𝐢. 𝐫𝐨𝐥𝐞 :: 𝗖𝗮𝗽𝗶𝘁𝗼𝗹𝗼 1
Sono pochi i casi in cui uno studente è veramente lieto di poter tornare a scuola, ma possiamo dire che questo sia uno di quelli: Minerva non vedeva l'ora di poter rimettere piede sull'isoletta che ospitava la sua scuola, la Kaamos Academy. I giorni precedenti al ritorno a scuola erano stati veramente tesi per la ragazza, che fremeva al solo pensiero di dover cominciare il suo quinto e ultimo anno di scuola superiore alla Kaamos Academy, cosa che un po' la dispiaceva.
Avrebbero raggiunto l'isoletta soltanto per le tre del pomeriggio, così era stato annunciato dalle circolari che avevano indicato qualche giorno prima il funzionamento del rientro a scuola, e la studentessa della sezione Alpha non aveva fatto che guardare e riguardare l'orario, aspettando che il traghetto che li avrebbe accompagnati attraccasse finalmente nel porto dell'isoletta, facendo così cominciare il quinto anno, per loro almeno. La ragazza era appoggiata al parapetto di ferro del traghetto lasciando scorrere il suo sguardo in direzione dell'isola, che a mano a mano si faceva più vicina, e si sentiva tremare sapendo che avrebbe potuto finalmente avere i dormitori tanto desiderati, quelli riservati al quinto anno, che avrebbe potuto rivedere i suoi compagni di classe e i suoi amici delle altre sezioni, persino i professori!
Si guardò attorno, effettivamente era strano che oltre al professore Grafik non vi fosse nessuno a bordo del traghetto, escludendo i gruppi di studenti degli altri corsi e degli altri anni, che si distinguevano da quelli di prima, i quali sembravano visibilmente tesi al loro primo arrivo all'accademia. Minerva sorrise: si sarebbero sicuramente divertiti! Quella era una vera e propria esperienza.
Mentre si distraeva a guardare il professore Grafik, semi-sdraiato su una panchina con gli occhiali da sole, probabilmente appisolatosi non appena aveva messo piede sulla nave, la visuale sull'uomo le fu interrotta dall'improvvisa comparsa di Charles, il compagno di classe, che sembrava essere occupato a fare un giro tra le proprie conoscenze, per salutarle prima di mettere piede sull'isola e poter sparire nel suo nuovo appartamento non appena fossero finiti i controlli, i test d'ingresso fisici che il preside aveva avvisato sarebbero stati necessari per le quinte, solo e soltanto le quinte, in fin dei conti quello per loro era l'ultimo anno, aveva senso che fossero più attenti nei loro confronti.
Si era accorta delle strane occhiate che avevano ricevuto dagli altri studenti, infatti parlando con una studentessa della seconda B del dipartimento eroico aveva scoperto che nessun'altra classe oltre a quelle di quinta aveva ricevuto l'istruzione di presentarsi con addosso il proprio costume da eroi: la professoressa Freya era stata molto chiara sul loro gruppo di classe e aveva specificato che prima avrebbero finito con quei test medici e sui quirk, prima avrebbero potuto dedicarsi alla sistemazione dei propri bagagli negli appartamenti.
<< Demyan e Jae-Byeong ti salutano, non ho capito se stessero cercando di convincere uno studente di prima a diventare la loro cavia da laboratorio o stessero semplicemente provando a terrorizzarlo... ma hanno detto di chiederti aiuto con delle ipotetiche torture medievali da sperimentare, spero stessero scherzando, anche se di Demyan non mi fido un granché quando si parla di ricerche in nome della scienza>> commentò Charles, dopo aver salutato la ragazza, mostrandole un ampio sorriso, cercando di apparire tranquillo al sapere che a breve avrebbero dovuto sostenere i test d'ingresso medici e fisici, cosa che era abbastanza rara, di solito non si facevano, ma in seguito a quello accaduto qualche giorno prima, con i villains, il comitato aveva tutte le ragioni per cercare di monitorare la salute degli studenti, sapere che stanno bene e che tutto quadra.
<< Spero non vengano sgridati subito, il primo giorno, sarebbe davvero un pessimo esempio per i nostri nuovi amici di prima>> rispose Minerva, voltandosi di poco verso la terraferma, che si faceva sempre più vicina e con sé l'inizio del nuovo anno. Strinse le mani attorno al pupazzo che teneva stretto a sè, piegando il capo e guardando il compagno con un allegro sorriso, chiudendo l'unico occhio che era scoperto- essendo l'altro coperto da una benda- con fare divertito. << Non vedo l'ora di poter finalmente tornare in quel bellissimo bar nella piazza del paesino assieme, ho promesso a Kalevi che gli avrei fatto assaggiare alcuni nuovi gusti, ma non siamo riusciti ad andare a maggio per colpa dell'ultima sessione di verifiche; perciò, il mio obbiettivo è portarlo oggi pomeriggio>> ricevette uno sguardo interessato dal compagno, infatti Charles chiese se si sarebbe potuto unire a loro e, ovviamente Minerva, fu lieta di accettare.
Nel momento in cui Charles aprì la bocca per chiederle un'altra cosa, Minerva fece un salto entusiasta, prendendo per la spalla il compagno e scuotendolo << Siamo arrivati! Siamo arrivati!>> urlò, ricevendo qualche occhiata da parte degli altri studenti, e svegliando persino il professore Grafik, che si stiracchiò con nonchalance.
Ed ecco che dieci minuti dopo gli studenti di tutti gli anni si trovano sul molo, con accanto le proprie valigie, davanti a loro, piedi, c'erano il professore Grafik e il responsabile dell'infermeria, Hagimoto Kosuke, che sembrava occupato a controllare qualcosa su una serie di documenti che teneva in mano, probabilmente per gli esami delle quinte.
<< Sapevo di non dover affidare la presentazione del nuovo anno a quello sbadato di Monarca, non è nemmeno in grado di essere puntuale>> borbottò l'eroe numero uno della classifica europea, roteando lo sguardo, per poi ascoltare quello che l'infermiere gli sussurrava, reagendo con un'espressione particolarmente annoiata << Ci penso io, non ti preoccupare, vai a preparare quei test>> gli rispose, tirandogli una leggera gomitata.
Si prese due secondi di tempo per schiarirsi la voce, poi richiamò a sé l'attenzione di tutti i presenti: << Come credo sappiate sono il professore Grafik, di arti eroiche, e sono qui semplicemente per fare due raccomandazioni a tutti voi, prima di lasciarvi ai vostri rispettivi impegni: vi preghiamo di prestare particolarmente attenzione alle regole del coprifuoco e degli orari, poiché come ben sapete la scuola mira alla vostra sicurezza e dopo le ultime novità vogliamo ridurre al minimo i rischi per voi, perciò non fate imprudenze, davvero, non possiamo sapere se e quando i villains prenderanno di mira la scuola, perciò siate vigili, non abbassate mai la guardia e>> le parole dell'eroe furono interrotte da quello che chiaramente era un grido, seguito da un'esplosione.
L'eroe si voltò di scatto, in direzione del trambusto: una fitta nuvola di fumo si era alzata da dove evidentemente era esploso qualcosa.
L'eroe non ebbe nemmeno il tempo di capire cosa stesse succedendo che si sentì una voce, o almeno, chi era più vicino al prof la sentì: "Mai stare troppo vicino ad un'esplosione: i libri sibillini dicono che Grafik non riuscirà più nemmeno a stare in piedi per i danni che l'esplosione gli ha causato all'udito", da come quella voce era comparsa, improvvisamente sparì, lasciando l'eroe numero uno in classifica a tenersi i lati del capo, come cercando di silenziare qualsiasi cosa avesse attorno, cadendo sulle proprie ginocchia. Hagimoto fece per avvicinarsi all'eroe, ma studenti poterono chiaramente vedere quella che era una catena d'argento avvolgersi attorno al polso dell'infermiere, strattonarlo per terra, mentre un'altra avvolgeva il polso dell'eroe russo, pochi secondi dopo e i due professori furono, senza mezzi termini, scaraventati contro il muro di una casa.
"L'oracolo ha previsto che le macerie seppelliranno i criminali che si sono macchiati di hubris dinanzi agli Dei" ancora quella voce, che sembrò comparire nell'esatto momento in cui Grafik sembrava essersi rialzato, ma non appena questa svanì nuovamente l'intera facciata della casa- fortunatamente di soli tre piani- iniziò a sgretolarsi, cadendo sopra all'eroe russo.
<< Chiamate i professor->> aveva urlato Grafik, improvvisamente interrottosi.
Nessun segno di vita arrivò dal professore nei pochi istanti seguenti e fu quello il momento in cui il panico iniziò a scatenarsi, ma come se la situazione non potesse peggiorare più di così, Minerva riuscì a scorgere una figura nel fumo dell'esplosione, che si stava diradando: un uomo, alto, dai capelli chiari, il volto nascosto, e due serie di catene che sembravano fuoriuscirgli dalle mani. L'uomo alzò lo sguardo verso il tetto di una casa, sul quale era appollaiato un altro uomo, dai capelli scuri, e delle pergamene in mano, indossante abiti che richiamavano un po' delle tuniche greche, ma comunque comodi per il combattimento, mentre teneva il volto, a sua volta coperto.
<< Andiamo, penseremo ai mocciosi più tardi, abbiamo due altri professori da eliminare prima di passare al completo sterminio dell'isola, lo sai che al capo non piacciono gli azzardi, ho saputo che gli altri hanno fatto prigionieri, anche se non averne era l'unica regola>> stava parlando in rima, l'uomo seduto sul tetto, che senza prestare particolare attenzione agli studenti lanciò un'occhiata a dove ormai schizzi di sangue macchiavano le macerie della facciata del palazzo <<Non l'ho mai sopportato, finalmente lo abbiamo ammazzato!>> si schiarì la voce e poi << Non vi preoccupate, seguaci del grande dio, mi sento comunque amareggiato, alle nostre calcagna l'oracolo non vuole nessuno, la strada sarà bloccata e chiunque provi ad oltrepassarla sarà carbonizzato>> e appena le sue parole uscirono dalle sue labbra, il suo compagno lanciò un accendino per terra, dando fuoco a quella che era una scia di benzina. La strada era bloccata, il professore Grafik oltre le fiamme e due villains che si allontanavano.
Minerva ebbe paura, per la prima volta, che forse quella prima giornata di scuola non sarebbe finita tanto bene.
Il fatto che quei due villains si fossero allontanati non aveva tranquillizzato particolarmente gli studenti, le cui reazioni a quanto velocemente il primo eroe in classifica era stato completamente eliminato, schiacciato sotto i detriti della casa assieme all'infermiere, quello che avrebbe oggettivamente potuto salvare chiunque fosse stato ferito anche mortalmente. Lo sguardo di Minerva si era fin troppo a lungo sorvegliato sui massi sui quali si vedeva, anche da lontano e oltre il fuoco, il sangue dei due uomini che fino ad un paio di minuti prima erano sembrati tanto tranquilli. Come avevano fatto quei villains a raggiungere la scuola e agire in modo tanto indisturbato? Dov'erano i professori? Stavano bene? Minerva non riusciva a distogliere la mente dall'immagine dal professore di arti eroiche, che si tirava su da terra con difficoltà, che li guardava, con terrore misto a stupore, e che pochi istanti dopo rimaneva vittima di quello strano quirk.
Dovevano agire e dovevano farlo in fretta.
<< Dobbiamo fare qualcosa>> la voce di Jannike, sembrò salda, decisa a mostrarsi sicura, ad esserlo, in fin dei conti lei era la rappresentante della quinta A, il dipartimento eroico, non poteva aver paura proprio ora e nemmeno poteva averlo Minerva. << L'anno scorso, a fine anno, ricordo, che Raumbrecher ha riletto il piano d'emergenza della scuola, ha anche specificato che bisogna perdere il minor tempo possibile; quindi, non dobbiamo andare nel panico>> quelle parole erano difficili da pronunciare, immaginate dopo aver appena visto il più forte eroe europeo venir eliminato in meno di un minuto da due villains. Certo, avevano avuto il vantaggio dell'effetto sorpresa, ma era stato un duro colpo comunque da vedere.
<< Dobbiamo dividerci e andare a cercare i professori>> intervenne Charles, facendosi strada tra gli studenti, mentre rivolgeva lo sguardo verso il paese, dal quale si sentivano grida, urla, rumori di esplosioni e nel cielo si alzavano colonne di fumo. << Quello sul tetto ha parlato di altri due professori, significa che gli altri... gli altri sono morti?>> era stato Dion a parlare, comparendo alle spalle di Tiago e Craig, i quali si stavano scambiando occhiate abbastanza preoccupate, ed era raro vedere quei due essere seri per almeno un minuto.
<< Non è il momento di abbatterci di morale, ricordate i gruppi della scorsa esercitazione? Uniremo quelli della sezione A con quelli della Alpha, mentre gli studenti del corso B e Beta si occuperanno di proteggere i nostri compagni più piccoli>> Jannike sembrava aver preso il comando della situazione con decisione, ricevendo qualche occhiata non particolarmente d'approvazione, ma la tensione del momento aveva spinto quasi tutti a darle retta. <<Tornate sulla nave, provate a contattare le autorità di Malta o quelle italiane, o la CEE direttamente, ma dubito che con un attacco del genere non si siano premurati di tagliare le vie di telecomunicazione. Bene, non perdiamo tempo. Questi sono i gruppi...>>
GRUPPO A: Kaede, Franz, Klaus, Charles, Astrid, Aloisia e Tiago
Nemici: Sir Gwaine (he/him) e King Arthur (he/him)
Località: Boschetto
Obbiettivo: Raggiungere la torre delle telecomunicazioni e chiamare i soccorsi per evacuare i cittadini
Camminare per le vie della città sapendo di non poter e non dover interferire con qualsiasi cosa stesse succedendo non era di certo qualcosa di piacevole, ma questo era toccato al loro gruppo e non era un compito da poco: dovevano trovare la torre delle telecomunicazioni, dove spesso si trovava l'eroina numero tre della classifica europea, in quanto esperta di radio e comunicazioni. Avevano deciso rapidamente con gli altri studenti e si erano accordati che la loro missione sarebbe dovuta rimanere di basso profilo, per non attirare attenzioni indesiderate e poter allertare le autorità per poter prendere di sorpresa i villains. Allertare i nemici sarebbe stato pericoloso: il loro obbiettivo era anche quello di riuscire ad allontanare i civili dalla zona in modo da evitare di coinvolgerli in possibili combattimenti. Man mano che camminavano e si avvicinavano al bosco controllavano che nelle case non ci fosse nessuno, che fossero tutti al sicuro e in salvo, e li indirizzavano o verso il porto o verso l'ospedale- ignari di cosa stesse succedendo lì-.
Non appena entrarono nel bosco, dopo essersi assicurati di non aver dimenticato nessuno, Kaede ebbe una sensazione davvero tremenda, tanto che un brivido lo costrinse a fermarsi un attimo, a guardarsi intorno: c'era il più tombale silenzio, non si sentivano animali, ed era strano considerato che fino a poco prima erano sicuri di aver sentito suoni di combattimento.
<< Il fatto che non ci sia anima viva, soprattutto tra gli animali, non promette nulla di buono>> aveva commentato Klaus, seguendo lentamente Tiago, che era lui a camminare davanti al gruppo, aveva ritenuto fosse il minimo considerato che non aveva aiutato molto fino a quel momento.
<< Vediamo di trovare Melodia e muoviamoci a riunirci agli altri, questo posto mette i brividi>> aveva commentato in fine Franz, dopo un po'.
Nessuno di loro era mai stato troppe volte in quella parte di bosco, ma non ebbero difficoltà a trovare la torre delle comunicazioni, in fin dei conti non è che fosse particolarmente piccola. Decisero che sarebbero stati Kaede, Charles, Astrid e Tiago a salire, gli altri li avrebbero aspettati giù, per difendere l'entrata nel caso di un ipotetico attacco. L'ascensore, ovviamente, non funzionava, perciò dovettero salire a piedi, un gradino alla volta, fino a quando non raggiunsero la porta metallica che si affacciava sulla sala di controllo: la stanza era buia, luci si accendevano e spegnevano in continuazione, ogni tanto qualche scintilla fuoriusciva da dei cavi che penzolavano davanti all'entrata: ma non dovevano perdersi d'animo. Kaede appoggiò la mano sulla maniglia, girandola verso destra, e aprì lentamente la porta, entrando per primo, seguito a ruota dagli altri studenti. Fu Astrid ad occuparsi della luce, raggiungendo l'interruttore dopo aver sbattuto un paio di volte contro il muro; ed ecco che la luce si accese, di botto, quasi accecandoli. Quando i loro occhi ripresero un attimo le loro abituali funzioni, non poterono fare altro che richiuderli di nuovo davanti alla vista dell'eroina portoghese, seduta per terra, contro il pannello di controllo, con in mano il microfono con cui di solito si parla via radio. C'era sangue ovunque, in tutta la stanza, addosso all'eroina e ai due uomini addetti alle comunicazioni che, riversi sul tavolo, rimanevano immobili. Melodia aveva il capo piegato di lato, gli occhi aperti in un'espressione d'orrore, mentre sangue ancora colava dalla profonda ferita che le apriva la gola, che le faceva riversare il suo stesso sangue sul costume da eroe.
<< é morta>> sussurrò Charles, le cui due dita erano appoggiate sul lato destro della gola dell'eroina, cercando un battito ormai assente << Ma è successo da poco>> aggiunse, irrigidendosi, non appena un grande frastuono interruppe qualsiasi cosa stessero facendo, non persero un secondo a precipitarsi fuori, guardando giù, in direzione dei compagni: due figure si stavano avvicinando dal bosco, avevano chiaramente sferrato un attacco contro la torre, come d'avvertimento.
Ora le opzioni erano due: scendere e aiutare i propri compagni contro i due villains o aspettare di riuscire a riavviare i pannelli di controllo e chiedere aiuto. Il tempo stringeva e Franz, Klaus e Aloisia erano alla mercé di chiunque avesse brutalmente assassinato una delle più forti eroine d'Europa.
GRUPPO B: Enea, Rezart, Chloe, Mio, Gunnar, Kalevi
Nemici: Sir Percival (she/her) e Merlin (he/him)
Località: Centro città
Obbiettivo: Contenere i danni, aiutare i civili a mettersi in salvo
Da quando il loro gruppo si era separato da quello che si era diretto verso il centro commerciale, Enea non aveva aperto bocca, si era limitato a guardarsi attorno, mostrandosi profondamente addolorato nel vedere auto in fiamme, finestre distrutte, alcuni civili a terra, probabilmente morti; nonostante fossero un paio di minuti che camminavano, i più attenti poterono notare che tra coloro che ancora correvano nella direzione dalla quale arrivavano, cercando rifugio o di scappare, mancavano molti delle solite persone che avevano conosciuto negli anni scorsi. Ad Enea non era sfuggito il fatto che vi erano nuovi volti, ma non era nemmeno qualcosa di strano, in fin dei conti quella era un'isola sulla quale viveva principalmente chi lavorava a scuola o aveva a che fare con essa, assieme alle proprie famiglie.
Lanciò uno sguardo a Mio, che dopo l'iniziale commento del "almeno i villains non si sono accaniti sulla popolazione civile" era rimasta in silenzio, ma avevano tutti apprezzato quel suo tentativo di guardare il lato positivo della situazione, anche se, forse fortunatamente per loro, non avrebbero dovuto mettere piede al centro commerciale o all'ospedale, allora Mio avrebbe probabilmente ritirato la sua affermazione. Fortunatamente ora, però, gli unici civili che avevano trovato erano probabilmente stati uccisi dalla caduta di detriti da palazzi, legati forse a qualche scontro; infatti, a mano a mano che ci si avvicinava al centro del paese, Enea poté notare come qualcuno avesse combattuto in quelle strade.
Mancavano un paio di minuti alla piazza centrale, ma prima che potessero iniziare a camminare nel vialone centrale del paese, improvvisamente un bambino corse in contro a Chloe, abbracciandole le gambe, mentre emetteva singhiozzi, trascinando con sé una bambolina giocattolo.
<< Vi prego aiutatemi >> la voce del bambino era scossa, avrà avuto sugli undici anni, e ora che gli studenti gli si posizionarono più o meno attorno, guardandolo con fare preoccupato, poterono notare il sangue che incrostava la sua maglietta, che in origine era stata di un vivace blu. <<Mia sorella è ancora là, mamma e papà non rispondono più... aiutatemi>> lacrime gli rigavano le guance e aveva gli occhi arrossati dal pianto, mente non sembrava volersi staccare dalle gambe di Chloe, che nel mentre si era sentita in dovere di consolarlo, accarezzandogli i capelli castani, sporchi e sudati.
<< Dov'è tua sorella?>> domandò Rezart, alzando lo sguardo dal bambino, per guardare in direzione di Enea, poi di Mio e Gunnar, ed infine di Kalevi, che era rimasto in silenzio per quasi tutto il tempo, anche in quel momento il finlandese sembrava occupato ad osservarsi in giro.
<< Eravamo al bar, mamma e papà stavano prendendo il caffè>> la voce del bambino si incrinò, un altro pianto lo interruppe e strinse più forte i vestiti della ragazza alla quale era attaccato <<Se trovano mia sorella la uccideranno>> sussurrò, piangendo, qualche secondo dopo.
L'ultima affermazione allarmò Enea, il quale rivolse la propria attenzione verso la direzione della piazza e in quell'esatto momento una risata riecheggiò nel silenzio: "All'infinito nasconderti non potrai, prima o poi respirare dovrai" era la stessa voce che avevano sentito prima, e la cosa creò grande tensione tra i presenti: avevano trovato un villain, probabilmente i due che avevano incontrato prima, che si erano sbarazzati dell''infermiere e dell'eroe numero uno.
<< La ucciderà, vi prego>> la voce del bambino risuonò ancora nelle loro orecchie.
<< Vai verso il porto, lì ci sono i nostri compagni e altre persone, ti aiuteranno>> disse Gunnar, indiando in direzione del porto, il bambino annuì e asciugandosi le lacrime ringraziò tutti con un forte abbraccio sulle gambe, per poi iniziare a correre verso il porto, guardandosi indietro ogni tanto.
Gli studenti iniziarono a correre verso la piazza: non c'era tempo da perdere, la bambina e i suoi genitori erano in pericolo e almeno un villain era presente sulla scena. Non appena raggiunsero la piazza, davanti a loro si presentò una scena dolorosa: l'intero baretto era in fiamme, c'erano corpi sparsi ovunque e il villain che prima si trovava sul tetto ora era seduto sul bordo della fontana della piazza, appoggiandosi sulle proprie gambe.
<< Ed ecco gli eroi della situazione, finalmente sono arrivati>> fu una voce femminile, questa volta, a rivolgersi ai ragazzi: una donna di bassa statura stava giocherellando con un cerchietto rosa, sporco di sangue, mentre sedeva su un masso, macerie. Improvvisamente si rivolse all'altro villain, ovviamente entrambi coi volti coperti da maschere: << smetti di cercare quella bambina, lasciala soffocare insieme ai suoi genitori sotto alle macerie, abbiamo questi marmocchi da ammazzare, lo sai che al capo non piacciono gli inconvenienti>> e così la donna si alzò, scrocchiandosi le nocche, seguita poi a ruota dall'altro villain, che le aveva risposto con un cenno del capo.
Avevano poco tempo: la bambina e i suoi genitori erano in pericolo e quei due villains non sembravano disposti a lasciarli passare anzi, li avrebbero fermati ed eliminati, questo era il loro obbiettivo.
GRUPPO C: Minerva, Skadi, Marco, Reagan, Jae-Byeong, Imogen, Meiji, Maelya
Nemici: Sir Meleagant (he/him) e Queen Gwynevre (she/her)
Località: Centro Commerciale
Obbiettivo: Evitare le esecuzioni, salvare i cittadini
Il tragitto fino al centro commerciale fu un blurr nella mente degli studenti: non avevano smesso di correre nemmeno per un secondo, soprattutto quando un civile li aveva avvisati che l'eroe Hliuk stava affrontando dei villains e che i criminali avevano iniziato a giustiziare con vere e proprie esecuzioni i civili che trovavano. Quell'informazione aveva scosso parte del gruppo, ma Minerva aveva solamente trovato interessante quello che l'uomo aveva detto, per questo correva davanti a tutti, volendo essere la prima a raggiungere il centro commerciale per vedere e osservare il metodo usato dai villains: era curiosa. Lungo la strada erano stati fermati da un paio di persone, che avevano aiutato a liberarsi da macerie e loro, giustamente, si erano fermati a prestare soccorso.
<< Forse non avremmo dovuto>> fu il commento che fece Skadi non appena arrivarono nello spiazzo del centro commerciale, dove erano ammassati corpi, fin troppi, uno sopra l'altro, abbandonarti lì con disattenzione e superficialità. Il numero di corpi era inquietantemente elevato e più si avvicinavano all'entrata del centro commerciale, più le loro scarpe si sporcavano di sangue misto ad acqua, perché per terra questi si mischiavano, ricoprendo l'intero pavimento del luogo, Reagan si limitò a far notare che fosse scattato l'allarme antincendio, per questo vi era così tanta acqua.
Minerva aveva osservato un paio di cadaveri, cercando di capire in che modo i villains avessero portato avanti le esecuzioni: si trattava si tagli, profondi, dai quali non colava nemmeno una goccia di sangue, come se non ve ne fosse più in corpo, ed effettivamente attorno ad ogni corpo la quantità di liquido rosso era allarmante: non solo erano probabilmente morti dissanguati, ma era stato tirato fuori dal loro corpo ogni goccia rossa che si trovasse nel loro corpo. Minerva dovette ammettere che quella era un'innovativa tecnica, se la sarebbe segnata.
Raggiunsero il centro della struttura: due piani oltre a quello in cui si trovavano loro, tutte le luci erano spente, solo alcune illuminavano ad intermittenza la zona, tutte le vetrine erano distrutte, completamente. Rimasero lì, a guardarsi attorno, cercando di capire dove Hliuk e i villains si trovassero, inutile dire che di lì a poco lo avrebbero capito.
Iniziarono a camminare lentamente verso una seconda ala del centro commerciale, stando attenti a non fare rumore, infatti erano riusciti a percepire una risata associata ad una frase urlata che era suonata più o meno come un "smetti di perdere tempo e decapitalo direttamente": Grafik aveva insegnato loro cosa fare in queste situazioni, quando c'erano ostaggi in pericolo di vita, e l'unica reazione che potevano avere era quella di stare accorti, di fare poco rumore e vedere che situazione ci fosse, per poi agire.
Minerva fece attenzione a non pestare troppi vetri mentre superava la porta, senza nemmeno bisogno di aprirla, e a ruota tutti la seguirono, facendo attenzione.
Si stavano avvicinando, soprattutto perché sentivano i commenti che qualcuno, un uomo probabilmente, stava facendo riguardo al come uccidere un bambino senza sembrare un mostro, aveva ricevuto come risposta "hai appena ucciso quasi venti persone, smetti di fare l'idiota".
<< Reagan, vedi qualcosa?>> chiese Jae-Byeong, non volendo avvicinarsi troppo ai compagni, ed essendo lo studente appena nominato quello più avanti del gruppo: il giovane rimase immobile, guardando dritto davanti a sé, nell'ampio spazio sul quale quel corridoio si stava affacciando. Minerva e Skadi si sporsero con lui, seguiti da Imogen e Meiji, per poi nascondersi nuovamente dietro all'angolo, trascinando con loro lo studente della sezione medica che sembrava paralizzato sul posto.
In fin dei conti il corpo di Hliuk, immobile, disteso contro un bancone, con il capo che ricadeva in avanti e una pozza di sangue attorno non era una bella visione: sangue era schizzato ovunque, sul bancone stesso contro il quale era appoggiato, perfino sulle persone che si trovavano lì vicino, infatti oltre ai villains, che camminavano avanti e indietro, c'erano sei persone, in ginocchio, che visibilmente tremavano dalla paura e uno di questi era un bambino, avrà avuto sei anni.
Nell'atrio erano evidenti i segni di uno scontro: una colonna era distrutta, dei muri rovinati.
<< Smettete di tremare! Mi sto irritando>> la voce della figura femminile risuonò fin troppo acuta per i loro gusti << Se non state zitti la morte che avrete sarà ancora peggiore di quella di quel bastardo di Hliuk, e avete visto tutti come gli abbiamo spezzato ogni singolo osso in corpo>> aggiunse, mentre prendeva per i capelli il corpo dell'eroe e lo trascinava davanti ai sei civili, che reagirono con gemiti di paura non appena il cadavere fu gettato davanti a loro.
<< Bene, da chi iniziamo?>> chiese infine la donna, rivolgendosi al secondo villain, che si era distratto a mangiare delle patatine da un pacchetto che aveva trovato.
<< Mh? Tiriamo un dado?>>
Mentre i due villains decidevano di giustiziare per primo, gli studenti erano occupati a cercare di scuotere Reagan fuori da quello stato di trance e shock, comprensibile considerato che lo studente aveva fatto i tirocini dall'eroe che avevano appena visto morto. Ma non avevano molto tempo: dovevano impedire che i villains uccidessero i civili, fermarli e riuscire a farli fuggire.
GRUPPO D: Ilya, Helena, Donovan, Hernan, Dion, Agape, Nenad, Demyan
Nemici: Sir Mordred (he/him) e Morgan le Fey (she/her)
Località: Ospedale
Obbiettivo: Liberare gli ostaggi senza subire perdite
Jannike aveva detto loro di correre all'ospedale, valutare il numero dei feriti, e proteggere la struttura: se i villains avessero ucciso i dottori, molti innocenti sarebbero morti per le ferite e questo era qualcosa che non dovevano permettere. Eppure l'unica cosa a cui riusciva a pensare era il fatto che già quella scuola era stressante di suo, se ora ci si mettevano pure i villains ad attaccare innocenti la situazione non sarebbe che peggiorata. Da quando si erano separati dai propri compagni, lo studente russo non aveva fatto altro che guardarsi attorno, preoccupato, in fin dei conti sapere che il numero uno d'Europa era stato facilmente eliminato in due mosse, nel giro di pochissimi istanti, non lo rassicurava più di tanto: quelli erano villains che sapevano il fatto loro, che avevano pianificato il tutto e che puntavano ad uccidere, non creare chaos. Era il Vox Populi? Non potevano saperlo, dovevano essere attenti: rischiare di imbattersi in Arkhangel sarebbe stato un problema, un grande problema, che nessuno di loro avrebbe voluto affrontare. La strada fino all'ospedale era abbastanza sgombra, ma nemmeno il tempo di arrivare nella piazza davanti alla struttura ospedaliera che capirono che lì qualcosa non andava, e non era il fatto che ci fosse un gran numero di persone accalcato fuori dall'edificio: alcuni urlavano, altri piangevano e i medici cercavano di fare quel che potevano.
Helena si avvicinò ad un medico, chiedendo cosa fosse successo e questo, rivolgendole uno sguardo terrorizzato, rispose: << Hanno degli ostaggi, hanno preso tre medici e sette pazienti, c'è anche una donna incinta! Non va bene, non va per niente bene... avete visto Hagimoto? Senza il suo quirk rischiamo di non riuscire a salvare alcune persone, sono ferite mortalmente, possiamo solo aspettarlo. Non era con Grafik al porto?>> la voce del medico tremava, come le sue mani, mentre cercava di disinfettare una ferita sulla spalla di una donna.
Helena guardò prima i propri compagni e poi il medico, sospirando << Credo che anche ad Hagimoto faccia comodo il suo quirk, se non è già morto>> la risposta destabilizzò il medico, che la guardò con orrore: l'uomo aveva capito che Kosuke non sarebbe andato ad aiutarli e per un istante vide il medico mordersi un labbro, con tanta forza da farlo quasi sanguinare. << .. penseremo noi ai feriti, ma vi prego di andare ad aiutare gli ostaggi. Non abbiamo notizie da Kruger, era nell'ala dell'ospedale in cui i villain hanno rinchiuso gli ostaggi, spero stia bene, se dovesse morire un membro del comitato scoppierebbe la guerra>> disse il medico, per poi indicare un strada attorno alla struttura che si trovava al limite del bosco, vicino alla scuola.
<< Un membro del comitato era qui?>> la sorpresa nella voce di Demyan era palpabile: il suo sogno era di venir assunto nella CEE, nell' area riservata alla ricerca, e magari fare una buona impressione su uno dei membri del comitato avrebbe, magari, aiutato. Iniziò a correre nella direzione indicatagli dal medico, ricevendo da tutti i compagni uno sguardo seccato, ma nessuno disse altro, lo seguirono tutti, anche se Hernan sembrò irritato dal gesto dell'altro studente, emettendo un sonoro sospiro.
Raggiunsero la struttura in neanche un minuto, minuto che avevano passato ad ascoltare gli scleri di Demyan su come quella fosse un'occasione stupenda. Seduto fuori dalla porta del piccolo palazzo c'era un uomo, capelli castani e benda su un occhio, che si teneva il petto dal quale colava un'inquietante sostanza color blu scuro, che sembrava un po' quel colore "universo". Friedrich Kruger aveva la testa appoggiata contro il muro, mentre l'altro braccio ricadeva lungo il suo fianco, a peso morto.
<< Mr Kruger>> Hernan e Demyan furono subito accanto a lui, mentre il secondo cercava il battito sulla gola dell'uomo: era vivo, respirava.
Tirarono un sospiro di sollievo sentendo un colpo di tosse da parte dell'uomo, mentre lui spostava la testa per guardare gli studenti.
<< Sono in due>> la sua voce era stanca, faceva fatica a parlare, ma nessuno di loro capì cosa gli fosse successo, sembrava stare abbastanza bene a parte quel qualsiasi cosa stesse cercando di tenere attaccato al petto, provando a fermare il colare del suo sangue, che aveva uno strano colore scuro- ma non vi preoccupate, è normale, è sempre così. <<Un uomo e una donna, dovete farli uscire... combattere al chiuso contro quei quirk... è troppo difficile>>
Ilya guardò i propri compagni: serviva che qualcuno portasse Kruger dal medico, gli altri si sarebbero occupati dei villains. << Quanto sono forti, Mr Kruger?>> chiese, per capire come agire. L'uomo li guardò e rimase in silenzio, in una misericordiosa risposta.
<< Siamo fottuti, vero?>> chiese infine Helena, sospirando, voltandosi verso Dion, per poi indicarlo << Dai un'occhiata tu, vai in avanscoperta>>
Il ragazzo non sembrò particolarmente contento, ma non si oppose, anzi, si allontanò un minimo da dove Kruger era sdraiato contro il muro, ma nell''esatto momento in cui fece per prepararsi ad entrare, il muro esplose con violenza, sgretolandosi, ma per fortuna i detriti non colpirono nessuno. Un uomo e una donna uscirono all'aria aperta, ignorando il membro del comitato che era accasciato per terra: ci avevano già pensato a lui, non avrebbe potuto combattere con il suo nucleo vitale sul rischio di uscirgli dal corpo, questo era certo.
<< I vostri professori non vi hanno insegnato a bussare e chiedere permesso? Avreste dovuto usare la porta>> fu il commento della donna, guardando il proprio compagno, che con un sonoro "tsk" si allontanò da lei per poi rivolgere la propria attenzione al cugino di Grafik, indicandolo con un dito << Quello deve morire per primo>> la temperatura attorno a loro aumentò notevolmente, mentre la terra sotto i suoi pedi veniva lentamente ricoperta da un liquido incandescente: non sembrava lava, ma non sembrava nemmeno un qualche materiale fuso?
Gli studenti fecero un passo indietro, preparandosi a quello che sarebbe stato un evidente scontro frontale.
GRUPPO E: Eira, Yvette, Eleonore, Jannike, Pandora, Ethan, Craig, Monika
Nemici: Sir Bedivere (he/him) e Sir Agravaine (he/him)
Località: Kaamos Academy
Obbiettivo: Impedire ai villains di entrare a scuola, proteggere l'edificio e il personale
Jannike aveva guidato l'intero gruppetto, prendendo il comando, come aveva fatto anche prima: Eira l'aveva osservata, ammirando questa sua capacità di mantenere la calma in un momento tanto grave: sì, l'avrebbe seguita e avrebbe fatto di tutto per aiutare i propri compagni a gestire la situazione, in fin dei conti non è che avessero molte altre possibilità. La cosa la stava distruggendo, il fatto che avesse appena assistito all'improvvisa comparsa di due villains che non aveva mai visto prima: erano forti, non avrebbero battuto Grafik in così poco tempo se non fossero stati un minimo forti di loro, e inutile dire avessero dei quirk insoliti, ma che le sembrava di aver già sentito da qualche parte. Tuttavia non riusciva a collegare il loro aspetto ad alcun poster di criminali, o almeno, non fino a quando il loro gruppo non passò di fianco a quello che era un bar, vuoto, ma dentro cui funzionava ancora la televisione. Lo schermo mostrava varie foto con sotto dei rispettivi nomi: era un messaggio d'avvertenza generale, erano le taglie di quei criminali. Si fermò, facendo segno ai propri compagni di non lasciarla troppo indietro.
<< Guardate qua>> disse, indicando il televisore; presto accanto a lei si erano raccolti gli altri membri del suo gruppetto, che fissavano con fare pensieroso quelle dodici foto. In nessun'immagine si riusciva a vedere il volto della persona, indossavano tutti maschere quasi identiche, cambiavano gli abiti. Non vi erano altre informazioni su quelle dodici persone, ma Eira non potè fare a meno di irrigidirsi: dodici persone, quindi i villains erano in una dozzina... non è una cosa da poco.
<< Andiamo avanti, dobbiamo raggiungere la scuola>> la voce di Jannike risuonò seria, mentre prendeva Monika per un braccio e la spingeva lungo la strada, come per far segno agli altri di seguirla. Eira non protestò, nessuno lo fece, nemmeno Monika, e così riprese la loro corsa tra le strade: ogni tanto incontravano qualche civile, lo aiutavano, gli indicavano la via per raggiungere il porto, ma poi continuavano. Andarono avanti così per buoni dieci minuti, in fin dei conti si erano dovuti fare tutta l'isola di corsa prima di poter vedere davanti a sè i cancelli della scuola, aperti.
Per essere il primo giorno, Eira pensò, il rischio che fosse anche l'ultimo la riempiva di adrenalina.
Superati i cancelli si trovarono davanti la scuola in uno stato di completa chiusura e allora poterono tirare un sospiro di sollievo: i villains non erano ancora riusciti ad entrare, non sarebbero stati in grado di hackerare il sistema di difesa, a meno che avessero Feliks o un altro hacker molto molto esperto. A proposito di Feliks.
<< Dovremmo controllare il perimetro, magari fare in modo di chiudere i cancelli e informarci sullo stato di salute del personale>> propose Eira, guardandosi attorno, cercando di farsi una mappa mentale della scuola, dato che ormai la conosceva discretamente bene.
<< Vogliamo dividerci?>> aggiunse pochi istanti dopo, in fin dei conti il perimetro non era piccolo, ma dividersi avrebbe aumentato le possibilità di difficoltà in un ipotetico combattimento.
<< No, non separiamoci, la gente muore sempre quando lo fa>> commentò Craig, lanciando occhiate tese alle finestre, per poi borbottare un << negli horror almeno, e a me non sembra che tra quelli e noi ora ci sia una grande differenza>> che non avesse mai parlato, pensò Eira, perché quando qualcuno fa questi commenti si finisce sempre in più casini di quanti se ne era prima.
<< Ti prego, non continuare qualsiasi ragionamento tu voglia fare. Andiamo alla palestra per l'allenamento, magari troviamo anche qualcosa di utile>> propose Eleonore, che fino a quel momento era stata zitta, guardando male Craig. Non aspettò che qualcuno le rispondesse, ma iniziò a camminare in direzione della grande struttura, seguita rapidamente da Yvette.
Le porte erano aperte- cosa strana, venne da dire ad Eira, dato che la professoressa Heracles aveva minacciato di far fare sessanta giri di campo a chiunque non chiudesse la porta, sia personale scolastico che studenti-, quindi o qualcuno se l'era dimenticata, cosa improbabile, o oltre quella soglia si sarebbero trovati davanti i simpatici ospiti.
Eleonore aprì la porta, lentamente, sbirciando dentro per controllare che non ci fosse nessuno e una volta assicuratasi che fosse sicuro, entrò. Ci pensò Yvette ad accendere la luce, i grandi led sul soffitto si accesero uno ad uno: prima quello più vicino a loro, poi quello al centro della palestra, ed infine quello in fondo.
Eira in quel momento ebbe quasi la sensazione di volersene andare, alla vista di tutto quel sangue che sporcava il pavimento della palestra. Solo ora che le luci erano accese poterono notare la scia che partiva da poco dopo l'entrata fino ad arrivare a dove c'era la pozza, non tanto lontana dalla porta usata per giocare a calcio, dall'altro lato della struttura. Il problema era che mancava il cadavere e la cosa non entusiasmava nessuno degli studenti presenti.
<< Non voglio entrare, me ne vado>> affermò Monika, facendo per tornare sui propri passi, per poi interrompersi alla vista del villain appoggiato allo stipite della porta, che li guardava da dietro alla maschera, con le braccia incrociate al petto.
<< Oh no, non te ne andrai di già! Abbiamo appena cominciato>> la voce del villain sembrava una cantilena, un accento straniero, chiaramente con influssi dell'est Europa, parlava sicuramente una lingua slava.
Gli studenti reagirono improvvisamente, trascinando Monika all'indietro prima che il villains i potesse sporgere in avanti per afferrarle in braccio. Videro la postura dell'uomo cambiare, allontanarsi dallo stipite e raddrizzarsi in piedi, allargando le braccia mentre camminava verso di loro. Ad ogni suo passo, gli studenti ne facevano due.
<< Siate comprensivi, siamo venuti qui cercando informazioni e l'unica cosa che abbiamo trovato è stato un hacker molto poco collaborativo>> fu una seconda voce a parlare, apparsa alle loro spalle.
Lo riconobbero tutti: quello era uno dei due villains che avevano attaccato Grafik e Hagimoto al porto, quello delle catene argentate. << A noi non piace chi non collabora>> aggiunse pochi istanti dopo il villain che si trovava dietro di loro, facendo per indicare l'anello al quale solitamente erano appese le corde per fare arrampicata, ma che in quel momento sosteneva semplicemente una corda dalla quale penzolava il corpo di Feliks, aveva ancora una mano incastrata tra la propria gola e le fibre della corda, come se avesse cercato di non soffocare, evidentemente aveva fallito considerato il pallore della sua pelle, gli occhi vitrei semi-chiusi e il sangue che gli colava dai vestiti, cadendo per terra in un nervosissimo tic tic. Lo avevano torturato per parlare, si vedeva: la posizione delle ferite, la precisione dei tagli, volti ad infliggere il massimo dolore possibile senza uccidere.
<< Bastardi->> Eleonore fece per muoversi in avanti, per preparai ad attaccare, ma Eira la fermò, prima che facesse qualcosa di irreparabile. <<Stiamo attenti, non sappiamo che quirk abbiano, o almeno, uno dei due>> sussurrò Jannike. <<Non fatevi prendere.>> concluse infine, con un tono che non significava altro se non un avviso.
GRUPPO F: Waldermar, Bonnie, Aidan, Silvia, Mehmet, Camelia, Jindra, Stella Lyudmila
Nemici: Sir Lancelot du Lac (he/him) e Sir Tristan (she/they)
Località: Porto
Obbiettivo: Evacuare e proteggere i civili
Silvia guardò i propri compagni allontanarsi, dividersi e sparire tra le vie del paese, lanciando una rapida occhiata al fuoco e ai detriti che separavano gli studenti e il porto da dove prima, nemmeno troppi minuti fa, si trovavano Grafik e Hagimoto Kosuke. Faceva fatica a spostare lo sguardo da dove quel casino era iniziato, era stato un bel colpo un po' per tutti e la ragazza doveva ammettere di essere contenta di avere compagni tanto carismatici e col sangue freddo, che avevano preso in mano la situazione. Non sapeva, effettivamente, cosa sarebbe successo sennò, anche se ancora una volta veniva ribadito come le persone nel mondo non fossero altro che mostri: chiunque quei due fossero, il pazzo delle catene e quello che parlava in rima sui tetti, sicuramente non meritavano un briciolo della sua compassione. Inutile dire, inoltre, che oltre agli studenti e ai civili non c'era l'ombra di nemmeno un poliziotto o di un professore. Effettivamente i professori erano spariti, del tutto- e giustamente la povera SIlvia non poteva sapere cosa avessero trovato gli altri.
<< Forse è il caso di dire a tutti di salire sul traghetto e chiedere di allontanarlo da riva>> la voce di Mehmet risuonò alle sue spalle, mentre il turco sembrava cercar di capire come gestire la situazione al meglio, in fin dei conti questo era il loro compito: essere l'ultima linea difensiva tra i civili e gli altri studenti e i villains. <<Non vorrei che se qualche villain decidesse di comparire se la prendesse poi con chi non può difendersi>> il ragionamento di Mehmet non faceva una piega, c'era da ammetterlo.
<< Vado ad avvisare gli studenti della B e Beta di iniziare a dare l'indicazione ai civili di riunirsi sulla nave>> disse improvvisamente Stella, scattando in piedi dalla panchina su cui era seduta, per poi voltarsi in direzione del porto e, saltando la panchina, andando verso il molo, dove un gruppetto di studenti della B era radunato a parlare. Questi sembrarono volerle dare ascolto, anche se l'occhiata che le lanciarono non appena questa tornò dagli altri non era propriamente amichevole. Eppure, non dissero niente, sapevano della gravità della situazione, o avevano deciso di essere collaborativi.
La ragazza non ebbe nemmeno il tempo di tornare dagli altri studenti che improvvisamente una nave esplose: fortunatamente era una piccola barchetta, un motoscafetto, ma comunque fu qualcosa di improvviso.
<<Centro!>> urlò una voce, ridacchiando, che proveniva dall'alto. Sul bordo del tetto di una casa si trovava una figura maschile, in piedi, che si copriva gli occhi con una mano per poter guardare in direzione dell'esplosione senza avere il sole ad oscurargli la vista. Anche lui, come per gli altri due villains visti poco prima, aveva il volto coperto. <<Siamo due a zero, Sir Tristan! Se continui così non riuscirai mai a recuperarmi>> continuò a ridere, sistemandosi il lanciarazzi su una spalla.
Evidentemente aveva fatto esplodere la barca con quell'arma, e fortunatamente nessuno era stato abbastanza vicino all'esplosione da rimanere coinvolto, in fin dei conti si trattava di un'esplosione contenuta.
<< Se non la smetti di giocare vengo lì e ti prendo a ceffoni>> rispose il cosiddetto "Sir Tristan", che al contrario dell'altro si trovava seduto su un balcone, dondolando i piedi nel vuoto. Si trattava di una donna, non c'era dubbio, o almeno, fisicamente i tratti ricordavano dei lineamenti femminili. << La prossima volta spara agli studenti, non alle barche! Sei proprio scemo, capisco perché Gwynevre ti detesta tanto>> continuò il villain, emettendo un verso di disappunto, per poi darsi una spinta e saltare giù dal balcone, fortunatamente non si trovava ad un piano particolarmente alto.
<< Giusto, giusto!>> esclamò il villain che si trovava sul tetto, annuendo d'accordo, per poi caricare con un altro colpo il lanciarazzi, sistemandoselo per bene sulla spalla, abbassandolo in direzione degli studenti, non più delle navi. << Un uccellino mi ha detto che ci sono dei marmocchi che vogliono chiamare i soccorsi... direi che se non c'è a cosa servono dei soccorsi se non c'è più nessuno da salvare?>> avvicinò il dito al grilletto, per poi girarsi verso la donna, e sbuffare <<Non parliamo di Gwynevre, per cortesia>>
Gli studenti, nel mentre, sorpresi dall'improvvisa apparizione dei due villains si stavano riorganizzando: dovevano difendere quei civili e i loro compagni, ad ogni costo.
Innanzitutto, è stato un parto scrivere questo capitolo perché i vostri oc sono davvero tanti, troppi direi anche, e abbiamo avuto qualche problema anche perché qualcuno (giuro non facciamo nomi) non ha scelto una lettera o non ci ha più scritto quasi niente per gli oc. Fattostà che eccoci qua con questo capitolo pieno di azione, fin da subito, ma prima di ruolare dovete leggervi queste informazioni molto brevi.
Se non siete attivi e presenti giuro che vi picchiamo. Non so se sapete quanto sia difficile gestire una role con personaggi che non ruotano e che magari hanno ruoli importanti. Inoltre, vi avvisiamo che è accettato fare assenze giustificate (se avvisate), in combattimento si potrà tranquillamente saltare il vostro turno e riprendere quando ne avrete la disponibilità, ma è fondamentale che non spariate, anche perché non so se avete notato ma non ci facciamo problemi ad uccidere personaggi. Se non ci avvisate che sparite è anche lecito che dopo un tot prendiamo la decisione di eliminare i vostri oc (Etty: e direi anche grazie a dio, sono quaranta qualcuno in meno non fa mai male).
Ricordiamo a tutti voi rolers che questo capitolo ha conseguenze, per questo vi chiediamo presenza e soprattutto attenzione. Leggete bene tutto, non solo la vostra parte, perché ci sono informazioni sulla trama inserite (o forse no, sta a voi scoprirlo). Prestate molta attenzione anche a come i villain si comporteranno in role, a cosa diranno, a certe loro reazioni, ma soprattutto non credete che il fatto che sia il primo capitolo implichi che tutto possa filare liscio: nono. Le scelte che prendete in questo capitolo possono influenzare il prossimo, in modo positivo o negativo, questo dipende da voi. Inoltre, ricordiamo una cosa: siete eroi, comportatevi come tali. Non ci sono professori a dirvi cosa fare e cosa no, ma vi osserviamo e sapremo cosa dire poi nel capitolo 2. Sentitevi a disagio, perché noi vi stiamo guardando.
I vostri oc non moriranno in questo capitolo (e nemmeno nel prossimo), è una promessa, ma questo non significa che i nemici ci andranno piano anzi, alcuni gruppi si sono beccati nemici più forti di altri, la colpa è solo delle vostre scelte, non nostra. Comunque, i nemici non sono scelti in base ai quirk dei vostri oc, ma alla pura casualità, ad ogni lettera effettivamente corrispondeva una coppia di nemici, come avrete ben capito. (La F è stata aggiunta perché avevamo troppa gente che non aveva scelto le lettere). Come avrete notato sono tutti nomi di cavalieri della tavola rotonda, sta a voi capire il perché. Sono collegati al Vox Populi? Chissà, lo scoprirete solo in role.
A -> Sir Gwaine e King Arthur
B -> Sir Percival e Merlin
C -> Sir Meleagant e Queen Gwynevre
D -> Sir Mordred e Morgan le Fay
E -> Sir Bedivere e Sir Agravaine
F -> Sir Lancelot du Lac e Sir Tristan
Vi ricordiamo di non fare affidamento sugli npc ancora vivi che sono in giro (per esempio il membro del comitato): possono intervenire solo in caso in cui il vostro oc rischi veramente la vita, ma speriamo di non dover arrivare a tanto e non tutti hanno a disposizione questo tipo di supporto. Ammettiamo che Friedrich messo lì nel combattimento D è un po' per controbilanciare, dato che effettivamente la D è stata particolarmente sfigata ops-)
Ed infine eccoci al nuovo quiz per il prossimo capitolo. Vi ricordiamo che conviene che rispondiate tutti, poiché anche in base a questi quiz potrebbero succedere o non succedere certe cose, potreste scoprire o non scoprire certe informazioni (per esempio io vi consiglio di votare Z che è la lettera per cui gli oc di Say si troveranno nella stessa stanza di Hannibal). Scherzi a parte le opzioni sono:
A- Merlin
B- B - King Arthur
C- Morgan le Fey
D- Queen Gwynevre
Attenzione simpaticoni: questa volta la scelta che riceverà maggiori voti sarà quella che prenderemo in considerazione. Buon divertimento e buona fortuna :D
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