𝒫𝒜𝒟 𝒯𝐻𝒜𝐼 (𝑗𝑗𝑘)
➽─────── 𝒃𝒖𝒐𝒏 𝒄𝒐𝒎𝒑𝒍𝒆𝒂𝒏𝒏𝒐, Chichi!
Chul e Jungkook erano amici dalla culla. Sempre insieme. Asilo, scuole elementari, superiori. Vacanze.
Jungkook per Chul era essenziale. La sua allegria e spensieratezza la rendevano felice anche quando il mondo stava andando a rotoli.
Era passato solo un anno da quando i genitori avevano divorziato e, nonostante sua madre sembrava stare bene, Chul doveva ancora metabolizzare il fatto che il padre le avesse nascosto un'altra relazione per ben tre anni.
«Sarebbe stato più semplice se se ne fosse andato per sempre» aveva detto fra le lacrime il giorno dopo la firma dei documenti per il divorzio «Invece no. Deve rimanere qui. A Busan. A due passi dalla sua vecchia casa.»
Il migliore amico, allora, l'aveva stretta fra le braccia. Le aveva sfiorato la spalla nuda col naso e premuto le calde labbra fino a che uno schiocco non risuonò nell'appartamento che un po' era anche casa sua.
«Fregatene.» la scosse appena «Non ci pensare. Lavora ancora per quella multinazionale americana, giusto? Non sta sempre in giro per lavoro? Ecco. Allora non preoccuparti. Non lo vedrai mai. Come non l'hai mai visto da quando hai imparato a camminare.»
Jungkook fece una smorfia disgustata ed abbracciò ancora più forte il suo tesoro più prezioso. «Che bastardo. Ha tradito quella bomba di tua madre per scoparsi la mia vicina. Come se non sapesse che si tromba anche il pizzaiolo, l'imbianchino e pure Park Jimin.»
«P-Park Jimin?» Chul credette di aver capito male «l'amico di mio fratello?»
Jungkook sospirò. Allungò una mano per scompigliarle i capelli privi delle solite mollettine. «Dai su, non dovresti stupirti così tanto. Lo sai che Jimin ha un debole per le donne mature.»
Accadde che i mesi passarono. I ragazzi finirono il liceo e s'iscrissero lo stesso giorno all'università più vicina a casa perché, tutto sommato, Busan aveva tutto ciò che desideravano. Chul scelse la facoltà di Scienze della Formazione. Aveva le idee molto chiare sul suo futuro e niente le avrebbe impedito di diventare una maestra. I bambini, soprattutto i più piccoli, che la guardavano con occhi grandi e le manine sporche di pittura le scaldavano il cuore e facevano dimenticare tutte le cose brutte.
Avrebbe tanto voluto tornare indietro nel tempo. Avrebbe tanto voluto essere come Peter Pan.
Jungkook pensava che non potesse scegliere mestiere più adatto. Lei stessa era ancora una bambina, dalla fisicità, le mollette colorate fra i capelli, allo stesso carattere ingenuo. Egoisticamente sperava che non cambiasse mai perché la Chul che adorava era così. Piccola, dolce, essenziale.
Lui optò per lo sport. Grazie al padre, il quale possedeva una palestra nel centro della città, era immerso a pieno nel mondo sportivo e seguiva costantemente, dopo scuola, gli allenamenti del personal trainer Jeon. Un giorno gli disse di voler diventare come lui. Il signor Jeon gli posò una mano sulla spalla e rispose che, sicuramente, avrebbe raggiunto un traguardo diecimila volte migliore del suo.
L'università era enorme. Per trovarsi in pausa pranzo, i due dovevano attraversare un intero parco da cui arrivava il profumo dell'oceano. Una volta Jungkook non si presentò, ma solo perché il capitano della squadra di nuoto, Taehyung, gli propose di unirsi alla squadra. La seconda volta non si presentò perché usciva con i nuovi compagni di squadra a mangiare una pizza. La terza perché una certa Yumi aveva bisogno di un veloce tour del campus e il preside l'aveva bloccato in corridoio. La quarta ed il resto delle settimane, fino al primo giorno di primavera, Jungkook non diede nessun'altra motivazione.
Chul, però, non si lamentò. Sapeva che prima o poi sarebbero stati troppo impegnati per vedersi alle pause dai corsi.
Eppure Jungkook diventò irreperibile non appena cominciò a frequentare feste, amici e palestra anche nei fine settimana senza avvisarla. Non che volesse sapere ogni sua mossa, ma sarebbe stato carino anche solo ricevere un invito.
Invece, era come se il ragazzo si fosse dimenticato di lei.
Eppure non era così.
«Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri mia dolce Chul, tanti auguri a te!»
La signora Min entrò nella piccola camera color pastello, rimasta esattamente in quel modo dalla nascita della figlia.
I poster dei suoi cantanti preferiti, così come le migliaia di polaroid che la ritraevano sempre sorridente e con guance e naso rossi erano ancora lì, sopra una montagna fatta di coperte e cuscini da cui sbucò una chioma spettinata e la faccia di chi non sopporta svegliarsi presto.
«Mamma, quando la finirai con questa storia? Anche se sono nata ad un orario improponibile non devi per forza farmi gli auguri alle sei del mattino»
La signora Min, Binna, fece un passo indietro con la torta alla frutta fra le mani. La luce della candelina illuminava giusto le labbra che si sporsero appena con fare dispiaciuto. Sospirò, ma nonostante Chul si fosse rimessa a dormire, non se ne andò, anzi, aspettò senza battere ciglio che il suo aiutante intervenisse e buttasse, letteralmente, fuori dal letto il piccolo corpicino che aveva appena compiuto vent'anni.
Jungkook accese la luce ed urlò. Binna lo rimproverò con lo sguardo indicandogli la sveglia rotonda sul comodino, ma subito dopo gli diede il via per lanciarsi addosso alla ragazza che gemette di dolore per le ginocchia premute sulla schiena.
«Jungkook!» Chul si dimenò per liberarsi «ti ordino immediatamente di lasciarmi!»
«AUGURI CHICHI! FINALMENTE SEI MAGGIORENNE! Da oggi puoi sbronzarti e fare tutto quello che ti par-»
Jungkook non finì di parlare. Incontrò lo sguardo glaciale di Binna.
La signora Min adorava Jungkook come se fosse suo figlio, ma da qualche anno a questa parte non era più il timido bambino che si vergognava anche solo di farsi lavare il costume durante le vacanze al mare.
Jungkook finse di sbadigliare. Rubò la torta dalle mani della donna e l'appoggiò sulla scrivania prima di chiuderle la porta in faccia. Nel frattempo, Chul era scappata in bagno. La schiena premuta sul lavandino e la piacevole sensazione allo stomaco che si stringeva ogni volta che il suo migliore amico era accanto a lei.
Jungkook parlava, parlava, parlava, ma Chul era immersa nel suo mondo. Un mondo dove molto probabilmente anche lui si stava accorgendo che tra loro non potesse più esserci una semplice, grande, duratura amicizia.
Almeno, da parte sua non era più così da un pezzo. Aveva provato a negarlo tante, tantissime, volte, ma più i giorni passavano, più i suoi sentimenti nei confronti del moro erano sempre più evidenti.
A Chul, Jungkook piaceva da morire e mai avrebbe immaginato che di lì a poco il loro rapporto sarebbe cambiato per sempre.
La mattina del suo ventesimo compleanno, trovò il coraggio di confessare i suoi sentimenti solo dopo essersi lavata la faccia con acqua ghiacciata.
Uscì dal bagno con l'asciugamano sopra una spalla. Jungkook, sdraiato a pancia in su sul letto disfatto, sfogliava un quaderno pieno zeppo di post it ed evidenziatore giallo.
Sbarrò gli occhi.
«Come fai ad essere così ordinata? I miei appunti sono un disastro. Non riesco a stare al passo con il professore.»
Chul si sedette a gambe incrociate a fianco a lui. Prese in mano il quaderno e brontolò per la quantità di argomenti da studiare.
«Non stai al passo perché pensi a divertirti.» gli lanciò un'occhiataccia «a quante feste sei andato questo mese?»
Jungkook posò l'indice sul mento e ci pensò su. Scrollò le spalle «Non lo so. Qualcuna.»
«Qualcuna? è dall'inizio dei corsi che voglio mangiare Pad Thai ma non ci sei mai.»
«Non hai bisogno di me per mangiare thailandese»
Chul lanciò gli appunti sul pavimento. Lo guardò sconvolta «Come no? è una nostra tradizione! Cena con Pad Thai mentre guardiamo un film della Marvel. Non puoi tirarti indietro.»
Jungkook fece un respiro profondo e si nascose sotto le coperte. Il fruscio delle lenzuola sembrava essere dovuto a un semplice movimento di gambe ma quando la festeggiata percepì una forte presa sui fianchi non poté fare a meno di venire trascinata al semi buio.
Il respiro si mozzò non appena sentì il suo fiato a un soffio dalle labbra. Lo intravide sorridere e le sembrò quasi di notare un luccichio fra i denti.
Poi capì che non fosse solo frutto della sua immaginazione, ma che il piercing di cui tanto il ragazzo menzionava da mesi fosse diventato realtà.
Il ragazzo strinse la pallina fredda posta al centro della lingua. Ci giocò un po' facendola rotolare da un lato all'altro della bocca. Sbatteva contro i denti e Chul dovette posare una mano sul cuore perché improvvisamente ebbe un capogiro tanto da necessitare ossigeno come se si trovasse sul fondo dell'oceano.
Cercò di tirarsi su, ma Jungkook la fermò.
«Aspetta» spinse appena la spalla per farla sdraiare a pancia in su e, di scatto, le sollevò la camicia del pigiama rosa da cui sbucò la stessa pallina argentata che lui aveva sulla lingua e non solo.
Chul arrossì. Jungkook si morse il labbro e lei si voltò da tutt'altra parte per non diventare dello stesso colore del maglioncino appeso sull'ometto alla porta.
«Mi piace un sacco» il migliore amico confessò, resistendo alla tentazione di posare le dita sul piercing che, di nascosto, la tenera amica aveva fatto all'ombelico.
«Se mamma lo scopre mi uccide.» Chul strizzò gli occhi, alludendo che nonostante avesse ormai vent'anni Binna fosse molto severa e testarda su determinate cose, tra cui piercing e tatuaggi.
«Perché mi hai costretta a farlo? Perchè?»
«Sei tu che mi hai accompagnata quando ho fatto questo» tirò fuori la lingua «e..questo» sollevò la maglia indicando il piercing al capezzolo «quindi non osare darmi la colpa. Piuttosto...»
Chul si trovò la mano destra dell'amico sulla pancia. Jungkook non riuscì a resistere. Quel piercing sul ventre piatto era troppo carino e non vedeva l'ora di regalargliene di nuovi magari del suo colore preferito. Il rosa.
«Piuttosto...ti devo dire una cosa»
Chul non capì nulla. Non riuscì a connettere perché i brividi sul corpo presero possesso della sua attenzione. Jungkook stringeva il piercing con indice e medio. Lo faceva abbassare, poi saliva fino a che si incastrava fra le dita.
La mano era morbida. Molto morbida. Binna era stata molto brava a consigliargli un certo tipo di crema perché ora Jungkook non aveva più quei tagli che gli rendevano le mani ruvide e screpolate.
Proprio sua madre spalancò la porta senza preoccuparsi di bussare. Zia Mina era arrivata ed era, come sempre, impaziente di vedere la nipote preferita.
Chul si risvegliò di colpo. Arrossì come la mela più rossa e succosa abbandonata sul tavolo in cucina e si rannicchiò nel punto più basso del materasso.
Si sentì morire. Non solo sua madre aveva appena visto il piercing, ma sicuramente si stava anche chiedendo come mai Jungkook le stesse accarezzando la pancia.
Jungkook non fece una piega. Si stiracchiò ed ignorò il battito veloce di ciglia di Binna, sul punto di aprire bocca sulla questione piercing nascosto della secondogenita.
«è il suo compleanno» la pregò di non arrabbiarsi e corse a salutare zia Mina che, ovviamente, stravedeva per il belloccio che bazzicava da sempre intorno alla famiglia Min.
Binna sospirò. Chiuse gli occhi ed annuì. «Va bene. Esci fuori. Prometto che non mi arrabbierò.. per ora.»
Chul, però, aspettò che la porta si chiudesse e le urla di zia Mina risuonassero in casa alla vista dell'aspetto angelico di Jeon Jungkook.
«Cosa vuoi fare oggi? Non fa molto freddo, potremmo passare la giornata al mare.»
I ragazzi si ritrovarono finalmente soli alla fine del pranzo. Dopo Zia Mina arrivarono anche Zio Namjoon e i gemelli Jia e Jin che proprio non volevano saperne di andare d'accordo. Arrivò anche Yoongi in sella allo scooter nuovo di zecca e, con sorpresa di Jungkook, anche Jimin suonò alla porta per fare gli auguri alla piccola Chul che tanto più piccola non era.
Binna salutò quest'ultimo per carineria, ma sia la figlia che Jungkook sapevano quanto anche lei non sopportasse l'amico di Yoongi che di bello aveva solo viso e fisico. Anche Binna sapeva della sua relazione sessuale con la nuova compagna dell'ex marito e non capiva come mai, dopo anni passati in casa sua, non l'avesse avvertita del segreto dell'uomo.
Jimin lo sapeva. Glielo si leggeva negli occhi.
Ma si sa, per alcune persone interessano solo i fatti propri e lui voleva solo scoparsi la vicina di Jungkook di vent'anni più grande, le tette grosse e tanti soldi, che lo lasciò non appena il signor Min le disse di voler passare la vita con lei.
Seduti al secondo gradino all'entrata del condominio a quattro piani, i due si gustavano una seconda fetta di torta.
Jungkook le raccontava degli allenamenti in vasca con Taehyung. Chul, invece, pensava a quanto fosse bello sotto i raggi del sole.
Si soffermò sulle guance illuminate a fasce. Ricordava quanto fossero piene di brufoli in piena adolescenza, ma ora la pelle sembrava di porcellana e così anche la fronte che il ragazzo tentava di coprire con cappuccio e cappello.
Non ebbe il coraggio di dirglielo. Avrebbe tanto voluto confessargli il suo amore, ma era terrorizzata all'idea che il suo migliore amico, che in università aveva già fatto strage di cuori, l'avrebbe rifiutata buttando all'aria vent'anni di amicizia.
«Che ne dici di andare a vedere il tramonto e tornare a casa a mangiare Pad Thai? Mi mancano le nostre serate. Dico sul serio. Potremmo ricominciare dal mio compleanno.»
Jungkook si immobilizzò. Chul notò come il suo sguardo si spense quando gli propose di cenare insieme sotto le coperte con un film dei supereroi che lui adorava.
Lo vide deglutire e posare la fetta di torta sulle scale. Abbassò lo sguardo e Chul percepì come una lama infizarle il cuore.
«Scusami Chichi» Jungkook sussurrò travolto da mille sensi di colpa «scusami davvero, ma verso le sette devo andare..»
Chul rabbrividì come se fosse appena stata investita da una folata di vento gelido. Cercò in ogni modo di non guardarlo perché era certa che Jungkook si sarebbe accorto della sua tristezza negli occhi.
Non l'aveva mai lasciata sola il giorno del suo compleanno. Non si era mai sentita messa da parte e si sentì una stupida a rimanerci così male perché non voleva passare per la bambina egoista e gelosa che vuole un giocattolo, in questo caso il proprio migliore amico, solo per sé.
Jungkook tirò fuori il cellulare e dallo schermo illuminato scorse il nome di Yumi tra i messaggi ricevuti.
Non la conosceva. L'aveva sentita nominare solo qualche volta perché frequentava lo stesso corso del moro. Sapeva solo che aveva degli spendidi capelli corti color pece e degli occhi azzurri ereditati dal padre occidentale.
Non ci aveva mai fatto molto caso, ma quel giorno, mentre cacciava indietro le lacrime, voleva solo che quella ragazza scomparisse e non desse fastidio al suo Jungkook.
Finse di stare bene.
In fondo, non poteva legarlo con una corda o impedirgli di vivere la sua vita, sebbene le sarebbe piaciuto andare in una delle feste che frequentava in cui lei non conosceva nessuno.
Chul non era timida, non come poteva apparire almeno, ma non era tipo da imbucarsi senza ricevere un invito. Jungkook non l'aveva mai fatto e per la prima volta nutrì il sospetto che, in mezzo agli altri, il ragazzo, alle prese con la prima popolarità della sua vita, non volesse avere a che fare con lei per qualche motivo.
Forse perché era troppo banale? Troppo bambina? Troppo..innocente?
Il piercing all'ombelico l'aveva fatto perché voleva fare qualcosa con lui dopo tanto tempo. L'aveva accompagnato allo studio di tatuaggi e piercing e, con sua sorpresa, aveva accettato quando per prenderla in giro le aveva detto di farsene uno all'ombelico per fargli compagnia.
«Sono le ragazze come lei le più pericolose» scherzò il tatuatore e Jungkook si mise a ridere mentre lei si chiese cosa volesse dire.
Le ragazze come lei?
Jungkook si alzò senza più mangiare la torta. Le tese una mano e chiese se volesse fare una passeggiata sulla spiaggia.
In un primo momento, Chul volle dirgli di no. Non aveva più voglia di festeggiare. L'attimo dopo, però, decise di tenersi, ancora una volta, tutto dentro.
Gli sorrise.
«Va bene. Andiamo al mare. Torneremo prima delle sette. Promesso.»
«Come mai sei qui tutta sola?» Yoongi avanzò in salotto mentre lei e Binna mangiavano del gelato davanti alla televisione «Non c'è Kook?» chiese stranito dall'assenza del ragazzo.
Chul scosse la testa. Alle sette in punto erano già di ritorno e Jungkook aveva talmente fretta che la salutò con un veloce bacio sui capelli prima di scomparire.
Yoongi guardò sua madre. Dall'occhiataccia che ricevette si morse la lingua ed evitò di chiedere alla sorellina se fosse successo qualcosa, il che pareva ovvio dato che Chul aveva gli occhi rossi e divorava il gelato alla stracciatella prendendo cucchiai enormi dal barattolo da un chilo.
Strinse i pugni e prese la decisione di cambiare i suoi programmi.
Il sabato sera frequentava sempre il White Pearl, un locale in centro città frequentato per lo più dalle turiste che adoravano vedere un biker come lui che offriva sempre, a fine serata, un giro in moto con il vento fra i capelli sotto la luce della luna.
Non fece in tempo ad avvisare Hoseok, unico compagno di avventure da quando Jimin aveva confessato che le coetanee non lo eccitavano tanto quanto le signore.
Era sul punto di inviargli un messaggio, ma il suono del campanello lo anticipò.
«Yoongi-hyung!» Hoseok lo salutò con una pacca sulla spalla. Il sorriso scomparve non appena si accorse della poca voglia di vivere del maggiore.
«Che ti prende? Non sei carico stasera?»
Yoongi indicò la sorella sdraiata sul divano in pigiama.
«è il suo compleanno, ma il ragazzo che le piace l'ha abbandonata.»
Chul scattò seduta stante.
«Che hai detto?» strillò. Era talmente rossa che né Binna né il fratello riuscirono a trattenere una risata.
«Dai, non dirmi che non è così. Lo sanno tutti che Jungkook non è più solo un semplice amico di bagnetto con le paperelle.»
Binna rise ancora con la bocca piena di gelato. Hoseok, invece, pensava più alla festa al White Pearl per la quale si era vestito in camicia bianca e pantaloni facilmente sfilabili.
A quel punto, Yoongi indicò la camera della sorella con un cenno del capo.
«Vatti a preparare, maggiorenne. è ora di farti vedere come ci si divert-»
Sua madre si alzò. Abbandonò il gelato ed incrociò le braccia al petto.
«Come ci si diverte, tesoro?»
Hoseok nascose il cellulare dietro la schiena, come se gli occhi laser della donna potessero leggere tutti i messaggi hot con le ragazze che avrebbero incontrato al locale.
«Ballando e bevendo...acqua» Yoongi si sforzò di sorridere.
Prese per un braccio la triste Chul ed ignorò le sue lamentele.
«Aspetta! Non ho detto di voler venire!» gridò quando la spinse nella sua stanza.
«Muoviti! Ti aspetto fuori tra dieci minuti.»
La musica assordante non le piaceva per niente, soprattutto quella del White Pearl. Era solo rumore, fasci di luce verde e gente che si strusciava come se fosse una questione di vita o di morte.
Chul aveva l'umore a terra. Jungkook non era lì con lei, ma probabilmente con un'altra il giorno del suo compleanno.
Yoongi le offrì subito da bere. «Andiamo, sei migliore di così. Non lasciare che un uomo ti riduca uno straccio.»
La sua serietà durò poco. Scoppiò a ridere nell'esatto istante in cui la sorella inarcò un sopracciglio e gli domandò dove avesse sentito quella frase.
«In qualsiasi film!» intervenne Hoseok, il quale, già abbastanza brillo, si offrì di farla ballare per primo.
Chul scosse la testa. «No grazie, non mi va» spostò lo sguardo, ma ciò che vide fu peggio di un pugno in faccia.
Jungkook era lì. Di schiena, ma senza dubbio era lui. Aveva un braccio dietro le spalle di una ragazza dai capelli corti e le labbra attaccate a un calice di champagne.
Indossava una camicia nera e nemmeno lei, come altre donne che gli passarono accanto, riuscirono a non notare il fondoschiena sodo messo in evidenza dai pantaloni attillati.
Chul strinse i pugni ubriaca di gelosia. Quella ragazza doveva essere Yumi ed aveva davvero degli occhi meravigliosi che guardavano in adorazione il compagno di corso.
Presa dal nervoso, strinse la mano di Hoseok e lo obbligò a rinunciare al bicchiere di vodka che si era appena fatto servire.
«Balliamo»
Si girò di schiena. Appiccicò il corpo al suo e lo lasciò di stucco non appena ondeggiò i fianchi a ritmo di una musica decisamente più lenta rispetto a quella suonata.
«Che..che cosa stai facendo?» Hoseok provò a resistere, ma non appena percepì il sedere premere sulla sua zona più sensibile non poté fare a meno di appoggiare entrambe le mani sui fianchi della ragazza e lasciarsi andare.
Chul chiuse gli occhi.
Jungkook era proprio uno stronzo.
Avrebbero potuto uscire, festeggiare insieme, innamorarsi, invece aveva scelto Yumi.
Sollevò le braccia. Provò a far scivolare via tutto il fastidio e seguire il consiglio di Yoongi seppure l'avesse detto per prenderla in giro.
Tuttavia, non esisteva frase più azzeccata. Non poteva lasciare che un uomo la facesse soffrire, nonostante fosse la persona con cui era cresciuta.
Jungkook poteva andare al diavolo.
Non l'avrebbe più cercato durante le pause e nemmeno invitato a mangiare Pad Thai.
Al diavolo le tradizioni.
Erano cresciuti.
Era destino.
Si sarebbero persi.
Riaprì gli occhi e vide rosso. Scoppiò un incendio e la fonte era lo sguardo del migliore amico.
Per Jungkook fu facile trovarla. Chul aveva scelto l'unico abito corto che possedeva fatto di brillantini argento che le aveva regalato lui stesso dopo che l'avevano osservato a lungo in vetrina.
Chul aveva detto che nonostante non amasse le sue gambe nude, quel vestito fosse proprio bello.
Così gliel'aveva comprato, senza badare al costo, sorprendendola come sempre.
La musica si fermò. Almeno, questo è ciò che credettero. Jungkook ignorò le chiamate sia dei suoi amici che di Yumi la quale gli offrì un nuovo giro di champagne per continuare a festeggiare il suo compleanno.
«Ringrazia tua mamma per la cena di oggi. Il suo ristorante è il migliore!» urlò, ma Jungkook aveva occhi solo per una persona che, in quel momento, si era girata e stringeva le braccia attorno al collo di Hoseok.
«Gli piace lui?» sbuffò sentendo il sangue andare al cervello. «Che cazzo? Fa sul serio?»
Abbandonò il calice di champagne e avanzò come un toro verso i due piccioncini.
Hoseok si sorprese dopo essere stato strattonato via da Chul. Lei, invece, non disse né fece nulla e per la prima volta, Jungkook, notò degli occhi lucidi.
«Che ci fai qui?» le domandò con aria di rimprovero. Chul, dopo un attimo di esitazione, gli rispose con lo stesso tono seccato.
«Sto festeggiando il mio compleanno, non si vede?»
«A me sembra che ti stia strusciando contro di lui» Jungkook indicò Hoseok furioso.
Quest'ultimo allargò le braccia, come per dire che non ci fosse nulla di male.
«Hai intenzione di fartela?» Jungkook gli chiese a quel punto «Hobi, non ci provare. Non con lei. Non è come le altre. Stalle lontano»
«Non è come le altre?» Chul battè i piedi sul pavimento bianco «Stalle lontano? che significa? Non posso divertirmi anche io? Che ho di diverso dagli altri?»
Jungkook sospirò. Roteò gli occhi al cielo e provò a spiegare.
«Intendo che...»
Chul, però, lo zittì subito. «Sono grande abbastanza per pensare a me stessa, grazie» afferrò la mano destra di Hoseok e fece per portarlo fuori. «Non ti immischiare.»
Jungkook rimase senza parole.
La guardò allontanarsi, ma non si accorse che la sua dolce Chul stesse piangendo perché si era perdutamente innamorata del suo migliore amico, ma a lui, a quanto pare, di lei non interessava affatto.
Fuori le onde del mare portavano un leggero venticello, ma per il resto la temperatura era perfetta.
Chul e Hoseok si sedettero sul marciapiede prima della spiaggia. In lontananza, una nave, probabilmente una crociera, passava lentamente dietro di loro.
Chul infilò le dita fra i capelli scuri e provò a calmarsi, ma più pensava alla situazione, più si vergognava di essere anche lei diventata vittima del fascino del proprio migliore amico.
«Me lo sarei dovuta aspettare» battè entrambe le mani sulle cosce «è vero. Non esiste amicizia tra uomo e donna. Pensavo che fra me e lui non ci sarebbe mai stato niente, invece eccomi, completamente andata per un ragazzo che, invece, non mi vuole.»
Hoseok sorrise. Le disse di avvicinarsi e Chul appoggiò la testa sulla sua spalla, lasciandosi accarezzare i capelli.
«Cosa faccio adesso, Hobi?» brontolò «mi piace tanto, ma a lui piace un'altra ragazza»
«Su su» Hoseok si trovò a consolarla, quando in realtà voleva solo passare una focosa serata «Troverai presto una persona che ti sappia amare per quello che sei»
Chul tornò dritta. Lo guardò con occhi sottili e fu molto tentata dal tirargli un pugno sul naso. «Esci troppo spesso con mio fratello. Anche tu sai solo dire frasi fatte.»
Hoseok si morse il labbro. Beccato.
Chul, però, annuì. «Ad ogni modo hai ragione. Non esiste solo Jeon Jungkook. Anche se è dolce, divertente e...e...bellissimo»
«Grazie»
Le mani in tasca, autostima alle stelle e un sorriso che fece gonfiare il cuore della giovane tanto che cominciò a respirare come se avesse appena completato una maratona.
Jungkook li aveva raggiunti.
Hoseok capì al volo. Adocchiò una bella turista che sembrava essersi persa e ne approfittò per lasciarli soli e finalmente rimorchiare.
Yoongi, molto probabilmente, era già nel pieno di una sessione di pomiciata.
Chul fece per alzarsi.
Non aveva voglia di parlargli, né tantomeno stare a sentire cosa aveva da dirle.
Jungkook però, la trascinò via con sé.
Camminarono veloci sulla spiaggia, seppure Chul continuasse a cadere per colpa dei tacchi che affondavano sulla sabbia.
Così Jungkook si sedette e guardò l'orizzonte beandosi del suono del mare.
Chul fece lo stesso. Aveva una marea di cose da dirgli, ma preferì restare in silenzio. Forse perché aveva capito, come il ragazzo, che l'automobile su cui viaggiavano dalla nascita, la loro amicizia, stava percorrendo una discesa e chissà dove li avrebbe condotti.
«Mi dispiace averti ferito» fu lui a rompere il silenzio. Portò le ginocchia al petto e ci appoggiò sopra il mento.
«Avremmo dovuto passare insieme il tuo compleanno come facciamo sempre, invece ti ho lasciata sola» la guardò e Chul si sciolse come il burro perché si vedeva lontano un miglio quanto fosse dispiaciuto.
«Il fatto è che Yumi aveva bisogno di me. Di noi. Al contrario di quello che si potrebbe pensare, non è così sicura come può far credere. Ha subito tanto da piccola e fa ancora fatica a fidarsi delle persone. Ma con me.. è diverso. Di me si fida.»
Chul si stropicciò gli occhi.
«Forse è perchè è innamorata di te? L'hai già baciata?»
Jungkook scosse la testa e inarcò le sopracciglia.
«No, certo che no! Sono più che certo che gli piaceresti più tu»
Gli occhi saettarono dal viso alla gonna sollevata che la ragazza non riusciva ad abbassare maggiormente.
«In che senso?»
Jungkook si bagnò le labbra. Continuò a scrutare il suo corpo coperto dallo striminzito vestitino argento tanto da farla arrossire.
«Nel senso che le piace la patatina, Chichi»
«Oh»
Si sentì improvvisamente sollevata, ma non comprese comunque come mai non si fossero mai frequentate.
«Insomma, avrei potuto conoscerla anche io. Non sono poi così terribile»
Jungkook le accarezzò una guancia. Le baciò la fronte e il calore, la sicurezza che provava quando era con lui, tornò come il sereno dopo la tempesta.
«Va bene, te lo dico. Volevo già farlo stamattina, poi ho pensato che fosse meglio mantenere il segreto. Ma sei la mia migliore amica. Non posso avere segreti con te.»
«Bravo»
Alla rivelazione del moro, Chul schiuse le labbra.
«Yumi è la figlia della mia vicina. Quella vicina. La nuova compagna di tuo papà. Vive con lui e credevo che fosse meglio che non lo scoprissi per non farti stare male. Così l'ho invitata a qualche festa con il gruppo dell'università, giusto per ambientarsi, e, credimi, mi sono sentito in colpa tutte le sante volte perchè tu non c'eri, ma.. ma a quanto pare ti sei arrabbiata perchè sei pazzamente gelosa.»
Risero insieme. Un po' per l'imbarazzo, un po' per la situazione assurda in cui si erano cacciati da soli.
«Non sono gelosa» Chul si affrettò a rispondere, ma il rossore sulle guance la tradì «mi sono arrabbiata perché non mi hai mai fatto conoscere il gruppo dell'università e pensavo ti fossi dimenticato di me.»
Jungkook smise per primo di ridere.
Sfiorò con le dita le sue gambe nude e la pelle della ragazza si riempì di brividi.
«Dimmelo, Chichi» le parole volarono via in un sussurro, mentre la mano percorreva un percorso verso l'alto fino a sfiorare il bordo della gonna.
Chul sollevò lo sguardo «Dirti cosa?»
«Quello che sanno già tutti.»
«Ovvero?»
Chul faticò a parlare. Le dita di Jungkook erano, finalmente, in uno dei punti più nascosti del suo corpo.
«Che sei innamorata del tuo migliore amico» Jungkook si avvicinò.
Aprì la bocca e il piercing sbucò fuori illuminato dalla luce più vicina «non hai idea di quanto mi sia incazzato quando ti ho vista con Hoseok.»
La ragazza non trattenne un sorriso.
«Sei geloso?»
Il moro si avvicinò ancora un po'. Mancava davvero, davvero poco ad annullare le distanze e confermare ciò che si era sempre chiesta, ovvero se le labbra di Jungkook fossero morbide tanto quanto le sue mani.
«Mi piaci anche tu, Chul» Jungkook confessò con il cuore che batteva a mille e la voce roca «e non come una sorella» sorrise rosso in viso «Decisamente no.»
Non riuscì a dire altro. Strano a dirsi, fu l'amica a prendere l'iniziativa e posare la bocca sulla sua.
Il primo bacio fu dolce, ma che altro ci si poteva aspettare.
In quel bacio c'era tutto ciò che entrambi si volevano dire da un po' di tempo.
C'era affetto, fiducia e voglia di scoprirsi in quel futuro che tanto spaventoso non era più perché una cosa certa. Ci sarebbero sempre stati l'uno per l'altra.
Le sembrò di toccare il cielo con un dito quando Jungkook le fece appoggiare la testa sulla sabbia e le toccò le labbra con la lingua. Il piercing freddo a contatto con la pelle bollente la fece tremare, ma le piacque talmente tanto che lo strinse con i denti e Jungkook gemette per la sorpresa.
Chul era ignara che quel tocco fosse solo l'inizio di un'esperienza cento volte più grande e appagante.
༻✿༺
Chiuse gli occhi.
Schiuse la bocca e si beò di quel bacio caratterizzato da un'infinità schiocchi e desiderio. Un desiderio che si tramutò in occhi all'indietro e piccoli gemiti perché Jungkook non perse tempo e le dita che la stavano stuzzicando scivolarono dentro di lei e le mosse su e giù facendole vedere le stelle.
«Pensavo di non piacerti» fu l'unica cosa che Chul riuscì a boccheggiare, persa in un piacere che non avrebbe mai immaginato di provare.
«Vuoi che ti mostro cosa mi piace di te?» Jungkook posò gli occhi sulla mano fra le sue gambe ed intensificò i movimenti fino a che lei non strinse la sabbia in due pugni.
«C'è altro da mostrarmi?» domandò incredula. Non poteva esserci più di quanto stava provando.
Jungkook si passò la lingua fra le labbra. Le sfiorò ancora una volta la sensibilità ed il minuto dopo la fece alzare per camminare verso la sua auto parcheggiata poco distante.
«Non vedo l'ora» le soffiò in un orecchio e Chul si morse le labbra.
Era felice.
Non potevano tornare a casa, nè dell'uno nè dell'altro. Da Chul c'era Binna, sua madre, mentre da Jungkook si scoprì che i genitori avessero ospiti.
Allo stesso tempo, non potevano rimanere nei pressi del locale. E se uno degli amici li avessero visti? E se Hoseok o ancora peggio Yoongi li avessero trovati?
Yoongi avrebbe dato di matto.
Nonostante volesse bene a Jungkook, non poteva beccarlo mentre faceva sesso con la sua adorata sorellina.
Jungkook mise in moto la Mercedes. Una mano sul volante, l'altra sulla coscia nuda di Chul che si sentiva agitata.
Stava davvero per succedere?
Era pur sempre la prima volta e Jungkook ne era al corrente.
Tuttavia, non poteva scegliere uomo migliore a cui donare tutta sè stessa e, con gli occhi puntati sulla strada illuminata dai lampioni gialli, senza meta o voglia di perdere altro tempo, Jungkook ringraziava gli angeli perché non sopportava l'idea che la sua Chul, il suo essenziale, si innamorasse di qualcun altro.
E lui, di lei, era innamorato da quando erano entrati, mano nella mano, nella prima classe di scuola.
Jungkook parcheggiò poco prima del parco che circondava l'università, il più nascosto possibile da occhi indiscreti.
Nel momento in cui spense la macchina e tirò il freno a mano, Chul sentì le guance pizzicare. Stava andando a fuoco.
Il ragazzo intrecciò le dita con le sue. Spostò la mano sinistra dal volante a sotto il suo mento.
La baciò ancora una volta. A stampo.
Poi la fece cadere, con un movimento secco, a pancia in su dopo aver abbassato il sedile lato passeggero.
Chul lo fulminò «avresti potuto avvisarmi»
«Perdonami» il moro ridacchiò «è che non vedo l'ora di fare l'amore con te» ammise e, senza pronunciare altro, salì sopra di lei.
La baciò con trasporto. Chul si convinse di essere la ragazza più fortunata del mondo perché quel piercing alla lingua era la decisione migliore che Jungkook avesse mai preso.
E continuò a pensarlo, quando, dopo un incontro di sguardi per assicurarsi che stesse filando tutto liscio, lui scivolò giù, in basso, fra le sue gambe, dove prima le dita affusolate l'avevano toccata facendole mancare il respiro.
«Chissà cosa dirà tua madre» Jungkook ridacchiò mentre spostava l'intimo di lato e la preparava alla fase successiva.
«C-cioè?» Chul si tirò su con i gomiti e gettò la testa all'indietro tanto che le mollette applicate fra i capelli caddero all'unisono fra i sedili.
«Cosa penserà quando le diremo di aver fatto sesso?»
«Ti sembra una cosa da dire a mia madre?» esclamò con voce stridula, nonostante il piacere causato dalle dita di Jungkook stesse aumentando a dismisura.
Jungkook scrollò le spalle. Tolse le dita, si sfilò la camicia e diede lo stesso trattamento ai pantaloni attillati che stavano iniziando a stringere un po' troppo.
«Binna non vede l'ora di vederci sposati» rise e si abbassò per donare una serie di baci a farfalla su guance e collo della giovane.
«Mi fa piacere saperlo, però chiariamo una cosa.» Chul volle puntualizzare «non diremo a mia madre di..questo»
Jungkook tornò sotto. Si leccò la lingua.
«Ma è bello. Perché non dovrei dirle che sapore hai?»
Chul diventò un pomodoro.
Gli occhi del ragazzo fissavano la sua femminilità.
Intrappolò il piercing tra i denti e si morse la lingua, aggiungendo anche un occhiolino, non appena riprese a baciarla.
Ma, questa volta, si dedicò a un altro tipo di labbra.
L'abitacolo diventò ben presto un insieme di risatine, sospiri e gemiti più profondi perchè Chul era in paradiso.
Jungkook cominciò a baciarla come aveva fatto con la sua bocca. In modo dolce, lento, succhiando la montagnetta di nervi che le fece scappare un urletto dovuto alla sensazione intensa.
Sorrise. Capiva che le stesse piacendo perché le sue pareti si stavano inumidendo, così prese la decisione di ripulirla usando la punta della lingua che provocò uno scatto ed un tremolio delle gambe.
Chul sentì il piercing infilarsi dentro di lei. Era impossibile pensare a quanto quella piccola pallina la stesse facendo lacrimare per il piacere che stava diventando impossibile da sopportare.
La lingua di Jungkook roteava nel ritmo giusto senza nemmeno saperlo.
All'improvviso, però, Jungkook si staccò. Chul gli rivolse uno sguardo di rimprovero e lui sorrise compiaciuto perché lo stava guardando con occhi semichiusi, il mascara colato sulle guance e il petto che si muoveva su e giù.
«Vuoi che continui?»
Si beccò un insulto.
«Va bene, va bene. Agli ordini, signorina»
Tornò su di lei, ma questa volta, si concentrò sul clitoride che succhiò e mordicchiò fino a che dentro la macchina Chul venne per la seconda volta in un giorno con le mani fra i suoi capelli.
Jungkook lo strizzò un'ultima volta.
Chul lo accolse subito fra le braccia. Pensava che ben presto sarebbero tornati a casa.
Era stata l'esperienza più indimenticabile che avesse mai vissuto.
Non aveva mai fatto niente del genere prima, non c'era nemmeno andata vicino nonostante avesse avuto, nel corso degli anni, qualche fidanzato o appuntamento.
Forse, il destino aveva voluto assicurarsi che fosse solo Jungkook a farla stare così bene. Forse sapeva, anche quando i sentimenti non erano ancora fioriti, che il suo cuore sarebbe sempre stato solo di una persona.
Lo tenne stretto fra le braccia, come se avesse il timore che potesse fuggire da un momento all'altro. Lui premette il naso sul suo collo, annusò il profumo che gli era sempre piaciuto e chiuse gli occhi per un attimo per godersi il momento.
Solo per un attimo.
A malincuore, Chul dovette lasciarlo. Pensò che fossero giunti alla conclusione della nottata. Avrebbero tirato su il sedile e, mentre lei sistemava la gonna, lui avrebbe acceso il quadro e schiacciato l'acceleratore.
Invece Jungkook si spogliò del tutto. Sorrise fiero della reazione della mora, la quale guardò il frutto delle lunghe sessioni di palestra.
Poi la spinse appena per farla tornare nella stessa posizione di prima, sotto di lui, schiacciata al sedile con l'intimo che volava via insieme al resto dei vestiti di troppo.
La guardò negli occhi.
Occhi grandi, dolci e innamorati.
Le chiese se fosse sicura, se ci fosse qualcosa che volesse dirgli e lei rispose solo con un flebile ti amo.
«Ti amo anche io» rispose e, nel mentre, roteò dentro, fino in fondo, muovendosi piano per farla abituare.
Ci vollero poche spinte per far sì che i vetri dell'auto si appannassero e i corpi diventassero lucidi di sudore.
Ad ogni gemito di Chul, Jungkook la baciava. Ad ogni spinta, la lingua le toccava il palato ed il connubio la fece impazzire così tanto che strinse le gambe e l'orgasmo la portò a sollevarle colta da una serie di scosse.
Jungkook le accarezzò fino a che non smisero di tremare. Venne anche lui, ma non la lasciò fino a che non assaporò ogni goccia di piacere.
Le baciò il piercing all'ombelico e lo tirò appena verso l'esterno.
Sollevò lo sguardo nello stesso istante in cui lei lo abbassò.
Sorrisero insieme.
«Un altro round?»
༻✿༺
«Mmh, questa scena! Guardala, Kookie! è la mia preferita!»
Chul succhiò l'ultimo noodle e guardò il ragazzo addormentato con la guancia appoggiata al cuscino. Il film di Spiderman, il primo, era solo a metà, ma Jungkook era troppo stanco per rimanere sveglio fino allo scoccare della mezzanotte, ovvero la fine del ventesimo compleanno della sua fidanzata.
La ragazza sorrise intenerita. Spense la televisione, prese i due piatti vuoti e cercò, in punta di piedi, di non svegliarlo mentre avanzava verso la cucina con l'intento di metterli a lavare.
Chiusa la lavastoglie, si girò e si appoggiò di schiena. L'immancabile sorriso le dipingeva le labbra rosse.
La consapevolezza di aver preso la decisione giusta.
Saltellò in giro come una dei bambini a cui faceva da babysitter e non si accorse che, proprio sul divano in salotto, Binna la stesse guardando da dietro a degli orribili gli occhiali da vista che indossava solo in casa.
Accese la luce della bajour e la figlia, in pantaloncini corti e canottiera, si paralizzò perché convinta che stesse già dormendo.
Dopo una prima volta e una seconda volta in macchina, lei e Jungkook si era fatti prendere dall'entusiasmo passionale anche nella sua cameretta, tra peluche e pareti color pastello che diventarono testimoni di un viaggio alla scoperta del mondo erotico.
Peccato che Binna, solita ad addormentarsi sul divano in salotto con un libro sul petto, schiuse gli occhi nel momento in cui Jungkook morse una coscia e Chul strillò per la sorpresa.
La madre, allora, presa dalla curiosità, appoggiò l'orecchio alla porta, sgranò gli occhi e coprì la bocca con entrambe le mani.
Sua figlia stava guardando un porno.
Non c'erano altre spiegazioni.
Seduta a gambe accavallate sulla poltrona rosso fuoco, quanto il piccolo volto della secondogenita, Binna la intimò di sedersi davanti a lei, sul tappeto, dove Chul subì il racconto atroce di quando anche Yoongi fu scoperto con le mani nei pantaloni davanti al computer che, purtroppo, aveva ereditato.
«Non dire niente» sua madre la zittì seppure non avesse pronunciato mezza parola «per favore, fai silenzio. So che è naturale avere questo tipo di...desideri soprattutto alla tua età, ma per favore, almeno evita di farti sentire da tutto il palazzo.»
«Mamma...» lo sguardo supplichevole di Chul non frenò la lingua della donna che arrivò a chiederle da quanto guardasse film a luci rosse.
«Va bene, va bene. Non voglio saperlo. Ora vai a dormire. Ne parleremo domani.»
«Dio mio, grazie» Chul sospirò facendo per rialzarsi, ma il suo compleanno, agli ultimi rintocchi di lancette prima della mezzanotte, non poteva che concludersi con l'arrivo di Jungkook, mezzo addormentato, ma soprattutto assettato, alla ricerca di un bicchiere d'acqua.
Sia lei che Binna spalancarono gli occhi.
«Non era un film porno?!» sua madre esclamò scioccata.
«ERAVATE VOI DUE?»
Miaooooo
Dopo la botta di Fools ecco una one shot più leggera di due amici che finiscono per innamorarsi TT
Fatemi sapere se il finale vi è piaciuto ahahah
E se in generale la os vi ha tenuto compagnia ♥
Alla prossima one shot, YOUR BODY IS A WONDERLAAAAAAAND
Bacini
Stella
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