❱ 𝗖𝗛. 𝗜, 𝗔𝗖𝗧 𝗜𝗩: 𝖪𝖮𝖧𝖠𝖱𝖴, 𝖳𝖧𝖤 𝖲𝖢𝖠𝖯𝖤𝖦𝖮𝖠𝖳 ❰


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" Le persone non fanno altro che dirmi di essere problematica, ti andar a farmi curare, ma nessuno effettivamente vuole aiutarmi "

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Dopo essersi separata da qualche sua compagna, la castana si era diretta verso la sua classe attuale per riprendere una semplice matita lasciata lì per sbaglio. Era l'unica rimasta nel suo astuccio attualmente, quindi lasciarla lì ed aspettare il giorno dopo non era affatto una scelta, per quanto minuscolo l'oggetto potesse essere. Si aggiungevano pure i compiti a pressarla nel fare in fretta e tornare subito a casa per finirli ed oziare come sempre.

Club pomeridiani? Non le erano mai interessati. Quelli disponibili nell'istituto cui frequentava non erano nulla di che. Letteratura? Noia totale. Pallavolo? Non riusciva a saltare così in alto. Pallacanestro? La sua statura non era adatta per uno sport del genere. Recitazione? Non ci pensava nemmeno a mettersi un costume da scemo e parlare a vanvera davanti a tante persone!

Per un motivo o l'altro non riusciva ad interessarsi a nessun hobby. Non che le importasse molto ormai, anzi, certa gente farebbe solo i salti di gioia a sapere di non essere in sua presenza.
" troppo aggressiva " la descrivevano. Ma quello che faceva era solo difendersi, non comprendeva perché fosse così difficile arrivarci. Non si sarebbe mai fatta mettere i piedi in testa, soprattutto da dei spilungoni. Non importa quanto male la trattassero.

" troppo aggressiva... "

Ripeté sottovoce trovandosi davanti al suo banco. A quel maledetto banco. La matita non era nemmeno presente dove l'aveva lasciata prima, piuttosto si trovava sul pavimento spezzata in due.
Il suo respiro dalla bocca iniziò a farsi tremante, sentendosi il cuore battere in gola davanti a questa scena.
Il suo banco, quel maledetto banco.
Pieno di scritte ed incisioni sul legno.

" a Koharu Kumagai... "

Pieno di insulti e minacce.

" ... a quella stronza senza controllo... "

Pieno di disprezzo ed odio.

" ...spero tu possa scomparire proprio come il tuo paparino fece tempo fa "

Non riuscì a togliere i suoi occhi castani da quelle lettere espresse con inchiostro nero.
Sui bordi vi erano altre parole dispregiative come:

" scimmia imbestialita "

" scarto della società "

" sei solo qui per scaldare la sedia "

E man mano che si arrivava al centro quelle parole diventavano sempre più taglienti, fin quando nel bel mezzo della tavola in legno vi era una grande scritta, incisa probabilmente con delle forbici, quale portò i brividi a percorrere il suo intero corpo.

" ammazzati "

La sua borsa scolastica cadde giù dalla sua spalla, le sue ginocchia stavano iniziando a traballare e non ci vide più dalla rabbia, dall'odio, dalla disperazione.
Si buttò addosso al banco e con la manica della divisa iniziò a strofinare quelle scritte nel penoso tentativo di cancellarle via.
Ma non funzionò. Per quanto forte e ripetitiva fosse, l'unica cosa che ottenne furono delle sbavature ed una manica sporca d'inchiostro nero, pronta ad andare in lavatrice.

I suoi occhi divennero ancora più rossi e dalla frustrazione si fece scappare un piccolo urlo, buttando giù il suo banco per non voler più vedere quello schifo davanti a sé. Se prima non era in grado di distogliere lo sguardo, ora non voleva fare altro che guardare altrove impaurita e fuori di sé.
Seguì la caduta ed ora si trovava a terra sulle sue ginocchia. Guardava in basso con uno sguardo ad occhi spenti e lucidi, fronte aggrottita e bocca semiaperta.

Perché non le capitava mai una giusta? Quando era più giovane non faceva altro che mostrarsi forte e dura, così da non esser presa di mira per il suo aspetto e carattere particolare. Veniva in soccorso persino per i più deboli, ma i suoi metodi erano sempre violenti.
Quando era entrata in questa scuola aveva provato a seguire la massa, a cercare di farsi piacere. Eppure nulla sembrava funzionare. Ora veniva ancor di più denigrata. Gli atti spregevoli non facevano altro che aumentare. Ma lei non perdeva mai occasione di tirare fuori gli artigli, di difendersi fino all'ultimo a qualsiasi brutta parola sul suo conto.
Starsene zitti equivale a mostrarsi deboli. E così era ancor più vittima di quel gruppo di bulle.
Difendersi equivale a dar ragione alle voci che giravano sul suo conto. E così era ancor più vittima di quel gruppo di bulle.
Come diavolo ci era finita in questo limbo in primo luogo? Personalmente non le era mai andate in contro finché non furono loro le prime a farlo. Allora perché ogni sua azione portava sempre ad una reazione più estrema?

In quel momento era in combutta con se stessa. Una parte avrebbe voluto scomparire dalla faccia della terra, scapparsene a casa e non uscire più. L'altra non aspettava altro che dare una lezione una volta per tutta a una di quelle viziate. E dopo qualche minuto, quale sembravano delle lunghissime ed interminabili ore, riuscì ad alzarsi in piedi ed uscire dall'aula.

[ ... ]

" oh Koharu, che strano vederti qui "

La compagna di classe aprì la porta dell'aula del suo club mentre sbucciava una mela con un coltello da cucina. Anche se quelle parole sembravano provenire da qualcuno di sorpreso della sua presenza, il suo sguardo ed il suo tono mostravano tutt'altro che sorpresa, piuttosto compiacimento e soddisfazione nel vederla là davanti con lo sguardo basso. Appoggiò la spalla sulla cornice della porta mentre cercava di non tagliarsi nel processo di sbucciare il frutto, aspettando una risposta da parte della castana.

" insomma mi vuoi spiegare cosa ci trovi di così divertente?! "

Quella frase attirò l'attenzione delle altre ragazze presenti nella stanza, guarda caso amiche strette della persona davanti a Koharu.

" huh? Di che parli? "

Vi fu momento di silenzio dove la ragazza cercava di connettere i pezzi del puzzle. Quando realizzò del perché si trovasse lì fece un "oh" alquanto prolungato prima di ridacchiare.

" ma certo, hai visto il regalino che ti ho lasciato? E pensare che doveva essere una sorpresa per domani mattina "

Gesticolò col coltello prima di tagliare uno spicchio di mela e mangierselo. Tutta quella indifferenza, tutto quella sfacciataggine... le faceva contorcere lo stomaco solo a vederle. Strinse i pugni delle mani.

" perché l'hai fatto?! Ti sembra normale augurare a qualcuno qualcosa del genere?! "

" chissà, effettivamente ero un po' annoiata. Dura la vita da futura ultimate. Piena di responsabilità e frustrazione "

" ma ti rendi conto di quello che dici?! "

La ignorò completamente scrollando le spalle.

" in fondo però tu sei tutt'altro che 'normale'. Non c'è bisogno che mi ripeta sul perché se hai letto tutto quello scritto, no? "

Rimase senza parole. Non capiva davvero cosa passava nella testa di questa fanciulla. E più parlava, più sentiva quella contorsione aumentare in modo doloroso, tremare come non mai ma al contempo sentire tanto caldo.
Una delle compagne si era avvicinata alle due.

" insomma Rieko, lasciala stare. Guarda come si sta scaldando. Finirà per far del male a qualcuno come sempre "

" davvero riesce a far del male una bassotta come lei? Con una mano riesco a spingerla via come sabbia al vento "

Usò la stessa mano cui teneva il coltello e diede una piccola spinta alla più bassa. Naturalmente ha evitato che il coltello facesse contatto con l'altra. E Koharu fece un passo indietro senza dire nulla.

" vedi? "

Rieko guardò la sua amica con un sorriso da smorfiosa, per poi dare un'altra spinta più forte. Questa volta Koharu fece due passi indietro.

" di cosa avete paura? Questa farebbe male ad un moscerino come massimo "

Ed ancora la forza usata aumentò, portando Koharu ad avere le spalle al muro. Ancora non diceva nulla, come se si stesse trattenendo con tutta se stessa.

" scarto della società, non hai nessun talento, nessuna motivazione per fare nulla. "

Stai zitta.

" Come diavolo ti fai ancora vedere in giro essendo consapevole di ciò? "

Stai zitta, stai zitta, stai zitta.

" Sei brutta, stupida, aggressiva. Ancora non ti arriva nel cervello che le persone ti detestano per giusti motivi? "

Taci, taci, taci.

" E ti sorprendi se esprimo la mia opinione? Cosa faresti se riuscissi a sentire i pensieri di tutta la classe? In fondo la pensano come me. "

Non un'altra parola, Rieko. Non. Un. Altra. Parola.

" Saresti meglio sei piedi sottoterra, almeno faresti spazio a persone meritevoli di stare qui "

E crack.
Come una goccia che fece traboccare il vaso, Koharu sentì qualcosa dentro di sé spezzarsi prima di lasciarsi prendere dalle sue emozioni.
Era doloroso, ma non sentiva un dolore tipico di una ferita.
Era straziante, ma non riusciva più a sentire alcun suono.
Il momento prima stava venendo spinta via dalla fanciulla.
Quello dopo riusciva a vedere se stessa lanciarsi addosso a Rieko, far cadere le due a terra, prenderla a schiaffi e pugni, tirarle i capelli da strapparglieli via dallo scalpo mentre le urlava contro. Cosa le stava urlando? Non lo sapeva nemmeno lei. Dal punto di vista di uno spettatore ci si aspetterebbe un "ti odio", "vaffanculo" o qualche negazione riguardo alle affermazioni di prima. In quel momento la sua vista era concentrata sullo sguardo pieno di botte dell'altra, ignorando completamente le persone attorno a lei che cercavano di fermarla dal fare del male ulteriormente all'amica.

Ed andò avanti così per troppo poco per i suoi gusti, finché una figura decisamente più muscolosa dalle studentesse non la prese da dietro e la impedì di far male ulteriormente all'alunna.

" MI LASCI! QUESTA ME LA PAGA! "

Urlò mentre scalciava nel tentativo di liberarsi dalla presa del professore che la allontava via dal gruppo. Nel mentre gli altri membri del club si sono fiondati sulla vittima e l'hanno aiutata ad alzarsi.

[...]

Ma a pagare le conseguenze delle sue azioni sembrò proprio esserlo lei.
Ancora infuriata, anche se non così come pochi minuti fa, si trovava seduta su una delle sedie presenti in presidenza. Mani chiuse in dei pugni e appoggiati sulle sue ginocchia con braccia tese. La sua testa puntava su quest'ultime pur di nascondere l'espressione piena di rancore, ira ed imbarazzo. Nelle sue vicinanze, anche se un professore stava in mezzo, si trovava l'altra ragazza piena di lividi, botte rosse e lacrime che scendevano giù da quest'ultime. Ogni tanto singhiozzava alquanto forte, tirando i nervi della castana ogni singola volta.
Il professore fra le due faceva da barriera che divideva le due alunne dall'insultarsi ed alzare prontamente le mani. Certe volte si sistemava gli occhiali con l'indice e cercava in qualche modo di consolare e zittire entrambe quando cercavano di aprir bocca per qualsiasi cosa. Sottovoce invece continuava a borbottare di quanto deluso fosse da entrambe per questo avvenimento accaduto "fuori dal nulla".
Ciò comportò ad un silenzio assai imbarazzante ed instabile, pronto ad essere spezzato da un momento all'altro dall'ennesimo minuscolo rumore da uno dei tre presenti davanti alla cattedra del preside. Quando l'uomo arrivò assieme al resto dei genitori delle due - la madre single di Koharu e la coppia genitrice di Rieko - fece accomodare gli adulti fra le rispettive figlie ed al professore fu concesso di allontanarsi per discutere di questa decisione in privato fra loro.

" come ben sapete, il motivo per cui vi ho convocato è una litigata fra queste studentesse "

Iniziò il suo discorso con tono grave. A sentire quella voce Koharu provò un brivido scenderle lungo la schiena. Non era la prima volta che la sentiva, così come non era la sua prima volta in presidenza. Se fosse stato per una piccola litigata, piccolo furto, qualche schiamazzo di troppo in classe... In qualche modo Koharu finiva sempre per prendere la colpa anche quando non aveva fatto nulla. Questa volta però era diverso... Ora che c'era sua madre lì con lei la sensazione di stress la pressava ulteriormente.

" da ciò che mi è stato riferito, dopo la fine delle lezioni e prima dell'inizio dell'orario pomeridiano, Koharu si era recata nel club frequentato da Rieko molto arrabbiata per qualche motivo. Le due ebbero una piccola conversazione e finirono per aggredirsi a vicenda "

" è stata lei ad aggredirmi! Insomma, guardi come sono ridotta! Ha persino strappato via i miei capelli per via di un misero scherzo- "

" e tu quello lo chiami scherzo?! "

" silenzio, entrambe! Non voglio più essere interrotto quando parlo "

Tornarono composte ai loro posti. Koharu sentì il respiro di sua madre vicino al suo orecchio.

" smettila "

Non sapeva se facesse più paura lei od il preside in questo momento. Mandò la saliva in gola e non disse niente, ma annuì debolmente.
L'uomo anziano riprese a parlare.

" mi è stato inoltre detto che sul banco di Koharu vi erano delle scritte... Alquanto dispregiative sul suo conto. Motivo per cui si era diretta verso Rieko "

Guardò prima l'altra e poi Koharu.
Si soffermò su di ella.

" e dimmi Kumagai, perché pensi sia stata lei a farlo? "

" perché è palese! Lei ed il resto del suo gruppo non fanno altro che prendermi di mira dalla mattina alla sera! Ma non solo con me, lo fanno con tutti quanti a scuola! L'ha persino ammesso quando mi ero presentata! "

" non è assolutamente vero! Certo, scherziamo certe volte ma non è mai accorso nessun atto di bullismo. Alla fine ridono sempre con noi! È Koharu che la prende sempre sul personale col suo vittimismo! "

" bugiarda! Tutti tranne i professori sanno che siete dei pericoli viventi! Hai addirittura insinuato che dovrei scomparire perché non sono brava quanto te "

" non ho MAI detto nulla del genere. Non sono nemmeno stata io a scrivere quelle porcherie. Vengo a sapere solo adesso che esistono in primo luogo. Se ne fossi stata a conoscenza avrei subito reportato il tutto al consiglio studentesco. Ne faccio parte dopotutto. Sono addirittura una futura Ultimate! "

" CRISTO SANTO QUANTO MI DAI SU I NERVI TU E LA TUA STORIA DELL'ULTIMATE- "

Koharu fece per alzarsi nuovamente dalla sedia per lanciarsi contro la fanciulla, ma fu fermata dalla madre tenendola salda sulle spalle.

" Koharu smettila adesso! "

La rimproverò nuovamente con tono molto più furente di prima, penetrandola con uno sguardo deluso nell'anima.
Lei tornò di nuovo zitta, abbassando la testa ed incrociando le braccia al petto. La sua espressione tuttavia rimaneva la stessa: furente e minacciosa.
Rieko d'altro canto sembrò quasi spaventata a vederla alzarsi, tanto che strinse la sua mano attorno a quella del padre cercando protezione dall'uomo.
Il preside tirò un sospiro profondo.

" al momento non abbia possibilità di sapere se quella fosse la calligrafia di Rieko, quindi non posso stabilire una punizione appropriata per quest'ultima. Anche se dubito fortemente che sia stata lei dato il perfetto curriculum formato in questo istituto "

Osservò la ragazza in questione facendole un cenno con la testa.

" tuttavia, Koharu, per te verranno presi provvedimenti seri. "

Fulminò con lo sguardo l'altra, quale era a pochi passi dall'esplodere per l'ennesima volta.

" se non vi dispiace vorremmo delle scuse per questo avvenimento! È inconcepibile che mia figlia venga tratta in questo modo dopo per una semplice ed infondata accusa! È già tanto se non contattiamo la polizia e vi denunciamo! "

Sbottò la madre di Rieko, fissando l'altra donna presente in stanza con la fronte aggrottata e le labbra truccate di rosso pendevano leggermente.
Ella non ricambiò lo sguardo, anzi, tirò un sospiro verso il basso prima di allontanarsi dalla propria figlia e dirigersi davanti all'altra famiglia. Koharu rimase confusa come il resto dei presenti da questa sua azione, aspettando di vedere quali fossero le sue intenzioni.

E dopodiché.
Un tonfo si sentì per tutta la stanza.
La faccia di Koharu si tramutò in un'espressione di sorpresa e perplessità, rimanendo addirittura a bocca aperta nel vedere quella scena. Non capiva. Perché? Perché sua madre si era inginocchiata a testa bassa, con fare penoso? Si era inginocchiata davanti alla famiglia della suddetta vittima, chiedendo ponendo le sue più sentite scuse... Perché? Scuse dette con tono rammaricato e pentito. Come se fosse imbarazzata di doverlo fare per sua figlia.

" ... perdonatela infinitamente. non è la prima volta che mi viene riferito una cosa del genere. "

" mamma... ma cosa stai facendo? "

Borbottò Koharu. Ma venne ignorata.
L'altra donna si alzò dalla sedia e la guardò più infuriata di prima.

" pensa davvero che delle semplici scuse possano bastare?! "

Scosse la testa.

" provvederò a pagare ogni spesa medica neccesaria affinché Rieko stia di nuovo bene "

" smettila di starla ad ascoltare! Non devi pagare nulla a loro! "

Esclamò. Ma venne ignorata ancora.

" e lascerà andare sua figlia così? "

" ... mi occuperò di prendere seri provvedimenti. quello che ha combinato è inaccettabile "

" 'inaccettabile'?! Insomma basta con questa storia! Perché siete tutti contro di me?! "

La castana si alzò dal suo posto battendo i piedi per terra fuori di sé. Si diresse di fianco alla madre ed afferrò il suo braccio nel tentativo di aiutarla ad alzarsi. Anzi, di forzarla ad alzarsi in un modo o nell'altro.

" smettila, non devi fare nulla per questi zoticoni! Pensano di averla meglio perché sono leggermente più in alto dal resto delle persone! "

Nessuna risposta.

" ti prego, alzati! Non è giusto! Non dovresti sottometterti così! "

Ancora nessuna risposta.

" PERCHÉ NON MI STAI DIFENDENDO?! PERCHÉ NON CREDI ALLE MIE PAROLE?! "

" Koharu devi smetterla adesso! Chiedi immediatamente scusa per quello che hai fatto! "

" mai! Solo quando ammetterà di esser stata lei a scrivere quelle cose ci penserò! "

" perché sei così fissata nel dover vedere pure le altre persone pagarla e non prenderti le tue responsabilità una volta per tutte?! Esigo che chiedi scusa immediatamente! "

Man mano che la conversazione andava avanti, man mano le parole delle due si tramutarono in grida.

" insomma perché non credi a quello che dico?! È stata lei! Quante volte sono arrivata a casa dicendoti di quello che mi faceva? Quante volte mi hai detto di non starmene con le mani in mano?!"

" questo non è il momento Koharu- "

" e quando lo sarebbe? Perché non mi vuoi credere?! SONO TUA FIGLIA, PERCHÉ NON SEI DALLA MIA PARTE!? MI HA DETTO CHE DOVREI AMMAZZARMI! VUOI DAVVERO IGNORARE QUESTO FATTO?!"

Il climax fu raggiunto non appena la castana gridò quelle parole, portando nella stanza un silenzio da brividi. Lasciò andare il braccio di sua madre.
Strinse le mani in dei pugni.
Non distolse lo sguardo da ella.
Le sue spalle si alzarono ed abbassarono a ritmo del suo respiro instabile.
Instabile quanto le sue ginocchia.
I suoi occhi erano lucidi e sull'orlo del pianto.
La sua voce rotta e nasale.

" m-mi ha detto che dovrei scomparire... che non merito di stare al mondo... come potete ignorare tutto ciò? "

Il preside, quale è rimasto tutto il tempo in silenzio fino ad ora ad osservare la scena, si alzò in piedi con braccia composte attirando l'attenzione di tutti i presenti.

" ... Koharu Kumagai, lei è esplusa da questo istituito "

[ ... ]

Neanche il tempo di passare la sua prima settimana di espulsione chiusa in casa da sola, mentre sua madre lavorava, che le fu chiesto - obbligato - di fare le valigie ed andarsene a Wakayama da sua zia per frequentare un'altra scuola lì.
Vi fu naturalmente l'ennesima litigata su questa situazione.
Sul perché la madre avesse lasciato fare agli altri come volessero.
Sul perché ella si sentiva così tradita dal suo unico genitore per non averle creduto mai una volta fino ad ora.
Sul perché dovrebbe trasferirsi quando stava bene lì senza fare nulla.
Insomma, perché frequentare una nuova scuola in fondo? L'aveva detto pure qualcuno che non si meritava un posto lì... Perché andarci? Sempre presa sotto il mirino di tutti per qualsiasi cosa faceva e pagarne le conseguenze se si difendeva? Era meglio rimanere lì, chiusi, a non parlare con nessuno. Che senso aveva continuare questa vita da emarginata?

Però alla fine fu l'adulta ad avere la meglio, spingendola verso la fermata del treno con delle valigie con tutti i suoi averi ed utensili più utili. E lei si trovava lì, ad aspettare un treno che nemmeno voleva prendere, cercando di nascondere le lacrime dal resto dei passanti.
Una visita da sua zia era sempre stato qualcosa di positivo per lei. Invece ora si trovava con queste sensazioni di tradimento, solitudine, gelosia, disperazione mangiarla dall'interno fino al crollo fisico. Combatteva le lacrime con tutta se stessa, cercando di far passare essere come una brutta allergia o qualcosa finito nell'occhio. Nel mentre la sua testa continuava a ripetere le stesse frasi:

Al diavolo la scuola.
Al diavolo chiunque si crede chissà chi.
Al diavolo gli Ultimates.
Al diavolo mamma.
Questo sistema fa schifo.

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I minuti passati in silenzio in quell'ascensore riuscivano a farsi sempre più soffocanti e lamentosi. La tensione provata da tutti si era unita in un'atmosfera di sospetti, pensieri, ipotesi mentre si scambiavano sguardi poco gentili. Tutti sembravano esser concentrati su cosa sarebbe successo a loro non appena avessero raggiunto la destinazione del meccanismo.
C'era chi fosse più al centro attorno a più persone.
C'era chi fosse più ai lati isolato da quest'ultime.
C'era chi guardava in basso perso nei suoi pensieri.
C'era chi si guardava intorno cercando di realizzare quest'ultimi.

Una volta che l'ascensore si fermò al piano sottostante, le porte si aprirono e davanti ai ragazzi vi fu una stanza tanto grande quanto diversa dalla tipica estetica scolastica. Nonostante non sembrasse affato un luogo lugubre e buio, riusciva comunque a dare un senso d'angoscia a tutti quanti. Appena oltrepassata la porta si riscontrava un grande cerchio formato da postazioni in legno. 16 di loro ad essere precisi. Nel bel mezzo della stanza. E poco dietro una delle postazioni si trovava un trono più alto su cui poter sedere.
Da alcune parti seguivano dei tappeti rossi dal centro verso i muri decorati con candelabri e tende. Tende cui sembravano coprire una finestra, una porta, una via d'uscita, ma in realtà si celavano altre mura. Il pavimento risulatava a piastrelle simile ad un campo di scacchi esteso.

Venom si presentò davanti alle facce di tutti gli studenti scioccati. In contrasto ad essi aveva stampato un sorriso, come se fosse felice di quello che succederà in futuro. Haruki, la sua ormai controparte, si trovava invece dietro a quest'ultimi per far in modo che nessuno cercasse di fare qualcosa di azzardato in sua presenza.
Prendendo il suo cappello fra le sue mani, la castana fece un piccolo inchino e si mise di lato all'entrata:

" dopo di voi, miei cari. ognuno prenda posto dove più gli pare. Apparte quello di Makita naturalmente "

Quello di Makita? Intendeva dire Hiroko? Ma non era ormai presente fra di loro...
Una cosa che il gruppo ebbe notato però fu la presenza di uno stand su una delle postazioni, precisamente quella davanti al trono. Tutta in legno marrone, su di essa vi era un ritratto di una persona con sopra un croce rossa. Ma non un ritratto qualsiasi. Quello di Hiroko.

" ho aggiunto una sua foto in caso vi mancasse. Insomma, bisogna sempre rimanere una classe unita! "

Spiegò con un tono così tranquillo che sembrava quasi ironico a sentire. Dopo che tutti ebbero preso posto, anche se contro la loro voglia, ella balzò sul trono davanti al cerchio di ragazzi mentre l'altro ragazzo semplicemente si postò vicino a quest'ultimo senza mai perdere d'occhio i presenti. Paragonati sembravano un regina assieme al suo prode cavaliere. Prima che ella prendesse di nuovo parola sistemò nuovamente il suo cappello sul capo e dilungò successivamente le braccia verso l'altro. Una volta messe giù riprese a parlare e rompere quel silenzio teso quale non sembrava nemmeno toccarla:

" suppongo vi servano alcune regole su come il gioco funzionerà da qui in poi. Questo è un processo di classe da come vi ho menzionato prima. Dopo le investigazioni naturalmente ci vuole una buona discussione per trovarsi in accordo e dare a tutti una visione più ampia della situazione. Il vostro scopo è trovare il vero colpevole dietro l'omicidio di Hiroko Makita, Ultimate Flaustist. Esponete le vostre tesi, date le vostre opinioni, ponete domande fondamentali alla strada dello smascheramento dell'assassino! Ed ovviamente si avrà del tempo per votare, anonimamente, chi secondo voi sia il colpevole. Se la maggior parte delle persone vota per la persona giusta allora sono quest'ultima venita punita! Se invece... sbagliate la risposta. Non solo sarete tutti voi a prendervi questa punizione, ma il killer potrà pure andarsene da questa scuola! Avete delle domande? "

Una mano fu alzata. Quella di Sumire.

" e cosa si intende con 'punizione'? Un semplice castigo? "

Venom ridacchiò a sentire quelle parole, portando la mano davanti alla bocca.

" se hai letto le regole attentamente non faresti domande del genere, cretina! Una punizione equivale ad un'esecuzione "

La castana guardò l'altra con uno sguardo minaccioso alla sua maleducazione.

" quindi... Se sbagliamo verremmo uccisi? "

" esattamente! "

" e stai dicendo tutto questo come se nulla fosse? "

" proprio così! "

La giornalista continuò a guardarla male.
Tuttavia vi fu una seconda domanda chiesta da una persona differente. La voce di Asahi fu quella a sentirsi:

" e come funzionerebbe questo sistema di votazione? "

" oh, semplice! Dall'e-handbook si sbloccherà momentaneamente una tabella con le vostre facce. Cliccate su quella di chi pensate fosse l'assassino et voilà! "

Il ragazzo, seguito da un paio d'altri, prese fra le sue mani il tablet con controllare la veridicità delle parole della ragazzina. Sullo schermo spuntò, dopo le opzioni già viste, una nuova scritta: "votes".

Cliccò su quest'ultima e vide, proprio come nel file degli studenti, tutte le loro immagini. L'unica differenza era lo sfondo rosso ed una scritta che recitava: " chi è stato? ".
Corruggò le sopracciglia prima di tornare a guarda Venom.

" siamo obbligati a votare? "

" mh, se vuoi rimanere tutto intero, sì "

Spalancò gli occhi a sentire ciò ed annuì lentamente, facendo capire di aver afferato il messaggio senza il bisogno di ripetersi.

" altre domande? No? Bene! Che il processo di classe abbia inizio! "

Affermò finalmente, mettendosi comoda sul trono ed aspettando di vedere cosa ne sarebbe uscito.

E come quelle parole furono dette, un silenzio calò nella stanza. I ragazzi si guardarono insicuri su quel che c'era da fare e discutere. Iniziare con le teorie a quanto pare non sarebbe stato facile. Di cosa avevano mai paura? Di tutto. Di iniziare a puntare il dito, per finire di cader sospetto o incolpare la persona sbagliata. Di parlare di cose insensate ed irrilevanti all'argomento. Di morire.

A spezzare questo silenzio nemmeno fu una voce, bensì il rumore di un pennarello passato su una superficie in plastica liscia. E chi mai usufruiva di elementi simili nella comunicazione? Izumi.
Concentrato sullo schermo per qualche secondo mentre sembrava cercare le parole giuste da riferire al resto dei presenti, il ragazzo alto si prese giusto qualche secondo prima di scrivere.

" so perfettamente che la situazione vi porti angoscia. non posso negare la stessa cosa per me. però sono disponibile ad ascoltare ogni vostra teoria! quindi non siate timidi! "

Ci misero un po' quelle parole ad entrare nelle loro teste e quando ciò accadde, unx ragazzx in particolare batté le mani una volta per attirare l'attenzione verso di sé.

" supporto Izumi. Vi prego riferiteci qualsiasi cosa. Un punto di riferimento dovremmo trovarlo in un modo o nell'altro! Vi chiediamo la vostra collaborazione più assoluta! "

Un tono di incoraggiamento e voglia di spronare si facevano trasparire facilmente dal creatore di effetti speciali, alzando la testa ad alcune persone.
Eccetto Asahi, quale schioccò la lingua sul palato in modo irritato. Il suo sguardo pareva perso nei suoi pensieri nel mentre.
Sumire si mise a leggere gli appunti che si era fatta tempo fa. Farfugliò fra sé e sé:

" non ci scordiamo che stiamo portando 'giustizia' ad un innocente nel processo. Sembra di aver improvvisamente preso il ruolo di detective e giudici in corte "

" ... okay inizio io. Koharu è sospetta "

Sembrava star contemplando questa decisione da qualche minuto ormai. Anche se a braccia conserte ed occhi chiusi, corrugati assieme alla fronte, il lettore di carte prese l'opportunità di dire la sua tesi. "Tesi". Aveva solo puntato il dito contro qualcuno ma momentaneamente e nessuno sembrava volerlo perfezionare. Nessuno tranne la diretta interessata da come si poteva aspettare.

Naturalmente la badante dei panda si sentí chiamata in causa, ancora un po' scioccata da questo percorso di eventi così ravvicinato. Rispetto a quando fu ritrovata dal resto dei suoi compagni la sua persona era più ordinata e "normale". La coda non sembrava più cedere, la camicia era ancora stropicciata anche se di meno, il suo viso non presentava più goti e naso rossi con occhi lucidi. Anche se sembravano per tornare in quello stato da un momento all'altro.
Batté la mano sul tavolo della postazione davanti a lei.

" io? come puoi accusarmi in questa maniera! È assurdo pensare anche solo di mettere a rischio la MIA vita con tutto ciò! "

Da come si poteva capire quell'accusa non l'aveva presa proprio bene. Con la stessa mano puntò il dito contro Akihisa.

" allora penso che sia tu il colpevole! Mi vuoi solo incastrare perché non ti sto simpatica, vero?! "

L'albino si fece prendere alla sprovvista da quest'accusa "di ripicca", tanto che non rimase con le mani in mano e rispose a tono.

" cosa cazzo hai detto?! "

" mi hai sentito! "

" ma se letteralmente sei stata l'ultima ad arrivare nel luogo dell'omicidio! Cosa stavi facendo di così importante, mh? "

" ero in camera mia a farmi i fatti miei! "

" ti sbagli di grosso! tutti ti abbiamo visto arrivare dalla parte opposta ai dormitori. Prova a trovare un'altra scusa. "

" sono andata da quella parte stamattina poco prima del ritrovamento! "

" ah sì? C'è qualcuno che può testimoniare ciò? "

" b-beh... e-ecco... "

La castana rimase zitta per qualche istante con le spalle al muro, pensando a come ribattere ciò. Scosse leggermente la testa come per scacciare ogni insicurezza in quel momento.
No, non sarebbe andata giù così facilmente. L'ultima cosa al mondo che farebbe è non lottare fino all'ultimo. Non importa quanti sporchi i mezzi siano.
Non importa se ferisce qualcuno nel processo.
Qui si parlava della sua vita.
E nessuno oserà strappargliela così facilmente come se nulla fosse.
Certo, non brillava per intelligenza e non sempre era detto se questi modi funzionassero...

" tu invece avresti potuto usare la tua magia nera! Scommetto che avrai letto una di quelle carte ad Hiroko e l'hai maledetta a questa morte atroce! "

Akihisa mise due dita sul ponte del naso, sull'orlo di una crisi di rabbia.

" prima di tutto non sono uno stregone. E secondo non funzionano così le letture delle carte! Altrimenti in questo momento tu saresti all'inferno con quel diavoletto! "

Si riferì come esempio alla prima ed unica volta che ebbe fatto una lettura delle carte completa davanti in presenza della castana. L'altra però non sembrava proprio mollare l'osso.

" magari stai provando a mandarmi lì accusandomi ed uccidendoci tutti così che tu possa uscirne da qui! "

" MA CI SEI O CI FAI?! "

" okay, basta voi due! Time out! "

Finalmente Valeria si intromise nella loro ormai litigata senza senso, mettendo le mani a forma di una T come un arbitro farebbe.

" se avete intenzione di sprecare il nostro tempo in questa maniera allora vi consiglio di posticipare ciò per dopo. Ora bisogna concentrarsi sui punti più importanti per arrivare alla risposta. E non inventarsi scuse ed attaccare solo perché l'altrx ha esposto un pensiero. Chiaro? "

Fulminò entrambi con lo sguardo, soprattutto Koharu. Ed il suo tono rimproverante la faceva assomigliare ad una madre che cerca di far smettere ai suoi due figli di bisticciare per lo stesso giocattolo. I due incrociarono le braccia al petto e guardarono altrove in sincronizzazione. Almeno un po' di ordine era stato portato ed alcuni erano grati per questo.
La critica di moda prese un sospiro prima di continuare a parlare.

" partiamo da questa tesi: Koharu è la colpevole- "

" ma non lo sono! "

" lo sta dicendo in linea teorica, scema! "

" shh! Dicevo. Mettiamo caso che Koharu sia l'assassino- "

" per qual motivo dovrei esserlo?! Solo perché non sono arrivata in orario?! "

La ragazza abbronzata prese un respiro profondo e portò lo sguardo al cielo cercando di calmarsi per l'ennesima interruzione.

" Koharu, tesoro, abbiamo trovato sulla scena del crimine - o quasi - qualcosa che ti appartiene... puoi tirare ad indovinare se proprio ci tieni a parlare "

La ragazza in questione aggrottò la fronte.

" oh- uh- non mi pare di aver perso nulla... vi sarete sbagliando! "

" il tuo cristo di pigiama, Koharu. Abbiamo trovato il tuo pigiama sporco di sangue. Questo riesce ad entrarti nel cervello? "

Affermò Hyosuke con tono secco e stanco di sentirla.

" eh?! cosa avete fatto al mio pigiama?! "

Da uno sguardo arrabbiato ne uscì uno preoccupato e spaventato nel sentire quella notizia. Il suo pigiama? In quel luogo lurido? Senza di lei? E... sporco... di sangue?
Come era possibile? Se lo portava sempre appresso! Come ha fatto a non notare che non fosse in sua presenza quel momento.

" come avete osato anche solo pensare di usarlo senza il mio permesso. per questo... schifo! Non sapete quanto ci tenga ad esso?! "

Esclamò nuovamente mettendosi le mani nei capelli.
Il suo pigiama... il suo prezioso pigiama... rovinato così.
Cosa direbbe sua zia di tutto questo? In fondo glielo aveva regalato lei quando si trasferì altrove. Cosa ci faceva sulla scena del crimine?
E come se affondasse il dito nella piaga, Izumi alzò in alto la sua lavagnetta affinché tutti potessero leggere il contenuto su di esso:

" mi è giunta voce che Hiroko e Koharu non andassero molto d'accordo "

" Izumi tu brutto- perché?! "

Esclamò la castana leggendo il tutto per poi guardare con una faccia minacciosa il tanatoesteta.

" com'è che io non ne sapevo nulla invece? "

Sbottò Sumire incrociando le braccia al petto offesa, come se fosse intitolata a sapere degli affari altrui. Sopratutto se vi fosse un po' di drama presente.
La critica la guardò con fare totalmente indifferente alla sua reazione, anche se i sospetti su di ella non facevano altro che aumentare, continuando a parlare.

" vorremmo sapere pure noi la situazione ed è per questo che ti chiedo: cosa stavi facendo ieri sera attorno alle 22:30? Il dead file afferma che quello sia l'orario del decesso della vittima. Ti consiglio di cercare a collaborare e non mentire spudoratamente. "

Koharu fece per dire qualcosa.
Aprì la bocca pronta a ribattere.
Ma nessuna parola uscì, prendendola di sorpresa.
In quel momento sentì il suo cuore saltare un battito. Improvvisamente sentì l'aria molto più densa, come se fosse sott'acqua. I suoi occhi erano aperti più che mai ed abbassò lo sguardo mentre cercava di tenere controllo su se stessa.

" ... Koharu che succede? "

La voce di Airi fu quella che cercò di raggiungerla senza però muoversi dal patio. Eppure non sembrò affatto riconoscerla o tener conto della sua presenza.

" perché siete tutti contro di me?! Insomma cosa ho fatto di così male per meritarmi questo?! "

Anche se stesse già urlando da prima, questo riuscì a far tacere tutti i presenti nella stanza per via delle parole.
In quel momento Koharu sembrava star perdendo le staffe, tanto che i suoi occhi tornarono lucidi come prima e le sue mani stavano iniziando a tirare i suoi stessi capelli.

" perché non mi credete?! Perché nessuno mai mi crede?! Sto dicendo la verità quando dico di essere innocente! Perché mi puntate il dito contro?! State facendo così solo perché vi credete meglio?! Perché siete ragazzi speciali?! Pensate che sono l'unica risposta perché non ho avuto le stesse opportunità che voi avevate?! "

Man mano che parlava le sue guance si bagnarono di lacrime piene di rancore e brutti ricordi.
Era sempre lei la vittima di tutto.
Era sempre lei quella presa di mira quando gli altri non volevano prendersi le loro responsabilità.
Era sempre lei il capo espiatorio quando una persona voleva scamparla.
Perché? Per via del suo carattere, ovvio.
Non lo accettava. Non lo voleva accettare. Non in una situazione del genere. Perché nessun capisce la gravità della situazione e pensa solo a se stesso? Perché nessuno vuole stare dalla sua parte almeno una volta nella sua vita?!

" vi odio... "

Le mani continuarono a muoversi nella sua chioma

" vi detesto... "

Più forte si faceva la presa e sentiva i follicoli uscire dal suo capo.

" siete come il resto delle persone... se non peggio "

Era sul punto di cadere sulle sue gambe, continuare ad insultare tutti i presenti per la loro cattiveria.
Era sul punto di esplodere e sentiva l'istinto urlarle contro di fare qualcosa, qualsiasi cosa, pur di farli tacere.
Una ragazza aggressiva.
Una ragazza testarda.
Una scusa da poter usare per evitare le proprie responsabilità.
Una personalità instabile.
Ecco cosa era Koharu Kumagai.

" era buio... molto buio. troppo buio. e-e non potevo uscire... ero in pericolo... perché ce l'avete con me...? "

Sarebbe andata avanti a farfugliare frasi del genere, senza senso se non fosse per due mani salde quali afferarono le sue spalle. A sentire quel tocco cercò di girare la testa per vedere chi fosse stato. Una presa salda, ma al contempo delicata. Un tocco a lei famigliare. Quando si girò infatti, altro non vi fu che la sarta con uno sguardo preoccupato per la badante.
A vederla in quelle condizioni ella riuscì a distaccarsi per qualche istante dal suo stato di panico.

" Airi ma che fai? "

" ti credo. credo che tu non sia la colpevole. per favore cerca di collaborare con noi "

Un attimo di silenzio si dovette prendere per apprendere al meglio ciò che le fu stato detto.

" m-mi credi? "

Annuì lentamente rassicurando l'altra.
Koharu continuo a guardarla con fare incredulo.

" lo stai dicendo solo perché non vuoi esser definita cattiva, ammettilo. Scometto che alla fine la pensi come loro. "

" no, non è così. Davvero ti credo. Sei mia amica "

La castana negò con la sua testa.

" ti sbagli. Lo fai solo per te. "

" non potrei mai fare una cosa del genere Koharu. Farei di tutto pur di aiutarti "

Altri secondi passarono in silenzio a guardarsi.

" ... tirami fuori da qui allora. "

" huh? "

" se sei mia amica, allora fammi uscire da qui. Togli questi sospetti su di me. Fai qualcosa! Qualsiasi cosa! Se davvero dici di tenerci così tanto allora dimostralo! Non lo vedi dove sono finita a causa di qualcun altro?! "

Questa volta quella a portare del silenzio fu la sarta, presa alla sprovvista dalle parole dell'altra.
Davvero voleva aiutarla.
Davvero le credeva.
Davvero voleva tirarla fuori di qui.
Ma non sapeva come.

" uh, scusate interrompere questo momento romantico e tutto - amante del gossip quale sono vi direi pure di andare avanti se non fosse per le circostanze attuali - però mi piacerebbe avere delle prove della sua innocenza "

La giornalista guardò le due, soprattutto Airi, con fare un po' disinteressato come se la sua affermazione fosse solo fumo e niente arrosto. E, per quel poco che aveva conosciuto la bionda, poteva stabilire facilmente che l'avesse etichettata come "non colpevole" per pura simpatia, senza avere una fonte che approvasse il tutto. Proprio l'idea di esporre qualcosa senza neanche un minimo di backup non era qualcosa che le andava giù dato il suo talento.

Un altro ragazzo, Dae-jung, si unì finalmente alla conversazione, sistemandosi i suoi occhiali con l'indice. Sorrise leggeremente verso la direzione di Koharu, la quale si sentì più sicura nel sapere che vi fosse qualcuno ad avere le sue spalle.

" anche io credo in Koharu. E se volete delle prove lasciate che ve le dica "

L'attenzione in sala fu attirata di tutti quanti i presenti nella sala, lasciando posto alla spiegazione di Dae-jung.

" capisco perfettamente perché pensiate sia lei. Inizialmente avrei detto la stessa cosa se non fosse per un paio di analisi più approfondite "

Cominciò a parlare gesticolando leggeremente con le mani.

" temo di confondere alcuni di voi - non vi sto dando degli stupidi, voglio solo che tutti afferrino il concetto al cento percento - per questo vorrei andare a piccoli passi sul perché Koharu è innocente. E non solo: è stata incastrata dall'assassino vero e proprio! "

" sì, vai dritto al punto e spiega però, abbiamo già Naomi che blatera a vanvera senza senso "

" hEY, I HEARD THAT- "

Ridacchiò appena all'affermazione di Akihisa, portando un pugno davanti alla bocca. Sembrava così spensierato, se non sicuro di sé.

" nessun problema, Hisa. Allora lasci che ti faccia questa domanda: qual'è la causa di morte di Hiroko? "

Il cartomante rimase due secondi a pensarci e borbottò:

" boh, aveva un coltello ficcato sulla schiena. Suppongo sia quella l'arma del delitto. Sarà morta dissanguata "

Alcuni guardarono il cartomante un po' storti, mentre altri sembravano concordare con la sua risposta.

" per chi già lo sappia, non dite una parola. Vorrei far capire il mio ragionamento a tutti quanti "

Avvisò il resto delle persone, senza nominare i nomi dei possessori di tale informazione. Per poi continuare:

" Perché lo pensate? "

Il monologo mise il dorso della sua mano sulla fronte mentre l'altra fu messa sopra il suo petto. Come se questa posa non fosse di già drammatica di suo, il timbro di voce aiutò a fare quest'effetto con le parole che seguirono:

" my, isn't that obvious? Poor Hiroko fu pugnalata sulla schiena in such grotesque manner! Just like Polonious "

" pol-che? Anzi, sai cosa, non dire nulla. non ci tengo ad uscire dal discorso "

Commentò nuovamente il cartomante.
Dae-jung riprese a parlare.

" e cosa potete concludere da ciò? "

" ... in che senso? "

Il regista di filmati si mise una mano in fronte a quella domanda, stupito dal perché fosse stata fatta.

" nel senso di cosa possiamo capire in base alla posizione e taglio. Dio, non ci vuole così tanto! Comunque, col mio stesso permesso, vorrei dire la mia "

Il biondo mise una mano sul suo petto, spiegando la sua.

" essendo il coltello dietro la sua schiena, viene facile concludere che probabilmente sarà stata attaccata da dietro, presa alla sprovvista, come un coniglietto. Non avrà nemmeno avuto il tempo di difendersi "

Il tanatoesteta alzò la lavagnetta nuovamente.

" confermo che è stata pugnalata ben due volte "

" uh-uh, vedo vedo. E perché sospettate di Koharu? "

" ma che domande sono? Il suo pigiama era sporco di sangue! L'avrà indossato per poi cambiarsi "

" quindi mi state dicendo che Koharu le avrebbe teso un aguato per poi pugnalarla, lasciare l'arma del delitto dentro la ferita, e sporcarsi di sangue? "

" ... sì?? "

Fra quelli rimasti zitti vi fu una reazione particolare da Axel, il quale alzò le sopracciglia e guardò impressionato lo scienziato dei dati. Aveva capito dove volesse andare a parare.

" ma non era quella la causa del decesso, no? "

" esattamente così! Quindi Koharu è scagionata. "

" wow, devo ammettere che è stato davvero impressionante "

" aspettate, allora quale era la vera causa del decesso? "

Osservò l'erborista con fare timido, aprendo la bocca finalmente.

" nel dead file c'è scritto che è morta per via di soffocamento "

Il ragazzo dai capelli bianchi, Akihisa, però non sembrava esser così tanto convinto.

" e solo perché la causa di morte è diversa lei è innocente? Scusa il mio francese, ma che cazzo pensi? "

Dae-jung alzò le sopracciglia alla perplessità del ragazzo, essendo perplesso a sua volta.

" capisco il tuo punto. ma questo non significa che sia del tutto scagionata! Il pigiama rimane sporco di sangue e quel coltello non scompare nel nulla come se fosse fumo al vento. "

A seguirlo fu Subaru, il barista.

" effettivamente altre prove sarebbero più che necessarie a convincermi a non votarla come assassina "

" uhm... "

" nel senso, anche se non è quella la causa del decesso, non significa che non sia stata Koharu a pugnalarla. L'avrà presa di spalle pur di riuscirci "

" no, ti sbagli! Nessuno è stato preso di spalle. I vestiti di Hiroko erano pieni di rughe. "

" e? "

" significa che ci sarà stata qualche tipo di commozione fra lei ed il colpevole. Izumi è il più esperto qui, ma son sicuro di poter constatare che in una situazione del genere chiunque avrebbe provato a difendersi. Pugnalato alle spalle o meno. Anzi, pensatela così. Mettiamo caso che il coltello fosse stato usato solo per sviarci. In realtà i due stavano combattendo, Hiroko perse, l'assassino prende un coltello e la pugnala per poi sporcare il pigiama di Koharu ed incastrarla "

" suppongo possa aver senso- "

" mi rifiuto di credere a questa porcheria! "

La discussione portata avanti dall'esperto in informatica fu improvvisamente interrotta da altro non che del regista, quale aveva portato una mano fra i suoi capelli con sguardo alquanto irritato.

" huh? che succede? "

" queste sono tutte presunzioni. non hai prove che sia ciò accaduto realmente "

" vorresti spiegarti meglio? "

" dire che c'era uno scontro solo per dei vestiti stropicciati è pazzia assurda! Rimane solo una tua ipotesi alla fine, non hai altri modi per mostrare che l'assassino non l'ha colta di sorpresa con quel coltello "

A quanto pare tutti non gli credevano ancora. Aveva molta strada da fare pur di riuscire a convicerli dell'innocenza di Koharu. Parlando di quest'ultima, non era più riuscita ad aprire bocca da quando il fanciullo aveva preso in mano la situazione come pochi riuscirebbero. E per un momento quella contraddizione la portò ad irrigidire i muscoli, dalla paura di venir messa all'angolo nuovamente.
Sta di fatto che l'aria di uno scontro uno contro uno stava per prender parte nella sala. E casualmente i due ragazzi erano disposti uno alla postazione opposta dell'altro.
Sin da prima era sbalordita riguardo il ragionamento del ragazzo, sia perché aveva senso nella sua testa e sia perché sembrasse genuinamente voler aiutarla. Davvero qualcuno la stava difendendo ed aiutando? Era ancora incredula e titubante al riguardo.

" perché lo stai facendo, Dae-jung? "

" huh? "

Il fanciullo in causa incrociò le proprie braccia e portò lo sguardo leggermente verso l'alto. Le porse successivamente un sorriso amichevole.

" beh perché sei mia amica, ovvio. L'hai detto tu stessa di dovertelo dimostrare togliendo i sospetti su di te. È quello che sto facendo, no? "

Le guance dell'altra si tinsero leggermente di rosso cercando di combattere la sua voglia di ricambiare il sorriso data la situazione strana. Sottovoce però riuscì a dire qualcosa di simile ad un "grazie".
L'azzurro tornò a guardare verso la direzione del biondo.

" bene allora, perché non esponi cosa tu pensi, Hyo? "

" con molto piacere! "

E da lì che l'altro iniziò il suo monologo.

" partiamo dal fatto che una pugnalata probabilmente non aiuta la vittima a muoversi. "

" Hiroko sarà stata colta di sorpresa, accoltellata... "

" e neanche ebbe il tempo di reagire che cadde a terra dal dolore e l'altra persona la strangola con una corda o qualcosa del genere "

Dae-jung prese di nuovo la parola.

" come mai pensi sia caduta? e soprattutto cosa ti dice che una corda fu stata usata nel processo? "

Hyosuke continuò.

" beh, qualcosa avrà pur usato pur di farle perdere il fiato. "

" e per forza dev'essere caduta per via della gravità e della potenza usata per ucciderla. Hai visto come era ridotta in volto? "

" grazie alla caduta riuscì a procurarsi quel naso rotto! "

" no, ti sbagli! Quella ferita non era causata da una caduta! "

La tensione nell'aria si ruppe come vetro in frantumi una volta che ebbe trovato la falla dentro il ragionamento del suo avversario.

" prima che vada avanti, in caso qualcuno non l'avesse capito, Izumi ti piacerebbe spiegare cosa fosse successo sul volto di Hiroko "

Sentito preso in causa e chiesto della sua collaborazione in un campo cui poteva contribuire senza fare errori, il corvino annuì e si mise a scrivere in modo tanto veloce quanto ordinato.

" innanzitutto grazie della parola. Makita Hiroko mostrava in viso chiari segni di una frattura nasale. Il naso si mostrava storto, gonfio ed addirittura vi presentava un po' di sangue. Sotto i suoi occhi si erano formate delle occhiaie. Sintomi del tutto normali per una frattura del genere "

Dopo un attimo di silenzio passato a leggere questo messaggio da parte di tutti i presenti, l'azzurro continuò col suo discorso.

" uhm, come posso metterla Hyo... Abbiamo leggermente invertito l'ordine del sistema fra di noi? Ugualmente però il nostro modo di pensare ha una pattern precisa. Tu pensi che sia stata prima accoltellata, rotta il naso, e poi soffocata. Io dico invece che è prima si è rotta il naso, dopo soffocata ed infine accoltellata "

" e cosa te lo fa dire con così tanta certezza che una stella come me abbia torto? "

" l'assenza di un oggetto nell'atrio! Durante le investigazioni c'era qualcosa che non mi quadrava molto della scena. Come se una decorazione mancasse. Inizialmente non capivo cosa ma ora posso dire con certezza che fosse il vaso presente il primo giorno che siamo arrivati qui "

" i-intendi quello delle valeriane? "

Yuri intervenì con sguardo sorpreso e tono caratteristicamente timido.

" ooh, si chiamano così? Magari dopo me ne puoi raccontar di più! Però sì, suppongo parliamo dello stesso vaso "

" e dov'è andato a finire? "

" questo non lo so ed al momento dubito sia così importante. Ora come ora prova il mio punto la sua assenza nell'atrio! Perché è stato usato per colpire Hiroko dritto in faccia e stordirla! Pur avendo due visioni diverse dei fatti possiamo concordare che qualcosa sarà pur stato usato per metterla in svantaggio, no? "

Il biondo incrociò le braccia al petto e guardò altrove.

" ancora non mi va giù questa storia di Koharu innocente. Magari è stata così stupida da sporcarsi col sangue per 'sviarci' "

" hEY- "

" zitta, gli adulti stan parlando. "

La castana fulminò con lo sguardo il biondo, quale provò ad ignorarla e guardare verso la direzione di Dae-jung.

" uh, vuoi ancora altre prove? Certo che sei proprio insistente "

Commentò quest'ultimo prendendo un grosso respiro ed abbasando leggermente il capo. Bisognava pensare a qualcos'altro ancora per riuscire a far capire al biondo che si stava sbagliando... Anche se ormai egli sembrava più concentrato a dargli sempre torto perché si sentisse insultato della sua intelligenza.

Una nuova voce, una di chi non avesse ancora aperto bocca durante tutto questo processo, rimbombò nella stanza dei presenti. Era Asahi.
Il suo tono era alquanto stanco, stanco di sentire questi due fare avanti ed indietro su cosa fosse successo veramente alla ragazza e perché l'altro non avesse ragione. Concordava con una delle tesi, sì. Ma dopo un po' si stava iniziando a fare pire pesante la situazione attuale. Chiuse i suoi occhi e prese un respiro profondo:

" insomma Hyosuke, cosa hai investigato in lavanderia a fare? "

" prego? "

" eri con me in lavanderia e davvero non hai notato nulla di strano riguardo a quel pigiama? "

" m-ma certo! Perché non ti spieghi te dato che sembri saperne una in più al diavolo? "

" c'erano dei panni puliti ma bagnati dentro la lavatrice, mentre altri si trovavano nella cesta dei vestiti sporchi. E dentro quest'ultima c'era casualmente il pigiama di Koharu "

Scosse la testa alquanto velocemente mentre cercava di tirare fuori le parole giuste per controbattere l'altrx. Fallì un paio di volte ed infatti rimase a bocca aperta e fare versi incomprensibili prima di dire:

" e-e cosa mi dovrebbe significare ciò? Che avesse voglia di fare la bella lavanderina? "

" se vuoi pure prenderla così, fallo. Ma pensaci un attimo: se fossi con addosso qualcosa che solamente te possiedi fra tutti noi e casualmente questa cosa si sporca di sangue, non proveresti a pulire via il tutto? "

" non è quello che ha fatto? "

" no, anzi, ha pulito molti panni tranne che quello cruciale. C'era persino uno smacchiatore aperto se non erro. Tutte queste possibilità di poter levare un indizio così importante e non l'ha fatto? Addirittura si trovava lì sopra come se per urlare 'oh, guardatemi, sono la giusta via per incastrare il falso colpevole' "

" magari se ne è solo dimenticata! Sarà stata presa dal panico nel pensare di fare altro! "

" davvero pensi che Koharu, anzi chiunque fosse nei panni di un assassino, tralascerebbe un indizio del genere? "

" b-beh... ecco- "

" no. "

Portò una mano a pettinarsi i capelli, specialmente il ciuffo, nervosamente a sentire le parole del giocatore di scacchi e non avendo altre parole con cui controbatterlo. Sbuffò in modo irritato per poi borbottare qualcosa di insensato a voce così bassa che rendeva la comprensione impossibile. Lo stesso giocatore lo guardò con un sopracciglio alzato prima di dimettere questa discussione. Cosa avesse detto non poteva interessargli.

" hai altre cose cui vuoi bisticciare oppure va bene così? "

Nessuna risposta, ancora occupato a borbottare brutte parole con suo fiato e rovinarsi i capelli come se la conversazione attuale non gli interessasse.

Sumire, la quale aveva cercato di seguire il discorso intanto che prendeva appunti per mantenere il passò, riprese nuovamente la parola:

" okay, allora, piccolo riassunto Dae-jung? "

" con piacere! Praticamente Koharu è stata incastrata. La causa di morte non era quella che pensavamo, anzi, quel coltello e quella macchia di sangue altro non servivano a sviarci per puntarle il dito contro. La vera causa di morte è il soffocamento, supportato da una frattura nasale formata subito prima del decesso. La ferita dal coltello viene dopo la morte. È impossibile che Koharu non abbia mai provato a lavare la macchia anche solo una volta dato che aveva ben pensato di pulire alcuni dei panni. Sommate tutte queste tre e cose e Koharu è scagionata. "

Annuì con fare deciso e prese nota di tutto ciò fino ad ora raccontato.

" uh-uh, uh-uh. Però una domanda mi sorge spontanea: se non è lei la colpevole... come ha fatto a procurarsi il vestito? Da quel che ho appuntato qui Koharu lo riteneva davvero importante e tutti l'abbiamo sempre vista con quella borsa in mano. Come fa una persona a separarsi da un oggetto così personale? "

" questo ce lo dirà Koharu stessa! "

" eh? Io? "

La castana fu nuovamente sorpresa nel venir messa nella conversazione per l'ennesima volta. La sua mano si alzò così come il suo indice, indicandosi.
Ad introdursi nuovamente nella conversazione per supportare la castana fu Airi, la quale annuì e le diede un piccolo sorriso.

" dovresti provare a dirci cosa stavi facendo in quel periodo di tempo, facile così "

" uhm "

Portò lo sguardo verso il basso, abbracciandosi da sola come se per darsi del conforto. La sua faccia persa nel pavimento al sol pensiero di cosa fosse successo a quel tempo.

" n-non lo so... era buio, molto buio... troppo buio. E ero spaventata. E pensavo di morire. E non c'era via di scampo. E mi sono accorta solo dopo di aver perso cosa mi stava più caro qui... "

" ti ricordi cosa è successo prima di questo? Puoi anche solo dirlo a me se non te la senti "

Chiuse gli occhi e prese qualche respiro prima di scuotere la testa.

" avete già fatto tanto per me... voglio provare a farcela da sola da qui in poi "

" il palcoscenico è tutto tuo "

_____________________________

" quindi... di cosa mi volevi parlare, Hiroko? "

Domandò la badante mentre continuava a guardare i suoi passi pur evitando il contatto visivo della ragazza attrezzata di bastone per la vista.
Sin da quando l'avesse presa in disparte, sin da quando le avesse detto di aver qualcosa d'importante da dirle, la bionda sembrava sviare la conversazione mentre passeggiavano ormai tardi attorno alle 22 o giù di lì. Non aveva ancora incrociato nessuno in tutto il loro cammino stranamente - forse perché saranno andati presto nelle loro camere - come se la scuola fosse diventata un deserto e loro fossero le uniche due presenti in tutta la struttura.

Lei fino a quel momento non si era fatta coraggio a chiederle cosa effettivamente volesse. Hiroko. La stessa ragazza quale detestava Koharu con tutta se stessa. Cosa avrebbe mai voluto da lei? Una semplice chiacchierata per far finta di esserle amica? Insultarla fino a farla piangere? Magari stava veramente pensando di... ucciderla?
No, non era possibile. Era in completo vantaggio rispetto all'altra perché non mancava di uno dei sensi più importanti. Attaccare qualcuno fuori dal nulla non le avrebbe portato molto. O almeno questo era ciò che sperava e ripeteva nella sua testa da qualche minuto ripetutamente. La realtà poteva essere qualsiasi cosa in quel momento e forse era proprio ciò che l'aveva intimorita e zittita. Guardia alta, schiena dritta e la sua borsa di carta vicino a sé più che mai.

Appena il quesito fu posto che l'altra fermò i suoi passi e mosse il suo corpo nella direzione della voce. Il silenzio più totale che le separava in quel momento.

" ho notato che fossi molto stressata ultimamente. Insomma, non posso biasimarti con questa storia assurda. per questo pensavo che magari... sai... ne volevi parlare? "

Parole così dolci.
Parole così premurose.
Tono così falso.
Tono così odioso.
L'immagine che aveva ormai della flaustista non era altro che infangata, sporca e lurida. Ogni cosa che diceva, ogni gesto "carino" che compieva nei suoi confronti, altro non era che un innesco nella sua rabbia.
Odiava esser presa per stupida.
Odiava esser presa per un'illusa.
Davvero pensava che fra tutte le persone si sarebbe preoccupata di lei?

" o-oh, addirittura? "

Commentò semplicemente guardando nuovamente i suoi piedi pur di non sputarle in faccia.
Il rumore di passi tornò a riempire il corridoio, questa volta però fu sempre più forte prima di cessare.
Stranita la sua testa controllò davanti a sé e vide la stessa ragazza più vicino a lei di prima. Sorridendo dolcemente.
Ora che fossero così ravvicinate si poteva notare quanto effettivamente si sforzasse a fingere emozioni opposte a quelle provate. Poteva notare come quel sorriso sembrava - voleva - crollare da un momento all'altro.
La sua mano toccò la spalla della castana prima di ribattere con una rassicurazione.

" non devi per forza dirmi tutto, possiamo anche solo parlare di cose cui ti piacciono! "

" ... okay, non c'è la faccio più "

" dimmi tutto "

" smettila. "

" oh? "

" smettila di fingere di voler essere mia amica. Se non ti piaccio basta che me lo dici "

Un altro momento di silenzio prese parte a questa conversazione. Scosse via la mano dalla spalla, come se fosse disgustata dal suo tocco.

" c-che intendi dire? Mi sto solo preoccupando per te "

" ed io ti sto dicendo che non me la bevo. Quindi perché mandare avanti questa farsa? Avrai altro di meglio di fare che parlarmi e fingerti qualcuno che non sei "

Girò i tacchi e fece per andarsene, lasciarla con quell'espressione sorpresa dipinta in volto e non parlarle più per il resto della giornata. O anche della loro permanenza qui.
No, era troppo stanca per sopportarla in quel momento. Avrebbe solo voluto coricarsi a letto sperando di risvegliarsi a casa sua.
Aveva altro cui preoccuparsi di una spilungona con molto tempo libero.
Non avrebbe fatto lo stesso errore di una volta.
Si era promessa di migliorare il suo atteggiamento ora che la vita sembrava averle sorriso almeno una volta.
Non poteva importarle se fosse maleducata in quel momento.
Sapeva che star dietro alle persone come un cagnolino, nella speranza di esser tratta meglio da quest'ultime, portava a risultati corrosivi per lei e la sua salute mentale.
Nonostante ciò, il suo cammino fu interrotto da una presa del suo braccio.
Voltando il capo si ritrovò faccia a faccia con l'espressione impanicata della flautista.

" c-che ti prende Koharu? È così grave la situazione? "

" non capisco di cosa tu stia parlando. Non ho mai chiesto nessuno conforto. Soprattutto a te. "

La stretta della sua mano si fece più forte.
La sua figura iniziò a tremare.
E Koharu sapeva che quella maschera si stava pian piano dissolvendo. Quasi le veniva da ridere nel vederla in quelle condizioni in quel momento. Riuscì a controllar quella sensazione e rimanere seria però.

" guarda che non lo devi dire se hai bisogno di una mano. Sono tua amica in fondo! Voglio solo il bene per te "

" no. non siamo amiche. Ci conosciamo a malapena da due giorni e le volte che abbiamo parlato si possono contare sulle dita di una mano. Quindi smettila. "

" bisogna aiutarsi a vicenda in questo momento! Ti prego, vieni con me "

Man mano che questa conversazione andava avanti, man mano Koharu iniziava a sentire una stretta allo stomaco. Questa volta non perché la stava irritando. Questa volta non perché le veniva da vomitare. Ma bensì perché provava pena nei confronti dell'altra, quale sembrava così fissata di non voler cadere.
Un sospiro sconfitto uscì prima dalle sue labbra.

" senti... Capisco che io non sia la persona più simpatica di questo mondo. Capisco che i miei problemi con la rabbia hanno ferito e distrutto ciò che mi circonda. Capisco che tu non voglia essere mia amica. E capisco che tu voglia apparire come la persona più perfetta di questo mondo... E non voglio odiarti per ciò. Non voglio costringerti a sforzarti di sorridermi quando non vorresti fare altro che tirarmi un pugno. So perfettamente come ci si senta in quella situazione a dire il vero, ahah. Voglio solo rendere il tutto meno stressante per entrambe ed evitare contatti. Che ne dici? "

Quello che ricevette come risposta fu un silenzio così forte che l'ha veramente stordita.

" ... non so cosa tu abbia passato. Nemmeno mi interessa ad esser sinceri. Non so perché tu voglia essere sempre una persona disponibile anche quando hai altro a cui pensare. Ma so che questa relazione fra noi due fa male. Sembra tranquilla al momento ma presto si trasformerà in qualcosa che ci ferirà. Per questo ti chiedo di lasciarmi in pace, di evitarmi quando tu non hai proprio voglia di sopportare le mie lamentele, di addirittura insultarmi quando siamo le uniche presenti. Certo, non la prenderò per bene, ma almeno saprò che è ciò che provi realmente. "

Quella che pensava fosse l'ennesimo silenzio, presto si tramutò in una risata affranta.

" ahah... non avrei mai detto che una come te riuscisse a leggermi nella mente. "

" ho solo parlato per esperienza... perché? Anche tu hai vissuto in un mondo dove tutti cercavano di farti tacere e punirti solo perché eri 'esagerata', non sapendo che quelle azioni stesse aumentassero la tua repulsione verso tutti quanti? "

Quel momenti avevano lasciato andare della loro lingua. Non controllavano cosa stava per uscire da essa. Non pensavano se fosse la cosa giusta da dire. Era ciò che il loro cuore, uno pieno di risentimento ed disprezzo verso il prossimo, dettava di lasciar dire senza troppe preoccupazioni per le conseguenze.
La testa della flautista fece su e giù lentamente.

" qualcosa del genere, sì. La mia famiglia probabilmente mi detesta, molte scuole non aspettavano altro che espellermi da lì, psicologi non facevano altro che darmi su i nervi da quanto parlassero di 'pace interiore'. La mia unica amica è finita all'altro mondo solo perché ero leggeremente migliore di lei. Anzi, ce l'ho mandata io perché non riuscivo più a sopportarla. Le persone non fanno altro che dirmi di essere problematica, ti andar a farmi curare, ma nessuno effettivamente vuole aiutarmi "

A quelle parole lo sguardo di Koharu si era come addolcito, sentendo pena ma allo stesso tempo sorpresa ed empatia nei suoi confronti.
Davvero c'era qualcuno che l'assomigliava? Quasi le veniva da ridere dell'ironia della loro attuale situazione.

" ... okay, devo ammettere di non essermi aspettata di avere così tante cose in comune con te. Ma sono felice che abbiamo risolto la questione per bene. Ora vado"

" un'ultima cosa Koharu: come hai capito che non mi piacevi? Ancora mi viene surreale crederci "

" mh... in realtà è stato Izumi a dirmelo. Suppongo volesse solo mettere i bastoni fra le ruote. Chi lo capisce a quel ragazzo "

Un altro silenzio si presentò.
Questa volta molto più angosciante.
Ed Hiroko si era come immobilizzata per quei istanti. Come una bambola che avesse smesso di funzionare.
La badante dei panda presto sentì che vi fosse qualcosa di sbagliato nella ragazza, non capendo però cosa.

" Hi-Hiroko? "

" ... hey Koharu, prima che tu te ne vada... posso abbracciarti? "

" oh...! Perché no. "

Entrambe aprirono le loro braccia prima di avvicinarsi prima di stringersi in quello che sarebbe dovuto essere un gesto d'affetto.
Rimasero così per qualche secondo.
Koharu lo trovava un gesto dolce, quasi sorpresa che glielo avesse chiesto in primo luogo. Magari questa conversazione ha aiutato pure l'altra a sentirsi in pace con se stessa?
... Magari poteva nascere qualcosa come un'amicizia fra le due?

" puoi anche lasciarmi andare adesso "

Bisbigliò la castana alla bionda.
Ma la stretta di quest'ultima si strinse.

" hey Hiroko, non respiro-! "

Iniziò a muovere le braccia pur di cacciarla via da sé, ma l'altra non sembrò proprio mollare. Anzi, più Koharu si muoveva e più poteva sentire il suo torace stringersi. Addirittura fece cadere la sua borsa per tirare dei pugni sulla schiena.
Presto l'altra iniziò a camminare rischiando di far cadere quella abbracciata all'indietro.

" smettila, non è divertent- ahia! "

Fu lasciata e spinta dentro la stanza accessibile più vicina a lei, l'unica stanza dalla porta colorata di rosso, una buia ed angosciante.
Koharu cadde di sedere dentro l'ipotetica sala d'ipnosi, facendosi molto male a causa della spinta ricevuta.
Portò una mano davanti e tossì, cercando di alzarsi da terra.

" ma che cazzo ti dice il cervello?! "

Sbraitò alzando lo sguardo verso l'entrata e non vedendo altro che la sagoma della flautista.
Tutta quella empatia, tutta quella compassione, tutte quelle speranze... buttate via come se nulla fossero per una stupida scenata così? Credeva di esser riuscita a far cambiare idea alla fanciulla, così da poter evitare futuri scontri. L'aveva presa in giro tutto questo tempo?
Molti di questi pensieri erano nella sua mente in quel istante, finché ad interromperli fu una nuova voce.

" buonasera cari studenti! Sono le 10 di sera ed il nighttime è ufficialmente iniziato! Sweet dreams everyone! Preparatevi per andare a nanna! "

La porta d'entrata di quella stanza si mosse da sola, chiudendosi con così tanta forza da stordire la castana per qualche secondo.
E fu in quel momento che sentì il suo corpo muoversi da solo.
Le sue gambe e braccia la fecero rialzare, per poi buttarsi sulla maniglia nel tentativo di aprirla.
Nulla, non sembrava muoversi di un millimetro.

" no, no, no, che succede? Hiroko sei ancora lì? Per favore, aprì la porta! "

Non ricevette nessuna risposta, anzi, quello che sentì la scioccò profondamente.
Dei passi frettolosi che correvano via da quella stanza.
Ancora una volta Koharu tentò di aprirsi una via con quella maniglia.
Ancora una volta fallì.
I suoi pugni iniziarono a battere contro di essa nel tentativo di richiamare l'attenzione di qualcuno.

" hey! C'è nessuno?! Tiratemi fuori da qui! "

Sempre se qualcuno sarebbe arrivato da quelle parti.
Sempre se qualcuno fosse disposto ad aiutarla in quella situazione.

" è buio qui dentro! Per favore! Chiunque sia lì! "

Man mano che si disperava nel tentativo di uscire da qui.
Man mano che realizzava i suoi dintorni.
Man mano che si malediceva di aver abbassato la guardia in quella maniera.
Man mano che capiva di essere in trappola, andò nel panico più totale.

" TIRATEMI FUORI DA QUI! VI PREGO! HIROKO! IZUMI! AIRI! CHIUNQUE! NON VOGLIO STARE QUI! "

Andò avanti così per un po' di tempo, nemmeno lei sapeva quanto, finché non crollo sulle sue gambe tremante come non mai. Il suo fiato si faceva sempre più corto ed affanoso. Le sue braccia si strinsero attorno a sé nel tentativo di consolarsi. Lacrime di pentimento e paura irrigatono il suo viso.

" chiunque.... Vi prego... è buio... Non voglio morire "

Voltò lo sguardo verso la direzione opposta della porta, sentendo come se ci fosse qualcosa di sbagliato in quella stanza. Era solo la sua immaginazione? Se lo stava inventando? Non poteva essere vero... vero?

" ... c'è qualcuno? "

_____________________________

" dopo un po' ebbi realizzato di non avere una via d'uscita... ahah, sono stupida per aver creduto qualsiasi cosa ella mi dicesse "

Ancora una volta si ritrovava con le braccia attorno al suo torace mentre guardava in basso.

" la porta si è chiusa e non più aperta? Strano... Come hai fatto ad uscire all'ora? "

" non so quando, ma credo di essermi addormentata lì per quanto odiassi quel luogo. Solo quando l'avviso mattutino di Venom fu dato che mi svegliai e vidi la porta aperta. Inizialmente avevo paura di uscire... non so perché... odiavo quel posto. Eppure tornare alla luce mi incuteva timore a sua volta. Quando sentì l'avviso del ritrovamento che mi decisi ad uscire e capire cosa fosse successo "

" mh... una porta che si apre e chiude automatico... aspettate un attimo "

Axel tirò fuori il suo E-handbook e si mise a controllare qualcosa fra le regole del Killing Game date dalla fanciulla col cappello.

" ma certo! Ecco cosa significava! "

Xlx ragazzx girò lo schermo del suo tablet per mostrare al resto dei presenti la sua scoperta.


" aree off-limits. E la stanza in cui era Koharu, possedeva una particolarità: la porta rossa! Secondo me le porte di quel genere sono le 'aree off-limits' che le regole intendessero, no? "

" questo bisogna chiederlo ad una persona sola "

Dae-jung ed il resto guardò verso la direzione di Venom, la quale stava si stava pettinando una delle sue code con la mano destra.

" sì, è come a detto Pretty Eyes. Le stanze con una porta rossa si chiudono automaticamente durante il nighttime. Niente può entrare od uscire senza il mio permesso. Alla fine ci siete arrivati! "

" quindi non solo abbiamo capito una delle regole per bene, ma Koharu ha praticamente un alibi. È questo che la rende innocente! "

Il tono cui aveva detto ciò era gioso di sapere che la sospettata fosse stata accusata ingiustamente.
Tuttavia quella piccola gioia nom ebbe tempo di godersela appieno che venne interrotto da Subaru.

" ma se non è lei... Allora chi è stato? Da un sospettato siamo passati a 14 adesso "

Il tono con cui disse quelle parole fu scoraggiato, tanto che portò nuovamente le altre persone sul piano iniziale: guardarsi in modo sospetto, pensare chi fra di loro possa essere il vero criminale, e soprattutto come difendersi se qualcuno provasse ad accusarlo.

" che dovremmo fare quindi? Puntarci il dito addosso? Controllare ogni singolo alibi mettendo tutte le persone all'angolo finché uno non crolla? Mi sembra poco produttivo "

Continuò incrociando le braccia al petto e chiudendo gli occhi. Si poteva notare come per quanto lontano fossero andati alla fine erano tornati al punto di partenza.

" io avrei un'idea migliore. Perché non riassumere cosa è successo fino ad ora? Così tutti quanti possono stare allo stesso passo senza creare discussioni poco utili "

Timidamente Mitsuki alzò la sua mano per attirare l'attenzione verso di sé e della sua richiesta. Ora che la gente lo notava, ella era rimasta in silenzio da un bel po', probabilmente persa fra i suoi ragionamenti.

Da quel che si era discusso una storia del genere uscì:
Poco prima dell'orario notturno Koharu fu trascinata da Hiroko fra i corridoi della scuola per discutere di "qualcosa". Le due si fermarono davanti alla sala d'ipnosi e dopo una lunga conversazione, quale scaturì qualcosa di negativo, Koharu fu spinta dentro la stanza. Non appena scoccarono le 22, ossia l'inizio del nighttime, la porta aumtomatica si chiuse lasciando Koharu al suo interno e non potendo uscire fino alle 7. Questo porta al suo alibi supportato dall'affermazione di Venom sulle regole. Quando Hiroko si diresse nell'atrio si ritrovò faccia a faccia col suo assassino. I due ebbero uno scontro, ma la flautista perse quest'ultimo così come perse la sua vita. La persona in questione prima l'ha stordita lanciandole un vaso in faccia, provocando così una frattura nasale, successivamente la soffocò ed infine girò il suo corpo per pugnalarlo due volte nello stesso punto sulla schiena. L'ultima azione era stata fatta per sviare il gruppo verso una falsa causa di morte così come incolpare Koharu, sporcando il suo caro pigiama del sangue della vittima. Dopo quest'evento il colpevole ha messo a pulire alcuni panni - si supponeva usati per pulire qualcosa - ma non il pigiama per mantenere questi sospetti sulla fanciulla.

Fin qui il gruppo era riuscito a tenere il passo. La questione evidenziata da Subaru fu la prossima da risolvere: come avrebbero proceduto senza un sospetto? Molti ancora pensavano mentre altri avevano la testa vuota per via della stanchezza, quale si faceva man mano sentire. La lilla addirittura tirò fuori un commento del genere, dopo essersi portata una mano sulla guancia:

" poverina... dev'essere stato davvero brutto esser presa di mira così dopo una conversazione del genere... "

" nah, se l'è andata a cercare ad esser sinceri "

La voce di un altro presente, uno che aveva parlato solo l'inizio del processo fino ad ora osservando tutti minuziosamente, se ne uscì con un commento del genere per controbattere quello dell'altra. Come Asahi rivolse quelle parole era qualcosa di davvero discutibile per molti motivi. Rispetto a ciò cui si era presentatx tempo prima a questo processo era una persona alquanto gentile ed educata, se non fin troppo, nei toni e maniere mentre adesso sembrava essersi tramutato in un individuo stanco, indifferente e soprattutto poco energetico. Aveva detto quella frase come se fosse una cosa da niente. Ma che cosa voleva intendere con quest'ultime? La maggior parte, anzi tutti quanti compresi Venom ed Haruki, lo guardarono con fare più confuso che mai. A sua volta fu egli confuso nel ricevere tali espressioni come se la cosa che disse fu innocua.

" cosa? "

" i-in che senso se l'è cercata, scusa? "

" nel senso che non dovrebbe essere la vittima "

" ma lo è sfortunatamente, Asahi. Letteralmente l'abbiamo vista "

" sì, lo so. Sto dicendo che non è quel tipo di persona indifesa in quel scenario "

" spiegati meglio per favore "

" nel senso... Che ne so! In un universo alternativo quella a stare sul podio al posto del colpevole sarebbe lei "

" ... perdonami ma non sto capendo dove tu voglia andare a parare... "

" sto dicendo che... uh... Hiroko aveva pianificato l'omicidio. Od almeno UN omicidio. O aveva pianificato qualcosa in generale. Poi è successo quel che è successo "

Il silenzio del gruppo fu come un'approvazione nel mandare avanti il suo discorso.

" non credo ci sia per forza bisogno di un sospettato al momento. Abbiamo ancora molti indizi su cui parlare e discutere. Perché non provare a risolvere il puzzle con i pezzi posseduti anziché crearne di nuovi che neanche combaciassero? "

Si portò una mano dietro il collo, massaggiandolo mentre socchiudeva gli occhi con fare tranquillo, come se fosse una cosa da niente.

" volete qualcosa su cui discutere? Allora ve la dò io una: secondo me la nostra attuale vittima aveva intenzione di diventare colpevole, ma il piano le si è ritorto contro. Lo scenario che lei si immaginava era la sua presenza a noi 15 mentre uno era andato all'altro mondo prima. Qualche obiezione su ciò? "

" più che ribattere mi verrebbe spontaneo chiedere come ci sei arrivato a questa conclusione... "

Lxi sbuffò in risposta alquanto stanco e poco voglioso di spiegarsi.

" non sono bravx quanto Dae-jung nelle spiegazioni, ma diciamo che molti fattori giocano la loro parte. Fatemi pure domande al riguardo e vedrò di darvi una risposta "

" dobbiamo davvero un giocare a 'fuoco', 'fuochino', 'fuochetto' adesso? Che rottura di scatole... "

Il cartomante lamentò. Fu poi ignorato dall'altro per evitare inutili scontri.

" uhm, se posso avrei giusto un paio di domande al riguardo. "

Ma rispetto ad egli, Mitsuki sembrava più che contenta di stare a questo gioco. Era rimasta troppo in silenzio per i suoi gusti e naturalmente non voleva essere una palla al piede dei suoi compagni di classe, quali avevano già aiutato molto.
Il giocatore di scacchi scrollò le spalle come se nulla fosse.

" allora prima domanda: come ha fatto il colpevole ad essere in possesso del pigiama di Koharu? "

" semplice, dopo aver rinchiuso Koharu nella stanza Hiroko lo prese e si diresse verso l'atrio. "

" perché mai avrebbe dovuto farlo però? "

" perché no? Da come ci ha raccontato Koharu, queste non si scannavano a vicenda fra un po'. Tanto valeva provare a darle la colpa in un modo o nell'altro per riuscire a scappare da qui "

" vedo, vedo... Oh! Sai pure quale potrebbe essere l'arma dell'omicidio? "

" la vera arma? Nah, non ancora. Quella che Hiroko voleva usare? Sì, il coltello. Basta che lo prendesse dalla cucina quando nessuno era lì dentro ed il gioco è fatto. "

" e perché non l'assassino stesso ma lei? "

" come detto prima, perché era lei a pianificare il tutto. Stiamo partendo da quest'ipotesi al momento. Dubito che il colpevole si portasse oggetti da cucina con sé quando non aveva nulla in mente "

" uhm, allora... Fammi pensare... Perché mai dovrebbe aver pianificato di uccidere qualcuno? Nel senso, io come lei non ho le stesse vostre capacità - motorie o visive che fossero - e non mi capaciterei di andare contro qualcuno in generale, ma soprattutto se so di essere in svantaggio "

Xlx fanciullx chiuse gli occhi e portò lo sguardo verso il basso nel tentativo di riflettere sulle parole giuste da usare. Ci doveva pur essere un evento che l'avrebbe aiutata nel suo piano. Un evento accaduto giusto poco prima della sua morte... Un evento anomalo. In cosa si avvantaggia una persona quasi cieca ad una completamente normale?

" giusto! Il- "

" il blackout, ecco cosa! "

La giornalista battè il pugno sul palmo della sua mano, interrompendo l'altro ultimate senza troppi problemi. La narratrice guardò verso la direzione dell'altra.

" oh, vero, c'era stato un piccolo blackout la sera prima! Avevan pure scritto qualcosa sulla chat al riguardo no? "

Alcuni di loro tirarono nuovamente fuori il tablet ed andarono nella chat in questione:

Akihisa Nakamura:
" MA CHI CAZZO HA SPENTO LA LUCE AL CESSO?! VOLEVO SOLO FARMI UNA DOCCIA "
Inviato: 22:15

Dae-jung Aoki:
" ??? "
Inviato: 22:18

" sì, l'orario combacia con quello del decesso stimato, ovvero le 22:30 circa. Naturalmente sarann passati dei minuti prima che esso accorse, contando lo scontro ed anche quanto durò l'oscurità. "

Constatò lo scienziato di dati con fare sicuro.
Akihisa invece alzò una mano e la sbatté in fronte.

" quindi mi state dicendo che non solo non potevo farmi una doccia, ma addirittura un omicidio da lì a breve stava per accaddere?! "

Tutti annuirono.
Lo scacchiere batté le mani per riportare l'attenzione su di sé.

" grazie dell'interruzione, eh. Comunque sì, secondo me Hiroko avrà spento l'interrutore- "

" in realtà l'ha proprio rotto. Akihisa conferma "

Aggiunse Sumire.

" ... rotto l'interruttore- "

" vero, era letteralmente distrutto "

Aggiunse Akihisa.

" era rott- "

" ma perché avrebbe dovuto far- "

Aggiunse Hyosuke.

" AVETE ROTTO I COGLIONI, STATE ZITTI QUANDO PARLO! "

Questa volta una delle sue mani colpì col palmo la postazione in una mossa netta e forte, provocando un grosso tonfo fare eco nella stanza e portando del silenzio. Erano... Alquanto scioccati di vederlx arrabbiatx per così poco.

" dicevo, sperando di non esser interrotto per l'ennesima volta, che avrà rotto quell'interruttore per portarsi qualche vantaggio in uno scontro. Lei era abituata a non dipendere dalla sua vista rispetto all'altra persona. Così i due sarebbero stati nello stesso punto, od addirittura Hiroko era in vantaggio "

" praticamente questa si è fatta tutta la strada a piedi nel buio totale in un posto sconosciuto per poi far del male al colpevole che si trovava nell'atrio? Ce ne vuole di tempo per arrivare lì "

Domandò Axel corrugando le sopracciglia con fare confuso.

" non se avesse già imparato la cartina, ignorante "

" scusa? "

" scuse accettate. Intanto ti ribatto dicendo che ho visto in molte occasioni ella andare in giro toccando i muri od i suoi dintorni. Suppongo fosse per ambientarsi meglio nella struttura. Sono stato l'unicx a notare ciò? "

" no, anche io ed Airi l'avevan notato una volta. Hiroko stessa ha confermato di far ciò per capire meglio dove si trovasse e come muoversi senza farsi male "

" bingo. Altre domande? "

La raccontastorie decise nuovamente di aprire bocca.

" non prenderla male, Asahi. Quello che hai detto ha molto senso a mio parere. Però c'è qualcosa che non mi torna. Se lei è stata quella a rompere l'interrutore pur di oscurare tutto... Chi è stato a riattivarlo? Od in generale, se è stato spaccato come è possibile che sia di nuovo attivo? "

" ehm... su questo non ci avevo pensato effettivamente... "

Abbassò lo sguardo imbarazzo ed appena rosso in volto per via della sensazione provata al momento. Non perse tempo a cercare una risposta però, tornando a posare con fare pensoso come aveva prima prima ancora dell'inizio del processo pur di risolvere il caso al meglio.
Eppure proprio nessuno riusciva a capacitarsi di una risposta applausibile.

" ... okay, mi sa che dovrei avvisarvi di qualcosa per l'ennesima volta "

Nuovamente la direttrice di questo gioco malsano prese la parola, questa volta alzandosi in piedi senza però allontanarsi dal suo trono. Il solito sorriso da smorfiosa era ancora appena presente nella sua espressione nonostante cercasse apparire seria.

" quel grosso interruttore di cui state parlando, quello nella sala computer, non è l'unico interruttore presente alla Hope's Peak Academy! Col cavolo che vi davo un po' di potere senza che io già non lo avessi per me. Tuttavia a voi non è ancora accessibile quello e mai lo sarà! "

" e perché avresti dovuto riaccendere la luce? "

Interrogò la critica di moda.

" ah, non sono stata io a farlo. Haruki? "

Tutti gli occhi si puntarono addosso al ragazzo con la pistola nella cintura dei pantaloni. Egli aggrottò la fronte.

" che cazzo avete da guardare?! No, ho fatto niente con quel coso "

La fanciulla col cappello scrollò le spalle ed il capo si mosse verso il cerchio di studenti.

" se nessuno dei due è stato, allora l'avrà fatto in automatico dato l'altro che è stato rotto. Potete chiamarlo una modalità d'emergenza o cose del genere. Avete la vostra risposta e spero che sia l'ultima. Pensavo di non essermi dimenticata niente da dirvi."

Tutti i presenti, Haruki compreso, tirarono un sospiro arreso e stanco a quelle parole.

" ma quando è tornata nuovamente la luce? "

Una nuova domanda fu fatta dal barista.
Dae-jung alzò la mano.

" quando ebbi mandato quel messaggio era ancora buio. E probabilmente era durato per ancora un po' di tempo. Possiamo dire che il periodo di cecità sarà durato più di 5 minuti ma meno di 10 "

" non è troppo poco tempo per andare dalla sala d'ipnosi, all'atrio ed attaccare qualcuno e... morire? "

" sì, su quello dovrei darti effettivamente ragione Koharu... È molto improbabile che tutti questi avvenimenti fossero avvenuti così rapidamente "

" se invece non fosse successo tutto questo? "

Guardarono Axel mentre egli si grattava il mento.

" se prendiamo la teoria di Asahi, quand'è che il piano fatto da Hiroko le si ritorse contro? "

Avere intrappolato Koharu da qualche parte, averle rubato il pigiama, essere corsa in sala computer, aver rotto l'interruttore, essersi diretta verso l'atrio, aver attaccato una persona, combattere quest'ultima con l'intento di ucciderla, infine perdere e morire soffocata dalle sue stesse mani... Dove arriva la falla nel sistema? Il punto cruciale che ribaltò la sua idea?

" e grazie a questo meccanismo automatico che il colpevole riuscì a difendersi! Hiroko avrà certamente avuto la meglio al buio, ma una volta tornata la luce quella persona avrà avuto possibilità di sopraffarla ed infine ucciderla! È lì che il suo piano fallì "

Il giocatore di scacchi, seppur contro voglia, si ritrovò costretto ad essere dello stesso pensiero dell'altrx. Mise le mani in tasca e guardò come il resto stava praticamente ringraziando con i loro occhi lxi. Sbuffò osservandolo nuovamente e non appena fece contatto visivo con Axel, portò lo sguardo altrove.
Il fanciullo nel mentre rimase confuso da quel gesto, con un po' di sconforto appesantirgli il cuore. Cercò di non pensarci fin troppo su, avendo altre cose più importanti su cui discutere.

Riassumendo ciò che si scoprì durante questa nuova discussione furono le seguenti cose: si supponeva che Hiroko avesse in mente di commettere un omicidio, chi fosse la vittima non era chiaro ma c'era una grande probabilità su Koharu. Prima ha intrappolato la castana nella sala d'ipnosi, rubandole successivamente il pigiama e portandoselo appresso, dopo corse in sala computer e ruppe l'interruttore della luce per rendere tutto buio, dopo ancora corse verso l'atrio ed attaccò il colpevole, inizialmente Hiroko avrà avuto la meglio data la sua poca dipendenza dalla sua vista, poi però la luce tornò a causa del generatore d'emergenza e da lì che il piano della flautista fallì, morendo.

Vi erano prove a supportare questi fatti. Tutto si collegava con se stesso perfettamente tanto quanto dei pezzi di puzzle, come Asahi citò precedentemente. Erano già riusciti a scovare molte informazioni grazie all'aiuto dei due ragazzi blu. Davvero, una nuova via piena di speranza e luce si stava aprendo a tutti loro grazie a questi elementi. In fondo ciò era normale perché rimanevano pur sempre Ultimates.
Una domanda però sorse spontanea. Si poteva capire dalle informazioni attuali se vi fossero dei sospettati? Oppure dovevano mandar avanti le indagini sempre in modo poco mirato verso qualcuno?

Una persona. Fra di loro.
Un Ultimate. Fra di loro.
Uno che in quel momento quasi se la rideva sotto i baffi per la situazione alquanto ironica seppure sempre triste e rammaricante. Naturalmente non sarà stato bello andarsene da questo mondo compiendo un gesto moralmente sbagliato.
Uno a cui intrattenesse questo tipo di conversazione fra più persone.
Uno che sapesse, anzi, che avesse scatenato della rivalità fra Koharu ed Hiroko.
Chi sarà mai?

Alla realizzazione di tutto questo.
Alla risposta di tutte quelle domande.
Ci poteva essere solo lui.
E Koharu più di tutti lo sapeva.
Pian piano alzò il suo dito verso la sua direzione, attirando l'attenzione del resto degli studenti partecipanti al processo.
Dopo quella conversazione con Hiroko, dopo la sua ultima conversazione con Hiroko, tutto ciò avvenne. E ebbe finalmente capito quale fosse stata la goccia ad aver fatto traboccare il vaso.
Un nome.
Un semplice nome lo fu.
E tutto crollò attorno a sé dopo averlo nominato.
La speranza di uscire da qui senza morti...
La fiducia di Koharu...
La vita di Hiroko...
Così tante cose preziose furono mandate all'aria.

" Izumi... ci vuoi spiegare quali erano le tue intenzioni? "

_____________________________

Buonasera a tutti quanti!
Ecco a voi la PRIMA parte del trial. Prossimamente arriverà pure la seconda ed ultima parte del primo capitolo.

Inizialmente alcuni mi avevano detto si preferire il capitolo intero del processo ed era in accordo con l'idea... Finché la scuola non cominciò nuovamente. Mi è toccato dividere perché per la fine del mese dubitavo di poter far uscire qualcosa e volevo rispettare la mia famosa scadenza mensile.

Come al solito spero che il capitolo vi sia piaciuto! È la primissima volta che scrivo in trial e spero che sta essendo interessante e vi intratenga. Non sarà un granché ma spero vi stia piacendo!

Chiedo scusa per eventuali errori grammaticali, ortografici e falsa interpretazione dei vostri personaggi. Alcuni stanno avendo più spazio di altri per via di come io, assieme alle informazioni a voi date, credo che il gruppo si comporti.

Detto ciò, anche se un ritardo, auguro un buon rientro a scuola!

- 𝕰𝖑𝖎𝖟𝖆

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