【deus ex machina】
𝓦𝓱𝓸𝓼𝓸𝓮𝓿𝓮𝓻 𝓲𝓼 𝓭𝓮𝓵𝓲𝓰𝓱𝓽𝓮𝓭 𝓲𝓷 𝓼𝓸𝓵𝓲𝓽𝓾𝓭𝓮,
𝓲𝓼 𝓮𝓲𝓽𝓱𝓮𝓻 𝓪 𝔀𝓲𝓵𝓭 𝓫𝓮𝓪𝓼𝓽 𝓸𝓻 𝓪 𝓰𝓸𝓭.
. . . . ╱︎╱︎ ︵ . . ⌗𝑠𝑡𝑜𝑟𝑖𝑎 𝑎𝑑 𝑜𝑐❜
꒰꒰ ❛ ❏ 𝕯𝖊𝖚𝖘 𝕰𝖝 𝕸𝖆𝖈𝖍𝖎𝖓𝖆 ¡!~ ⌒⌒
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TAMVMO -fusillo silvyamuzz
t-twjsted _-sxuron-_
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Un tonfo e poi un urlo, fu questo il preludio del grande caos che si scatenò nel giro di pochi secondi nel bordello, donne e uomini presi a correre a destra e sinistra mentre il fumo si spargeva nell'ambiente. La giovane seduta sulla poltrona da cui la cortina stava partendo grugnì, il volto contorto in una smorfia di fronte all'odore di uova marce portata da quella specie di aggeggio. Rimase confusa per qualche secondo prima di scansarsi con un agile movimento dai morbidi cuscini rossi su cui era adagiata, giusto in tempo per evitare la spada che squarciò il tessuto, facendo fuoriuscire una manciata di piume bianche.
-Sei lento.- sussurrò a sé stessa scivolando di lato e schivando un altro colpo, gli occhi brillanti mentre pensava a come la tecnica del proprio avversario le sarebbe tornata utile. -Faresti un favore ad entrambi fermandoti subito.-
Un urlo rabbioso la interruppe, mentre l'uomo di fronte a lei iniziò a urlare frasi in una lingua che non conosceva. Le bastò il tono per intuire che non erano parole molto amichevoli.
Sbuffò allontanandosi di un poco per individuare la posizione del suo avversario, non le risultò difficile distinguere il contorno della possente figura tra la nebbia che si iniziava a diradare. Con un gesto fluido dei polsi sbloccò i propri pugnali e li strinse fermamente. Non le ci volle poi molto per schivare un paio di fendenti, l'uomo di fronte a lei avrà avuto occhio e croce settant'anni, si sorprese che ancora avesse tale corporatura.
Dopo averlo aggirato evitando di farsi tagliare la testa in realtà il resto fu abbastanza semplice, bastò usare un poggiapiedi come base per darsi uno slancio e arrivargli alle spalle per dare un colpo secco alla nuca con l'impugnatura di un pugnale e quella specie di mezzo gigante giaceva già a terra, un leggero filo di bava a scorrergli dalla bocca aperta.
Chiyoko sbuffò di nuovo, tanto rumore per nulla. Poggiò un piede sulla spalla dell'uomo e lo rigirò con una spinta decisa, dopo una veloce occhiata al volto si rese conto che sì, era lui l'uomo che cercava. Avrebbe dovuto controllare prima, ma il bestione si era accorto della sua presenza non appena la giovane si era seduta.
In ogni caso era riuscita a catturarlo e gli avrebbe fatto guadagnare un bel po' di quattrini senza neanche troppa fatica.
Dandosi uno sguardo intorno notò un gruppetto di persone rimaste in un angolo ad osservare, rannicchiate con gli occhi sgranate.
-Voi.- indicò una coppia di giovani all'angolo del gruppetto. -Datemi una mano a spostarlo.-
Un lavoro che potremmo definire "di famiglia". Sembra quasi ironico pensare che la giovane Chiyoko, colei che neanche sapeva di avere un padre cacciatore di taglie fino ad una certa età, si è ritrovata a portare avanti un mestiere di famiglia.
Come il nonno paterno che mai conobbe prima di lei e come il padre fino a qualche anno prima, la ragazza ora è a tempo pieno una cacciatrice di taglie.
Eppure non era nata per diventare ciò. Prima designata a diventare orologiaia come il patrigno, poi teologa per le passioni della madre, poi sacerdotessa per volere altrui, infine cacciatrice di taglie per un beffardo destino che la portò a diventare una sanguinolenta mercenaria al servizio solo del denaro.
La giovane non ha davvero una memoria precisa dei primi giorni da cacciatrice di taglie, dei primi allenamenti con il padre, ma ormai da più di undici anni ella ha vissuto con l'uomo che le ha insegnato il mestiere. Prima come un semplice peso, poi come una sottoposta utile per i propri poteri, a seguire una collaboratrice più capace del previsto e infine una vera e propria cacciatrice che lavora per sé.
Quanti anni sono ormai che il padre è morto e Chiyoko ormai svolge la propria professione in solitudine? Pochi anni, tre, quattro, cinque. Cosa importa? Ella è relativamente una novellina nel campo, nonostante le sue capacità e il nome di famiglia le conferiscono un certo prestigio. Nel mondo dei cacciatori di taglie alcuni neanche sanno che il padre è morto, altri ancora non sanno che la sua ereditiera è un realtà la figli, molti ancora non conoscono il volto della ragazza che ha raccolto la sua sapienza da cacciatore.
Eppure a Chiyoko il ruolo da cacciatrice di taglie non entusiasma. Le sta stretto addosso, come una fredda veste che le impedisce di muoversi a suo agio. Per la sua professione molte cose le vengono vietate: la sicurezza innanzitutto, sono innumerevoli i nemici che la giovane si è costruita negli anni, la possibilità di avere una famiglia propria, sarebbe molto difficile per ella infatti fermarsi in un solo posto e il creare qualcosa che resti. Avrebbe preferito fare qualcosa di meno violento e sanguinolento, perché nonostante il brivido della caccia le piaccia, non c'è nulla che la attira come la calma solitudine di una vita tranquilla.
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.˚ ₍⏳₎┊..⃗. 𝖓𝖔𝖒𝖊⌇🖇🍶 チーッコ ; 𝘤𝘩𝘪𝘺𝘰𝘬𝘰
Chiyoko è un nome tipico di Shingetsu che può essere ottenuto tramite varie combinazioni di kanji: una di quelle possibili è da 千 (chi, "mille"), 代 (yo, "generazione") e 子 (ko, "bambino").
Il significato del nome è dunque abbastanza semplice da capire: figlia di mille generazioni.
Un sacco di persone, vero? In modo ironico si potrebbe dire che ci sono voluti mille anni di tempo per creare una bambina capace di manipolare il tempo. Un esserino così piccolo, apparentemente innocente, dai grandi occhi curiosi che nasconde in sé un potere a dir poco sbalorditivo, un dono che arriva direttamente dal cielo.
O per meglio dire dal dio del tempo. Quando la madre, a lei stette l'onore di nominare la figlia primogenita, decise di chiamarla Chiyoko certamente ella non poteva immaginarsi di come quel nome sarebbe stato ironico se letto in un certo modo.
Potremmo partire parlando del fatto che Chiyoko non avrebbe neanche dovuto nascere essendo il marito della madre e padre affettivo sterile. Sarebbe stata dunque un'interruzione di ben due generazioni. Eppure eccola tutt'ora, in piena carne e ossa, a vent'anni passati che sfoggia una salute di ferro e un'esistenza indubitabile. Eppure potrebbe essere lei stessa a mettere fine a queste mille generazioni, non le interessano molto le relazioni.
Ma a parte ciò, a parte questi piccoli dettagli condivisi per pura curiosità, è ironico come il significato figlia di mille generazione riporti ad un lungo periodo di tempo. Mille generazioni vivono in più di mille anni, arrivando forse a contare gli antenati della ragazza iniziando dall'inizio del mondo. Tempo, tempo, tempo. Per ella tutto è legato al tempo, alla sua durata e al suo scorrere. Anche qualcosa di non davvero ricercato come il significato del proprio nome è stato ricollegato a quello. Potrebbe essere definito come un segno del destino? Oppure una semplice coincidenza totalmente fortuita?
Chiyoko è il suo solo nome, non ne ha un secondo e tutti la chiamano così. Tutti, si intende i membri della sua famiglia. Il padre era solito usare il soprannome Yoko, ben più veloce per chiamare la figlia, soprattutto in situazioni di urgenza. La madre e il padre "adottivo" hanno sempre usato il nome intero, trovandolo più rispettoso anche se solo per una persona familiare quanto la figlia.
Per quanto la riguarda la ragazza non ha particolari sentimenti riguardo al proprio nome. In realtà non ne comprende neppure a pieno il significato, se lo sapesse probabilmente ne riderebbe di fronte all'ironia. Per ella non ha un significato particolare, è solo il modo con cui i famigliari la conoscono, nonostante non sia raro che quando si debba registrare in ostelli e alloggi provvisori dia un nome falso.
«Chiyoko.» mormorò l'uomo che si trovava davanti, alto e curvo a guardarla con sguardo pensoso, pizzicandole in modo fastidioso le guance. «Hai sempre avuto pessimi gusti in fatto di nomi, cara.»
La madre della bambina sbuffò leggermente, portandosi le mani ai fianchi con un gesto nervoso.
«Fai il serio Kai, non abbiamo molto tempo.» lo incalzò. «La prenderai con te?»
L'uomo ci pensò un attimo prima che una smorfia gli contorse il volto segnato dalle interperie.
«Se proprio devo, è il momento di fare il bravo paparino.» tornò a pizzicare lo sguardo alla piccola, ridacchiando al cipilio infastidito di lei. «Ci divertiremo, Yoko.»
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.˚ ₍⏳₎┊..⃗. 𝖈𝖔𝖌𝖓𝖔𝖒𝖊⌇🖇🍶 金子 ; 𝘬𝘢𝘯𝘦𝘬𝘰
Per la precisione Chiyoko avrebbe due cognomi. Il suo cognome "reale", quello della famiglia dove è nata e cresciuta sarebbe Iwasaki, il cui significato sarebbe roccia peninsulare. Chiyoko Iwasaki, figlia di Ryuu Iwasaki e Kaouru Liau. Peccato che, come già detto, ciò non sia totalmente corretto.
Ma partiamo con calma. Cosa c'è da dire sulla famiglia Iwasaki di cui ufficialmente Chiyoko fa parte? Artigiani del legno da innumerevoli generazioni, per loro mano sono state create alcune delle bellezze più fini che decorano la capitale di Shingetsu. In essa la famiglia vive da più di un secolo, trasferita dai boschi periferici per mostrare al mondo le proprie vere capacità di artigianato. I suoi membri sono innumerevoli e la ragazza stessa non li conosce tutti, ci sono i genitori del padre Ryuu, il nonno Akahito e la nonna Midori, le due severe figure da cui la bambina ha passato qualche sporadico fine settimana, lo zio Saburo che le regalava sempre caramelle in segreto per le festività con la zia Miya, donna mite che mai Chiyoko ha davvero sentito parlare, e le due cuginette gemelle Toshi e Sawa, due bestioline pestifere che l'hanno sempre fatta dannare. Innumerevoli prozii e cugini di altri gradi si diramano per nuclei famigliari di cui ella non ha una vera conoscenza. Tutti al loro interno lavorano nell'artigianato del legno nella grande compagnia dei nonni, c'è chi è specializzato nel restauro, chi nella scultura di figure umane, chi in costruzioni di mobili, e via così.
I Liau invece, la famiglia della madre, una ben più ristretta cerchia di commercianti che sembrano più simili ad una setta che ad un nucleo famigliare, sono ben minori in numero, seppure maggiori in fama. Essi infatti commerciano per le grandi sacerdotesse, in pratica sottostando ai loro ordini, ma non per questo avendo meno prestigio agli occhi degli abitanti di Shingetsu, del resto lavorare per coloro che governa la propria Nazione non è una cosa di tutti i giorni. Oltre che alla madre Kaoru Chiyoko conosce la vecchia bisnonna Shizu, la matrona che alla veneranda età di 102 anni ancora gestisce l'attività al suo interno, la nonna Osen, pure lei misteriosamente vedova, e gli zii Haruki e Yuto, fratelli maggiori della madre. A loro volta essi hanno sposato Kota e Umeko, unica zia donna di Chiyoko dalla parte materna.
Insomma, due famiglie vaste e variegate ben specializzate nei campi in cui lavorano, unite dal matrimonio dei loro figli più giovani per puro interesse economico. Le due famiglie hanno tra di loro un rapporto di sopportazione-accettazione portato dagli affari, nonostante una certa aria di snobbaggine gratuita circoli nelle grandi riunioni familiari. Chiyoko è vissuta per relativamente poco in questo clima, del resto era solo poco più di una bambina quando se ne è andata da Shingetsu, perciò non ha mai creato particolari opinioni sull'ambiente famigliare e, in generale, era ben voluta da entrambe le famiglie, vista come una ereditiera ben promettente.
E invece quella bambina che avrebbe potuto riunire sotto di sé due delle più grandi famiglie di Shingetsu si è ritrovata a presentarsi con il cognome di un bandito. Kaito Kaneko, il vero padre biologico. Cosa sa Chiyoko dei Kaneko? Ben poco, anzi nulla. L'unico membro che conosce è il padre, oltre a sé stessa ovviamente, che mai si è dimostrato disposto a narrarle delle proprie origini. Chiyoko non sa se il padre ha fratelli o serelle, se ha altri figli che sarebbero suoi fratellastri o sorellastre, non ha idea di nulla. Anche quando in passato ha cercato di ricavare informazioni l'unico nome che è riuscita a racimolare da fonti esterne è stato Shiro Kaneko, il padre di Kaito, altro cacciatore di taglie morto qualche decennio prima. Questo lascia Chiyoko senza cognome con un particolare valore, il significato figlio d'oro perso in poche parole alla fin fine solitarie in sé stesse.
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.˚ ₍⏳₎┊..⃗. 𝖙𝖎𝖙𝖔𝖑𝖔⌇🖇🍶 中毒 𝘤𝘩𝘶̄𝘥𝘰𝘬𝘶
«Shhh, bambina, basta...»
Il mormorio di Mirabelle si perse tra le urla della ragazza tra le sue braccia. Era sicura che ormai buona parte della casa di piacere potesse sentirla, non vi era verso che quelle grida di dolore non fossero riusciti a sorpassare i sottili muri di legno. Eppure ciò a Chiyoko non importava, si sentiva squarciata dal dolore, il cuore annerito come il braccio che si teneva stretto al corpo.
«Se non allunga il braccio non potrò analizzare la ferita.» commentó con tono neutrale la donna seduta poco in disparte, il tono neutro mentre osservava la patetica scena di fronte ai suoi occhi. Una figlia che aveva appena perso il padre.
Il mondo di Chiyoko era a pezzi. Si sentiva squarciato in due e non sapeva se dal dolore fisico o dal dolore emotivo. La sua intera figura era ricoperta di sangue secco, per la maggior parte non suo, la tunica nera che indossava era strappata lungo il braccio sinistro, le gambe non la reggevano più e in questo modo si ritrovó a terra, circondata dalle braccia di Mirabelle mentre una prostituta la osservava con sguardo freddo. Una scena più confusionaria non avrebbe potuto esserci.
«Non l'ho salvato!» urló piegandosi in avanti e sottraendosi dallo stretto abbraccio di Mirabelle. «È colpa mia!»
Le lacrime le scorrevano copiose dal volto unite alla polvere e al sangue secco, facendo appiccicare i capelli neri alle guance umide, la scena più straziante che Mirabelle avesse visto. Quella ragazza, per lei una figlia, distrutta che rifiutava sia il suo conforto che il suo abbraccio. Il padre, per lei come un fratello, morto.
L'altra prostituta seduta accanto a loro, chiamata da Mirabelle solo per le proprie abilità magiche da curatrice, osservava la scena con gli scuri occhi impassibili posati sull'alone nero che si diffondeva velocemente sul braccio sinistro di Chiyoko. Era pericoloso, lo percepiva.
«Chudoko.» mormorò in tono profetico e, nonostante Mirabelle la guardó confusa senza comprendere, la parola detta nella lingua di Shingetsu prese forma nella mente di Chiyoko sopra a tutto quel dolore. Avvelenata.
Questo soprannome, questo titolo simile ad una maledizione, si diffuse in fretta senza neanche che Chiyoko potesse comprenderne il vero corso. Ancora oggi non comprende se fosse stata la donna che era in quella stanza con lei e Mirabelle a diffondere la voce oppure se fosse stato qualche inopportuno spione, ma da allora la ragazza porta con sé il titolo di l'Avvelenata, 𝘤𝘩𝘶̄𝘥𝘰𝘬𝘶 nella lingua della sua terra d'origine. Ma cosa sta esattamente alla fonte di questo soprannome? Lo scuro colore del proprio braccio sinistro fino al gomito.
Nessuno ha mai visto questa particolarità del corpo della giovane, del resto Chiyoko l'ha sempre coperto con delle nere bende che tiene legate dai gomiti fino alle nocche, con la scusa di proteggersi la pelle per i combattimenti corpo a corpo. In realtà ciò che la ragazza vuole coprire sono le ferite del suo grande fallimento, l'unico per ora. Il più terribile di tutti: la morte del padre.
Chiyoko aveva soli diciannove anni, un'età fin troppo giovane per perdere il padre, l'unico effettivo membro della famiglia che ella fosse capace di visitare. Ma cosa c'entra la morte dell'uomo con la specie di malattia nera che le scorre nelle vene, scurendole la pelle? La ragazza lo ha compreso solo nel tempo, la risposta alla domanda è il tentativo smisurato di ricorrere al proprio potere. Chiyoko non è una divinità. Non ha poteri smisurati e non è onnipotente, sei anni da ora era ovviamente meno capace di gestire i propri poteri.
Quel giorno, quel terribile mattino primaverile, mentre lei e il padre cercavano di catturare un dragoniano con un'enorme taglia sulla testa capitò la tragedia. Molto brevemente, narreró più avanti nello specifico i dettagli, l'uomo venne schiacciato da un masso, spiaccicato come un insetto da quell'enorme essere mostruoso che gli aveva tolto la vita in un'istante, senza dargli nemmeno il tempo di dire addio alla figlia.
Chiyoko non poté aiutarlo, era stesa a terra in quel momento, era il padre che stava cercando di proteggerla, e quando il masso lo colpì ella non poté fermarlo. Non poté nemmeno curare le ferite del padre, ormai era morto. L'ultima spiaggia fu quella di cercare di riavvolgere il tempo. Non ci aveva mai provato, non sapeva se ci sarebbe mai riuscita. In quel momento, inginocchiata in parte agli occhi vacui di Kaito, al cadavere di uno delle persone che più aveva amato, mentre urlava disperata, un dolore lancinante le attraversó il braccio sinistro. Le dita conficcate nel terreno iniziarono a sanguinare di un sangue denso e nero e le vene iniziarono a essere percorse da esso. Il tempo era fermo, ma riavvolgerlo era troppo anche per un'eletta dal dio del tempo, non poté fare altro che prolungare il proprio momento di dolore.
Furono inutili tutti i tentativi seguenti, più cercava di far tornare il padre in vita più quella macchia nera le si spargeva sul braccio, superando in modo pericoloso il gomito. Cosa sarebbe successo se avesse raggiunto il cuore? Da allora Chiyoko porta con sé quella macchia nera sul corpo, un perenne ricordo della propria debolezza e del proprio fallimento, un perenne ricordo di quel momento orribile. Avvelenata, ogni volta che cerca di usare il proprio potere troppo a lungo o in modi troppo estremi il braccio le duole come se andasse a fuoco e quel sangue nero le pompa maggiormente nel corpo, rischiando sempre di più di avvicinarsi alla spalla, su, su e su. Morirebbe se le raggiungesse il cuore?
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.˚ ₍⏳₎┊..⃗. 𝖊𝖙𝖆'⌇🖇🍶 25 𝘢𝘯𝘯𝘪 ❞
L'età, un fattore così sfuggente e vago. Chiyoko non si preoccupa molto di come il tempo influenzi la sua di persona, del resto, per come ella la vede è lei stessa a manipolare il tempo sotto alcuni aspetti, non viceversa, e quindi si preoccupa ancor meno di implicazioni secondarie come l'invecchiamento fisico, le rughe o la perdita del suo bel fisico e aspetto. No, ad ella non da fastidio il lento e inesorabile avanzare nel tempo che, con il suo ticchettio silenzioso, fa scivolare via gli anni dalle dita di qualsiasi essere vivente, quasi che istanti, secondi, minuti e ore non siano altro che pugni di sabbia che non potrebbero perdurare a lungo nel mondo. Venticinque sono gli anni che la giovane ha passato in vita, venticinque anni che ella non reputa eccessivamente lunghi o pesanti, neanche veloci e leggiadri però, essi sono passati con il giusto scorrere del tempo, non in modo particolarmente lieto ma neanche doloroso. Insomma, anni di una vita normale, nonostante molte persone potrebbero definirla una vita ben più movimentata di quelle "normali". Fin dalla più tenera età gli insegnamenti di Chiyoko hanno riguardato non solamente le solite materie che una giovane di rango medio dovrebbe conoscere, ma anche nozioni più astratte, quali, in qualche modo, studi sul tempo e sullo spazio, oltre che sulla teologia in ogni suo aspetto, soprattutto su ciò che riguarda la divinità del tempo. Di certo una cosa è certa, che per quanto riguarda la sua età mentale ella ha dovuto crescere abbastanza in fretta ad un certo punto, imparando concetti come furbizia e sopravvivenza ad un'età in cui i ragazzini solitamente si limitano a stare con i loro amici o con la famiglia. Chiyoko é dunque molto matura sotto diversi punti di vista, non per una capacità di pensiero particolarmente adulta, ma per il suo comportarsi da donna navigata e completamente formata, nonostante venticinque anni siano relativamente pochi rispetto a quelli che ella si ritrova potenzialmente davanti, un percorso ancora lungo ma che in fatto di sapienza Chiyoko sembra aver già percorso. La sua capacità di inventiva è risoluzione dei problemi, la sua scaltrezza nelle più svariate situazioni e la sua furbizia la collocano in una sfera molto più avanzata di sapienza. Anche se per quanto riguarda i sentimenti non ha il controllo totale di un adulto, ma si fa più trascinare, come un bambino ancora inesperto alle proprie emozioni. In realtà ella non è molto matura, principalmente la sua è furbizia e voglia di sopravvivere, ingegno e finzione che la portano a comportarsi come se fosse più adulta della sua vera età. Come già detto ciò è principalmente finzione, la giovane donna ha come un istinto di sopravvivenza che le permette di cammuffarsi con gli ambienti che la circondano. In realtà mentalmente ella è ancora una ragazza, alla ricerca di una finta maturità che si fa desiderare. Le da fastidio sembrare o pensare di essere debole, immatura e dunque aver bisogno di appoggiarsi ad altre persone per sopravvivere. La sua sembrerebbe una strana ricerca all'indipendenza sa sé stessa.
Il suo aspetto invece tradisce un poco la sua età, la vita che ella ha condotto, movimentata e esposta alle più difficili e precarie condizioni, non hanno lasciato la sua figura del tutto indenne e ciò lo si può constatare soprattutto nel suo aspetto esteriore. Si può notare come la pelle naturalmente pallida della giovane presenti diverse imperfezioni date dal tempo, che le donano senza troppa difficoltà qualche anno in più rispetto a quelli che ella realmente ha. La pelle inoltre è secca e in alcuni punti mal tenuta, alcune piccole cicatrici sono cosparse sul suo corpo, insieme a quella più rilevante presente nel ventre, quasi a testimonianza di tutto ciò che ella ha affrontato. Come già detto Chiyoko non teme il tempo o l'invecchiamento, sa che prima o poi il suo corpo diventerà più debole nei colpi e meno svelto nei riflessi, sempre che non muoia prima, allora saprà che il tempo di ritirarsi è giunto e onestamente non lo farà nemmeno con troppo rammarico.
Il lavoro da cacciatrice di taglie rende esausti sia dal punto di vista fisico che da quello mentale e purtroppo la giovane non presenta capacità guaritive sotto a quel punto di vista.
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.˚ ₍⏳₎┊..⃗. 𝖕𝖗𝖔𝖛𝖊𝖓𝖎𝖊𝖓𝖟𝖆⌇🖇🍶 𝘴𝘩𝘪𝘯𝘨𝘦𝘵𝘴𝘶 ❞
Veloci passi risuonarono per le scure vie della città, illuminate vagamente da fioche luci blu che non raggiungevano totalmente i vincoli secondari.
Chiyoko doveva fare in fretta, se la madre si fosse accorta della sua piccola fuga l'avrebbe punita in qualche modo, privandola anche dei pochi svaghi di cui la piccola godeva. Certo, non poteva essere del tutto sicuro per una bambina di solo sette anni girare da sola nella notte di Hisui, per quanto la città potesse essere sicura non si può mai immaginare chi si trova dietro ad un angolo particolarmente scuro.
Hisui, la città di nascita della giovane, la capitale di Shingetsu, la sua vera casa. Ormai sono circa dieci anni che Chiyoko non vi torna.
Insomma, siamo onesti, guardiamo la cacciatrice negli occhi, potremmo dire che si tratti di una ragazzina malanconica con un'enorme nostalgia per casa? Ce la vedete a piangere di notte perché le manca la madre? Ovvio che no, che baggianate.
I quartieri illuminati di notte come se fosse giorno, le piante dai colori sgargianti sotto alla luna, l'area quasi opprimente quanto pulita per l'estrema altitudine, questo per Chiyoko significa davvero la parola casa.
Non aveva mai passato così tempo fuori casa. Non da sola, soprattutto non immersa in una folla di persone in cui avrebbe potuto perdersi in un batter d'occhio e dimenticare il percorso mentale che si era tracciata dal proprio quartiere fino al centro della città.
Non è mai stata molto a contatto con la città o con Shingetsu in generale. La madre l'ha sempre voluta proteggere isolandola quasi del tutto dal mondo. Un vero peccato per una bambina così curiosa come lo era la piccola Chiyoko. Il brevissimo periodo in cui aveva avuto la possibilità di uscirne, la madre ormai consapevole che il desiderio di conoscere il mondo stava diventando nella figlia maggiore dell'istinto di ubbidirle. Eppure appena aveva iniziato ad accompagnare il padre per Hisui attirò attenzioni indesiderate.
Con il fiatone che le faceva bruciare i polmoni alzò lo sguardo al cielo. La vista le tolse ancora ulteriormente il fiato: le stelle risplendevano nel cielo brillanti e stupende, come una spruzzata di neve brillante nel cielo. Ma Chiyoko la neve l'aveva vista solo nei libri, dunque cosa poteva saperne? Correndo non fece caso al carretto che attraversava la strada di fronte a lei.
Dei posti che la giovane ha visitato nella sua professione, e ne ha visitati davvero molti in tutte le Nazioni, Shingetsu e in particolare la città natale sono quelli che le sono maggiormente entrati nel cuore. Strano, nonostante non vi abbia mai avuto una vita vera e propria. Forse il gusto del proibito, forse il desiderio di ciò che non si potrà mai avere.
L'urto fu più forte di quanto la bambina dai capelli neri a caschetto potesse immaginare, venne respinta indietro dalla superficie di legno contro a cui sbatté e finì a terra, le braccia distese intorno al corpo, spalancate verso il cielo. Sentì la voce della madre chiamarla preoccupata in lontananza e persone avvicinarsi alla sua figura tramortita. Nonostante un rivolo di sangue le stesse scorrendo dal naso non riuscì a evitare di pensare che le stelle, quella notte, in quel luogo, erano meravigliose come mai le aveva viste.
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.˚ ₍⏳₎┊..⃗. 𝖗𝖆𝖟𝖟𝖆 ⌇🖇🍶 𝘶𝘮𝘢𝘯𝘢 ❞
«Ryuu...c'è qualcosa di sbagliato.»
Furono queste le prime parole che vennero rivolte al padre di Chiyoko. Qualcosa di sbagliato.
Guardando quella piccola bambina dalla pelle rossastra e lucida a causa del parto non si sarebbe potuto dire che in lei ci fosse qualcosa di sbagliato. Era così piccola, così fragile e nell'aspetto era del tutto simile a una semplice neonata. Tranne per un particolare, una macchia bianca che si trovava sul morbido collo, esattamente in linea con la giugulare.
Non una semplice voglia o una macchia in cui qualche imperfezione avrebbe potuto scalfire la candida pelle, ma più un simbolo, un marchio. Fu la nitrice ad intervenire, a spiegare con un sussulto e con la voce agitata cosa significasse quella specie di ricamo bianco che decorava il collo della bambina come una collana indesiderata.
«Eletta del dio del tempo.» ma pur sempre umana giusto? Non fu quel semplice marchio a causarle una sfilza innumerevole di problemi che la costrinsero ad allontanarsi dai cari, sola come un cane, o che, quando veniva scoperto, attirava su di sé sguardi indesiderati e curiosi, sguardi adoranti o spaventati. Un'eroina di qualche genere destinata a grandi imprese o una ragazzina spericolata incapace di tenere a vada il proprio potere? Umana.
«È simbolo di un grande potere.»
Capacità che non tutti possiedono, nemmeno coloro che praticano la magia sono in grado di manipolare il tempo come Chiyoko. Potrebbe definirsi ancora umano qualcuno con tali abilità? Ovvio che sì, in fin dei conti la sua magia non sfiora il livello di quella di una divinità, anche de tali abilità sono alquanto particolari.
«Dicono che gli eletti siano destinati a grandi cose.»
Chiunque dicesse queste fesserie avrebbe dovuto imparare a ponderare meglio le proprie parole. Anche se in realtà la generica affermazione "grandi cose" poteva tranquillamente riferirsi sia ad esperienze positive che negative. Del resto la giovane non ha fatto poi nulla di particolarmente grande nella vita fin'ora e le cose che le sono accadute non sono state particolarmente epiche, a volte nemmeno particolarmente felici. Resta umana e come tale su questa terra soggetta a sofferenze e sfide, più guai e piagnistei che vere grandi cose.
«È un mostro!»
Sì, a quanto pare la giovane oltre a essere un essere umano è anche un mostro orribile e inguardabile. Proprio per questo il braccio sinistro è sempre del tutto coperto in qualche modo, da resistenti guanti, salde fasciature o da lunghe maniche.
Quella benedizione che doveva darle grandi cose nella vita non fa altro che portarle guai, anche a livello fisico. Per questo non permette a nessuno di posare lo sguardo sul suo arto superiore sinistro, un braccio nero come il carbone, le cui vene fino al gomito assumono un colore ben poco sano e le cui unghie sembrano quelle di un cadavere. Un pezzo adatto per un grande dono.
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Mente e cuore non coincidono. Questo è un concetto fondamentale se si vuole descrivere la personalità di Chiyoko. Ci si può chiedere in che senso si intende ciò in quanto, di solito, mente e cuore non sono due elementi che coincidono nell'elaborazione del carattere di una persona come potrebbero farlo, per esempio, il proprio passato o le esperienze personali. Un elemento principale che va sottolineato quando si parla della ragazza è il seguente: i suoi sentimenti raramente coincidono con le proprie intenzioni.
Al giorno d'oggi diremo che Chiyoko tende a soffrire di “ansia da prestazione” in una maniera tanto forte da portarla ad essere affrettata nelle proprie decisioni, incapace di controllare i propri sentimenti. I suoi pensieri per quanti calmi sono a volte affiancati da sentimenti negativi che li influenzano rendendoli caotici, magari fin troppo affrettati. Si può dire che la giovane abbia dozzine di qualità, ma la delicatezza e la riflessione prolungata non ne fanno certamente parte. È una persona che tende ad agire "di pancia", non spesso per propria scelta, ma a causa della confusione che si crea nella propria mente quando deve agire in modo rapido. Quando le si para davanti una situazione di massima importanza o quando ha molto tempo per pensare e rimuginare sulle faccende più importanti ci si impegna al massimo, cercando di ponderare attentamente sia i lati negativi che quelli positivi. Ma dobbiamo ricordarci che il suo mestiere da cacciatrice di taglie non le concede spesso questo onore, è un mestiere che si basa sulla velocità d'azione e, per quanto Chiyoko in questo sia brava, spesso le decisioni veloci sono affiancate da sentimenti ansiosi che riflettono la sua natura indecisa.
È estremamente severa nei propri confronti, pretende dalla propria persona una perfezione quasi estenuante in tutti i sensi.
Nonostante la sicurezza che ostenta va in totale panico quando si tratta di situazioni personali, è impacciata nella sfera personale, non sa come muoversi.
Non è mai stata abituata a stare a contatto con le persone in situazioni intime, quasi sempre i suoi contatti con gli sconosciuti sono avvenuti in momenti formali in cui non vi era nessuna personalità oltre alla contessa, o futura contessa a seconda dei casi.
Tende ad essere fredda con le persone, cercando sempre di non farle avvicinare troppo. Le è difficile far avvicinare qualcuno alla sua persona, un po' per la paura di aprirsi, un po' per l'ansia che qualcuno voglia approfittarsene, ma soprattutto per la terribile paura di sé stessa e di ciò che si cela dietro alla propria apparenza. Non vorrebbe mai che qualcun altro si facesse del male.
In realtà, dentro di sé, non è poi la fredda statua pacata che sembra vedersi dall'esterno, ma proprio come un profondo oceano la calma superficie nasconde profondità oscure e, nel caso di Chiyoko, agitate.
È sempre stata così fin dall'infanzia, ha sempre avuto una grande e insormontabile difficoltà nell'esprimere i propri sentimenti a cuore aperto e l'educazione chiusa che la madre le impartì da piccola certamente non l'ha mai aiutata. La logica è il suo punto forte, ma quando si arriva a gestire i propri sentimenti ella non sa proprio come regolarsi, creando un forte sbilancio. Ha paura di essi, ha paura di uscire dal piccolo guscio in cui sembra essere nata.
Sotto alla fredda apparenza di donna distante e sicura di sé stessa si cela un cumulo d'ansia in continuo moto, un insieme di preoccupazioni che la ridono dall'interno. La tranquillità è solo un'apparenza e, nonostante spesso riesca a gestire anche le situazione più difficili, ella non riesce a gestire i propri sentimenti, preferendo reprimerli e nasconderli.
Si agita per poco, sente di avere sulle proprie spalle una responsabilità enorme e non riesce proprio a capire coloro che svolgono un compito simile al suo con tanta leggerezza.
Ma come può un groviglio di simili dubbi e insicurezze celarsi sotto ad una facciata tanto marmorea? La risposta è sempre la stessa, disciplina
Come sfaccettatura positiva di questo suo lato fortemente disciplinato quanto poco riflessivo, una specie di contraddizione, in situazioni sia critiche che meno é appunto veloce nelle decisioni e non ha problema a fare quello che va fatto, per quanto un'azione potrebbe sembrare spietata o meno. Ella non si può dire né banalmente "buona" né "cattiva", non rientra in nessuna delle due categorie, anzi, si trova bilanciata e ondeggiange nel centro dello spettro, dove non conta il bene o il male altrui o dove cause più grandi sono di poco conto, dove solo il proprio tornaconto in fondo basta. Nella sua vita mai si é davvero interessata di qualcuno che non fosse sé stessa o il padre, schierarsi definitivamente da una parte o da un'altra le è sempre sembrato nella maggior parte dei contesti rischioso quanto poco vantaggioso. Perciò può sembrare alquanto menefreghista di cosiddette questioni di stato o politica, ma del resto essendo cresciuta per vent'anni in una professione in cui il proprio benessere è quello che realmente conta come potrebbe mai cambiare la propria mentalità nei riguardi del bene comune?
Non per questo è carente di ideali, nonostante questi ultimi si potrebbero definire personali e disinteressati a qualsiasi potenza. Per questa sua visione del mondo fa spesso fatica a seguire gli ordini altrui, il gioco di squadra non è il suo forte. Non è una persona molto socievole.
Calma e riflessiva preferisce tenere le proprie idee e i propri pensieri per sè. Dalla morte del padre non ha più avuto un collega o un compagno di viaggio, da piccola e in adolescenza non ha avuto amici con cui svagarsi, risulta dunque logico che non sia molto abile nel relazionarsi con gli altri e che dunque, spesso, si riveli impacciata in situazioni sociali. La sua distanza dalle altre persone fanno quasi sì che un alone di mistero la circondi, una specie di mormorio su quella figura solitaria che preferisce non unirsi alle altre persone, quella donna dagli occhi spenti e malinconici sul volto scolpito nel marmo immobile. Le persone non hanno una via di mezzo nei suoi riguardi, o si è inquietati oppure si è affascinati dalla sua persona.
La sua presenza potrebbe essere paragonata a quella di un fantasma, se vuole Chiyoko sa perfettamente come passare inosservata, come allo stesso modo sa quando è il momento di farsi notare e come farlo.
Da persona apparentemente estremamente calma e pratica solitamente ella non ha bisogno di far valere la propria opinione con la forza, se in qualche modo qualcuno la pensasse in modo diverso da lei e presentasse le proprie opinioni con una mente chiusa a nuove opzioni la sua semplice risposta sarebbe l'accondiscenza. Accondiscenza seguita dal puro e grande dispetto di mantenere le proprie idee e di fare di testa propria. Chiyoko non si può dire una persona testarda o chiusa a consigli, ma quando è totalmente sicura di una cosa allora nessuno potrà farle cambiare idea, riportando alla luce parte della ragazzina ribelle e dinamica che negli anni è stata soffocata a forza. Così dunque si può definire ella: intelligente ma caparbia.
Per risolvere una discussione non sarebbe mai disposta a scendere alle mani, anche se deve ammettere che più volte nel passato si è ritrovata a dividere il padre da alte persone in risse da bar.
Chiyoko non si può senza dubbio definire una persona timida, discutere anche apertamente con degli sconosciuti per lei non è un problema, ma senza dubbio ha delle tendenze introverse. Ella difatti tende a tenersi tutto dentro, pratica imparata durante l'adolescenza quando il mondo esterno sembrava essere quasi schifato e reticente dai suoi sentimenti e dalle sue emozioni. È praticamente impossibile capire quali siano i veri pensieri e le sue emozioni, almeno che non si tratti di situazioni estreme in cui adrenalina e pericolo le tirino fuori ella si limita a nascondere tutto sotto alla sua solita ben studiata espressione neutra di circostanza: gioia, tristezza, rabbia, dubbio, niente trapela sul suo volto o nel suo sguardo, nonostante spesso ciò avvenga tramite le parole che sono per ella l'arma più tagliente che esista. Solo nel campo dell'azione le sue vere emozioni potrebbero essere leggibili sul volto.
Solitamente con le altre persone è calma e distaccata, nonostante sia molto buono quando vuole a difendersi, sia a gesti che a parole.
Nonostante ciò è molto difficile vederla alzare il tono di voce, ancora più difficile è vederla arrabbiata, probabilmente nessuno al di fuori di sé stessa l'ha mai fatto.
Che senso avrebbe arrabbiarsi con gli altri quando lo si può fare con sé stessi?
Non ha però molta pazienza nei confronti delle altre persone, è più che probabile vederla sbuffare o alzare gli occhi al cielo, qualsiasi cosa voi facciate la sua risposta esterna sarà simile ad un qualcosa di estremamente seccato, anche se in realtà il vostro gesto potrebbe per miracolo averle fatto piacere.
Agli occhi delle altre persone non appare se non come una persona solitaria, testarda, impulsiva, combattiva e anche un po' troppo diretta quando si tratta di dire le cose o di trattare direttamente con gli interessati di certe questioni, in mille modi diversi si può definire la ragazza dai profondi occhi. Molto caotica cerca dunque di nascondere questa sua imprecisione nell'autocontrollo con gesti veloci e a volte pericolosi, a volte lei stessa ha dei dubbi sulle proprie azioni, anche se non lo ammetterebbe mai.
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Ad un primo sguardo Chiyoko sembra più vecchia della propria età.
Così ella si presenta come una donna qualunque, ma non una donna con una bellezza innocente o con grandi occhi cerbiattini. Nessun nasino a punta per lei, niente zigomi dolci o fisici fragili che possano far pensare ad una creatura innocente.
Rigidi e tondi potrebbero definirsi gli zigomi della donna, non eccessivamente spigolosi ma nemmeno morbide curve, così come il mento è anch'esso ben definito, la mascella ha una linea ben compatta che si unisce al collo tramite la pelle chiara ma imperfetta, data dalla poca esposizione della ragazza al sole. La pelle dal colore candido presenta qualche cicatrice qui e là, causata da scontri fisici avuti negli anni, se si dovesse giudicare la salute della donna solo dal suo colorito probabilmente potrebbe definirsi decisamente malaticcia, ma in realtà un incarnato pallido dai colori scarni è comune fin dall'infanzia per ella, non ci si può aspettare molto di diverso da una giovane che per professione si sposta principalmente con il favore delle tenebre che ne nascondono gli agili movimenti.
Occhi felini, sottili e dalla forma tipica degli abitanti di Shingetsu, sempre curiosi e con una scintilla nascosta al loro interno, occhi che parlano e sussurrano, raccontando segreti di lunghe epoche e, che volendo, potrebbero leggere ogni singola riga di ogni animo che le si para davanti. Letteralmente. Essi hanno un particolare verdastro, con sfumature molto accese, molto raro per gli abitanti di Shingetsu che solitamente presentano iridi più scure. La madre, a volte ironicamente a volte meno, sostenne che si trattava del potere che scorre nelle vene della figlia, un'energia così forte da illuminarla dall'interno. Circondati da folte e lunghe ciglia nere che non sembrano poi così femminili, le iridi dal particolare colore non perdono comunque il loro fascino o il loro posto nel volto simmetrico della donna. Il naso non è particolarmente delicato, è quasi troppo rigido con la sua forma prettamente scultorea con una piccola gobbetta sul ponte, non certamente elegante o femminile. Questa piccola gobba, non presente alla nascita della giovane, venne causata da una violenta colluttazione in cui il volto dell'allora diciassettenne venne sbattuto contro ad una dura superficie di legno. Il padre provò a sistemarlo alla bell'e meglio, ma mai la forma originale venne recuperata.
Poi vi sono le labbra, l'unica parte del suo corpo che non è di un pallido color ceruleo. Esse sono sottili, rosee e raramente lasciano intravedere i denti in ampi sorrisi, ma spesso esse possono essere sorprese piegate in moti seri o espressioni pensose.
I capelli invece sono di un nero pece, come un cielo senza stelle che le ricopre il capo e cade in una sottile chioma scura lunga tutta la schiena, fino a sfiorarle i fianchi. Non sono capelli molto belli, spesso sono opachi e raramente si riescono ad arricciare o ondulare, sembrano quasi aformi. Non che la giovane cacciatrice di taglie abbia molto tempo per curarli, spesso essi vengono raccolti in lunghe e pratiche trecce o semplicemente sciolti e infilati in cappucci.
Forse una sola cosa è notevole in Chiyoko: ella è alta per la statura media di una donna, riesce infatti a tener testa a quasi la maggior parte degli uomini senza l'uso di rialzi. La sua figura non è però piena o formosa, il corpo della donna è di fatti magro e geometrico. Non può definirsi un corpo particolarmente invitante con le spalle spigolose e la vita leggermente larga, ma è sempre stato un corpo in salute e ciò, a Chiyoko, basta. La sua fisicità è certamente quella di una persona allenata, difatti non mancano le ore che Chiyoko passa a compiere esercizi fisici per mantenersi allenata, che si tratti di corsa o esercizi sul posto, combattimenti singoli o contro manichini. L'allenamento personale per ella è una fonte di svago oltre che un modo per mantenersi allenata.
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Ogni storia è degna di essere raccontata, ascoltata e compresa, o perlomeno cercata di essere compresa, e la storia di Chiyoko non fa eccezione. Vedendo la donna ad un primo impatto, spesso, almeno per quello che riguarda molte persone, non si può che provare odio. Del resto chi potrebbe benvolere una cacciatrice di taglie? Un essere spregevole che non ha partito, che è fedele solo al denaro, che vende uomini e donne a volte senza colpa solo per essere pagata. Perché Chiyoko spesso cattura non solo criminali per le autorità, ma persone anche ricercate da famiglie o da terze parti poco carine. Effettivamente poco le importa, che le persone si prendano le responsabilità delle proprie azioni, lei deve pur campare in qualche modo. Ma la giovane non è sempre stata così, ella non è nata così.
Venticinque anni prima quella che nacque fu una bambina timida e solitaria. Ovviamente ciò i genitori non lo sapevano. Non si può predire il carattere di un neonato stringendolo semplicemente tra le braccia, ma si può dire che una bambina un po' bruttina ma con grandi occhi brillanti per i genitori è la creatura più bella del mondo. Così nacque Chiyoko, a Shingetsu, più specificatamente in un quartiere di Hisui, la capitale.
Per Ryuu e Kaoru, i neo-genitori, ella fu una gioia immensa e incommensurabile, fin da subito una lieta notizia nella vita quotidiana. Nella loro mente alla piccola non avrebbe mai dovuto mancare niente, del resto essi erano persone alquanto benestanti, non avrebbero dato nessun patimento alla piccola. O almeno così i due credettero. Ciò finché non scoprirono il significato di quello che all'inizio venne scambiato come una semplice voglia, il marchio.
Lo scoprì il padre, per puro caso, quando in negozio un giorno entró una donna con un marchio di un colore identico e una forma simile a quello di sua figlia. “È un marchio del dio dello spazio” ridacchió la sconosciuta con un tono indecifrabile, “Dipende dal tuo destino” fu la risposta alla seconda domanda, se quel marchio fosse una cosa negativa o positiva.
Ryuu riportó l'episodio alla moglie e la moglie si consultó con alcuni anziani di sua conoscenza, del resto dove si può trovare la saggezza se non nella sicurezza degli anni? Cercò nel posto corretto, ma non trovò le risposte desiderate.
È una grande responsabilità. È un grande potere. È una benedizione. È una disgrazia. È una salvatrice. È pericolosa.
Così iniziò la reclusione di Chiyoko, allontanata dal mondo prima ancora che potesse metterci piede. La madre, ossessionata dal fatto che potesse uscire nel mondo e fare qualcosa di sbagliato - o che qualcuno le facesse qualcosa di sbagliato per le proprie capacità - semplicemente la rinchiuse in casa dalla mattina alla sera, costruendole intorno una prigione dorata. Che fosse d'accordo o meno il padre all'epoca non importó, la quasi nevrosi di Kaoru la rese così intrattabile da rendere impossibile da qualsiasi membro della famiglia una discussione.
La reclusione di Chiyoko venne dunque camuffata come il desiderio di farla concentrare fin da piccola su attività produttive che le permettessero di imparare a diventare una degna erede delle due famiglie, così la decisione venne più o meno approvata da entrambi i clan.
Dodici lunghi anni di reclusione solitaria. Dodici anni che di infanzia non hanno avuto letteralmente nulla. Certo ella non è stata torturata e non ha mai vissuto la fame, ma fin da piccola è stata cresciuta come una specie di futura sacerdotessa. La madre le insegnò le basi di teologia, facendole imparare storie e leggende su tutti gli dei conosciuti, oltre che ai fatti storici dei personaggi importanti del mondo e dei luoghi in esso. Le diede un'istruzione impeccabile che le permise di apprendere lingue e usanze, calcoli complicati e geografia, tutto per distrarla dalle proprie capacità ancora alla madre sconosciute. Eppure, come in un richiamo naturale, Chiyoko inizió ad essere incuriosita dagli orologi che il padre costruiva e ad indicare sui libri le rappresentazioni del dio del tempo. Non ci volle molto perché in casa oggetti caduti iniziassero a fermarsi a mezz'aria e perché uccellini che volavano fuori dalla finestra iniziassero a muoversi al rallentatore.
Eletta del dio del tempo. Fu la conclusione a cui i genitori giunsero, rendendosi conto di quanto effettivamente fosse pericoloso il potere della figlia. Eppure la bambina era solo una ragazzina nella norma, curiosa del mondo esterno, ma curiosa anche della conoscenza che la madre le impartiva, affascinata dalla figura dei dio sui libri che le sembrava familiare e affascinata anche da come il tempo fosse per lei manipolabile come per il padre lo era il legno che egli lavorava.
Anni passarono così e, ovviamente, man mano che Chiyoko crebbe, crebbe anche la sua curiosità, portandola spesso a sfruttare le proprie capacità per bloccare la madre e scapparsene di casa. Ovviamente quando poi si allontanava di un bel po' gli effetti dei suoi poteri ancora deboli sparivano e la madre la inseguiva per le vie di Shingetsu, arrivando poi a realizzare che non avrebbe potuto tenere la figlia per sempre in cattività, la solitudine l'aveva già modificata dalla dolce creatura che era nei primi anni, probabilmente continuando così l'avrebbe danneggiata.
Come si potrebbe ignorare la propria figlia piangente, inginocchiata di fronte ad un caminetto dopo aver strappato con urla di rabbia le pagine del suo amato libro degli dei riguardanti il dio del tempo? Forse la donna stava coltivando una rabbia più grande di quanto potesse gestire.
Inzió a lasciare che ella uscisse, principalmente con il padre e da egli scortata, accompagnandolo come una piccola valletta nelle sue commissioni quotidiane legate all'attività di famiglia. A Chiyoko andava benissimo. Ormai era cresciuta come una bambina timida e impacciata con i propri coetanei, era più che contenta di seguire le faccende degli adulti. Fu così che un giorno arrivó al cospetto delle Grandi Sacerdotesse.
Passo indietro. L'attività delle famiglie, la parte commerciale almeno, era ovviamente gestita dalle governatrici di Shingetsu per cui erano al servizio, era dunque normale che per commerci particolarmente complicati si chiedesse alle due consigli o direttive, spesso venendo convocati. Fu così che un giorno Ryuu si trovò di fronte a Kagura, in ricerca di un consiglio relativo al commercio. La figlia era con lui dal mattino e lo aveva seguito anche di fronte alla donna, i grandi occhi da bambina stupiti di fronte alla magnificenza di ella. Era estate e Chiyoko portava un'adorabile kimono rosa con un leggero scollo a barca. Scollo che lasciava in vista il marchio a cui la maggior parte delle persone non faceva caso. Ma Kagura lo notò. Un'esperienza come quella della Sacerdotessa non avrebbe non potuto riconoscere quel marchio che sembrava urlare il proprio significato alle orecchie esperte.
Le attenzioni vennero espresse tramite una convocazione da parte della seconda sacerdotessa, Tomoe, la cui figura autoritaria sarebbe stata più efficace nel convincere la famiglia di Chiyoko che ella sarebbe dovuta diventare una sacerdotessa. Un potere così grande. Un'utilità così immensa.
Niente terrorismo, ci mancherebbe, ma Kaouru non poté non notare i membri dell'esercito che giravano intorno alla casa con fare pragmatico in seguito alla convocazione. Certo, la ragazzina avrebbe probabilmente raggiunto immensi livelli di potere sotto alla guida delle Sacerdotesse, ma quale sarebbe stato il prezzo? Con fare quasi isterico la madre decise che la figlia non sarebbe mai più stata rinchiusa da nessuno, non costretta da altre persone a seguire una strada non sua.
Così spuntò Kaito, richiamato dalla donna con cui ebbe una figlia a Shingetsu. E così Chiyoko incontró il padre biologico. Immaginate lo stupore e la sorpresa. E le lacrime quando fu costretta a lasciare la famiglia e la casa che aveva conosciuto per tutta la vita. “È per il tuo bene.” le disse la madre tra le lacrime “Perdonami piccola, perdonami.”.
Così iniziò la vita fuori da Shingetsu. Uscita dal Paese con quell'uomo sconosciuto e impacciato con la bambina, quella figura con il volto pieno di cicatrici di cui non conosceva nulla, ma che aveva i suoi stessi occhi. Per la prima volta Kaito rimpianse di aver accettato di aiutare quella famiglia molti anni prima. Si trovava con un fardello appresso e aveva fatto la stupida promessa di prendersene cura.
Per i primi tempi la lasciò da Mirabelle, una conoscente di Anima, che si prese la briga di tenere in custodia la piccola nel bordello da lei gestito. Non pensiate male, nessuno osò mai toccare la bambina, semplicemente la piccola Chiyoko ebbe per la prima volta una libertà per lei quasi insopportabile. Poteva svegliarsi quando voleva, mangiare cosa voleva e fare ciò che voleva. Trovò possibile iniziare ad esercitare le proprie capacità con il tempo e imparò anche qualcosa di pratico sulla vita. Scoprì di essere allergica ai pomodori, imparò come sfilare le monete dalle tasche dei clienti ubriachi, apprese che le donne potevano essere pericolose quanto gli uomini e molte piccole conoscenze pratiche che si unirono alle nozioni teoriche date dalla madre. Mirabelle la crebbe come una figlia propria, obbligano Kaito a portarla con sé ogni tanto, nel desiderio che i due coltivassero un rapporto.
E così fu, anche se non con un inizio proprio convenzionale. L'uomo iniziò a usufruire della figlia, che ormai stava diventando un adolescente accettabilmente graziosa, come esca. Non le faceva fare nulla, semplicemente la ragazzina diventava una distrazione o un diversivo per coloro che doveva catturare. La sua vera utilità venne dal cacciatore scoperta quando Chiyoko, per puro istinto, bloccó a mezz'aria un fuggitivo, permettendo al padre di immobilizzarlo con poca fatica. Da qui il loro rapporto aumentò sempre al meglio, risultando in più tempo insieme. Chiyoko iniziò a viaggiare con l'uomo, lasciando più spesso il bordello, fino a non andarci più se non nelle occasioni apposite per rivedere la cara Mirabelle.
Fu così che ella iniziò a scoprire il mondo di cui aveva letto nei libri, viaggiando di Nazione in Nazione con il padre imparò molto, sia sul punto di vista del combattimento che della conoscenza. Oltre a ciò il proprio carattere iniziò a diventare sempre più simile a quello dell'uomo, burbero e piccato, forse meno sarcastico e bonaccione di quello di Kaito.
Shingetsu le mancava. Le manca tuttora, il pensiero di casa e della propria famiglia è sempre un grillo che vive in un angolo del cervello, ma avere il padre vicino la consolava. Aveva sempre qualcosa da fare e dunque la mancanza della patria era relegata alle sole ore di solitudine spesso alleviate dal sonno. Ai tempi la solitudine era solo marginale nella propria vita.
Così visse fino ai diciannove anni. L'anno della tragedia. La morte del padre.
Aveva un forte fischio nelle orecchie e la vista annebbiata dalla polvere che la circondava, sollevata dall'enorme creatura che si dibatteva poco lontano dalla giovane stesa a terra.
Non sarà nulla di che - aveva sostenuto il padre - solo qualcosa di diverso dal solito. Eppure in quel momento a Chiyoko sembrava un qualcosa di che. Si rialzò traballante, non riuscendo a mettere a fuoco il mondo intorno a lei. Doveva aiutare suo padre o non ne sarebbero usciti vivi. Alzò un braccio e cercò di individuare con la mente il dragonico che stava creando quella nube per fermarlo. Gli occhi la tradirono ma la mente riuscì a individuare l'enorme figura che, in pochi istanti, nella percezione di Chiyoko divenne di un rosso brillante. La concentrazione la tradì nel secondo in cui riuscì ad immobilizzarlo, il dolore alla nuca troppo forte anche solo per reggerla in piedi. Quando cadde non sentì dolore, non sentì il proprio urlo e non sentì nemmeno i propri pensieri. Però vide. Lì, inginocchiata, con il mondo ovattato che le rimbombava nelle orecchie vide il padre. La afferrò per le spalle e la spinse di lato con un colpo così forte da farle scricchiolare le ossa. Avrebbe potuto giurarlo. Lo vide, incrociò il suo sguardo mentre il dragonico lo schiacciava con un solo colpo, gli occhi verdi dell'uomo pieni di disperazione e preoccupazione. Il sangue schizzò anche sul suo volto.
Non si ricorda neanche per quanto tempo rimase accanto al corpo del padre urlando e cercando di riavvolgere il tempo, di evitare la sua morte. Ricorda il forte dolore in tutto il corpo, soprattutto nel braccio posato in quella poltiglia insanguinata di ciò che restava dell'uomo, l'uomo a cui non aveva potuto nemmeno dire addio. Svenne dopo ore passate a piangere nel nulla, l'assassino dell'uomo fuggito, il suo corpo ferito, il cuore spezzato.
Dopo la guarigione delle ferite più superficiali nemmeno Mirabelle la rivide. Nessuno è a conoscenza del luogo in cui passò i tre anni successivi alla morte dell'uomo, in una totale solitudine. Un isolamento voluto volontariamente come sorta di ispiazione, come fuga da quelle immagini orribili e da quei ricordi dolorosi. Ovviamente non fu una fuga nemmeno leggermente effettiva dalla propria mente, ebbe solo il tempo per maturare i propri poteri. Più nessuno a lei caro sarebbe morta per colpa sua, il senso di colpa schiacciante come il colpo che uccise il padre.
Da circa quattro anni Chiyoko è uscita dal suo eremitismo, un periodo per lei equivalente ad un sogno confuso pieno di pianti e incubi. Non seppe neanche perché un giorno semplicemente si svegliò e decise che il suo tempo come eremita era finita, il suo ritiro concluso, prese la propria poca roba e scese dalle grotte segrete che l'avevano ospitata. Dal suo ritorno nel mercato dei cacciatori di taglie il suo carattere è totalmente mutato come i suoi metodi, più spietati, più diretti, pronti a tutto. Non esiterà mai più
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La famiglia di Chiyoko può definirsi particolare. Non perché particolarmente allargata o perché composta da chissà quanti membri, ma più per le dinamiche che legano coloro che ne fanno parte. Essa si compone di quattro membri: Chiyoko stessa, la madre Kaoru, il "padre" Ryuu e il padre Kaito, nessun altro figlio se non lei.
Due padri e una madre. La situazione potrebbe essere ritenuta equivoca in modi a dir poco svariati e fantasiosi, non ci sono sorprese sul fatto che la giovane non si spenda mai a spiegare la propria situazione famigliare, un po' perché rare sono le persone interessate, un po' perché sarebbe alquanto complicato da spiegare.
In realtà il concetto si può definire molto semplice. Ryuu e Kaoru si sposarono una decina di anni prima che Chiyoko nascesse, ma il loro non fu un matrimonio di scelta, ma uno combinato dalle famiglie. Dalla parte dei Iwasaki, la famiglia del padre, composta da abili artigiani e lavoratori di bellezze artistiche, e i Liau, la famiglia della madre, commercianti all'ordine delle Grandi Sacerdotesse. Due famiglie ricche alla ricerca di profitto che videro nei figli un modo per aumentare il loro benessere economico. Di per loro Ryuu e Kaoru, amici già dall'infanzia, sapevano fin da piccoli che la loro unione era già decisa, dunque crebbero imparando ad amarsi.
Si sposarono al compiere dei ventun'anni della donna, quando lui ne aveva ventiquattro, con una discreta gioia ne cuore. Vi fu però una serie che potremmo definire di sfortunati eventi con cui si scoprì che Ryuu era sterile. Infausta notizia e pessimo presagio che venne visto inizialmente dalla coppia come un avvertimento divino, un segnale per cui una possibile prole dei due sarebbe stata maledetta. Forse se non dovevano procreare la motivazione era più grande di quanto potessero immaginare.
E l'uomo accettò questo fatto, arrivando ad un compromesso con sé stesso. Nella discrezione coniugale nessuno venne a sapere di quel problema, nemmeno i genitori dei due, che perplessi si chiedevano perché non avessero nipoti pronti a portare avanti il patrimonio di famiglia. Ma, sorpresa delle sorprese, per Kaoru questo scherzo del destino non era accettabile. Il desiderio di portare in grembo una figlia era più grande di quello di vivere. Ne parlò con il marito: se non fosse stata in grado di concepire una vita avrebbe messo fine alla propria.
In seguito ad un'altra serie di questa volta meno sfortunate ma altrettanto bizzare coincidenze, Kaito entrò nella vita dei due. Si potrebbe definire una relazione poliamorosa? Chiyoko stessa non ha mai capito la dinamica in cui noi non ci addentreremo in quanto ora irrilevante, ma la conclusione fu la seguente: la nascita di una bambina.
Fu grande festa e, alla fine, tutti ebbero ciò che desiderano. Tranne Ryuu che rimase con uno scuro presagio riguardo alla nascita di quella creatura che non avrebbe dovuto esistere. Dunque abbiamo Ryuu e Kaoru, genitori ufficiali di Chiyoko che la crebbero fino alla prima adolescenza. Per entrambi Chiyoko prova tutt'ora un profondo affetto. Anche se Ryuu si è rivelato non essere il padre naturale il loro legame è forte e presente nei cuori dei due. Non è un'eufemisma dire che Chiyoko ucciderebbe per avere la possibilità di tornare a Shingetsu e rincontrare i genitori.
Poi abbiamo Kaito, padre naturale della giovane di cui ella non seppe l'esistenza fino a quando non fu costretta a lasciare Shingetsu con quest'uomo burbero e con uno strano senso dell'umorismo. Kaito passò da sconosciuto a mentore a padre, diventato per Chiyoko una figura fondamentale per tutta la crescita. L'uomo dai particolari tratti non del tutto originari di Shingetsu può essere definito come colui che maggiormente plasmò la giovane, lasciando una grande impronta nella sua persona. Un misto tra amore paterno e amicizia, un rapporto scherzoso ma anche di lavoro.
Infine abbiamo Mirabelle. Chi è questa figura mai citata predecentemente che spunta dal nulla? Ebbene Mirabelle è un'abitante di Anima, nel livello di Argentum vastamente frequentato dal padre di Chiyoko per le conoscenze lì residenti. Da quello che la giovane ha capito ella è una cugina del padre, quindi una specie di zia. Anche se non hanno nessun legame di sangue effettivamente forte e diretto per Chiyoko la donna è come una seconda madre, con lei passò le lunghe giornate in cui il padre la lasciava alle cure delle donne della casa di piacere che spesso frequentava. Proprio quella casa dai colori lucenti e dalle matrone seducenti dirigeva la donna. Mirabelle la protesse dai clienti troppo invadenti, le insegnò le basi delle buone maniere - che Chiyoko non imparò a pieno, ma comunque - e che la aiutò nelle prime fasi dell'adolescenza in cui il padre non sapeva aiutarla. Ad oggi, in concamitanza con le festività, Chiyoko torna al bordello per passare del tempo con la seconda madre. Del resto la donna è l'unica persona vicina che le resta a cui può rivolgere una visita.
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Abiti comodi, pratici, pantaloni, stivali e capi d'abbigliamento (maschere o tessuti) che le coprono il volto. Con queste poche parole si potrebbe definire il guardaroba di Chiyoko che in sé non ha molto che sappia di Shingetsu. Del resto ella ha abbandonato la propria patria una decina di anni prima di ora, più nessuno di quegli abiti è di una taglia che ancora le calza. Il suo guardaroba è composto da pochissimi capi che hanno vagamente qualcosa degli eleganti kimono delle isole fluttuanti, ma non sarebbero riconoscibili come tali se non attentamente studiati. Divertente come tutti questi abiti abbiano come colore base il rosso, firma ormai distintiva dell'abbigliamento della giovane. La cacciatrice ha del resto bisogno di abiti che, oltre a permetterle di muoversi agilmente, siano anche pratici per i climi più svariati e che coprano il proprio marchio, ma ancora che possano sembrare comuni in tutti i paesi in cui si trova. Ella possiede un solo kimono regalato dalla madre a distanza per il suo diciottesimo compleanno, ma mai è stato indossato, nonostante la taglia sia ancora adatta alla giovane. Magari, in futuro, per qualche occasione particolare. Esso è composto da un kimono nero corto, con il collo tanto alto da coprire il marchio della giovane e dalle maniche lunghe e strette che non siano troppo ingombranti ai movimenti. Questo kimono nero è abbinato ad un copritesta caratteristico con un velo che nasconde il volto della giovane. Come "mantello" questo completo finisce con un kimono più ampio, esso è di un chiaro color azzurro con sfumature grigiastre, quasi come alla rappresentazione di una nebbia artificiale, decorato con stampe bianche di arbusti selvatici sulle maniche e sul tessuto esterno. Commissionati appositamente per Chiyoko dalla madre, rappresentano la lontananza dalla casa, il suo essere quasi un arbusto selvatico allontanato dalla sua terra natia. Questo kimono esteriore è più lungo e arriva quasi alle caviglie della giovane. L'obi che porta in vita è a sua volta di un azzurro leggermente più scuro del kimono esterno, tenuto fissato da un obijime nero.
«Mio Dio Chiyoko, il tuo gusto in fatto di abiti peggiora di volta in volta.»
La ragazza sbuffó a questa affermazione, lanciando sul morbido letto la propria borsa da viaggio con all'interno i suoi due soli capi da ricambio (oltre che al resto dei suoi pochi averi personali). Un bagaglio pratico e leggero.
«Ho qualche corsetto che ti starebbe divinamente!» aggiunse Mirabelle, scrutando con un cipilio di disapprovazione i tessuti neri e rossi degli abiti della giovane. Sembrava che il rosso fosse il suo colore caratteristico.
«Certo Mira, così pareró proprio bene un colpo con la colonna vertebrale bloccata.» ribatté la cacciatrice, iniziando a disfare la propria valigia. «Avrei bisogno che tu mi rammendati i pantaloni chiari, il tessuto sil ginocchio si è strappato.»
La donna paffutella si piantó le mani sui fianchi. Non provó nemmeno a ribattere all'affermazione di quella ragazzina testarda. Un così bel fisico sprecato per pantaloni maschili e nemmeno una gonna!
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«Merda!» una forte esplosione e un rumore di materiale in frantumi. Urla. Odore di bruciato. «Chiyoko i vetri!»
Dalla sua posizione supina a terra la giovane non vedeva il padre, ma lo sentiva. L'ultima immagine che aveva di lui consisteva in un vortice di fumo e poi un lampo abbagliante, un colpo scaturito dall'arma dell'uomo.
Un colpo che non era andato a segno visto che il bersaglio se la dava a gambe dalla parte opposta. Chiyoko sbuffò, osservando a testa in giù la donna, la ricercata per meglio dire, mentre diventava sempre più piccola in lontananza.
Non lo vedeva, il padre, ma lo sentiva e la sua roca voce fastidiosa non le permetteva neanche di riprendere fiato. Quando aveva sferrato la sfera dorata contro la ricercata non l'aveva colpita e il contraccolpo della mossa dell'uomo l'aveva respinta contro un ammasso di barili. In più la gente aveva iniziato ad urlare e la ragazza, appena sedicenne, avrebbe voluto tanto rompere i denti a quella massa di persone che le stavano trapanando le orecchie. Poi si rese conto del perché stavano urlando.
I vetri. L'esplosione. Sgranò gli occhi mentre una pioggia di enormi detriti e vetro cadeva verso di lei e, nonostante non potesse constatarlo vista la posizione, probabilmente su tutta la via. Ecco cosa intendeva il padre.
Presa dal panico alzò una mano verso il cielo, nonostante i suoi pensieri fossero durati solo pochi secondi aveva perso troppo tempo e i detriti iniziavano ad atterrare a terra, sulla testa dei passanti. Non ebbe tempo di maledire il padre per la stupida scelta di agire in pieno giorno in una via affollata, ma si concentrò dall'isolare i detriti dal resto di ciò che la circondava, nella sua mente le loro sagome brillavano di un rosso intenso. Poi essi sembrarono fermarsi, sospesi in aria, rallentati nonostante in continuo movimento.
Venne tirata in piedi a forza dal padre mentre persone le sfrecciavano accanto per allontanarsi dall'edificio che il colpo aveva sfiorato e da cui precipitavano le macerie.
«Ce la fai a camminare? Anzi no, non rispondermi, rimani concentrata.»
Lei mormorò qualcosa, probabilmente un'"idiota" misto a "dannazione", ma il suo cervello non riuscì a compiere frasi più complicate, spremuto dallo sforzo di rimanere concentrata sui detriti, mentre il padre la trascinava lontana dal loro raggio d'azione.
Benedetta dal dio del tempo. Una grande fortuna, un grande dono da cui derivano grandi capacità. Per quanto si ricorda Chiyoko è sempre nata con tali abilità, fin dalle sue prime memorie si è sempre sentita in qualche modo capace di fare cose che ad altre persone sarebbero risultate impossibili. Nonostante ciò fino ad una certa età, ovvero fino a quando non lasciò Shingetsu, non provò mai concretamente a sviluppare le suddette abilità, lasciando le proprie capacità magiche acquattate in un angolino remoto del cervello. Come già detto la madre le insegnò la teoria, ma non la spronò mai a mettere effettivamente mano alla pratica, sperando di rimandare il più possibile nel tempo l'inevitabile: il venire allo scoperto come possessore di un potere abbastanza importante. La donna già prevedeva le attenzioni indesiderate che le capacità della figlia avrebbero potuto attirare. Ma quali sono per l'esattezza le abilità che Chiyoko possiede? Ella non è potente come il dio del tempo e non è capace di riavvolgere il tempo o simili, ma diciamo che possiede abilità "minori" che, per quanto possano essere potenti, sono comunque limitate in proporzione alla sua natura umana e alla capacità che lei stessa ha di gestire il proprio potere. Di seguito elencate dalla più alla meno sviluppata.
i. 𝖑𝖊𝖌𝖌𝖊𝖗𝖊 𝖎𝖑 𝖕𝖆𝖘𝖘𝖆𝖙𝖔 è probabilmente per Chiyoko la cosa più facile da fare e quella che richiede meno sforzo in assoluto. Come le persone comuni riescono a leggere un libro la giovane riesce a leggere il passato di persone, animali e oggetti. Nulla di troppo complicato, difatti si tratta anche della prima abilità che sviluppò, iniziando a metterla in atto anche nella tarda infanzia. A volte sono flashback che le arrivano alla mente senza neanche provarci, semplicemente quando tocca qualcuno o qualcosa un ricordo viene trasferito alla sua mente. Il tatto è dunque un elemento fondamentale per la messa in moto di questa abilità, una volta che Chiyoko è in contatto fisico può leggere tranquillamente il passato. Ovviamente più un ricordo è lontano più tempo è necessario e più il contatto dovrà essere prolungato. Il tempo che ella impiega a eseguire una di queste "letture" si rapporta anche alla resistenza trovata, se negli oggetti questa è praticamente nulla nelle persone a volte le cose sono un po' più difficili, soprattutto se si tratta di leggere segreti o informazioni nascoste con la volontà. Ma non c'è nulla che la giovane non possa raggiungere se le viene dato il tempo, come già detto questa è l'abilità probabilmente più sviluppata.
ii. 𝖒𝖔𝖉𝖎𝖋𝖎𝖈𝖆𝖗𝖊 𝖑𝖆 𝖛𝖊𝖑𝖔𝖈𝖎𝖙𝖆' 𝖉𝖊𝖌𝖑𝖎 𝖊𝖛𝖊𝖓𝖙𝖎 è la seconda abilità più sviluppata di Chiyoko e probabilmente quella che si rivela anche più utile nel suo mestiere. Svilupparla non è stato per niente facile e ci sono voluti anni e anni di incredibile persistenza e allenamento, soprattutto per arrivare a controllare il corso del tempo di grandi aree. Con un po' di concentrazione la giovane è capace di rallentare il movimento di persone, oggetti e, se necessario, di intere aree. Ovviamente non può farlo con tutto il mondo, ma se la situazione lo richiede può rallentare lo scorrere del tempo in una determinata area in cui lei si trova. La propria presenza nel luogo, o comunque in un raggio d'azione decentemente vicino alla persona o all'oggetto che vuole rallentare, è dunque indispensabile. Ovviamente più grande è l'area o il corpo su cui deve esercitare questa magia più stancante è il compito e più faticoso sarà mantenere la concentrazione e la resistenza. Un vantaggio è quello che, nonostante ciò che si trovi intorno a lei sia rallentato, i suoi movimenti restano ad una velocità normale, portandole grandi vantaggi durante gli scontri. Ella è capace anche di fermare determinati oggetti nel tempo, nonostante questo la stanchi enormemente e costringa lei stessa a rimanere immobile, quasi come se proiettasse il proprio essere immobile su un corpo altrui. Ovviamente va sempre tenuto conto che l'efficacia di queste abilità sono legate sia alla massa di ciò su cui vengono esercitate sia allo stato fisico e psicologico di Chiyoko.
iii. 𝖈𝖚𝖗𝖆𝖗𝖊 le persone è invece una delle abilità meno sviluppate della giovane, soprattutto perché estremamente complicata. Essa si basa però, ironia della sorte, su un principio piuttosto semplice: ovvero riportare una parte del corpo ferita allo stato in cui si trovava prima che accadesse il fatto che la ferisse. In pratica si tratta di riavvolgere il "nastro della storia" di una determinata parte del corpo. Solo poche volte è riuscita a mettere in atto questa capacità sul padre, per curarlo per esempio da un brutto colpo subito in uno scontro, causando un enorme dispendio di energie e cure abbastanza approssimative che spesso lasciano anche cicatrici. Come già detto è una capacità non molto sviluppata e quindi non perfetta, ma comunque in grado di tornare utile se necessario. Per metterla in atto però Chiyoko necessità di estrema lucidità mentale, infatti in un momento di guarigione potrebbe essere quasi paragonata ad un'artista che immagina la propria opera e quindi la modella in base al proprio piacimento. Curare sé stessa è ancora più faticoso, anche perché per chi lo riceve il procedimento non è per niente indolore, è letteralmente possibile sentire le ossa spostarsi e tornare al loro posto originale oppure la carne cucirsi a forza. Si può capire dunque come sia difficile per la giovane auto-curarsi e di come dunque lo faccia ancora più raramente, limitandosi a casi estremi.
Una piccola nicchia di questa abilità è il curare le menti delle persone. Azione estremamente delicata e pericolosa. Uno sbaglio nel riportare una mente alla sanità passata e si rischia di perdere tutta la memoria di un cervello. Una sola volta ha provato a svolgere questa operazione per un'amnesia di una donna e nonostante tutto i risultati furono discreti. Ma ovviamente non è un tipo di magia che si può esercitare, almeno non in modo consenziente, e dunque non si può imparare a gestirla, lasciandola come ultima ancora di salvezza incerta in momenti disperati.
iv. 𝖎𝖓𝖛𝖊𝖈𝖈𝖍𝖎𝖆𝖗𝖊 𝖊 𝖗𝖎𝖓𝖌𝖎𝖔𝖛𝖆𝖓𝖎𝖗𝖊 è infine l'ultima capacità della giovane, quella più rischiosa e faticosa in assoluto. Anche solo far tornare un fiore appassito in vita è per Chiyoko un'attività tanto faticosa da portarla allo svenimento. A volte era un'abilità che il padre le richiedeva per esempio per far tornare buono del cibo andato a male, seguendo il principio del "riavvolgere il nastro", ma ogni singola volta dopo aver effettuato tale procedimento la giovane si è sempre sentita male. Vomito, capogiri, svenimenti. È qualcosa che è in grado di fare, ella pensa anche su persone visto che il procedimento non è di per sé complicato, ma che le costa un enorme dispendio di energia, ancora maggiore di curare qualcuno. È probabilmente l'abilità meno utilizzata, può contare sulle dita della mano le volte in cui l'ha fatto, ma, per quanto fosse facile farlo, non vi è stata una volta in cui invecchiare o ringiovanire qualcosa non l'abbia sfinita fino a farla stare male fisicamente.
Sono queste dunque le abilità di Chiyoko, quelle di cui almeno ella è a conoscenza. Non sa se vi sono altre capacità in serbo nel futuro, contando soprattutto che il viaggio di miglioramento delle abilità attuali è di per sé lungo e faticoso.
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╰─➤ ✎ 𝘤𝘰𝘮𝘣𝘢𝘵𝘵𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘤𝘰𝘳𝘱𝘰 𝘢 𝘤𝘰𝘳𝘱𝘰
In molte occasioni Chiyoko ha avuto possibilità di mettere in atto le proprie capacità di combattimento corpo a corpo, sia con che senza armi, con o senza i propri poteri. Ci sono state situazioni, poche ma ci sono pur sempre state, in cui manipolare il tempo o sfoderare i propri pugnali sarebbe stato scomodo e dunque la giovane ha preferito affrontare avversari il triplo di lei direttamente. Non che la giovane sia particolarmente forte, le sue capacità fisiche rientrano nella media, ma con la grande agilità di cui dispone e della conoscenza del corpo umano è capace di colpire in punti alquanto dolorosi in modi alquanto delicati. Ella è a conoscenza di dove si trovino i nervi più dolorosi e di come rompere un'articolazione con un solo colpo, non ha alcuna difficoltà o paura in affrontare avversari direttamente, in nessun tipo di terreno. Una particolarità del suo stile di combattimento è il mirare sempre alla testa o al corpo, punti strategici alquanto comodi per far perdere conoscenza all'avversario, ciò a cui ella spesso mira.
╰─➤ ✎ 𝘢𝘥𝘢𝘵𝘵𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰
Dovendosi spostare numerose volte in poco tempo e non sempre nelle migliori delle condizioni, Chiyoko ha sviluppato un'elevatissima capacità di adattamento alle condizioni più disparate. Si tratti di climi eccessivamente freddi o aridi, ambienti caotici o luoghi totalmente solitari, è raro trovare una tipologia di luogo in cui la giovane non si sappia adattare e in qualche modo monetizzare. Particolarmente capace ella è di orientarsi o di trovare fonti di sopravvivenza in posti desertici, tutti trucchi di sopravvivenza che in qualche modo il padre le ha insegnato prima delle sua dipartita.
╰─➤ ✎ 𝘤𝘰𝘯𝘰𝘴𝘤𝘦𝘯𝘻𝘢
Per riassumere i due punti precedenti, Chiyoko sa un sacco di cose. Ha delle buone basi di anatomia umana, dunque sa come curarsi in modo accettabile le ferite più basiche per cui non usa i propri poteri e sa dove colpire un avversario per fargli sufficientemente male; conosce in modo abbastanza sciolto le lingue delle nazioni di Aethrya, almeno ciò che serve per comprendere ciò che succede intorno a lei; ha un ottimo senso dell'orientamento per quello che riguarda la natura e la lettura delle stelle; ha conoscenze basiche anche di biologia, in modo da sapere cosa non deve assolutamente mangiare se si ritrova in un bosco e quali animali sono velenosi da cacciare; ha un'ottima conoscenza di tecniche di combattimento corpo a corpo di molti Paesi; ha una buona conoscenza di artigianato e dunque una buona manualità e, infine, ha una conoscenza alquanto approfondita di usi, costumi e tradizioni delle varie nazioni, conoscenze che spesso le permettono di confondersi con gli abitanti comuni dei luoghi in cui si trova quasi come fosse uno spettro.
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╰─➤ ✎ 𝘤𝘰𝘮𝘣𝘢𝘵𝘵𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘢 𝘥𝘪𝘴𝘵𝘢𝘯𝘻𝘢
Contrariamente al combattimento corpo a corpo o comunque in vicinanze ravvicinate, la giovane non ha particolari abilità nel combattimento a distanza. Le sue armi sono adatte a ferire un avversario da vicino e anche il proprio potere è più effettivo in un breve raggio d'azione in cui Chiyoko riesce meglio a concentrarsi. Per dei colpi da lontananza può sempre servirsi dell'arma ereditata dal padre, nonostante non sia molto pratica nel suo utilizzo, arrivando spesso a scagliare colpi approssimativi e non del tutto utili. Conoscendo la propria debolezza Chiyoko preferisce mille volte raggiungere un obiettivo di soppiatto e poi tentare un attacco ravvicinato a sorpresa, ben consapevole che le sue possibilità di successo aumentano esponenzialmente in questo modo.
╰─➤ ✎ 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰 𝘥𝘪 𝘨𝘳𝘶𝘱𝘱𝘰
La maggior parte della vita di Chiyoko è stata vissuta in solitudine. Dagli anni dell'infanzia in cui viveva rinchiusa in casa agli anni di auto isolamento in seguito alla morte del padre, la giovane non ha mai avuto particolari contatti stretti con il mondo, arrivando a passare maggior parte della sua relativamente breve esistenza da sola. Non è dunque una sorpresa che ella non abbia mai imparato a lavorare propriamente in gruppo. Certo, per alcuni anni ha lavorato insieme al padre, ma in quel caso si trattava quasi più di un apprendistato e di un lavoro di coppia più che un vero e proprio gruppo articolato con dei ruoli che, la giovane ne è quasi certa, non riuscirebbe mai a seguire. Ha poca pazienza, le persone non fanno per lei, non sa come potrebbe fare a collaborare con un gruppo per un lungo lasso di tempo, finirebbe probabilmente per agire di testa propria. Anche perché, se deve essere onesta, non le piace proprio dover sottostare ad ordini altrui.
╰─➤ ✎ 𝘳𝘦𝘴𝘪𝘴𝘵𝘦𝘯𝘻𝘢
Sembra un controsenso, ma Chiyoko non è una campionessa di resistenza. Ma come? Manipola il tempo e nel combattimento non riesce a durare a lungo? Mi spiego meglio. Ella è capace di combattere per un lungo periodo di tempo solo se combatte ed è capace di manipolare il tempo per un lungo periodo solo se manipola il tempo. Ciò perché semplicemente è impossibile che la mente umana si concentri su due azioni totalmente diverse nello stesso momento, se una mano si muove orizzontalmente con un ritmo, la seconda mano farà estrema fatica a muoversi verticalmente con un ritmo totalmente diverso. È per questo stesso concetto che la giovane non riesce per troppo tempo a combattere e contemporaneamente utilizzare il proprio potere, ciò la stanca troppo e le tortura la mente in un modo quasi da impazzire. Per questo preferisce attacchi rapidi e diretti che può alternare con momenti in cui rallenta l'avversario oppure ferma degli oggetti a mezz'aria, per poi procedere con colpi diretti. Ha una minima resistenza, ma se cerca per troppo tempo di far coincidere le due abilità il suo corpo cede, collassando fisicamente. Ovviamente ciò è anche proporzionale a quanto potente è l'utilizzo della magia rischiesta o quanto impegnativo è il combattimento.
╰─➤ ✎ 𝘣𝘳𝘢𝘤𝘤𝘪𝘰 𝘴𝘪𝘯𝘪𝘴𝘵𝘳𝘰
Il braccio sinistro già precedentemente citato, il braccio avvelenato, è per Chiyoko una debolezza maggiore di quanto si possa immaginare. Innanzitutto e doloroso quando viene colpito con forza ed è infatti per questo che la cacciatrice cerca di stare con la guardia concentrata a destra, favorendo l'utilizzo del braccio destro sia per proteggersi che per colpire. I colpi più leggeri può sferrarli anche con il braccio sinistro, ma basta una pressione troppo forte e una fitta quasi insopportabile la invade, costringendola a indietreggiare. Inoltre quando utilizza il suo potere in un modo troppo estremo, cosa che succede molto raramente viste le conseguenze, il sangue avvelenato inizia a pulsare nelle sue vene con una frequenza maggiore, in un modo che, se aumentasse troppo, arriverebbe probabilmente a fermarle il cuore. Attualmente ciò è successo l'unica volta in cui ha cercato di riavvolgere il tempo, di norma nelle sue azioni quotidiane, anche solamente nel curare le persone, non si è mai fatto sentire se non con un leggero prurito. Spesso Chiyoko ha con sé degli antidolorifici naturali per il braccio. State sicuri che ci scopra il suo punto debole non è lontano dalla morte.
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╰─➤ ✎ fallimento
La paura si presenta in diverse forme e per una varietà di cose, alcune molto specifiche come ad esempio la paura dei ragni o dei serpenti, e altre sono più generiche, come avere paura del cambiamento, di provare cose nuove o di parlare in pubblico. Tra questi diversi tipi di paura, ce n'è uno che è molto limitante e può avere un impatto diretto sul nostro potenziale di successo: la paura di fallire detta anche atychifobia. La scomoda verità è che è insita in tutti noi, da quando siamo bambini, ed è strettamente connessa con la paura del giudizio degli altri e con quella del rifiuto.
La paura di fallire è la reazione emotiva, cognitiva e comportamentale alle conseguenze negative che prevediamo per il mancato raggiungimento di un obiettivo. È l'intensa preoccupazione, il pensiero negativo e la riluttanza a intraprendere azioni, che si sperimenta quando immaginiamo tutte le cose orribili che potrebbero accadere se manchiamo il raggiungimento di un obiettivo.
La paura di fallire influenza i tipi di obiettivi che ci fissiamo, i tipi di strategie che usiamo per raggiungerli e il livello di standard che abbiamo impostato come indicatori di successo. Quando si scelgono gli obiettivi da perseguire, le persone con una dose maggiore di paura di fallire tendono a concentrare i propri sforzi più sulla prevenzione delle perdite che sul raggiungimento dei benefici che si possono ottenere.
Chiyoko teme terribilmente il fallimento, di fatto si può dire intrappolata nella logica della profezia (nefasta) che si potrebbe auto avverare in qualsiasi momento.
Ma per cosa dovrebbe mai avere paura del fallimento? È una cacciatrice di taglie per di più eletta, dovrebbe non temere nulla. Eppure ricoprire un ruolo così grande non è mai stato un suo obiettivo, più che altro un obbligo di cui nonostante tutto ella comprende l'importanza. Un ruolo così grande, un potere così grande, che in ogni modo non le ha permesso di salvare il padre o di rimanere con la madre In tal contesto non si può non capire la paura di fallire. Potrebbe mettere in pericolo di nuovi altri civili, magari un numero impossibile di persone da contare. È proprio la paura di fallire che la porta ad essere così cauta nelle proprie azione, attenta a ciò che le accade intorno, terrorizzata dal poter deludere coloro che credono in lei: Mirabelle e la madre
╰─➤ ✎𝘥𝘳𝘢𝘨𝘰𝘯𝘪𝘤𝘪
Non ci stupiamo di questa paura della giovane. Del resto il padre è stato ucciso da una di queste creature e Chiyoko vi ha assistito direttamente, vivendo una scena che ha impresso in lei un trauma irreparabile. Il senso di colpa, il terrore di quel momento, il dolore, sono tutti sentimenti estremamente negativi che ormai ella associa alla specie dragonica. Non può farci nulla, anche volendo non riesce ad affrontare uno di essi senza che le sue mani tremino, che la sua pelle sudi, che la sua sicurezza vacilli. Per questo motivo non sceglie mai taglie che sono poste sulla testa di dragonici e, sempre per questo motivo, evita i luoghi dove sa che essi si ritrovano o vivono in maggior numero. Non sa cosa sia stato del dragonico che ha ucciso il padre, ma a volte lo rivede, nei suoi incubi più profondi, nelle notti in cui si sveglia tremante in un bagno di sudore seguente a oscuri sogni popolati da ombre enormi e furiose.
╰─➤ ✎ 𝘳𝘶𝘮𝘰𝘳𝘪 𝘧𝘰𝘳𝘵𝘪
La paura dei rumori forti è forse la meno strana in Chiyoko, del resto un rumore eccessivamente alto crea un senso di fastidio in ogni essere vivente. Eppure la giovane, se si trova nelle vicinanze particolarmente prossime di una fonte di rumore elevata ed improvvisa, non può fare a meno di sobbalzare e immobilizzarsi per qualche secondo. Non può farne a meno, non è una reazione cosciente e in realtà basta pochissimo prima che ella riprenda il controllo di sé stessa. Questa è dunque una paura minore non ben compresa nemmeno dalla cacciatrice che non è sicura da dove provenga, ma che, la maggior parte delle volte, riesce a superare senza particolari inghippi.
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╰─➤ ✎ 𝘳𝘪𝘯𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘢𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘮𝘢𝘥𝘳𝘦
Non si direbbe che Chiyoko è una persona nostalgica, invece sorprese delle sorprese lo è. Quanto le manca la propria casa a Shingetsu e quanto le manca la madre non saprebbe esprimerlo neppure lei a parole, del resto la donna è l'unico baluardo dell'infanzia che le resta. Forse non vorrebbe neanche esprimerlo, ci sono sentimenti che non sono adatti ad essere espressi ad alta voce. Ma il più grande desiderio della giovane è il seguente: essere libera di tornare a Shingetsu senza il terrore delle sacerdotesse e poter riabbracciare la propria famiglia, il padre, ma soprattutto la madre tanto amata. Le manca, le manca da morire e non poter scambiare con la donna una corrispondenza fitta le fa ancora più male. Ogni tanto Chiyoko invia a casa dei piccoli pensieri che trova nei luoghi che visita, ogni tanto riceve lei stessa un qualcosa fatto a mano dalla madre, ma la giovane non può mai essere sicura che la donna stia bene e che non le sua successo niente o che le voglia sempre il bene che le voleva quando lasció Shingetsu. I periodi di incertezza in cui le due non si sentono sono per la giovane come un silenzioso tormento, ogni giorno maledice l'aver dovuto lasciare la propria casa per non diventare una stupida sacerdotessa e allora un velo di rabbia cala sul proprio dolore. Se potesse si vendicherebbe degli anni che le sono stati rubati dalla famiglia con il sangue.
╰─➤ ✎ 𝘯𝘰𝘯 𝘮𝘰𝘳𝘪𝘳𝘦
Sogno abbastanza basico, non credete? Eppure mettetevi nei panni di Chiyoko, la giovane passa gran parte del proprio tempo spostandosi da un luogo all'altro del mondo cercando alcuni dei più pericolosi criminali che esistano e, nonostante le sue abilità discretamente potenti, non si può dire che sia sempre immune da colpi e ferite che per una persona comune potrebbero risultare mortali o perlomeno alquanto gravi. Dunque uno degli obiettivi principali della giovane è il seguente: non morire. È strano quanto ella sia capace di manipolare il tempo eppure sia così poco in grado di averne per sé stessa, spendendo ciò che ha per cacciare personaggi di cui non le interessa in realtà poi molto. Sente di non fare qualcosa che sia effettivamente per sé, un qualcosa che possa piacerle, un qualcosa che possa farla sentire a suo agio. Un poco le manca la propria solitudine, il proprio esilio forzato dalla civiltà, vorrebbe forse sopravvivere per tornare ad esso. O forse no, chi lo sa. Certamente vorrebbe sopravvivere per vedere il futuro.
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╰─➤ ✎ 𝘴𝘶𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘪𝘵𝘶𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦
C
'è una situazione su cui avere un'opinione? Certo, le celebrazioni a Mariel sono alquanto spumeggianti e coinvolgenti, ma a Chiyoko non interessa particolarmente degli anniversari, dei sovrani e di strani libri con strane trame o dell'Autore. Ella si trova nella capitale per lavoro, non ha tempo da perdere in cose per persone comuni. Per lei sono solo un'inutile distrazione, non si può dunque pretendere di vedere la giovane particolarmente emozionata per l'evento. Non le interessano i governanti delle varie Nazioni, tranne ovviamente le Sacerdotesse di Shingetsu che riscuotono il suo odio, dunque per ella la situazione è del tutto regolare al solito.
╰─➤ ✎ 𝘴𝘶𝘭𝘭𝘦 𝘥𝘪𝘷𝘪𝘯𝘪𝘵𝘢'
Il rapporto tra Chiyoko e le divinità è letteralmente un rapporto di amore-odio. La giovane non è particolarmente religiosa, non prega spesso, anche se a volte si ritrova, nella propria mente, a interloquire con il dio del tempo. Non preghiere, non domande, ma solo fredde relazioni e commenti sulle proprie capacità o incapacità. Se dovevi rendermi una tua eletta perché non farmi più potente? Il non aver salvato il padre la tormenta anche nei soli pensieri. Per il resto non ha opinioni particolari su di esse, sa tutto ciò che l'essere umano ha imparato su di loro dagli insegnamenti che la madre le ha impartito fin da piccola, quindi ne conosce le divinità e le dinamiche conosciute agli umani. Per il resto si ritiene principalmente indifferente, certo le festività a loro dedicate sono interessanti, ma una divinità vera e propria lei non l'ha mai vista. Non sono persone con cui interagisce ogni giorno, crede alla loro esistenza (lei stessa del resto ne è la prova), ma vive come se esse non esistessero. Non hanno mai risolto i suoi problemi e non pensa inizieranno a curarsi di lei da un giorno all'altro. Non ha neppure un rapporto particolare con il dio del tempo. Cosa dovrebbe dirgli? Non pensa di dovergli nulla, anzi, se mai potrebbe essere il contrario, il dono che si ritrova certamente non la rende una devota fedele.
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Chiyoko non è mai stata molto abile nel relazionarsi in modo approfondito con altre persone, forse questa capacità è l'unica che la madre e il padre non sono stati in grado di insegnarle. Probabilmente non ci provarono mai davvero, una materia o una capacità che non fosse praticamente utile per una manipolatrice del tempo o una cacciatrice di taglie era innecessaria ai due, la ragazza avrebbe dovuto imparare a farsi degli amici da sola. Inutile dire che Chiyoko non ne sia mai stata veramente capace, trovandosi più impacciata di quanto vorrebbe ammettere nel relazionarsi con gli sconosciuti.
Se si parlasse di una situazione relativa al suo compito da cacciatrice, sarebbe impossibile immaginare che la donna si trovi a disagio. Per lei quelli sono momenti di distacco sentimentale in cui sa comportarsi come una vera attrice che deve seguire il proprio copione. Sono situazioni in qui ella risulta sicura e pronta al confronto, ma in realtà non si espone personalmente, la sua presenza non ha nulla a che fare con una dimensione sentimentale, ma puramente rappresentativa e, per così dire, professionale.
Si può pensare che allora sia bizzarro come la cacciatrice, nella sua vita privata, sia invece impacciata come una bambina fin troppo timida.
Che ella abbia problemi a fidarsi della gente non è una novità neppure per lei, si è sempre sentita come un piccolo porcospino sempre all'erta, fatto ulteriormente cresciuto dopo il passaggio di carriera a cacciatrice di taglie.
Gli sconosciuti l'hanno sempre spaventata, per la donna hanno sempre rappresentato l'ignoto, fin da bambina non ha mai trovato piacevole ritrovarsi da sola in una stanza di persone a lei ignote.
Senza volerlo la madre l'ha quasi condannata: tenendola chiusa per la maggior parte della sua vita nell'abitazione di famiglia ha ottenuto quasi l'effetto opposto a quello desiderato. Certo, l'ha resa una donna di cultura pronta e adatta a controllare il proprio potere, almeno apparentemente, ma l'ha anche condannata a non conoscere abbastanza il mondo per potervisi aprire.
Chiyoko non potrebbe dire di aver mai avuto un amico o un'amica della sua età, ha sempre camminato sola, non si è mai legata a qualcuno che l'avrebbe potuta accompagnare con dolcezza nella vita. La solitudine è sempre stata la sua unica compagna.
Non ha mai avuto abbastanza tempo, abbastanza libertà, per uscire, conoscere persone che non fossero insegnanti o parenti, intrecciare rapporti che potessero durare.
Con coloro che cercano di avvicinarsi ella si rivela spiccia, per la maggior parte delle volte fredda e distante, si potrebbe pensare quasi orgogliosa e superba. In realtà non saprebbe come comportarsi, come aprirsi, di cosa discutere. Non che ella non voglia provare ad avvicinarsi ad una persona, semplicemente non saprebbe in che modo farlo, come muoversi. Dovrebbe fare domande o parlare di sé stessa? E poi ne varrebbe davvero la pena? Sarebbe disposta a messere in gioco e in pericolo sé stessa e un'altra persona? La risposta probabilmente è no, non ha mai incontrato nessuno capace di metterla a sua agio a tal punto di aprirsi e dare una possibilità.
Non parliamo delle relazioni amorose, quelle sono ancora più impensabili.
Choyoko potrebbe mai aver desiderato qualcuno con cui passare la propria vita? Attualmente il pensiero semplicemente la lascia indifferente, non le interessa mettersi in una relazione quando ha già tante responsabilità.
Pensare a come potrebbe comportarsi in una relazione amorosa è estremamente difficile, probabilmente non andrebbe molto lontano dal modo in cui si comporta con gli sconosciuti. Probabilmente per Chiyoko una relazione sarebbe più vista come un contratto di piacere, questo sarebbe l'unico modo per cui la donna potrebbe iniziare un tale rapporto.
Magari, nel tempo, potrebbe imparare ad aprirsi, ad affezionarsi, ma non è mai stata aperta a nuove persone, una relazione probabilmente la renderebbe contemporaneamente esageratamente protettiva e insicura ma anche fredda e distante. Però, onestamente non le dispiacerebbe creare in futuro una relazione con un'altra persona.
Non ha mai avuto troppi dubbi nemmeno sul proprio orientamento sessuale, in realtà nella vita si è lasciata giacere sia da uomini che da donne. Alcune volte ha provato leggeri infatuamenti per loro, altre volte no, ma con nessuno dei suoi partner passati si è mai instaurato un rapporto romantico di qualche genere.
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Cercò di mettere più forza nelle braccia, muovendosi lateralmente riuscì a far muovere il cerchio di fiamme presente nella corona anteriore, colpendo con più forza possibile il fantoccio. Il colpo fu un fallimento. Come tutti i colpi precedenti. Non solo il fantoccio non esplose, ma la ragazzina venne spinta indietro dal contraccolpo, rotolando per una decina di metri sul terreno, fino ad arrivare ai piedi del padre.
«Beh, Yoko, se vorrai dare un nuovo taglio di capelli al tuo avversario questo colpo è perfetto.» scherzò l'uomo, guardandola dall'alto al basso con uno sguardo divertito.
Non comprese cosa la figlia borbottò mentre si alzava, gli abiti pieni di polvere e le mani piene di graffi dall'energia che scorreva scorrettamente nel suo corpo.
Se l'energia necessaria per generare il colpo che avrebbe dovuto scagliare via il fantoccio non scorreva nel suo corpo in modo corretto, di certo la frustrazione che provava lo faceva. Eppure quando il padre usava quell'odioso bastone per sbaragliare i suoi opponenti lo faceva sembrare così semplice.
«È inutile, non lo so usare.»
L'uomo le diede un colpetto sulla spalla, riprendendo la propria arma con uno sbuffo.
«Quando morirò farai meglio a bruciarla con il mio cadavere a questo punto.»
Causando uno sbuffo da parte della figlia l'uomo iniziò a ridacchiare, afferrando saldamente il proprio scettro con entrambe le mani.
«Ti faccio vedere.»
Fece roteare l'arma sopra al proprio capo tenendola salda, scattando in avanti con velocità sovrumana nello stesso istante. In pochi secondi fu di fronte al manichino. Saltò e una scarica gli attraversò il corpo, lasciando chiaramente vedere alla figlia le vene del corpo diventare dorate, per poi sbilanciare il peso del busto in avanti, un cerchio di fuoco dorato si formò all'estremità rotonda dell'arma.
Se Chiyoko non avesse avuto la capacità di analizzare più attentamente il tempo non avrebbe visto il velocissimo movimento con cui le braccia del padre rotarono un'altra volta il bastone, questa volta scagliandolo in avanti, tranciando di netto la testa del fantoccio. Un fischio riempì l'aria e la fiamma dorata raggiunse tutta la lunghezza dell'asta fino alla parte opposta dell'arma. Ora che era stata attivata era pronta per essere usata per combattere.
«Bene!» esclamò il padre girandosi verso di lei, un ghigno sul volto mentre faceva roteare il bastone da una mano all'altra. «Ora prova a schivarmi.»
«Cosa!?»
Le armi di grande stazza non sono mai stato il suo forte. Nonostante la ragazza non sia di piccola statura le trova ingombranti e pesanti, non le permettono di bilanciare i propri movimenti come vorrebbe e la intralciano nei combattimenti. Per questo in realtà non fa molto con l'arma ereditata dal padre.
Il grande bastone, scettro, lancia magica - Chiyoko stessa si riferisce ad esso come capita, non ha mai veramente compreso la sua origine o cosa esattamente sia - non le è quasi mai di utilità.
Essa era però l'arma preferita del padre. Sono chiare nella mente della giovane i ricordi in cui l'uomo ne usava i potenti e distruttivi colpi per sbaragliare avversari grandi il triplo di lui. Eppure, anche sotto alla guida di Kaito, Chiyoko non si è mai sentita a suo agio con la grande arma tra le armi.
Tutt'ora la porta però con sé, affrancata alla schiena tramite lacci di pelle che si nascondono sotto al mantello. La porta con sé quando si sposta e poi spesso la lascia solamente nelle stanze che affitta o nei suoi covi, usandola solo in casi estremi in combattimento. L'unico motivo per cui non l'ha bruciata con il cadavere del padre è perché fa parte di quel poco di eredità che le resta di lui. Un qualcosa che sapeva essere estremante caro per Kaito, l'avrebbe tenuta per sempre, anche solo come porta fortuna.
Non sa usarla propriamente dunque, nonostante abbia appreso come sferrare dei colpi base abbastanza potenti, il contraccolpo spesso è dannoso quanto il colpo stesso.
Rotolò a terra, puntando i talloni a terra e alzandosi su di essi, accovacciata, fermando la propria caduta con l'agile movimento. La donna di fronte a lei rideva, le braccia spalancate, le lame delle sue doppie spade che ruotavano nell'aria.
«Mi aspettavo di più da una manipolatrice del tempo.» ghihnò la donna, i denti d'oro a figurare tramite le sottili labbra bluastre.
Chiyoko non rispose, sapeva che la maggior parte dei dialoghi durante uno scontro non erano altro che inutili fandonie. Il sangue che le colava dalla fronte le annabbiava leggermente la vista, ma il proprio potere le permise di rallentarne almeno un poco il corso, rendendolo meno fastidioso. Non le serviva altro aiuto delle proprie capacità per sconfiggere la donna.
Si alzò, correndo in direzione della sua opponente, scivolando a terra pochi secondi prima che i fendenti frontali delle lame le trafiggessero le spalle. Un veloce movimento dei polsi e i suoi kunai scivolarono fuori dalle maniche, incidendo profondi tagli nelle caviglie della donna. Chiyoko venne bloccata da una ginocchiata nello stomaco e da una lama che quasi le tranciò un polso prima che si alzasse. Fece in tempo a roteare le catene legate ai polsi e a infilzare un altro colpo nella schiena dell'opponente. Se fosse stato necessario l'avrebbe tagliata pezzettino per pezzettino.
L'arma preferita di Chiyoko, l'unica che usa praticamente più dei propri poteri, sono i konai di grandi dimensioni che porta fissati al polso tramite due leggere quanto resistennti catene fissate a dei bracciali di cuoio rinforzato.
Il padre ci mise molto tempo a trovare un'arma adatta alla figlia quando iniziò ad insegnarle le basi del combattimento. I pugnali sembravano essere adatti, ma Chiyoko aveva il vizio di lasciarli andare per utilizzare il proprio potere e dunque di perderli, costringendo un'enorme dispensa di energie e denaro per forgiarne o trovarne degli altri abbastanza buoni. Fu dunque un'idea dell'uomo commissionare ad un fabbro due konai di grandi dimensioni, un tocco di classe, un rimando a Shingetsu, e a farli fissare a due polsiere, in modo che anche se lasciati di colpo non sarebbero andati perduti.
Essi sono dunque diventati l'arma prediletta della giovane. Pratici, comodi, leggeri, non se li leva mai, qualsiasi cosa indossi in qualsiasi situazione. Sono estremamente veloci da sfoderare, basta un solo movimento del polso, e pratici da maneggiare. Non sono particolari per letalità o qualcosa del genere, ma più che altro per l'imprevidibilità con cui vengono sfoderati. Non che essi siano piccoli, ma situati all'interno delle braccia della giovane sono meno visibili di ciò che si pensi. Letteralmente potrebbero essere definiti un'estensione del corpo di Chiyoko.
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╰─➤ ✎ 𝘮𝘢𝘳𝘤𝘩𝘪𝘰
«Che strana forma.» mormorò l'ostetrica tenendo tra le braccia quel fagottino urlando appena nato.
«Strana forma?» fu la debole domanda che giunse dalla donna ancora allettata. Il parto le aveva prosciugato buona parte delle energie, lasciandola accasciata senza forze tra le morbide coperte di seta.
L'anziana che l'aveva assistita nel parto fece un gesto indicando l'area poco sotto al collo paffutello del neonato, nella porzione di pelle esatta tra le clavicole.
«Ha una scura voglia che sembra una spirale.»
Il marchio che Chiyoko porta sulla pelle. Ciò che la identifica come prescelta del dio del tempo. Quella specie di scura voglia bluastra, più simile ad un livido che ad altro, si trova esattamente nello spazio tra le clavicole della giovane, poco sopra all'inizio dello sterno. Non servirono molte spiegazioni da parte della madre della bambina per farle capire, quando fu il tempo opportuno, che si trattava del simbolo che testimoniava il suo potere, ciò che sarebbe stata portata a portare a compimento in futuro. Grandi cose, senza dubbio, eppure la giovane non è null'altro che un animale marchiato in fin dei conti, non vede in modo molto diverso il simbolo sul proprio petto.
La forma è quella di una spirale che, nelle opinioni della ragazza, potrebbe simboleggiare il continuo scorrimento del tempo o qualcosa del genere. Almeno quella sarebbe la scelta più logica. Ella in realtà non sa neppure se scoprirà mai il perché di quel simbolo, la motivazione dietro al perché lei è stata scelta, nonostante da piccola molte volte avesse pregato gli dei di illuminarla e incoraggiarla. Ora si limita solo a coprire il marchio con abiti a collo alto o per niente scollati, spesso il simbolo inciso sulla sua pelle non porta altro che guai e attenzioni indesiderate.
╰─➤ ✎ 𝘧𝘢𝘭𝘤𝘰
Chiyoko non è una persona adatta ad avere animaletti domestici, nonostante provi una certa ammirazione per felini e rettili. Eppure una specie di compagno nel proprio viaggio la giovane l'ha. Si chiama Kaza ed è un falco. Un animale comune, nulla di straordinario in fin dei conti, che però si è rivelato essere nel tempo estremamente resistente e forte, capace di percorrere enormi distanze in poco tempo. Il volatile, regalatole dal padre quando era ancora un pulcino, è stato personalmente allevato dai due ed ora funge da messaggero per la giovane. Esso viene usato da Chiyoko per contattare la madre e per cacciare, per avvistare possibili nemici e per cercare persone nelle folle. Nel periodo di auto isolamento è stato sempre lui a monitorare i pressi della grotta della giovane, controllando che nessun estraneo si avvicinasse pericolosamente. Spesso Kaza viaggia sopra alla testa di Chiyoko, come una sentinella silenziosa sulla giovane, altre volte invece semplicemente si fissa sulla spalla della cacciatrice di taglie, lasciandosi trasportare. Egli è probabilmente l'unico essere a cui la ragazza è davvero affezionata attualmente, non lo fa capire molto a terze parti, del resto il suo modo di dimostrare affetto in generale non è così apertamente comprensibile, eppure per quel compagno nelle sue avventure solitarie darebbe anche la vita.
╰─➤ ✎ 𝘤𝘪𝘰𝘯𝘥𝘰𝘭𝘰
Ciondolo, o per meglio dire medaglione, tramite cui Chiyoko ottiene un numero di informazioni non indifferente.
Il modo in cui la giovane l'ha ottenuto è quasi bizzarro, semplicemente un giorno lo barattó per una vita. Siamo chiari, Chiyoko non ama indossare gioielli che potrebbero solo esserle d'ingombro o attirare ladruncoli, ma per il medaglione in questione la faccenda è ben diversa. Si trovava a Fana, nella capitale, alla ricerca di un vecchio uomo li rifugiatosi e ricercato dalle autorità di Mariel. Trovarlo per la giovane non fu difficile, la parte più complicata fu il passar inosservata a Fana, ma una volta trovato, al posto di opporre la solita resistenza dei criminali messi in trappola, egli le propose un accordo: scambiare il medaglione per la propria vita. La spiegazione fu breve, ma quel medaglione avrebbe potuto evitarle un bel po' di rogne in futuro, donandole anche informazioni utili. La giovane venne affascinata dall forma dorata, dagli intricati disegni su di esso, dalla pietra rossa incastonata al suo interno. Sarebbe bello dire che esso porta in sé qualche valore famigliare, che sia un cimelio, ma in realtà fu solo un oggetto di baratto che in quel momento valse per la giovane più della taglia sulla testa dell'uomo.
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₊❏❜ ⚖️⋮[ 𝖆𝖒𝖇𝖗𝖆'𝖘 𝖘𝖕𝖆𝖈𝖊 ] ⌒⌒
o
kay ho finito chiyoko.
È QUESTO UN SOGNO?
Sarò onesta, non ero molto positiva perché pensavo non sarei arrivata alla fine di un personaggio trovato così impegnativo e poi è da mesi che non concludo una scheda, quindi questo è tipo un mini traguardo di cui vado stra fiera.
Chiyoko in generale mi soddisfa molto, anche se devo dire che essendo stato il periodo in cui l'ho scritta molto lungo (tre mesi minimo??) ho paura che nella scheda ci siano incongruenze, anche se ho riletto provando a non cannare nulla :')
E niente, mi scuso immensamente per il ritardo e spero la mia creatura sia gradita come lo è a me <3
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