XXXIV- Tutto da Solo( parte 2


MAISON

La telefonata di Cameron mi ha lasciato sconvolto, ho il brutto presentimento, che qualcosa che non va. Per chiamarmi, nonostante avessimo avuto una lite abbastanza violenta, vuol dire solo una cosa che ha bisogno di me e io non gli negherรฒ il mio aiuto.
Mi metto velocemente in macchina e parto per raggiungere Cameron, che per qualche motivo non mi ha potuto dare la sua posizione, fortunatamente hanno inventato il GPS e servendomi di questo servizio posso sapere tranquillamente dove si trova ora. Infatti seguo alla lettera tutto il percorso e strada facendo mi accorgo che mi sto dirigendo verso la Casa Circondariale di Sprengfield.
Incomincio a girare lo sguardo per vedere se scorgo la sua auto, dopo qualche minuto di ricerca, ecco che mi pare di vederla.
Mi accosto con la macchina e non vedo nessuno, la cosa mi preoccupa non poco. Apro lo sportello, scendo, guardando all' interno, intravedo Cameron, con la parte superiore del busto, riverso sul sedile accanto al lato guida.
Apro la portiera della sua auto e preoccupato lo chiamo piรน volte:
ยซ Cameron! Cameron! Rispondi ti prego, che ti succede, che cos' hai ? Cameron! ยป
Mentre afferro il cellulare per chiamare i soccorsi, vengo distratto dall' improvviso vagito di un neonato. Rivolgo lo sguardo sul sedile posteriore e non mi sbagliavo, รจ proprio un bambino.
Mi viene in mente che tre mesi fa, la sua donna era incinta, ho immaginato subito che quel bebรจ doveva essere loro figlio.
Chiamo immediatamente il 911 e chiedo l'intervento di un ambulanza, non so cos'abbia Cameron, potrebbe essere infarto quindi opto sulla decisione di non muoverlo e aspettare i soccorsi. ๐–ญell'attesa ๐—‡๐—ˆ๐—๐—ˆ ๐–ผ๐—๐–พ il bimbo continua a piangere, decido di slacciare l'imbracatura del port-enfant che lo sostiene e prenderlo in braccio penso
" Se sente il calore umano, smetterร  di piangere?!"
Fortunatamente, il piccolo sentendosi al sicuro tra le mie braccia, si รจ chetato solo per qualche minuto.
Difatti, quando finalmente giungono sul posto i soccorsi, il bambino ricomincia a vagire e strillare.
In quel momento entro nel panico, vedendo il mio amico pallido in viso, mentre i paramedici, lo tirano fuori dalla macchina.
Viene disteso sull' asfalto, gli aprono la camicia, tentando di rianimarlo; gli procurano alcune scariche elettriche col defibrillatore per riattivare i battiti e far ripartire il cuore. La mia ansia cresce, quando sento dire ad un operatore sanitario, " non c'รจ battito ancora" .
Solo dopo altre due volte, posso tirare un sospiro di sollievo, nel preciso momento che uno dei due paramedici afferma " Ce l' abbiamo fatta, siamo riusciti a stabilizzarlo!"
In quell' istante anche suo figlio si tranquillizza.
A quel punto mi rassereno pure io. Guardandomi intorno, mi rendo conto che nel frattempo si รจ radunata una gran folla di curiosi.
Subitanei i medici, intubano Cameron e lo introducono sull' ambulanza per trasportarlo al piรน vicino ospedale. Rimango ugualmente preoccupato. Non sapendo come sta e cosa gli รจ capitato! Cosa sarร  successo in questi tre mesi?
In un secondo, i miei occhi si riempiono di lacrime, mi tornano in mente ricordi della nostra adolescenza, a tutto ciรฒ che abbiamo fatto insieme, a quando ci siamo conosciuti, dai tempi dell'infanzia ad oggi, penso perfino alla nostra ultima furibonda lite. Ma sopratutto, che oggi avrei potuto perderlo. Per sempre.
Adesso non posso raggiungerlo in ospedale, il bambino ha ripreso a piangere, credo che abbia fame o ha bisogno di essere cambiato. Chi potrebbe tranquillizzare il piccolo? Se non proprio la madre stessa.
Dopo avermi fatto comunicare il nome dell' ospedale, decido di portare il piccolo dalla mamma.
Lo rimetto dentro il suo port-enfant, rimuovo dalla macchina l' aggeggio, e mi dirigo a piedi alla prigione.
Riportarlo a sua madre, รจ la cosa piรน giusta da fare. Sapendolo tra le sue braccia, mi sento piรน tranquillo anch' io. Cosรฌ poi ptro andare da Cameron.
Entrando nel grande edificio, vedo due agenti della sicurezza da dietro un vetro, che stanno discutendo a proposito una partita di rugby, busso sulla vetrata e nel contempo le due guardie trasalgono.
Mi chiedono:
ยซ Sรฌ, cosa desidera ? ยป
ยซ VSono venuto a trovare la detenuta Bridget Fonda, ho da consegnarle un fagottino! ยป
Alchรจ mi comunicano:
ยซ Dobbiamo perquisirla e controllare la merce, la metta sul nastro trasportatoreยป
Alzo il trasportino contenente il piccolo e faccio come mi dicono, quando arriva a loro mi guardano esclamando all'unisono; ยซMA รˆ UN BAMBINO! ยป
ยซ Certo, cosa volevate che fosse un kalashnikov...?! ยป Mi fanno cenno di avanzare passando dal " metal detector".
Uno dei due agenti mi dice seccato:
ยซ Aspetti qui e faccia meno lo spiritoso! ยป Vedo uno di loro avviarsi verso un lungo corridoio e chiudersi il grande cancello automatico alle spalle.
Rimango in attesa, con il bambino che continua a piangere.
Dopo dieci minuti arriva l'agente di custodia tenendo Bridget per un braccio in manette.
Quando sono vicini al cancello si fermano ad aspettare che si apra e poi la guardia dice a Bridget:
ยซ Solo cinque minutiยป lei di rimando risponde:
ยซ Va bene! ยป
Si avvicina a me, si china a prendere suo figlio che non ha smesso di piangere un attimo, lo depone su una superficie per cambiarlo, aveva portato con sรฉ un pannolino, salviettine e talco. Dopo averlo cambiato si siede, abbassa la zip della tuta arancio del carcere, portando il figlio al seno per allattarlo. Per quel lasso di tempo non ha detto una parola.
Solo quando il piccolo finisce la poppata, mi rivolge una breve occhiata chiedendolo:
ยซ Come mai hai tu mio figlio? Dov'รจ Cameron ? ยป
ยซ Ora non posso trattenermi, ti spiegherรฒ tutto, ma adesso devo andare! ยป
ยซ Maison! Dimmi cosa รจ successo? Dove si trova Cameron? Maison! ยป
Con il pretesto della fretta non sono stato costretto a darle spiegazioni, ma non sarรฒ certo io a dargliele. Ma lui stesso.
Quando arrivo in ospedale mi dirigo alla reception, passando da un lungo corridoio dalle pareti e pavimento in marmo lucido bianchi .
Mi avvicino chiedendo all' infermiera:
ยซ Buongiorno, il numero della stanza che occupa Cameron Breft per favore! ยป
Dopo averlo saputo mi dirigo verso un lungo corridoio leggendo sulle porte i numeri, finalmente lo trovo busso ma non ricevo risposta, muovo la maniglia della porta, quando entro lo vedo. Il mio carissimo amico fraterno, Cameron, disteso in un letto d' ospedale, la maschera dell'ossigeno sul viso; attaccato a dei macchinari che monitorano i battiti del suo cuore.
Mi avvicino al letto, prendo la sua mano e lo chiamo a voce bassa, lui apre gli occhi, mi guarda e la prima cosa che chiede con un filo di voce affaticata:
ยซMaison... il bambino? ยป
ยซ Sta tranquillo รจ al sicuroยป
Il suo viso รจ stanco e pallido.
ยซ Grazie... di essere venuto!ยป dichiara.
ยซ Siamo amici o no?!ยป
Mi fissa facendo mezzo sorriso.
ยซ Come ti senti?ยป
ยซ Me-glio!ยป
ยซ Okay! Torno subito. Vado a parlare con qualche medico per chiedergli se posso rimanere stanotte con te ยป
Cameron annuisce con il capo, esco dalla stanza e chiedo al primo infermiere che incontro di voler parlare con un medico dopo aver saputo dove trovarlo vado a bussare alla porta dello studio del professore, entrando gli chiedo;
ยซ Buongiorno professore, mi chiamo Maison Lawrence, volevo chiedere notizie sullo stato di salute del paziente della 208 Cameron Breftยป
ยซ Lei รจ un parente?ยป mi chiede
ยซ No, ma sono il suo migliore amico... la prego mi dica come sta! ยป lo imploro.

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