da solo da quanto orribile fosse!
Si sarebbe ucciso da solo da quanto si odiasse!

In qualche modo corse via.
Barcollava, ma corse.
Corse per nascondersi.
Non voleva più farsi vedere.
Non sarebbe più uscito.
Non ce l'avrebbe fatta a sopportare tutti quei sguardi di disapprovazione, di disgusto, di esser visto come un criminale.
Si rifugiò in camera per quella sera.

___________________________

Toc toc

Huh?

Toc toc

Chi diavolo era a quest'ora che bussava la porta? Era già scattato l'annuncio del night time dopotutto. Capiva se la gente non andava a dormire, tipo Naomi, Axel e Hyo, ma lei il suo sonno rigenerante lo conservava ancora!

Koharu inizialmente si girò a pancia in su, con ora addosso una t-shirt bianca larghissima come pigiama, fissando il soffitto. Voleva veramente alzarsi ad aprire quella porta? Dopo i casini successi oggi... Insomma... Chi doveva essere che le voleva parlare così tanto a quell'orario? Airi non di sicuro... E se dietro ci fosse qualcuno quale le volesse far del male? Pronto ad ucciderla nel sonno? Rimaneva pur sempre in un killing game! Però, uhm, se volesse farlo non sarebbe controproducente svegliarla per aprire la porte? "Oh, ciao! Scusa il disturbo, puoi lasciare la porta aperta di camera tua mentre dormi per far circolare l'aria?".

Toc toc

... Non aveva proprio voglia di alzarsi.

Toc toc

Magari se lo ignorava si sarebbe arreso, chiunque ci fosse dietro.

Toc toc

E se fosse un'emergenza? Un motivo ci sarà sicuramente sul perché stesse insistendo, no?

Toc toc

" ugh... Arrivo, arrivo! "

Avvisò per poi sbadigliare e stiracchiarsi. Quando si alzò prese vicino a sé la mazza da baseball rubata in palestra: arma per l'auto-difesa! Non sia mai qualcuno veramente fosse così stupido da attaccare. La provò dando alcuni colpi in aria sia per prendeci la mano, sia per svegliarsi.

Toc toc

" arrivo ho detto! "

Ripeté avvicinandosi alla porta, nascondendo la mazza dietro di essa mentre l'apriva. Sgranò gli occhi davanti alla vista di unx certx ragazzx dai capelli neri ed una ciocca verdeacqua. Cosa ancora più sorprendente però era ciò che aveva in mano: un cuscino proveniente dal divano della sala armadio. Perché?
Sbuffò grattandosi un occhio con la mano libera.

" Asa- "

"possodormiredatestanottepromettochenonfacciocasini- "

Le ci vollero alcuni secondi per comprendere la domanda chiesta in modo veloce.

" come scusa- "

Le venne spontaneo chiedergli.

" dormo pure sul pavimento, se non c'è spazio- non ti darò fastidio- promesso- "

" u-una cosa alla volta, aspetta. Mi son svegliata poco fa "

" ... mh, certo "

Usò l'indice ed il pollice per grattarsi entrambi gli occhi, mentre l'altro semplicemente guardò i suoi piedi in totale silenzio.

" perché? "

" perché, uhm, perché... "

Pensa, cosa crederebbe di sicuro da qualcuno come lxi?
Che scusa doveva inventarsi?

" ... Uhm, è un po' imbarazzante- "

" giuro che ti sbatto la porta in faccia se non lo dici "

" NO- cioè, no- spiego adesso... Vedi... "

Portò lo sguardo altrove, grattandosi la guancia.

" ... Per sbaglio ho fatto cadere qualcosa dentro il lavandino del bagno e l'ho intasato... Camera mia è una pozzanghera e dormire lì non mi sembra il caso- ma è solo per una notte! Domani mattina me ne andrò ancor prima che ti svegli se vuoi- "

La castana corruggò le sopracciglia dal modo di fare dell'altrx.
Era piuttosto diverso da quello mostrato nei giorni precedenti e non così simile alla prima volta che lo incontrò.
Non capiva il motivo dietro ciò.
In fondo non stava nemmeno reggendo il senso delle parole come farebbe di solito.

" ti prego, le regole dicono che non si può dormire fuori dalle stanze e- per favore! Non ho nessun altro! "

Addirittura inchinò il busto in avanti per fargli capire quanto sincere quelle ultime parole fossero.
Koharu ebbe i suoi dubbi confermati : qualcosa era successo a questo ragazzo che neanche riusciva a nascondere l'ansia dietro le parole.

Tirò un sospiro. Fece un passo di lato e gli fece segno d'entrare. Gli occhi del giocatore di scacchi si illuminarono e non si fece aspettare, addentrandosi nella stanza in disordine dell'amica. Non xlx importava delle condizioni, finché fosse vivibile.

" fai quello che vuoi, io torno a dormire "

La castana lasciò cadere dalle mani l'oggetto in legno e cadde sul materasso comodo, il cuscino morbido e le lenzuola disfatte che chiamavano il suo nome... Di faccia. Prese alcuni respiri profondi e chiuse gli occhi con l'intenzione di tornare nel mondo dei sogni.

Il corvino rimase impalato a guardarla fare tutto questo. Stava sembrando fin troppo facile, ma allo stesso tempo complicato ed imbarazzante..? Era ancora in piedi col cuore che batteva a mille mentre l'altra stava cercando di addormentarsi avendo ben in mente che uno sconosciuto fosse proprio davanti.
Uno sconosciuto, sì.
Era quello per lei in fondo.

Anche la libertà di scelta aveva influenzato la stranezza della situazione.
Troppo... calma.
Non che se ne lamentasse.
Ma xlx faceva sorgere altre domande.
Tante altre domande e paranoie.
Scosse la testa.
Rimanere a fissarla riposarsi avrebbe aggravato lo sconforto che il cuore appesantiva. Poi era venutx qui per dormire, no?

Fece alcuni passi silenziosi, diretti verso un angolo della stanza, lontano dalla porta naturalmente. Prima lasciò cadere il cuscino dalle mani. Dopo si sedette a terra. Dopo ancora si levò la giacca pesante che indossava per usarla. Poi si sdraiò dandole le spalle. Infine si coprì e chiuse gli occhi, nella speranza di riuscire ad addormentarsi in qualche modo per quella sera. Per la prima volta realizzò di aver tirato un respiro di sollievo nel non trovarsi da solo, cosa che non avrebbe mai immaginato di pensare.

" tch "

Sentì la badante scioccare la lingua sul palato, come se fosse contraria alla scena che stesse assistendo. In aggiunta dei movimenti lo allarmarono, portando a girarsi per controllare.
Rispetto a prima era più vicina al bordo opposto a quello vicino a lxi e lo invitava a salire su con un altro gesto.
Era interdetto al riguardo però.

" salta su, ti prenderai un mal di schiena allucinante altrimenti "

Sussurrò la sua conferma, tornando a chiudere gli occhi.

" ma va, non sarà nulla di che "

... Risultava ugualmente strano dormire in un letto con un'altra persona che non conosceva. Insomma, non la conosceva! Ed anche se fosse non c'era abbastanza per entrambi, non importava quanto si sarebbero strinti. E se durante il sono finisce per colpirlx? E se russa? No, meglio rimanere lì comodi... Su un pavimento sporco... E lurido... E freddo... E scomodo...

Questa volta a risvegliarlo dai suoi pensieri fu un qualcosa di morbido colpirlo dietro la schiena e testa. Si alzò col busto e girò nuovamente solo per vedere una Koharu mezza alzata col braccio teso, mentre vicino ad egli vi era il cuscino con cui dormiva.

" ridammi il cuscino "

" ma l'hai lanciato tu- "

" e allora? "

" ti alzi e te lo riprendi da sola "

" sei più vicino te però "

Fu allora che lanciò il cuscino nella strada in mezzo ai due, così che fossero a pari passo.

" ... ti odio "

Eppure rimase lì ferma.

" davvero vuoi che mi alzi io? "

" fino a prova contraria questa è camera mia e potrei cacciarti quando voglio "

Ribadì la più bassa.
Non poté che stringere i denti perchè nonaveva il coltello dalla parte del manico.
Si alzò, raccolse l'oggetto morbido e glielo ridò. Quando fece per girarsi e tornare al suo posto, la manica della maglietta fu presa e lo fermò, ribadendo di come il pavimento non sia l'opzione più comoda che avesse.

Per una volta cedette, sdraiandosi sul lato del letto sul suo lato. Occupava quanto meno spazio possibile perché, ancora una volta, non voleva dar fastidio o beccarsi qualche botta mentre l'altra dormiva. Ah proposito, come faceva una ragazzina così piccola ad occupare quasi il resto del letto? Poteva sentire la punta delle sue dita toccarlx la schiena, per diamine!

Va tutto bene Asahi... se proprio non riesci a stare lì rotolerai via mentre l'altra dorme.
Doveva ammettere che quel materasso era più morbido di una nuvola... E quel cuscino era mille volte più comodo dell'altro duro e dalla stoffa pungente. Come diavolo facevano tutti prima a sedersi lì?
Va tutto bene... Quella persona non verrà a fargli del male se stava qui. Come poteva sapere se stava lì, dico bene? Insomma! Chi mai lascerebbe uno sconosciuto con cui stava da due settimane nella propria camera per una notte! ... Koharu. Ma non è quello il punto. Non era in pericolo. Non era in pericolo! Nessuna bomba, nessun la tirata di capelli, nessun tocco, nessuno... Da solo... In mezzo a dei sconosciuti... Ed anche una persona che ora lo odiava a morte... Ed un'altra che lo aveva preso a schiaffi... Ed un'altra ancora che aveva attaccato credendola falsamente parte dei Shini Goro...

... Huh...
Lo colpì come un fulmine quella realizzazione.
Quel freddo attorno a sé.
Quell'aria che mancava.
La paura di esser giudicato ancora peggio di quanto già non venga fatto.
Sapere di poter contare solo su se stessi.
La solitudine era così... deprimente.
Ma, in fondo, non c'era vissuto in essa per maggior parte della sua vita? Sempre da solo. Nessun altro lo voleva se non per il suo talento. Nessun altro lo capiva perché non volevano capire.

" perché ti sei tinto quella ciocca verdeacqua? Sai quanto è palloso mantenere quel colore saturo nei capelli? "

E per la terza volta di fila fu l'altra a svegliarlo dal treno di pensieri che invadeva la sua testa.

" huh? Dici a me? "

La castana si guardò attorno come se stesse cercando qualcuno, prima di affermare con tono sarcastico.

" non c'è nessun altro "

" oh- beh- pensavo solo che fosse un'idea carina per provare "

" sì ma... Verde acqua... È un po' un colore di sc- "

" ma parli tu coi capelli castano merda- "

" ascolta, taci che hai pure il taglio storto! Dove te li sei tagliati? Al buio con una motosega? "

" i tuoi invece sono più secchi del deserto del sahara! "

" gne gne gne! Almeno io so farmele le tinte come minimo. Mia madre è parrucchiera dopotutto! "

Esclamò incrociando le braccia al petto.

" ... Ti sei tinta i capelli? "

" sì, signorinx, ed anche più volte di quel che pensi! "

" e per cosa sei andata? Castano scuro o chiaro? "

" in realtà andavo più creativa. I miei capelli ne hanno viste... Di tutti colori. Letteralmente! "

Ridacchiò alla battuta appena fatta, mentre per l'altrx sembrò sentire delle unghie rigare una lavagna da quanto penosa fosse. Dopodiché si girò e sdraiò a pancia in su, posizione in cui pure l'amica stava adesso.

" ... colore preferito? "

" rosa pastello, ovvio. Mi stavano un botto bene! Anche se ci vuole tanto a mantenere le sfumature del rosso e grr, se ne vanno fin troppo facilmente "

" e quello meno? "

" wah! Il biondo. Volevo farmelo solo perché le altre ragazze lo reputavano un bel colore. E- ed anche perché solitamente nei film quelle bionde sono sempre le più popolari ed amate... "

L'ultima frase finì per bisbigliarla, guardando in basso. Non si fermò però, mettendosi le mani in faccia al sol pensiero di un altro colore.

" non parliamo della mia fase verde fluo, poi. Cielo, sembravo avere uno slime in testa! Aaah- mi vengono gli incubi solo a ripensarci. Soprattutto perché non ero nelle migliori delle condizioni "

Quello a ridere stavolta fu il giocatore di scacchi con l'immagine mentale che si era fatto. Koharu coi capelli verde accesso. Dai, era fin troppo ridicola per essere lei.

" la tua scuola, scusa? Guarda che le tinte dei capelli sono severamente vietate "

" chi ha mai detto che mi fregava del regolamento? Il massimo che potevano farmi era mandarmi a casa. Come se il giorno dopo sarei tornata col colore di prima! Mfph! "

" perché te li sei fatta castani allora? Ti avrei proprio voluto vedere andare in giro come un faro. Immagina cosa succedeva se si spegneva la luce- "

Ridacchiò nuovamente.

" ascolta- no- non ridere, madonna- MA CHE CAZZO TI RIDI, SCEMO?! "

Sbraitò incazzandosi ancor di più.
Questo però, in un modo, lo fece ridere ancor più forte, dovendosi addirittura tenere lo stomaco. Quando si calmò, prendendosi dei pugni amichevoli da parte dell'altra, continuarono lo scambio di informazioni professionale.

" li ho fatti così perché, oltre ad essere il mio colore naturale, ormai stavano diventando un macello da mantenere. Sai, avere l'arcobaleno nei capelli non è proprio facile. E volevo iniziare da capo. Speravo che qui, forse, sarei riuscita a migliorare la mia condotta scolastica "

" in che senso? "

La guardò confuso. Estremamente confuso. Koharu tirò un sospiro, pensando se dovesse raccontargli la storia per intero. Insomma, cosa aveva da perdere? Prima ovviamente gli chiese se andasse bene, ricevendo un 'sì' piatto, dopo unì le mani, le appoggiò poco sotto il petto e fissò in alto.

" Mio padre non è mai stato nella mia vita. Eravamo solo io e mamma. Ma sinceramente non ho mai sentito la sua mancanza. Non mi sono mai trovata a mio agio a scuola. Tutti quanti sembravano farsi degli amici subito mentre io... stavo lì. Inizialmente andava tutto normale, dopo sono iniziate ad uscire tutte quelle storie di 'Koharu è troppo aggressiva', 'Koharu è una bulla', 'Koharu si arrabbia tanto, non invitiamola!'. Ammetto che non hanno tutti i torti, però... "

Strinse la presa e morse il labbro inferiore prima di continuare.

" ... faceva male. Nessuno mi volle nei paraggi, nonostante li difendessi dai bulli, perché ero 'troppo'. E- e naturalmente questo è saltato all'occhio ad un gruppo di bulle. Prima mi erano amiche per convenienza. Dopo mi tormentarono giorno e notte. Quando ne parlavo con qualcuno mi davano tutti gli stessi consigli inutili: parlane con un adulto, reportale al comitato studentesco, non reagire ai loro insulti, se ti danno un insulto, tu rispondi con un calcio... C'ho provato, davvero, ma non faceva altro che gratificarli. Vedermi provare ad uscire da questo circolo vizioso. Era orribile... Ma mai ero scesa giù con le mani come quando mi hanno espulsa. Si chiamava Rieko la stronza che ho picchiato, sai? E poco prima di tornarmene a casa mi ritrovai il banco pieno di scritte, insulti... Ed un 'dovresti morire' inciso sulla superficie, bello in grande. Sono andata a confrontarla e non ha fatto altro che mettere sale nella ferita, così... Qualcosa si era rotto dentro di me. Non potevo fermarmi dal rovinarla. E sai chi ne ha pagato le conseguenze? Io. Solo io. Non dico di aver fatto la cose giusta, ma cazzo, mi infastidisce sapere che quella se la sia scampata solo perché aveva voti migliori. Mamma ovviamente si è arrabbiata e mi ha spedito dalla mia zia a Wakayama, dove- "

" no aspetta, perché?! Ma è ingiusto! Solo per dei buoni voti non ha pagato delle conseguenze per averti augurato la morte!? Ma chi si crede di essere quella?! Come osa anche solo dirtelo?! "

Perché si stava irritando così tanto?
Non era qualcosa che lo riguardava... Neanche conosceva Koharu per bene. E se avesse ragione a farlo? E stesse mentendo? Perché quei pensieri non li registrava.
Lo calmò un sorriso grato della sua empatia da parte dell'altra.

" ... Però non è finita lì. Le cose sono iniziate ad andare meglio da allora. Zia era molto apprensiva e mi aveva lasciato lavorare al suo zoo. Da lì ho scoperto il mio amore per gli animali, sono mille volte meglio delle persome perché non ti smentiscono, non provano a farti del male per il loro piacere personale... Ed ho incontrato la mamma di Shuga e Choco. Devo dire che era molto stupida, ma divertente. E dopo Shuga e Choco son nati e- non lo so- ero felicissima- stavo piangendo a fiumi- perché- non mi sentivo inutile- avevo fatto qualcosa di buono- e-

Si interrompè portando una mano a grattarsi gli occhi, cercando di asciugare le lacrime che si stavano creando. Asahi... Non era certo di cosa fare in quella situazione... Se non accarezzargli la spalla in totale silenzio per paura di dire qualcosa di sbagliato. Rimasero purtroppo in silenzio per tanto e perciò aprì bocca.

" da lì hai preso il titolo? "

Annuì.

" però... Non è niente male. Cioè, come dire, dalle stalle alle stelle- se si esclude la situazione in cui stiamo adesso... Non è roba da poco "

" dici? "

Fece anche lxi su e giù con la testa.
L'altra tirò su col naso.

" te invece? Come l'avevan presa gli altri alla ciocca colorata? "

" uhm, i miei si erano arrabbiati però non è andata oltre con altri. Cioè, si può nascondere quindi nessuno mi ha rotto molto al riguardo "

Le fece in breve, scrollando le spalle e girando i pollici.

" se posso chiedere... Perché mi hai detto tutto questo? "

" oh. Suppongo per lo stesso motivo per cui ho convinto Venom a medicarti quando ti avevano attaca- "

" tu hai fatto cosa?! "

Esclamò alzando il busto dal materasso scioccato, non credendo alle sue orecchie. Koharu lo guardò con altrattanta sorpresa, non comprendendo cosa ci fosse di male.

" cosa- "

" cosa?! "

" non sto capendo- "

" tu hai fatto cosa?! Come?! In che senso?! Guarda che quella è pazza?! "

" ah e quindi dovevo lasciarti morire- "

" no, però- come? Come l'hai convinta? Perché ne vengo a sapere solo ora?! "

" ... Ops? "

Reagì l'altra solamente, prima di raccontargli tutta quella parte di storia. Da quando l'aveva visto morente sul lettino, all'esplosione in aula musica, al confronto definitivo fino al loro ritorno.
In tutto questo la faccia del giocatore di scacchi diventava più scioccata ad ogni parola.

" io... Ho così tante domande "

" una alla volta, signorinx "

" Koharu, ma che cazzo. La smetti di metterti in pericolo? "

L'altra si mise a ridere da quanto impanicato fosse.

" ma che ti ridi?! Guarda che è una cosa seria! Quando aspettavi di dirmelo?! "

Scrollò le spalle, ora cambiando l'espressione con più serietà.

" non saprei... Non è che abbia programmato quello- "

" quindi mi avresti lasciato all'oscuro di tutto questo?! "

" ... non avrei dovuto farlo? "

" Koharu. "

" Cioè- non volevo darti una brutta impressione. Insomma, quando Axel l'ha fatto hai detto che l'unico motivo che aveva dietro era vantarsene... O qualcosa del genere "

" oh... "

Ebbe una perdita di parole a quella frase, spostando lo sguardo per evitare contatto visivo.

" nonostante ciò, non sono proprio abituata a complimenti... Non l'avevo fatto per quelli, né tantomeno volevo che ti sentissi in debito con me. Mi bastava sapere che eri al sicuro. Mi avevi fatto preoccupare un sacco... "

Esalò un sospiro enorme.

" quando quella ti aveva pugnalato... Era per questo? "

Annuì lentamente.
Asahi lasciò andare il peso nuovamente sul materasso, con ora le mani in faccia, provando una sensazione di calore

" dio santo, ora mi sento un idiota "

" scusa "

" ma che ti scusi, sei scema?! "

Sbraitò per l'ennesima volta, prima di cadere in un silenzio strano.

" perché l'hai fatto? "

Ruppe esso con tale domanda.
Koharu guardò prima Asahi, dopo il soffitto e così per un paio di volte prima di rispondere.

" perché sei mio amico, ovvio. E nessuno si merita di passare quello che hai passato te "

Sentiva il corpo diventare più pesante ogni secondo che passava. Non capiva. Non poteva capire. Si conoscevano solo da pochi giorni, insomma! Perché ha dovuto rischiare la vita per uno come lxi! Soprattutto... Soprattutto quando quello che ha combinato dopo l'aveva messx in discussione agli occhi di tutti.

" ... te ne sei pentita? "

L'amarezza rimase sul palato a quelle parole.
Sin da quando glielo aveva riferito Axel, questa domanda lo perseguitava. Non credeva di star agendo solo per il gusto di farlo. Aveva le sue ragioni. Però...
...
Si chiedeva se effettivamente tutti la pensavano alla stessa maniera.
Se lo vedevano come un intralcio?
Se non stesse veramente aiutando a far sopravvivere tutti, se stessx inclusx?
Era davvero così male?
Vedendo la sua reazione, non si sarebbe sorpreso se Koharu ora lo schiaffeggiasse con un "sì".

" ... No?? Perché dovrei?? Va tutto bene?? "

Questo invece faceva ancora più male.
Più male di un insulto. Come era possibile? Come era possibile che il cuore si stringesse e contorcesse di più a quelle parole?

" ascolta, Asahi, so che hai fatto tante cazzate da dopo quell'avvenimento. Questo non significa che ti auguri la morte. Anche perché da me poi sarebbe ipocrita. In un certo senso ti capisco. Non l'hai fatto perché volevi discordia... Sei spaventatx. Non vuoi mostrarti debole e facilmente di mira. E lo capisco. Però 'sta cosa ti sta ritorcendo contro, vedi? "

Gli occhi pizzicavano.
Come faceva a capirlo?
Era così buio, così freddo.
Lasciarsi trasportare verso il basso, l'inferno.
Nei libri lo descrivevano sempre come un luogo caldo e rumoroso.
Però quello faceva mille volte più paura.
Freddo, silenzio, addolorato, confuso.
Solo a ricordarsi quella sensazione le lacrime volevano uscire. Non importava quanto cercasse di trannerle. Era sull'orlo dello sfinimento.
Perché era stanco.
Era stanco di tutto questo.
Perché metterlo sotto tale tortura?
Rinchiuso con altri ad un gioco mortale?
Non bastava già la vita che conduceva?
Cosa aveva fatto in una vita passata per meritarsi questo?!

La gocca che fece traboccare il vaso furono le braccia di Koharu che si avvolsero attorno al suo busto per confortarlo.
Smettila.
Smettila.
Perché faceva così male?

" sh- va tutto bene- "

" è orribile- Koharu- "

Affondò la faccia sulla spalla, nascondendo l'espressione di malinconia mischiate ai fiumi usciti dai suoi occhi.

" era orribile- "

Continuava a parlare fra un singhiozzo e l'altro.

" pensavo che sarei- morto- "

La mano dell'altra accarezzò la sua schiena.

" perché- perché è dovuto succedere- "

Anch'egli avvolse le braccia attorno al corpicino più piccolo, in cerca di conforto.

" non capisco- cosa ho fatto di male- "

E andarono avanti così.
Con lxi che piangeva.
E lei che lo confortava.
Non servivano molte parole.
Lo sapevano.
Bastava questo per far capire che c'erano per l'altro.
E che si fidavano.
Non l'avrebbero mai detto che fosse possibile in questo Killing Game.
Ma si fidavano l'uno dell'altra.
Se non da prima, da adesso.

Fu il giocatore di scacchi a staccarsi per primo, tornando a guardare il soffitto mentre si asciugava il resto delle lacrime.

" tu fanne parola con gli altri e ti arriva uno schiaffo "

" bel modo di dire 'grazie' "

Ridacchiò spensierata.

" scusa se tutto questo tempo non ti ho difeso. Non era giusto da parte mia anche se in fondo ti capivo "

" non fa nulla "

" d'ora in poi rimedierò! In cambio voglio che tu la smetta di far casini però perché non posso venire a parare il culo ogni ora "

" vedrò cosa posso fare "

" è un inizio "

Risero insieme.

" sai cosa voglio fare appena uscita da qui? Tagliarmi i capelli e tingermeli! Mi piacerebbe tornare ad averli rosa "

" pensi davvero di poter superare il mio fantastico stile? "

" ma vai a cagare, tu ed il tuo ego di merda- "

Gli diede una spintarella amichevole, non credendo che avesse ancora il coraggio di riferirle tutte quelle parole.

" senti... Uhm... "

Ci mise un po' a tirare fuori le parole giuste.

" ti va se lo facciamo insieme..? Ovviamente non li faccio rosa io "

Gli occhi di Koharu si illuminarono, portandola a fare un piccolo urletto e portarsi le mani davanti alla bocca.

" sì! Sì! Sì! E dovresti venire proprio a Wakayama a trovarmi! Ti posso mostrare Shuga e Choco! Son sicura che li amerai- oh, ti devo pure presentare Marshmallow! È il mio gatto "

" no, grazie, i gatti non mi piacciono- "

" cOME CAZZO FANNO A NON PIACERTI I GATTI?! "

Scrollò le spalle ancora una volta.
La castana tirò un sospiro.

" davvero, non mi sarei mai pentita di averti aiutato. Hai comunque fatto delle buone azioni durante questo periodo come aiutare me a tamponare la spalla ed il gruppo nel voler uscire. Certo, ho molte critiche sul metodo a livello morale, però ognuno ha il suo modo di fare... Suppongo "

" ... mh-mh "

" se c'è qualcosa che ho imparato in questi anni è che c'è ancora domani per rimediare. Niente è finito finché non sei tu a deciderlo "

" mh-mh "

" grazie mille per le risposte complesse, eh "

" ... non ho la più pallida idea di cosa dire "

" bene, allora buonanotte "

Sbadigliò, ormai stanca da questi discorsi emozionali. Si girò verso un lato, quello cui poteva affacciarsi ad Asahi, e si avvicinò a quest'ultimx per non cadere giù dal letto. Ora non importava se si toccavano o meno. Era un tocco sicuramente più confortevole di quelli che abbia mai provato. Per la prima volta in queste settimane si sentiva al sicuro. Più... Libero. Scagionato da ogni pensiero negativo. Si girò verso la castana a sua volta, mettendo un braccio sotto la sua testa. Quando incrociò il suo sguardo, ormai l'altra era soccombuta in un sonno profondo. Come ci è riuscita in così poco tempo?

Questa volta fu lui a sbadigliare, portando la mano libera davanti alla bocca per poi grattarsi un occhio. Le palpebre si facevano pesanti e gli occhi ancora bruciavano da prima. Lasciarli riposare non sembrava una cattiva idea.

" 'notte, Koharu "

___________________________

Quella fu una notte piena di onde, rispetto al solito mar calmo cui erano abituati. Ci furono sia avvenimenti felici, ma quelli più spiacevoli ebbero lasciato una cicatrice nella mente di tutti quanti.
Soprattutto quella di Mitsuki, la quale attualmente si era trovata in compagnia di Hyosuke la mattina presto a chiacchierare nella sala da pranzo.

All'inizio fu da sola con l'obbiettivo di andarsene da lì il prima possibile poiché... Una porta separava ciò che successe con Valeria ed Axel qualche ora fa. Eppure non trovava il coraggio di interrompere il biondo, entrato qualche minuto dopo, nella sua enorme spiegazione sul tema cinema.

Rispetto ad ella aveva almeno un sorriso contento in volto, così spensierato che quasi lo invidiava. Allo stesso tempo non voleva rovinarglielo, spiegando a sua volta cosa ebbe vissuto quella nottata. Proprio lì. Non chissà quanto lontano.

Sentiva le parole trapassar le orecchie, ma non stava seguendo chissà quanto il discorso. Era più concentrata nelle sue domande e piccole crisi. Lo stomaco si contorceva nei peggio modi al sol pensiero. Come aveva potuto? Parlava sempre di voler portare tutti in salvo, ed il momento dopo fa questo?! Povera Valeria, non si meritava quello dopo tutti i sacrifici che avesse fatto. E- e Axel aveva pur passato qualcosa di simile, ma questo non lo giustificava nelle sue azioni! Sapeva che rischio avrebbe corso! Un altro omicidio, un altro annuncio, un altro processo, un'altra esecuzione... Non era come le prime volte perché sapevano a cosa andava incontrato! Non- non era giustificabile.

Per quanto ci provasse a giustificarlo, dargli ragione, era impossibile...
Perché quell'atto era uno dei più vili che si potevano compiere.
Aveva tradito la fiducia di tutti con esso.
Aveva dimostrato di... Di esserne capace... Di non avere controllo.
Per quanto gentile e disponibile si fosse dimostratx, alla fine del giorno era una persona totalmente diversa! Perché una persona buona non attenterebbe alla vita di un'altra in questo modo!

La mente era in grado di accettare questo, non fidarsi più di lxi.
Eppure il suo cuore urlava perché non era in grado anche solo di concepire che una persona come xlx corvinx potesse fare questo.

" ed ecco perché molti registi preferiscono- va tutto bene? "

Hyo vide la fanciulla fissare la sua tazza di tè tiepido persa nel vuoto, allarmandosi un po'.
La lillá si svegliò dallo stato di trance e rassicurò che tutto andasse bene, ammettendo di non aver seguito molto le ultime parti della spiegazione e chiedendo gentilmente se magari potesse ripeterle.
Non se lo fece dire due volte che annuì contento, prima di ricordarsi di una cosa.

" o-oh- perché non andiamo a fare un giro? Dovrei prendere qualcosa in sala computer! "

" mh? Certo! "

Mentre uscivano il biondo parlava e parlava a vanvera, ondeggiando a destra e a sinistra ad ogni passo, questa volta con un'aria più tesa. Era perché non era un fan dell'attività fisica? Condivideva tale sentimento appieno seppur avesse accettato la passeggiata in un batter d'occhio.

Prima di girare l'angolo in corridoio, tuttavia, una nuova voce li chiamò.

" Mitsuki! Hyo! Good morning, sweeties! "

Non credo che di introduzioni servano.
Naomi si avvicinò alla coppia e mise entrambe le sue braccia dietro i colli dei due, con sorriso smagliante e fare amichevole. Non era nemmeno una sorpresa che si fosse ripreso in poco meno di una notte, o semplicemente non lo dimostrava.

" b-buongiorno "

" cosa fate di così bello? Una passeggiata? Una caccia al tesoro per trovare new infos about our situation? "

" perché dovremmo trovare delle informazioni? Abbiamo già raccimolato tantissimo- "

" because! I have the solution for you all! "

La interrompè, mettendosi davanti a loro e portando una mano sopra i suoi occhi in modo drammatico.

" so you see, ieri notte mi sono messo all'opera nel trovare qualcosa perché non potevo rimanere con le mani in mano! Per quanto mi duoleva la situazione attuale, per quanto avessi voluto arrendermi! Never, and I say never, will I ever give in! Bisogna sempre combattere con tutte le forze! "

Eccolo che ripartiva col discorso inutile ma intrattente.
La narratrice unì le mani.

" oh, sei stato grandioso! Ti ammiro! Dicci un po' di cosa hai trovato "

Lo complimentò e propose curiosa.
Naomi tirò da sotto il mantello un foglio di carta piegato varie volte, mostrandolo davanti al naso di lei.

" this! This is the key in solving our problems, my dearest cousin! "

Fece per aggrapparlo ma prima ancora che alzò le mani le venne scartato via.

" but! We must wait for other people to come! Don't you think it's gonna be boring and repetitive explaning this to every single one of them who comes? "

" uhm, posso rispiegare io se tanto ti turba "

" I would never let you do it! This is my treasure and I will handle as better as I wish! Capiche? "

Incrociò le braccia al petto, alzando il mento verso l'alto con fare altezzoso.

" don't you agree, Hyo? "

" s-sì, sì "

Annuì numerose volte il biondo.
Mitsuki tirò in sospiro arreso ed incrociò una benda sul polso dell'albino che andava a nascondersi sotto il guanto. Si ricordò di un altro avvenimento, sentito a voce raccontato la notte prima da Sumire, Shiori ed Akihisa, ma era incerta sulle condizioni del fanciullo alla fine.

" come va con, uhm, la mano? Se posso chiedere, ovvio- "

Naomi la fissò con sguardo serio, immobile addirittura, per qualche istante prima di scrollare le spalle.

" my! It was such a pain! And it still dwells deep into my heart! But fear not, dear, for I, Naomi Sawyer, will never let something as tragic as this bring me down! I might be the greatest drama actor of all times, but this doesn't mean I'm not going to fight until justice will be brought! "

" ahah, se ti serve un aiuto per qualsiasi cosa basta chiedere, okay? "

Naomi abbassò il busto, mettendo una mano sul petto e stringendo la camicia indossata, come se fosse stato appena sparato in quel punto.

" ah! My dearest Mitsuki! Or shall I say 'my dearest, Mitsuki'! Your soul is too kind for this world. I would keep that in mind quando mi dovrai fare un caffè! "

Spiegò successivamente con tono commosso.

La conversazione andò avanti per un po' di minuti ed ancora nessuno si faceva vedere.
Finché Naomi, girato di spalle dalla direzione cui era venuto, ossia la stessa cui si trovavano cucina, sala da pranzo ma anche il corridoio per accedere ai dormitori, provò qualcuno toccargli la spalla destra.
Saltò in aria urlando con voce poco virile e più simile ad una ragazzina, per poi buttarsi in avanti e nascondersi dietro il regista e la narratrice.

Dal nulla comparì Sumire con un leggero sorriso in volto, alquanto difficile da decifrare se fosse dalla felicità oppure mascherava risentimento e irritazione.

" heylà! Vedo che ti sei ripreso! Oh, ci sono pure Mitsuki e Hyo! "

Salutò gli altri due, anche loro confusi da come fosse comparsa dal nulla. Effettivamente sentirono dei movimenti, quindi forse si sono fatti trasportare tanto dal discorso?
Non ci diedero molto pensiero e la salutarono con un gesto di mano.

" Sumire, my darling! What brings you here first thing in the morning? "

L'attore uscì dal nascondiglio, afferando entrambe le mani della castana con fare romantico. Ella alzò le sopracciglia confusa, staccandosi subito dalla presa.

" la fame. Mitsuki, vuoi venire con me a fare uno spuntino? "

" perché no- "

" howbeit detengo qualcosa che ti farà dimenticare questo. Hence the reason why we're here! Ho trovato delle clues! "

Adesso aveva l'intera attenzione della giornalista.

" di cosa si tratta? "

" well, you'll have to wait for the others to come here perché abbiamo stabilito che it would be faster explaning this once and for all! "

" però io posso vederlo adesso perché sono ls tua preferita, vero? "

" you are, however no "

" oh che palle che sei certe volte "

Sbottò tirando fuori il suo E-Hanbook ed aprendo la chat.

" quindi avete deciso di fare un meeting qui? "

" sì "

" di prima mattina mentre il resto ancora dorme? "

" sì "

" senza nemmeno mandare un messaggio dicendo che questa riunione esistesse in primo luogo? "

" sì "

Mitsuki e Sumire si misero una mano ij faccia da quanta confidenza l'altro aveva, tirando un sospiro.

" che cazzata a combinato il lampiome adesso? "

Altri passi ed un'altra voce arrivarono dalla stessa identica direzione, rivelando non una ma bensì due persone.

Koharu ed Asahi avevano i capelli scompigliati come se si fossero svegliati proprio 5 minuti fa. Anche il loro visi davano quell'impressione assieme al tono di voce di Koharu.

" che gruppo che si sta facendo, signori. Tre ragazze, un attore ottuso, un criminale a piede libero ed infine quello che sembra aver mangiato del cemento da piccolo "

" scusa?! "

Esclamò il biondo, scioccato da cosa le sue orecchie avessero appena sentito.

" vaffanculo pure a te "

Commentò invece il giocatore di scacchi mentre si sistemava i l'acconciatura.

" che ci fate qui? "

" stavamo aspettando che tutti si riunissero per discutere di una faccenda! "

Spiegò Mitsuki nei dettagli successivamente.

" ci metteranno una vita, però! Non possiamo farlo adesso e rispieghi tutto dopo? "

Prima che l'attore potesse dare una risposta un'altra persona, stranamente, si fece vedere.

" oh, look who the cat dragged in... "

Commentò acido vedendo la faccia di Axel, stanca e sfinita, avvicinarsi a loro.
L'unica risposta che ebbero fu la sua sorpresa nel vedere un gruppo così presto lamattina. Oltre a ciò, però, non sembrava nemmeno capire cosa lo circondava. Non voleva capire cosa lo circondava. Sapeva ma non voleva vedere lo sguardo di tutti deluso e disgustato.
Naomi per via della litigata.
Sumire e Mitsuki per cosa successe durante la notte.
Asahi per altre ragioni.
Forse si salvavano Hyosuke e Koharu, ma conoscendo il gruppo sapranno già cosa avesse combinato e lo staranno giudicando a loro volta.

" ancora ti fai vedere in giro, eh? Non sapevo avevi tal coraggio "

Fece notare la castana col caschetto incrociando le braccia al petto, mentre lo fissava arrabbiata. Il creatore di effetti speciali non rispose.

" il gatto ti ha mangiato la lingua? Spero tu ti senta in colpa come pochi dopo quello! "

Lo era.
Si sentiva in colpa.
Sapeva di essere responsabile riguardo quel tentativo.
Però... Non ne voleva parlare... Avrebbe levato le tende una volta uscito con del cibo.

Asahi, Koharu, Hyosuke e Naomi non capivano il perché di quella fredezza, non ancora resi al corrente della situazione.
Mitsuki, invece, non fiatò affatto. Non riusciva nemmeno a muoversi. Era... Spaventata.

" che fate...? "

" cazzi nostri e non ne fai parte. Ora sloggia! Che vuoi da queste parti invece? "

" ... del cibo "

" prendilo e vattene via allora! Nessuno ti vuole vedere! Rimani in camera che fai un favore a tutti! "

Axel alzò le sopracciglia, mordendosi la guancia dall'interno.
Non rispose.
Ma era palese che quelle parole fecero male.
Fecero male perché erano la verita.

Avanzò verso la cucina con passo più affrettato.
Voleva andarsene.
Voleva sparire.
Prima lo faceva e meglio era.

Aprì la porta e fece un passo in avanti.

Brutta mossa.

Qualcosa da sopra cadde sulla sua testa  coprendola del tutto.
Era un oggetto concavo, quale buco andò sopra il capo.
Aveva un liquido all'interno.
Un liquido più denso dell'acqua...
Andò praticamente ovunque sul suo corpo ed i suoi occhi bruciarono alla sensazione di un elemento sconosciuto che entrava.

Tirò un gemito dal dolore, levandosi quell'oggetto pesante dalla testa.
Si grattò gli occhi ma pure le mani erano sporche dello stesso liquido.

Aprì gli occhi con la vista ancora offuscata.

Non comprendeva bene le forme.

Ma i colori? Sì.

Infatti cosa gli cadde addosso non fu semplice liquido.

Perché era rosso.

___________________________

Buon pomeriggio a tutti!
Finalmente anche questo atto è stato pubblicato e, come credo di aver menzionato nell'atto precedente, questo capitolo ha un atto in più rispetto al resto, hence nel prossimo ci sarà l'omicidio quindi preparatevi 💯💯💯.

Detto questo vi avviso che la mia pubblicazione dei capitoli wattpad rallenterà un po' perché all'inizio di Agosto partirò per le vacanze e tornerò attorno la metà del mese.
Potrei anche scrivere durante questo tempo... però conoscendomi dubito.

E, anche se solo io posso festeggiare ciò, ho finalmente finito la scuola per quest'anno e posso entrare nel periodo delle vacanzr estive❗❗❗ 💯💯💯

Quindi sì, prendo questa opportunità per augurarvi un buon proseguimento delle vacanze nonostante i casini meteorologici che ho sentito dire in queste settimane.
Spero tutti stiate bene! <3

Come al solito chiedo scusa per eventuali errori grammaticali, ortografici e interpretazione scorretta dei vostri personaggi.

E ci vediamo al prossimo capitolo 💞.

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