Capitolo 78

Oggi.

Matt
Dopo avere assistito alla scena in cui Veronica baciava un altro, quando sono arrivato in ufficio, per poco non spaccavo tutto. Quando ho visto la foto che mi ha mandato Jennifer ho subito escluso l'ipotesi di un tradimento, ma non posso adesso che è così palese davanti ai miei occhi.

Veronica sta cercando in tutti i modi di farmi cambiare idea, ma quando cerca di darmi delle spiegazioni, non parla mai in maniera chiara. Mi dice che non è come penso e che non devo farle delle domande, al momento. Che devo fidarmi di lei. Per questo, non riesco a trattenermi e le inveisco contro. Non può trattarmi come le pare per poi pretendere che non sia successo nulla. Per di più, l'ho vista con un altro uomo e questa è la cosa che mi ha ferito più di tutte, perché non avrei mai immaginato un tale sgarbo da parte sua.

«Se non vuoi dirmi cosa diavolo c'è che non va, quella è la porta». Pronuncio quelle parole con rabbia e subito dopo me ne pento quando vedo la sua espressione ferita. Non voglio che Veronica se ne vada, ma quando mi accorgo che si sta allontanando, vengo preso dal panico. E poi mi accorgo di una macchia che spunta da dietro la sua giacca. È una macchia rossa. Sangue.
Le afferro la sua mano quando mi accorgo che sta per raggiungere la porta e la fermo. «Cosa hai lì sotto?» chiedo preoccupato.

«Niente. Forse è meglio se sto alla larga da te» dice, sottraendosi dalla mia presa, ma non le permetto di andarsene. Quando raggiunge la porta, con una mano le blocco l'uscita impedendole di muoversi.

«Veronica, dimmi cosa è successo. È stato quell'uomo a farti questo? Chi è?».
Lei scuote la testa e si limita a stare zitta. «Parlami, ti prego».

La imploro, chiedendole di dirmi la verità, ma lei dice che non può. Allora, mi impongono di lasciarla in pace e faccio come mi ha chiesto, lasciando che esca dalla porta. Mi sento deluso dal suo comportamento. Cosa abbiamo costruito in questi mesi? Il nulla? È bastato l'arrivo di qualcuno del suo passato per farle cambiare rotta? Pensavo che avessimo qualcosa di speciale, di nostro... mi sbagliavo. Non mi sono mai maledetto come questa volta. Avevo giurato a me stesso di starmene al mio posto. Avevo capito subito che Veronica portava guai, ma non me ne ero reso conto finché non mi ci sono trovato dentro fino al collo.

Rimango così da solo nel silenzio, finché Jason non rientra.
Mi osserva senza dire nulla e la cosa non fa altro che urtarmi i nervi. Cosa vuole? Perché adesso non mi parla?

«Dimmi cosa vuoi e facciamola finita» sbotto.

«Io?» chiede. Sembra preso alla sprovvista, ma so che fa finta di nulla perché non vuole intromettersi. Ormai conosco Jason come le miei tasche e so che se si interessa alla mia situazione è perché tiene alla nostra amicizia.

«Vuoi sapere cos'è successo?».

«Se vuoi dirmelo...» afferma, facendo spallucce.

Sorrido leggermente e gli racconto per sommi capi il mio percorso contrastato con Veronica.

«Amico, non devi lasciarla andare. Insisti. Insisti perché essere lasciata in pace non è ciò che vuole. Non fare il mio stesso errore. Lasciare Astrid è stato il mio più grande rammarico e se posso evitare che a te succeda lo stesso, lo farò».

Le parole di Jason sono il consiglio più prezioso che potessi sentire. Anche la sua storia è stata travagliata. Ha passato tre anni lontano da Astrid e poi ha dovuto ricostruire tutto da capo. Non voglio che tra me e Veronica succeda lo stesso. Ma come posso evitare tutto questo se lei non collabora?

Veronica
Scappare da Matt è forse stata la cosa più difficile che potessi fare. Avrei voluto che non mi avesse lasciata andare con quella facilità. Forse un po' lo merito dopotutto. Da quando lo conosco non ho fatto altro che sfuggirgli. Ho tirato troppo la corda, ne sono consapevole, ma il fatto che non abbia insistito più di tanto mi fa riflettere molto. Evidentemente, ciò che pensa di provare, non è poi così autentico.
Io, del resto, avrei potuto evitare di avvicinarmici fin dall'inizio. Mi rendo conto che se non mi fossi innamorata di lui, a quest'ora, non starei soffrendo così tanto e soprattutto, avrei evitato delle sofferenze inutili anche a Matt. Non merita quello che gli sto facendo passare, per questo vorrei dare un taglio netto alla nostra storia, ma non sono sicura di riuscire ad esserne capace.

Quando raggiungo la banca, Igor è lì davanti che mi aspetta con un sorriso cordiale - finto - sulle labbra. Ha messo un vestito grigio e la valigetta argentata che tiene tra le mani lo fa sembrare un uomo d'affari, per bene, niente a che vedere con il criminale che è in realtà. Entro dentro senza degnarlo di uno sguardo. Voglio chiudere in fretta la faccenda e voglio che se ne vada per sempre, anche se sono sicura che dovrò aspettarmi altre visite da parte sua in futuro.

Impieghiamo circa mezz'ora per sbrogliare la pratica e fare il bonifico. L'impiegato di banca mi ha guardato per tutto il tempo in maniera strana. Ovviamente, operazioni del genere non sono all'ordine del giorno, per cui Igor l'ha rassicurato, facendogli credere di essere un broker finanziario che si sarebbe occupato di investire i miei risparmi.

Quando raggiungo la strada, Igor mi ringrazia e fissa il mio fianco. «Spero che la ferita guarisca in fretta. È stato un piacere fare affari con te, Oksana. Alla prossima».

Come pensavo, si farà nuovamente vivo. Reprimo l'istinto di mettergli le mani al collo. Lo odio per come mi ha fatta sentire e mi fa sentire, di nuovo così vulnerabile dopo cinque lunghi anni di "tranquillità". Se non gli avessi dato ciò che voleva, probabilmente, avrei fatto una brutta fine. Tiro non sospiro di sollievo perché - anche se non ho più la mia garanzia finanziaria - sono riuscita ad essermi liberata di lui. Spero che sia così e che il passato non faccia più parte del mio presente.

Per questa mattina, salto la mia giornata insieme ai bambini e ritorno a casa per darmi una ripulita prima di raggiungere l'ufficio. Salto anche il pranzo perché ho lo stomaco completamente chiuso dopo ciò che è appena successo e al solo pensiero di affrontare Matt. Non lo so, vorrei parlargli per dirgli che lo amo, che non voglio che tra noi finisca, ma che deve rispettare i miei tempi. Sono certa che non crederà più alle mie stronzate e probabilmente, con lui, mi sono giocata le mie chance. Ma non posso darlo per certo se prima non faccio un ultimo tentativo. Quindi mi affretto ad andare da Matt.

«Matt» lo chiamo, facendo capolino dalla porta. «Posso parlarti?».

«Certo». A rispondere è Jason che, passandomi accanto per lasciarci un po' di privacy, mi dà una leggera pacca sulla spalla ed esce dall'ufficio. Presumo sappia tutto.

«Posso entrare?» chiedo nuovamente, dal momento che Matt non mi ha né rivolto la parola, né guardato in faccia.

«Puoi entrare» si limita a dire.

Osservo i suoi movimenti. Non alza mai lo sguardo, ma continua a fare ciò che stava facendo prima del mio arrivo. Al che, penso di andarmene e lasciare le cose così come sono, ma non mi lascerò intimidire dal suo comportamento. Sono venuta per raccontargli una parte della mia verità e non me ne andrò se prima non l'avrò fatto.

«Io ti amo». Le parole vengono fuori senza che me ne rendo conto. Rimango scioccata, così come Matt che sembra essere stato totalmente catturato dalle mie parole. Mi guarda dritto negli occhi, totalmente rapito dalle mie parole.

«Come?».

«Scusa, io...». Io cosa? Non volevo? Sì che volevo, quindi lo ribadisco. «Ti amo, Matt. Puoi non credermi, ma ti sto parlando con il cuore in mano».

«Non ti credo» afferma con freddezza.

Raggelo visibilmente. Perché non dovrebbe credermi? Matt sembra aver sentito la mia domanda silenziosa e si alza, raggiungendomi, puntato gli occhi nei miei.

«Non ti credo perché quello che fai tu non significa amare qualcuno. Io ti amo, Veronica» sottolinea. «Ma non ho mai cercato di nasconderti qualcosa. Dimmi il motivo per cui ti ostini a non parlare con me se mi ami».

Il suo tono di voce è tagliente come la lama affilata di una spada e la freddezza con cui mi parla mi fa rabbrividire. Sono consapevole di essermi giocata le miei carte e male, per di più. Sapevo che questa discussione non avrebbe portato a nulla ma... anche lui mi ama?

«Tu mi ami?» chiedo in un sussurro.

«Sì, Veronica. Ti amo. Perché secondo te insisto tanto? All'inizio credevo che fosse meglio lasciar perdere, che era giusto rispettare i tuoi tempi. Il passato appartiene al passato, no? Ma adesso non posso più fare finta di nulla. Il tuo comportamento è ambiguo. Spuntano fuori persone di cui non vuoi rivelarmi l'identità e, con una semplice cosa che ti chiedo, continui a lasciarmi fuori dalla tua vita. Non stupirti se poi io faccio lo stesso con te» conclude.

Le sue parole mi colpiscono in pieno. Matt ha ragione su tutto. Cosa mi impedisce di lasciarmi andare? Perché non ci riesco? Funziono male e adesso se n'è reso conto anche lui.

«Hai ragione» mi limito a dire, abbassando gli occhi. Mi vergogno del mio comportamento, mi vergogno per aver portato Matt al limite, ferendolo.
Così, faccio un passo indietro e mi allontano.

«Non andartene» dice poi, tirandomi verso di lui afferrando la borsa per il manico. «Non voglio che tu te ne vada, voglio che tu sia sincera».

«Non posso» sussurro, scansandomi, ma nel farlo faccio cadere per terra la borsa e tutto il contenuto si riversa sul pavimento.

Di colpo, vengo presa dal panico quando vedo Matt chinarsi per raccogliere ciò che è caduto. Mi affretto a raccogliere tutti i documenti della banca con su scritto il mio vero nome. Le sue mani trovano il mio documento d'identità e vedo perfettamente le sue sopracciglia aggrottate quando legge. Di certo, non gli sarà sfuggita la mia foto, con tanto di occhi eterocromi in vista, seguito dal nome e dal cognome in bella vista.

Quando mi guarda, è deluso e più ferito di prima. Mi guarda con confusione e poi, con voce quasi impercettibile, chiede: «È un documento falso?».

«No» ammetto. Ormai non ha più senso continuare a mentire.

«Sei tu Oksana Volkova?».

Senza cercare più di fare la cosa sbagliata annuisco e Matt porta di nuovo gli occhi su quel documento.

«Qui c'è scritto che sei vedova? Sei... sposata?» chiede con difficoltà.

Annuisco di nuovo. È finita. È saltata la copertura e non posso più nascondermi. Non voglio più. Matt deve sapere la verità e deve prendere la sua decisione nella consapevolezza di ciò che sono veramente.

«Sei sposata» continua a ripetere con lo sguardo perso nel vuoto. «Come è morto?».

E senza più pensare a nascondermi, senza esitazioni e con la consapevolezza che potrei perderlo per sempre, butto fuori la verità nuda e cruda. «L'ho ucciso io».

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