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«Hai rilasciato una bomba Gin, lasciatelo dire!» si complimenta Mida, fumando la sua sigaretta elettronica seduto al mio fianco sulla panchina in giardino.

«Si, sono d'accordo!» si accoda Martina. La guarda dolcemente, rendendomi conto che ora lei è l'unica rimasta della squadra dato che ieri in puntata sono uscite Lil Jolie e Gaia.
Si vede che è triste, ma cerca in tutti i modi di non mostrarlo.

«Questa sarà disco d'oro, senza ombra di dubbio!» mi abbraccia Marisol, forse più felice di me per l'inedito che ho presentato.

Ridiamo tutti insieme contenti, fino a quando il mio sorriso non scompare appena noto che Holden ha aperto la porta della casetta e che ha la giacca, segno che vuole rimanere fuori.

Cerco di ignorare il suo sguardo fumando la mia kiwi, ma è più difficile del previsto.

«Raga, potete lasciarmi da solo con Gin? Ho bisogno di parlarle» chiede Joseph gentilmente ed immediatamente Mida, Martina e Marisol si scambiano un'occhiata di gruppo. Subito i tre annuiscono e senza aggiungere nulla, rientrano in casetta in religioso silenzio, senza però farsi mancare qualche risatina che sfugge al loro controllo.

Holden poi, si siede al mio fianco.

«Io in realtà sono un po' stanca, ho bisogno di dormire» faccio per alzarmi ma lui afferra la mia mano, stringendola delicatamente.

«Dieci minuti, per favore» mi supplica.

Per qualche secondo che sembra interminabile, i miei occhi si incatenano ai suoi ed ammetto che reggere questo muro è più difficile di quanto pensassi.

«Va bene» rilascio un sospiro, risedendomi al suo fianco. Sicuramente stare accanto a lui dopo l'inedito che ho scritto non è semplice.

Appena i nostri corpi si sfiorano, lui tira fuori dalla sua tasca di nuovo quella busta.

«Holden-»

«Voglio leggertela» mi interrompe lui, con la voce che trema. Io a quel punto mi arrendo, sapendo che niente potrà fargli cambiare idea, dunque mi limito ad annuire e a fissare un punto davanti a me.

Non so se effettivamente sono pronta a sentire il contenuto di quella lettera ma so che devo farlo per mettere un punto a questa strana situazione.

Lui apre il foglio, poi lo sento prendere un lungo respiro. È arrivato il momento.

«Ciao J, come stai? Mi era mancato un sacco usare questo soprannome. Un qualcosa di così stupido ma che per noi ha un grande significato.
Io la tua V, tu il mio J, ricordi?
Non voglio fare troppi giri di parole: mi manchi; mi manchi da morire. Vederti in televisione e sapere che tu hai voluto che le nostre strade si dividessero mi distrugge.
Siamo sempre stati io e te. Nessun altro.
Ed ora, vederti così vicino a quella ragazza, Ginevra, mi fa capire che forse tu stai andando avanti. Eppure ti scrivo per dirti che io sono sicura che tu pensi ancora a noi, a quello che siamo stati, a quello che siamo, e a quello che saremo. Perché J, lo sai anche tu, nessuno potrà mai darti l'amore che ti ho dato io»

Holden si ferma e noto che le mani con cui sta tenendo il foglio tremano leggermente.

«Non sei obbligato a continuare» gli faccio notare.

«Lo sono invece. Voglio che tu capisca perché mi sono comportato in quel modo» si schiarisce la voce.

A quel punto, istintivamente, poso la mia mano sulla sua, accarezzandola delicatamente.

Dovrei mantenere il muro che ho cercato di mettere su ma questa sera sto venendo Holden estremamente fragile e ci tengo troppo a lui per poter davvero ignorare questa sua richiesta di vicinanza.

«Quella Ginevra non fa per te, perché lei non è quello di cui hai bisogno. Nel programma si creano tante dinamiche, lo immagino, ma fuori da qui pensi davvero che una come lei possa stare con uno come te? Lei ha bisogno di leggerezza, di divertirsi e non riuscirebbe mai a stare dietro a te, ai tuoi silenzi e ai tuoi attacchi di panico. Non reggerebbe questa pesantezza perché pochi lo farebbero. Forse nessuno. Ma io per te l'ho fatto. Nei momenti bui ero lì ed in quelli felici ero lì a festeggiare con te i tuoi successi. Siamo sempre stati noi dall'inizio ed io sono l'unica che sa come gestire le tue emozioni, lei scapperebbe alla prima difficoltà. E lo sai. Pensaci J, io sono qui come sempre e per sempre. Ti amo. Viola»

Lui richiude la lettera, poi mi guarda quasi con gli occhi lucidi.

«Che manipolatrice del cazzo» mi lascio andare, infastidita.

«Sai qual è il problema Gin?» domanda retoricamente «Che anche io penso quello che ha scritto. Che tu non riusciresti a stare dietro alla mia pesantezza perché ti stancheresti» ammette.

«Non sei pesante Jo, sei umano. Tutti abbiamo le nostre fragilità, non sei da sopportare» cerco di tranquillizzarlo, aumentando la pressione sulla sua mano. «Lei vuole farti credere che nessun altro ti potrà amare, in modo che tu torni sempre dai lei perché ti dà quello che cerchi. E non va bene così, non può tenerti legato a sé facendoti credere che tu non sia abbastanza» continuo, sincera.

«Magari è vero» si stringe nelle spalle «Magari non sarò mai abbastanza per farmi amare da qualcun altro»

«Jo cosa dici!» esclamo, alzando la voce. Non può sminuirsi così tanto per colpa di una stupida manipolatrice che vuole tutto, meno che il suo bene.

«Avanti Ginevra, chi pensi che potrebbe mai amare uno come me?» domanda, quasi in sussurro.

Io Joseph.

Io.

Mi blocco. Rimanendo in silenzio.
L'ho pensato davvero?

Lui mi guarda, in attesa che io gli dia una risposta. Il problema è che l'ho appena data a me stessa e lui non lo sa.

Ho appena detto di amarlo.
Ho appena usato quella parola.
Proprio io. Io che di amore non capisco proprio nulla, ho detto di amare Holden.

«Gin?» mi richiama.

Mi volto a guardarlo e per la prima volta, lo vedo in maniera diversa.

Questa non è un'infatuazione.
Non è solo interesse.
Io non sono innamorata di lui.
Io lo amo.

«Non...» bisbiglio, realizzando quello che la mia testa sta pensando.

«Lascia stare, hai risposto alla mia domanda. E hai dato ragione a quello che dice Viola» rilascia una risata amara, alzandosi dalla panchina.

Mi osserva dall'alto, in attesa che io dica qualcosa; qualsiasi cosa.

Ma niente.

«Torno dentro, buonanotte» dice freddamente, prima di rientrare in casetta.

Dovrei fermarlo, ma rimango lì immobile non capendo come reagire.

Pochi secondi dopo, la porta della casetta si riapre. Alzo di scatto lo sguardo sperando sia Joseph, ma in realtà mi trovo davanti Petit che mi guarda confuso.

«Come mai Holden aveva quella faccia?» chiede, appoggiandosi alla porta che ha chiuso alle sue spalle.

«Sà» sussurro «Io lo amo» confesso, anche se risulta essere surreale ammettere una cosa del genere per me.

Io neanche sapevo come si facesse a capire di amare una persona.

«Beh, lui è perso di te dunque non capisco perché sia rientrato con quella faccia» continua, probabilmente ancora più confuso di prima.

«Perché non gliel'ho detto» mi porto entrambe le mani sul volto, rilasciando un sospiro profondo.

«Sei un po' scema, lo sai?» domanda.

Io annuisco. Consapevole.
Ci fosse stato Mida mi avrebbe dato della cogliona e avrebbe fatto bene.

«L'ho capito in questo momento. Non so neanche come si dice una cosa del genere e poi ora c'è il problema della sua ex» sbuffo, esasperata.

«Gin, a lui non frega niente della sua ex. Ha solo paura che lei abbia ragione. Digli che lo ami, che vuoi stare con lui e fidati, Viola finisce nel dimenticatoio in un secondo. Lui rimane legato a lei perché ha paura di non meritare niente di più»

Ascolto le parole di Petit, rendendomi conto che è esattamente quello che Holden cercava di dirmi prima.
Aspettava solo un passo da parte mia.

Ma perché è così difficile?

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Alloraaaa

Che ne pensate di quella lettera?

E di Gin che ha finalmente ammesso i suoi sentimenti?

Grazie per le 17mila visualizzazioni ❤️❤️

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