XXXI-Un Nuovo Inizio "part 2"
Sto per dare un' altra spallata, ma la porta magicamente si apre.
« E tu? Cosa ci fai ancora qui? Non ti avevo chiesto di andartene?!»
« Ti stavo aspettando Cameron, sono felice che... l' hai trovata e che sta bene! E... »
Prorompo assertivo:
« Non certo per merito tuo!»
« Scusami è vero, avrei dovuto farmi gli affari miei »
« Vattene per favore Maison!»
« Certo, ma di qualunque cosa avessi di bisogno amico, io ci sono»
Lo fulmino con uno sguardo penetrante e poi gli comunico:
« Amico? Ti sbagli, noi due non siamo più amici!»
Mi fissa tristemente deluso per qualche secondo, subito dopo infila la porta richiudendosela alle spalle.
Rimango immobile ad ascoltare il suono della porta chiudersi con la mente ancora sconvolta dagli ultimi eventi.
Torno lucido solo quando sento il calore delle sue mani e il dolce suono della sua voce: « Cameron! Stai bene?»
« Sì! Non preoccuparti! Ho bisogno di una doccia calda »
Mi dirigo in bagno, getto via i vestiti bagnati e mi infilo nel box doccia.
Rimango immobile, con le mani appoggiate sulle piastrelle lucide con interminabili scie d' acqua calda che discendono da tutto il mio corpo.
« Amico? Ma come fa ancora a definirsi mio amico! Dopo ciò che mi ha fatto...
No Maison, non ti perdonerò! Mai!!!»
Di colpo, la lastra di vetro satinato del box doccia si apre.
« Cameron? Cosa succede? Perché parli da solo? Chi non perdonerai mai?»
Bridget! Parlavo di Maison, lui si definisce ancora amico mio non...»
Mi impedisce di continuare posando delicatamente la mano sulle mie labbra per poi posare le sue in un sensuslissimo bacio.
« Shh! Non pensare a lui adesso»
« Hai ragione amore, pensiamo a noi»
I suoi occhi fissano i miei mentre discende piano sul mio petto, le sue labbra sfiorano delicatamente la mia pelle, mentre acqua e vapore ci avvolgono.
Lei sa come far eliminare lo stress.
Centimetro per centimetro fino ad arrivare al mio sesso, lo stuzzica con le dita poi con la lingua.
In quel momento riesco a pensare solo a lei e al piacere che mi sta regalando.
È umido e caldo dentro la sua bocca.
Quando si accorge di essere pronto, si eleva lentamente dal basso risalendo fino al mio viso.
Le nostre labbra vogliose si cercano, aggrovigliamo le nostre lingue, la afferro dalle natiche e violenta passione ci spingiamo alla parete.
Il suo alito caldo si confonde con l' insistente getto d' acqua che percuote i nostri corpi nudi.
I suoi ritmi incalzanti, mentre avvinghiata sento il calore della sua pelle sotto le mie mani che infervora fino al piacere estremo.
Ma questo non ci sazia, il nostro appetito è tanto che bruciamo di passione finendo nel nostro letto.
Raggiunto l' apice del piacere, ci coccoliamo un po' prima di dormire, sfiorandoci le dita gli comunico:
« Cameron, ho preso una difficile decisione! Voglio costituirmi! So che questo ci terrà lontani per parecchio, ma è l' unica cosa da fare se voglio essere libera. Credo!»
Si ammutolisce un istante per poi dichiarare:
« Potrebbero darti l' ergastolo o peggio, la pena di morte. Spero che tengano conto del fatto che ti costituisci di tua spontanea volontà »
« Già!»
MAISON
Dopo l' ennesimo scontro con Cameron, sono rientrato a casa.
Chiudo la porta, mi soffermo a osservare il salotto, il divano che prima trovavo occupato dai miei due adorati bambini, ora è vuoto, come il resto della casa.
Alle mie orecchie non giungono più le loro voci quando litigavano fra loro facendosi innocenti dispetti.
Avanzo, sfilo lo giaccone riponendolo disordinatamente sul bracciolo di una delle poltrone.
Allento la cravatta, sfilo dalle asole i primi bottoni della camicia, afferro una bottiglia di brandy o whisky.
" In questo momento non mi interessa di che alcolico si tratta, mi importa solo di bere!"
Stravacco sul divano, fisso il soffitto un istante, la mente affollata da mille pensieri, domande: senza alcuna risposta.
Tracanno il liquore, sento le budella contorcersi, arroventarsi, ma non smetto.
Solo un pensiero mi fa male, le parole di Cameron " noi non siamo più amici".
Bevo fino ad addormentarmi.
Dopo la doccia, mi vesto di tutto punto - anzi azzarderei dire "mi travesto" con un maglioncino bianco corto sopra i fianchi che lascia scoperto l'ombelico, jeans strappati sulle ginocchia e stivaletti color cuoio con tacco largo e alto, per non dare troppo all' occhio indosso anche degli occhiali grandi con lenti spesse e una finta dentatura sporgente così è sicuro che nessuno possa riconoscermi.
Improvvisamente mi balena in testa un pensiero: " Spero solo di non incontrare Cameron, se mi vedesse conciata in questo modo, cambierebbe sicuramente idea sul fatto di sposarmi. Sono proprio orrenda!" una smorfia di sorriso mi si forma sulla bocca.
Bando alle ciance, meglio sbrigarsi a togliersi sto dente va... prima esco e prima rientro.
Indosso un bomberino nero lucido e un basco in testa bianco, dove all' interno raccolgo i miei capelli rossi per nasconderli.
Finalmente decido di uscire agguanto le chiavi di casa, ma prima di afferrare la maniglia dell' uscio, ci penso un po',
" Vado o non vado?!" poi però mi decido ad aprire.
Discendo velocemente le scale e quando sono sul punto di portarmi all' esterno,
mi accorgo che ha iniziato a piovere e di aver dimenticato l'ombrello.
" Poco male, fortunatamente la farmacia non dista tanto da qui, devo solamente svoltare l' angolo".
Avanzo di qualche chilometro e con il cuore in gola, mi dirigo all' ingresso della farmacia.
Adesso non mi rimane altro da fare che attendere e quando sarà il mio turno chiedere un test di gravidanza. E spero con tutta me stessa che nessuno mi riconosca.
Successivamente aver atteso per più di venti minuti, appare sul display a led rossi 53 il mio numero, mi avvicino al bancone e chiedo alla farmacista un test di gravidanza.
La donna mi osserva stupita dalla mia richiesta: " Certamente sarò inguardabile, ma di certo non quanto lei, che sembra di plastica!
Si sarà sicuramente chiesta " chi mai avrà avuto questo coraggio" ma subito dopo avermi consegnato il pacchetto, pago ed esco.
Rientro velocemente a casa e dopo aver tolto il giubbino mi dirigo in bagno per effettuare" l'operazione".
Dopo aver osservato con attenzione le indicazioni, attendo con ansia l'esito ed è in quel momento che mi soffermo a rifarmi la domanda: "Se l' esito sarà positivo, dovrò dirlo a Cameron! Mi spaventa il fatto di non poter immaginare la sua reazione!"
Senza accorgermene sono trascorsi quindici minuti, il giusto tempo di attesa per il test.
Emozionata e al tempo stesso nervosa, osservo la finestrella dell' aggeggio notando due lineette blu;
« Due linee significa che sono "incinta e che sono anche di due settimane". Me lo sentivo !
Okay sembra che mi aspetti un compito abbastanza arduo per quando Cameron tornerà a casa»
Finisco di preparare il pranzo, mi siedo sul divano del salotto e attendo il suo arrivo preparandomi tutto un discorso mentale per quando aprirà la porta.
Assorbita da questi pensieri non mi accorgo che Cameron è già davanti alla porta, di spalle intento a richiuderla. Quando sento la sua voce:
« Bridget sono a casa » sobbalzo di colpo spaventata, lui mi tranquillizza vedendomi rossa in volto:
« Ehi, tesoro sono io, scusami non era mia intenzione spaventarti »
« No, tu non c'entri è colpa mia ero troppo assorta nei miei pensieri»
« Sei preoccupata, perché... sai che dovrai costituirti ?»
« Non è solo quello» lo prendo per mano, lo invito a sedersi sul divano e lui senza togliersi il cappotto mi segue con aria stranita, quando stiamo seduti gli prendo entrambe le mani e gli dico con la voce calma ma anche un po' preoccupata:
« Cameron, da quando ti conosco sono cambiata, tu mi hai ridato la Bridget che ero prima della violenza, tu mi hai fatto rinascere. Con la tua dolcezza, il modo in cui ti sei preso cura di me, pur non sapendo niente del mio passato mi hai accolta in casa tua, hai pensato a me in tutto fin da subito e ora sono felice perché mi hai chiesto di sposarti ma dovremmo farlo dopo che uscirò di prigione e questo mi rendeva triste perché ti avrei lasciato da solo per chissà quanto tempo» continua a guardarmi senza parlare, come se non avesse compreso le mie parole.
Io gli dico a quel punto:
« Per quel periodo lascerò con te una parte di me! »
Cameron capisce al volo di cosa sto parlando, sgrana gli occhi e mi dice con un sorriso a "trentadue denti" ;
« Bridget, amore ma è vero?»
« Sì è vero... sono incinta di due settimane»
Si alza dal divano sollevandomi dai fianchi e mi fa girare esclamando felice:
« AVREMO UN BAMBINO... SONO COSÌ FELICE»
« Davvero? Avevo paura che ti saresti arrabbiato»
« Arrabbiato? E perché mai, mi hai reso l'uomo più felice del mondo rendendomi padre... ti amo Bridget e ti voglio al mio fianco per tutta la mia vita e anche dopo»
Ci baciamo con passione e finiamo a letto a fare l' amore senza pensare al pranzo che si sarebbe freddato.
MAISON
Buttato sul divano penso e ripenso a Cameron, al comportamento che ha avuto nei miei riguardi e alle sue parole che mi hanno "freddato"
Non posso credere che mi abbia detto quella frase... non posso credere che vent'anni di amicizia sono finiti nel cesso per colpa di una donna e che se anche avevo ragione sul fatto che nascondesse qualche oscuro segreto... lui non ha voluto sentire ragione.
Forse perché l' amore non sente ragione.
Sei proprio un coglione Maison, avresti dovuto farti i cazzi tuoi.
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