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Mi osservo allo specchio sistemandomi i capelli mentre con la coda dell'occhio vedo Mida fissarmi compiaciuto.
Nonostante il suo rapporto con Holden non sia dei migliori, ha fatto di tutto questa sera per consigliarmi il vestito più bello.
In teoria è all'oscuro di tutto, ma in pratica mi conosce talmente bene che anche se non me lo dice, si immagina che Joseph non mi sia del tutto indifferente.
«Sicuro che non sia un po' troppo?» domando, osservando come il tubino nero mi evidenzi le curve e sia decisamente scollato davanti.
È senza dubbio un abito meraviglioso, ma ho paura che le persone vedendomi così possano farsi strane idee.
Un vestito così lo metterei ad un appuntamento di Tinder, non per andare a mangiare sushi nella saletta dove solitamente provano i ballerini.
«Wow Gin, dovresti smetterla di nascondere questa figaggine sotto ai jeans larghi» commenta Lucia, entrando nella stanza seguita da Marisol che mi fa l'occhiolino.
Lei sa quanto sono agitata, anche se per me è del tutto strano.
Io infatti mi limito a sorridere.
È la prima volta che sono a cena con un ragazzo e so perfettamente che la fine della serata non sarà quella sperata.
Eppure questa volta non mi dispiace.
Forse perché per la prima volta mi basta la compagnia della persona che avrò davanti.
«Dai, vado che altrimenti si fa tardi» sussurro, uscendo dalla camera.
Raggiungo il salotto e avverto nuovamente una strana sensazione quando vedo Holden appoggiato al divano, con una semplice camicia bianca ed un jeans nero che mi sta aspettando.
Appena lui sente il rumore dei miei tacchi alza lo sguardo e in quei pochi secondi in cui i suoi occhi si posano su di me, il tempo sembra fermarsi.
Il mio cuore inizia a battere più forte e mi rendo conto che questa tipologia di emozione non l'avevo mai provata prima.
Solitamente sono io ad avere il controllo nelle uscite con i ragazzi. Eppure, anche se questo non è assolutamente un appuntamento, mi sembra di essere messa per la prima volta in panchina.
«Stai bene» sorrido a Joseph non sapendo bene cos'altro dire.
È incredibilmente sexy, non sta solo bene.
«Anche tu» si inumidisce le labbra, a disagio sotto lo sguardo di tutti gli altri.
Per fortuna Sarah è a lezione e non sta assistendo a questa scena imbarazzante perché se fosse qui, capirebbe immediatamente che i miei occhi stanno guardando Holden con una luce diversa.
Dopo quello scambio di complimenti, se così si possono definire, decidiamo di uscire dalla casetta. Camminiamo per qualche minuto uno a fianco all'altro in attesa di raggiungere l'edificio con le sale per le prove.
Siamo solo io e lui, senza telecamere.
Potremmo dire qualsiasi cosa, ma entrambi preferiamo il silenzio.
Lui cammina con le mani in tasca, calciando di tanto in tanto un sassolino mentre io cerco di evitare le crepe nell'asfalto che possano farmi inciampare.
Lo sento ridere solamente quando il mio tacco scivola leggermente su una rientranza nel marciapiede, facendomi perdere per un millesimo di secondo l'equilibrio.
«Cosa ridi! Potevo rompermi una gamba!» lo prendo in giro spintonandolo. Eppure quel sorriso diventa immediatamente contagioso.
«Ma sì tanto non sei una ballerina»
Continuiamo a ridere come due bambini fino a quando non arriviamo davanti alle porte dell'edificio. Holden si ferma davanti a me e mi osserva in modo particolare, nei suoi occhi percepisco una luce diversa.
«Magari alla fine di questa cena saremo ufficialmente amici, che dici?» domanda aprendomi la porta, dopodiché si sposta di lato per farmi passare e mentre io entro, sento che mi posa una mano sulla schiena come per aiutarmi a salire il gradino.
Ha un tocco delicato.
«Penso che siamo diventati amici dopo quella cazzata che hai proposto» gli ricordo sarcasticamente, facendomi strada tra i corridoi deserti. Lui mi segue con un sorriso dipinto sul volto fino a quando non entriamo nella sala 8, dove il suo sorriso si allarga ancora di più.
C'è un tavolo apparecchiato per due persone al centro, con delle candele, delle rose ed almeno una quindicina di piatti di sushi.
«Oddio ma è bellissimo!» esclamo di getto, senza rendermi conto che forse ho mostrato troppo entusiasmo. Cerco di ricompormi ma i miei occhi non smettono di brillare, non ho mai cenato ad un tavolo così romantico e mai avrei pensato che la prima volta sarebbe stata qui ad Amici.
«Sembri una bimba felice» mi fa notare Holden, spostando la mia sedia per farmi accomodare. Poi lui si siede al mio fianco. «Abbiamo un solo problema Gin» mi guarda dritto negli occhi «Non so usare le bacchette» ammette ed io scoppio a ridere.
«Sacrilegio!» esclamo sarcastica «Qua dobbiamo rimediare» scuoto la testa immediatamente, afferrando le due bacchette. «Guarda, metti questa bacchetta tra il pollice e l'indice e lascia che questa parte della bacchetta si appoggi sul dito anulare. Poi invece metti la seconda bacchetta sull'indice e la tieni ferma con il pollice» inizio a fargli vedere ma lui nonostante provi a ripetere tutti i miei movimenti, finisce per far cadere le bacchette sul tavolo.
Io rido di nuovo mentre lui mi sorride teneramente. «Aspetta, devi mettere la bacchetta così...» riprovo, afferrando la sua mano per mettergli una bacchetta tra le dita. Appena la mia mano sfiora la sua, Joseph si gira lentamente verso di me ed i nostri volti si ritrovano ad un passo l'uno dall'altro. Lui mi sta scrutando attentamente ed io mi decido a ricambiare quell'occhiata interessante.
Proprio in quel momento, lo sguardo di Holden cade sulle mie labbra per una durata di tempo quasi impercettibile. Ed io, spero con tutta me stessa di essermelo immaginato.
«Perché mi guardi così?» chiedo, quasi in sussurro.
«Perché tu mi stai guardando così...» ribatte, non avendo nessuna intenzione di allontanarsi.
Se non lo conoscessi bene, penserei che Joseph mi stia provocando per scatenare una mia reazione. Ma lui è esattamente l'opposto, non si comporterebbe mai così.
Eppure...
«Che ti prende?» domando d'istinto, con tono calmo.
Lui si prende qualche secondo per rispondere. Poi sospira.
«Vuoi la verità Ginevra?» chiede, quasi come se avesse bisogno di conferme. Io annuisco, spostandomi con la sedia indietro per recuperare le giuste distanze, anche se quella vicinanza era piuttosto piacevole. «Con te sembra tutto dannatamente facile. Con te io riesco a sentirmi a mio agio e ad aprirmi come raramente mi era capitato. È come se avessi il dono di capire le persone, di capire me» spiega.
Nessuno mi aveva mai detto queste frasi e sentirle proprio da Holden che non si sbilancia mai, è un colpo al cuore.
«E questa cosa Gin, non hai idea di quanto mi faccia paura» continua poi, non riuscendo più a guardarmi negli occhi.
«Paura?» replico.
«Si» annuisce «Perché tu sei un cazzo di uragano, sei imprevedibile e da un giorno all'altro potresti decidere che non vale più la pena stare dietro ai miei complessi e potresti allontanarti. Ed io con te ci avrei messo troppo cuore, quindi preferisco fare dei passi indietro»
Rilfetto attentamente su quello che Holden sta cercando di dirmi e realizzare l'importanza di quelle parole fa vacillare tutte le mie convinzioni.
Joseph non è solo introverso, è spaventato dai rapporti umani.
Qualcuno sicuramente in passato ha giocato troppo con il suo cuore e ha tradito la sua fiducia.
«È per questo che sembri sempre distaccato anche con me?» domando. Lui annuisce.
«Gin io in te ho trovato una persona sincera, ma non voglio prenderla nel culo un'altra volta» parla sincero, mettendosi completamente a nudo davanti a me. «Sono ad un punto della mia vita in cui ho bisogno di certezze e non di dubbi. Ho bisogno di calma e non di confusione»
Quando ho iniziato a parlare con Holden all'inizio di questo percorso avevo come obiettivo quello di renderlo una persona meno timida coinvolgendolo in tutto quello che facevo. Poi, con il passare dei mesi, ho capito che era proprio questa riservatezza che mi aveva attratto fin da subito.
«Ho rovinato la cena, scusa» si schiarisce la voce.
«No, l'hai resa più bella» sorrido sinceramente «Hai un'anima bella Jo ed io sono contenta che tu mi abbia permesso di vederla. Anche io qualche anno fa la pensavo come te, mi ero messa in testa di non fidarmi di nessuno perché tanto prima o poi mi avrebbero deluso tutti. Ma quando incontri delle persone speciali, capisci davvero che forse alcuni meritano di stare nella tua vita perché la rendono...più luminosa» ammetto.
Holden inizia a spostare i mezzi di sushi nel suo piatto con una forchetta, quasi come se fosse nervoso.
«Tu hai reso questo percorso più luminoso per me» ammetto «Nonostante instaurare conversazioni lunghe con te sia stato molto difficile» ridacchio, contagiando anche lui.
«Ti stai dichiarando Gin?» mi prende in giro mentre io lo colpisco scherzosamente sul braccio.
«Ti piacerebbe eh?» ribatto.
«Forse»
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Grazie cuore per le 1000 visualizzazioni🥺❤️
Cosa ne pensate di questo Holden che parla di sé stesso?
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